REGIONALIZZAZIONE, DI MEGLIO: ATTENTATO A SCUOLA PUBBLICA STATALE
“L’Autonomia Differenziata è un attentato alla scuola pubblica statale voluta dai nostri padri costituenti”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ha bollato i progetti di regionalizzazione di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna rivolgendosi alle Rsu, ai quadri e ai dirigenti sindacali che questa mattina a Roma hanno partecipato al terzo e ultimo degli attivi unitari interregionali contro l’Autonomia Differenziata e per il rinnovo del contratto e la stabilizzazione dei precari. “Soltanto la scuola pubblica statale – ha sottolineato Di Meglio – può garantire il pluralismo tra visioni e posizioni diverse. Sono in atto pericolose tendenze disgregatrici e la scuola pubblica statale rappresenta un caposaldo dell’unità nazionale”.
Secondo il leader della Gilda, “la regionalizzazione rischia di aprire ancora di più la strada ai soggetti privati, interessati a investire nel settore dell’istruzione, e di moltiplicare i centri di costo, provocando quindi un aumento della spesa pubblica, come dimostra l’esperienza della sanità”.
Sul fronte contrattuale, il coordinatore nazionale ha lanciato l’allarme sull’assenza di volontà politica che non permette l’apertura della trattativa con i sindacati: “Il contratto nazionale è scaduto e non ci sono risorse finanziarie per rinnovarlo, ma l’aspetto ancora più grave è che da parte del Governo manca del tutto l’intenzione di sedersi intorno a un tavolo con i rappresentanti dei lavoratori per confrontarsi e trovare insieme soluzioni”.
“Nel Paese serpeggia una forte preoccupazione per la tenuta della democrazia e il ruolo dei sindacati è in pericolo. Oggi più che mai, quindi, – ha concluso Di Meglio – è importante creare un fronte compatto per contrastare questa deriva e difendere la scuola pubblica statale che rappresenta uno dei valori fondanti della nostra Repubblica”.
Archivio mensile:Marzo 2019
Proclamazione dello stato di agitazione nel Comparto Istruzione e Ricerca
FLC CGIL, CISL FSUR, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL, GILDA UNAMS
- Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Funzione Pubblica - Al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali
- Al MIUR
- Alla Commissione di Garanzia
sul diritto di sciopero nei servizi pubblici
Oggetto: Proclamazione dello stato di agitazione nel Comparto Istruzione e Ricerca e richiesta di esperimento di tentativo di conciliazione ai sensi dell’art. 4 dell’allegato al CCNL/1998-2001 sottoscritto il 29 maggio 1999 in attuazione della legge 146/90.
Le scriventi OO.SS. proclamano lo stato di agitazione nel Comparto Istruzione e Ricerca per rivendicare:
- Rinnovo del CCNL e salvaguardia della sua dimensione nazionale contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione e della ricerca
Il CCNL 2016-2018, già scaduto al 31/12/2018, è stato formalmente disdettato dalle scriventi, ma le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di bilancio 2019 sono assolutamente insufficienti per concludere la trattativa. Occorrono inoltre risorse aggiuntive per superare quella che è una vera e propria emergenza salariale e ridurre così il divario stipendiale esistente rispetto alla media dei paesi Ocse.
La sottoscrizione, con urgenza, di un nuovo CCNL per il triennio 2019-2021, è importante anche per ribadire la centralità del Contratto Nazionale di Lavoro come strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese: diritti, doveri e salario debbono essere gli stessi, indipendentemente dal luogo in cui viene resa la prestazione lavorativa. - Settore Scuola
o Stabilizzazione precari.
