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Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione

Saranno assegnati sabato 2 giugno i riconoscimenti  alle scuole che hanno realizzato i migliori lavori nell’ambito del progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”. La cerimonia di premiazione si terrà dalle ore 15.00, presso l’Aula di Palazzo Montecitorio, in occasione della Festa della Repubblica. A consegnare le targhe alle alunne e agli alunni saranno la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il Presidente della Camera, Roberto Fico. La premiazione sarà trasmessa in diretta televisiva su Rai 2, sul canale satellitare della Camera e sulla web tv di Montecitorio.

L’iniziativa “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”, giunta quest’anno alla sua 11esima edizione, nasce dalla collaborazione fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. Il progetto – che è rivolto a tutte le scuole di istruzione secondaria di secondo grado – vuole offrire alle e agli insegnanti uno strumento per la progettazione e la riflessione, all’interno dei percorsi didattici curricolari, sui principi e l’attualità della Carta costituzionale.

Sono 120 i progetti presentati per l’edizione di quest’anno. I migliori saranno premiati appunto alla Camera.Sempreper questa edizione, in occasione del 70esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, un premio speciale sarà dato alla scuola che ha realizzato un elaborato volto a illustrare donne e uomini che, a livello politico, economico e sociale, hanno contribuito alla affermazione dei principi costituzionali dal 1948 ad oggi.

Per partecipare al progetto le scuole dovevano produrre un lavoro di ricerca originale approfondendo il significato e l’applicazione nel loro territorio di uno dei principi della Costituzione. “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione” rientra tra le iniziative a favore dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”.

La giornata di premiazione alla Camera sarà preceduta da un evento di apertura che si terrà domani, venerdì 1 giugno, al MIUR, presso la Sala Aldo Moro, a partire dalle ore 15.30. Interverranno: le senatrici Michela Montevecchi e Simona Flavia Malpezzi, il senatore Mario Pittoni e il direttore generale del MIUR Giovanna Boda. Nel corso del pomeriggio le ragazze e i ragazzi potranno ascoltare anche la lectio magistralis tenuta da Massimo Siclari, professore ordinario di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi Roma Tre, dal titolo: “I 70 anni della Costituzione repubblicana”.

Festa della Repubblica

Il 2 giugno è la Festa nazionale della Repubblica italiana, istituita per ricordare il Referendum popolare indetto il 2 giugno 1946 per decidere la forma istituzionale dello Stato (Repubblica o Monarchia) contemporaneamente all’elezione dei rappresentanti dell’Assemblea Costituente.

Il 28 giugno 1946, alla prima seduta, i Costituenti elessero Enrico De Nicola Capo provvisorio dello Stato e iniziarono i lavori dell’Assemblea, che il 22 dicembre 1947 avrebbe approvato la nuova Costituzione.

L’1 gennaio 1948 l’Italia repubblicana fissa i Principi fondamentali della Nazione e i diritti e doveri dei cittadini e De Nicola ha il ruolo di Presidente della Repubblica.


2 giugno, oltre 300 studentesse e studenti alla Festa della Repubblica a Roma. Con loro il Ministro Marco Bussetti

Oltre 300 studentesse e studenti provenienti da tutta Italia hanno partecipato questa mattina, a Roma, alle celebrazioni della Festa della Repubblica. Con loro anche il Ministro Marco Bussetti.

Alla fine della parata, una delegazione di studentesse ha donato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un lavoro frutto del percorso sviluppato durante l’anno scolastico.

Le studentesse dell’Istituto De Amicis e del Convitto Filangieri di Vibo Valentia, in rappresentanza degli studenti delle scuole vibonesi e degli studenti delle Consulte studentesche calabresi, hanno consegnato al Presidente un tricolore fatto a maglia con il prezioso ausilio delle loro nonne.

#PalermoChiamaItalia

Il 23 maggio si celebra l’anniversario della morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, del giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e degli uomini delle loro scorte Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano.


Il 23 maggio 70.000 studentesse e studenti insieme contro le mafie

Il XXVI anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio dedicato agli uomini e donne delle scorte “angeli” di Falcone e Borsellino

Fedeli: “Educare le nuove generazioni è il miglior modo per onorare la memoria dei servitori dello Stato”
Maria Falcone: “Non dimentichiamo l’insegnamento che viene dal sacrificio di questi agenti”
Gabrielli: “Avere coscienza di chi è caduto nel nome della democrazia per riaffermare i nostri diritti e le nostre libertà”

È nel nome degli ‘angeli’ del passato e del presente, degli uomini e delle donne delle scorte che hanno rischiato e rischiano quotidianamente la vita per proteggere servitori dello Stato come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che quest’anno si commemora il XXVI anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui persero la vita i giudici Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti delle loro scorte Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina. La manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Senato della Repubblica.

Oltre 70.000 ragazze e ragazzi saranno coinvolti il prossimo 23 maggio in tutta Italia nelle iniziative di #PalermoChiamaItalia promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Fondazione Falcone. Iniziative che nel corso degli anni, a partire dal 2002, si sono arricchite di importanti contributi grazie agli accordi firmati con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), consentendo di portare nelle scuole esperti e attività didattiche mirate alla diffusione della cultura del rispetto e della legalità.

Anche quest’anno il cammino verso la consapevolezza dell’importanza di una cittadinanza attiva e responsabile culminerà il 23 maggio a Palermo. Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci migliaia di studentesse e studenti delle scuole e delle università ricorderanno il sacrificio dei servitori dello Stato morti per mano criminale. Le celebrazioni istituzionali si terranno nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, luogo simbolo del Maxiprocesso a Cosa Nostra. Sono previste, poi, attività nelle piazze e nelle scuole della città. A Palermo ci saranno le studentesse e gli studenti siciliani, ma anche gli oltre mille ragazze e ragazzi che arriveranno, la mattina del 23 maggio, con la Nave della Legalità che salperà il pomeriggio del giorno prima dal porto di Civitavecchia, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A bordo della Nave studentesse e studenti troveranno anche un “equipaggio” speciale composto da 50 giovani dell’Università degli Studi di Milano accompagnati dal loro docente, il professore Nando Dalla Chiesa, che parteciperanno a momenti di riflessione e attività sul tema della lotta alla criminalità organizzata. Il Prefetto Filippo Dispenza, vertice della struttura che assiste i familiari delle vittime di mafia e terrorismo della Polizia di Stato, illustrerà alle studentesse e agli studenti progetti sul tema della legalità. Sulla nave dibatterà con le ragazze e i ragazzi anche Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi, agente della scorta di Borsellino. Il viaggio è reso possibile grazie alla collaborazione con Grandi Navi Veloci (GNV), società del Gruppo MSC, che mette a disposizione una delle sue navi.

Il “no” alle mafie verrà rilanciato il 23 maggio in 10 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana e Umbria) da migliaia di studentesse e studenti in una sorta di “staffetta” a distanza. A coordinare le attività nelle città coinvolte saranno gli Uffici Scolastici Regionali.

“Il 23 maggio e il 19 luglio, date delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, sono anniversari importanti del nostro calendario civile – dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – in cui ricordiamo donne e uomini che hanno perso la vita a causa del potere mafioso, mentre con profondo senso del dovere servivano lo Stato. Celebrare queste date è importante per rammentare a tutte e tutti noi come sia cambiata la vita civile e democratica del Paese dopo quella primavera e quell’estate del 1992. Farlo con le nuove generazioni è imprescindibile: ogni anno migliaia di studentesse e studenti, pur non avendo avuto esperienza diretta di quei terribili anni che hanno insanguinato l’Italia, mostrano apertura, curiosità, interesse, protagonismo e responsabilità e raccolgono la chiamata di Palermo a mostrare la loro opposizione alle mafie – a tutte le mafie – e alla criminalità organizzata. Queste giovani e questi giovani che, attraverso la scuola, diventano cittadine e cittadini attivi e consapevoli sono il miglior modo per onorare la memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e dei loro ‘angeli’, le loro scorte, per non disperdere i loro insegnamenti e il valore del loro impegno, per proseguire la loro battaglia per la legalità, la democrazia e la libertà”.

“Quest’anno dedichiamo la ricorrenza del 23 maggio agli agenti di scorta caduti negli attentati di Capaci e via D’Amelio – spiega la presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone -. Giovanissimi, spesso poco più che ragazzi, hanno questo in comune: erano uomini e donne dello Stato morti per aver fatto con coscienza il loro lavoro, così duro e pericoloso, fondamentale nella lotta alla mafia. Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano – gli ‘angeli delle scorte’, come amiamo chiamarli – sono da tutti noi ricordati per quel grande senso del dovere che li accomuna a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino. È questo l’insegnamento che viene dal loro sacrificio: l’antimafia, quella vera, esige che ciascuno agisca, quotidianamente, con onestà e onore. Il loro esempio è un monito per tutti noi, adulti e giovani, perché nessuno può considerarsi esente da questo imperativo morale”.

La commemorazione onorerà tutte le donne e tutti gli uomini delle Forze dell’Ordine che hanno sacrificato la vita nella lotta alle mafie. Questo anche attraverso la speciale collaborazione fra il MIUR, la Fondazione Falcone e la Polizia di Stato che nei mesi scorsi hanno bandito due concorsi dedicati agli “Angeli custodi: l’esempio del coraggio, il valore della memoria” per le scuole d’Italia e quelle di Palermo e provincia.

“La vera battaglia contro la Mafia non è solo combattere contro un’organizzazione criminale particolarmente pervasiva. È la battaglia per riaffermare i nostri diritti e le nostre libertà – afferma Franco Gabrielli, capo della Polizia – perché a volte pensiamo che i diritti e le libertà possano essere limitati soltanto da un oppressore straniero o da un’occupazione armata, ma ci sono forme di dipendenza e di soggezione molto più subdole e molto più invasive ma non per questo meno preoccupanti per la democrazia. Credo che il modo migliore per ricordare chi è morto nel nome di questi ideali e per questi valori, perché erano dei grandi giudici e dei grandi poliziotti, sia quello di avere coscienza di tutto questo”.

Alle manifestazioni del 23 maggio parteciperà il Presidente della Camera, Roberto Fico, che sarà presente a Palermo. L’Aula Bunker dell’Ucciardone, al cui interno sarà allestita la mostra fotografica realizzata dall’agenzia di stampa ANSA “L’eredità di Falcone e Borsellino”, ospiterà la cerimonia istituzionale che sarà trasmessa in diretta su Rai Uno dalle 10 alle 13. Interverranno, tra gli altri, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il rappresentante del Federal Bureau of Investigation (FBI) John Brosnan, la presidente della Fondazione Falcone e sorella di Giovanni, Maria Falcone, due dei magistrati protagonisti del Maxiprocesso, Pietro Grasso e Giuseppe Ayala, rispettivamente giudice a latere e  pubblico ministero dello storico processo contro Cosa Nostra istruito da Falcone e Borsellino. Presenti anche i parenti delle vittime e i superstiti delle stragi di Capaci e di via d’Amelio. Durante la cerimonia, Franco Gabrielli, Maria Falcone e Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta del giudice Falcone, premieranno le studentesse e gli studenti vincitori del concorso “Angeli custodi: l’esempio del coraggio, il valore della memoria”, mentre il coro dell’Istituto Comprensivo “Sperone Pertini” di Palermo intonerà il brano rap dal titolo “In questa città”, preparato per l’occasione. Le studentesse e gli studenti primi classificati avranno l’opportunità di volare negli Stati Uniti, dal 23 al 30 giugno, per un viaggio della legalità tra Washington e New York che li porterà anche a Quantico, sede dell’Accademia dell’FBI, nel cui giardino si trova la statua di Giovanni Falcone. Le 15 scuole vincitrici di Palermo e provincia saranno protagoniste delle manifestazioni che si svolgeranno in città: si trasformeranno in vere e proprie piazze della legalità, aperte al pubblico, per incontri, seminari, dibattiti, performance teatrali.

