Dispersione scolastica, un fenomeno complesso che ogni anno indebolisce il corpo sociale del Paese

da Tuttoscuola

Dispersione scolastica, un fenomeno complesso che ogni anno indebolisce il corpo sociale del Paese

“Sono cifre ‘da guerra mondiale’. È una shoah sociale, un’emorragia che ogni anno indebolisce il corpo sociale del paese e ne riduce la capacità di competere come sistema nazionale nella società della conoscenza, che non sembra però essere vissuta come una vera emergenza. Tra rassegnazione e, forse, sottovalutazione di un fenomeno che condiziona e spesso pregiudica il futuro lavorativo e gli standard di vita di una fascia significativa della popolazione, e quindi la capacità di produrre reddito e PIL dell’intero paese”. È quanto scriveva Tuttoscuola nel dossier “Dispersione nella scuola secondaria superiore statale” del maggio 2014, presentato nell’audizione di fronte alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine parlamentare sulla dispersione scolastica.  (…) “Quei ragazzi  – continuava il dossier – partono con il freno a mano tirato nel loro percorso e con un bagaglio di opportunità molto ridotto rispetto ai coetanei che completano gli studi e continuano all’università: se è difficile trovare lavoro per chi ha raggiunto solo il diploma secondario superiore (il 28% rimane disoccupato), figurarsi quali sono le prospettive di coloro che neanche ci arrivano (non a caso ben il 45% di coloro che sono in possesso della sola licenza media sono disoccupati).”

E poi: “Per non parlare dei costi sociali enormi dell’abbandono scolastico: il corso di studi ‘interruptus’ comporta che la costosa organizzazione del servizio per quei ragazzi si riveli sostanzialmente inutile. O meglio l’investimento che è stato sostenuto ha avuto un basso ritorno, perché presupponeva il completamento del corso e il conseguimento di un titolo attestante determinate abilità e competenze, obiettivo non raggiunto.

E il disagio sociale che ne consegue scatena effetti collaterali, dal livello di criminalità ai costi del welfare (sussidi di disoccupazione, etc)”.

Parole purtroppo ancora valide oggi. A breve sarà disponibile il dossier di Tuttoscuola con lo studio integrale ed esclusivo sulla dispersione scolastica.

Dispersione scolastica, un fenomeno complesso

La dispersione è un fenomeno complesso che si manifesta in varie forme: evasione dell’obbligo scolastico, ripetenze, ritardo nel corso degli studi, abbandono del corso di studi (drop out) prima del raggiungimento di un titolo (diploma o qualifica). Secondo alcuni studiosi anche il conseguimento di attestati inadeguati ad affrontare i cicli successivi o l’inserimento nel mondo del lavoro dovrebbe essere ricondotto alla nozione di dispersione intesa in senso ampio, come spreco di risorse umane.

Sulle cause della dispersione esiste una vasta letteratura di carattere prevalentemente sociologico che ha messo in luce forti correlazioni tra emarginazione economica e socioculturale delle famiglie di provenienza e insuccesso scolastico.

Umberto Galimberti ci ricorda come la scuola sia “causa prima di devianza, rispetto a tutte le cause seconde che la sociologia vede alla base del disagio giovanile; la scuola si offre con quel volto irresponsabile di chi si tiene fuori dai problemi connessi ai processi di crescita e, limitando consapevolmente il suo spazio operativo, manifesta quella falsa innocenza che l’oggettività del trattamento (profitto-giudizio) è sempre disposta a concedere a chi non si prende cura della soggettività dei giovani, perché mettervi le mani non garantisce di poterle tirare fuori davvero pulite e disinfettate”.

Ma a queste pur importanti cause se ne aggiunge un’altra, costituita dal disagio esistenziale percepito da studenti che non trovano nell’esperienza scolastica una risposta alla loro domanda di senso o di “futuro”, come sostiene Marco Braghero utilizzando una chiave di lettura di tipo psicologico: “La mancanza di futuro, di trovarne un senso, invoca la ricerca di un nuovo paradigma che sia capace di rigenerare l’energia vitale. Questa mancata promessa di futuro arresta il desiderio nel presente”. Quale meccanismo si innesca? “Le iniziative si spengono, le speranze appaiano vuote, la demotivazione  cresce, l’energia vitale implode”.

Per quanto riguarda il nostro Paese una strategia volta a combattere le cause socio-economiche della dispersione, e nello stesso tempo quelle di carattere psicologico, dovute a demotivazione e disagio degli studenti nei confronti della rigidità impersonale dell’attuale sistema scolastico, potrebbe essere costituita dalla radicale personalizzazione dei percorsi formativi individuali con sostanziale eliminazione delle ripetenze fino ai 18 anni e la sostituzione della pagella con una certificazione delle competenze che valorizzi i potenziali individuali e attesti anche le eventuali carenze, con effetti di rimotivazione di orientamento.