Nota 31 gennaio 2019, AOODGRUF 1981

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

A tutte le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado
E p.c. ai Revisori dei conti per il tramite della scuola

Oggetto: Adempimenti di cui all’art. 1, comma 783, Legge 30 dicembre 2018, n. 145 – obblighi di versare all’entrata del bilancio dello Stato somme giacenti per spese di pulizia, progetti triennali ed altro –  entro il termine perentorio del 30 aprile 2019.

Con la presente si richiama l’attenzione dei dirigenti scolastici sulle disposizioni normative introdotte dalla legge di bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145) all’art. 1, comma 783 che si riporta di seguito:

“783. All’articolo 1-bis del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2009, n. 167, dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:

   «1-bis. Per l’anno 2019, il versamento di cui al comma 1 e’ effettuato entro il 30 aprile 2019. Le somme giacenti, comprese quelle derivanti dai trasferimenti per le spese di pulizia, sono versate solo ove non sussistano contestazioni in atto. (…). Il mancato versamento delle somme di cui ai periodi precedenti entro il predetto termine comporta l’insorgere di responsabilita’ dirigenziale e obbligo di segnalazione alla Corte dei conti».”  

Dall’attuazione della predetta norma di legge l’Amministrazione – sulla base della rilevazione effettuata con nota MIUR prot. n. 23705 del 22 novembre 2018 – prevede di poter recuperare in favore dell’Erario statale delle rilevanti disponibilità finanziarie attualmente giacenti nei bilanci delle istituzioni scolastiche ed inutilizzabili dalle stesse, stante il vincolo di destinazione originario.

Si precisa, in particolare, che le somme che devono essere oggetto di versamento in conto entrata devono intendersi:

–          quelle relative alla realizzazione di attività progettuali in materia di formazione e sviluppo dell’autonomia scolastica, rimaste inutilizzate per tre esercizi finanziari consecutivi, ai sensi dell’art. 1-bis DL 25 settembre 2009, n. 134,

–          quelle derivanti da trasferimenti da parte del MIUR per spese di pulizia riferibili ad esercizi finanziari pregressi (e non a quello in corso) per le quali non vi siano ancora delle pendenze o delle contestazioni in atto,

–          nonché ogni altra risorsa finanziaria giacente in bilancio, rispetto alla quale non vi siano ancora delle pendenze o delle contestazioni in atto, che sia riferita ad esercizi pregressi, che sia caratterizzata dalla sussistenza di un vincolo di destinazione e che sia divenuta inutilizzabile per le finalità originarie.

Corre l’obbligo di evidenziare che, ai sensi della norma di legge sopra citata, il versamento deve avvenire tassativamente entro il termine del 30 aprile 2019. Tale termine ha natura perentoria, atteso che eventuali ritardi o omissioni comportano l’insorgere di “responsabilità’ dirigenziale e obbligo di segnalazione alla Corte dei conti” per i risvolti in termini di responsabilità amministrativo-contabile.

Tenuto conto della rilevanza strategica della norma in esame, dalla quale conseguono effetti positivi per il bilancio statale, si invitano le istituzioni scolastiche ad assicurarne la piena e tempestiva attuazione.

Si richiede altresì agli istituti scolastici interessati di inviare copia attestante l’avvenuto versamento effettuato alla casella di posta elettronica dell’Ufficio IX – Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie (dgruf.ufficio9@istruzione.it).

Il versamento dovrà essere effettuato al Capo XIII capitolo 3550 articolo 6 “Altre entrate di carattere straordinario” al seguente IBAN: IT 48O 01000 03245 348 0 13 3550 06 , indicando la seguente causale: “Versamento comma 783 L. 145/2018” entro e non oltre il 30 aprile 2019.

Resta inteso che sarà cura dell’organo di controllo presso l’istituzione scolastica di verificare la presenza di tali somme iscritte nel bilancio, nonché l’avvenuto versamento in conto entrate del Bilancio dello Stato.

IL DIRETTORE GENERALE
Jacopo Greco

Nota 31 gennaio 2019, AOODGSIP 419

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
BOLZANO
Al Dirigente Generale del Dipartimento della conoscenza della Provincia autonoma di Trento
TRENTO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua Tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle Località Ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

OGGETTO: Educazione alla salute – Progetto iodoprofilassi per le scuole.

La tutela del diritto al lavoro e all’insegnamento degli abilitati all’estero

ROMA 1 FEBBRAIO 2019. FSI USAE SCUOLA ED USAE A CONVEGNO, PRESSO LA CAMERA DEI DEPUTATI SU “TUTELA DEL DIRITTO AL LAVORO E DELLA PROFESSIONE DOCENTE” IN EUROPA E IN ITALIA.