Iniziative, spettacoli e laboratori didattici animeranno dal mattino anche piazza Magione, via D’Amelio, l’area che circonda l’Albero Falcone, in via Notarbartolo, dove viveva Giovanni Falcone, e il Giardino della Memoria di Capaci, inaugurato lo scorso anno nel punto esatto in cui la mafia piazzò la carica di esplosivo che uccise Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. A piazza Magione il figlio di Vito Schifani, Antonino Emanuele, Tenente della Guardia di Finanza, accenderà la fiaccola dei campionati studenteschi di atletica leggera che si tengono, quest’anno, proprio a Palermo.

Nel pomeriggio partiranno i due tradizionali cortei di #PalermoChiamaItalia, che vedono protagoniste le scuole ma che saranno aperti a tutta la città: il primo si muoverà alle ore 15.30 da via D’Amelio, il secondo alle ore 16 dall’Aula Bunker. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo, per il Silenzio, alle 17.58, l’ora della strage di Capaci. La giornata si concluderà in serata con una messa, alle ore 19, presso la Chiesa di San Domenico, in ricordo delle vittime di mafia. La celebrazione sarà seguita da un concerto della banda della Polizia di Stato, al Teatro Massimo.

Per il secondo anno consecutivo, inoltre, verranno presentati a Palermo i progetti delle “Università della Legalità”, i 23 atenei che hanno aderito al Protocollo d’intesa siglato il 23 maggio del 2016 tra il MIUR, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) e la Fondazione Falcone, con l’obiettivo di promuovere la cultura della memoria e dell’impegno attraverso un percorso di sensibilizzazione e formazione del mondo accademico.

Il 23 maggio sui social

Il MIUR e la Fondazione Falcone uniranno le piazze di #PalermoChiamaItalia e tutte le scuole che vorranno partecipare facendo sentire la loro voce per dire “no” alle mafie utilizzando anche i canali social. Sui profili twitter @MiurSocial e @23maggioItalia ci saranno le dirette degli eventi raccontati attraverso gli hasthag #23maggio, #PalermoChiamaItalia e #navedellalegalità. Gli eventi potranno essere seguiti sulle pagine Facebook, Instagram e Youtube del MIUR e di PalermoChiamaItalia e attraverso Miur Radio Network, la web radio che il Ministero attiverà dalla prossima settimana per dare voce alla scuola e alle sue buone pratiche e i cui speaker saranno studentesse e studenti.

Forum PA 2018


Uno stand di 100 metri quadrati dove consultare e ritirare materiali informativi sulle attività del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con uno spazio dedicato alla discussione e al confronto con importanti partner presso il quale si terranno 17 workshop. Un convegno dedicato agli obiettivi di sostenibilità per i settori della conoscenza e la presenza degli speaker di Miur Radio Network, la web radio voluta dal MIURper raccontare notizie, eventi, curiosità sul e dal mondo della scuola, in collaborazione con le migliori esperienze radiofoniche delle nostre istituzioni scolastiche. Sono alcuni dei punti chiave della partecipazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca al Forum PA 2018, che si terrà dal 22 al 24 maggio prossimi presso la Nuvola – Nuovo Palazzo dei Congressi di Roma e vedrà la partecipazione della Ministra Valeria Fedeli che domani, 22 maggio alle ore 11.30, inaugurerà ufficialmente lo stand istituzionale.

Profondamente agganciato all’attualità e alla vita del Paese è il tema scelto quest’anno,  l’individuazione del percorso attraverso il quale “Raggiungere entro il 2030 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’ONU”, un filone che prosegue partendo dagli obiettivi individuati nell’edizione dello scorso anno. Obiettivo ultimo dell’edizione 2018 è la redazione di un Libro Bianco da consegnare al nuovo Governo. In quest’ottica il tema scelto come filo conduttore dei workshop che si terranno presso lo stand del MIUR è “Istruzione, formazione e ricerca: la nostra roadmap per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità”.

Lo stand e i partner

Quattro le aree tematiche che caratterizzeranno lo stand e gli argomenti dei 17 workshop in  programma nell’area MIUR: Amministrazione, Istruzione, Università e Ricerca. Quattro anche i partner con i quali il MIUR condividerà gli spazi dello stand e gestirà gli appuntamenti di confronto e dibattito: CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), Cineca, INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli.

I workshop e il convegno

Il futuro del programma Erasmus e il suo ruolo nella costruzione di una cittadinanza europea, la dematerializzazione dei processi nella Pubblica Amministrazione, le azioni in favore del capitale umano che opera nel settore della ricerca di base, il PON a supporto degli obiettivi dell’Agenda 2030, gli strumenti digitali utilizzati nella formazione continua dei docenti, l’Alternanza Scuola-Lavoro e la nuova piattaforma dedicata, la Rete universitaria per lo sviluppo sostenibile, il miglioramento delle Infrastrutture di Ricerca sono alcuni degli argomenti dei workshop che animeranno lo stand del MIUR in ognuno dei tre giorni di programma. Un momento speciale sarà dedicato a Miur Radio Network (www.miurradionetwork.it) con la presentazione ufficiale degli speaker e del progetto.

“Istruzione, formazione e ricerca: la nostra road map per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità” sarà il tema del convegno che si terrà il 24 maggio, dalle ore 11.45, durante il quale si farà il punto sull’impegno preso di trasformare il sistema di istruzione e formazione – dalla scuola al mondo della ricerca – in agente di cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile, facendo in modo che, in ognuno degli ambiti di intervento, le politiche siano coerenti con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Per iscriversi al convegno e per tutti gli aggiornamenti: https://forumpa2018.eventifpa.it/it/event-details/?id=8033.

Il Premio PA Sostenibile

Sei i progetti candidati dal MIUR al “Premio PA sostenibile. 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030”, tre dei quali sono stati selezionati da una commissione di esperti istituita da FORUM PA e inseriti tra i progetti esposti nella galleria “poster” del Concorso  all’interno del Convention Center.

I progetti finalisti del MIUR sono: “Sofia”, della Direzione generale per il personale scolastico; “Riconoscimento titoli rifugiati”, della Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore; “STEM: femminile plurale”, della Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione. La premiazione si terrà mercoledì 23 maggio dalle 10.00 alle 14.00 durante il convegno “Italia 2030: come portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile”.

FIRST​® LEGO® League Italia 2017/2018

Una selezione di oltre 30 squadre di giovani ‘scienziati’ della ​FIRST​® LEGO® League Italia 2017/ 2018 al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca premiate per i loro progetti scientifici.

Lunedì 14 maggio 2018 presso la Sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca oltre cento ragazzi vengono ricevuti dal Direttore Generale Ordinamenti scolastici e valutazione sistema nazionale istruzione del MIUR ​Maria Assunta Palermo ​e dal Dirigente Uff 1° DGOSV-MIUR​ Giacomo Molitierno​, seguendo la tradizione della manifestazione mondiale dove alcuni selezionatissimi team sono invitati direttamente alla Casa Bianca.

Alla cerimonia intervengono ​Massimo Esposito​, Dirigente Tecnico DGOSV – MIUR, e​ Giuseppe Brauner ​per la CASIO che premia i primi quattro team con una calcolatrice grafica per ciascun partecipante; ​Anna Brancaccio,​ Dirigente DGOSV – MIUR e coordinatrice assieme a Nello Fava della giuria scientifica che ha selezionato le squadre; la direttora ​Alessandra Cattoi​, ​Stefano Monfalcon ​e ​Nello Fava ​per la Fondazione Museo Civico di Rovereto.

Ospiti alla premiazione ​Augusto Vitale​, Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, e​ Simone Pirrotta​, Program Manager dell’Agenzia Spaziale Italiana del Dipartimento di Esplorazione e Osservazione dell’Universo.

Nell’ambito delle oltre cento squadre che hanno partecipato alla ​FIRST​® LEGO® League Italia 2017/ 2018 HydroDynamicSM, un ​comitato scientifico​ formato dai giudici della manifestazione (ricercatori, docenti, scienziati) e un rappresentante del MIUR, ha selezionato 31 dei più interessanti progetti scientifici presentati dai 151 team partecipanti. L’​ACQUA​ è stato il grande tema di attualità su cui hanno lavorato i ragazzi, trovando soluzioni ai problemi legati all’utilizzo, alla mobilitazione, alla tutela di una risorsa tanto preziosa e fragile come quella idrica.

Le squadre premiate sono il team ​FLL71 RoGiRobot di Pedara (CT) ​per la realizzazione di un dispositivo elettronico che possa segnalare i guasti e le anomalie riscontrate nello sciacquone dei bagni a cassetta​, FLL69 ToioRobot di Vittorio Veneto (TV) ​con la progettazione di una boa intelligente per il monitoraggio delle acque del fiume Meschio​ ​con raccolta dati automatizzata​, FLL132 Acquallego di Arzignano (VI) ​con un progetto che prevede diversi interventi di recupero dell’acqua piovana​ ​e​ FLL 57 BIG LEGO 9 di Roma ​con una soluzione per migliorare il monitoraggio della qualità delle risorse idriche.
I team sono stati selezionati tra i 151 (più di 2500 ragazzi) che hanno partecipato alla ​FIRST​® LEGO® League Italia edizione 2017/18, una competizione a squadre di robotica e scienza che mette a confronto i ragazzi di tutto il mondo (250 mila quest’anno) su tematiche di forte impatto ecologico e sociale, che devono affrontare con la mentalità del ​problem solving​ attraverso la robotica a mattoncini targata LEGO e la loro creatività con un progetto scientifico originale in tema, seguendo anche regole di condivisione e ​fair play​, e privilegiando la comunicazione scientifica.
Organizzatore per l’Italia di questa manifestazione mondiale è la ​Fondazione Museo Civico di Rovereto​, che anche grazie a questa competizione è accreditata dal MIUR a valorizzare le eccellenze fra gli studenti italiani nel campo della robotica, forte dell’esperienza nell’​Educational Robotics​ maturata molto prima che diventasse uno strumento didattico riconosciuto dai più.
La premiazione è organizzata dal MIUR con la Fondazione Museo Civico di Rovereto, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Presidi.

La ​FIRST​® LEGO® League​ è un concorso mondiale ideato da ​FIRST​ (For Inspiration and Recognition of Science and Technology) e LEGO®.
Operational partner per l’Italia​ La Fondazione Museo Civico di Rovereto
Regional Partner 2017/2018​: Scuola di Robotica di Genova,​ ​Scuola di Ingegneria – Università di Firenze, Officine Leonardo Onlus di Napoli, l’Istituto Salesiano Bearzi di Udine con Udine Science Center e l’Istituto Tecnico Archimede di Catania.
Sponsor Nazionali:​ Trentino Sviluppo – Polo della Meccatronica, Dolomiti Energia, BIM dell’Adige. Con il sostegno del MIUR, della Provincia Autonoma di Trento e del Comune di Rovereto
FIRSTR​ ​LEGOR​ ​ L​eague Italia Fondazione Museo Civico di Rovereto Borgo S. Caterina, 41 Rovereto (Tn) www.fondazionemcr.it – fll-italia.it museo@fondazionemcr.it – fll@fondazionemcr.it ufficio stampa: ​comunicazione@fondazionemcr.it

GIURIA SCIENTIFICA 2018
Coordinamento e supervisione:
Anna Brancaccio
MIUR Direzione Generale Ordinamenti Scolastici e Autonomia Scolastica Nello Fava
Referente Fondazione Museo Civico di Rovereto
Donata Loss
Rappresentante del Comune di Rovereto nella Commissione di indirizzo della Fondazione CARiTRO
Emanuele Menegatti
Docente di Robotica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – Università degli studi di Padova
Mario Rusconi
Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e Lazio
Piera Levi Montalcini
Presidente dell’Associazione Rita Levi-Montalcini
Francesca Carloni
Docente di Scienze e operatrice della Fondazione Museo Civico di Rovereto
Fiorella Operto
Presidente Scuola di Robotica di Genova
Sonia Dal Vacchio
Docente di Informatica presso l’I.T.I. Renato Elia Castellamare di Stabia (Na)
Giovanni Nulli
Ricercatore su coding e robotica educativa presso INDIRE

XXXI Salone Internazionale del Libro

Educazione alla cittadinanza e Costituzione al centro del programma del Senato, del MIUR e dell’USR Piemonte

Educazione alla cittadinanza attiva e consapevole. È questo il cuore pulsante degli eventi organizzati dal Senato della Repubblica, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte per la XXXI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che prende il via oggi e si concluderà lunedì 14 maggio.

