Concorso DS: non tutte le prove orali si concluderanno prima dell’inizio della maturità 2019

da Tuttoscuola

Lo scorso 29 aprile, sul sito del Miur, sono stati pubblicati in parte (soltanto 26 sottocommisioni su 38) i primi calendari delle prove orali del concorso DS, mentre si è tuttora in attesa di conoscere anche quelli delle restanti dodici sottocommissioni. Ma già sui calendari pubblicati sono scoppiate polemiche non di poco conto. Nonostante fosse stato annunciato dai funzionari del Miur nell’incontro con i sindacati del 21 marzo scorso che le prove orali si sarebbero concluse prima dell’esame di maturità, ben 8 di quelle 26 sottocommissioni hanno ignorato l’annuncio, tenendo conto più delle disponibilità dei commissari che dei vincoli di molti candidati.

Ci riferiamo in particolare ai tanti candidati che sono impegnati come docenti di classe o come membro esterno negli esami di maturità e che dovranno trovarsi in servizio già in occasione della seduta plenaria.

La seduta delle commissioni dell’esame di maturità è fissata quest’anno per il 17 giugno alle ore 8,30, in vista della prima prova scritta prevista per il 19 giugno.

In attesa di conoscere se, malauguratamente, anche tra le 12 sottocommissioni del concorso DS è stato predisposto un calendario degli orali che non ha tenuto conto dei tempi della maturità, c’è da dire che 2 sottocommissioni hanno previsto la conclusione degli orali proprio il 17 giugno, giorno della seduta plenaria, mentre le altre 6 hanno fissato il termine dei colloqui nei giorni successivi con casi limite che arrivano al 27 o 28 giugno.

Intesa Governo–Sindacati: uno spiraglio per gli assistenti amministrativi

da Tuttoscuola

Il documento dell’intesa tra Governo e sindacati dedica al secondo paragrafo un impegno per la stabilizzazione del rapporto di lavoro dei docenti precari con almeno 36 mesi di anzianità, prevedendo percorsi abilitanti straordinari e concorsi riservati. Si tratta di un impegno complesso che dovrà fare i conti con il normale reclutamento dei concorsi ordinari e delle graduatorie ad esaurimento.

È assicurato un ingorgo assunzionale per i prossimi anni, con l’Amministrazione scolastica che dovrà anche fare i conti, tra l’altro, con la cronica difficoltà di costituzione delle commissioni esaminatrici e con i tempi di svolgimento delle prove selettive. Una questione che si ripresenterà finché non ci si deciderà a prevedere l’esonero almeno parziale dal servizio e compensi accettabili. Bisogna uscire dalla logica del “risparmio pregiudicante”, cioè che pregiudica l’adeguato raggiungimento dell’obiettivo, in quanto fine a se stesso e non frutto di oculatezza e sana gestione. È la storia dell’asino che aveva imparato a non mangiare e che poi è morto, tra l’ipocrita disperazione del contadino che voleva risparmiare a tutti i costi.

Nello stesso paragrafo della stabilizzazione del rapporto di lavoro è previsto un impegno specifico a favore degli assistenti amministrativi che hanno svolto o svolgono funzioni di DSGA, i cosiddetti “facenti funzione” (ff).

Come si sa, per questi assistenti l’attuale concorso per DSGA ha riservato il 30% dei posti, senza tuttavia prevedere un passaggio diretto alle prove scritte, come, invece, è consentito ai candidati con almeno l’80% di invalidità. Conseguentemente, dato l’altissimo numero di candidati a fronte di ridotte quantità che potranno superare la prova preselettiva, molti di loro rischiano di essere esclusi dal percorso concorsuale e vedere vanificata la riserva di posti.

L’intesa ha previsto appositamente per gli assistenti ff. un percorso contrattuale: “Occorrerà altresì valorizzare il personale ATA che, già di ruolo, aspiri a progredire nella carriera attraverso l’attuazione degli istituti contrattuali vigenti, ivi inclusi gli assistenti amministrativi facenti le funzioni di DSGA”.

