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Maturità, da oggi online tutti i nomi dei commissari d’esame

da Il Sole 24 Ore

Maturità, da oggi online tutti i nomi dei commissari d’esame

di Lorena Loiacono

Mancano meno di due settimane all’avvio degli esami di maturità e dal Miur arrivano i nomi dei docenti che, dal 15 giugno, siederanno nelle commissioni esaminatrici. Oggi infatti, come annunciato da viale Trastevere, i nomi saranno pubblicati sul sito del Miur e saranno quindi accessibili a chiunque. C’è anche chi, giocando d’anticipo, ha avuto accesso alle liste messe a disposizione delle segreterie delle singole scuole, attraverso il sistema Sidi, già a partire da mercoledì 3 giugno. Gli studenti, in queste ore, stanno mettendo in campo vere e proprie ricerche a 360 gradi.
Caccia al prof
Conoscere i nomi dei 3 commissari esterni e del presidente di commissione, per i candidati, rappresenta un momento cruciale della preparazione all’esame. Un lavoro che, in realtà, toglie anche tempo allo studio. Per loro parte infatti, da oggi, la ricerca del maggior numero di informazioni sul docente sconosciuto che dovrà esaminarli: dove insegna, innanzitutto, ma anche quali sono gli argomenti a cui tiene di più, che tipo di domande fa e che cosa bisogna necessariamente evitare per non farlo innervosire in sede di esame. Un lavoro a dir poco investigativo che parte dalla segreteria scolastica e si diffonde tramite i social.
Dal Sidi a facebook, passando per il cercaprof
Mercoledì scorso le composizioni delle commissioni esaminatrici sono state comunicate attraverso il sistema informatico Sidi, dal Miur alle singole scuole. Va da sé che i docenti, così come gli studenti in buoni rapporti con gli uffici scolastici, hanno avuto accesso ai nomi. Da oggi le liste sono accessibili a tutti e il tam tam è già partito: dal compagno di banco ad Internet il passo è brevissimo. Viaggiano online infatti richieste di informazioni di ogni tipo: conoscendo il nome della scuola in cui insegna il docente per contattare i coetanei che frequentano quella scuola. Non serve neanche andare di persona fuori dai cancelli, basta contattare i gruppi facebook dei singoli istituti e la ricerca prende corpo. Esistono anche motori di ricerca, come il Cercaprof, con informazioni sempre aggiornate di anno in anno. Chat e cinguettii online fanno il resto. E così il commissario esterno, raccontato dai suoi studenti, perde buona parte del suo mistero.
Al lavoro dal 15 giugno
Il vero avvio della maturità, ancor prima della prova di italiano fissata per il 17 giugno, ci sarà lunedì quando, alle 8.30, le commissioni saranno in riunione plenaria. E’ il momento per registrare i presenti e chiedere agli Usr eventuali sostituzioni per le assenze dei membri esterni o, al preside, per quelli degli interni. Nella riunione plenaria, inoltre, si decidono le successive riunioni delle singole commissioni e l’ordine di successione per la terza prova, fissata per il 22 giugno.
Sotto esame anche i presidenti di commissione
Quest’anno inoltre saranno particolarmente importanti le riunioni territoriali di coordinamento dei presidenti di commissione con gli Uffici scolastici regionali. La maturità 2015 segna infatti il debutto dei nuovi indirizzi della riforma e alle commissioni servono chiarimenti e informazioni su come affrontare le novità in campo. Un banco di prova, quindi, anche per i commissari.

Aperture pomeridiane e lezioni di fair play: il nuovo articolo 2 del ddl Scuola

da Public Policy

Aperture pomeridiane e lezioni di fair play: il nuovo articolo 2 del ddl Scuola

 

ROMA (Public Policy) – L’apertura pomeridiana delle scuole, con la riduzione del numero di alunni e studenti per classe, diventa una possibilità lasciata a ogni istituto scolastico e non più un “obiettivo prioritario” da inserire dell’offerta formativa.
L’emendamento dei relatori al ddl Scuola, Francesca Puglisi (Pd)Franco Conte (Ap), che riscrive interamente l’articolo 2 del provvedimento, inserisce infatti la norma in un comma a parte in cui si sancisce che “le istituzioni scolastiche possono prevedere l’apertura pomeridiana delle scuole, la riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o l’articolazione delle classi in gruppi, anche con potenziamento del tempo-scuola e rimodulazione del monte orario”.
Lo stesso emendamento inserisce invece tra gli obiettivi prioritari da perseguire con il piano triennale di offerta formativa, il “potenziamento dell’educazione motoria e promozione di comportamenti ispirati al rispetto delle regole e alla lealtà sportiva, a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica”.
Dalle priorità sparisce invece “l’alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini”, attualmente presente nel testo uscito dalla Camera.