Di grande interesse il convegno organizzato da FSI/USAE Scuola ed USAE, dal titolo “ La tutela del diritto al lavoro e all’insegnamento degli abilitati all’estero secondo la Direttiva europea n.36/2005 e il D.lgs. n.206/20017 attuativo, che si terrà venerdì 1 febbraio 2019 dalle 14.00 alle 19.00 presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, in Via di Campo Marzio . Il dibattito verterà sul tema della tutela del diritto al lavoro dei numerosi laureati italiani abilitati all’estero, all’interno del quadro normativo europeo, in merito alla problematica del riconoscimento delle qualifiche professionali con particolare riferimento alla professione docente . Al dibattito cui parteciperanno numerosi docenti, verranno esaminate le criticità in tema di professioni regolamentate, derivanti dalla applicazione degli strumenti previsti dalla Dir. n.36/2005 in Italia, e dai principi espressi dalla Corte di Giustizia europea in riferimento alla libertà di circolazione.I lavori verranno aperti con i saluti del ConsGiuseppe Chine’, Capo di Gabinetto del Ministero dell’ Istruzione e della Ricerca Scientifica. Tra i relatori i parlamentari On. le Renata Polverini, Vice Presidente Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, e lOn. le Paolo Russo componente della Commissione Bilancio Camera dei Deputati. Seguiranno gli interventi dell’Avv. Maurizio Danza, Prof. Diritto del Lavoro di “Universitas Mercatorum” , del Segr.Gen.le FSI USAE-Unione Sindacati Autonomi Europei, Adamo Bonazzi e del portavoce dell’ATAR, associazione per la tutela degli abilitati della Romania, Raffaele Nucera; di particolare interesse la presenza dei relatori della Università Dimitrie Cantemir di Tirgu Mures, rappresentata rispettivamente, dal Presidente Prof. Ing. Alexandru Murgu, dalla Prof.ssa Mircia Simionescu Rettore della stessa, e dalla Prof.ssa Adriana Tumuletiu ,Capo Dipartimento Pedagogico della Università.

Barriere architettoniche: regole e agevolazioni

Disabili.com del 30-01-2019

Barriere architettoniche: regole e agevolazioni per ascensori, montascale e rampe 

Ecco la classificazione degli interventi per favorire l’accessibilità delle persone disabili, secondo il Glossario Edilizia Libera.

Nel caso di sopraggiunti problemi motori (il nonno anziano inizia a far le scale con fatica) o disabilità che comportino l’uso di ausili (un familiare utilizza la sedia a rotelle per spostarsi), può rendersi necessario intervenire sull’accessibilità in casa, per abbattere le barriere architettoniche che impediscono di fruire liberamente degli spazi domestici.

A questo punto molti ci chiedono come ci si deve muovere sul fronte delle autorizzazioni per questo genere di lavori: per procedere è necessario richiedere e ottenere qualche permesso o titolo abilitativo? La buona notizia è che l’installazione di ascensori interni, montacarichi, servoscala e rampe che contribuiscono all’abbattimento delle barriere architettoniche rientrano tra i lavori di edilizia libera, quindi non richiedono autorizzazioni. Solo per quanto riguarda gli ascensori interni va specificato che in questo caso gli interventi (anche quando solo di messa a norma) non devono incidere sulla struttura portante per poter essere effettuati senza autorizzazioni. 

COSA SIGNIFICA EDILIZIA LIBERA. 
Con il termine “Edilizia libera” il decreto legislativo n. 222 del 2016 (detto decreto Scia 2) definisce quali interventi sono esonerati dalla Cil (Comunicazione di inizio lavori), tra i quali vengono ricompresi quelli di manutenzione ordinaria e di installazione di serre e mobili stagionali, la realizzazione di pavimentazioni esterne, l’installazione di pannelli fotovoltaici, oltre a quelli di abbattimento delle barriere architettoniche. Per chiarire nello specifico quali lavori fossero ammessi a questa “liberalizzazione”, era stata quindi prevista dallo stesso DLgs la stesura di un Glossario che entrasse nel dettaglio, vista la generalità delle definizioni. 