Individuare una fase transitoria che riguardi i docenti di II e Terza fascia ai fini della stabilizzazione del lavoro nella scuola su tutti i posti disponibili, ivi compresi quelli che si libereranno per effetto dell’introduzione della quota 100 ai fini pensionistici. Sono evidenti i riflessi positivi che ne deriverebbero per il buon andamento delle attività didattiche, messe a rischio dall’eccessiva precarietà del lavoro che genera instabilità e discontinuità
o Personale Ata
Procedere ad un piano straordinario di assunzioni su tutti i posti liberi, alla riattivazione della mobilità professionale (art. 48 Ccnl 2007), al riavvio delle posizioni economiche (art. 50 Ccnl 2007), alla semplificazione amministrativa per eliminare confusioni e conflitti di competenza di altri Enti pubblici - Settore Università e Aziende Ospedaliero-universitarie
Superamento del lavoro precario
o Prevedere un adeguato intervento straordinario di stabilizzazione del personale al fine di superare la precarietà di quei lavoratori che, a fronte della drastica riduzione del personale di ruolo, hanno garantito le attività di ricerca e di didattica, nonché quelle di assistenza tecnica e amministrativa
o rivedere e semplificare l’attuale sistema di reclutamento
Revisione dell’ordinamento
o Rivedere in profondità l’ordinamento al fine di rendere il sistema di classificazione più aderente alle evoluzioni avvenute in materia di organizzazione del lavoro e per meglio valorizzare le professionalità dei lavoratori;
o rendere più flessibile l’utilizzo e la costituzione del fondo del salario accessorio del personale tecnico e amministrativo
o individuare una soluzione al problema delle mansioni e del trattamento economico dei Collaboratori esperti linguistici e all’inquadramento del personale che opera nelle aziende ospedaliero-universitarie - Settore AFAM
o Riconoscimento status universitario delle istituzioni Afam
Prevedere una complessiva revisione delle figure professionali del personale previste dai vigenti Contratti.
o Ampliamento delle dotazioni organiche
Superare il blocco ventennale delle dotazioni organici dei docenti al fine di renderlo coerente con l’ampliamento sia dell’offerta formativa che del numero degli studenti.
o Statizzazione ex musicali pareggiati e stabilizzazione precari
Attuare rapidamente i processi di statizzazioni tenuto conto che diversi ex istituti musicali pareggiati (a cui si applica il CCNL Afam) non sono più in grado di pagare neppure gli stipendi - Settore Ricerca
o superare la frammentazione del sistema ed evitare la dispersione delle professionalità
o superare il precariato con il completamento del processo di stabilizzazione dei precari della ricerca iniziato con il decreto Madia
o rimuovere i vincoli alla crescita dimensionale dei fondi del salario accessorio imposti per legge al valore del 2016, per riaffermare il principio dell’autonomia a budget stabilita dal D.lgs 218/2016;
o rivedere l’ordinamento professionale per permettere l’adeguata valorizzazione del personale;
o superare il blocco delle carriere a partire dalla piena applicazione dell’art 15 per ricercatori e tecnologi e consentendo l’incremento del Fondo per le progressioni di carriera per il personale tecnico e amministrativo
Su tutte queste tematiche sinteticamente riassunte, si richiede l’esperimento del tentativo di conciliazione previsto dalla citata Legge e la convocazione dell’apposito organismo costituito con D. M. n. 127 del 20 aprile 2000.
Roma, 29 marzo 2019
FLC CGIL
Francesco Sinopoli
CISL FSUR
Maddalena Gissi
UIL Scuola Rua
Giuseppe Turi
SNALS Confsal
Elvira Serafini
GILDA Unams
Rino Di Meglio
Reddito di Cittadinanza
Reddito di Cittadinanza: giudizio negativo della FISH
Con l’approvazione in seconda lettura al Senato del decreto legge su reddito e pensione di cittadinanza, si conclude in modo infelice il percorso legislativo di un provvedimento su cui la FISH e il movimento delle persone con disabilità avevano chiesto significativi emendamenti.
“Il testo approvato, ora in in attesa di pubblicazione, conserva le lacune e i limiti più volte denunciati con i nostri comunicati stampa, nelle audizioni alla Camera e al Senato e nelle interlocuzioni istituzionali intrattenute in queste settimane.” Così commenta il Presidente della Federazione, Vincenzo Falabella.
Ai fini della concessione dell’erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza, nonostante alcune correzioni minime di bandiera, il provvedimento continua ad essere meno vantaggioso per i nuclei in povertà assoluta con persone con disabilità rispetto agli altri.
Continuano ad essere computate le provvidenze assistenziali quale reddito familiare, continua ad essere pressoché ininfluente la presenza di una persona con disabilità all’interno dei nuclei potenzialmente beneficiari delle nuove misure.
Al di là dei gravi effetti pratici immediati, ancora una volta non si considera quello che è un elemento centrale nella costruzione delle politiche sociali: la disabilità e troppo spesso causa di impoverimento e di conseguente esclusione sociale.