Riforma Scuola. ultimi aggiustamenti sotto l’ombra dello sciopero dei docenti

da la Repubblica

Riforma Scuola. ultimi aggiustamenti sotto l’ombra dello sciopero dei docenti

I temi più spinosi sono tre: i poteri extra large dei capi d’istituto, la valutazione dei neo immessi in ruolo e dei docenti meritevoli, il piano straordinario da 100mila assunzioni che dovrebbe fare decollare una volta per tutte l’autonomia scolastica

di SALVO INTRAVAIA

altro aggiustamento e la riforma della scuola sarà presto legge. Mentre i docenti affilano le armi in vista degli scrutini, la riforma Renzi-Giannini procede il suo iter parlamentare in seconda lettura. In prima lettura alla Camera sono stati limitati i superpoteri dei dirigenti scolastici, sono stati riacciuffati per i capelli gli idonei del concorso a cattedre del 2012, ma è caduto il finanziamento da parte dei contribuenti – il 5 per mille – a favore delle scuole statali. E per fare in tempo in vista dell’avvio dell’anno scolastico occorrerà scremare e votare in fretta gli oltre 2mila e 200 emendamenti presentati in questi giorni. Perché per procedere alle assunzioni di oltre 100mila docenti entro il primo settembre occorre organizzare la complessa macchina scolastica.

Intanto, la chiusura dell’anno scolastico dovrà fare i conti con lo sciopero degli insegnanti durante le valutazioni di fine anno, esclusi gli scrutini delle classi terminali che vanno agli esami. E per evitare la conta tra governo, opposizioni e minoranza Dem a Palazzo Madama – dove i numeri per l’esecutivo sono piuttosto risicati – il disegno di legge sulla Buona scuola vedrà quasi certamente altre modifiche. Saranno le riunioni dei prossimi giorni tra gli esponenti di spicco del Partito democratico e del governo a dare le indicazioni sulle modifiche da apportare all’articolato. Ecco quelle più probabili. I temi più spinosi sono tre: i poteri extra large dei capi d’istituto, la valutazione dei neo immessi in ruolo e dei docenti meritevoli, il piano straordinario da 100mila assunzioni che dovrebbe fare decollare una volta per tutte l’autonomia scolastica.

Ed è proprio su questi tre aspetti che si concentrano il grosso degli emendamenti presentati da tutte le parti politiche. Per il primo punto dovrebbe arrivare la modifica della composizione del Comitato di valutazione, che occorrerà istituire in ogni scuola. Attualmente, è prevista la presenza, oltre che del dirigente scolastico, anche di due docenti eletti dal collegio dei docenti e di due genitori. Presenza esterna che al superiore diventa di un genitore e uno studente, ma che al senato dovrebbe essere cancellata. A valutare gli insegnanti dopo l’anno di prova saranno gli stessi docenti interni alla scuola e il capo d’istituto. Stesso discorso per i premi ai docenti migliori: sarà il preside, sulla base dei criteri individuati dal Comitato così modificato, ad individuare gli insegnanti meritevoli. Lavori in corso anche sugli albi territoriali, dove verranno collocati i 100mila nuovi assunti in attesa della chiamata diretta dei presidi.

Alcuni rumors prevedono il rinvio al prossimo anno – il 2016/2017 – l’avvio degli albi territoriali con chiamata diretta da parte dei capi d’istituto. Ergo: i 100mila del piano straordinario saranno assunti dagli uffici scolastici regionali e dagli ex provveditorati ed assegnati per un anno alle scuole. Infine, i destinatari dei contratti a tempo indeterminato. Tutti sanno che si tratta dell’ultima chance per molti. Alla porta del premier bussano da giorni i precari di seconda fascia – tra cui circa 60mila con tre o più anni di supplenza alle spalle, rientranti nella sentenza dalla Corte di giustizia europea, che lo scorso novembre ha connato l’Italia per abuso di precariato nella scuola – che hanno i titoli Pas e Tfa – per insegnare. Per questi ultimi si potrebbe aprire uno spiraglio a Palazzo madama. Evitando migliaia di ricorsi al giudice del lavoro e un diluvio di risarcimenti.

La mossa di Renzi “Su scuola e riforme avanti ma senza urgenza”

da la Repubblica

La mossa di Renzi “Su scuola e riforme avanti ma senza urgenza”

I numeri del Senato consigliano al premier un surplus di prudenza, in particolare sulla prima riforma in cantiere, quella della Buona Scuola.

