Cambiano i programmi di geografia, scienze e fisica: più spazio all’ambiente. A gennaio i corsi di formazione dei prof

da La Tecnica della Scuola

Per prima l’Italia introduce a scuola i temi della sostenibilità ambientale, dello sviluppo sostenibile, della biodiversità, di Agenda 2030 e lo fa rimodulando l’educazione civica che da settembre torna ad essere un insegnamento obbligatorio con il voto in pagella e 33 ore di lezione l’anno in tutti i cicli scolastici.

“Quella relativa alle lezioni sull’ambiente è una grande occasione – ha detto il 12 novembre il ministro parlando alla Stampa Estera – Si tratta di 33 ore l’anno obbligatorie con tanto di voto finale e riguarderanno le primarie, le medie e le superiori”.

Stanziati 10 milioni per formare i docenti

Per la formazione dei docenti il ministero vuole aumentare le risorse portandole a 10 milioni. “A gennaio e febbraio partiranno i corsi di formazione dei docenti perché le lezioni inizieranno già dal prossimo anno scolastico, a settembre 2020″.

“E’ la prima volta al mondo che il tema dello sviluppo sostenibile diviene centrale nella scuola”, ha sottolineato il ministro aggiungendo che questo è solo il primo step: le materie scolastiche andranno riviste per introdurre trasversalmente il tema dello sviluppo sostenibile”, ha sottolineato il ministro.

“Anche le altre materie saranno modificate in quest’ottica: geografia, scienze, fisica si avvicineranno sempre più alla sostenibilità e saranno legate tra loro”, ha chiarito.

I contenuti da aggiungere

Nel programma dell’educazione civica entreranno anche la Costituzione italiana, l’Unione europea, gli organismi internazionali, gli elementi fondamentali di diritto con particolare riferimento al diritto del lavoro, l’educazione alla legalità, la cittadinanza digitale anche per valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti, così da porre un freno al fenomeno delle fake news, il rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Spazio anche all’educazione stradale, all’educazione alla salute e al benessere, all’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.

La legge che ha introdotto l’educazione civica a scuola è entrata in vigore il 5 settembre scorso; il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, chiamato a pronunciarsi sulla proposta di avviare una sperimentazione nazionale già da questo anno scolastico, ha espresso parere negativo. Il ministero ha istituito un Comitato tecnico scientifico per la redazione delle Linee guida previste dalla legge, svolgendo un’attività di consultazione degli stakeholders.

Niente ore in più

In ogni caso, è bene ricordare che il decreto scuola n. 126, se non verrà modificato in Parlamento, mette un punto fermo su un aspetto che la legge 92 non aveva chiarito fino in fondo.

Il decreto dedica alla questione un apposito articolo (il n.7) che così recita: “L’intervento previsto non determina un incremento della dotazione organica complessiva e non determina l’adeguamento dell’organico dell’autonomia alle situazioni”.

Questo significa che la disciplina dell’educazione civica, realizzandosi senza organico aggiuntivo, verrà inglobata in altre materie, confermando di fatto l’impianto normativo approvato dal precedente Governo.

Grande domanda

È l’insegnamento dello sviluppo sostenibile in senso lato che sta a cuore al ministro. “Nella società e tra i giovani c’è una grande domanda di questi temi. Certo, diventa velleitario parlarne se poi gli edifici scolastici sono fatiscenti”, ha fatto notare il ministro.

Per affrontare il tema dell’edilizia scolastica, mercoledì 13 novembre Fioramonti sarà presente all’incontro della Commissione istruzione Anci, presieduta dalla vicesindaca di Firenze Cristina Giachi.

Le storie del PON, entro il 15 novembre le candidature delle scuole

da La Tecnica della Scuola

Le scuole che hanno realizzato un progetto PON 2014/2020 possono raccontare la propria esperienza con un filmato di massimo 3 minuti.

A tal proposito, è disponibile nella Piattaforma GPU una nuova funzione dedicata alla raccolta e alla documentazione delle esperienze significative.

I materiali raccolti tramite la piattaforma entro il 15 novembre 2019 saranno poi presentati nel corso di un evento annuale che si svolgerà a Roma nel mese di dicembre.

Per tutte le informazioni:

Fioramonti: i nostri docenti eroi civili con 30 ragazzi in classe, alla scuola servono 25 miliardi

da La Tecnica della Scuola

Sulla mancata assegnazione di risorse alla scuola siamo ormai al botta e risposta tra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ribadisce appena può che al settore il Governo ha risparmiato alcuni miliardi di tagli lineari previsti del precedente esecutivo, e il titolare del Miur Lorenzo Fioramonti che rivendica almeno tre miliardi di euro. Anzi, ne servirebbero ben 25 di miliardi, se solo si volesse tornare ai livelli del 2008. Il numero il dicastero di Viale Trastevere lo ha ribadito il 12 novembre, parlando ai giornalisti alla Stampa Estera.