Nei profili contrattuali del personale ATA è prevista la figura del coordinatore amministrativo, una funzione che si colloca tra il DSGA e l’assistente amministrativo, ma che attualmente, nonostante ne sia prevista anche la tabella stipendiale, risulta sostanzialmente priva di addetti.

Per questo profilo il CCNL prevede che svolga “attività lavorativa complessa con autonomia operativa e responsabilità diretta nella definizione e nell’esecuzione degli atti a carattere amministrativo contabile di ragioneria e di economato, pure mediante l’utilizzazione di procedure informatiche. Sostituisce il DSGA. Può svolgere attività di formazione e aggiornamento ed attività tutorie nei confronti di personale neo assunto. Partecipa allo svolgimento di tutti i compiti del profilo dell’area B (assistenti amministrativi). Coordina più addetti dell’area B”.

Il futuro dei ff DSGA passa, dunque, dal prossimo contratto.

Primo maggio e persone con disabilità

Primo maggio e persone con disabilità

Il lavoro è per tutti un presupposto di dignità. Per le persone con disabilità è anche sinonimo di inclusione sociale e reale partecipazione alla vita delle loro comunità.

In occasione del 1° maggio, tuttavia, non si può tacere la profonda esclusione vissuta dalle persone con disabilità che cercano inutilmente lavoro o che disperatamente tentano di mantenerlo o, ancora, che subiscono trattamenti meno favorevoli nel loro quotidiano impiego.

I dati parlano chiaro: la presenza di limitazioni funzionali continua ad esercitare un forte impatto sull’esclusione dal mondo lavorativo. Secondo l’ISTAT, solo il 19,7% delle persone con disabilità nella fascia d’età 15-64 anni risulta occupata: meno di una persona su cinque lavora. E la quota degli inattivi appare più che doppia tra le persone con disabilità rispetto a quella osservata nell’intera popolazione (quasi il 70% contro circa il 31%).

La situazione si aggrava se alla condizione di disabilità si aggiunge anche la differenza di genere: le donne con disabilità risultano più discriminate nel mondo del lavoro sia rispetto agli uomini con disabilità, sia nei confronti delle altre donne senza disabilità.

Quanto alle condizioni di lavoro, l’Ottava Relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 68/99 rileva che “i rischi a cui sono esposte le persone con disabilità riguardano l’assunzione con i contratti di lavoro precario e l’attribuzione di basse qualifiche”.

C’è una urgente necessità di modificare le politiche, i servizi, gli incentivi, i controlli per una reale inclusione lavorativa.

Ad iniziare da ciò che è ancora lettera morta e che FISH continua ad evidenziare, inutilmente, da lungo tempo.

Ad esempio, – segnala Vincenzo Falabella, presidente della FISH – manca ancora all’appello l’emanazione delle Linee guida per il collocamento mirato, pur previste dal decreto legislativo 151/2015, uno strumento di indirizzo essenziale. Ma manca anche un’altra importante attuazione di quello stesso decreto: la costituzione della Banca dati sul collocamento, strumento fondamentale per il controllo e per le politiche attive. Entrambi gli atti spettano al Ministero del Lavoro cui FISH si rivolge ancora una volta per sollecitarne l’adozione.”

Prosegue Falabella: “Si ricerca e richiede inclusione anche per uscire dal ghetto dell’assistenzialismo. Si invoca una cultura nuova fondata sui diritti umani e sulle pari opportunità, una visione che produca effetti reali e ricadute concrete sulle condizioni di vita di migliaia di persone con disabilità.”