“Finché non vi sarà consapevolezza di queste correlazioni – prosegue Vincenzo Falabella – le politiche per l’inclusione sociale non potranno che essere fallimentari. È con questa considerazione che affrontiamo il prossimo confronto, quello che riguarda l’annunciato Codice unico sulla disabilità ritenuto centrale da questo Governo, ma su cui non vi sono – per ora – impegni di spesa.”
Il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti uno schema di legge delega, che a breve arriverà alle Camere, che formalizza l’annunciato intento di redigere un Codice che razionalizzi e riveda tutta la normativa vigente in materia di disabilità.
“Si tratta di un obiettivo imponente che il Governo non potrà perseguire senza un confronto con le organizzazioni delle persone con disabilità, ma nemmeno senza accogliere pienamente i principi della Convenzione ONU, senza quella consapevolezza che in questo caso è mancata, senza un adeguato investimento di risorse. Agiremo con propositiva determinazione già in sede di discussione della legge delega per evitare che il tutto si risolva in una ennesima occasione persa. Ci si augura di incontrare in questo percorso la dovuta attenzione. Nel frattempo non si può dimenticare che a fine 2017 è stato pubblicato il Programma d’azione sulla disabilità mirato alla concreta attuazione della Convenzione ONU. A quella norma di indirizzo, inspiegabilmente in stallo, va data rapida attuazione senza attendere il Codice dai tempi imponderabili.”
Bussetti: pronto concorso ordinario per infanzia e primaria. Ai precari storici riserva dei posti
da Il Sole 24 Ore
Il 20% di posti in più a medicina. Il nuovo concorso ordinario a infanzia e primaria. Il colloquio del nuovo esame di maturità partirà da “spunti” e non subito da domane.
Il ministro
Sono questi i tre punti che il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ospite al sito di Repubblica, ha voluto fornire: in autunno, poi, c’è l’auspicio di iniziare le procedure concorsuali. L’obiettivo è far salire in cattedra molte più persone rispetto alle 30-40mila previste nel triennio. Il titolare del Miur ha poi confermato che i precari storici, con 36 mesi e oltre di servizio, avranno una quota riservata del 10 per cento.
Il ministro Bussetti ha parlato anche di maturità: al classico, alla prova scritta d’indirizzo, la traduzione sarà di latino, e l’analisi del testo, greco. Nelle buste, predisposte dalla commissione, per l’orale, infine, non ci saranno domande, ma spunti da cui partire per effettuare il colloquio.
Passaggio di ruolo sul sostegno: parte il vincolo quinquennale, sarà possibile mobilità solo sul sostegno
da Orizzontescuola
di Giovanna Onnis
Il docente che ottiene passaggio di ruolo sul sostegno deve rispettare il vincolo quinquennale. Potrà partecipare alla mobilità solo per posti di sostegno
Una lettrice ci scrive:
“Per i passaggi di ruolo su sostegno (da sostegno scuola media a sostegno scuola superiore) il vincolo quinquennale riguarda anche il trasferimento? Cioè non si può chiedere trasferimento per 5 anni una
volta ottenuto il passaggio?”
Il docente immesso in ruolo sul sostegno o che ottiene il trasferimento da posto comune a sostegno deve rispettare il vincolo di permanenza triennale su questa tipologia di posto.
Computo del quinquennio
Il vincolo quinquennale decorre dall’anno scolastico di immissione in ruolo sul sostegno o dall’anno scolastico in cui si ottiene il trasferimento da posto comune a sostegno.
Nel computo del quinquennio si considera l’eventuale anno di decorrenza giuridica della nomina in ruolo, derivante dalla applicazione del decreto legge n. 255, del 3 luglio 2001, convertito in legge n. 333 del 20 agosto 2001, art. 1, comma 4-bis.
Nel quinquennio, inoltre, si valuta anche l’anno scolastico in corso
Il computo del quinquennio ricomincia per il docente di sostegno che ottiene il passaggio di ruolo sempre sul sostegno, in quanto, come esplicitato nell’art.23 comma 11 del CCNI , “I docenti che ottengono il passaggio di ruolo su posti di sostegno hanno l’obbligo di permanervi per un quinquennio”
Mobilità per il docente nel vincolo quinquennale
Il docente nel vincolo quinquennale sul sostegno può partecipare alla mobilità, ma solo per posti di sostegno.