IL GLOSSARIO DEGLI INTERVENTI LIBERI.
Per aiutare il cittadino a muoversi nel pieno rispetto delle norme relative a questi interventi, è stato quindi pubblicato lo scorso anno in Gazzetta Ufficiale il Glossario Edilizia Libera, allegato al decreto del Ministero delle Infrastrutture (decreto ministeriale 2 marzo 2018), in vigore dal 22 aprile 2018. Il testo specifica nel dettaglio quali sono le attività che possono considerarsi di edilizia libera, così come indicato nell’allegato A al DLgs n. 222 del 2016. 
Il DPR n. 380/2001, art. 6, comma 1, lett. b) definisce, tra quelli che possono essere eseguiti senza titolo abilitativo, gli interventi […] volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio. 

Il Glossario edilizia libera ci indica nello specifico di quali interventi si tratta. Questi, quindi, gli interventi che possono essere eseguiti senza richiedere autorizzazioni (nel rispetto comunque delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e di tutte le normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia): 

1) Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di:
– Rampa
– Apparecchio sanitario e impianto igienico e idro-sanitario
– Dispositivi sensoriali

2) Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento, messa a norma di:
– Servoscala e assimilabili

3) Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento, messa a norma, purché non incida sulla struttura portante di:
– Ascensore, montacarichi

Poiché non viene diversamente specificato (e non è ancora stata redatta una seconda parte del Glossario relativa a opere edilizie realizzabili solo previe autorizzazioni come CILA, SCIA, permesso di costruire e SCIA alternativa al permesso di costruire), è esclusa da questo elenco la realizzazione di ascensori esterni o di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio.

LE AGEVOLAZIONI FISCALI.
Ricordiamo inoltre che è stata confermata anche per il 2019 la misura del Bonus ristrutturazioni che riconosce un’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia, tra i quali rientrano anche quelli per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Disciplinata dall’art. 16-bis del Dpr 917/86, l’agevolazione dà la possibilità di usufruire di una detrazione dall’Irpef del 50% delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2019, fino ad un ammontare complessivo di 96.000 Euro. Rientrano in questa agevolazione le spese sostenute per interventi per la realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap gravi, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992. 
E’ importante ricordare che questa detrazione riguarda solo le spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili, mentre non spetta per le spese sostenute per il semplice acquisto di strumenti, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna. 

Programma PRIMA Bandi 2018 – Section 1

Al via dal 31 gennaio gli incontri a supporto della partecipazione ai Bandi 2019

Il MIUR e il Programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), che promuove attività congiunte fra ricercatori e imprese dei Paesi euro-mediterranei nella gestione delle risorse idriche e nell’agri-food, annunciano i progetti vincitori della Section 1 dei Bandi 2018, disponibili a questo indirizzo:
http://prima-med.org/results-of-the-call-section-1/

I Bandi PRIMA 2018 riguardano progetti di potenziamento del settore idrico e di quello agro-alimentare nei Paesi euro-mediterranei e stanziano complessivamente 48,5 milioni di euro. Di queste risorse, 10,2 milioni sono assegnati a progetti afferenti alla ricerca italiana.
Il Programma PRIMA ha completato la selezione dei progetti, dopo due stadi di valutazione da parte di esperti indipendenti, secondo le rigorose regole di Horizon 2020. Nel mese di dicembre erano stati annunciati i primi 27 Consorzi, vincitori per la Section 2. Il 25 gennaio sono stati individuati gli ultimi 9 raggruppamenti di Università, Centri di ricerca e imprese assegnatari dei finanziamenti europei del Programma per la Section 1.
Il Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca del MIUR, Giuseppe Valditara, sottolinea l’importanza del Programma PRIMA, in quanto “finalizzato a tre esigenze fondamentali: promuovere la crescita dell’intera area mediterranea, favorire la solidarietà fra Paesi europei e del Nord Africa, rendere sempre più centrale il ruolo dell’Italia in uno scacchiere per noi strategico entro quella diplomazia della ricerca più volte auspicata da questo Ministero”.
I risultati complessivi del 2018 sono stati incoraggianti per la ricerca e l’innovazione italiana. Fra i 36 progetti selezionati, 11 sono coordinati da un Ente del nostro Paese e 29 vedono la partecipazione italiana attraverso 53 unità di ricerca cui andranno, in tutto, 10,2 milioni di euro.
La decisione, approvata a Barcellona lo scorso 25 gennaio dal Board of Trustees della Fondazione PRIMA, incaricata di gestire il budget complessivo dell’iniziativa, pari a mezzo miliardo di euro, erogato da 19 Paesi euro-mediterranei e dalla Commissione Europea, conferma la centralità del MIUR nella guida della più importante iniziativa di diplomazia scientifica mai lanciata nel Mediterraneo.
A tal proposito, il Presidente della Fondazione PRIMA Angelo Riccaboni evidenzia che “PRIMA e il Segretariato Italiano si stanno impegnando anche per trasformare le idee di ricerca in soluzioni concrete sui temi dell’acqua e dei sistemi alimentari, attraverso, ad esempio, l’Osservatorio digitale POI, che valorizza le migliori pratiche dei nostri innovatori”.