Dialoghi sull’uomo

Dialoghi sull’uomo si prepara a festeggiare un compleanno importante: la decima edizione del festival di antropologia del contemporaneo, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto fin dalla prima edizione da Giulia Cogoli, è in programma dal 24 al 26 maggio 2019 (www.dialoghisulluomo.it).
Nati nel 2010 come progetto di condivisione e approfondimento di taglio antropologico, i Dialoghi – che nell’ultima edizione hanno registrato oltre 30.000 presenze – sono stati animati fin da subito da un forte impegno culturale e civile e dalla volontà di offrire un nuovo modo di fare approfondimento culturale, con contenuti inediti e nuovi sguardi sulle società umane. Un percorso lungo e intenso, premiato da numeri in continua crescita: nelle prime nove edizioni le presenze sono state circa 167.000 (più che triplicate dalla prima edizione); i relatori – italiani e internazionali – 250; gli eventi 249; i volontari più di 3.000; i follower sui social circa 43.000.
Negli anni, al festival si sono affiancate una serie di importanti iniziative di produzione e documentazione culturale: i 13 volumi editi da UTET nella serie Dialoghi sull’uomo, con 19 edizioni e una tiratura di 65.000 copie; un vasto archivio di 252 registrazioni audio e video disponibili sul sito della manifestazione; un canale YouTube dedicato che ha avuto oltre un milione di visualizzazioni; un progetto di divulgazione antropologica per le scuole che ha visto la partecipazione di circa 25.000 giovani; il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, oggi alla sua terza edizione; 5 mostre con grandi maestri della fotografia che ogni anno completano il percorso del festival.
Inoltre, nel 2018, il festival ha valicato i confini nazionali, organizzando una serie di incontri all’Istituto Italiano di Cultura di Londra e portando all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin ideata appositamente per la manifestazione.

Il tema scelto per il decennale è: Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini.
Con-vivere significa “vivere con”, “vivere assieme” rispettandoci e rispettando la Terra su cui ci è dato vivere. Con-vivere è un “mestiere”, nel senso che la società è un luogo di costruzione. In un mondo ogni giorno più segnato da un’accelerazione generale, in cui i rapporti sono sempre più mediati dal digitale e i legami si indeboliscono a causa del venire meno di quelle narrazioni che stanno alla base di ogni comunità, diventa sempre più difficile stabilire un rapporto reciproco, profondo ed egualitario. Un percorso, dunque, di tematiche che si tengono assieme e che compongono, anche grazie ai contributi di alcuni fra i più importanti intellettuali contemporanei, un grande mosaico culturale, fatto di tante tessere, pensieri, approfondimenti, con una forte visione e valenza unitaria. Questo è forse il punto di forza dei Dialoghi: produrre cultura – una cultura della convivenza – e farlo in un percorso ideato e costruito appositamente, sia all’interno del singolo programma di ogni anno, sia nella visione più ampia del decennale.
«Dieci anni fa è sembrato molto innovativo dedicare un festival all’antropologia contemporanea. – commenta Giulia Cogoli – Ma il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi, e forse oggi cercare di capire la realtà che ci circonda dall’angolatura antropologica è quanto di più utile si possa proporre. Perché significa rilanciare l’interesse per gli altri, per le altre culture, a cui non ci deve legare solo il rispetto e il dialogo, ma la consapevolezza di essere su un’imbarcazione comune, in un viaggio attorno all’umanità, liberi da quelle zavorre del razzismo e dell’indifferenza che tanto pesano sulla vita quotidiana».

La terza edizione del Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, conferito a una figura del mondo culturale che testimonia la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane, dopo David Grossman e Wole Soyinka, quest’anno andrà a Vandana Shiva, fisica ed economista indiana, tra i massimi esperti mondiali di ecologia sociale, già premiata con il Right Livelihood Award, premio Nobel alternativo per la Pace, per le sue battaglie a difesa dell’ambiente. Sabato 25 maggio alle 21.15, in piazza del Duomo, Vandana Shiva terrà una lectio dal titolo: Impariamo a condividere il nostro pianeta: è di tutti! Il dialogo permette di imparare a riconoscerci come membri della comunità della Terra, che ha strabilianti capacità e il potenziale per rigenerarsi, nonostante ci si trovi sull’orlo del baratro. Si deve coltivare la speranza, fondata sulla filosofia della Terra intesa come un’unica famiglia, sostiene Vandana Shiva: ce la faremo solo credendo nella capacità di trascendere le divisioni, di pensare, agire e vivere come un’umanità unita, impegnandoci a partecipare in ogni momento alla difesa e alla rigenerazione del tessuto naturale e sociale della vita.