I miliardi sottratti nell’ultimo decennio

“Questo Paese sottofinanzia la scuola e l’istruzione da troppo tempo: servirebbero 5 miliardi l’anno, se volessimo tornare al livello del 2008 servirebbero 25 miliardi e siamo sotto la media dei Paesi Ue: la mia richiesta di 3 miliardi è dunque modesta e pragmatica”.

Il riferimento è ai tagli post legge Gelmini 133 del 2008.

Secondo il ministro, inoltre, solo 1,6 miliardi servono oggi per il rinnovo del contratto dei docenti, ha aggiunto, ribadendo quanto annunciato alcune settimane fa alla Tecnica della Scuola.

In quelle condizioni, diventa davvero difficile lavorare

Fioramonti ha anche definito gli insegnanti della scuola pubblica italiana dei veri e propri “eroi civili”.

Con 30 ragazzi in classe, pochi amministratori nelle scuole, edifici fatiscenti e presidi-reggenti, responsabili di 3-4 mila ragazzi, per loro diventa davvero difficile lavorare, ha spiegato.

‘La scuola italiana, nonostante tutto’

“Si chiede veramente troppo. Se dovessi scrivere un libro lo intitolerei: ‘La scuola italiana, nonostante tutto’: nonostante tutte le difficoltà il nostro sistema di istruzione è grande, produce scienziati e ricercatori ammirati in tutto il mondo che tuttavia lavorano con un decimo dei fondi degli altri Paesi: come se si arrivasse primi ad una maratona con una palla al piede”.

Per questi motivi, “il nostro sistema di istruzione va aiutato, per troppo tempo non si è investito”.

Studenti con DSA, documentazione necessaria per la detrazione delle spese per strumenti compensativi

da La Tecnica della Scuola

L’acquisto di strumenti compensativi per alunni con DSA può essere portato in detrazione, ma ad alcune condizioni, riepilogate recentemente dall’Agenzia delle Entrate nella risposta ad interpello n. 440 del 29/10/2019.

In proposito, dall’imposta lorda è possibile detrarre un importo pari al 19 per cento delle spese sostenute, a partire dal 1° gennaio 2018, “in favore dei minori o di maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado, per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici, di cui alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, necessari all’apprendimento, nonché per l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento delle lingue straniere, in presenza di un certificato medico che attesti il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti acquistati e iltipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato“.

La detrazione spetta anche perle spese sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico.

Si considerano strumenti compensativi gli strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.

Tra gli strumenti compensativi essenziali sono ricompresi, in via esemplificativa:

  • la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
  • il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
  • i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
  • la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;
  • altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali.

Si considerano sussidi tecnici ed informatici le apparecchiature e i dispositivi basati su tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche, quali, ad esempio i computer necessari per i programmi di video scrittura, appositamente fabbricati o di comune reperibilità, preposti a facilitare la comunicazione interpersonale, l’elaborazione scritta o grafica, l’accesso alla informazione e alla cultura.

Documentazione necessaria

Ai fini della detrazione:

  • il beneficiario deve essere in possesso di un certificato rilasciato dal Servizio sanitario nazionale, da specialisti o strutture accreditate, che attesti la diagnosi di DSA per l’acquirente ovvero per il proprio familiare, nel caso in cui la spesa è sostenuta nell’interesse di un familiare a carico;
  • dal certificato sopra citato ovvero dalla prescrizione autorizzativa rilasciata da un medico risulti il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti compensativi e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato;
  • le spese sostenute devono essere documentate da fattura o scontrino fiscale, nel quale indicare il codice fiscale del soggetto affetto da DSA e la natura del prodotto acquistato o utilizzato.

I documenti giustificativi delle spese possono essere intestati indifferentemente al soggetto affetto da DSA ovvero al familiare che ha sostenuto le spese; in tale ultimo caso, deve essere indicato il familiare a favore del quale la spesa è stata sostenuta.

Il ministro Fioramonti convoca i sindacati: riunione al Miur mercoledì 13 novembre

da La Tecnica della Scuola

Il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha convocato i sindacati per domani, mercoledì 13 novembre. L’incontro si terrà al Miur, in via Trastevere, a partire dalle ore 12.

Tanti i temi sul tavolo, così come segnala la Flc Cgil: le risorse per il comparto Istruzione e Ricerca da prevedere nella Legge di Bilancio, in particolare per il rinnovo del CCNL, ma anche i ritardi nel bando del concorso straordinario per i docenti con 3 annualità, divergenze nella definizione dei percorsi di abilitazione per i docenti e mancata indizione del concorso riservato per gli assistenti amministri con 3 anni di servizio come facenti funzione DSGA.