Francesco Bei – Goffredo De Marchis

Fermarsi un po’. I numeri del Senato consigliano al premier un surplus di prudenza, in particolare sulla prima riforma in cantiere, quella della Buona Scuola. «Noi — spiega il presidente del Consiglio ai suoi — non vogliamo rinviare. Ma non abbiamo urgenza di fare le corse. Vogliamo un dibattito serio. Se servono tre settimane in più…». Una frenata obbligata di fronte alla marea montante nel gruppo dem.
Il preludio di quello che potrebbe accadere in aula Renzi infatti lo ha potuto vedere nell’assemblea serale dei senatori Pd dedicata alla legge Giannini. Tutt’altro che pacificati dalle velate minacce di questi giorni, gli esponenti della minoranza hanno rialzato la testa. Ringalluzziti dall’indebolimento del progetto renziano dopo il risultato delle regionali.
Un vertice a pranzo tra Bersani, Speranza e i senatori della sinistra — che possono condizionare le politiche del governo — fissa la linea, quella di «non piegare più la testa: perché noi non siamo come Magnani e Cucchi». Una citazione che forse a Renzi non dirà molto, ma per i custodi della Ditta rimanda ai dissidenti del Pci che Togliatti definì sprezzantemente «due pidocchi sulla criniera di un nobile cavallo da corsa ». C’è stata l’offensiva di Miguel Gotor e Walter Tocci che hanno indicato le condizioni dei ribelli: stralciare dal provvedimento l’assunzione dei 100 mila precari e approvarla con una corsia preferenziale, rimandare la riforma, prendersi più tempo e votarla, con tempi certi, prima dell’estate. A sorpresa, raccontano, si è incrinato anche il fronte renziano. Senza usare toni ultimativi ma esprimendo per la prima volta qualche perplessità sulla corsa impressa dall’esecutivo. Il fioroniano Roberto Ruta ha spiegato: «Sono un insegnante e ho difficoltà a votare questa legge. Se mettendo i soldi abbiamo 600 mila professori in piazza un motivo ci sarà». Altri due renziani – Giorgio Pagliari e Giorgio Santini – hanno mosso qualche critica. Musica per le orecchie dei senatori dissidenti. Piccolo campanello d’allarme per il premier, appeso a nove voti di maggioranza a Palazzo Madama. Al Senato devono infatti passare tutti i provvedimenti più importanti: dalla scuola alla Rai, dalla riforma costituzionale alle unioni civili. Come si fa a superare questo ostacolo?
L’apertura di Renzi sui tempi dimostra che, alla vigilia della direzione di lunedì, il premier ragiona al netto dell’arrabbiatura e della tentazione di un repulisti nel partito. Tanto che persino sulla legge che abolisce il Senato elettivo a Palazzo Chigi e nel cerchio stretto dei consiglieri non si esclude un rallentamento. O meglio, un rinvio a dopo l’estate. Però questo è esattamente ciò che chiede la minoranza. «Forse aiuterebbe una riflessione complessiva. Ma sappiamo che non è nella natura del premier», osserva Maurizio Migliavacca. «Ripartiamo dall’unità del Pd. Può darsi che Matteo entri nell’ordine di idee di trovare una soluzione per aiutare il partito », aggiunge il bersaniano Federico Fornaro. Per rinforzarsi in vista della battaglia interna i renziani guardano anche ai movimenti in corso negli altri gruppi, dai quali potrebbero arrivare qualche aiuto. Si parla ad esempio di Verdini e altri due forzisti, di due senatori di Gal, di tre ex leghisti. «In Forza Italia si sta benissimo, sono tutte balle quelle sulla mia uscita», manda a dire il senatore toscano. Al massimo, quindi, sarebbero in tutto sette i senatori “responsabili”: comunque troppo pochi per sopperire a un eventuale “no” della minoranza dem. Anche perché c’è un altro pilastro della maggioranza che sta vistosamente scricchiolando: Area popolare. Divisa tra Lupi, Schifani, Augello e Quagliariello — convinti che sia l’ora di prendere le distanze dal governo — e il grosso dei parlamentari (con il ministro Lorenzin) decisi invece a non mettere a repentaglio la legislatura e le riforme. In mezzo resta Angelino Alfano, che si sta sforzando di mediare fra le due anime.
Nel frattempo Forza Italia, che ieri ha perso 12 senatori fittiani, non sta con le mani in mano. La crisi politica dentro l’Ncd spinge il cerchio magico a fare proseliti. Ieri pomeriggio, in un corridoio di palazzo Madama, Maria Rosaria Rossi, ambasciatrice di Berlusconi, tentava di convincere gli alfaniani Guido Viceconte e Antonio Gentile. Il leghista Jonny Crosio, passando davanti al terzetto, non ha trattenuto la battuta: «Voi Ncd mi sembrate degli autostoppisti in mezzo alla strada alla ricerca di qualcuno che vi carichi ».

DdL, aria di frenata: si parla di approvazione che slitta a fine luglio e stralcio assunzioni

da La Tecnica della Scuola

DdL, aria di frenata: si parla di approvazione che slitta a fine luglio e stralcio assunzioni

Le agenzie di stampa, vicine alle “correnti” politiche, dicono che a seguito della maggioranza risicata a Palazzo Madama, sembra prendere corpo un rallentamento del ddl, che possa arrivare ad aprire a un decreto che salvi le immissioni in ruolo. Ma se così fosse, ci troveremmo davanti ad un flop dei ‘renziani’: non sarebbe stato meglio approvare l’iniziale decreto legge?

Potrebbe davvero rallentare la corsa tutta d’un fiato prevista dal Governo e sinora rispettata in Parlamento, per l’approvazione e il varo del disegno di legge sulla ‘Buona Scuola’: l’uscita di alcuni senatori dalla maggioranza, starebbe convincendo il premier e il suo staff a valutare le proposte di modifica pressanti della minoranza dem.

Il crocevia, per capire se le indiscrezioni delle ultime ore prenderanno corpo o rientreranno, sarà con ogni probabilità la direzione del Pd, programmata per lunedì prossimo 8 maggio.

“Molti, renziani e non – scrive l’Ansa -, si aspettano però anche un messaggio sulla riforma della scuola, un’apertura più ampia al dialogo che consenta di superare le forche caudine, sempre più impervie, del Senato. E c’è anche chi arriva a ipotizzare – ma fonti renziane bollano l’ipotesi come assai improbabile – che, a fronte dell’ormai inevitabile rallentamento del ddl (si punta al via libera definitivo entro il 30 luglio), possa arrivare ad aprire a un decreto che metta in sicurezza le assunzioni”.

Se così dovesse andare, con le assunzioni scorporate dal disegno di legge, e quest’ultimo slittato verso tempi, la fine di luglio, che renderebbero in larga parte impossibile la sua attuazione già con l’anno scolastico 2015/16, francamente ci ritroveremmo di fronte ad un vero flop politico: tanto valeva, allora, approvare il decreto legge iniziale. Senza fare corse contro il tempo. E magari anche ricorrere alla fiducia parlamentare.