IL PROGRAMMA 2019

VENERDÌ 24
Apre il festival la lezione inaugurale di Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, dal titolo Insieme…. Non c’è uomo senza altri uomini: davanti al quadro scoraggiante di una società dominata dall’egolatria e dai comportamenti incivili che propongono solo parole e gesti carichi di odio, emerge l’urgenza di riconoscere la presenza di una spiritualità – intesa come impegno nelle vicende umane, come ricerca di un vero servizio agli altri, attenta alla creazione di bellezza nei rapporti umani – che faccia dire che l’umanità è una sola.
Parole per dividere, parole per con-dividere. Un dialogo fra linguistica e antropologia è il titolo dell’incontro con il linguista dell’Università di Reading Federico Faloppa, consulente di Amnesty International su hate speech e contrasto al linguaggio d’odio, e l’antropologo Adriano Favole. Oggi si è circondati, nella comunicazione pubblica e privata, da parole che offendono, feriscono, esprimono odio, amplificate dai social network. Dividere è diventato un affare per molti, un prodotto con cui cambiare le nostre abitudini. Si va dall’odio esplicito fatto di insulti contro donne, bambini, migranti, neri, omosessuali, disabili, studenti, a un odio più raffinato, fatto di vittimismo e retorica. Ma c’è chi prova a opporsi con strumenti come l’indignazione, le leggi, la costruzione di un dialogo reale.
“Comunità” è una parola che sembra venire dal passato, che evoca calore, intimità, capacità di stare assieme. Per costruire una comunità, osserva l’antropologo Marco Aime, occorre una volontà continua di convivere, di negoziare quotidianamente con gli altri, di mantenere vive le relazioni. Influenze esterne o fratture interne possono mettere in crisi i legami tra le persone; paura, rabbia, egoismo possono restringere i confini del Noi, fino a escluderne gli Altri, risvegliando nuovi o vecchi razzismi.

SABATO 25
La difficoltà di convivere, l’odio, la vendetta sono temi centrali della letteratura di tutti i tempi. Il grande scrittore spagnolo Fernando Aramburu, autore del caso editoriale Patria, riflette, in un dialogo con il giornalista e saggista Wlodek Goldkorn, sulla scrittura come memoria contro l’oblio: le linee d’ombra della vita, le zone grigie fra bene e male che solo la letteratura sa raccontare, possono anche essere strumento per aiutarci a non ripetere errori e per imparare le regole della convivenza.
Convivere con la malattia fa sperimentare la fragilità del corpo ed è una sfida continua alla comprensione e all’accoglienza del dolore. Lo psichiatra Eugenio Borgna spiega come solo il dialogo fra l’interiorità di chi è malato e di chi non lo è consente di accogliere la malattia e di conviverci, nella sua dimensione psicologica e umana.