“Quella di quest’anno – ha dichiarato la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – è un’edizione che, più delle altre, guarda al futuro, richiamandoci tutte e tutti a un profondo senso di responsabilità gli uni nei confronti degli altri. Un’edizione che prende le mosse da cinque domande – Chi voglio essere? Perché mi serve un nemico? A chi appartiene il mondo? Dove mi portano spiritualità e scienza? Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione? – affinché fungano, nei giorni del Salone, ma non solo, da ispirazione e guida per un’approfondita riflessione sulla nostra cittadinanza oggi. E su come questa cittadinanza possa condizionare gli orizzonti in cui ci muoveremo tutte e tutti, a partire dai più giovani, nell’affrontare il domani, per gli aspetti che conosciamo come per quelli che ancora non sappiamo immaginare. Questo Salone ha un grande merito, ovvero lo straordinario coinvolgimento di studentesse e studenti. Non solo in quanto ospiti e fruitori dei vari eventi in programma, ma anche in quanto protagonisti attivi della manifestazione. Le scuole sono parte integrante del Salone e questo credo sia particolarmente significativo e importante, proprio alla luce dello spirito e delle linee guida della riflessione di questa edizione: non possiamo parlare di futuro senza tenere in conto le nuove generazioni, che semplicemente sono il futuro. L’investimento sulle nostre giovani e i nostri giovani è un investimento sul domani del nostro Paese. E un investimento in cultura, sapere e conoscenza è indubbiamente garanzia di un domani di crescita sostenibile, di uguaglianza, di rispetto dei diritti, di democrazia e partecipazione”.

Per quest’anno la scelta delle iniziative è ricaduta su momenti di approfondimento e su un’attività didattica per le studentesse e gli studenti finalizzati a promuovere la conoscenza della Carta Costituzionale – nella particolare occasione del settantesimo anniversario della sua promulgazione – e del Parlamento italiano (storia, composizione, organi e loro funzioni, attività, documentazione prodotta e canali di informazione per i cittadini, fasi del procedimento legislativo, procedura di presentazione di un disegno di legge fino alla sua approvazione).

Ma non solo. Il programma dello stand del Senato della Repubblica, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte prevede incontri su importanti episodi della storia del nostro Paese, su aspetti della vita civile della società in cui viviamo, su prospettive di crescita e di sviluppo sano e sostenibile. Giovedì 10 maggio, alle ore 10.30 in Sala Blu, Gian Carlo Caselli ricostruirà importanti pagine di storia italiana del Novecento all’interno del panel “Lo Stato e la lotta al terrorismo nell’Italia degli anni Settanta”. Sabato 12 maggio a partire alle 11.30, invece, si potrà andare “A lezione di Costituzione” con l’Associazione APDIGE. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU sarà protagonista del Concorso cinematografico “Ciak: si ricicla” al centro dell’incontro che si terrà nella stessa giornata a partire dalle 15. Mentre lunedì 14 maggio in Sala Blu, dalle 12, Vittorio V. Alberti discuterà di come “Combattere la corruzione con la cultura” in un momento di confronto dedicato al tema.

E, ancora, ci sarà spazio per una riflessione sul documento “Orientamenti per l’apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza”, a cura della Direzione Generale per gli Ordinamenti del MIUR; per le dirette streaming “La voce del Salone del Libro” a cura delle studentesse e degli studenti del Liceo Cavour di Torino; per la presentazione di progetti come “Bibloh”, un accordo di rete che raggruppa le biblioteche scolastiche territoriali digitali di 14 Scuole, dislocate in 9 province e 8 regioni italiane, e “In www veritas???”, realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale dal Liceo Scientifico-Classico “Peano Pellico” di Cuneo.


Tracce di Memoria

Scuola, al Quirinale premiati i vincitori del Concorso “Tracce di Memoria”  alla presenza del Presidente Mattarella

Fedeli: “Le nuove generazioni devono conoscere tragici episodi della nostra storia civile per essere eredi della testimonianza delle vittime
della crudeltà del terrorismo”

“Premiare le scuole vincitrici del Concorso ‘Tracce di Memoria’ in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice ha una valenza particolare: attraverso questa iniziativa abbiamo messo le nuove generazioni a contatto con tragici e terribili episodi della nostra storia civile e collettiva, fornendo loro un cospicuo archivio di informazioni e dati e consentendo l’interazione e lo scambio con i familiari di quelle cittadine e di quei cittadini, il cui amore per il nostro Paese e la cui integrità li ha resi oggetto di un odio criminale. Abbiamo scritto una bella pagina di ‘scuola oltre la scuola’: le giovani e i giovani che abbiamo premiato hanno acquisito un sapere che li ha spinti e li spingerà sempre nella loro vita al protagonismo e alla partecipazione democratica, che li rende consapevoli dei valori e dei diritti alla base della nostra convivenza civile. Un sapere che li porta a contrastare qualsiasi forma di violenza, che amplifica in loro il senso di responsabilità nei confronti della collettività, che li rende eredi della testimonianza di donne e uomini che hanno servito il nostro Paese e hanno pagato con la vita questo impegno, soccombendo alla crudeltà del terrorismo”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, che questa mattina ha partecipato, al Palazzo del Quirinale, alla cerimonia di celebrazione del Giorno della Memoria dedicato alla vittime del terrorismo, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Erano presenti, oltre ai familiari e ai rappresentanti delle Associazioni delle vittime del terrorismo, la Presidente del Senato della Repubblica, Elisabetta Maria Alberti Casellati, il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, il giornalista e scrittore Ezio Mauro, rappresentanti del Governo e del Parlamento.

Durante la cerimonia il Presidente Mattarella e la Ministra Fedeli hanno consegnato i premi alle scuole vincitrici della quarta edizione del Concorso Nazionale “Tracce di Memoria”, indetto dalla Rete degli archivi per non dimenticare, con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Ad essere premiati, le studentesse e gli studenti dell’Istituto comprensivo “Monteleone-Pascoli” di Taurianova (RC) per il video “Strada facendo vedrai – Giustizia e legalità”, della Scuola secondaria di I grado “Alfredo Panzini” I.C. 4 di Bologna per il progetto multimediale “Piantiamo la memoria” e dell’Istituto Istruzione Superiore “Leon Battista Alberti” di Roma per il video “New Generation Memory”.

“Attraverso questo Concorso abbiamo voluto promuovere nelle scuole l’approfondimento dei temi e dei protagonisti delle vicende storiche del terrorismo, della violenza politica e della criminalità organizzata avvenute nel nostro Paese. Per ricordare che la nostra democrazia non è scontata, non è stata conquistata una volta per tutte. Va tutelata e salvaguardata ogni giorno. Credo sia importante, poi, che questa premiazione avvenga nella giornata in cui ricorre il 40esimo anniversario dell’uccisione di Aldo Moro. Una giornata, questa del 9 maggio, che ricordiamo anche per la morte di Peppino Impastato. Vogliamo che la loro memoria sia attiva, che il loro operato e i loro insegnamenti siano faro per la vita delle nostre giovani e dei nostri giovani. È la risposta migliore che possiamo dare a chi, uccidendo Moro, ha pensato di poter infliggere una ferita mortale al cuore della nostra democrazia, e a chi, mettendo a tacere per sempre Peppino Impastato, ha pensato di poterlo rendere ininfluente. Da quarant’anni Aldo Moro e Peppino Impastato continuano a vivere in e grazie a tutte e tutti noi”, conclude la Ministra.


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel Giorno della Memoria dedicato alla vittime del terrorismo

Palazzo del Quirinale 09/05/2018

Rivolgo un saluto ai Presidenti del Senato e della Camera, ai Ministri, a tutti i presenti e a coloro che ci seguono attraverso la tv.

Ringrazio Ezio Mauro per le parole che ci ha rivolto. Ci ha ricondotto con efficacia a tanti momenti ed eventi dolorosi e luttuosi. Ci ha rammentato impegni e doveri cui assolvere. Ci ha presentato prospettive della nostra comune convivenza.

Ringrazio molto Michela Bivacqua e Filippo Ursillo per averci presentato i risultati del loro lavoro: complimenti ragazzi!

Complimenti a coloro che hanno ricevuto un premio, e a quanti si sono impegnati nelle ricerche e nelle attività.

Un ringraziamento al magnifico coro del teatro dell’Opera.

Questa cerimonia austera, sobria – come è giusto – interpreta questo giorno che è di memoria e di solidarietà. Memoria di chi ha pagato con la vita la crudeltà del terrorismo, di chi ha servito le istituzioni e la nostra società, non cedendo al ricatto e alla paura, di chi ha tenuto alta la dignità, divenendo così testimone della libertà di ciascuno di noi.

Ed è proprio la memoria a suscitare solidarietà. Anzitutto nei confronti dei familiari delle vittime, la cui sofferenza, tante volte, è stata aggravata da difficoltà materiali e da quotidiani sacrifici. Ad essi desidero far sentire la mia personale vicinanza, e quella delle istituzioni, consapevole che i sentimenti, che tutti noi oggi esprimiamo, nascono da un senso profondo di umanità e dalla comune coscienza civile.

Questo Giorno vuol essere segno autentico di una comunità che ricorda gli eventi, lieti o dolorosi, che ne hanno attraversato la vita, che sa guardare al futuro proprio perché capace di collegarsi alle proprie radici e di condividere, attraverso momenti difficili e anche dolorosi, un’ideale di persona e di giustizia.

Il nostro Paese è stato insanguinato, dalla fine degli anni Sessanta, da aggressioni terroristiche di differente matrice, da strategie eversive messe in atto, talvolta, con la complicità di soggetti che tradivano il loro ruolo di appartenenti ad apparati dello Stato, da una violenza politica che traeva spinta da degenerazioni ideologiche, persino da contiguità e intrecci tra organizzazioni criminali e bande armate.

Tante, troppe persone sono state assassinate barbaramente e vilmente. Tanti nostri concittadini sono stati colpiti, feriti, hanno portato e portano ancora i segni di quella insensata brutalità. Donne e uomini delle forze dell’ordine, professori, studenti, magistrati, giornalisti, uomini politici, dirigenti d’azienda, commercianti, operai, sindacalisti, militari, amministratori pubblici. Sono divenuti bersaglio perché individuati come simboli, oppure perché l’odio ha preso la forma del desiderio di annientamento, del messaggio trasversale di morte. La logica criminale – e non poteva essere altrimenti – alla fine si è impossessata anche del più ideologico dei gruppi terroristici.