Vicepresidi: niente esoneri dall’insegnamento

da La Tecnica della Scuola

Vicepresidi: niente esoneri dall’insegnamento

Lo dice chiaramente la relazione tecnica allegata al provvedimento. Da escludere ogni forma di esonero per il 10% dei docenti individuati dal dirigente scolastico per collaborare con attività di supporto organizzativo.

A partire dal 2015/2016 i collaboratori del dirigente scolastico non potranno più essere esonerati dall’insegnamento: lo ribadisce in modo chiaro la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge all’esame della Commissione Cultura del Senato.
Ecco cosa scrivono gli estensori della relazione:  “Il comma 6 prevede che il dirigente scolastico possa individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica. La norma non comporta nuovi o maggiori oneri atteso che, ai sensi dell’articolo 1, comma 329 della legge n. 190/2014, a decorrere dall’anno scolastico 2015/2016 non è più prevista la possibilità per i professori collaboratori del dirigente scolastico di ottenere l’esonero o il semiesonero dall’insegnamento”.
Quindi anche la “voce” che si era diffusa nei giorni scorsi relativa alla possibilità che il 10% dei docenti (e precisamente quelli individuati dal dirigente scolastico) possano in qualche modo ottenere esoneri totali o parziali dall’attività di insegnamento è per il momento destituita di ogni fondamento.
E’ pur vero che l’art. 8, comma 7 del ddl prevede  che dell’organico dell’autonomia fanno parte anche “i posti per il potenziamento, l’organizzazione, la progettazione e il coordinamento”, ma questo, di per sè, non significa che i vicepresidi possano beneficiare dell’esonero o del semiesonero.
Anche perchè è molto probabile che, prima di essere impegnati in qualunque forma di attività non di insegnamento i docenti dell’organico dell’autonomia dovranno comunque garantire la copertura delle assenze del personale in servizio.
Questo, almeno, è quanto si deduce ora dal testo della norma e delle relazioni allegate.
Ma il percorso del ddl è ancora lungo e non è detto che qualcosa non possa cambiare ancora nei prossimi giorni.

DdL, il 5 giugno fiaccolate in tutta Italia per dire no alla riforma

da La Tecnica della Scuola

DdL, il 5 giugno fiaccolate in tutta Italia per dire no alla riforma

Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams hanno annunciato l’evento “La cultura in piazza”, un’iniziativa con fiaccolate che il 5 giugno si svolgeranno contemporaneamente nelle principali città italiane: dito puntato contro l’irrisolto problema del precariato, le logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole, la lesione dei diritti e libertà e l’addio alla contrattazione.

Ad un mese esatto dallo storico sciopero del 5 maggio contro il DdL ‘La Buona Scuola’, a cui aderirono due docenti-Ata su tre e che portò in piazza centinaia di migliaia di manifestanti, il sindacato si mobilita unitariamente con un’altra iniziativa nazionale: Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams hanno annunciato l’evento “La cultura in piazza”, un’iniziativa con fiaccolate che il 5 giugno si svolgeranno contemporaneamente nelle principali città italiane contro il ddl di riforma dell’istruzione all’esame del Parlamento.

“Il ddl é al Senato, la mobilitazione continua. #l’accendiamo?”, è lo slogan scelto per l’occasione. I sindacati chiedono che il ddl in discussione al Senato venga radicalmente cambiato. Perché così com’è “peggiora la qualità della scuola pubblica, non risolve il problema del precariato, afferma logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole, mette in discussione diritti e libertà e cancella la contrattazione. In altre parole: realizza tutto meno che una ‘buona scuola'”.

Alla fiaccolata di Napoli, come indicato anche in un altro articolo, parteciperà il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle, rappresentato dal deputato Luigi Gallo. Lo rende noto lo stesso Gallo. Il concentramento è previsto alle 20 in piazza Matteotti. Il corteo con fiaccolata sfilerà lungo via Toledo e si fermerà in piazza del Plebiscito, sotto la sede della Prefettura. Una delegazione di studenti e docenti consegnerà al prefetto di Napoli Gerarda Maria Pantalone un documento contro il ddl del governo Renzi.

Alla manifestazione, indetta dai sindacati, parteciperà tutto il comparto scuola, docenti, Ata, alunni, associazioni di genitori, Aec, Assistenti Specialistici, i sindacati non confederali, Cobas, Unicobas, Gilda e Anief.

Graduatorie di Istituto di II fascia anche per i docenti non iscritti nella III fascia

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie di Istituto di II fascia anche per i docenti non iscritti nella III fascia

L.L.

Il Miur sostituisce il precedente decreto del 4 maggio ed estende anche ai docenti della scuola secondaria di I e II grado non presenti nelle corrispondenti graduatorie di III fascia la possibilità di iscriversi in un elenco aggiuntivo, relativo alla rispettiva finestra di inserimento, alla II fascia delle graduatorie di istituto

Con la nota prot. n. 16479 del 4 giugno 2015 il Miur ha trasmesso il D.M. 3 giugno 2015 n. 326 concernente l’integrazione delle graduatorie di II fascia del personale docente.

Il Decreto sostituisce il D.M. 4 maggio 2015 n. 248 ed estende anche ai docenti della scuola secondaria di I e II grado non presenti nelle corrispondenti graduatorie di III fascia la possibilità di iscriversi in un elenco aggiuntivo, relativo alla rispettiva finestra di inserimento, alla II fascia delle graduatorie di istituto.

