Supplenze, no sino “ad avente titolo”. La nuova norma è applicata?

da Orizzontescuola

Supplenze, no sino “ad avente titolo”. La nuova norma è applicata?

di redazione

Nell’annuale circolare sulle supplenze per l’a.s. 2018/19, come riferito, il Miur ha richiamato la nuova disposizione, introdotta dll’articolo 41 del CCNL 2016/18, secondo cui non è più possibile stipulare contratti sino ad avente titolo.

Articolo 41

L’articolo 41, comma 1, del Contratto, richiamato dalla circolare, così dispone:

I contratti a tempo determinato del personale docente, educativo ed ATA devono recare in ogni caso il termine. Tra le cause di risoluzione di tali contratti vi è anche l’individuazione di un nuovo avente titolo a seguito dell’intervenuta approvazione di nuove graduatorie.

contratti, dunque, devono recare in ogni caso il termine della supplenzatuttavia possono essere risolti e la supplenza attribuita ad un nuovo docente avente titolo in seguito alla pubblicazione di nuove graduatorie (cosa che succede spesso con la pubblicazione delle graduatorie di istituto).

Applicazione normativa

Le scuole stanno applicando tutte la nuova disciplina? Sembrerebbe di no, secondo quanto denunciato dalla Cisl Scuola:

L’art. 41 del CCNL Istruzione e Ricerca prevede che i contratti a tempo determinato contengano una precisa scadenza e non siano più conferiti “fino all’avente diritto”. Si ha invece notizia di comportamenti difformi da tale disposizione e disomogenei sul territorio nazionale”

Per la ragione suddetta il sindacato ha inviato una richiesta al Miur, affinché fornisca precise indicazioni, assicurando omogeneità di comportamento in tutte le istituzioni scolastiche.

Supplenze, MIUR: no contratti sino ad avente diritto ma con data certa. Quando si può perdere posto

Anno scolastico 2018/19, Miur: oltre 800mila docenti. Quanti sono i supplenti?

da Orizzontescuola

Anno scolastico 2018/19, Miur: oltre 800mila docenti. Quanti sono i supplenti?

di redazione

Il Miur, come riferito, ha pubblicato i dati relativi agli alunni che frequenteranno le scuole italiane nel 2018/19, riportando anche il numero di docenti facenti parte dell’organico dell’autonomia e dell’organico di fatto.

Alunni

Gli alunni, che frequenteranno la scuola nel corso del 2018/19, sono circa 8,6 milioni, tra istituti statali e paritari.

I 7.682.635 alunni delle scuole statali sono suddivisi in 370.611 classi.

Organico docenti

I posti in organico, sia dell’autonomia che di fatto, sono in totale 822.723, di cui 141.412 di sostegno.

I conti non tornano?

Il Ministro Bussetti ha affermato che i supplenti costituiscono il 10% dell’organico, in quanto le supplenze saranno 80.000 mila e i docenti di ruolo (quindi facenti parte dell’organico dell’autonomia) circa 700.000

I dati di Bussetti sono stati contestati dal presidente dell’Anief, Marcello Pacifico:

La quantità di personale docente in servizio l’anno scolastico scorso durante le ultime elezioni RSU, svolte in primavera, ammontava a un milione di unità. Come mai oggi il Ministro dell’Istruzione si ferma a meno di 800 mila?”, chiede Pacifico. “L’ipotesi che si giochi con i numeri per cercare di sminuire la piaga del precariato scolastico è quindi più che lecita”.

“Perché – continua il sindacalista autonomo – con le quantità reali, considerando anche le immissioni in ruolo perse, una su tre, che porteranno le supplenze ad oltre 100mila unità, la percentuale di insegnanti precari sale al 13%: considerando che stiamo parlando del comporto più grande d’Italia, si tratta del 75% di lavoratori non di ruolo di tutta la pubblica amministrazione. Siamo convinti dei nostri numeri e pronti anche ad un incontro al Miur, dove portare le carte che confermano tutto“.

Docenti, nel 2027 potrebbero essere sostituiti da avatar

da Orizzontescuola

Docenti, nel 2027 potrebbero essere sostituiti da avatar

di Elisabetta Tonni

Tecnologia informatica e algoritmi potrebbero mandare in pensione tutti i docenti.

Non si tratta della riforma di cui tanto si parla, ma di un insegnante virtuale, un avatar in grado di sostituire quelli in carne e ossa. Non si tratta neanche di fantascienza: la sostituzione dell’uomo con il robot potrebbe avvenire anche molto presto, addirittura nei prossimi dieci anni.

Esiste il primo esperimento

Le prime avvisaglie arrivano dalla Nuova Zelanda e sono pubblicate sul blog di Beppe Grillo. Dall’altra parte del Mondo, esiste già un docente virtuale: si chiama Will (un futuro impegnativo) e per il momento insegna la materia ‘Energia’ in tutte le sue fasi: cos’è, come viene prodotta, perché è importante, quanta ne esiste, come risparmiarla. L’esperimento è messo in campo, infatti, da una società fornitrice.

Gli studenti, ovviamente, devono essere dotati di dispositivi informatici, dai pc agli smartphone, passando per i vari tablet.

Non si esclude che l’esperimento del docente fatto di bit possa essere esteso prima o poi (più prima che poi) alle altre materie. Anzi, proprio come si legge nel blog di Beppe Grillo, “nel febbraio 2017, il futurista Thomas Frey ha predetto che l’apprendimento dai robot sarà un fatto comune nel 2031. Nel frattempo, l’esperto di educazione britannico Anthony Seldon pensa che i robot sostituiranno gli insegnanti umani entro il 2027“.

