Cessazioni dal servizio: quando si deve procedere alla risoluzione unilaterale?

da La Tecnica della Scuola

Cessazioni dal servizio: quando si deve procedere alla risoluzione unilaterale?

Tra le varie indicazioni fornite dalla circolare 38646 del 7 dicembre relativa alle cessazioni dal servizio dal 1° settembre 2017, il MIUR si occupa anche della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro.

A tale proposito, vengono fornite le seguenti indicazioni: è prevista la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, con preavviso di 6 mesi, anche nei confronti del personale con qualifica dirigenziale, con decisione motivata:

1) per coloro che compiono 40 anni di contribuzione e possedevano i requisiti per diritto a pensione entro il 31 dicembre 2011;

2) per le donne e gli uomini che hanno un’anzianità contributiva rispettivamente di 41 anni e 10 mesi e di 42 anni e 10 mesi entro il 31 agosto 2017.

Nei casi in cui l’amministrazione non dovesse avvalersi della facoltà di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro, dovrà obbligatoriamente collocare a riposo il dipendente qualora abbia raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), al compimento del limite ordinamentale per la permanenza in servizio, ossia a 65 anni.

Via libera allo School Bonus, ma i sindacati protestano: “Crea scuole di A e B”

da La Tecnica della Scuola

Via libera allo School Bonus, ma i sindacati protestano: “Crea scuole di A e B”

Una delle novità previste dalla legge 107 riguarda lo School Bonus.

Così come riporta Italia Oggi, via libera al 6873, il codice tributo per utilizzare per lo school bonus. Ad istituirlo, il 19 dicembre, è la risoluzione n.155/E dell’Agenzia delle Entrate.

Il codice tributo può essere utilizzato dai titolari di reddito d’impresa che effettuano erogazioni in denaro destinate agli investimenti a favore di un istituto scolastico statale o paritario.

Lo School Bonus consente a chi effettuata una donazione a una scuola di avere un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni liberali effettuate negli anni 2016 e 2017 e del 50% per quelle disposte nel 2018, ripartito in 3 quote annuali di pari importo. Per un importo massimo ammesso all’agevolazione fiscale di 100mila euro per ciascun periodo d’imposta.

Uno strumento, in particolare, che consente a cittadini, imprese ed enti di sostenere la realizzazione di nuove strutture scolastiche e anche i progetti di alternanza scuola-lavoro.

I contribuenti scelgono liberamente la scuola a chi effettuare la donazione e questa riceverà il 90% dell’erogazione, il restante 10% confluirà in un fondo che sarà distribuito alle scuole che risultino destinatarie di erogazioni liberali in un ammontare inferiore alla media nazionale (tutte le informazioni sul sito dedicato www.schoolbonus.gov.it).

Una distribuzione – così come scrive Il Fatto Quotidiano – contestata dalle organizzazioni sindacali fin dal suo concepimento perché potrebbe creare un’ulteriore discriminazione tra scuole “povere” e d’élite.

Burnout insegnanti: 10 trucchi per evitare lo stress da rientro

da Tuttoscuola

Burnout insegnanti: 10 trucchi per evitare lo stress da rientro

Ci siamo: il prossimo 9 gennaio si fa sempre più vicino e con lui il rientro in classe. L’insegnamento è un lavoro duro, non solo fisicamente (stare in piedi, camminare e portare con sé libri e attrezzature è impegnativo), ma anche mentalmente ed emotivamente. Quando una lezione va bene, ci sentiamo al settimo cielo ma quando va male beh, diciamo solo che molti di noi fanno difficoltà a non prenderla sul personale. Da non sottovalutare che pure il solo pensiero di dover riaffrontare tutto questo può provocare una carica di stress non indifferente. Esistono però dei semplici trucchetti che, se applicati per tempo e nel modo giusto, possono aiutare ad affrontare con più serenità lo stress da rientro. Tuttoscuola te ne svela ben 10.

1. Stacca la spina
Gli insegnanti hanno la terribile tendenza a essere sempre “all’opera”, pure durante i giorni di vacanza. Non riesci a guardare un programma in tv o a leggere un giornale senza pensare che “potrebbero essere delle buone idee per una lezione”? Non sei l’unico ma ritagliati del tempo per te senza pensare di essere un insegnante. In questo modo apprezzerai il tuo lavoro molto di più.