I Bandi 2019: risorse per 60 milioni di euro
Dopo i 48,5 milioni complessivi dei bandi 2018, nel 2019 saranno a disposizione del Programma altri 60 milioni di euro, destinati a rafforzare ulteriormente la ricerca e l’innovazione in settori chiave come quello idrico e agro-alimentare. In vista di tali scadenze, nelle prossime settimane, il MIUR e il Segretariato Italiano di PRIMA, ospitato dal Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, organizzano una serie di iniziative a supporto della preparazione delle proposte progettuali nell’ambito dei Bandi PRIMA 2019.
Il primo appuntamento è a Roma, giovedì 31 gennaio dalle ore 14.15, presso la Sala Conferenze della sede del MIUR di via Michele Carcani 61. Dopo il saluto del professor Giuseppe Valditara, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca del MIUR, seguiranno l’intervento del professor Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA, per gli aggiornamenti al Programma, e i suggerimenti di esperti di progettazione europea a supporto della partecipazione italiana ai bandi 2019. Un ulteriore Info-Day si terrà lunedì 11 febbraio 2019.

Ambienti didattici innovativi nelle aree a rischio

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha individuato le 60 scuole situate in aree a rischio alle quali saranno destinati 2,1 milioni di euro per la creazione di ambienti digitali di apprendimento, soprattutto a partire dalla scuola primaria e secondaria di primo grado. Le risorse erano state messe a disposizione con il decreto per la didattica digitale firmato lo scorso novembre dal Ministro Marco Bussetti.

In particolare, ciascuna scuola riceverà 35.000 euro per la realizzazione di laboratori e 30.000 euro per la formazione del personale scolastico alla didattica innovativa. Saranno 57.000 gli alunni coinvolti e 6.500 i docenti che beneficeranno della formazione. A livello territoriale, 21 istituti si trovano al Nord (13 in Lombardia, 6 in Piemonte, 2 in Liguria), 8 al Centro (tutti nel Lazio) e 31 al Sud (10 in Campania, 9 in Sicilia, 7 in Puglia, 4 in Calabria e 1 in Basilicata). Si tratta di una importante misura rivolta al contrasto della dispersione scolastica. Le 60 scuole beneficiarie, infatti, sono state individuate tra quelle con i più alti indici di disagio negli apprendimenti, di status socio-economico familiare, di deprivazione territoriale e di abbandono scolastico.

“La didattica digitale è un elemento fondamentale per aumentare la motivazione degli studenti e per contrastare le disuguaglianze nell’apprendimento – commenta il Ministro -. Per questo abbiamo deciso di dotare le scuole con più alti indici di disagio di laboratori didattici innovativi. Nessuno nella nostra scuola deve rimanere indietro. Siamo tuttavia consapevoli che la tecnologia da sola non basta: occorre accompagnarla con un rinnovamento, in chiave tecnologica e digitale, delle metodologie e degli approcci didattici. Per questo – conclude Bussetti – una parte delle risorse destinate a ciascuna scuola sarà utilizzata per l’aggiornamento dei docenti sui temi dell’innovazione”.

Disability manager: “Manca la volontà di fare rete”

Redattore Sociale del 30-01-2019

Disability manager: “Manca la volontà di fare rete” 

A parlare è Paola Testa, disability manager del Comune di Alessandria: “È necessario che la nostra figura sia istituita come obbligatoria, solo così potremo essere ascoltati seriamente. Costruiamo insieme una cultura dell’universalità”. Il 2 febbraio ad Alessandria il convegno di SIDiMa “Disability management: una competenza innovativa”. 