Potrà quindi chiedere sia trasferimento che passaggio di ruolo, ma solo per posti di sostegno
Potrà partecipare alla mobilità per posto comune soltanto dopo aver superato i 5 anni di permanenza sul sostegno
Conclusioni
La nostra lettrice, quindi, se otterrà il passaggio di ruolo sul sostegno dalla Secondaria I grado alla Secondaria II grado, se non sarà sottoposta al vincolo triennale sulla scuola richiesta con preferenza analitica, potrà sicuramente chiedere trasferimento l’anno successivo ma solo sul sostegno.
Non potrà invece chiedere un altro passaggio di ruolo in quanto sarà in anno di prova nel nuovo grado di titolarità e dovrà superarlo prima di poter di nuovo partecipare alla mobilità professionale che potrà essere, comunque, solo sul sostegno, se non sarà superato il vincolo, con la consapevolezza che con il passaggio di ruolo il computo del quinquennio ricomincia di nuovo
Maturità 2019, dirigenti primo ciclo presidenti commissione: presentazione domande
da Orizzontescuola
di redazione
Il decreto Miur n. 183/2019, che definisce i criteri di nomina dei Presidenti e dei commissari dell’esame di maturità, interviene sul D.lgs. 62/2017, al fine di consentire ai dirigenti scolastici del primo ciclo la partecipazione al predetto esame in qualità di Presidenti.
La disposizione è poi richiamata nel DM 5222 del 26 marzo 2019 dedicato alla “Formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2018/2019”.
Maturità: dirigenti primo ciclo possono partecipare
Il summenzionato decreto 183/2019, così prevede:
Al fine di consentire l’inserimento dei dirigenti scolastici preposti a istituti
statali del primo ciclo di istruzione negli elenchi regionali, l’articolo 4, comma 4, del decreto ministeriaie 3 ottobre 20l 7, n.741, recante norme per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, è sostituito dal seguente:
«In caso di assenza o impedimento o di reggenza di altra istituzione scolastica, svolge le funzioni di presidente della commissione un docente collaboratore del dirigente scolastico, individuato ai sensi dell ‘articolo 25, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165.»
I dirigenti del primo ciclo (istituti comprensivi, scuole secondarie I grado, direzioni didattiche), dunque, possono partecipare agli esami di Maturità come Presidenti e, in tal caso, vengono sostituiti da un docente collaboratore per la Presidenza della commissione degli esami di Stato di primo grado, che il D.lgs. 62/2017 ha affidato ai medesimi (dirigenti scolastici).
Maturità: dirigenti primo ciclo hanno facoltà di presentare istanza di nomina
I dirigenti scolastici del primo ciclo non hanno obbligo ma facoltà di presentare istanza di partecipazione in qualità di Presidente, come leggiamo nel summenzionato DM del 26/03/2019:
Ai sensi dell’art. 4, co. 2, lettere b), c), d), e), f), g), h), i), I), e co. 3, del d.m. n. 183 del 2019, hanno facoltà di presentare l’istanza di nomina in qualità di presidente di commissione:
1. i dirigenti scolastici in servizio preposti a istituti statali del primo ciclo di istruzione;
Maturità: inserimento elenco regionale e istanza
I dirigenti del primo ciclo, come gli altri aspiranti, per poter essere nominati come Presidenti delle commissioni dell’esame di Maturità, devono presentare due istanze: una per l’inserimento nell’elenco regionale dei presidenti di commissione, un’altra per la nomina.
Prima si presenta la domanda per l’inserimento nell’elenco regionale dei presidenti di commissione e poi quella di nomina.
La domanda di inserimento nell’elenco regionale va presentata inoltrando il modello ES-E tramite Istanze Online.
L’istanza di nomina va presentata inoltrando il modello ES-1 sempre tramite Istanze Online.
L’una e l’altra istanza vanno inoltrate entro il 12 aprile 2019.
Responsabilità docenti su infortuni studenti: non basta la sorveglianza, bisogna saper mantenere la disciplina. Sentenza
da Orizzontescuola
di Avv. Marco Barone
Oramai l’indirizzo assunto dalla massima giurisprudenza in materia di responsabilità in caso di infortuni accorsi agli studenti pare essere consolidata. Come si può ben rilevare da questa sentenza della Cassazione.
