Tabwriter

TABWRITER TABLET SCRITTORE di Umberto Tenuta

CANTO 784 Le prime traccia dei suoi pensieri l’uomo le ha incise con i piedi e con le mani sull’argilla.

Poi ha utilizzato i punteruoli sulle pietre.

Ma la vera nascita della scrittura è quella con le penne di volatili sui papiri e sulle pergamene, soppiantata infine dalla scrittura a stampa.

Comunque, la macchina portatile per scrivere sembrava l’ultima Thule!

 

E invece NO!

Almeno per ora, l’ultima Thule è il Tablet.

Il Tablet che sta sostituendo il PC.

Il Tablet nelle tasche di tutti i bambini, appena nati.

Il Tablet che i bimbi della scuola dell’infanzia usano a menadito!

Il Tablet che qualche docente antiquariato si rifiuta di prendere in mano.

Il Tablet… sol dell’avvenire!

O mia diletta Professoressa, lo ricordo bene, ahi quanto ti piaceva l’AURORA!

Eppure anche l’AURORA è tramontata.

Un brutto scherzo le ha fatto la Signora BIRO.

Mezzo secolo di vita è già troppo!

Ora si scrive sul PC.

No, sul NOTEBOOK.

Nooooooooooooooooooooo.

Sul TABLET!

Ma che dite?

O Matusa di un Professore, tu non sai che oggi non si scrive più?

Oggi si detta.

Io parlo e il mio Tablet scrive.

Obbediente, fedele, preciso.

Scrive e archivia nella sua immensa memoria.

Fedele amanuense, il Tablet scrive.

Scrive quel che ti ditta dentro.

« “Ma dì s’i’ veggio qui colui che fore

trasse le nove rime, cominciando

Donne ch’avete intelletto d’amore.”

E io a lui: “I’mi son un che, quando

Amor mi spira, noto, e a quel modo

ch’e’ ditta dentro vo significando.”

“O frate, issa vegg’io”, diss’elli, “il nodo

che ‘l Notaro e Guittone e me ritenne

di qua dal dolce stil novo ch’i’ odo!” »(Purg. XXIV, vv. 49-57)

Tu, gentil Maestrina, tu che hai intelletto d’amore, tu chiedi che i tuoi pargoletti scrivano quel che loro ditta dentro, e quando ditta, e come ditta!

Tu, gentil Maestrina, tu che ami la verità sopra ogni altra cosa, tu certamente impedisci che i tuoi pargoletti fingano, ingannino e diventino bugiardi, scrivendo il falso, il finto, l’inverosimile.

Tu, o mia cara Maestra, tu inviti i tuoi diletti pargoli a scrivere quello che i loro cuori sentono, le loro menti pensano e le loro fantasie creano.

Piccoli scrittori crescono.

Piccoli poeti nascono.

Uomini grandi tu educhi.

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