2. Prenditi cura di te stesso
Mangia bene (anche se lo sappiamo che durante le Feste è molto difficile farlo) e fai una breve passeggiata all’ora di pranzo. Cerca di dormire un po’ di più approfittando degli ultimi giorni di vacanza prima del rientro in classe.

3. Sii consapevole
Di cosa? Semplice, di come ti senti in classe e al di fuori. Più lo si fa e più ci si rende conto dello stress, dell’irritazione e della frustrazione (in modo da essere capace di gestirli) e, allo stesso tempo, si nota la gioia quando si riesce ad avere una buona idea.

4. Impara qualcosa di nuovo
In realtà, aggiornarsi e far crescere le tue abilità e conoscenze può dare nuovo entusiasmo per l’insegnamento. Non riesci a farlo? Torna indietro nel tempo e fai qualcosa che non fai da tanto, come per esempio insegnare a una classe di principianti o di studenti di livello avanzato, per sfidare te stesso e sentire un po’ di sana adrenalina scorrerti nelle vene.

5. Prendi nota dei tuoi progressi
Rifletti sulle tue esperienze d’insegnamento passate (da solo o in compagnia di un collega davanti a un caffè) o prova a ripetere una vecchia lezione per vedere quanto meglio riesci a gestirla ora.

6. Fatti osservare da qualcuno
Questo potrebbe voler dire studiare per un’ulteriore certificazione (quasi sempre un buon motivatore) o anche semplicemente chiedere a un collega di osservare la tua lezione e darti dei consigli utili. Potresti sempre ricambiare il favore e imparare nuovi metodi di insegnamento.

7. Aiuta gli altri insegnanti
Questo punto è correlato al precedente. Usare la propria esperienza per aiutare gli altri può essere incredibilmente motivante e vedere l’entusiasmo dei colleghi può dare impulso al tuo. Anche sforzarsi un po’ è positivo, perciò prova a fornire agli insegnanti seminari di approfondimento, a scrivere articoli o un blog.

8. Impara a conoscere meglio i tuoi studenti
Dopo qualche anno, i gruppi di alunni possono iniziare a confondersi. Sforzati di conoscere di più i tuoi studenti, il che non significa necessariamente dover socializzare con loro (dopotutto non dimenticare che di tanto in tanto devi staccare dalla modalità insegnante), ma solo ascoltare con più attenzione e fare più domande.

9. Fai qualche ricerca
Cogli l’opportunità di conoscere più a fondo il processo di insegnamento e di apprendimento. Proponi degli obiettivi di ricerca e divertiti a fare il ricercatore oltre che l’insegnante. Condividi le tue conclusioni in ufficio o scrivendole.

10. Non lasciare che la perfezione diventi tua nemica
Nessuno può elaborare regolarmente lezioni perfette
e se miri a questo finirai per sentirti demotivato e disilluso non appena ti accorgerai che il tuo è un obiettivo impossibile da raggiungere. Inoltre, la perfetta riuscita di una lezione non è nemmeno interamente tua responsabilità. Sicuramente il tuo ruolo è molto importante per il suo successo o insuccesso, ma lo è anche quello del resto delle persone presenti in classe.

di Rachael Roberts 

School bonus attivo, aziende possono donare alle scuole

da Tuttoscuola

School bonus attivo, aziende possono donare alle scuole

School bonus attivo, le aziende potranno fare le loro donazioni alle scuole. Nei giorni scorsi l’Agenzia delle entrate con la risoluzione 155/E ha previsto il codice tributo (6873) con il quale sarà possibile per i soggetti titolari di reddito d’impresa effettuare un’erogazione in denaro destinata alle scuole.

Già nel settembre scorso, in coincidenza con l’inizio delle lezioni, il ministro Giannini ne annunciava l’attivazione, prevista dalla legge 107/15 a favore delle scuole, come sostegno dei privati tramite donazioni.