Non dimenticare significa anche fare i conti con questa storia che ha attraversato la vita della Repubblica e ha messo a dura prova quella costruzione democratica che il popolo italiano è riuscito a erigere dopo la Liberazione e che la Costituzione ha reso un patrimonio di valori, non soltanto di norme giuridiche.

Abbiamo appreso che la democrazia non può dirsi mai conquistata una volta per tutte. Abbiamo appreso che la democrazia vince quando non rinuncia a se stessa, ai principi di civiltà che la sostengono, alla libertà, al diritto e al rispetto dei diritti. Abbiamo appreso che ci sono momenti in cui l’unità nazionale deve prevalere sulle legittime differenze: è stata anzitutto l’unità del popolo italiano a sconfiggere la minaccia terroristica.

Si è compreso, di fronte a quell’emergenza, che vi sono momenti che richiamano a valori costituzionali. A impegni comuni; perché non divisivi delle posizioni politiche ma riferiti a interessi fondamentali del Paese, in questo senso neutrali.

Diversi affluenti hanno riempito l’invaso di odio e di violenza. Oggi possiamo dire – e non soltanto per l’insopportabile sequela di vite spezzate – che si è trattato di progetti eversivi, finalizzati a destabilizzare le istituzioni e a disarticolare la nostra convivenza. La violenza, l’omicidio, l’assalto alla democrazia e alla legalità sono il contrario di ciò che persegue fini liberatori: sono sempre moltiplicatori di intolleranza, di sopraffazione, di crudeltà.

Velleità rivoluzionarie della sinistra estrema, manifestate dal brigatismo rosso, trame reazionarie e rigurgiti neo-fascisti, criminali strategie della tensione, hanno avvelenato anni della vita della Repubblica. Ma possiamo convenire su un giudizio storico: la nostra democrazia, aggredita e ferita, è riuscita a prevalere per la forza del suo radicamento nella coscienza del popolo italiano.

Cercare la verità è sempre un obiettivo primario della democrazia. La verità è inseparabile dalla libertà. Tante verità sono state ricostruite e conquistate, grazie anche all’impegno e al sacrificio di servitori dello Stato, mentre altre non sono ancora del tutto chiarite, o sono rimaste oscure. Non rinunceremo a cercarle con gli strumenti della legge, e con un impegno che deve essere corale. Questa ricerca deve accompagnarsi alla riflessione e al confronto sulle radici sociali, ideologiche del terrorismo. All’opposto dei regimi autoritari, la democrazia ha sempre bisogno di sapere, di coinvolgere, di scavare nella realtà, di portare alla luce e non di occultare. Di avere la verità. Tanta strada si è fatta. Nelle attività di indagini, nei processi giudiziari, nel lavoro giornalistico e pubblicistico, nell’approfondimento storico e culturale. In questa giornata, è giusto sottolineare che il percorso va proseguito insieme.

I familiari delle vittime hanno dato un grande contributo per avviare la nostra società a una ricostruzione che svelasse le responsabilità, le possibili connessioni con interessi esterni al nostro Paese, le complicità, i disegni e gli obiettivi criminali. La sofferenza dei familiari è stata tradotta, nelle Associazioni a cui hanno dato vita, nell’impegno civile che ha aiutato la crescita di una consapevolezza collettiva.

Quando la verità è riuscita a emergere, e si è accompagnata, da parte di alcuni terroristi, al riconoscimento delle proprie colpe e alla presa d’atto della mancanza di qualunque giustificazione della loro folle strategia, talvolta si sono anche aperti canali di dialogo personali, e spazi nei quali le coscienze si sono interrogate sul senso della riconciliazione. Sono spazi che la dimensione pubblica non può varcare: si può soltanto rispettare una così grande umanità, che ha fatto seguito a una così crudele disumanità.

Non pochi di coloro che hanno seminato morte e violenza hanno finito di scontare la loro pena, e dunque hanno avuto la possibilità di reinserirsi nella società. Le responsabilità morali e storiche tuttavia non si cancellano insieme a quelle penali, e ciò impone un senso di misura, di ritegno, che mai come a questo riguardo appare indispensabile.

Ci sono stati casi, purtroppo, in cui questa misura è stata superata, con dichiarazioni irrispettose e, talvolta, arroganti, che feriscono e che, insidiosamente, tentano di ribaltare il senso degli eventi, di fornire alibi di fronte alla storia. Questo non può essere consentito.

Bene ha fatto il presidente Giorgio Napolitano – a cui rivolgo un affettuoso saluto – a raccogliere e pubblicare, dieci anni fa, in un volume edito dall’Istituto Poligrafico, tutti i nomi e i volti delle vittime degli anni di piombo, affiancando quanti sono stati colpiti dalle varie sigle del terrorismo rosso a coloro sono rimasti vittime dei terroristi neri e delle stragi che hanno sconvolto il nostro Paese.

Quel documento non è il libro bianco di una democrazia fragile, ma un atto di coraggio dello Stato repubblicano che sa di aver sconfitto le trame eversive e i progetti di destabilizzazione, e che riconosce nei caduti una ragione di unità, un fondamento delle proprie basi morali.

Non dimenticheremo neppure un nome, neppure un volto, neppure una storia.

Quel libro fu pubblicato a cura della Presidenza della Repubblica dopo che il Parlamento decise di istituire questo Giorno della memoria, al fine di ricordare – così è scritto nella legge – “tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”.

Il giorno scelto dal legislatore è quello dell’omicidio di Aldo Moro. Si tratta di una scelta carica di significato. Il rapimento di Moro, lo spietato sterminio degli uomini che lo scortavano, il sequestro, a cui è stato sottoposto per cinquantaquattro giorni, rappresentano indubbiamente il punto più emblematico di quell’attacco che mirava a travolgere l’ordine costituzionale dello Stato.

Si vivevano, allora, tempi insanguinati nelle scuole, nelle strade, nelle fabbriche: la violenza politica si era fatta incombente e, nella nuova generazione, sembrava si dovesse convivere con una degenerazione del conflitto politico. Non tutti, anche nelle élite del Paese, compresero il pericolo e qualcuno evocò inverosimili neutralità tra lo Stato democratico e i terroristi. Proprio nei ceti più popolari e tra i lavoratori, invece, le istituzioni democratiche vennero avvertite come espressione di tutti, del bene comune, e come misura del progresso possibile.

Aldo Moro aveva una straordinaria sensibilità per ciò che si muoveva all’interno della società. Per le nuove domande, per le speranze dei giovani, per i bisogni inediti che la modernità metteva in luce. Non gli sfuggiva la pericolosità di tanto “imbarbarimento” (è una sua espressione) della vita politica e civile. Ma al tempo stesso continuava a scrutare i “tempi nuovi che avanzano”. Le stesse lettere dal carcere brigatista restano una prova della sua umanità, della sua intelligenza, della sua straordinaria tenacia di costruttore.

Oggi, a quarant’anni da quella tragedia, e da tempo, sentiamo il bisogno di liberare il pensiero e l’esperienza politica di Aldo Moro da quella prigione in cui gli aguzzini hanno spento la sua vita e pretendevano di rinchiuderne il ricordo.

Il Giorno della Memoria deve servire anche a questo: a restituirci l’opera, l’insegnamento, le speranze di chi è stato sradicato con la violenza e a mettere tutto questo a disposizione dei più giovani e di chi non rinuncia a costruire. Parlo di Aldo Moro, ma anche dei tanti martiri della democrazia che, come lui, possono tuttora dare molto al futuro della nostra comunità, di cui sono punti di riferimento. Per questo desidero ringraziare tutti gli storici, i ricercatori, gli intellettuali che, in questi decenni, hanno lavorato a liberare la Memoria e a restituirci la storia che ci appartiene, e che non può certo essere limitata al tragico rosario delle efferatezze dei terroristi.

Il corpo di Moro veniva ritrovato, nella Renault rossa, in via Caetani, il 9 maggio di quarant’anni fa. Lo stesso giorno la mafia uccideva Peppino Impastato. C’è un legame che unisce ogni violenza criminale contro la convivenza civile.

Anche nella giornata in cui la Repubblica invita a ripensare la specificità del pericolo terroristico, vogliamo tenere ben presente il nesso di libertà e di giustizia che sostiene l’impegno in ogni ambito per la legalità e il rispetto dei principi costituzionali. Le organizzazioni criminali, qualunque sia la loro origine, esprimono comunque un carattere di eversione che minaccia la nostra vita e restringe le opportunità di tutti. Fare memoria ci deve aiutare a contrastare ogni cedimento, ogni opportunismo, ogni connivenza, ogni zona grigia.

Il terrorismo e la violenza politica che giunsero negli anni ’77 e ’78 al culmine della loro macabra parabola, ebbero poi un rapido declino. Altre vite, purtroppo, furono colpite e stroncate. Altra violenza venne consumata. E apparve a tutti, via via, sempre più insensata, inspiegabile, crudele. Il terrorismo ha sempre cercato di aprire fratture, e di sconvolgere la normalità della vita per rendere deboli le istituzioni e vulnerabile lo Stato. Ma è stato sconfitto proprio dal tessuto sociale, da quell’elemento connettivo, che la democrazia produce, pur nelle sue imperfezioni.

Oggi la minaccia terroristica riveste nuove forme, e nuove modalità. Non sono meno pericolose di quarant’anni fa, colpendo all’improvviso nella società ormai globale e interdipendente. E’ il terrorismo internazionale, che reca anzitutto il segno del fondamentalismo islamista. Non è l’Islam il nemico, ma chi piega la fede religiosa per indurre all’odio e incitare alla guerra tra comunità religiose, tra popoli, tra persone.

Anche in questa stagione, la democrazia può e deve difendersi senza rinunciare ai propri valori, alla propria civiltà, all’idea di persona che fonda i diritti inviolabili. L’opera di prevenzione nel nostro Paese ha mostrato fin qui tutto il valore e la dedizione degli uomini e dei servizi che lavorano alla nostra comune sicurezza. Ma saremo ancora più forti se saremo capaci di far crescere la consapevolezza comune, e di assumerci la responsabilità, che come europei abbiamo, di favorire la pace e di costruire un equilibrio migliore nel pianeta.

Far memoria è parte di questa preziosa opera costruttiva. Far memoria anche di coloro che sono morti innocenti sotto i colpi di questo nuovo terrorismo cieco. Le cronache di questi mesi sono purtroppo piene di eventi spaventosi, di eccidi, di violenze in diverse regioni del mondo. Desidero ricordare, in questa giornata, le vittime italiane in alcune delle tragedie che più hanno sconvolto l’opinione pubblica mondiale.

Nostri concittadini hanno perso la vita nell’attentato del museo del Bardo, a Tunisi, nella strage di Dacca, in quella di Nizza, e ancora nelle Ramblas di Barcellona. Per ricordarli tutti rammento Valeria Solesin, stroncata con tanti altri giovani nel Bataclan, a Parigi, e Fabrizia Di Lorenzo, uccisa, a Berlino, a pochi giorni dal Natale. Le loro speranze devono continuare a vivere nel futuro della nostra comunità: lo dobbiamo a due giovani europee che non intendevano rinunciare alla vita e alle opportunità del tempo nuovo.

Questo è anche lo spirito del Giorno della Memoria, di questo giorno che celebriamo qui, oggi, al Quirinale. Che serve a rafforzare la democrazia, il migliore antidoto che conosciamo contro la violenza, la sopraffazione, e il migliore strumento di tutela della vita e della persona.