Fatto
La controversia riguarda un incidente occorso al minore X, dell’età di (OMISSIS) anni il quale, mentre si trovava nel centro di ricreazione estivo allestito e gestito dal Comune di x, era finito contro a una vetrata che, non essendo (in tesi) a norma, si era sfondata lasciando incastrata la gamba del piccolo che, nel tentare di estrarla, si era provocato una profonda lacerazione, con postumi permanenti giudicati del 6% da un CTU, nominato dalla Corte d’appello. La domanda era stata rigettata in primo grado perchè era risultato incontroverso che la vetrata fosse in vetro temperato, da ritenersi all’epoca a norma, e sotto il profilo della dinamica del sinistro, non era stata fornita adeguata prova che il fatto fosse ascrivibile alla spinta di una compagna di scuola, indicata come causa dello sfondamento e, comunque, all’omessa vigilanza sul minore da parte del personale della struttura gestita dal Comune. La Corte di merito assumeva che al Comune non potesse ascriversi una condotta di negligenza nel sorvegliare un soggetto affetto da un disturbo di ipercinesi non dichiarato dai genitori al momento dell’iscrizione al campo estivo.
Responsabilità dei docenti per infortuni agli studenti: non basta dimostrare di aver esercitato la vigilanza
La Corte di Cassazione – Sez. civile Ordinanza n. 30602 del 27 novembre 2018 si pronuncia in questo modo:
In tema di responsabilità civile dei maestri e dei precettori, per superare la presunzione di responsabilità ex art. 2048 c.c. non è sufficiente la dimostrazione di aver esercitato la vigilanza sugli alunni nella misura dovuta ed il carattere imprevedibile e repentino dell’azione dannosa, qualora sia mancata l’adozione delle più elementari misure organizzative per mantenere la disciplina tra gli allievi (v. Cass. Sez. 3, Sentenza n. 23202 del 13/11/2015, ove si è ritenuto che la Corte territoriale – in relazione al danno determinato dalla caduta a terra di uno studente di una scuola media inferiore, in conseguenza della contesa di una sedia con un compagno – avesse omesso di verificare l’approntamento, in via preventiva, di cautele idonee a scongiurare situazioni di pericolo in un caso nel quale gli alunni erano stati affidati al personale ausiliario nello svolgimento di attività extracurricolare). Ne deriva che l’imprevedibilità del fatto ha portata liberatoria solo nell’ipotesi in cui non sia stato possibile evitare l’evento nonostante l’approntamento di un sistema di vigilanza adeguato alle circostanze (v. anche Cass. Sez. 1, Sentenza n. 9337 del 09/05/2016; Cass. civ. 22 aprile 2009, n. 9542; Cass. civ. 18 aprile 2001, n. 5668; Cass. civ. 21 agosto 1997, n. 7821; Cass. civ. 24 febbraio 1997, n. 1683; Cass. civ. 22 gennaio 1990, n. 318).
Quando il preposto alla vigilanza può dirsi non responsabile
Il preposto alla sorveglianza, difatti, si può liberare della presunzione di colpa diretta e specifica su di esso gravante ex art. 2048 c.c. (di natura contrattuale), dimostrando in concreto, anche solo per presunzioni, che le lesioni sono state conseguenza di una sequenza causale di fatti ad esso non imputabili, e provando di avere adottato, rispetto a quella sequenza causale, in via preventiva e con valutazione ex ante, le misure organizzative e disciplinari idonee ad evitare prevedibili situazioni di pericolo favorevoli all’insorgere della serie di fatti sfociati nella produzione del danno (Cass. Sez. 3, Sentenza n. 3695 del 25/02/2016; Cass. Sez. 3, Sentenza n. 3612 del 17/02/2014; Cass. Sez. 3, Sentenza n. 5067 del 03/03/2010; Cass.Sez. U, Sentenza n. 9346 del 27/06/2002).
Sciopero scuola si prepara per maggio: aumenti stipendio, regionalizzazione, precariato
da Orizzontescuola
di redazione
Sciopero generale scuola: il personale docente, ATA, educativo potrebbe fermarsi a maggio per una giornata di protesta per porre l’attenzione su alcune problematiche.
Dopo le tre iniziative nazionali promosse dai sindacati scuola Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e Gilda Unams non è escluso lo sciopero generale a maggio.
