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Incontri con le famiglie nell’Istituto Comprensivo

Incontri con le famiglie nell’Istituto Comprensivo

Istituto Comprensivo Statale “G. Galilei”, Pesaro

Istituto Comprensivo e Territorio

Istituto Comprensivo e Territorio

di Angelo Cobino

La Scuola, nel suo ruolo di agenzia primaria di formazione e servizio, ha l’obiettivo di fornire risposte alte e precise alle attese della società che la esprime e la mantiene. La conoscenza di tali attese avviene attraverso un continuo confronto con la sua utenza e con la costruzione di una rete di relazioni sempre più strette con il territorio di appartenenza.

Con il progetto che viene presentato, si intende utilizzare come risorsa educativa il comprensorio, tenendo conto delle relazioni con il sistema sociale e produttivo.

La scuola, che si apre alle realtà del territorio stabilisce con questo un nesso di appartenenza radicato e concreto. Fare scuola utilizzando il territorio favorisce l’incontro diretto (non solo emotivo ma anche cognitivo e operativo) degli studenti con le diverse componenti presenti sul complesso organismo che chiamiamo territorio.

Aprirsi al territorio offre la possibilità di potersi confrontare con la realtà locale in tutta la sua complessità di essere coinvolti operativamente ed emotivamente in esperienze fortemente legate al proprio ambiente, attraverso modalità di lavoro che permettano di formulare ipotesi, di cercare risposte, utilizzando una pluralità di fonti, di punti di vista.

Utilizzare il territorio come luogo di insegnamento/apprendimento ha come obiettivo generale quello di costruire una scuola sempre più adeguata nel preparare cittadini autonomi e responsabili, capaci di confrontarsi con la complessità ambientale ed in grado di proporre eventuali soluzioni, superando il senso di impotenza per acquisire la consapevolezza di essere soggetti attivi per la costruzione di un futuro sostenibile.

Da questa breve analisi emergono un insieme di bisogni formativi che la scuola di ogni ordine e grado, come agenzia educativa, dovrebbe garantire.

Essi appaiono di natura diversa: dai bisogni comunicativi e cognitivi, a quelli metacognitivi, dinamico-relazionali e di socializzazione.

Fra gli obiettivi trasversali, interdisciplinari che la scuola dovrebbe con urgenza perseguire attraverso gli insegnamenti disciplinari risultano prioritari:
– saper comunicare a livello dinamico-relazionale con i simili e gli adulti: si intende il livello della comunicazione interpersonale fra soggetti diversi negli aspetti psicologici, culturali, emotivi.
– riacquistare identità, coscienza del proprio ruolo nel gruppo e nella società.

Ciò implica un graduale sviluppo dell’io nel rapporto relazionale con la realtà:
– sentirsi persona con i propri pensieri, sentimenti, emozioni, sensazioni, cultura, visione del mondo
– avere coscienza della propria dimensione emozionale e prerogativa essenziale per sviluppare la consapevolezza del valore della persona e della solidarietà
– stimolare all’idealità come attitudine al fare e al saper integrarsi abbandonando le forme egoistiche di individualismo, di solitudine, di intolleranza.
– acquistare fiducia in sé stesso, in relazione agli altri e al mondo in cui si vive
– educare all’autonomia, alla creatività, alle libere scelte individuali
– educare alla legalità, al rispetto delle regole in uno spazio di sana convivenza democratica
– educare al vivere civile, al rispetto e alla tolleranza verso l’altro

Il progetto denominato “Per una cultura della legalità nella Comunità territoriale”, si rivolge a tutti gli studenti ed è finalizzato a creare degli avamposti della legalità, secondo lo statuto elaborato dalla BIMED.

Grazie a tale iniziativa, i giovani hanno la possibilità di vivere la scuola in un’ottica diversa, migliorare la vita all’interno della scuola, favorire l’aggregazione, la socializzazione, la comunicazione, prevenire il bullismo, la dispersione scolastica, i disagi, aumentare nei giovani l’autostima ed il senso di appartenenza e di offrire loro occasioni per una crescita umana, culturale, civile e sociale o solo semplicemente per scambiarsi esperienze o anche problemi. In tal senso i giovani possono sviluppare una nuova sensibilità sociale, attenta e disponibile verso le questioni legate al contesto territoriale; una cittadinanza attiva in grado di tradursi in impegno concreto; un accrescimento del livello di partecipazione alle esigenze della comunità territoriale e ai bisogni emergenti nello specifico contesto territoriale.

Il tema dominante di tutte le attività progettuali sarà l’educazione alla legalità intesa come rispetto delle regole, rispetto del territorio e della vita associativa. In tal senso i docenti delle scuole coinvolte fanno riferimento alla Direttiva del Ministero della P.I. del 16.10.2006 “Linee di indirizzo su cittadinanza e legalità”.

Esse, infatti, riportano l’attenzione sull’unitarietà degli interventi educativi progettati nel POF ed indirizzati a far in modo che “la scuola diventi una comunità in cui si cresce sul piano umano e culturale, si fa esperienza di convivenza civile e solidarietà nel rispetto delle singole individualità e delle tante storie personali,… si promuovono tutte le condizioni per far si che la legalità e la democrazia siano una pratica diffusa nella comunità scolastica e nei processi di apprendimento con l’obiettivo di formare cittadini e cittadine solidali e responsabili”.

La legalità a scuola può essere vissuta attraverso la condivisione delle regole, la partecipazione alle scelte e alle decisioni, la capacità di saper discutere, valutarsi e valutare, di saper confrontarsi, di dialogare e di vivere le relazioni.

1. Obiettivi
La scuola nel suo insieme è legalità: essa va intesa non come un “momento”, seppure importante della vita d’ognuno di noi, ma come il luogo in cui per la prima volta ci si confronta con altri, dove bisogna rispettare alcune norme ed avere una precisa condotta.
La scuola è la prima grande istituzione da rispettare e da rafforzare, è nella scuola che avviene il passaggio di consegne tra le generazioni e dove ci si trova a svolgere un ruolo attivo in una comunità.
Per queste ragioni pensiamo che “l’istituzione scuola” possa essere protagonista nella diffusione della cultura della legalità e della democrazia, per una migliore convivenza tra diversi, nel rispetto delle regole, e per una società più giusta.
Partendo da tali considerazioni gli obiettivi generali del progetto, legati ai diversi interventi sono:

  • “fare comunità” nel territorio con momenti di incontro e condivisione tra diversi soggetti;
  • diffondere una cultura di aggregazione e di rispetto tra le persone;
  • accrescere il senso di responsabilità negli studenti attraverso la comprensione delle regole sociali e civili e quindi al rispetto della legalità (diritto di cittadinanza);
  • valorizzare le regole della convivenza civile, l’importanza della partecipazione e il corretto rapporto con la società e le Istituzioni;
  • promuovere una cultura organizzativa nelle scuole che sono chiamate ad interagire con soggetti esterni;
  • sviluppare il senso di appartenenza alla realtà scolastica;
  • valorizzare la cultura giovanile;
  • affermare positivamente le caratteristiche individuali;
  • imparare a lavorare e a decidere in gruppo;
  • sviluppare l’autocontrollo, il rispetto delle strutture, degli spazi e la responsabilizzazione degli impegni assunti;
  • acquisire competenze comunicative linguistiche, anche di tipo multimediale;
  • creare momenti di confronto su tematiche che interessano gli studenti;
  • sviluppare la propria creatività;
  • sviluppare un senso di maggior rispetto delle regole e delle istituzioni;
  • aumentare il senso di coesione sociale attraverso lo sport;
  • far conoscere agli studenti i compiti delle forze dell’ordine e delle istituzioni di tutela del cittadino e valorizzare il loro ruolo nella società;
  • avvicinare il mondo della scuola e le forze dell’ordine;
  • sviluppare un legante efficace e duraturo tra coscienza collettiva e bellezze artistico-territoriali;
  • educare alla tutela attiva del paesaggio;
  • educare alla fruizione delle risorse culturali del territorio;
  • promuovere la conoscenza della cultura locale attraverso lo scambio ed il confronto;
  • sviluppare sensibilità ed interesse verso la conoscenza e la tutela delle risorse territoriali.