Discorso di Ezio Mauro al Quirinale – 9 maggio 2018

Signor Presidente della Repubblica, signora Presidente del Senato, signor Presidente della Camera, onorevole Ministro, autorità, signore e signori,
Proprio in questa giornata e in queste stesse ore, 40 anni fa, il Paese sgomento apprendeva la notizia dell’assassinio di Aldo Moro dopo la lunga prigionia in mano alle Brigate Rosse e la strage dei cinque uomini della sua scorta, 55 giorni prima in via Fani. Una prova durissima per la democrazia, che insieme con quegli uomini uccisi barbaramente era il bersaglio.
Abbiamo visto in questi anni difficili che la crisi economica più lunga del secolo ha attaccato tutta l’impalcatura materiale, istituzionale, culturale della costruzione democratica che l’Occidente si è dato nella lunga tregua del dopoguerra, quel che avevamo creato per proteggerci nel nostro vivere insieme. Di fronte alle difficoltà, abbiamo dovuto prendere atto che la democrazia non basta a se stessa, è una costruzione umana che ha bisogno di cura continua e di manutenzione, è la fatica di una responsabilità comune, per un sistema di garanzie e di libertà che ci scambiamo l’un l’altro vivendo, nel quadro della Costituzione repubblicana che fissa i nostri diritti e i nostri doveri e disegna le istituzioni che reggono la vicenda pubblica.
Sembra incredibile che proprio questo sistema di libertà riconquistate sia stato messo sotto attacco frontale in un periodo recente della nostra storia dal terrorismo eversivo che ha attentato direttamente al fondamento democratico dello Stato repubblicano, come se fosse qualcosa di revocabile di fronte alla pubblica opinione nazionale, un valore ancora non consolidato nella coscienza del Paese, una conquista transitoria dentro il percorso di un secolo – il Novecento – che non aveva ancora chiuso i suoi conti con la storia.
Sembra impossibile che una frangia della generazione cresciuta nella democrazia riconquistata dopo un ventennio di dittatura, e nella libertà ristabilita dopo gli orrori della guerra, non abbia sentito il fascino della sfida repubblicana per un meccanismo democratico che rigenera continuamente se stesso nel Parlamento e nel Paese, nel rapporto tra le culture politiche organizzate e i cittadini. E che al contrario, dopo gli incubi che avevano sconvolto l’Europa, abbia potuto cedere a utopie di opposta sopraffazione, che hanno la loro radice nelle ideologie totalitarie del comunismo e del fascismo, dichiarando guerra allo Stato attraverso l’attacco alle singole persone e alla comunità. Come un controsenso, questi progetti rivoluzionari sono cresciuti nel cuore nel benessere post- bellico, nel più lungo periodo di pace che l’Europa ha conosciuto, in mezzo a un Occidente che alzava la bandiera della democrazia dei diritti e della democrazia delle istituzioni: ma oggi accade la stessa inversione di senso storico, quando ragazzi islamici di seconda generazione, cresciuti ed educati nei nostri Paesi si spogliano dei valori di libertà del nostro mondo per rivestirsi di quella cultura jihadista di morte di cui i loro padri si erano liberati, scegliendo di vivere secondo le nostre leggi, che fissano la cornice di diritti e di doveri. E questo accade proprio quando la democrazia ha prevalso in Europa sui due totalitarismi che avevano insanguinato il secolo, tanto che si era affacciata sul nuovo millennio pensando di essere la nuova religione civile di carattere universale. Oggi dovremmo essere noi per primi testimoni più convinti, più fedeli, più coerenti, della libertà e della democrazia che i nostri sistemi producono e garantiscono a chi rispetta le leggi, le costituzioni, i diritti e le libertà degli altri cittadini. Sapendo che il terrorismo islamista, ideologizzando una religione, vuole colpire proprio la normalità quotidiana della nostra vita associata, la libertà con cui ogni giorno portiamo i nostri figli a scuola, riuniamo i nostri parlamenti, decidiamo di pregare o di non pregare, organizziamo il nostro lavoro e il nostro tempo libero, ci scambiamo quei riconoscimenti reciproci che danno forma materiale alla democrazia occidentale. E’ questo valore d’uso quotidiano della democrazia come pratica di libertà che li arma contro l’Occidente, è questa normalità della libertà l’eccezione occidentale che dovremmo difendere. Gli innocenti siamo noi, cittadini trasformati in bersaglio proprio in quanto testimoni di una cultura di convivenza, di responsabilità comune, di libertà.
Studiosi come Marc Lazar hanno scritto che negli Anni Settanta il nostro Paese ha attraversato una guerra civile a bassa intensità. E’ un’analisi senz’altro vera, a cui bisogna però aggiungere un elemento: è stata soprattutto una guerra asimmetrica, perché dichiarata da una sola parte, organizzata e combattuta nell’ombra contro chi credeva di vivere nella pace e nella sicurezza di un sistema liberale e democratico, dove potevano confrontarsi – in Parlamento e fuori – le correnti di pensiero più diverse e anche estreme, cedendo allo Stato il monopolio della forza. La bicicletta su cui Marco Biagi tornava a casa dalla stazione di Bologna in via Valdonica, la sera del 19 marzo 2002, è proprio questo, il segno di una confidenza civile, fiduciosa e disarmata, come la stilografica che Carlo Casalegno aveva in tasca mentre i brigatisti lo aspettavano in corso Re Umberto 54 a Torino, il taccuino di Walter Tobagi a Milano, la borsa di Massimo D’Antona a Roma, la toga che l’avvocato Fulvio Croce aveva voluto indossare – e che gli costò la vita – per permettere che lo Stato potesse celebrare il processo al nucleo storico delle Brigate Rosse a Torino, o la cartella di plastica con cinque pratiche per la pensione che Antonio Cocozzello teneva stretta mentre i colpi di pistola di Patrizio Peci gli facevano esplodere le gambe, davanti a casa. Una bicicletta, una penna, due borse, un quaderno, una toga: strumenti di una normalità quotidiana trasformata in bersaglio, nella sproporzione incolmabile che esiste tra chi si apposta con una pistola puntata per uccidere e chi conduce la sua vita libera tra uomini liberi, da cui non deve guardarsi. Ma in più, in quegli individui singoli trasformati in vittime c’è il paesaggio comune e silenzioso del lavoro, la tranquilla coscienza di un impegno che contribuisce alla crescita della società, con l’arringa di un avvocato, lo studio di un giuslavorista, l’articolo di un giornalista, la divisa di una guardia carceraria, l’analisi di un dirigente aziendale, l’impegno di un uomo politico. Colpendo un cittadino – ogni volta nei volantini trasformato in simbolo per la sua funzione – i terroristi non si accorgono di sparare sul sociale, su quell’articolazione di mestieri, saperi, responsabilità e competenze che forma una rete di coscienza civile, una cultura del lavoro e della responsabilità, naturale perché diffusa e spontanea.
Poi ci sono le famiglie. Anzi, dovunque in questa storia ci sono le famiglie delle vittime. Nel momento dell’agguato, delle stragi, delle bombe, dell’indicibile scoperta del male precipitato proprio su di loro, all’improvviso, nel loro Paese, che aveva promesso e garantito sicurezza e libertà. Poi gli anni della solitudine, quando la ferita pubblica viene dimenticata e bisogna fare i conti da soli con la tragedia privata. Infine il carattere perenne del danno, del torto, dell’ingiustizia, dell’incredibile: aver dovuto testimoniare con il sacrificio personale, con il lutto, con il sangue un’esperienza storica impazzita per un decennio, poi implosa nel suo fallimento clamoroso dopo l’apice del delitto Moro, ma lasciando una conseguenza di gesti irreparabili, vite spezzate, famiglie che ancora oggi chiedono perché.
Quando si dice “anni di piombo”, usando una formula di Margarethe von Trotta, si intende il decennio dei Settanta, che si apre e si chiude con due stragi ancora senza una verità conclusiva, piazza Fontana coi 17 morti e gli 88 feriti del 12 dicembre 1969, e la stazione di Bologna con gli 85 morti e i 200 feriti del 2 agosto 1980. Ma bisogna ricordare anche i 6 morti e i 66 feriti della strage di Gioia Tauro del ’70, i 3 morti e i 2 feriti della strage di Peteano del ’72, i 4 morti e i 52 feriti della strage della questura di Milano del ’73, gli 8 morti e i 102 feriti della strage di piazza della Loggia a Brescia del ’74, i 12 morti e i 105 feriti della strage dell’Italicus il 4 agosto del 1974. Un Paese che deve contare i suoi morti per strage, il terrorismo nero, gli apparati deviati, le verità mancanti. Un Paese che in quel decennio vede impazzire l’ipotesi rivoluzionaria nella metà del campo della sinistra, e scendere in strada una selva insanguinata di duecento sigle armate, in un clima di violenza che farà più di 600 morti e tremila feriti.
“Quei morti e quei feriti reclamano una spiegazione – dice oggi Giovanni Moro – come mio padre, un fantasma che ricorda quei doveri nei suoi confronti che non sono stati compiuti”. Il primo dovere è la memoria, per non dimenticare. Sapendo che la memoria è selettiva, dunque rischia di essere ingiusta. Ricorda i nomi più famosi, quelli legati ad eventi particolari, quelli che con la loro morte hanno segnato un’epoca. Ma dimentica i più umili, sconosciuti, scelti non per la notorietà ma per la funzione, perché portavano una divisa, perché mantenevano la famiglia facendo il guardiano ai cancelli Fiat, il poliziotto, la guardia carceraria, il medico: trasformati in vittime – potremmo dire – perché cittadini. Erano bersagli anonimi mentre vivevano, sono diventati numeri negli annuari e nelle statistiche dopo gli attentati che li hanno uccisi.
Ma dietro quei numeri ci sono storie, famiglie, vedove, bambini che sono cresciuti guardando una fotografia sulla credenza. Come i ragazzi Calabresi, che conosco. Ma potrei citare molti altri. Potrei ricordare case di ringhiera, a Torino,, dove giovani mogli con due bambini in braccio si mettevano già a urlare dall’alto quando sentivano arrivare le sirene nel cortile e i lampeggianti annunciavano uno Stato che saliva per le condoglianze scale di solitudine, dove per fortuna ha poi imparato faticosamente negli anni a ritornare, per bussare di nuovo a quelle porte, per aiutare quei ragazzi a crescere sapendo che il danno di quella stagione è per sempre, ma la Repubblica lo sa, è ferita con loro, è dalla loro parte. Per questo abbiamo due obblighi che ci riguardano tutti: dobbiamo memoria, e dobbiamo verità, perché la verità è la vera, suprema forma di giustizia. Nella consapevolezza, tuttavia, che la democrazia ha vinto la sfida con il terrorismo, in quegli anni. Fragile, imperfetta, incoerente, a tratti infedele, la democrazia è riuscita a prevalere, ha sconfitto il mito della falsa rivoluzione. E lo ha fatto senza leggi speciali, senza sfigurarsi. Perché la democrazia ha il diritto di difendersi quando è sotto attacco, ma ha il dovere di farlo rimanendo se stessa, sapendo che si salva non ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, ma soltanto se porta in salvo con sé le sue buone ragioni, preservandole intatte.

Festa dell’Europa

L’8 e il 9 maggio, l’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, in collaborazione col Ministero dell’Istruzione e col Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, organizza due eventi a Roma in occasione della Festa per l’Europa.

