Allarme Ue, al 44% dei giovani mancano le competenze digitali anche di base

da ItaliaOggi

Allarme Ue, al 44% dei giovani mancano le competenze digitali anche di base

La commissione europea ha stilato un programma in 11 punti

Angela Iuliano

Con il nuovo Piano Ue l’intelligenza artificiale entra a scuola. Ne hanno discusso ministri, esperti e leader aziendali dell’Unione europea nel primo Vertice europeo sull’istruzione, il 25 gennaio, a Bruxelles. «Guardando al futuro dell’Europa», spiega il commissario europeo all’educazione Tibor Navracsics, «dobbiamo dotarci di un programma ambizioso e condiviso su come utilizzare l’apprendimento come motore dell’unità». Adottate dal vertice di Goteborg e presentate nei giorni scorsi le tre iniziative proposte dalla Commissione europea comprendono il nuovo pacchetto sull’istruzione digitale, oltre alle raccomandazioni per rafforzare le competenze chiave per l’apprendimento permanente e sui valori comuni, l’istruzione inclusiva e la dimensione europea dell’insegnamento. «L’era digitale sta permeando tutti gli aspetti delle nostre vite», sottolinea Mariya Gabriel, commissaria per l’economia e la società digitali. «Mentre il 90% dei lavori del futuro richiedono determinate competenze in campo digitale, il 44% dei giovani europei non possiede neanche le abilità di base»

Tre le priorità del Piano: un migliore impiego delle tecnologie digitali per l’insegnamento e l’apprendimento; lo sviluppo delle competenze e delle abilità digitali necessarie per vivere e lavorare in un’era di trasformazioni digitali; il miglioramento dell’istruzione attraverso una migliore analisi e previsione dei dati. Un programma che Bruxelles prevede di attuare entro il 2020. Undici i passi da compiere. Il primo: affrontare il divario di connettività tra gli Stati membri circa l’adozione della banda larga ad altissima capacità in tutte le scuole, sensibilizzando sui benefici e sulle opportunità di finanziamento disponibili, supportando la connettività attraverso uno schema di voucher incentrato sulle aree svantaggiate e assicurando la piena implementazione del toolkit per le aree rurali.

Occorre, poi, sviluppare entro il 2019 un nuovo strumento di autovalutazione per le scuole per l’insegnamento e l’apprendimento, il Selfie, già sperimentato in 14 Paesi. Fornire un quadro per il rilascio di qualifiche digitali certificate e la convalida delle competenze acquisite, che possono essere archiviate in profili professionali come Europass. Creare una piattaforma europea per l’istruzione superiore digitale, supportata da Erasmus+, che permetterà campus virtuali e scambio di buone pratiche tra istituti. Portare classi di coding in tutte le scuole europee, anche aumentando la partecipazione alla Settimana del codice. Avviare nel 2018 programmi pilota di intelligenza artificiale e di analisi dell’apprendimento per utilizzare meglio l’enorme quantità di dati ora disponibili e contribuire così migliorare l’attuazione e il monitoraggio della politica dell’istruzione. Rafforzare l’open science. Avviare previsioni strategiche sulle principali tendenze della trasformazione digitale per il futuro dei sistemi di istruzione. Costruire prove sulla diffusione delle Tic e sui livelli di competenze digitali nelle scuole, pubblicando uno studio di riferimento. Insieme al prossimo o indagine Piaac, i risultati potrebbero alimentare un aggiornamento del Digital Competence Framework, mentre la Commissione europea collaborerà con l’Ocse allo sviluppo di un nuovo modulo a Pisa sull’uso della tecnologia nell’istruzione. Lanciare una campagna di sensibilizzazione per educatori, genitori e studenti sulla sicurezza online, l’igiene informatica e l’alfabetizzazione mediatica. Sostenere misure per ridurre il divario di genere delle ragazze nel settore tecnologico e imprenditoriale.