Organi Collegiali nell’Istituto Comprensivo

Organi Collegiali nell’Istituto Comprensivo

di Marisa Bracaloni

“Nel momento in cui abbiamo deciso di diventare genitori abbiamo scelto di andare incontro ad una sfida, tra le più importanti e difficili di tutte: l’educazione, la crescita e la formazione della generazione futura.”
È una frase  scritta da un gruppo di genitori e pubblicata sul sito di un Istituto Comprensivo. A ben vedere questa affermazione potrebbe anche  appartenere ad  un gruppo di docenti  ; per questo, scuola e genitori sono legati dallo stesso fine e  per questo non si dovrebbe  solo parlare di partecipazione , ma anche di cooperazione, sostegno, azione congiunta. Questo ci porta a capire perchè sono ancora attuali quei  Decreti Delegati che diedero vita alla partecipazione  dei genitori e perché si continua a  discutere e a scrivere sull’argomento.Dietro l’istituzione  degli Organi Collegiali nel 1974 , c’era una grande idea : mettere al centro del processo educativo il bambino  con i suoi problemi e coinvolgere  tutti gli interessati, genitori e insegnanti in primo luogo , per promuoverne la formazione completa.In più di trenta anni molti pedagogisti hanno scritto libri su questo  possibile collegamento tra scuola e  famiglia , cercando strade sempre nuove e ribadendo la necessità del passaggio di una scuola chiusa  e autoritaria ad una comunità partecipativa.Quindi il primo punto è quello di mettere al centro delle azioni il bambino, il successo formativo dell’alunno. Gli Organi Collegiali sono in funzione del bambino; sono finalizzati a migliorare il percorso formativo dell’alunno  e  questa finalità dovrebbe essere sempre evidenziata per ogni azione. I  protagonisti sono i bambini  e non gli adulti.

Secondo punto
Dal 70 ad oggi siamo passati dalla contestazione all’informazione, alla partecipazione ,all’idea di comunità.Vorrei ricordare al proposito l’incessante riflessione di Luciano Corradini il quale ha sempre sostenuto l’idea della scuola come comunità, a cui si assegnano compiti di cittadinanza e in cui , attraverso un confronto , si stabiliscono funzioni e doveri ( ricordiamo lo statuto degli studenti e le studentesse, il patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia…) .E’ importante e necessario partecipare al processo formativo  per realizzare funzioni di democrazia e cittadinanza :in particolar modo la famiglia, prima responsabile dell’educazione dei figli, dovrebbe collaborare per consolidare una formazione civile secondo i principi della Costituzione . I principi della Costituzione dovrebbero essere la  guida del patto sociale che motiva e avvalora gli organi collegiali. Corradini scrive :“…le scuole dell’autonomia potrebbero trovare le radici di un impegno educativo a 360 gradi proprio nella Costituzione, che, se sperimentata e portata ad ordinamento, diventerebbe in tal modo, anzitutto per i docenti e poi per gli studenti e per i genitori, la mappa valoriale organica in base alla quale affrontare le diverse problematiche educative, più o meno “emergenziali”, che la scuola si trova ad affrontare nei diversi contesti sociali e istituzionali.
In conclusione la scuola è una comunità che opera la crescita del fanciullo e  interagisce con la comunità civile per appropriarsi e farsi portatrice dei valori di cittadinanza. Valori che sono tanto più importanti ora , al momento che  si pone l’emergenza  educativa di cui si parla da tempo. Vorrei a questo proposito citare un interessante articolo di Marco Rossi Doria pubblicato sull’Unità del 7 settembre 2010, in cui si mettono in luce le esigenze di una relazione rinnovata nel rispetto e fiducia reciproca .Egli sostiene che  “ è saltato il patto tra scuola e famiglia, per cui la riforma deve partire da qui “
“…Sono cambiati per sempre i fondamenti sui quali si è a lungo basata la scuola. Infatti è saltato il patto implicito tra scuola e famiglia. Manca, più in generale, il patto tra adulti. Che sta alla base del rivolgersi alle nuove generazioni con vero rispetto e autorevolezza. I docenti di oggi non possono più dare per scontato l’accordo con i genitori dei propri alunni com’è stato per decenni. Né possono farlo gli allenatori sportivi, i capi scout, gli animatori delle parrocchie,ecc.
Questa rottura del patto tra adulti ha molte cause che riguardano il nostro comune paesaggio antropologico e vanno ben oltre l’essere di destra e di sinistra e che sarebbe importante dibattere. E tutti constatiamo che è urgente un nuovo patto tra adulti, una risposta innovativa alla «crisi dell’educare».Tutti vediamo che contano enormemente i modelli, spesso privi di contenimento e regola, di consumo, comportamento e relazione veicolati dall’insieme della società. E che influenzano lo strutturarsi di ogni ragazzo, il lavoro di identificazione e differenziazione di ogni adolescente.
Al contempo, i valori dei genitori, non si formano più entro comunità culturalmente omogenee bensì in modi molto differenziati. Il che ha aspetti negativi e anche positivi. Che non possono, però,essere trattati con una bacchetta magica ma, al contrario, richiedono, una rinegoziazione paziente su cosa serve per crescere oggi e imparare a stare al mondo.
E’ tutto questo che si riverbera sul «come si sta a scuola», che davvero non è più qualcosa di scontato. E impone alla scuola di farsi luogo pubblico e cantiere aperto per la rinegoziazione tra adulti e la riscoperta e ricostruzione delle funzioni educative.

Come coinvolgere ?
Come ridare regole?

Gli Organi Collegiali nell’Istituto Comprensivo
La partecipazione dei genitori nell’istituto comprensivo  è  una risorsa  irrinunciabile e  anche diritto per due motivi: per l’obbligo scolastico che impegna alla frequenza     e perché   la durata  dell’Istituto comprensivo   comprende  due fasi della vita   fondamentali alla formazione dell’essere umano:l’infanzia e l’adolescenza.
In questo periodo il bambino si separa  dalla famiglia e entra in contatto con il mondo esterno composto da adulti e coetanei fino alle soglie del delicato momento adolescenziale In questi passaggi cosi critici , sarà fondamentale la presenza  e il supporto della famiglia.Ma in quale modo possono gli organi collegiali favorire questa relazione con la famiglia?
Ci sono  alcune criticità riguardo la  partecipazione dei genitori:  il  Consiglio di Istituto è ritenuto molto impegnativo e troppo numeroso come composizione, i Consigli di interclasse sono   ritenuti inutili  . La maggior parte dei genitori eletti partecipano passivamente, senza entusiasmo, per far piacere agli insegnanti.  Svolgono il loro compito diligentemente partecipando agli incontri , facendo resoconti delle riunioni e informando tutti i genitori, spesso chiedono informazioni sull’offerta formativa e sull’organizzazione , ma tutto ciò non porta risultati significativi alla scuola, anzi alcuni ritengono i consigli di interclasse una  perdita di tempo ed evitano di farsi rieleggere.
Scarsa è la partecipazione alle votazione per il rinnovo degli organi collegiali,in particolar modo  per le votazioni dei rappresentanti di classe ; ogni anno è sempre più difficile  trovare persone disponibili al farsi eleggere e a stare al seggio per le votazioni.