CONCERTO PER L’EUROPA – Martedì 8 maggio, alle ore 19.00, al Teatro Brancaccio è in programma il Concerto per l’Europa dell’Orchestra Erasmus, la formazione musicale composta da 50 studenti Erasmus dei Conservatori e Istituti musicali italiani, diretta dal Maestro Elio Orciuolo. L’evento è a ingresso libero. Al concerto presenzierà la Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

STATI GENERALI EUROPEI DELLA GENERAZIONE ERASMUS – Mercoledì 9 maggio, dalle ore 9.30 alle 13.00, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si svolgerà la Conferenza sugli Stati Generali europei della Generazione Erasmus, nel corso della quale 200 studenti da tutta Europa presenteranno i risultati di un dibattito internazionale condotto negli ultimi mesi sul futuro del Programma Erasmus+. All’incontro interverranno il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle politiche e agli affari europei, Sandro Gozi, e il Sottosegretario di Stato all’Istruzione, Vito De Filippo.

#ioleggoperché

Presentata martedì 8 maggio al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca la nuova edizione di #ioleggoperché, la grande iniziativa di promozione del libro e della lettura organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) a sostegno delle biblioteche scolastiche di tutta Italia, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con l’Associazione Librai Italiani (ALI), il Sindacato Librai e Cartolibrai (SIL), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e Libriamoci! Giornate di lettura nelle scuole, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura.

La conferenza stampa è in programma alle 15.00 nel Salone dei Ministri della sede del MIUR, inviale Trastevere a Roma, e si svolgerà alla presenza della Ministra Valeria Fedeli. L’incontro sarà aperto dal dirigente del MIUR Giuseppe Pierro, che illustrerà la circolare che sarà inviata alle scuole. Interverrà il Presidente Ricardo Franco Levi (AIE) che presenterà l’iniziativa. Seguiranno i saluti di Flavia Cristiano (Direttrice CEPELL), Paolo Ambrosini (Presidente Ali Confcommercio), Ermanno Anselmi (Direttore nazionale SIL) e Vittorio Ponzani(vicepresidente AIB).

#ioleggoperché, giunta quest’anno alla sua quarta edizione, è la grande operazione sociale, in cui Istituzioni, enti, partner, media e privati cittadini condividono un unico obiettivo: far crescere un nuovo lettore, portando nuovi libri nelle biblioteche scolastiche italiane.


TORNA #IOLEGGOPERCHÉ

Si rinnova la grande iniziativa sociale, promossa da AIE, che ha portato sino ad ora oltre 350mila nuovi libri nelle biblioteche scolastiche di tutta Italia
Iscrizioni aperte per le scuole dal 23 maggio 2018
L’appuntamento per donare un libro è dal 20 al 28 ottobre 2018

La Ministra Fedeli: ” Una vera e propria operazione di inclusione sociale per coinvolgere la collettività di cittadine e cittadini, il comparto del libro, il mondo della conoscenza, le scuole e l’intera comunità educante, tutti insieme per dare alle studentesse e agli studenti pari opportunità di formazione e crescita”.

Roma, 8 maggio 2018 – Torna #ioleggoperché, la grande iniziativa nazionale dell’Associazione Italiana Editori (AIE) che punta con convinzione e continuità a formare nuovi lettori, rafforzando nella quotidianità dei ragazzi l’abitudine alla lettura grazie alla creazione e al potenziamento delle biblioteche scolastiche.
La nuova edizione del progetto – che conferma la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con l’Associazione Librai Italiani (ALI), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), con Libriamoci! Giornate di lettura nelle scuole e per la prima volta con il Sindacato Librai e Cartolibrai (SIL) e con il supporto della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura – culminerà nel periodo 20 – 28 ottobre, come annunciato oggi a Roma nella sede del MIUR, dalla Ministra Valeria Fedeli e dal Presidente dell’AIE Ricardo Franco Levi, alla presenza di tutti i partner del progetto. La presentazione ha coinciso con l’invio di una circolare a tutte le scuole italiane (primarie, secondarie di primo e secondo grado e scuole dell’infanzia) che potranno aderire all’iniziativa iscrivendosi sulla piattaforma www.ioleggoperche.it a partire dal 23 maggio e gemellandosi con una o più librerie.
La partecipazione – cresciuta del 133,1% solo nell’ultimo anno, portando il progetto in ben 5636 scuole in tutta Italia – è infatti il primo grande tassello di un lavoro di squadra – editori, Istituzioni, media e privati cittadini – per formare i lettori di domani: “Per questo – ha sottolineato il Presidente Levi – chiediamo alle scuole di iscriversi sin d’ora. Aiutateci: questo è un grande progetto sociale, in cui le scuole hanno un grande ruolo e una grande responsabilità. Solo negli ultimi due anni sono entrati nelle biblioteche scolastiche italiane, grazie a #ioleggoperché, oltre 350mila libri, donati dai cittadini e dagli editori. Ci auguriamo che il progetto continui a crescere, grazie alla generosità e al coinvolgimento di tutti, per formare e far crescere nuovi, appassionati, lettori”.
E la conferma viene anche dai numeri. Un’indagine realizzata sulle scuole aderenti al progetto 2016 ha evidenziato come per l’87,5% abbia soddisfatto “l’obiettivo di promuovere la lettura tra gli studenti” con attività mirate (l’indagine sulle scuole aderenti all’edizione 2017 partirà il 23 maggio 2018: i risultati saranno poi presentati a ottobre). Non solo: l’Osservatorio sulla lettura e i consumi culturali dell’AIE, in collaborazione con Pepe Research, per la fascia 0-14 anni ha messo in luce come oggi siano proprio le biblioteche scolastiche a contribuire a formare i nuovi lettori: sono il 5% nella fascia 4-6 anni, il 41% nella fascia 6-9 e ben il 47% nella fascia 10 – 14 anni i piccoli o piccolissimi che hanno avuto un rapporto diretto con la biblioteca scolastica.
“#ioleggoperché è una pregevole e importante iniziativa di promozione del libro e della lettura e di sostegno alle biblioteche scolastiche – ha commentato la Ministra Valeria Fedeli -. Una vera e propria operazione di inclusione sociale che ha un grande merito: coinvolgere la collettività di cittadine e cittadini, il comparto del libro, il mondo della conoscenza, le scuole e l’intera comunità educante, tutti insieme per dare alle studentesse e agli studenti pari opportunità di formazione e crescita. Si tratta di un atto di cittadinanza attiva importante che dà, tra l’altro, attuazione all’articolo 3 della nostra Costituzione. I dati della scorsa edizione ci raccontano di un successo superiore a ogni aspettativa: la partecipazione è cresciuta del 133% e solo nello scorso anno sono arrivati nelle nostre biblioteche scolastiche oltre 220.000 volumi. Segno del senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni e, quindi del Paese di domani, che tutte e tutti noi che componiamo a vario titolo la comunità educante avvertiamo. E’ per questo che abbiamo voluto lanciare, anche quest’anno, una nuova edizione dell’iniziativa. La lettura è mezzo di democrazia, è capacità di andare a fondo nella realtà, di esserne protagonisti attivi. Consente di sognare realtà altre da noi e allo stesso tempo di avere occhi ben aperti sul mondo. La lettura è un’attività che cambia la vita di chi legge. Come Ministero continueremo a impegnarci, rinnovando le preziose sinergie messe in campo in questi anni, per offrire un futuro di protagonismo, di cittadinanza attiva, di partecipazione democratica e di uguaglianza alle nostre giovani e ai nostri giovani. A partire dalla conoscenza e dal sapere”.
L’iniziativa – come ben illustrato anche nella circolare – è destinata alle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado e alle scuole d’infanzia, che potranno iscriversi dal 23 maggio al 21 settembre e gemellarsi con una o più librerie.
“Nello specifico nella settimana dal 20 al 28 ottobre si chiederà a tutti gli italiani di acquistare in libreria un libro da donare per contribuire alla biblioteca di una scuola precisa, con cui la libreria è “gemellata”. Il libro sarà marchiato per sempre dal nome del donatore. Sarà possibile per le scuole anche iscriversi al concorso #ioleggoperché, e organizzare insieme alle librerie, durante i nove giorni di campagna in ottobre, un evento o un’attività in libreria per promuovere #ioleggoperché e incentivare le donazioni. AIE, attraverso gli editori associati, contribuirà a donare altrettanti libri alle scuole partecipanti che ne faranno richiesta, fino ad un tetto massimo di 100 mila copie. Tale momento sarà preceduto e seguito – anche in concomitanza e collaborazione con “Libriamoci” del Centro per il libro e la lettura – dalla presenza nelle scuole di editori, autori, redattori per raccontare le professioni dell’editoria”.
#ioleggoperché è un progetto di AIE, in collaborazione con Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con l’Associazione Librai Italiani (ALI), con il Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL), con l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e con Libriamoci! Giornate di lettura nelle scuole, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura e con il supporto della Società Italiana Autori ed Editori (SIAE).

Mediapartner: Corriere della Sera, Gruppo Mondadori, Robinson la Repubblica.

Partecipano all’organizzazione: ALI, SIL, LaFeltrinelli, Giuntialpunto, Libraccio, Librerie Claudiane, Librerie Coop, MondadoriStore, Paoline, San Paolo, TCI Touring Club Italiano, Ubik.

Per saperne di più: www.ioleggoperche.it

Giovani, politica e senso delle istituzioni nel pensiero di Aldo Moro

Giovani, politica e senso delle istituzioni nel pensiero di Aldo Moro”: è il titolo dell’evento in programma il 7 maggio, dalle ore 11.00, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per ricordare lo statista, che fu anche Ministro della Pubblica Istruzione (maggio 1957 – luglio 1958), a 40 anni dalla sua scomparsa.

Intervengono la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, Giorgio Balzoni, autore del libro “Aldo Moro. Il professore”, Giuseppe Fioroni, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro nella XVII legislatura, Ezio Mauro, autore del documentario “Il Condannato. Cronaca di un sequestro”. Modera gli interventi il giornalista Giovanni Bianconi. Al termine dell’evento la Ministra intitolerà ad Aldo Moro una delle Sale del MIUR.


Nota 3 maggio 2018, AOODGOSV 7655
Aldo Moro: il valore della scuola e della cultura in una società libera e democratica

Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani

Presso la Sala della Comunicazione del MIUR, il 7 maggio 2018, si svolge la cerimonia di premiazione delle opere vincitrici della seconda Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani, alla presenza della Ministra Valeria Fedeli.


Scuola, premiate le opere vincitrici della seconda biennale dei Licei artistici

(Lunedì, 07 maggio 2018) “Avevamo promesso di portare avanti l’esperienza della Biennale e siamo felici oltre che orgogliosi di averlo fatto. Con convinzione e nella certezza che sempre di più la produzione del lavoro che si fa nelle nostre scuole debba trovare spazio in contesti dove tutti i cittadini possano vederla, apprezzarla, scoprendo anche la maturità e l’alto livello degli elaborati delle nostre studentesse e dei studenti”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, in occasione della premiazione delle opere vincitrici della seconda Biennale dei Licei artistici.
“La prima edizione della Biennale, il cui tema era il ‘Gioco’,ha avuto ampio successo. Anche quest’anno la partecipazione è stata straordinaria. Segno della vivacità intellettuale e artistica delle nostre scuole. La Biennale è l’evidente espressione che il nostro patrimonio culturale e artistico costituisce il motore di crescita del nostro paese. Il nostro compito, come Ministero, è stato e continua ad essere quello di fornire, alle studentesse e agli studenti, strumenti, conoscenze e capacità critiche per potersi misurare con la bellezza e il valore del patrimonio culturale, fondamenti dei principi di cittadinanza attiva. Complimenti alle ragazze ai ragazzi e ai loro docenti che con grande sapienza hanno saputo guidarli fino a questo risultato”, ha concluso.

Duecento le opere in concorso per la Biennale, curata da Mariagrazia Dardanelli, presidente di ReNaLiArt (Rete Nazionale dei Licei Artistici) e dirigente scolastica presso il Liceo Artistico “Enzo Rossi”. Tre i premi assegnati dalla Giuria.