Regionalizzazione: salvaguardia del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico, come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio dei diritti di cittadinanza indicati nella Costituzione.
Emergenza salariale: trattamenti economici inadeguati a riconoscere l’importanza e il valore del lavoro nei settori della conoscenza determinano una situazione che vede il nostro Paese in pesante svantaggio rispetto alla media delle retribuzioni europee
Emergenza precariato. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni, nonostante ripetuti interventi legislativi in materia di reclutamento.
Emergenza personale ATA, costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre più gravosi, con organici inadeguati e ricorso abnorme.
Ripartizione bonus docenti, i Sindacati hanno diritto di accedere alla relativa documentazione
Stipendi, da aprile in pagamento l’indennità di vacanza contrattuale
Bussetti: “Lotta al precariato, stipendi docenti, maturità. Vi dico tutto”
Concorso straordinario infanzia e primaria, calendari prova orale
Nota 29 marzo 2019, AOODGEFID 10365
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Direzione Generale per interventi in materia di Edilizia Scolastica,
per la gestione dei Fondi Strutturali per l’Istruzione e per l’Innovazione Digitale
Ufficio IV – Autorità di Gestione
Oggetto: Chiarimenti Nota 10365/20 del 03/04/2019
A seguito delle numerose richieste di chiarimenti pervenute in merito alla nota 10365/2019 si precisa, come peraltro indicato nella circolare, che la richiesta di integrazione documentale da inserire sul Sistema Informativo SIF 2020 (sezione Gestione Documenti FESR – documentazione non di spesa), è destinata alle istituzioni scolastiche i cui progetti siano ancora in fase di controllo e che non abbiano già provveduto al caricamento della documentazione elencata. Tutte le altre istituzioni scolastiche sono comunque tenute a mantenere la documentazione richiesta nel Fascicolo di progetto.
Alessandra Augusto
Autorità di gestione PON Per la scuola
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Direzione Generale per interventi in materia di Edilizia Scolastica,
per la gestione dei Fondi Strutturali per l’Istruzione e per l’Innovazione Digitale
Ufficio IV – Autorità di Gestione
A tutte le Istituzioni Scolastiche beneficiarie di interventi a valere sul PON Per la Scuola 2014-2020 Asse II – FESR
Oggetto: PON Per la Scuola 2014-2020. ASSE II – FESR Infrastrutture per l’istruzione. Avvisi: Laboratori didattici innovativi (prot. 37944) – Laboratori licei musicali, coreutici e sportivi (prot. 1479) – Scuole polo in ospedale (prot. 464) – Ambienti digitali per i CPIA (prot. 398) – Ambienti digitali (prot. 12810) – LAN-WLAN (prot. 9035). Inserimento integrazione documentale sul portale SIF 2020.
Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 75
La decadenza di Roma
La decadenza di Roma
di Maurizio Tiriticco
La decadenza di Roma! Il bel (una volta) parco di Piazza Vittorio Emanuele II è chiuso da oltre un mese. Piazza Vittorio, il suo parco e i bei palazzi che la circondano sono stati costruiti dopo il 1870. Vittorio Emanuele II intendeva che questo quartiere, nuovo di zecca, costruito come fosse una piazza torinese, con tanto di portici, ed adiacente alla stazione Termini, fosse abitato dai funzionari del nuovo Stato. Nello stesso periodo furono costruiti i primi ministeri sulla Via Venti Settembre, che aveva inizio da quella Porta Pia, dove giungeva la Via Nomentana, famosa per la breccia del 20 settembre 1870, e che conduceva fino al Palazzo del Quirinale! Che il Papa aveva abbandonato per rifugiarsi in Vaticano, e che il Re aveva ovviamente occupato, facendone la sua Regia Residenza. Ed ebbero inizio le prime demolizioni del centro della città! Per costruire un nuovo Corso, perpendicolare a quello di sempre, importante per le corse del cavalli berberi! Una gara tradizionale che viene da lontano e che caratterizzava il carnevale romano. Che fu immortalata da Théodore Géricault con la “Corsa dei Cavalli Berberi”, del 1817. E’ un olio su carta applicata su tela, 60×45, che si trova a Parigi, al Musée du Louvre.