Nel comunicato la Giannini precisava, tra l’altro, che “A chi effettua una donazione ad un istituto di sua scelta (statale o paritario) spetta un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni effettuate nel 2016 e 2017 e del 50% per quelle disposte nel 2018. L’importo massimo ammesso all’agevolazione fiscale è pari a 100.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Il credito d’imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo. I contribuenti scelgono liberamente la scuola a cui fare la donazione. Quest’ultima riceverà il 90 % dell’erogazione, il restante 10 % confluirà in un fondo perequativo che sarà distribuito alle scuole che risultino destinatarie di erogazioni liberali in un ammontare inferiore alla media nazionale.”

Per saperne di più, il ministro invitava le scuole e i privati donatori a consultare un apposito sito (www.schoolbonus.gov), dove si illustravano natura e funzioni dello school bonus, accompagnate da uno speciale kit per le scuole che comprendeva anche le istruzioni per costruire un’aiuola con un grazie di fiori.

Tutto questo come attivazione di quanto previsto dal comma 145 della legge a favore delle erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti.

Dagli annunci ai fatti dunque, e il web riapre le critiche al provvedimento che a suo tempo era stato oggetto anche di proposta referendaria bocciata dalla Cassazione per numero insufficiente di firme.

La sinistra radicale e alcuni esponenti laici ritengono che il provvedimento sia un beneficio riservato di fatto alle scuole private, un frutto avvelenato della Buona Scuola contro la scuola pubblica (quella statale, ovviamente).

Tra qualche mese, se l’Agenzia delle Entrate renderà sollecitamente pubblico l’eventuale monitoraggio dell’utilizzo del codice tributo 6873, si potrà sapere se, quanto e come la Buona Scuola sia riuscita ad attivare erogazioni liberali verso la scuola italiana.

Dalla mobilità all’edilizia: le novità che attendono la scuola nel 2017

da Tuttoscuola

Dalla mobilità all’edilizia: le novità che attendono la scuola nel 2017

Oltre 5 milioni per l’edilizia scolastica, nuove modalità per il trasferimento dei docenti e la questione ancora tutta aperta della chiamata diretta. E poi ancora: le nove deleghe della legge 107 che aspettano di vedere la luce e il tanto atteso concorso per i dirigenti scolastici che, invece, la luce dovrebbe vederla proprio quest’anno. Parliamo delle novità più importanti che attendono la scuola in questo 2017 appena arrivato.

Accordo sulla mobilità
Questo è stato un Natale portare di pace, nel vero senso della parola. Proprio prima di Capodanno è stata infatti firmata l’intesa tra sindacati e Miur sulle nuove modalità che regolerebbero il trasferimento degli insegnanti. Entro questo mese si dovrebbe arrivare a un accordo integrativo sulla mobilità 2017/18. I docenti non saranno più obbligati ad aspettare 3 anni per poter chiedere il trasferimento in un altra scuola o in un altro ambito territoriale e la mobilità avrà una sola fase per ogni grado scolastico. Gli insegnanti potranno poi indicare fino a 15 preferenze.

Chiamata diretta
I sindacati avrebbero voluto vederla cancellata una volta per tutte, ma è stato impossibile. La ministra Fedeli è stata chiarissima: “Non si può cancellare una norma dello Stato“. Quella della chiamata diretta resta, anche per il 2017, una partita aperta quindi, anche se i criteri per l’individuazione dei docenti per competenze – trasparenti, imparziali e stabiliti a livello nazionale – dovranno essere identificati in un accordo ad hoc.

Deleghe della 107
Il milleproroghe non le ha salvate. In ogni caso la ministra ha detto in più occasioni di essere intenzionata a portarle avanti. Si tratta in particolare della revisione del percorso formativo 0 – 6 e della valutazione nel I ciclo e nell’esame di maturità. Per quanto riguarda quest’ultima delega, i testi ufficiosi in circolazione prevedono per il I ciclo la sostituzione del voto numerico con lettere, il superamento delle bocciature e, per l’esame di licenza media, l’esclusione della prova INVALSI. Per l’esame di maturità, invece, si prevede l’eliminazione della terza prova. Le deleghe scadono a metà gennaio e, se davvero si è intenzionati a salvarle, bisognerà disporre di una proroga di due o tre mesi.