Primo classificato il Liceo Artistico Statale (IIS) “G. Carducci” di Volterra con l’opera dal titolo Garbuglio NOF4, sezione Arti figurative plastico scultoree. Secondo classificato il Liceo Artistico Statale “Giovanni Sello” di Udine con l’opera “MeravigliosaMente”, sezione Audiovisivo e Multimediale. Terzo classificato il Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi” di Roma con l’opera “Memorie del viaggio”, sezione Arti figurative Scultura.

Sono state inoltre riconosciute dalla Giuria quindici menzioni speciali e otto premi sostenitori. La Giuria che ha giudicato le opere in concorso era composta da personalità di alto valore scientifico e culturale e presieduta da Claudio Strinati, storico dell’arte.


Al via la seconda edizione della Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani, che sarà inaugurata il prossimo 28 aprile a Roma. Il viaggio sarà il tema dell’edizione di quest’anno, che sarà presentata ufficialmente il 26 aprile, alle 10.30, nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (in allegato il programma della conferenza stampa).

La Biennale è un incubatore di creatività e di innovazione, uno spazio di interazione e partecipazione per aiutare le giovani e i giovani a capire la società e la cultura contemporanee e per valorizzare le eccellenze dei Licei artistici. Un vero festival, dove l’arte rappresenta il mezzo per vivere e diffondere la cultura, con la forza della bellezza e della conoscenza.

La manifestazione, promossa dalla Rete Nazionale dei Licei Artistici (ReNaLiArt) e finanziata dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione del MIUR, si svolgerà a Roma fino al 4 giugno 2018 e ospiterà in concorso le opere delle studentesse e degli studenti dei Licei artistici italiani. Anche la seconda edizione della Biennale, così come la prima, il cui tema era “Il gioco”, prevede la partecipazione fuori concorso di scuole d’arte estere, invitate dal Comitato Tecnico Scientifico, provenienti da: Francia (Parigi), Spagna (Barcellona), Regno Unito (Essex), Germania (Berlino), Corea del Sud (Seul), Cina (Pechino), Israele (Haifa), Marocco (Casablanca). Saranno coinvolte le relative Ambasciate e verranno organizzati eventi a tema.

Dopo la conferenza stampa di presentazione del 26 aprile, la cerimonia di apertura al pubblico avverrà il prossimo 28 aprile, alle ore 10.30, presso lo spazio WEGIL – ex GIL di Roma. La cerimonia di premiazione si svolgerà invece il 7 maggio alle ore 15.30, presso la sede del MIUR, alla presenza della Ministra Valeria Fedeli.

Le opere della seconda Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani sono state valutate da personalità di alto valore artistico e culturale. Presidente della giuria è Claudio Strinati, storico dell’arte. Da quest’anno, infine, la Biennale accoglierà iniziative rivolte al sociale, sui temi della disabilità, della migrazione e della detenzione. Per l’intera durata della manifestazione e grazie alla partnership con l’associazione no profit Abili Oltre, verranno organizzate attività a favore dell’inclusione.

Settimana nazionale della musica a scuola

Come previsto dalla Nota 3 aprile 2018, AOODPIT 733, dal 7 al 12 maggio 2018 si svolge la settimana nazionale della musica a scuola.

Negli stessi giorni è promossa a Taranto e Provincia l’organizzazione della XXIX Rassegna Nazionale delle scuole a indirizzo musicale.


Scuola, dal 7 al 12 maggio la Settimana nazionale della musica

Anche quest’anno ritorna l’appuntamento con la settimana di concerti, improvvisazioni musicali e incontri nelle scuole. L’iniziativa è promossa dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della Musica del Miur con l’obiettivo di favorire la pratica musicale tra le alunne e gli alunni

Si terrà dal 7 al 12 maggio prossimi la Settimana nazionale della musica a scuola. Anche quest’anno ritorna l’ormai tradizionale appuntamento promosso dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della Musica per tutti gli studenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, presieduto dal Prof. Luigi Berlinguer. Gli istituti scolastici di tutta Italia potranno aprire le loro porte per una settimana di concerti, esibizioni, improvvisazioni musicali, incontri con esperti con l’obiettivo di sostenere la pratica musicale per la sua valenza formativa ed educativa.

Nel corso di questa settimana le scuole avranno l’occasione di testimoniare l’importanza delle attività musicali che hanno realizzato durante l’intero anno scolastico e che, dunque, non si risolvono nell’occasione straordinaria dell’esibizione programmata per la “Settimana della musica”, ma trovano in questo appuntamento il punto di approdo di ordinari percorsi di apprendimento. L’edizione 2018 della Musica a scuola è dedicata alla memoria di Josè Antonio Abreu che dedicò la sua vita alla lotta per l’inclusione e la promozione sociale e per la diffusione dell’apprendimento della musica per tutti, attraverso la creazione del “Sistema Nacional de Orquestas y Coros Juveniles e Infantiles”, in Venezuela.

I suoi ideali vivranno sempre nelle mani e nelle voci dei bambini e dei giovani delle orchestre infantili e giovanili di tutto il mondo. Nell’ambito della Settimana della musica a scuola anche per questa edizione si terrà un incontro tra i docenti delle scuole ad indirizzo musicale. Un momento di confronto – che si terrà quest’anno a Taranto e provincia – per fare il punto sull’insegnamento di questa disciplina tra i banchi.

Notte Bianca della Legalità

Notte Bianca della Legalità: il 5 maggio i Tribunali di Roma, Palermo, Napoli e Genova aperti a 1.200 studentesse e studenti

Fedeli: “Conoscere funzionamento della giustizia fondamentale per formare cittadine e cittadini consapevoli”

Minisci: “Le giovani generazioni hanno bisogno di esempi positivi e noi abbiamo il dovere di offrirglieli”

Torna la Notte Bianca della Legalità. Il prossimo 5 maggio, nel pomeriggio e fino a sera, le sedi dei Tribunali di Roma, Palermo, Napoli e Genova apriranno le porte a oltre 1.200 studentesse e studenti, provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado di Lazio, Sicilia, Campania e Liguria.

L’evento, giunto alla sua quarta edizione, è realizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e gli Uffici Scolastici Regionali di Lazio, Sicilia, Campania, Liguria, gli Ordini degli Avvocati, le Forze dell’Ordine.

Il 5 maggio i Tribunali diventeranno vere e proprie “Scuole di Legalità” nelle quali studentesse e studenti, oltre 300 in ciascuna città, saranno protagonisti di attività nel corso delle quali potranno confrontarsi sui temi della legalità, del contrasto alla criminalità, della lotta alla corruzione, del bullismo e cyberbullismo nei vari laboratori statici e dinamici che saranno gestiti da magistrati, avvocati, rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

“L’apertura dei Tribunali alle studentesse e agli studenti, la possibilità che viene data loro di confrontarsi con esperti di indagini e di diritto e di avvicinarsi ai luoghi e alle pratiche della giustizia è un’occasione importante per la vita civile di una società – osserva la Ministra Valeria Fedeli –. Scoprire il funzionamento dei processi di accertamento dei fatti e conoscere le leggi è fondamentale per la formazione di cittadine e cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, attenti, capaci di porsi sempre domande davanti agli eventi e alle situazioni e di esercitare lo spirito critico mentre cercano risposte a quelle domande”. Conclude la Ministra: “È grazie ad eventi come la Notte Bianca della Legalità che le nostre ragazze e i nostri ragazzi imparano che vivere nella legalità vuol dire usare gli strumenti di giustizia e di trasparenza dei quali disponiamo per crescere in maniera sostenibile, equa e giusta”.

Iniziative come questa, dice il presidente dell’ANM Francesco Minisci, aiutano a “far maturare nelle coscienze delle giovani generazioni il messaggio che la giustizia e la legalità non sono principi lontani, che riguardano altri, ma appartengono a tutti e sono principi da vivere e praticare ogni giorno, è questo il senso della apertura dei Palazzi di Giustizia agli studenti.  Ragazze e ragazzi hanno bisogno di esempi positivi e noi abbiamo il dovere di offrirglieli, illegalità e violazione delle regole hanno una sola conseguenza: chiudere le porte al futuro. Per questo l’ANM e l’intera magistratura saranno sempre al fianco della scuola e dei genitori, in questo comune percorso di formazione e di rafforzamento di quelle persone alle quali dovremo consegnare le chiavi del futuro”.

A Palermo, dove parteciperanno i comici Ficarra e Picone, si discuterà tra l’altro di immigrazione e diritti dell’uomo e di racket delle estorsioni. Le studentesse e gli studenti prenderanno poi parte a simulazioni di rilievi effettuati dai RIS sulla scena di un crimine e di un processo penale. A Napoli, ragazze e ragazzi visiteranno le aule del tribunale nelle quali si tengono i processi penali e discuteranno di mafie con il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Rhao e di corruzione con il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione (ANAC) Raffaele Cantone. A Genova, i dibattiti spazieranno tra temi come la contraffazione e il commercio abusivo e il recupero delle persone che hanno scontato pene carcerarie, la tutela della proprietà intellettuale su internet e il doping nello sport. Studentesse e studenti saranno poi giudici nelle simulazioni di un processo penale, di uno civile e di uno in materia di lavoro. Assisteranno inoltre alla simulazione di un intervento degli artificieri su un ordigno inesploso con un robot. A Roma, infine, si dibatterà di sostanze stupefacenti, famiglia e minori, violenza di genere e parteciperà ai lavori anche la psicoterapeuta Maria Rita Parsi. Nella seconda parte del pomeriggio, ragazze e ragazzi saranno protagonisti di una simulazione di processo, a partire dalla notizia di reato. Nelle sedi di Palermo e di Napoli, inoltre, sarà allestita la mostra fotografica di Lavinia Caminiti sulle vittime della criminalità organizzata.

All’evento – reso possibile grazie all’impegno delle giunte distrettuali dell’ANM presiedute da  Giovanna Nozzetti a Palermo, Roberta Di Gioia a Roma, Giuseppe Cimmarotta a Napoli e Domenico Pellegrini a Genova – prenderanno parte autorità, magistrati, avvocati, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, ma anche artisti e personalità del cinema, dello sport, del giornalismo e della musica che hanno voluto essere testimonial d’eccezione per veicolare il messaggio della legalità e del rispetto delle istituzioni.

La Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Francesco Minisci parteciperanno alla manifestazione presso il Tribunale di Roma.


Progetto Edustrada

Giovedì 3 maggio dalle ore 11.00, presso la Sala della Comunicazione del MIUR, in viale Trastevere 76/a, il Sottosegretario Gabriele Toccafondi, insieme al Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini, presenta l’andamento dei progetti di Educazione stradale avviati nelle scuole nell’a.s. 2017/18; tracciato un bilancio sul tema, a un anno dall’avvio di Edustrada, la prima piattaforma nazionale sull’Educazione stradale del MIUR.

Intervengono: Giovanni Busacca, Direttore del Servizio Polizia Stradale; Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione Ania; Vincenzo Leanza, Direttore per l’ Educazione stradale, la Mobilità e il Turismo ACI, per approfondire i temi di sicurezza stradale, prevenzione incidenti, rispetto delle norme di sicurezza e mobilità sostenibile.