Alcuni suggerimenti:
PROPOSTA  PER IL CONSIGLIO DI ISTITUTO
Dovrebbe essere composto da un numero paritetico e ristretto di persone , esempio tre  docenti e tre genitori rappresentanti di ogni ordine di scuola, il dirigente e un  rappresentante della comunità  delle famiglie.
Non è più giustificata la partecipazione di solo volontariato, pertanto deve essere riconosciuto l’impegno anche attraverso una remunerazione con gettoni di presenza.
Poi sarebbe necessaria la sostituzione dei consigli di intersezione e interclasse con le assemblee di tutta la classe : la fase della riunione collegiale sembra determinante in questo momento in cui è necessario dibattere pubblicamente su alcune questioni educative.L’assemblea è vivace , coinvolgente, stimolante, chiarificatrice.
PROPOSTA  PER L’ASSEMBLEA GENERALE DEI GENITORI
L’assemblea dei genitori della scuola è costituita da tutti i genitori dei bambini iscritti.L’assemblea all’inizio dell’anno elegge, durante una  seduta, il proprio presidente che dura in carica un anno.L’assemblea esamina la programmazione proposta dal collegio docenti ed esprime pareri relativi ad iniziative scolastiche progettate per la qualità dell’offerta formativa.Poi si affrontano via via tutte  le questioni importanti che si incontrano nella vita quotidiana
GLI INCONTRI INDIVIDUALI i con i genitori sono importanti e quindi dovrebbero essere costanti per lo scambio delle informazioni relative al singolo alunno e per valutare il processo di apprendimento.
Infine sarebbero importanti altre iniziative di supporto quali  lo Sportello di ascolto e la Formazione dei genitori.

Merita concludere queste brevi considerazioni sugli  O.O.C.C. con un pensiero scritt0 da un genitore.
“L’insegnante non può educare senza il genitore e un genitore non può fare altrettanto senza l’insegnante. Nell’educazione nessuno oggi è autosufficiente. Perché la scuola funzioni bisogna restituire consenso al sistema educativo. Deve essere una linea da perseguire soprattutto come genitori per il bene dei figli.”

Un buon punto di partenza per cominciare un cammino insieme basato sull’ indispensabile cooperazione con la scuola e l’ esercizio del diritto/dovere delle famiglie alla corresponsabilità educativa.

Commissioni e Gruppi di lavoro negli Istituti Comprensivi

Commissioni e Gruppi di lavoro negli Istituti Comprensivi

di Marisa Bracaloni

Incarichi commissioni e/o gruppi di lavoro/referenti
Per esplicitare in chiave progettuale ed operativa le linee programmatiche del Collegio dei Docenti  ogni anno vengono individuati i  gruppi di lavoro e commissioni, costituiti da docenti di tutte le scuole dell’Istituto.

Le Commissioni e i Gruppi di lavoro si riuniscono per auto-convocazione o su convocazione del Dirigente Scolastico e di ogni seduta viene redatto il verbale delle operazioni.

Sia le Commissioni che i Gruppi di lavoro vengo costituiti  sulla base della disponibilità individuale e vengono deliberati nel “Collegio unitario”, in ogni caso esse hanno un alto valore associativo , favoriscono la conoscenza di tutte le componenti dell’Istituto Comprensivo e  facilitano le relazioni e la collaborazione tra docenti.

COMMISSIONI

Le commissioni sono costituite da docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria ; ne è responsabile la “Funzione strumentale” o un docente referente e si occupano di particolari aspetti correlati al P.O.F. Ad esse viene affidato un incarico specifico da assolvere. Hanno di solito carattere permanente .

Compiti specifici:
– individuare bisogni e problemi relativi al proprio settore;
– analizzare strategie per affrontare/risolvere le problematiche emerse;
– predisporre materiale;
– presentare al Collegio proposte.

Ciascun referente/responsabile in sede collegiale, illustra all’assemblea, in fase di progettazione prima e verifica poi:
– finalità
– obiettivi
– strategie d’intervento
– risultati

Referenti e coordinatori
I docenti referenti e coordinatori svolgono i compiti di seguito elencati:
– Coordinano progettazione, realizzazione, valutazione e documentazione degli ambiti per i quali sono stati nominati
– Convocano, entro il limite di ore che vengono annualmente assegnate in sede di contrattazione di istituto, i componenti della  commissione cui sono preposti
– Verbalizzano gli incontri e registrano le presenze.

Componenti gruppi di lavoro
I docenti componenti di gruppi di lavoro svolgono i compiti di seguito elencati:
– Partecipano attivamente alla progettazione, realizzazione, valutazione e documentazione degli ambiti per i quali sono stati nominati
– Presenziano agli incontri che vengono stabiliti
– Per i docenti referenti e/o coordinatori e per quelli che fanno parte delle commissioni è previsto un riconoscimento economico dal “Fondo d’istituto”.

Commissioni relative alle attività delle funzioni strumentali
Gruppo Area 1 – Gestione POF: aggiorna annualmente il piano dell’offerta formativa e si occupa della progettazione e redazione del “Piano dell’Offerta Formativa” ed è presieduto e coordinato dalla Figura Strumentale Area n. 1;
Gruppo Area 2 – Autovalutazione d’Istituto, Progetto Qualità e Documentazione: si occupa dello studio e dell’attuazione del modello di autovalutazione delle attività di istituto;
Gruppo Area 3 e Area 5 – Continuità/Orientamento – Nuovo obbligo: si occupa, in generale, dei problemi attinenti la continuità tra i diversi ordini di scuola (Scuola Primaria/Scuola Secondaria di 1° grado e Scuola Secondaria di 1° grado/Scuola Secondaria di 2° grado);
Gruppo Area 4 – Attività Multimediale e sussidi didattici: si occupa dell’impiego delle nuove tecnologie multimediali nella didattica e dei sussidi didattici;
Gruppo Area 6 – Coordinamento e gestione degli aspetti educativi e didattici relativi al sostegno e al disagio scolastico: si occupa del coordinamento delle attività di integrazione degli allievi diversamente abili e di prevenzione del disagio scolastico e corsi di recupero.

COMMISSIONI

“Commissione istruttoria funzioni strumentali”: esamina le candidature per F.S.; ha funzione deliberante in presenza  di singole candidature, ha funzione proponente in caso di più candidature per la stessa funzione strumentale.

“Continuità con la scuola dell’infanzia”: ha il compito di approfondire le tematiche relative agli interventi educativi e formativi, alle competenze necessarie per un positivo inserimento nella scuola primaria, al passaggio di informazioni sugli alunni, all’elaborazione di unità didattiche comuni.

“Continuità primaria/secondaria” : ha il compito di elaborare progetti comuni, di monitorare l’iter scolastico degli alunni, di favorire il passaggio di informazioni, anche con la secondaria di 2° grado.

“Orientamento”:  programma e coordina tutte le iniziative di orientamento necessarie per portare l’alunno ad una maggiore conoscenza delle proprie potenzialità, attitudini e interessi.

“Autovalutazione di Istituto e percorsi di miglioramento”: propone  attività volte al miglioramento dell’organizzazione e dei servizi, predispone “Documenti di Autovalutazione” e di “Progetti di Miglioramento”, partecipando anche a Premi e selezioni italiane ed europee.

“Valutazione” Compiti: Prendere visione degli strumenti in uso nell’Istituto in relazione alla valutazione degli alunni e procedere alla loro modifica e/o integrazione (legenda giudizi, legenda voti, modelli per la registrazione degli esiti degli apprendimenti in ingresso, in itinere, a conclusione dell’anno scolastico). Pianificare la raccolta e la documentazione storica degli esiti della valutazione per effettuare, a distanza, confronti ed analisi in merito ai processi.