Nulla sembra più naturale che pensarci come individui, eppure biologi e antropologi, percorrendo strade lontane fra loro, hanno messo in discussione il concetto di identità individuale e scoperto che quelli che normalmente chiamiamo “individui” sono in realtà “condividui”. La filosofa della scienza Elena Gagliasso e l’antropologo Francesco Remotti spiegano come si è arrivati a questa definizione.
Le imperfezioni sono il vero segno dell’evoluzione, come intuì Charles Darwin. Ma quali sono le conseguenze dell’umana imperfezione nel nostro modo di concepire e organizzare le relazioni sociali e quelle con l’ambiente e il mondo che ci circonda? Ricerche scientifiche recenti mostrano quanto la mente umana sia profondamente ambivalente nel suo distinguere un “noi” protettivo da un estraneo “altro”, potenzialmente minaccioso. Questa attitudine, commenta il filosofo della scienza Telmo Pievani, nel passato aveva un senso, ma oggi rende attraente e ricorrente il razzismo.
Il fotografo Paolo Pellegrin, famoso nel mondo per i suoi reportage di guerra, in un dialogo con Roberto Koch, approfondisce il tema del confine e del conflitto, riflettendo sui muri che costruiamo a partire da noi stessi. La fotografia di Pellegrin è sempre evocazione emotiva di uno stato d’animo: nel raccontare l’altro si immerge nelle conflittualità umane, che generano tragedie di cui ci arriva un’eco ormai soffusa nella grande massa di immagini a cui siamo sottoposti quotidianamente, come ben testimonia la mostra Paolo Pellegrin – Confini di umanità, realizzata per il festival e allestita nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia fino al 30 giugno.
La filosofa teoretica Donatella Di Cesare parla di Esilio, ospitalità, coabitazione. Nell’epoca postnazista è rimasta salda l’idea che sia legittimo decidere con chi coabitare: la xenofobia populista e il razzismo trovano qui il loro punto di forza. Riconoscere invece la precedenza dell’altro nel luogo in cui si vive significa aprirsi non solo a un’etica della prossimità, ma anche a una politica della coabitazione.
La criminologia è stata definita la “scienza del male”. Ma come si fa a convivere con il male? Perché interi popoli possono rendersi responsabili di massacri e poi tornare alle loro vite come se nulla fosse? A questi interrogativi risponde la criminologa Isabella Merzagora, analizzando in particolare il nazismo, inteso come matrice di tutti gli “altrismi”, cioè i pregiudizi verso chi si considera “diverso”. È qui la causa del delitto: la criminologia dei diversi studia i crimini dei “normali”.
Siamo esseri sociali? Un dialogo tra neuroscienze e filosofia è l’appuntamento con il neuroscienziato di fama internazionale Giacomo Rizzolatti e il filosofo della scienza Corrado Sinigaglia. A quasi trent’anni dalla scoperta dei neuroni specchio, oggi sappiamo che essi sono alla base della nostra facoltà di comprendere le azioni e le emozioni altrui. Si tratta di una comprensione particolare, che avviene dall’interno. Sotto certi aspetti, ciò di cui facciamo esperienza quando osserviamo gli altri agire o provare un’emozione non è diverso da quando agiamo o proviamo un’emozione in prima persona.

DOMENICA 26
Lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini affronta uno dei temi scottanti per il mondo degli adolescenti: perché con-dividono e non con-vivono? Per comprendere i significati e i rischi delle esperienze digitali giovanili è necessario interessarsi ai miti affettivi familiari e sociali. Da questi si può partire per comprendere le forme del profondo disagio adolescenziale odierno, a cominciare dal sempre più diffuso ritiro sociale.
Stefano Allievi, sociologo delle religioni e delle migrazioni, propone una riflessione di forte attualità sulle caratteristiche che una società autenticamente plurale dovrebbe avere, focalizzandosi soprattutto sul pluralismo religioso e sul rapporto con l’Islam europeo. Le religioni possono infatti essere un riferimento identitario nella società e nella politica, diventare strumento per dar vita a conflitti culturali o, al contrario, per aiutare a risolverli.
In un mondo di solitudini e antagonismi, ricco di eroi solitari e vittorie contro tutti, forse è arrivato il momento di riflettere su quanto la Storia sia stata fatta dalle collettività, dalla condivisione di ideali che porta piccoli gruppi o intere nazioni ad allearsi e a unirsi per uno scopo comune. Le scrittrici Michela Murgia e Ritanna Armeni raccontano storie e motivazioni, spesso di donne, del più grande motore