Edilizia scolastica
Proprio il 2 gennaio la Fedeli ha firmato ben due decreti. I fondi previsti ammontano a oltre 5 milioni per l’edilizia scolastica: 3,5 per indagini diagnostiche sui solai, 2 per interventi di miglioramento e adeguamento antisismico. Il primo decreto riguarda infatti lo scorrimento delle graduatorie per le indagini diagnostiche sui solai delle scuole, il secondo invece l’adeguamento e miglioramento antisismico delle scuole.

Concorso docenti
Proprio quest’anno ricordiamo che si concluderà il concorsone 2016. La sue fine è prevista in primavera , ma a oggi non si sono concluse ancora 384 procedure concorsuali, il 26,3% di quelle previste (oltre un quarto del totale); procedure che riguardano 37.912 posti ancora da assegnare (59,5%). Il concorsone sembra essere un po’ in affanno.

Concorso dirigenti scolastici
Sono sotto organico da anni, ma proprio nel 2017 dovrebbe esserci il tanto atteso concorso per i dirigenti scolastici. Oggi, oltre 1500 scuole su un totale di 8mila sono in reggenza, affidate quindi a presidi di altre scuola. Insieme a questo concorso dovrebbe arrivare pure quello per selezionare i nuovi Direttori dei servizi generali e amministrativi.

Associati

ASSOCIATI IO DO UNA COSA A TE E TU DAI UNA COSA A ME di Umberto Tenuta

CANTO 759 Così fecero Adamo ed Eva

Così hanno fatto i loro figli ed i loro nipoti.

Così è nata la società e la cultura.

Così è nato e nasce l’uomo.

Eva offrì la mela ad Adamo.

Adamo offrì la pera ad Eva.

Ora ognuno di loro ebbe due frutti!

Provate a verificare che cosa accadde coi loro figli.

Cara Maestrina, prova a verificare che cosa accade se ciascuno dei tuoi venticinque alunni dice un nome di albero al suo compagno.

Ognuno dei tuoi venticinque alunni conoscerà venticinque nomi di frutta.

Docenti cari, provate, provate, provate ancora!

La cultura, e quindi l’uomo non sarebbe nato se gli uomini non avessero comunicato tra di loro.

La cultura è figlia dei miliardi di esseri umani che sono vissuti sulla faccia della terra.

La cultura è figlia della comunicazione.

Maestrina cara, se ciascuno dei tuoi venticinque alunni dice un nome diverso di frutta, ognuno dei tuoi alunni conoscerà seicentoventinque nomi di frutta.

Bel guadagno!

E allora?

Allora, lascia che i tuoi alunni comunichino tra di loro.

Lascia che ciascuno dei tuoi venticinque alunni faccia le sue scoperte.

Lasciali lavorare in gruppo.

Lasciali fare le loro scoperte.

La cultura è figlia dei miliardi di esseri umani che sono vissuti sulla faccia della terra.

Esseri che si sono scambiate le loro scoperte tra di loro.

L’uomo è figlio della comunicazione.

L’uomo è figlio della comunità.

L’uomo è figlio sella società.

Homo politicus.

Che la classe sia una comunità!

Cooperative learning.

Maestrina cara, tu non insegni.

Tu non spieghi.

Tu non fai lezioni.

Tu lasci che i tuoi alunni facciano le loro scoperte lavorando assieme!

Gli uomini avevano il maledetto problema del freddo invernale.

Tutti si misero alla ricerca di una soluzione.

E la trovarono, la soluzione.

Ma il gruppo che trovò la soluzione non se la tenne per sé.

La comunicò agli altri gruppi.

E tutti gli uomini si riscaldarono.

Problem solving e Cooperative learning fanno una scuola buona!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

 

Nuovo Capo Ufficio legislativo MIUR

L’avvocato Paolo Grasso è il nuovo capo dell’ufficio legislativo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Già referendario della Corte dei conti e Procuratore dello Stato, Grasso è avvocato dello Stato presso l’Avvocatura generale dello Stato di Roma dal 2012, dopo aver esercitato presso l’Avvocatura distrettuale di Messina dal 1998 al 2012. Proviene, poi, dalla Sezione VII dell’Avvocatura generale dello Stato, cui è affidato il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), di ANAS, ENAC, Autorità Portuali, Agenzia Spaziale Italiana. Si occupa, inoltre, della difesa della Presidenza del Consiglio dei Ministri presso la Corte Costituzionale e dello Stato presso il Tribunale Europeo e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.