“Continuità” Compiti: Pianificare momenti di incontro, programmazione, collaborazione e scambio fra i tre ordini di scuola, al fine di realizzare interventi unitari e coerenti che abbiano lo scopo di favorire, nello studente, un percorso di apprendimento completo, armonioso e sereno .Predispone  il curricolo verticale anche attraverso il confronto sui metodi e stili di insegnamento e apprendimento dei tre segmenti formativi.

“Handicap” Compiti: Presiede  alla programmazione generale dell’integrazione scolastica nella scuola e collaborare alle iniziative educative e di integrazione previste dal Piano educativo individualizzato (legge 104/1992, art. 15, comma 2) dei singoli alunni.

“ Attività Multimediale e sussidi didattici”: si occupa dell’impiego delle nuove tecnologie multimediali nella didattica e dei sussidi didattici

“Coordinamento e gestione degli aspetti educativi e didattici relativi al sostegno e al disagio scolastico”: si occupa del coordinamento delle attività di integrazione degli allievi diversamente abili e di prevenzione del disagio scolastico e corsi di recupero.

“Intercultura: inserimento alunni stranieri, mediatori culturali”: progetta percorsi necessari per migliorare l’integrazione degli alunni stranieri da inserire o già inseriti nei diversi plessi, promuove progetti  a  carattere interculturale, predispone l’applicazione del l protocollo di accoglienza.

“Aggiornamento”: si occupa  di svolgere un’indagine ed un’ analisi dei bisogni formative dei docenti :progetta e realizza progetti formativi . Svolge il monitoraggio  per  la valutazione di percorsi formativi; fa la rendicontazione.

“Orario”: organizza  l’orario annuale delle attività curriculari. Organizza le sostituzioni in caso di assenza del personale docente.

“Commissione elettorale”: coordina le attività di organizzazione  per le elezioni dei rappresentanti  degli organi collegiali.

“Commissione alla sicurezza”: sovrintende  e vigila sull’osservanza delle disposizioni in materia di salute  e sicurezza. Collabora con gli esperti alla valutazione dei rischi. Segnala al dirigente scolastico la presenza dei fattori di rischio e, nell’attesa di interventi, adotta tutte le misure cautelative temporanee necessarie per limitare il più possibile la situazione di rischio.

“Commissione  per il turismo: visite guidate e viaggi di istruzione”: redige e revisiona il regolamento per i viaggi di istruzione  e le visite guidate : organizza itinerari  e prende contatti  con le strutture di accoglienza : organizza il piano delle visite annuali.

“Tecnlogica”: coordina i laboratori tecnologici facendo anche l’inventario degli strumenti.

“Gestione sito web”: organizza il materiale da pubblicare sul sito, gestisce il sito web, si occupa dell’acquisto ,gestione e manutenzione  delle apparecchiature informatiche e multimediali.

“Regolamento di istituto”: redige e revisiona il regolamento di istituto, il patto di corresponsabilità e stabilisce le sanzioni.

GRUPPI DI LAVORO

Anche i  Gruppi di lavoro sono costituiti dai docenti dei tre ordini di scuola o da docenti di un solo ordine,hanno il compito di elaborare  ricerche su tematiche di studio e collaborare alla realizzazione di progetti trovando soluzioni adeguate.

“Accoglienza”:  propone attività di raccordo e  la costruzione di unità didattiche.

“Educare al piacere della lettura”: ha il compito di predisporre percorsi di educazione alla lettura e di coordinare la diffusione della lettura stessa nei plessi.

“Educare al piacere della Musica”: ha il compito di promuovere l’attuazione del Curricolo di Istituto attraverso l’aggiornamento e il confronto tra i vari docenti di musica e di stimolare la partecipazione attiva degli alunni all’esperienza della musica come espressione e comunicazione condivisa fra i vari plessi.

“Metodo di studio”: partendo dal curricolo già sviluppato in precedenza, ha il compito di elaborare percorsi didattici riferiti a più discipline rispettivamente per la primaria  e per la secondaria .

“Integrazione degli alunni disabili”: il gruppo, costituito da tutti i docenti di sostegno dell’Istituto e coordinato dal servizio psicopedagogico, ha il compito di confrontarsi sulle modalità e sulle strategie efficaci di integrazione, sui percorsi differenziati, sulla documentazione necessaria rispetto al percorso di apprendimento.

GLH o  GLIC: a norma della L. 104/92 e del D.P.R. 24-02-94, si occupa specificamente degli alunni disabili; è costituito pertanto da tutti i  docenti di sostegno e  dagli insegnanti coordinatori delle classi con alunni diversamente abili. Redige il profilo dinamico funzionale  e il piano educativo individualizzato.
Programma gli interventi in relazione  ai bisogni rilevati  anche con riferimento agli esami finali di valutazione, nel rispetto delle norme vigenti.
Assicura la verifica del piano e l’efficacia del progetto individualizzato.
Predispone la scheda di verifica finale riguardo gli interventi attuati durante l’anno scolastico.

“Educazione ambientale”: elabora  percorsi di educazione scientifica in senso lato, sotto forma di curricolo integrato, in collegamento con le esperienze in atto nella scuola.

GRUPPI DISCIPLINARI: Unità di lavoro collegiale che offrono ai Consigli di classe-interclasse le competenze tecniche didattico-educative attraverso la progettazione del curricolo esplicito e delle unità di apprendimento. Sono costituiti da insegnanti delle medesime discipline, con lo scopo di delineare il pacchetto formativo caratterizzante di una disciplina in maniera omogenea per le classi parallele (curricolo esplicito); ogni Gruppo ha, su indicazione del Dirigente, un docente referente della disciplina, che coordina i lavori e ne riferisce al Capo di Istituto.
Attività dei gruppi
–    programmare, per quanto possibile, l’azione didattica e disciplinare per corsi e classi parallele;
–    definire le scansioni temporali dei moduli e delle unità didattiche, gli obiettivi minimi da raggiungere per ciascun livello, gli strumenti da adoperare per la verifica e la valutazione;
–    predisporre  test di ingresso che ciascun docente potrà  adattare alle proprie specifiche realtà .

Continuità: normativa, basi teoriche e progetti

CONTINUITA’
Normativa, basi teoriche e progetti

di Marisa Bracaloni

E’ numerosa la normativa di riferimento che prevede la continuità fra ordini di scuola. Significative le premesse ai Programmi Ministeriali della scuola elementare del 1985 e della scuola media del 1979 che indicano, come condizione per assicurare ai ragazzi il raggiungimento delle finalità dell’istruzione obbligatoria, la continuità del processo evolutivo.

L’INVALSI con i Progetti Pilota iniziali e con le prove somministrate agli esami di idoneità in seguito, ha evidenziato, già da qualche anno, il grosso problema della valutazione delle competenze per monitorare gli apprendimenti nel passaggio da un ordine di scuola e l’altro.

La Legge Delega n. 53/2003 della Riforma della scuola ha adottato inoltre il portfolio come strumento significativo del percorso scolastico e formativo del ragazzo per documentarne e certificarne le competenze. Ciò significa che è indispensabile un raccordo fra ordini di scuola affinché il percorso si sviluppi in modo armonico.

La necessità di un impegno non parziale ma concorde nel progettare il percorso dei ragazzi si evince anche dal Decreto Legislativo n.59/2004 nel “Profilo educativo, culturale e professionale dello studente (PECUP)
alla fine del primo ciclo di istruzione”.