dell’umanità: l’unione.
Cambiamenti climatici improvvisi, global warming, carestie, guerre, migrazioni epocali sono indice di un collasso ambientale sempre più prossimo. Gli esseri umani hanno dimenticato la cura del mondo in cui gli è dato vivere, avverte il diplomatico e scrittore Grammenos Mastrojeni, coordinatore per l’Ambiente della Cooperazione allo Sviluppo, che da trent’anni si occupa dei legami fra tutela dell’ambiente, sviluppo e pace. Ogni gesto, piccolo o grande, che protegge l’ambiente è fondamentale per il futuro comune.
Mentre gli sguardi si appuntano sugli sbarchi, sui richiedenti asilo e sui porti che si vorrebbero chiudere, la sfida principale per una visione lungimirante dei fenomeni migratori in Italia riguarda l’integrazione delle seconde generazioni: è quanto afferma il sociologo delle migrazioni Maurizio Ambrosini. L’integrazione comporta tre dimensioni: trovare un lavoro dignitoso; stabilire una rete di amicizie; sviluppare le competenze necessarie per inserirsi. Occorre domandarsi se le istituzioni pubbliche e la società stiano promuovendo le azioni necessarie per favorire l’integrazione delle seconde generazioni.
Nella conferenza Alle origini del mondo attuale: incontri e scontri di culture nell’età della “prima globalizzazione” lo storico Adriano Prosperi racconta l’inizio dell’età moderna, quando fu l’Europa a guidare una fase rivoluzionaria della storia mondiale. Due furono i modi della tentata unificazione del mondo conosciuto: la conquista e l’assoggettamento politico e religioso del continente americano, fino alla sua assimilazione alla cultura europea, e la ricerca di un “accomodamento” tra cultura europea e culture orientali, avvicinate grazie alla navigazione portoghese fino ai porti cinesi e giapponesi.
L’antropologo di origini iraniane Shahram Khosravi, dell’Università di Stoccolma, propone una riflessione sulla natura dei confini, fisici e politici, sui rituali e sulle pratiche dell’attraversamento, basandosi anche sulla sua personale esperienza di migrante illegale che trent’anni fa lo ha condotto in Svezia. Khosravi intreccia metodologia etnografica a narrazioni dense di emozioni, restituendoci il pensiero di intellettuali che hanno fatto parte di alcune minoranze storiche, come Kafka e Benjamin, e raccontando le testimonianze di protagonisti diretti, come quelli che dall’America centrale premono sul confine meridionale degli Stati Uniti o di coloro che si accalcano alle frontiere della “fortezza Europa”.
Chiude il festival l’incontro con l’attore e drammaturgo Ascanio Celestini: un racconto in forma di spettacolo dedicato agli ultimi, ai dimenticati, a coloro cui è stata negata la convivenza, a quelli che non sono graditi, al massimo tollerati. Celestini ci racconta di personaggi diversi tra loro che si muovono, in questo progetto di narrazione, in un unico ambiente: una periferia. Il narratore racconta quello che vede: a volte è ciò che conosce, altre quel che immagina. Con Celestini sul palco il musicista Gianluca Casadei.

GLI SPETTACOLI

Un grande debutto sul palcoscenico dei Dialoghi per celebrarne il decennale: Michele Serra porta a Pistoia, in prima nazionale, il suo nuovo spettacolo (venerdì 24, ore 21.15, Teatro Manzoni) “L’amaca di domani”. Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca. Le parole, con le loro seduzioni e le loro trappole, sono le protagoniste di questo monologo teatrale comico e sentimentale, impudico e coinvolgente nel quale Serra apre allo spettatore la sua bottega di scrittura. Dipanando la matassa della propria scrittura, l’autore fornisce anche traccia delle proprie debolezze e manie. Il finale, per fortuna, è ancora da scrivere (regia di Andrea Renzi). Una produzione SPAlive in collaborazione con Teatri Uniti e Feltrinelli.
Sabato al Teatro Manzoni alle 21.30 un concerto degli Avion Travel: una sorta di percorso biografico-musicale attraverso i brani più famosi e amati dal pubblico, che sottolinea come il ruolo della parola sia centrale nelle ultime canzoni del gruppo, composto da: Peppe Servillo (voce); Mimì Ciaramella (batteria); Peppe D’Argenzio (sax); Flavio D’Ancona (tastiere); Duilio Galioto (piano e tastiere); Ferruccio Spinetti (contrabbasso). Il mestiere di cantare per gli Avion Travel è anche mestiere di convivere.