E’ l’antico Corso che andava e va dalla Porta Flaminia all’attuale Piazza Venezia. A questo corso antico dei Papi fu aggiunto un corso nuovo, quello dei Re! E’ l’attuale Corso Vittorio Emanuele II, che va dal Largo di Torre Argentina (un’area sacra dove Giulio Cesare venne ucciso il 15 marzo del 44 a.C. dalle 23 pugnale dei congiurati) fino al Tevere, travalicato più tardi dal Ponte Vittorio, inaugurato nel 1911, in occasione del Cinquantenario dell’Unità d’Italia.
Torniamo alla mia bella (ex) Piazza Vittorio! Il bel parco – si fa per dire – oggi è ridotto ad un insieme di sterpaglie. La fontana del Rutelli ormai è uno strano rudere! La Porta Magica e i Trofei di Mario resistono, fortunatamente, perché debitamente recintati, ma ignorati da tutti. E c’è pure una lapide che ricorda i caduti nella prima guerra mondiale del “Rione Esquilino-Viminale-Macao”. Si trova all’interno del Giardino dedicato a Nicola Calipari, il funzionario italiano ucciso per errore da soldati americani nel 2005 a Bagdad, ai tempi della guerra in Irak.
Ora il bel parco (bello? Una volta!) è chiuso! Perché? Forse l’amministrazione Raggi intende restituirlo a nuovo splendore? Non credo. A Roma tutto si sta chiudendo, non solo le stazioni centrali della metropolitana. Il centro di Roma è ormai off limits! Dal canto suo la periferia – e non solo – è invasa dall’immondizia! Gli autobus sono vecchi e vanno a fuoco! Ora giungono a Roma gli autobus che Israele dismette. E che ne è di Villa Borghese? E di Colle Oppio? E del Parco Nemorense? Per non dire dei pini di Roma! E delle fontane di Roma! E delle feste romane! Cose che – com’è noto – hanno ispirato Ottorino Respighi! Ma ora? Sopravviveranno allo sfacelo pentastellato? E noi romani sopravviveremo?
Le strade del centro sono ridotte a vicoli dove si affacciano nuovi negozi – si fa per dire, bugigattoli – carichi di cianfrusaglie, che il turista ignorante acquista come ricordo! Roma! Oggi aggredita dall’incompetenza dell’amministrazione, dal disinteresse dei suoi abitanti! Abitanti per caso! Che non meritano di essere cittadini di una grande città! Ex grande! Che ora si avvia ad un declino che sembra inarrestabile! Vedrà giorni migliori? Cittadini migliori? Turisti migliori? Un’amministrazione migliore? Mah!!!
Fortunatamente ritrovo una Roma vera nelle piccole chiese del mio quartiere, ancora indenni, fortunatamente! Santa Bibiana, con la splendida statua del Bernini, Santa Prassede e Santa Pudenziana! Con degli splendidi mosaici, che solo artigiani competenti e fortemente credenti hanno potuto comporre! Tanti secoli fa! Le abitazioni erano catapecchie! Ma le chiese erano grandi! Per non dire dei palazzi dei ricchi! Mi piace ricordare il Palazzo Brancaccio: credo che sia l’ultimo palazzo nobiliare costruito a Roma agli inizi del Novecento. Tornando alle chiese, credo che solo una grande fede può avere spinto umili artigiani ed operai a costruire opere così belle e grandi! Per non dire della Basilica di San Clemente, lontana dal mio quartiere, prossima al Colosseo: che si sviluppa su tre piani. Quello più profondo era un antico mitreo, tempio dedicato a quel Mitra tauroctono che tanti legionari romani avevano conosciuto in Oriente e che vollero anche a Roma. E non parlo di Santa Maria Maggiore o di San Giovanni, basiliche pressoché ridotte a musei per turisti mutandari, sudati, ignoranti e frettolosi, preoccupati soltanto di “selfeggiarsi”!
Mi chiederete: così va Roma? Sì! Purtroppo così va Roma! E così va anche il mondo! Purtroppo! E, come diceva il Venerabile Beda, monaco benedettino, poi Dottore della Chiesa Cattolica, nel secolo ottavo, in un monastero benedettino del Sunderland, in un’oscura profezia: “Quamdiu stat Colysaeus, stat Roma; quando cadet Colysaeus cadet Roma et mundus”. Ovvero: “Finché esisterà il Colosseo, esisterà Roma; quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma; ma quando cadrà Roma, anche il Mondo cadrà”. E i tempi sembrano maturi!