Le più recenti “Indicazioni per il curricolo”, D.M. del 31/07/2007 e successiva direttiva ministeriale n.68 del 03/08/2007, del ministro Fioroni, fissano inoltre, nelle diverse aree disciplinari, i traguardi per lo sviluppo delle competenze da tenere costantemente all’orizzonte, articolati secondo una logica curricolare.

I diversi ordini di scuola si attivano pertanto per garantire un processo evolutivo unitario, con uno sviluppo coerente, in cui gli obiettivi sono intesi in senso longitudinale e sono visti in evoluzione. Per questo il processo deve prevedere una logica di sviluppo in cui l’obiettivo raggiunto (come, a quale livello), è premessa e base per individuare l’obiettivo da raggiungere successivamente.

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FINALITA’

La “matrice cognitiva”

David Ausubel scrive: “Se dovessi condensare in un unico principio l’intera psicologia dell’ educazione direi che il fattore più importante che influenza l’apprendimento sono le conoscenze che lo studente già possiede. (La “matrice cognitiva”: nota dello scrivente). Accertatele e comportatevi in conformità nel vostro insegnamento”.

Perciò gli insegnanti devono cercare di innestare ed ancorare il proprio lavoro su quanto è stato già fatto, anche se in modo carente, tenendo conto delle conoscenze e competenze che gli alunni hanno già acquisito, anche fuori della scuola, della loro “matrice cognitiva”, valorizzandole, e delle eventuali lacune, cercando di colmarle.

Gradualità e continuità dinamica

Come si afferma nella C.M. n° 339/92, la continuità non è “né uniformità né mancanza di cambiamento; essa consiste piuttosto nel considerare il percorso formativo secondo una logica di sviluppo coerente, che valorizzi le competenze già acquisite dall’alunno e riconosca la specificità e la pari dignità educativa di ciascuna scuola.”

Essa perciò può e deve comprendere anche cambiamenti, diversità e novità originali, fermento di idee e innovazioni significative, valorizzando la creatività sia degli alunni che degli insegnanti, nell’ambito però di “un processo unitario di sviluppo, che si consegue attraverso la continuità dinamica dei contenuti e delle metodologie”, in modo che ”la progressione dei processi di apprendimento e di maturazione dell’ alunno non abbia a subire sollecitazioni innaturali (il troppo difficile) e compressioni artificiose” (il troppo facile).
(Ennio Monachesi)

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I Progetti delle scuole

LA CONTINUITÀ EDUCATIVA

Garantire il diritto del bambino ad un percorso formativo completo che ne assicuri la centralità nell’azione educativa, trova i necessari presupposti nella continuità educativa. Il progetto vuole quindi supportare la formazione di base, valorizzando le competenze che un alunno ha già acquisito e riconoscendo le specificità di ogni ordine di scuola, pur individuandone la diversità dei ruoli e delle funzioni.

Settembre: Incontro tra docenti classi terminali e classi iniziali di ogni grado per:
1. scambio di informazioni/osservazioni specie in presenza di situazioni problematiche;
2. formazioni classi;
3. test ingresso;

Novembre: Incontri per concordare attività di laboratorio:
1. tema
2. criteri
3. modalità
n° 2 incontri

Dicembre
Modulo 1: due  incontri nelle attività curriculari (inizio e avvio progetto), circle-time presentazione del progetto;
1. incontro tra docenti per la presentazione classi;
2. visita guidata all’interno dell’istituto;
3. intervista agli alunni delle classi prime del grado successivo.

Gennaio
Modulo 2: gennaio-maggio  (2 volte al mese)  un giorno che i docenti saranno in servizio prima dell’inizio delle attività di laboratorio saranno previste attività di presentazione e conoscenza dei nuovi ambienti e nuovi docenti;  sono dedicate a queste attività 4 giorni:
1. attività laboratoriale
2. gli alunni di 5 anni della scuola dell’infanzia partecipano alle attività didattiche proposte dall’insegnante (progetto) delle future classi prime della scuola primaria, gli alunni delle V° della scuola primaria partecipano a delle attività didattica dei docenti delle classi I della sc. Sec. di I grado.
Le attività da proporre saranno decise dai docenti che, come da orario, saranno in servizio nel giorno in cui si svolgeranno tali incontri e visite

Maggio
1. Incontro tra le classi terminali e iniziali di ogni grado scolastico, in tale incontro i docenti nelle classi terminali faranno un report sulle competenze finali acquisite dagli alunni;
2. distribuire griglie di verifica-valutazione relative a progetti verticali;
3. distribuire schede di monitoraggio per docenti e alunni

Giugno: Individuazione e scelta tema per progetti “Accoglienza” e “Continuità”

Finalità:

  • favorire un sereno inserimento nelle classi del nuovo ordine di scuola
  • realizzare un raccordo e uno sviluppo prospettico tra i vari ordini di scuola in termini di continuità di obiettivi didattici ed educativi
  • continuità di metodologie di insegnamento/apprendimento (Continuità docente)

Obiettivi formativi:

  • Creare per gli alunni un curriculum che permetta un’acquisizione di competenze che sia graduale e progressiva
  • Promuovere l’agio e prevenire il disagio a scuola
  • Individuare nella presenza di un’insegnante di grado diverso una continuità per la conoscenza di altre figure docenti.

REALIZZAZIONE DEL PROGETTO SCUOLA DELL’INFANZIA-SCUOLA PRIMARIA-SCUOLA MEDIA

Modello organizzativo:

  • gruppi misti di bambini della scuola dell’infanzia e primaria impegnati in attività di laboratorio
  • gruppi misti di alunni della scuola primaria e secondaria impegnati in attività da sviluppare in più ambiti disciplinari,attraverso l’esame di un argomento specifico

Tempi di attuazione:il numero degli incontri sarà compatibilmente all’organizzazione e alle situazioni contingenti degli stessi. Si può prevede un primo modulo operativo nel mese dicembre (accoglienza) e un secondo tra i mesi di gennaio e maggio

Obiettivi specifici

  •   Sviluppare attività di ascolto
  •   Favorire l’ascolto attivo e stimolare la comprensione e la partecipazione attiva
  •   Favorire l’interazione con gli altri, mediante attività di cooperazione (circle-time, cooperative-learning…), in laboratori
  •   Avvicinare l’alunno alla conoscenza di altri strumenti di lavoro (laboratorio multimediale)

Risorse disponibili:

  •   professionali interne: insegnanti dell’istituto.
  •   materiali occorrenti: quello già in dotazione della scuola

Risultati attesi:

  • interesse per i contenuti proposti e partecipazione attiva (per gli alunni)
  • svolgimento delle attività in un contesto laboratoriale e di interdisciplinarità (per gli alunni)
  • collaborazione con gruppi non appartenenti alla sezione o alla classe
  • condivisione di regole (per gli alunni)
  • atteggiamento di fiducia da parte degli alunni nel rapportarsi con insegnanti nuove
  • arricchimento professionale per le insegnanti al fine di elaborare nuove strategie necessarie per un “buon raccordo” tra diversi ordini di scuole.

PROPOSTE PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’

In riferimento ai moduli operativi di cui sopra le proposte si possono riassumere nei seguenti punti:

1° modulo (dicembre): “accoglienza” degli alunni della scuola primaria agli alunni della scuola dell’infanzia. Gli incontri potranno essere caratterizzati da giochi di conoscenza tra gli alunni e dell’ambiente scolastico. “Accoglienza” degli alunni della scuola secondaria I grado agli alunni della scuola primaria.
2° modulo (da gennaio a maggio): si propone di svolgere attività laboratoriale:

  • esempio giornalino su carta riciclata su: gli antichi sapori
  • mostra finale di prodotti tipici con cartelloni attraverso la costituzione di laboratori: grafico-pittorico (laboratorio immagine), lettura-drammatizzazione, psicomotorio, lingua straniera e informatica. E di altre discipline interessate al progetto.