ALESSANDRIA. “Io ho fatto architettura: se allora avessi frequentato un ciclo di lezioni sul disability management, mi sarei evitata un sacco di errori. Provare a sedersi su una sedia a ruote e affrontare un gradino, capire cosa prova una persona con il Parkinson mentre versa un bicchiere d’acqua. Avrei voluto capire prima queste cose”. Paola Testa è la disability manager del Comune di Alessandria: dal 2010 è l’anello di congiunzione tra le persone con disabilità (e le loro famiglie) e le istituzioni nella cittadina piemontese. Ma il bilancio che traccia non è positivo: “È difficile trovare ascolto. In pochi sono disposti a fare una fatica in più per realizzare qualcosa che sia accessibile a tutti. Così mi trovo costretta a rincorrere le persone o a sperare di incontrarne una di buon cuore. A fronte di moltissimi insuccessi, registro qualche soddisfazione: ma il saldo è negativo, e la frustrazione grande. Non è semplice tessere una rete territoriale, tutti pensano solo a coltivare il loro orto e nessuno condivide nemmeno i semi”.

E se il pubblico sembra essere sordo alle richieste dei disability manager – e quindi delle persone con disabilità – non va meglio nel privato che “tende a essere autoriferito, concentrato sulla soluzione pratica del suo problema e non sulla possibilità di costruire una risposta universale in rete”. Testa denuncia anche la trasversale mancanza di volontà di ascoltare una persona che non ricopre un ruolo obbligatorio: “Purtroppo, in Italia, se la tua figura non è prevista per legge non è presa in seria considerazione, nemmeno dalle associazioni che in noi dovrebbero vedere una spalla. Per questo sposo la richiesta di SIDiMa, l’associazione italiana disability manager, perché al governo istituisca l’obbligatorietà in tutte le istituzioni, piccole o grandi, e in tutte le aziende del disability manager”. È questo il momento giusto, spiega: perché da qualche anno, dopo un avvio in salita, molte persone comuni cominciano a mostrare interesse.

Secondo Testa l’unica via di uscita è la creazione di una cultura dell’universalità, promossa a partire dalle scuole, anche istituendo corsi di perfezionamento in disability management come quello dell’Università del Piemonte Orientale. “Come dicevo, tutti dovrebbero sostenere un esame in disability management, a partire da chi gestisce gruppi di persone. Perché, lo ricordo, il disability manager non è un titolo, bensì una competenza. Ma per vedere dei risultati concreti è necessario essere in tanti ad avanzare la richiesta di una cultura veramente inclusiva: in tanti si è un esercito, da soli si è degli eroi. E di solito gli eroi non fanno una bella fine”.

Tra gli interlocutori, oltre che la scuola, Testa individua, in primis, l’Anci, “patrimonio importante – sottolinea – ma che non dialoga a sufficienza con il governo. L’Anci deve recepire le nostre istanze e portarle davanti al governo, che poi provvederà a spalmarle in tutte le regioni”. L’istituzione di un ministero delle disability può essere utile? “Dipende. Per essere utile deve fare rete con gli addetti ai lavori e ascoltare, ascoltare, ascoltare le persone con disabilità”.

Di lavoro ce n’è ancora molto, Paola Testa l’ha provato sulla sua pelle: ha un figlio con autismo che oggi ha 28 anni, ma ricorda ancora con amarezza tutte le difficoltà che ha attraversato durante il percorso scolastico. “Un bambino con autismo che nasce oggi ha molte più possibilità di affrontare un percorso scolastico ‘normale’. Quante chiusure, invece, abbiamo incontrato noi”. Se nella scuola passi in avanti sono stati fatti, secondo Testa è nel mondo del lavoro che, “fatte salve alcune isole felici, manca totalmente l’inclusione lavorativa, soprattutto per le persone con disabilità cognitive”. Paola Testa sarà una delle relatrici del convegno “Disability management: una competenza innovativa” organizzato da SIDiMa ad Alessandria sabato 2 febbraio. Le iscrizioni sono aperte. (Ambra Notari) 

Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati

DIPLOMATI 2017 E 2015, LE SCELTE FORMATIVE E LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE

Il 66,8% si iscrive all’università e opta per un percorso di studi economico-sociale. A un anno dal diploma il 35,5% lavora, in particolare chi è uscito dagli istituti professionali. Chi ha svolto attività di Alternanza scuola-lavoro e stage durante gli studi ha il 40,6% in più di probabilità di lavorare una volta terminati gli studi.

Il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, fotografa le scelte compiute dai diplomati alla conclusione della scuola secondaria di secondo grado in termini di performance universitarie e lavorative nell’immediato (a un anno) e in un più lungo periodo (a tre anni). 

Il Rapporto, che ha riguardato quasi 85 mila diplomati del 2017 e del 2015 intervistati rispettivamente a uno e tre anni dal conseguimento del diploma, nello specifico ha coinvolto oltre 47 mila diplomati del 2017 e 37 mila diplomati del 2015. 