Inoltre, rispetto agli altri docenti indicati ai commi 1 e 2 del decreto, sono valutabili i titoli conseguiti entro i termini disposti per la rispettiva finestra di inserimento (1° febbraio e 1° agosto di ciascun anno).

Con successivo Decreto Direttoriale verranno comunicati, di volta in volta, termini e modalità per la presentazione delle istanze.

Entro il 2 luglio l’aggiornamento delle GaE per il triennio scolastico 2011/14

da La Tecnica della Scuola

Entro il 2 luglio l’aggiornamento delle GaE per il triennio scolastico 2011/14

L.L.

Il Miur trasmette il decreto contenente le operazioni di carattere annuale per lo scioglimento della riserva per i neoabilitati, l’acquisizione dei titoli di specializzazione su sostegno, la presentazione dei titoli di riserva posseduti al 30 giugno. I modelli dovranno essere trasmessi con Istanze on-line

Con la nota prot. n. 16480 del 4 giugno 2015 il Miur ha trasmesso il D.M. 3 giugno 2015 n. 325 riguardante le operazioni di carattere annuale per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente ed educativo, valevoli per il triennio scolastico 2011/14.

Il Decreto disciplina, con effetto dall’a.s. 2015/16, le consuete operazioni annuali di:

  • scioglimento della riserva da parte degli aspiranti già inclusi con riserva perché in attesa di conseguire il titolo abilitante e che conseguono l’abilitazione entro il 30 giugno 2015;
  • acquisizione dei titoli di specializzazione per il sostegno nei riguardi di aspiranti già inclusi in graduatoria, che conseguono il titolo di specializzazione entro il 30 giugno 2015;
  • presentazione dei titoli di riserva posseduti al 30 giugno 2015 per usufruire dei benefici di cui alla Legge 12 marzo 1999, n. 68 e successive modificazioni ed integrazioni.

Le domande dovranno essere presentate, esclusivamente, mediante modalità telematica nell’apposita sezione “Istanze on line” entro il giorno 2 luglio 2015 (ore 14,00).

Con successiva comunicazione sarà data notizia della data di apertura dei termini per la presentazione delle domande.

Alla nota sono allegati anche i tre modelli per l’inoltro delle domande.

Ddl Scuola, al Senato si riprende lunedì pomeriggio

da La Tecnica della Scuola

Ddl Scuola, al Senato si riprende lunedì pomeriggio

Continua in Commissione l’esame del disegno di legge sulla riforma della scuola.

IL TESTO APPROVATO ALLA CAMERA DEL DISEGNO DI LEGGE (ATTO SENATO N. 1934)

LE SCHEDE DI ANALISI DEI 26 ARTICOLI A CURA DEL SENATO

Sono stati presentati quasi 2mila emendamenti (1960 per l’esattezza) al disegno di legge di riforma della scuola di cui sono relatori Francesca Puglisi (Partito Demcratico) e Franco Conte (Area Popolare). Da segnalare che il numero più elevato di emandamento è stato presentato dal Movimento 5 stelle, con 620 richieste di modifica. Seguono il Pd con 334, Sel con 226, Fi con 208, Ap con 152 e, infine, la Lega con 111 emendamenti. Sarà la presidenza della commissione Istruzione del Senato a scremare le richieste, quando si pronuncerò sulle ammissibilità.

Gli ordini del giorno depositati sono 290.

Dopo il ciclo di audizioni che si è svolto mercoledì 27 e giovedì 28 maggio, ieri è iniziata in Commissione la discussione generale, alla quale seguirà l’illustrazione e il voto degli emendamenti.

Parallelamente tra mercoledì e giovedì il DdL verrà esaminato da diverse Commissioni: V (Bilancio), VI (Finanze), XI (Lavoro), XII (Sanità), XIV (Politiche Europee). Sono rimandate invece alla settimana successiva, e quindi a partire dal 9 giugno, le sedute delle seguenti Commissioni: I (Affari costituzionali), III (Affari esteri), VIII (Lavori pubblici), IX (Agricoltura), X (Industria).

 

AGGIORNAMENTI

20.17  Sul Ddl scuola al Senato si sta “garantendo una lettura approfondita”. Così, come riporta l’Asca, il presidente della commissione Istruzione Andrea Marcucci (PD). “Stiamo garantendo una lettura approfondita del ddl sulla scuola, come aveva più volte assicurato anche il premier Renzi”. “Finiremo la discussione generale lunedì 9 giugno – ha aggiunto l’esponente del Partito Democratico – e c’è la volontà di stabilire tempi certi anche per i subemendamenti agli emendamenti dei relatori. Presubilmente da martedì 10, compatibilmente con il via libera della commissione Bilancio, cominceremo a votare”.

Pertanto la riunione di venerdì alle 9.30 è stata sconvocata e si è deciso di rinviare gli interventi finali a lunedì pomeriggio (a partire dalle 16). Obiettivo di governo e maggioranza è di chiudere la partita in Commissione entro la prossima settimana.