Scatta l’allarme

Anche la scuola, dunque, non è indenne dal fenomeno della sostituzione del lavoro umano con quello che è frutto delle nuove tecnologie. Ma se da un lato, nei paesi più avanzati, questo fenomeno potrebbe generare problemi occupazionali, in altre parti del mondo potrebbe risolverne altri legati alle carenze nel sistema educativo mondiale.

Il blog di Grillo si concentra sulla carenza di docenti nei paesi più difficili, dove non si riesce a formare una classe insegnante, quella già formata non si trasferisce con tanta facilità, oppure è trattenuta dal farlo per problemi linguistici.

Vantaggi e rassicurazioni

Infatti, sempre il blog di Beppe Grillo scrive: “Ma i paesi in via di sviluppo sono anche quelli in cui ci sono più nascite e gli unici in cui le classi aumentano invece di diminuire. In questo scenario i robot come Will potrebbero aiutare a colmare questa lacuna. Rispetto al costo di un insegnante umano, questi sistemi sono anche molto più economici e possono adattarsi allo stile di apprendimento di ogni singolo studente per aiutarli a raggiungere il loro potenziale. Parlano ogni lingua e conoscono ogni materia. Gli insegnanti digitali potrebbero fornire una serie di vantaggi, ma per ora non sono ancora così avanzati come servirebbero“.

Poi, solo all’ultimo paragrafo viene spezzata una lancia nei confronti dei docenti umani, ammettendo che l’istruzione di qualità è basata anche sull’interazione sociale tra docente e alunno. Questa caratteristica ancora non è fra quelle contemplate come punti forte del docente avatar. Ma si potrebbe aggiungere che molto dipenderà da quanto saranno bravi i programmatori informatici a colmare in dieci anni la carenza dei loro ‘umanoidi’.

Pensioni quota 100, Conte: gradualità nelle misure

da Orizzontescuola

Pensioni quota 100, Conte: gradualità nelle misure

di Elisabetta Tonni

I dettagli su quando e come sarà riformato il meccanismo delle pensioni a quota 100 potrebbero essere racchiusi nella parolina “gradualità” pronunciata dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, a Cernobbio.

Il capo di Governo non è entrato nei dettagli della manovra finanziaria in fase di elaborazione. “Non potrei proprio farlo” ha spiegato alla platea degli imprenditori nel Forum Ambrosetti, chiarendo però, come rileva anche il FattoQuotidiano.it,  che si tratta di una “manovra che mira a costruire una politica economica nella prospettiva di cinque anni“.

Poi, ha pronunciato la frase che rappresenta l’incognita maggiore: “Alcune misure saranno dosate con gradualità“.

Conte non ha lasciato trapelare nulla sulle priorità da dare ai tre punti economici più attesi: riforma delle pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax. Non è chiaro se la gradualità riguarderà tutti e tre gli obiettivi contemporaneamente o se invece se per gradualità è da intendersi una sorta di priorità dei punti.

Stando alle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, (le riporta anche il Sussidiario.it), verrebbe da pensare che la prima ipotesi sia quella più probabile. Nella riunione informale dell’Econfin a Vienna, Tria ha detto: “In manovra partiranno tutte le varie riforme“.

Accostando le frasi di Tria e quelle di Conte, sembrerebbe prendere corpo l’ipotesi di una quota 100 in versione light, cioè applicabile per il 2019 e per gli anni successivi si vedrà. D’altra parte la manovra finanziaria è annuale a differenza del Def che contempla una programmazione delle politiche governative in chiave economica e finanziaria a più lungo termine. Ecco perché le attese sono tutte concentrate sulla presentazione della versione aggiornata del documento programmatico.

Il concetto non varia: le riforme vanno fatte, ma rispettando i vincoli economici. Il presidente Conte lo ha detto senza giri di parole:  “Il governo ha chiaro che i risparmiatori guardano alla nostra capacità di ripagare debito e interessi“.

Malattia: visite fiscali “intelligenti”, lotta agli abusi

da Orizzontescuola

Malattia: visite fiscali “intelligenti”, lotta agli abusi

di redazione

L’Inps spende ogni anno due miliardi per indennità di malattia per i dipendenti privati (che sono a carico delle imprese nei primi tre giorni di assenza) e 2,8 miliardi per le giornate di assenza dei dipendenti pubblici, calcolati in termini di retribuzione corrisposta al lavoratore in malattia.

Tito Boeri, presidente dell’Inps, lo ha detto alla Commissione Lavoro del Senato spiegando l’importanza dell’estensione della competenza Inps sulle visite di controllo ai dipendenti pubblici, sia d’ufficio che su richiesta dei dipendenti di lavoro.

Un milione di visite

Boeri, in audizione alla Commissione Lavoro del Senato, ha affermato che l’Inps riceve ogni anno 12 milioni di certificati di malattia dai lavoratori privati e sei milioni da quelli pubblici e che effettua circa un milione di visite di controllo l’anno (circa il 5% sui certificati).

“E’ quindi particolarmente importante – spiega Boeri – “scegliere con cura dove e quando eseguire le visite”.

Estrazione casuale

A marzo il Garante per la privacy ha chiesto la sospensione di “data mining”. Da allora la programmazione intelligente delle visite fiscali è stato sospesa passando all’estrazione casuale dei malati da visitare “riducendo fortemente – dice Boeri – l’efficacia delle visite”.

Anno scolastico 2018/19, emorragia alunni: -75mila in un solo anno ma è boom sostegno

da La Tecnica della Scuola

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