Nota 30 gennaio 2019, AOODGSIP 382

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione

Ai Dirigenti Scolastici degli istituti secondari di secondo grado

OGGETTO: Questionario “Consultazione sul futuro dell’Europa”.

Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, nell’ambito delle sue prerogative costituzionali, ha predisposto una Consultazione pubblica sul futuro dell’Europa indirizzata a tutti i cittadini, con particolare riferimento ai giovani.

Il questionario, dal titolo “Consultazione sul futuro dell’Europa”, vuole rappresentare un contributo educativo e culturale e far riflettere sui temi delle politiche sociali ed economiche ponendo l’attenzione su concetti fondamentali come l’istruzione e la formazione, i giovani e il lavoro

Per partecipare alla consultazione e per compilare il questionario occorre accedere al sito del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (www.cnel.it) oppure collegarsi direttamente al link: https://cnel.sondaggi.tv/centralix/sondaggi/sondaggio.php?sid=33026767, dove sono disponibili ulteriori informazioni sull’iniziativa.

Ciò considerato, si invitano le SS. LL. a favorire la più ampia compilazione del questionario agli studenti degli istituti da voi diretti.

Ringraziando per la consueta collaborazione, l’occasione è gradita per porgere i più cordiali saluti.

IL DIRETTORE GENERALE
Giovanna Boda

Dati adesione Sciopero 7 e 8 gennaio 2019

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA

7 e 8 gennaio 2019

Sciopero  nazionale del personale docente e ATA indetto dal SAESE

Dati di adesione

Sul sito del Dipartimento Funzione Pubblica è stata pubblicata, per le due giornate, la media dei dati di adesione allo sciopero che hanno riguardato tutte le istituzioni scolastiche/educative interessate (es. quelle all’estero, e/o di Trento, e/o di Bolzano, e/o comunali, etc..)  oltre le scuole statali.

(http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/14-01-2019/dati-di-    adesione-allo-sciopero-del-7-e-8-gennaio-2019-del-personale)

Per quanto concerne le sole istituzioni scolastiche statali, sulla base dei dati di adesione inseriti dalle istituzioni scolastiche mediante il programma di acquisizione presente sul portale SIDI, si evidenzia che, per la giornata del 7 gennaio:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.644      su un totale di 8.292 (80,13%);
  • 4.503 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,52%  delle  866.496 unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 60.277 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…);

per la giornata dell’8 gennaio:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.730    su un totale di 8.292 (81,16%);
  • 4.233 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,48%  delle  891.118 unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 59.998 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…).

SCUOLA E PRECARIATO

USB Scuola – SCUOLA E PRECARIATO: LA NOSTRA PROPOSTA

Da anni siamo impegnati in una lotta costante e tenace per la stabilizzazione di quel personale della scuola che, di fatto, viene sfruttato anno dopo anno in ragione dell’assenza di una volontà politica che metta la scuola al centro della propria agenda.

Da sempre rappresentiamo in ogni mobilitazione e ai tavoli contrattuali i diritti dei docenti e del personale ATA precario. Lo abbiamo fatto anche in occasione del rinnovo contrattuale del CCNL 2016/18, quando abbiamo chiesto l’equiparazione di tutti i diritti dei precari a quelli del personale di ruolo e denunciato la firma di questo CCNL che non recepisce nessun nuovo diritto contrattuale per i precari a cui si continua a richiedere sempre e solo doveri.

Chiedere come sindacato l’assunzione in ruolo di tale personale significa non solo riconoscere un diritto acquisito nel tempo in virtù del lavoro prestato, ma anche migliorare la qualità della scuola pubblica statale, un’istituzione sempre più in ginocchio a causa della totale assenza di risorse e investimenti che i governi succedutisi negli anni hanno messo in pratica. La scuola è stata per troppo tempo considerata come una sorta di gigantesco bancomat dal quale prelevare risorse da investire in altri settori.

Il 30 novembre 2018 abbiamo indetto e organizzato uno sciopero con una piattaforma chiara che poneva al centro due punti a nostro parere necessari per il rilancio della scuola statale: l’ampliamento dell’organico, con la trasformazione delle cattedre “di fatto” in posti “di diritto”, e l’immissione in ruolo immediata, senza alcun concorso, per tutti i docenti con 36 mesi di servizio. Non chiediamo la Luna, ma il riconoscimento del lavoro prestato da decine di migliaia di lavoratori, senza i quali gli istituti di tutta Italia semplicemente non avrebbero potuto funzionare.