Verrà consegnata scheda di sintesi per progettare le attività dei plessi, nella sede d’incontro dei gruppi operativi.

I TEMPI E I MODI DELLA COLLABORAZIONE TRA GLI ORDINI DI SCUOLA

1) Continuità ed accoglienza (raccordo pedagogico- curricolare-organizzativo)
Classi ponte: sezioni 5 anni con classi prima primaria
Ultimo anno scuola primaria con classi prime medie.
Incontri nei mesi di novembre – dicembre tra gli insegnanti delle classi ponte per la ricerca e la definizione d’aree tematiche sulle quali progettare gli interventi di continuità.
Attività preparatorie gestite dagli insegnanti in stretta relazione con la programmazione educativa e didattica delle singole scuole.
A partire da dicembre, realizzazione delle attività preparate e concordate, con i gruppi misti di alunni (appartenenti alle classi ponte); tali gruppi potranno essere gestiti alternativamente dagli insegnanti dei due ordini di scuole.
Documentazione dell’attività svolta: schede di sintesi del progetto e scheda di autovalutazione

2) La trasmissione e lo scambio di informazioni tra una scuola, e l’altra al fine (principalmente) della formazione delle classi prime, con le seguenti fasi operative:

A) Colloquio a fine anno scolastico, fine maggio/giugno, tra insegnanti di scuola primaria, insegnanti di scuola media e infanzia, per raccogliere e fornire informazioni sui singoli alunni, sui possibili raggruppamenti, onde formare classi prime eterogenee in maniera equa
B) Colloqui tra insegnanti delle classi prime ed insegnanti delle classi di provenienza entro il primo mese di scuola al fine di raccogliere informazioni sugli alunni erano abituati, prima dell’ingresso nel nuovo ordine di scuola.

3) Attività di orientamento: la commissione continuità provvederà e curerà la progettazione di attività di accoglienza per i genitori degli alunni che frequenteranno le classi prime.

4)Attività e metodologia: prevede la realizzazione operativa delle varie esperienze progettuali con momenti di incontri fra docenti ed alunni appartenenti alle classi degli anni-ponte:

  • Progetto “accoglienza”: progetto dell’ istituto inteso come offerta educativa strutturata per dare continuità all’esperienza di vita del bambino da attuarsi all’inizio dell’anno scolastico e da proseguire come percorso e momento di “socializzazione-di crescita-di valorizzazione delle diversità” degli alunni e delle rispettive famiglie
  • Progetto “continuità”: inteso come momento mediatore di continuità con la funzione di presentazione del bambino, di risposta al suo bisogno di sicurezza, di avvio alle prime attività nella scuola primaria e scuola secondaria I grado, con contenuto di tipo emotivo-affettivo-relazionale e di valorizzazione delle esperienze pregresse;
  • coinvolge i docenti di scuola dell’infanzia (che lo realizzano con i bambini) e i docenti delle classi prime,
  • coinvolge i docenti delle classi quinte della scuola primaria, con le insegnanti delle prime della scuola secondaria I grado.
  • Documento di valutazione degli alunni.

Verifica e Valutazione

  • La verifica dei progetti e della loro applicazione sarà realizzata sui prodotti ottenuti, in veste cartacea, creativa o multimediale, sull’efficacia e sull’interesse suscitato negli alunni impegnati.
  • Modalità di valutazione

L’insegnante verificherà in itinere e alla fine i risultati raggiunti mediante un questionario di monitoraggio.

“Continuità’ Orizzontale”
Per favorire una maggior apertura della scuola alle famiglie, creare spazi di condivisione e nuovi canali di comunicazione ed incontro, per promuovere un’interazione tra la scuola ed i servizi presenti sul territorio, sono previsti, oltre agli incontri programmati (assemblee, colloqui individuali, consigli d’interclasse ed intersezione):

  • coinvolgimento di operatori esterni alla scuola in attività collegate ai Progetti
  • attivazione nei plessi delle scuole per l’infanzia di varie iniziative per promuovere un maggior coinvolgimento delle famiglie:

Regolamento di istituto, organigramma, decalogo per i genitori della scuola dell’infanzia, bacheca con materiale informativo, cartello pedagogico-didattico, cartellone esplicativo sull’impianto organizzativo della scuola, mostre di fine anno ecc.

  • nell’ambito del Progetto accoglienza, incontro nel mese di maggio, con i genitori degli alunni nuovi iscritti per presentare il progetto stesso, l’impianto organizzativo della scuola, offrire informazioni anche pratiche e favorire una prima reciproca conoscenza ed un sereno inserimento dei bambini, alleviando ansie e tensioni.

Istituto Comprensivo di Marrubiu
Progetto Continuità tra la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria

MOMENTI CARDINE DEL PROGETTO CONTINUITA’

  •   Incontro tra i bambini in uscita della scuola dell’infanzia e gli alunni delle classi prime della primaria. L’incontro ha lo scopo di aprire una finestra sulla nuova realtà scolastica in cui fra qualche mese i bambini di 5/6 anni saranno immersi, cercando di diminuire la tensione che inevitabilmente viene determinata da ogni passaggio.
  •   Incontro tra i bambini in uscita della scuola dell’infanzia e gli alunni delle classi quinte della primaria per conoscere spazi, personale e organizzazione della scuola primaria.
  •   Attività didattiche in comune tra gli alunni delle classi ponte.

PROGETTIAMO L’ INCONTRO CON I BAMBINI DELLE PRIME
L’attività nella scuola dell’infanzia ha avuto inizio il giorno precedente l’incontro, con la progettazione da parte dei bambini di alcuni aspetti della festa.
I bambini hanno deciso insieme come strutturare gli spazi e addobbare l’aula, inoltre hanno formulato alcune domande da porre ai compagni e alle maestre della primaria.
Abbiamo deciso di trasformare l’aula così: appendiamo i palloncini e le bandierine, mettiamo i brillantini nei mobili e le cose da mangiare sui tavoli.

SONO ARRIVATI A SCUOLA I BAMBINI DELLE PRIME
L’arrivo delle classi prime nella scuola dell’infanzia è stato vissuto con trepidazione ed entusiasmo.
L’incontro ha permesso ai bambini di comprendere meglio come sia strutturata la giornata scolastica nelle classi prime, quali siano le regole da rispettare e le attività da svolgere.
Stiamo appendendo bandierine e palloncini in aula prima che arrivino i bambini di prima.
Stiamo preparando il cartellone da appendere alla porta con scritto “Benvenuti bambini delle prime”
Siamo seduti in aula insieme ai bambini delle prime e alle maestre, loro ci spiegano tutte le cose della prima.
Un bambina di prima ci sta facendo vedere i libri che ha nello zaino
Stiamo facendo la merenda insieme
Stiamo regalando ai bambini delle prime un cuore di carta che abbiamo fatto

SIAMO ANDATI NELLA SCUOLA ELEMENTARE
Il secondo incontro è avvenuto nei locali della scuola primaria e ha visto coinvolti i bambini in uscita dell’infanzia e le classi quinte. Fulcro dell’incontro è stata l’attività svolta da alcuni alunni delle quinte che in qualità di tutor hanno spiegato ai compagni più piccoli l’organizzazione scolastica, mostrato spazi e presentato personale.
Un bambino di quinta ci stava aspettando per accompagnarci nella sua classe.
Siamo con la Dirigente e con una bambina, loro ci spiegano le cose della scuola.
Il bambino di quinta ci sta portando a vedere la scuola primaria, ci sono tante classi e c’è anche l’ascensore.
Nella scuola c’è una palestra molto grande e dentro ci sono dei bambini stanno facendo un percorso.
Abbiamo conosciuto una signora che ordina i giocattoli
Quando stavamo andando via i bambini della scuola media ci hanno salutato dalle finestre