   

L’8 giugno comincia il blocco degli scrutini

da La Tecnica della Scuola

L’8 giugno comincia il blocco degli scrutini

La protesta unitaria dei sindacati della scuola al ddl di riforma conduce ormai al ‘blocco degli scrutini’

Ultima di una serie di iniziative di protesta il blocco coinvolgerà tutte le classi, escluse quelle terminali del ciclo di studi, nei primi due giorni del calendario degli scrutini fissato da ciascuna scuola. Lo sciopero, proclamato da tutte le sigle sindacali, Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda nonchè da Cobas, Anief e diverse Rsu, si svolgerà quindi in diverse giornate a seconda dei calendari scolastici.

Si comincia, come pubblica l’Andkropns,  l’8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia; il 10 e l’11 per Puglia, Sicilia e Trentino; l’11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana,Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d’Aosta; il 17 e il 18 per l’Alto Adige.

Infine, i Cobas hanno organizzato per il 5 giugno in tutta Italia, in vista dello sciopero degli scrutini, manifestazioni, cortei, spettacoli, feste, giochi e intrattenimenti contro la “cattiva scuola” renziana, i “presidi padroni”, i quiz, e per il ritiro del Ddl.

A Roma un corteo unitario, indetto da alcune Rsu e con la partecipazione di tutti i sindacati che hanno promosso gli scioperi, partirà alle 17.30 dal Colosseo e si recherà a P. Farnese dove si svolgerà (fino alle 24) una “notte bianca” con interventi, spettacoli, teatro, balli e musica di strada, intrattenimenti vari, pizze e gelati per grandi e piccini.

Ddl scuola, ok Commissione Finanze, ma tetto a school bonus e borse di studio

da tuttoscuola.com

Ddl scuola, ok Commissione Finanze, ma tetto a school bonus e borse di studio

Prevedere che lo school bonus sia riconosciuto solo per le erogazioni liberali alle scuole di ogni ordine e grado statali e paritarie “senza scopo di lucro” e che venga posto un limite complessivo all’erogazione del credito d’imposta, destinando le risorse che avanzano all’erogazione di borse di studio sia per scuole statali che per le paritarie.

Questa una delle condizioni contenute nel parere, favorevole, sul ddl Scuola espresso oggi dalla commissione Finanze al Senato.

Sempre riguardo allo ‘school bonus’ la commissione Finanze chiede anche che sia eliminato dall’articolo 17 il riferimento agli “interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti” tra quelli per cui sia possibile fruire di un credito di imposta in caso di erogazioni liberali.

La seconda condizione contenuta nel parere della commissione Finanze chiede semplicemente di coordinare la disposizione (sulle detrazioni Irpef delle spese scolastiche, dalle scuole dell’infanzia in poi) con quanto disposto dall’articolo 15 del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi).

Ddl scuola, il Pd cerca una maggioranza al proprio interno

da tuttoscuola.com

Ddl scuola, il Pd cerca una maggioranza al proprio interno

Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, riporta l’agenzia di stampa Public Policy, durante la riunione del gruppo del Partito democratico a Palazzo Madama, che si è tenuta ieri sera proprio sulla riforma della scuola, gli interventi degli esponenti della minoranza sono stati molto duri. Il malcontento però, viene raccontato, serpeggia in tutto il gruppo e anche per questo la riunione ieri sera è stata sospesa a 10 interventi dalla fine, per essere aggiornata al prossimo martedì. Ovvero il giorno dopo dell’annunciata direzione post elezioni, che dovrebbe appunto tenersi lunedì.

Complici anche i numeri in commissione, che con l’uscita dalla maggioranza di Tito di Maggio (passato da Gal ai fittiani), sono sempre più sul filo di lana, mediare con la minoranza è quasi obbligatorio. In commissione dovrà arrivare un componente aggiuntivo di Gal, ma comunque i rapporti tra maggioranza e minoranza sono di 13 a 12. Ma nei 13 della maggioranza ci sono anche Corradino Mineo e Walter Tocci, della minoranza, che, se decidessero di non votare con il resto del partito, manderebbero sotto la maggioranza.

I pontieri, si apprende, sono quindi all’opera per trovare un punto di mediazione e convincere la minoranza a ricompattarsi, approvando alcune delle modifiche da loro proposte ed evitando così in primis che si vada allo scontro diretto e che la riforma della scuola finisca per essere affossata.

D’altra parte la minoranza Pd chiede proprio questo: che si proceda con le assunzioni subito e si rinvii il resto della riforma dopo un pesante restyling complessivo. Le trattative per evitarlo sono però in corso.

Tra le richieste di modifica che stanno più a cuore alla minoranza c’è la modifica dei ‘super poteri’ dei presidi e la riscrittura dell’articolo 10 sul piano straordinario delle assunzioni, in particolare per aprirlo agli abilitati Tfa e perché le risorse messe a disposizione vengano utilizzate tutte per fare non 100mila ma 138mila assunzioni.

Altri emendamenti propongono che gli sgravi oggi previsti dal ddl per le scuole private siano sostituiti con un programma di borse di studio; che gli ispettori non vengano presi da altre amministrazioni, bensì siano dei presidi ormai fuori ruolo; e che per i posti vacanti ci siano chiamate a cattedra, al di fuori del piano triennale.

In commissione Istruzione, intanto, la giornata di oggi è tutta dedicata al seguito della discussione generale. Questa sera poi un ufficio di presidenza fisserà le prossime tappe. Allo stato attuale i voti sugli emendamenti in commissione (2.200 compresi 4 dei relatori che riscrivono gli articoli 1,2,3 e 8) sono attesi all’inizio della prossima settimana. Per votare servono però i pareri della commissione Bilancio, che non dovrebbero arrivare prima di martedì.