Grazie alla nostra mobilitazione abbiamo ottenuto un incontro con il sottosegretario all’Istruzione. Il 12 febbraio andremo al MIUR a sottoporre il nostro documento ufficiale sulla scuola. In vista di tale incontro, abbiamo organizzato una serie di assemblee per confrontarci con i lavoratori e le lavoratrici. Di seguito, la proposta che intendiamo discutere nelle assemblee e sottoporre all’attenzione del Ministro alla Pubblica Istruzione.

CHIEDIAMO

Un bando riservato per la costituzione di una graduatoria permanente provinciale per chi ha 3 anni di servizio (vedi nota).

La graduatoria, per soli titoli, vedrà l’inserimento di coloro che sono presenti nelle terze fasce delle graduatorie d’istituto e hanno maturato 3 anni di servizio (vedi nota) negli ultimi dieci anni, e servirà per il conferimento delle assunzioni a tempo indeterminato e per il conferimento degli incarichi di supplenza annuali (31/08) o fino al termine dell’attività didattica (30/06).

La graduatoria per il ruolo verrà utilizzata una volta esaurite le GAE provinciali, le GM e le GMRE regionali.

La graduatoria per gli incarichi a tempo determinato sarà utilizzata in subordine a quella provinciale degli abilitati di seconda fascia.

L’anno di prova deve avere valore abilitante.

Il prossimo rinnovo contrattuale dovrà sancire l’equiparazione giuridica del personale precario con quello a tempo indeterminato, mettendo fine ad una differenziazione ingiusta perpetrata dai sindacati firmatari.

Nelle more della realizzazione della graduatoria provinciale, chiediamo, in relazione al prossimo concorso riservato, l’80% dei posti riservati e l’esenzione dai 24 CFU per tutti coloro che hanno maturato tre anni di servizio (anche non continuativo, vedi nota) negli ultimi dieci anni.

Nell’eventualità che il quadro politico e le scelte governative non vengano incontro alle nostre richieste, consideriamo l’avvio di un percorso abilitante speciale l’extrema ratio per garantire la professionalità dei docenti precari con tre anni di servizio

NOTA:

Per la valutazione degli anni di servizio, si precisa che è valido l’anno scolastico in cui siano stati svolti almeno 180 giorni di servizio anche non continuativo, oppure, ai sensi dell’articolo 11 comma 14 della legge n. 124/99, un servizio prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.

Vietare il cellulare a scuola? Riparte l’eterna sfida fra apocalittici e digitali

da Corriere della sera

Il divieto in due proposte di legge della Lega e di Forza Italia. Mantegazza, pedagogista: «Giusto vietarlo, lo smartphone in cartella è un’assurdità». Bardi, esperta di digitale e didattica: «Vietarlo spinge i ragazzi a mentire. Meglio insegnare un uso consapevole»

 Orsola Riva

Vietare per legge l’uso dei cellulari a scuola? A riaprire il dibattito sono due proposte, una della leghista Giorgia Latini, l’altra dell’ex ministra dell’Istruzione Maria Stella Gelmini – governo e opposizione – che potrebbero andare a integrare il disegno di legge sull’introduzione dell’educazione civica a scuola il cui iter parlamentare è appena partito. «Per come la vedo io – dice il leghista Massimiliano Capitanio, primo firmatario del testo guida della legge sull’educazione civica – dovrebbe essere una norma di buon senso tenere lo smartphone spento. Un po’ come uno non tiene il casco in testa. Purtroppo però assistiamo continuamente alla diffusione di video registrati di nascosto a danno di compagni e docenti». Di qui l’ipotesi di vietarlo per legge. «Il cammino è ancora lungo – spiega – e non è detto che si renda necessario mettere per iscritto il no al telefonino. Una cosa è certa: se lo si vieta, le regole dovranno essere uguali per tutti, professori inclusi».