Come sempre, ogni giornata si conclude con una proiezione cinematografica al teatro Bolognini: una mini rassegna dedicata al racconto della società italiana attraverso le pellicole del grande Luchino Visconti, con introduzione della critica Paola Jacobbi. Da Rocco e i suoi fratelli, film definitivo sull’immigrazione interna nel nostro Paese (venerdì, ore 22.30), a Il Gattopardo, che indaga i mutamenti sociali in Sicilia all’indomani dell’Unità d’Italia (sabato, ore 22.30), fino a Gruppo di famiglia in un interno, affresco dei tormenti dell’Italia post-Sessantotto (domenica, ore 20).

LA MOSTRA

Anche quest’anno i Dialoghi organizzano una mostra fotografica: Paolo Pellegrin – Confini di umanità, a cura di Annalisa D’Angelo, propone sessanta scatti, alcuni dei quali inediti, di uno dei fotografi più apprezzati nel panorama mondiale, che pone, come un antropologo, l’essere umano sempre al centro della sua arte. Realizzate in Algeria, Egitto, Kurdistan, Palestina, Iraq e Stati Uniti, le immagini sono accompagnate da un video dello stesso Pellegrin, realizzato in America per indagare le linee razziali che ancora dividono il Paese, confini invisibili ma ancor più insormontabili di quelli fisici. Le immagini coprono un arco temporale di quasi trent’anni, sviluppando, per sottrazione e opposizione, l’impervio percorso della convivenza, ostacolata da muri, guerre, mari in tempesta, deserti, frontiere naturali e artificiali: un viaggio lungo i confini dell’umanità, per mostrare lo sforzo continuo, ma necessario, alla base della convivenza.
La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 24 maggio al 30 giugno nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia (catalogo Contrasto).

I VOLONTARI

Anima e cuore del festival sono i giovani volontari provenienti in massima parte dalle scuole secondarie di secondo grado di Pistoia e della provincia, ma anche da università di tutta Italia. Negli anni, il loro numero è cresciuto e la loro squadra, compatta e appassionata, è la vera protagonista della manifestazione. Sono circa 3.500, con i volontari del 2019, i ragazzi che nelle 10 edizioni hanno scelto di partecipare al festival per un’esperienza formativa e culturale unica.

Biglietti in vendita dal 24 aprile (€ 3,00 incontri e proiezioni cinematografiche – € 7,00 spettacoli) presso La Torre, via Tomba di Catilina 5/7, Pistoia, e sul sito www.dialoghisulluomo.it.

Informazioni e programma: www.dialoghisulluomo.it e sulla App del festival.

Facebook: @festivaldialoghisulluomo
Twitter: @DialoghiPistoia
Instagram: pistoia_dialoghisulluomo
Youtube: Pistoia – Dialoghi sull’uomo
Hashtag ufficiale: #Dialoghi2019

Con il patrocinio di MIBAC, Regione Toscana, Provincia di Pistoia.

Communis Hereditas

CULTURA: CONVEGNO INTERNAZIONALE PER CHIEDERE A UNESCO DI RICONOSCERE LATINO E GRECO PATRIMONIO UMANITÀ.

Da giovedì 2 a sabato 4 maggio a Villa Falconieri – Frascati (Roma) ‘Communis Hereditas’, promosso dall’Accademia Vivarium Novum. Partecipano Lisa Clark premio Nobel per la pace 2017, Lorenzo Fioramonti, Viceministro Istruzione, Università e Ricerca.

Le nuove esigenze di tipo pragmatico stanno lentamente emarginando lo studio delle lingue latina e greca nelle scuole di tutt’Europa. I futuri uomini del nostro continente rischiano d’ignorare quasi del tutto il passato in cui affondano le radici della nostra civiltà e del nostro pensiero.