La sfida degli scrutini

da tuttoscuola.com

La sfida degli scrutini

Con esclusione delle classi terminali di ciclo, gli scrutini finali sono nel mirino degli scioperi proclamati per i primi due giorni delle operazioni, per l’intera giornata secondo i Cobas e per la prima ora secondo i cinque sindacali.

In particolare, questi ultimi hanno diffuso una particolareggiata informativa sulle modalità di partecipazione allo sciopero con l’obiettivo di ottenere il massimo risultato con il minimo dispendio di adesioni (e di ritenute sullo stipendio).

Partendo, infatti, dalla considerazione che in sede di scrutinio il consiglio di classe è organo perfetto e deve operare con tutti i suoi componenti, viene suggerita l’astensione di un solo docente per ogni consiglio di classe in modo da impedire in forma generalizzata l’effettuazione delle valutazioni degli alunni.

Il dettaglio delle indicazioni, accompagnato anche da alcune FAQ esplicative, lascia intendere che i sindacati contano di ottenere un risultato di grande rilievo per dimostrare la validità delle loro tesi con la condivisione dell’intera categoria.

L’Associazione Presidi (ANP) dal canto suo ha fornito controindicazioni per aiutare i dirigenti scolastici a contenere o annullare lo sciopero degli scrutini.

Innanzitutto l’ANP contesta la formula dello sciopero a ‘scacchiera’ con un docente astenuto per ciascun scrutinio che bloccherebbe per tutta la giornata (e non quindi per la prima ora come affermato) ogni operazione di scrutinio.

Per aggirare il blocco l’ANP consiglia di anticipare la convocazione degli scrutini a prima del termine delle lezioni, in quanto da quest’anno non hanno più effetto le disposizioni contenute nel Testo Unico del 1994 (abrogate dal decreto legislativo 226/2005) che, soltanto per le superiori, prescrivevano di effettuare gli scrutini finali al termine delle lezioni.

Per tranquillizzare i dirigenti scolastici, l’ANP ricorda che “anticipare gli scrutini non costituisce comportamento antisindacale, perché le norme cui fanno riferimento sono invalide e la vigilanza sull’osservanza degli ordinamenti spetta all’Amministrazione e non al sindacato”.

Più che una sfida, quella degli scrutini sembra una guerra.

Premiazione Articolo 9 della Costituzione

La cultura e il patrimonio storico e artistico per superare la crisi.
Idee, proposte e creatività nei lavori realizzati dagli studenti per il Concorso e Progetto nazionale Articolo 9 della Costituzione. Le premiazioni alla Camera dei Deputati con il saluto della Presidente On. Laura Boldrini e in diretta streaming nel sito webtv.camera.it

Venerdì 5 giugno ore 11 – Roma, Camera dei Deputati: cerimonia di premiazione dei migliori prodotti realizzati nell’ambito del Progetto.

No alla crisi e alla sfiducia, sì allo spirito di iniziativa e alla cultura per batterle. Dal recupero di monumenti dimenticati alla riscoperta di antichi mestieri e delle tradizioni locali, fino al turismo sostenibile nei piccoli centri rurali: sono queste alcune delle esperienze proposte dagli studenti nell’ambito del Concorso e Progetto nazionale Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico e artistico.

L’iniziativa, rivolta alle scuole secondarie di primo e secondo grado con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni alla cittadinanza attiva e responsabile, negli anni è andata sempre più affermandosi presso le scuole. Un record infatti di iscrizioni, quest’anno: nell’a.s.2013-14 le classi partecipanti erano 383 (147 della scuola secondaria di primo grado, 236 della secondaria di secondo grado), in quest’ultimo a. s. sono state 673 le classi che hanno aderito alla proposta (276 e 397, rispettivamente del primo e del secondo grado), con un incremento in media di oltre il 70 per cento.

Un successo per gli organizzatori e per chi ha creduto nella scelta: giunto alla sua terza edizione, il progetto è promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Domenica de Il Sole 24 Ore; media partner Rai Cultura e Rai Radio3.

Oltre 13 mila allievi italiani, provenienti da 350 scuole in tutto il territorio nazionale e anche all’estero, si sono cimentati in ricerche e progetti partendo da un’idea, ma guardando ad una sua possibile realizzazione nel loro territorio. Per dimostrare la bontà del progetto tutti hanno prodotto un breve video e raccontato il percorso di studio compiuto per realizzarlo.
La preparazione è stata inizialmente sostenuta da un ciclo di lezioni-conferenze in diverse città, in luoghi di grande valore storico e artistico, tenute da autorevoli esponenti della scena contemporanea e trasmesse in diretta nel sito internet del progetto www.articolo9dellacostituzione.it.

La formula del progetto, che unisce l’apprendimento di contenuti nuovi con la ricerca e la creazione di prodotti originali da parte degli studenti, è probabilmente alla base del gradimento da parte delle scuole:

«Mi ha incuriosito da subito, ma non pensavo che nel realizzare un semplice video con una classe si sviluppassero tante occasioni per forme di didattica alternativa che vedono in campo le più alte finalità educative. Il progetto ha creato l’occasione per sviluppare una maggiore coesione all’interno del gruppo classe e un rapporto più dinamico e aperto con l’insegnante. Penso – e spero –  che il sentirsi parte attiva nella tutela di alti ideali culturali abbia contribuito a formare un maggiore senso civico, un maggiore rispetto dell’arte e della cultura in tutte le sue forme, compresa quella musicale che tanta parte ha nel lavoro che abbiamo realizzato, e una più alta considerazione dello spirito di collaborazione, che insieme convergono, a nostro parere, nel creare le condizioni per quel superamento della crisi che è il tema proposto per il concorso di quest’anno». Così per esempio la docente S.B. di un liceo classico di Firenze, uno dei tanti docenti che hanno voluto commentare il percorso proposto dal Miur e dalle altre istituzioni organizzatrici.