L’Educazione stradale nelle scuole, il progetto “Edustrada” continua a crescere

Il Sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ha illustrato questa mattina l’andamento dei progetti di educazione stradale avviati nelle scuole nell’a.s. 2017/18, gli obiettivi e i risultati attesi ad un anno dall’avvio dell’offerta formativa, presente su “Edustrada”, la prima Piattaforma Nazionale sull’Educazione Stradale del MIUR. Dopo il saluto di Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione del MIUR, sono intervenuti Riccardo Nencini, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giovanni Busacca, Direttore del Servizio Polizia Stradale, Umberto Guidoni, Segretario Generale Fondazione ANIA, Vincenzo Leanza, Responsabile Educazione Stradale ACI, per approfondire temi di sicurezza stradale, prevenzione incidenti, rispetto delle norme di sicurezza e mobilità sostenibile.

Il portale “Edustrada” rientra tra le iniziative messe in campo dal MIUR, in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), la Polizia Stradale, ACI, Fondazione ANIA, Federazione Italiana Motociclisti, Federazione Ciclistica Italiana e l’Associazione Guarnieri. A partire dal 2016, le scuole hanno a disposizione un contenitore tematico su materiali, concorsi, iniziative e progetti didattici. L’offerta formativa è programmata in collaborazione con i partner ed è disponibile dai primi mesi dall’avvio dell’anno scolastico. Le scuole esprimono preferenze sui progetti direttamente online. Con queste nuove metodologie, il MIUR ha effettuato monitoraggi sempre più dettagliati su progetti territoriali e nazionali per programmare in maniera ancora più mirata iniziative e progetti di prevenzione ed educazione stradale.

Nel primo semestre 2017 le stime preliminari confermano una riduzione sia del numero di incidenti stradali sia di quello dei feriti, con flessioni del 4 e 5% in media rispetto ai dati consolidati dello stesso periodo del 2016. Si registra un’inversione di tendenza per le vittime, che tornano a crescere, con incrementi compresi tra il 6,7 e l’8,2%. In questo scenario appare sempre più fondamentale e decisivo il lavoro preventivo ed educativo da fare nelle scuole. Il MIUR, in collaborazione con i partner, ha offerto per l’a.s. 2017/18 ben 22 progetti. Si sono registrate 1.443 adesioni per circa 800 scuole su tutto il territorio nazionale. Il numero maggiore di scuole aderenti ai progetti sul portale “Edustrada” si è registrato al Sud per il 50%, segue il Nord al 30% e il Centro al 20%. L’analisi dei progetti svolti in questi anni ha registrato un costante incremento del numero delle scuole impegnate in attività di educazione stradale.

“Comunicare efficacemente l’educazione stradale nelle scuole è il nostro obiettivo, occorre un lavoro di squadra – ha spiegato il Sottosegretario Toccafondi –. È un impegno costante che abbiamo preso in primo luogo con i ragazzi, veri protagonisti del futuro, per salvaguardarli dai rischi e dai pericoli della strada. Il percorso che conduce alla consapevolezza e all’interiorizzazione della normativa sulla sicurezza stradale da parte dei giovani – ha aggiunto il Sottosegretario – è lungo e complesso e necessita di un’attenzione costante da parte di tutti. In sinergia con MIT, Polizia Stradale, Fondazione ANIA, ACI, FCI (Federazione ciclistica italiana), FMI (Federazione Motociclistica Italiana) e il contributo dell’Associazione Guarnieri, siamo riusciti a predisporre un coordinamento organizzativo per l’educazione stradale, operando un monitoraggio costante del numero di scuole ed alunni che hanno aderito e completato ciascun programma educativo. Consentire ai nostri ragazzi di muoversi in sicurezza nelle città va ben oltre l’obiettivo politico, esprime la nostra volontà di renderli cittadini attivi e consapevoli per una convivenza civile”, ha concluso Toccafondi.

“Questo Governo ha fatto della sicurezza stradale una priorità. Guidare con consapevolezza e dunque ‘educare’ ad un corretto comportamento sulla strada è ciò su cui abbiamo puntato. Per questo credo che il progetto ‘Edustrada’ sia stato un grande successo che continuerà ad avere ricadute positive sulla riduzione dei pericoli per gli utenti della strada. Partire dalla scuola era la cosa giusta da fare. Da anni mettiamo in campo, in collaborazione con il MIUR, Polizia Stradale e non solo, i nostri progetti di educazione stradale e i risultati seguitano a vedersi ”. È quanto ha affermato il Viceministro uscente alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini.

“Ad un anno dall’avvio dell’iniziativa la formazione ha coinvolto circa 400 insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Veneto e Puglia oltre ad alcuni insegnanti della scuola secondaria di secondo grado di Roma per il progetto”, ha spiegato Nencini. “Un impegno significativo che integra e completa il lavoro fatto in questi anni sulla riqualificazione delle infrastrutture che abbiamo portato a termine al MIT”.

“I giovani rappresentano i primi destinatari della comunicazione in materia di sicurezza stradale – ha dichiarato il Direttore del Servizio Polizia Stradale Giovanni Busacca – e costante è l’impegno della Polizia Stradale in questo settore. L’attività di sensibilizzazione alla sicurezza stradale rivolta agli studenti di tutta Italia prosegue anche nell’anno in corso, con Icaro 18, la più importante campagna di sicurezza stradale della Polizia di Stato in collaborazione con il MIUR, con il Dipartimento di Psicologia-Università di Roma ‘La Sapienza’, il MIT, il Moige, la Fondazione ANIA, il Gruppo autostradale Astm-Sias, l’A22 Autostrada del Brennero, la Federazione Ciclistica Italiana, Enel Green Power S.p.a.; quest’anno ha come tema la distrazione e gli utenti vulnerabili e sarà rivolta alle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutte le province italiane. Prosegue inoltre l’impegno rivolto a rendere quanto più sicuri possibile i viaggi di istruzione dei nostri ragazzi: ‘Gite scolastiche in sicurezza’ è un esempio virtuoso della collaborazione istituzionale tra la Polizia di Stato ed il MIUR ed è una delle iniziative, tra quelle che portiamo avanti, della quale vediamo maggiormente i frutti e che ha consentito di raggiungere risultati davvero molto positivi, sia in termini di controlli che di informazione e sensibilizzazione, in un settore così delicato come è quello del trasporto scolastico”.

“Per combattere l’incidentalità stradale nel nostro Paese – ha spiegato il Segretario Generale della Fondazione ANIA, Umberto Guidoni – è fondamentale fare rete. È un concetto sul quale abbiamo basato la nostra azione negli anni e, alla luce dei risultati positivi ottenuti in termini di riduzione del numero e della gravità degli incidenti tra i giovani, possiamo dire che la strada è quella giusta. Un progetto come ‘Edustrada’ rappresenta la perfetta sintesi della sinergia che ci deve essere tra settore pubblico e settore privato, un’azione coordinata nella quale ognuno fa la propria parte: associazioni, istituzioni, scuole, famiglie e forze dell’ordine. La sensibilizzazione dei ragazzi delle scuole è fondamentale per orientarli verso il rispetto delle regole della strada. È una ferma convinzione anche del settore assicurativo che, proprio per questo, attraverso la Fondazione ANIA, continua ad investire in progetti come ‘Edustrada’ che, dallo scorso novembre ad oggi, ci ha consentito di avviare importanti attività nelle scuole coinvolgendo oltre 3mila ragazzi in varie città d’Italia: 2mila nel tour che si è svolto a dicembre dedicato alla guida sicura in auto e oltre mille nel tour che parte proprio oggi da Cosenza e che sarà dedicato alla sicurezza su motocicli e ciclomotori”.

“La tradizionale collaborazione tra ACI e MIUR – dichiara Enzo Leanza, Direttore dell’Automobile Club d’Italia per l’Educazione Stradale, la Mobilità e il Turismo – trova nell’opportunità offerta dal portale ‘Edustrada’ la modalità digitale più efficace per portare a conoscenza di tutte le scuole i programmi info-formativi di ACI, realizzati negli ultimi anni e in costante aggiornamento per rispondere al meglio alle sempre nuove esigenze di studenti e docenti. Fare sistema è la migliore strategia per raggiungere il maggior numero di giovani con attività formative realizzate in sinergia da tutti i partner istituzionali. L’ACI e gli Automobile Club che operano sul territorio confermano il proprio impegno quotidiano in questo programma condiviso di educazione alla sicurezza stradale, finalizzato a rendere i ragazzi sempre più informati e consapevoli dei rischi della strada”.


1° Gennaio 1948, da sudditi a cittadini

25 aprile, al Quirinale la premiazione del concorso dedicato alle scuole

La cerimonia in occasione del 73esimo anniversario della Liberazione

Sono state premiate il 24 aprile, al Quirinale, le scuole vincitrici del concorso nazionale “1° Gennaio 1948, da sudditi a cittadini: sovranità popolare, partecipazione, solidarietà”. A consegnare i riconoscimenti sono stati il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. La cerimonia di premiazione si è tenuta al termine dell’incontro del Presidente Mattarella con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nella ricorrenza del 73esimo anniversario della Liberazione.

“Onorare la ricorrenza del 25 aprile non è soltanto una giornata celebrativa, di ricordo, ma è una occasione per far pulsare il cuore della nostra identità di donne e uomini d’Italia e d’Europa – ha detto la Ministra Fedeli -. Per questo è per me un piacere particolare consegnare oggi questi riconoscimenti, poter avere l’occasione di parlare della Costituzione insieme alle studentesse e agli studenti che si sono distinti con i loro progetti per il concorso che il MIUR ha promosso con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Questo concorso ha offerto l’occasione, alle nostre alunne e ai nostri alunni, per approfondire i valori alla base della nostra Carta Fondamentale e attualizzarli alla luce delle sfide della nostra società contemporanea. La Costituzione rappresenta il cemento della nostra Comunità. È un manifesto di principi e valori cui ispirare l’azione di ognuna e ognuno nella società, nella vita personale, come nella politica. È per queste ragioni – ha aggiunto la Ministra – che all’inizio di questo anno abbiamo deciso di distribuire, come MIUR, una copia della Costituzione a tutte le studentesse e a tutti gli studenti. In questa direzione stiamo anche lavorando al rafforzamento dello studio dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Ma voglio anche ricordare le importanti iniziative promosse per diffondere i valori di cittadinanza, come il Piano Nazionale per l’Educazione al Rispetto e il progetto con la Corte Costituzionale che sta portando i giudici costituzionali nelle aule di tutta Italia. La Resistenza e la Liberazione – ha concluso la Ministra – hanno restituito agli italiani il senso pieno, positivo, partecipato di essere un solo Paese, una sola comunità. Domani festeggeremo questi avvenimenti, tutte e tutti insieme, giovani e meno giovani, uniti nello spirito di fratellanza e solidarietà della nostra Costituzione. Facendo tesoro dell’esempio di quelle donne e di quegli uomini che donarono le proprie energie e la propria vita per liberare e far rinascere l’Italia. Per riconquistare la libertà e la dignità e per fondare la democrazia e la Repubblica. E allora viva il 25 aprile. Buona festa della nostra democrazia”.

Il concorso “1° Gennaio 1948, da sudditi a cittadini: sovranità popolare, partecipazione, solidarietà” è stato promosso dal MIUR d’intesa con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) per le alunne e gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Tre le sezioni previste: storico-documentale, artistico-espressiva, musicale.

Le scuole premiate:

L’Italia è una grande casa

Scuola Infanzia “Andersen”, Caselle (TO)

La Costituzione: un dono speciale…

Istituto Comprensivo “Santo Calì”, Linguaglossa (CT)

Senza Distinzione…

Scuola Media Statale “Giuseppe  Mazzini”, Marsala (TP)

La Marcia Della Morte…

Istituto di Istruzione Superiore “Gobetti Marchesini Casale Arduino”, Torino (TO)

Menzione speciale:

Centro Provinciale per l’Istruzione degli adulti – CPIA1, Catania (CT)