Apocalittici e digitali

Intanto si è riaccesa l’eterna sfida fra apocalittici e digitali. Con il ministro Marco Bussetti che è intervenuto in difesa dei dispositivi digitali «come strumento fondamentale per la didattica» e il Codacons che gli ha ricordato la recente sentenza del Tar del Lazio che impone al governo di avviare entro sei mesi una campagna di sensibilizzazione sui rischi per la salute legati allo smartphone. Perfino Vittorio Sgarbi si è fatto sentire bollando la proposta come «retrograda». Di certo rappresenterebbe una netta inversione di rotta rispetto al «decalogo per un uso consapevole del digitale in classe» voluto appena un anno fa dall’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: un superamento di fatto della circolare Fioroni che dal 2007 vietava l’uso dei cellulari in classe. Ora si vorrebbe invece bandirli addirittura per legge, come ha fatto a giugno scorso la Francia di Macron vietandoli anche nei corridoi e durante la ricreazione. Con pure tutto «un repertorio di sanzioni volte a garantire, con il massimo rigore, l’effettivo rispetto delle regole» (Latini): dal sequestro temporaneo del telefono a percorsi rieducativi tipo pulizia delle aule. Capitanio però frena e spiega che quella della collega è «solo un’ipotesi»: il progetto è pronto ma non è stato ancora nemmeno depositato. Diverso è il caso della proposta della Gelmini che è già stata accorpata al disegno di legge. Prevede il divieto di utilizzo dei telefoni all’interno delle scuole, ma delega ai singoli istituti di fissare «condizioni, casi e luoghi in cui l’utilizzazione dei telefoni mobili e degli altri dispositivi di comunicazione elettronica è consentito per finalità didattiche o per esigenze indifferibili degli alunni».

Esperti divisi

E gli esperti che dicono? Favorevole il pedagogista Raffaele Mantegazza: «Imporre il divieto per legge è un modo per mandare un messaggio forte anche ai genitori che, quando i docenti sequestrano il telefono al figlio, invece di rimproverarlo aggrediscono i prof». Secondo Mantegazza ormai la scuola da sola non ce la fa più a relazionarsi con le famiglie. «A me i divieti non piacciono ma mettere il cellulare in cartella è un’assurdità. Si può portarlo solo quando richiesto dal prof, un po’ come la riga a T per il disegno tecnico o il vocabolario di latino per la versione». Di diverso avviso Dianora Bardi, presidente di Impara Digitale: «Vietarlo non serve a nulla. Incentiva solo i ragazzi a mentire, consegnando al prof un vecchio cellulare per tenersi in tasca l’altro. Meglio puntare sull’educazione a un uso consapevole». La stessa Bardi però riconosce che «c’è stato un aumento esponenziale nell’uso e abuso dello smartphone. Anche da parte dei genitori che lo danno in mano ai figli a due anni e mezzo per poter cenare tranquilli al ristorante». Invece di vietarlo a scuola – dice Bardi – bisognerebbe lanciare un’enorme campagna di sensibilizzazione degli adulti: «Se mamma e papà stanno sempre attaccati al telefono, come possiamo pretendere che i figli se ne stacchino?».

Codice Contratti Pubblici, istruzioni operative Miur

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha diramato la circolare n. 1711 del 28 gennaio 2019, al fine di fornire istruzioni di carattere generale relative all’applicazione del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii).

L’Amministrazione, alla luce delle innovazioni introdotte relativamente alla materia dei contratti pubblici e della sua complessità, intende supportare le scuole per garantire il rispetto della normativa in materia di acquisti.

Linee Guida

Al fine summenzionato sono state elaborate apposite Linee Guida che contengono raccomandazioni riguardanti l’ideazione strategica, l’affidamento e l’esecuzione di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

Le istruzioni fornite sono conformi alle previsioni del D.I. 129/2018, recante il nuovo Regolamento sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche.

Appendice

Le Linee guida sono accompagnate dal documento denominato Appendice, recante la seguente documentazione:

  • Allegato 1: Tabella riepilogativa delle cause ostative e relativa documentazione di accertamento;
  • Allegato 2: Tabelle per la procedura di verifica dell’anomalia;
  • Allegato 3: Format di “Regolamento per la nomina delle commissioni di gara, ai sensi degli artt. 77, 78 e 216, comma 12, del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50”;
  • Allegato 4: Format di “Determina di nomina della Commissione giudicatrice”;
  • Allegato 5: Format di “Dichiarazione di accettazione dell’incarico e contestuale dichiarazione di inesistenza di cause di incompatibilità e di astensione (resa nelle forme di cui agli artt. 46 e 47 del d.p.r. n. 445 del 28 dicembre 2000)”;
  • Allegato 6: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Trattativa Diretta sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 7: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Ordine Diretto sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 8: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante richiesta di preventivi”;
  • Allegato 9: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante pubblicazione di avviso”;
  • Allegato 10: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 11: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 12: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, con previo preavviso”;
  • Allegato 13: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata sotto soglia ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, senza preavviso”;
  • Allegato 14: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016”;
  • Allegato 15: Format di “Determina per l’indizione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60, del D.Lgs n. 50/2016”;
  • Allegato 16: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60, del D.Lgs n. 50/2016”.

Le Linee Guida e l’Appendice,  sono disponibili a questo link

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