LAVORIAMO INSIEME CON I BAMBINI DELLA PRIMA
I bambini delle classi ponte si sono incontrati nella scuola primaria dove hanno ricevuto una lettera scritta da un personaggio fantastico (uno gnomo) che chiedeva loro aiuto per annullare un incantesimo (la scomparsa del bosco ad opera di una strega).
I bambini hanno quindi operato per aiutare lo gnomo seguendo le indicazioni da lui stesso date. Ciò ha determinato la realizzazione del progetto di un bosco su alcuni cartelloni (i bambini dei due ordini di scuola hanno operato congiuntamente), la predisposizione dei diversi elementi dello stesso (i bambini dei due ordini di scuola hanno operato separatamente) e la strutturazione di un grande pannello con il bosco (i bambini dei due ordini di scuola hanno operato congiuntamente).
Il pannello è stato fotografato e la foto inviata allo gnomo.
Al termine del percorso intrapreso i bambini della scuola primaria hanno ricevuto una lettera di ringraziamento da parte dello gnomo mentre per i bambini della scuola dell’infanzia lo gnomo ha preparato delle bacchette magiche da utilizzare al momento dell’ingresso in prima nel prossimo settembre (attività di accoglienza).
Insieme ai bambini delle prime abbiamo deciso di aiutare gnomo Martino a costruire un bosco per far sparire l’incantesimo della strega, prima lo abbiamo disegnato nei cartelloni con le matite (il progetto), poi lo abbiamo fatto molto più bello con i pennelli e le tempere.
I bambini della prima hanno preparato il cielo, l’erba e gli animali e noi abbiamo fatto gli alberi, i fiori e un bellissimo sole giallo e poi abbiamo incollato tutto.
Nel bosco ci sono gufi, scoiattoli, farfalle, uccelli, alberi e tanti fiori giganti e colorati.
Ed ecco il bosco che abbiamo preparato, speriamo che allo gnomo vada bene !!!!
La maestra lo deve fotografare e poi deve spedire la foto allo gnomo per farla vedere alla strega cattiva. Se va bene, l’incantesimo sparirà e gli gnomi riavranno il loro bosco vero.
Il bosco che abbiamo fatto andava molto bene e l’incantesimo della strega è sparito. Gnomo Martino per ringraziarci ci ha regalato delle bacchette magiche, le abbiamo trovate sotto il grande albero della scuola dell’infanzia. Ci ha anche scritto che dobbiamo portarle in prima e appenderle intorno alla porta dell’aula.

CONSIDERAZIONI DELLE INSEGNANTI
Al termine del percorso di continuità intrapreso con la scuola primaria i bambini dell’ultimo anno dell’infanzia hanno mostrato di conoscere meglio spazi, personale e organizzazione della nuova scuola che li attende a settembre. Tutti si sono mostrati meno preoccupati per l’esperienza scolastica che stanno andando ad affrontare e molti ne sono letteralmente entusiasti.
Le attività proposte, ricche e articolate, si sono rivelate funzionali a quella che è la finalità principale di qualunque progetto di continuità ossia il favorire lo star bene a scuola e prevenire il disagio.

Il Collegio Unitario dei Docenti negli Istituti Comprensivi

Il Collegio Unitario dei Docenti negli Istituti Comprensivi

di Marisa Bracaloni

 

FINALITA’

Il decennio di autonomia scolastica dei Comprensivi  ha permesso all’interno di ciascun istituto un proficuo confronto tra insegnanti appartenenti ad  ordini di scuola diversi e ha creato i presupposti per l’elaborazione di un curricolo di studi unitario e  verticale. Questo ha consentito di mettere al centro del percorso formativo l’alunno e garantire attenzione e qualità nella didattica. In particolare il  collegio dei docenti  mira a costruire un percorso virtuoso dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di I grado al fine di accompagnare gli alunni nella crescita, conoscendo, a livello didattico, quello che era stato appreso prima e quello che sarebbe stato  appreso dopo. Anche la formazione dei docenti e la pratica di metodologie didattiche condivise sono entrate in gioco per costituire un continuum formativo, patrimonio comune caratterizzante ciascuna autonomia scolastica.

Il collegio dei docenti favorisce   la conoscenza reciproca  e la condivisione di obiettivi quali strumenti indispensabili per  dare  unitarietà all’istituto comprensivo.

L’obiettivo principale dell’Organo Collegiale  è infatti quello di costruire e condividere un percorso capace di accogliere il bambino di tre anni e di accompagnarlo lungo un cammino, il più possibile lineare ed armonico, fino alle soglie dell’adolescenza.

Nel tempo i Comprensivi sono  riusciti a realizzare progetti che prevedono modalità e strumenti di lavoro comuni e a rendere più ampia ed efficace l’ offerta formativa.

Il Collegio dei Docenti é composto da tutti i docenti in servizio presso l’istituto , é presieduto dal Dirigente Scolastico ed ha il compito di definire e valutare l’offerta formativa.

 

COMPITI E REGOLE DI FUNZIONAMENTO

Il Collegio dei docenti è  convocato:

  • unitariamente su argomenti comuni,
  • per settori, con funzione preparatoria su argomenti specifici di ciascun ordine, che devono comunque essere riportati nel Collegio Unitario per la necessaria deliberazione.

Negli istituti comprensivi (costituiti da scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I° grado) il Collegio viene convocato per sezioni quando siano da valutare problematiche specifiche di uno dei settori scolastici compresi in questa nuova istituzione ed in tal caso le relative deliberazioni hanno valenza circoscritta agli stessi ambiti settoriali .Ovviamente la programmazione di ciascuna sezione deve essere formulata in maniera coerente con il Piano dell’Offerta Formativa elaborato dal Collegio plenario dei docenti, ed  assicurare  la continuità tra i diversi settori di istruzione, con riguardo anche alle attività di sostegno agli alunni diversamente abili. Sono peraltro di competenza dell’intero Collegio dei docenti, a titolo esemplificativo, le iniziative in materia di orientamento scolastico e quelle di sperimentazione degli ordinamenti e delle strutture o che, comunque, coinvolgano classi appartenenti a ordini diversi di scuole.

Il Collegio dei docenti, nell’esercizio dei poteri di auto organizzazione che gli sono propri, può articolarsi in commissioni o gruppi di lavoro ai quali sono affidati, in linea permanente e temporanea, compiti istruttori o di analisi preliminare degli aspetti e delle incidenze dei problemi più complessi che è tenuto ad esaminare (programmazione didattica ed educativa, sperimentazione, orientamento, formazione in servizio, …). Tali commissioni o gruppi di lavoro hanno soltanto una funzione preparatoria delle deliberazioni conclusive di esclusiva competenza dell’intero Collegio dei docenti.

Le competenze del collegio docenti sono stabilite dal Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”.