Per questo l’Accademia Vivarium novum ha promosso un convegno internazionale che si terrà da giovedì 2 a sabato 4 maggio, nella splendida cornice di Villa Falconieri a Frascati (Roma), nel corso del quale sarà presentata la proposta elaborata unitamente anche a delegazioni d’altri Paesi, di inserire il latino e il greco nell’elenco Unesco dei beni immateriali costituenti patrimonio dell’intera umanità.

Il primo atto ufficiale risale al 2017, quando un Odg fu approvato dal Senato della Repubblica che impegnava il governo italiano a farsi garante d’una continua sensibilizzazione soprattutto nelle politiche scolastiche, per la salvaguardia concreta delle lingue latina e greca, come massima espressione della sostanza culturale d’Europa; ad attivarsi per presentare all’Unesco la domanda per dichiarare il latino e il greco patrimonio culturale dell’umanità non soltanto europea, ma anche extraeuropea, come elemento unificante della civiltà occidentale e come eredità d’inestimabile valore lasciataci da oltre duemilasettecento anni di storia culturale; a volersi assumere la responsabilità di «garante della salvaguardia del latino e del greco» come discipline portanti, assieme alla filosofia, di una scuola formativa non professionalizzante, e di un’educazione globale e umana delle nuove generazioni; a richiedere all’Unesco di nominare l’Italia «scrigno simbolico» e crocevia delle culture e delle lingue greca e latina, perché si sviluppi un interesse che coinvolga tutti i settori della sua cultura, dal sistema scolastico al mondo della scienza, dello spettacolo e dei mezzi di comunicazione di massa. Successivamente rappresentanti d’altri Paesi si sono uniti per chiedere ai propri governi d’avanzare la stessa proposta all’Unesco: movimenti vari in Francia, in Spagna, in Inghilterra, in Bulgaria stanno mettendo in campo diverse iniziative, nelle quali l’Accademia Vivarium Novum è coinvolta per raggiungere la meta del riconoscimento di tutte le lingue classiche (dunque anche sanscrito, cinese classico, arabo classico, persiano medievale, ebraico classico, etc.), come patrimonio dell’intero genere umano.

Al convegno, che sarà aperto dai saluti del Direttore dell’Accademia Luigi Miraglia parteciperanno, tra gli altri, Lisa Clark, rappresentante dell’ICAN, la campagna internazionale per il disarmo nucleare, vincitrice del premio Nobel per la pace 2017, il Viceministro all’Università e Istruzione Lorenzo Fioramonti, esponenti dell’Accademia nazionale dei Lincei e della Scuola normale superiore di Pisa, come Lamberto Maffei, scienziato di fama mondiale, Michael von Albrecht, dell’Università di Heidelberg, decano dei latinisti del mondo, Charles Burnett, del Warburg Institute di Londra, il massimo studioso dei rapporti tra il mondo arabo e la tradizione greco-latina, Dirk Sacré, dell’Università di Lovanio, grande esperto della letteratura latina rinascimentale e dell’età moderna, Kurt Smolak, dell’Università di Vienna, già direttore del Corpus scriptorum ecclesiasticorum Latinorum, somma autorità nel campo della letteratura greco-latina cristiana e medievale, Paolo Isotta, grande storico della musica, l’ex ministro Gerardo Bianco, presidente della Società Magna Graecia, Corrado Sforza Fogliani, Presidente dell’Associazione Banche Popolari e Vicepresidente dell’ABI. Al convegno parteciperanno anche esponenti cinesi e del mondo islamico: un esperimento di pace fondato sulla cultura. Nel corso della tre giorni si terranno concerti, con carmi di letteratura classica greca e latina, del coro Tyrtarion e rappresentazioni teatrali di opere greche e latine.

Per maggiori informazioni e per il programma dettagliato è possibile consultare il sito https://vivariumnovum.net/it/events/congresses/communis-hereditas.