Le classi iscritte hanno avuto l’opportunità di partecipare a numerose visite didattiche in musei e gallerie nazionali, biblioteche, archivi pubblici e privati, condividendo un’esperienza di grande coinvolgimento che ha aperto a idee, prospettive e concreti percorsi di lavoro, a partire dalle risorse presenti nel proprio territorio. In questi mesi i partecipanti si sono inoltre confrontati sulle possibilità di superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico-artistico. Al di fuori dell’aula e con il supporto dei loro insegnanti si sono messi in gioco in prima persona: da protagonisti, davanti alla telecamera, hanno raccontato il loro impegno a favore della comunità. Ecco l’apertura e auto-gestione di una biblioteca da tempo chiusa al pubblico, oppure il riuso di un edificio storico abbandonato a favore dell’aggregazione, ma anche l’ideazione di itinerari e l’organizzazione di vere e proprie visite guidate per approfondire la conoscenza del patrimonio storico e artistico che ci circonda.

Tutti visibili nel sito internet del progetto, sono oltre duecento i video della durata massima di 5 minuti presentati dagli studenti, che hanno saputo esplorare in modo personale, attento e appassionato punti di vista nuovi, soluzioni inedite e buone pratiche, da discutere e condividere con la comunità degli adulti.
Gli studenti delle scuole secondarie di primo grado dovevano presentare, in video o con il solo audio, aspetti più e meno noti del loro territorio; quelli delle secondarie di secondo grado dovevano proporre un progetto, concretamente realizzabile, che prevedesse delle positive ricadute sullo stesso territorio, ai fini del superamento dell’attuale crisi. Comune agli obiettivi di entrambe le sezioni è quindi l’intento di favorire l’osservazione e i comportamenti partecipi e responsabili, lo spirito di iniziativa e la fiducia nella cultura e nella scuola quali strumenti per affrontare le sfide del mondo di oggi.

I lavori sono quindi stati giudicati in due momenti distinti applicando i principi dell’educazione tra pari (peer education), altro elemento questo di originalità del progetto “Articolo 9 della Costituzione”.

Nella fase di preselezione dei lavori i prodotti delle scuole secondarie di secondo grado sono stati infatti valutati dagli studenti dell’Università Bocconi di Milano e del Corso di Laurea Economia e Gestione delle Arti e della Attività Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ogni clip elaborata dagli istituti secondari di primo grado è stata invece esaminata dagli allievi delle scuole superiori. Dopo queste due prime fasi, necessarie per selezionare i “finalisti”,  l’individuazione dei sei vincitori, tre per ciascuna sezione, è avvenuta per opera  di una Giuria composta da studiosi ed esperti, da rappresentanti dell’università e del giornalismo.

I nomi delle scuole e delle classi vincitrici verranno annunciati venerdì 5 giugno alle ore 11 a Roma, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati
La cerimonia sarà trasmessa in streaming nel sito webtv.camera.it.

In collegamento, durante la premiazione, anche gli studenti della scuola italiana all’estero Fundação Torino, di Nova Lima (Brasile), che racconteranno la loro esperienza di partecipazione al concorso.

Tra i premi previsti, oltre a una creazione artistica raffigurante il logo del progetto, vi sarà anche quest’anno la possibilità di vedere trasmessi gli elaborati prodotti dalle classi attraverso programmi televisivi, radiofonici, social network e altri canali della comunicazione.

Il giorno precedente, giovedì 4 giugno, alle ore 15, al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano, gli studenti delle classi finaliste incontreranno i rappresentanti delle Istituzioni e la giuria nazionale in una tavola rotonda dedicata ai temi del concorso e ai lavori realizzati; alle ore 21 presso la Sede didattico residenziale di via Veientana del Dipartimento per le politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie incontro con gli studenti sul tema “Promuovere la cultura perché …”.

Si ringraziano i relatori delle lezioni-conferenze e i membri della giuria.

I relatori delle lezioni-conferenze: Gustavo Zagrebelsky, Remo Bodei, Tito Boeri, Raffaele Cantone, Mario Castoldi, Aldo Cazzullo, Cristina Collu, Paolo Conti, Luciano Corradini, Giuseppe De Rita, Paola Dubini, Paolo Fallai, Giuseppe Fiengo, Giovanni Maria Flick, Alessandro Laterza, Serge Latouche, Marco Magnani, Armando Massarenti, Laura Olivetti, Giulio Sapelli, Francesco Scoppola, Marino Sinibaldi.

I membri della giuria: Consuelo Amato, Luigi Bertolo, Iolanda Cardarelli, Mario Castoldi, Cristiana Collu, Paolo Conti,  Paola Dubini, Armando Massarenti, Eugenio Occorsio,  Paola Orlandini, Elisabetta Parisi, Michele Tamma, Stefano Ribaldi, Giovanni Rizzoni.