 

Collegio unitario dei Docenti

  • ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico dell’ Istituto Comprensivo; in particolare cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Il Collegio esercita tale potere nel rispetto della libertà garantita a ciascun insegnante;
  • formula proposte al Dirigente Scolastico per la formazione e la composizione delle classi e l’assegnazione ad esse dei docenti, per la formulazione dell’orario delle lezioni e per lo svolgimento delle altre attività scolastiche, tenuto conto dei criteri generali indicati dal Consiglio di Istituto;
  • valuta periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica;
  • provvede all’adozione dei libri di testo, sentiti i Consigli di Classe e di Interclasse e, nei limiti delle disponibilità finanziarie indicate dal Consiglio di Istituto, alla scelta dei sussidi didattici;
  • adotta e promuove nell’ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione;
  • promuove iniziative di aggiornamento dei docenti dell’Istituto Comprensivo;
  • elegge, al suo interno, i docenti che fanno parte del Comitato per la Valutazione del servizio del personale insegnante;
  • delibera, ai fini della valutazione degli alunni, la suddivisione dell’anno scolastico in due o tre periodi;
  • formula proposte al Capo di Istituto in merito alla definizione del Calendario degli scrutini e degli esami;
  • programma ed attua le iniziative per il sostegno degli alunni portatori di handicap, esamina, allo scopo di individuare i mezzi per ogni possibile recupero, i casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni dopo aver sentito i docenti della classe e gli specialistiche operano in modo continuativo nella scuola.

Appare opportuno privilegiare i momenti di collegialità unitaria , al fine di favorire una estesa conoscenza degli aspetti di funzionamento e delle attività che investono i diversi ordini di scuola, nell’ottica della gestione unitaria delle scelte, degli orientamenti progettuali e delle risorse dell’Istituto.

Generalmente i collegi unitari avvengono in queste date:

01 sett. , 10 sett. , 27 ott. , 15 dic. , 23 febb. , 30 marzo , 11 mag. , 30 giu.

Totale 16 ore

………………………

La convocazione del Collegio dei Docenti deve essere disposta con congruo preavviso non inferiore a cinque giorni, esclusi i festivi e le domeniche rispetto alla data delle riunioni. In caso di urgenza i tempi di preavviso possono essere ridotti, ma non inferiori a ventiquattro ore. L’avviso, in questo caso, può avvenire telefonicamente o via mail.

Nella convocazione, oltre all’o.d.g., che deve sempre prevedere la voce varie ed eventuali, deve essere indicata la sede, l’ora di inizio e l’ora entro cui saranno conclusi i lavori.

Per alcune questioni esso sarà riunito nella totalità delle sue sezioni, mentre per altre, riferite alla singola scuola e/o ordine, il dirigente scolastico riunirà separatamente le diverse sezioni.

Il Collegio dei Docenti è convocato dal Dirigente Scolastico, nel rispetto del tetto fissato dalla programmazione annuale delle quaranta ore fissate dal CCNL e in relazione alle scadenze indicate dal Ministero. Il Dirigente Scolastico, inoltre, convoca il Collegio dei Docenti quando almeno un terzo dei suoi componenti ne faccia richiesta scritta e motivata.

L’ ordine del giorno degli argomenti da sottoporre al Collegio è determinato dal Dirigente Scolastico, sentiti i collaboratori.

Eventuali punti da inserire all’o.d.g. possono essere richiesti da un terzo dei componenti del Collegio dei Docenti,prima della data di convocazione del collegio stesso.

Ciascun docente può chiedere l’inserimento di eventuali punti all’o.d.g. di una successiva convocazione. La richiesta viene approvata o respinta dal Collegio.

All’inizio della seduta possono essere proposte modifiche alla successione degli argomenti all’o.d.g. dal Presidente o da almeno il 10% dei docenti.

 

Varie ed eventuali

Le varie ed eventuali possono essere oggetto di discussione, ma non di votazione. Gli argomenti possono essere proposti dal Presidente o dai docenti. La discussione di tali argomenti non può andare oltre i termini di tempo prefissati, a meno che il Collegio decida diversamente.

 

Verifica del numero legale

Ad apertura di seduta il Presidente verifica l’esistenza del numero legale e, qualora tale numero non sia raggiunto, ne fa fare atto verbale e il Collegio si ritiene convocato per il prossimo giorno non festivo, alla stessa ora.

 

Verbale delle riunioni

Il verbale del Collegio viene redatto, a turno, da uno dei collaboratori del Dirigente Scolastico. Il verbale viene letto all’inizio di ogni seduta o messo a disposizione degli interessati almeno cinque  giorni prima  dell’approvazione. si intende per letto, a meno che anche un solo docente ne richieda la lettura in tutto o in parte.

E’ concessa la parola solo per proporre rettifiche o chiarimenti. Nel formulare le proposte di rettifica non è ammesso rientrare in alcun modo nella discussione del merito dell’argomento. Il Presidente interpella il Collegio per conoscere se vi siano opposizioni alla rettifica proposta.

Se nessuno chiede di intervenire la proposta si intende approvata. Se vengono manifestate contrarietà sono ammessi interventi uno a favore e uno contrario alla proposta, ciascuno per non più di tre minuti.

Dopo tali interventi il Presidente pone in votazione, per alzata di mano, le proposte di rettifica e l’approvazione del verbale stesso. Il testo approvato diventa l’unico atto pubblico del Collegio.

 

Andamento dei lavori

Il Presidente provvede al buon andamento dei lavori del Collegio, mette in discussione gli argomenti all’o.d.g., ne può proporre la sospensione o il rinvio, concede la parola a chi la chiede nell’ordine nel quale sono state fatte le richieste d’intervento; regola la discussione, indice le votazioni e ne proclama l’esito.

Il docente che desidera che il suo intervento sia verbalizzato, deve farne richiesta prima dell’intervento stesso.

Qualora l’andamento della discussione e la natura degli emendamenti richiedano una sostanziale rielaborazione o una nuova stesura della proposta di deliberazione, il Presidente invita il relatore a redigerla e a sottoporla all’approvazione del Collegio.

Eventuali emendamenti devono essere votati prima della proposta medesima.

Gli emendamenti, che possono essere soppressivi, modificativi e aggiuntivi, devono essere presentati per iscritto e votati singolarmente.

Prima dell’inizio delle operazioni di voto, il presidente comunica al Collegio l’esatto numero dei presenti.

Le votazioni si effettuano di regola per alzata di mano. In caso di votazioni dubbie si procede per appello nominale. Il presidente è tenuto a dichiarare il proprio voto o l’astensione, in caso di parità prevale il voto del presidente.

E’ necessaria la votazione per scrutinio segreto, mediante schede, quando si faccia questione di persone.

Lo spoglio delle schede e la verifica dei voti sono espletati da tre docenti nominati dal Presidente.

Per le votazioni a scrutinio segreto relative all’elezione dei membri degli organi del Collegio (es. membri del Comitato di valutazione), ogni docente può esprimere preferenze sino ad un massimo di due terzi dei componenti da eleggere. Sono proclamati eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti; a parità di voti, è proclamato eletto il più anziano d’età.

 

Deliberazioni

Le deliberazioni del Collegio, salvo i casi per i quali disposizione di legge e del presente regolamento prescrivano diversamente, sono adottate su testo scritto a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi; non si considerano tali le astensioni e, nelle votazioni a scrutinio segreto, le schede bianche o nulle.

Nelle votazioni palesi, in caso di parità, prevale il voto del Presidente.

 

Chiusura dei lavori

La seduta non può essere chiusa prima che il Collegio abbia deliberato su tutti gli argomenti posti all’o.d.g.; tuttavia, su proposta del presidente o della maggioranza del Collegio, la riunione può essere sospesa e aggiornata solo nel caso in cui sia stato esaurito il tempo della durata dei lavori previsto nella convocazione.

Il collegio, sulla base dell’atto di indirizzo del consiglio di istituto, tenuto conto anche delle proposte e dei pareri formulati dagli altri organismi collegiali,dalle associazioni di genitori e dalle Amministrazioni locali, elabora il PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA entro la fine del mese di giugno in modo che nella prima decade di settembre possa essere sottoposto all’adozione del consiglio.

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A titolo esplicativo si possono leggere alcune delibere sul sito

http://www.scuolamedialanafermi.it/verbali_organi_collegiali.htm