I genitori: perchè «9» e non «10» a mio figlio? Ma i giudici confermano il giudizio della scuola

da Il Sole 24 Ore

I genitori: perchè «9» e non «10» a mio figlio? Ma i giudici confermano il giudizio della scuola

di Claudio Tucci

Non bastavano gli appalti, le grandi opere, le questioni legate alla sanità come le querelle sui vaccini o quelle legate a insegnanti e graduatorie. Anche il registro scolastico finisce davanti al Tar.

Il Tar Palermo
Il caso dei genitori di un alunno di Canicattì che si sono rivolti ai giudici amministrativi insoddisfatti di un “ottimo” e invocando un “eccellente”, è emblematico. Si tratta di un ragazzo delle medie che, alla fine del percorso di studio e dopo gli esami di scuola media, ha ottenuto dalla commissione un ottimo. Non abbastanza per i genitori, una coppia di Canicattì, nell’agrigentino, che ha presentato un ricorso al Tar di Palermo. La coppia ha chiesto ai giudici di annullare il verbale dei giudizi sulle prove di esame della scuola Giovanni Verga e consentire al figlio di ottenere un più meritato eccellente: dieci su dieci. Ma il ricorso è stato respinto, con la motivazione, dopo aver ricordato i voti dell’alunno, che il giudizio finale di 9/10 si presenta «coerente con quelli di ammissione e con quelli conseguiti nelle prove d’esame, tanto più che il voto di 10/10 presuppone il raggiungimento dell’eccellenza in tutte le prove – proseguono i giudici nella sentenza – Sotto questo profilo, valga, in particolare, il riferimento fatto nei giudizi sulle lingue straniere (inglese e francese) alla circostanza che l’elaborato era “per lo più” e non “totalmente” corretto». I genitori sono stati condannati a pagare le spese legali quantificate in mille euro.

Altri precedenti
Il punto è che contenziosi come questi non sono poi tanto infrequenti nel mondo della scuola. E le parole pronunciate ieri dal presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, all’inaugurazione dell’anno giudiziario amministrativo, sono eloquenti: c’è una «difficoltà di accettare la decisione dell’autorità» che «trova ulteriore espressione nei ricorsi con cui talvolta i genitori contestano la bocciatura dei propri figli a scuola». Del resto, basta scorrere le sentenze depositate nei mesi scorsi per avere un’idea. Il Tar Sicilia, per esempio, ha respinto il ricorso dei genitori di una ragazza iscritta alle medie, contestando la bocciatura. La sentenza, però, non lascia dubbi: «il giudizio di non ammissione dell’alunna alla classe successiva risulta ampiamente e adeguatamente motivato in ragione del numero delle assenze» e anche «a prescindere dalle assenze, i voti conseguiti durante l’anno (e non contestati) non consentirebbero il superamento dello scrutinio finale». Stessa sorte a Termoli (Campobasso) per il ricorso della mamma di uno studente dell’ultimo anno delle medie. E non è andata meglio a una studentessa di un istituto magistrale con «gravi insufficienze in fisica, inglese e matematica/informatica» e «lacune nella preparazione di base di alcune discipline»: il suo tentativo di vedersi ammessa, facendo leva su una «disparità di trattamento», non ha fatto breccia nei giudici di Firenze.