Il testo del decreto scuola contiene numerose misure che riguardano il mondo dell’istruzione:

  • concorso straordinario secondaria
  • concorso ordinario da bandire contestualmente a quello straordinario
  • revisione modalità di reclutamento dirigenti scolastici
  • revisione procedura per assunzione lavoratori appalti pulizie
  • proroga validità graduatorie di merito concorso 2016 e procedura per assumere in altre regioni vincitori e/o idonei dei concorsi 2016 e 2018 nel 2020/2021
  • esclusione dei dirigenti scolastici e del personale Ata dalla rilevazione delle impronte digitali
  • estensione del bonus merito ai docenti precari
  • concorso per Dirigenti tecnici del Miur
  • concorso riservato ai facenti funzione DSGA.

Decreto scuola: sindacati si mobilitano. Le richieste

da Tuttoscuola

Decreto scuola: i sindacati chiedono il rispetto degli impegni assunti dal Governo e disattesi nel Decreto Legge 126/2019 con misure urgenti per la scuola. E lo fanno con una serie di iniziative che hanno preso il via lo scorso 11 novembre con un presidio dei docenti precari a Montecitorio. Salvaguardare la continuità di servizio dei diplomati magistrali garantendo così anche la continuità didattica, completare l’attuazione del decreto precari e istituire un sistema strutturale di abilitazioni all’insegnamento sono i tre punti al centro del sit-in che ha animato piazza Montecitorio. E non finisce qui. Sul decreto precari oggi, 12 novembre, si è svolta anche un’audizione informale presso le Commissioni VII (cultura) e XI (lavoro) della Camera, in seduta congiunta.

Decreto scuola: un presidio di docenti precari

Secondo le organizzazioni sindacali occorrono una serie di emendamenti al decreto scuola che, in sede di conversione, ne modifichino il testo mantenendo fede ai patti sottoscritti. Successivamente è necessario adoperarsi affinché i percorsi legislativi si concludano nel più breve tempo possibile, e i provvedimenti possano trovare tempestiva attuazione: lo esige la tempistica che regola l’organizzazione e la gestione del sistema scolastico.

Oltre alla mobilitazione dei docenti precari, è in corso anche quella riguardante gli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA, con quattro assemblee interregionali di cui una già svolta sabato scorso a Milano. I sindacati chiedono che sia riconosciuto il valore della competenza professionale acquisita sul campo, di cui tenere conto nei percorsi di accesso al profilo di DSGA.

Decreto scuola: sindacati in audizione alla Camera

Nel corso della audizioni informali presso le Commissioni VII (cultura) e XI (lavoro) della Camera, in seduta congiunta che si è  poi svolta oggi, 12 novembre, CISL Scuola, rappresentata nell’occasione dal segretario nazionale Attilio Varengo e da Rita Frigerio, ha raccolto osservazioni e proposte in una “memoria” nella quale è indicata una serie di emendamenti di cui si chiede di tenere conto nel corso della discussione parlamentare. In sostanza, nel testo consegnato ai parlamentari le critiche e le riserve avanzate nei giorni scorsi rispetto a un decreto che ha in parte disatteso gli accordi fra sindacati e MIUR vengono formulate sotto forma di ben definite e specifiche proposte emendative.

Il decreto legge 126/2019 – si afferma nella memoria presentata alle Commissioni – affronta solo alcune delle numerose emergenze riguardanti il settore dell’istruzione, università e ricerca; auspicando che, per l’urgenza dei temi affrontati, la sua conversione possa avvenire in tempi brevi e che il testo veda accolte integrazioni e modifiche a nostro avviso necessarie per colmarne evidenti lacune e rendere realmente efficaci le misure in esso contenute, l’impegno della nostra organizzazione continua su numerose altre questioni, a partire dal rinnovo del contratto per il quale una fondamentale premessa va posta comunque in sede legislativa”.  In apertura, era stata ribadita la necessità di una più complessiva rivisitazione della materia reclutamento, solo parzialmente affrontata dal decreto legge 126 che peraltro, come è noto, interviene unicamente nell’ambito della scuola secondaria.

La nostra opzione – si legge nella “memoria” – , più volte manifestata e che vogliamo anche in questa circostanza porre all’attenzione, è per un sistema di reclutamento a ‘doppio canale’, ove accanto a procedure concorsuali ordinarie di cui garantire la regolare periodicità, operi un canale di selezione per titoli che riconosca e valorizzi l’esperienza professionale acquisita, offrendo opportunità di stabilizzazione sulla base di regole e strumenti normativi specifici. Un sistema equilibrato, utile anche a prevenire il riproporsi di un contenzioso che spesso ha visto l’Amministrazione soccombente per violazione di direttive comunitarie volte a contrastare l’abuso di lavoro precario”.

Le proposte emendative contenute nella memoria, che investono gli ambiti dell’istruzione, dell’università e della ricerca, riguardano fra l’altro, per quanto riguarda la scuola: il computo dell’anno scolastico in corso ai fini del triennio di servizio che dà accesso alla procedura di reclutamento straordinaria dei docenti, con possibilità di computare ai fini del triennio anche il servizio nei Centri di Formazione Professionale validi per l’assolvimento dell’obbligo; il mantenimento della deroga al possesso dei 24 CFU per chi ha tre annualità di servizio; la possibilità di chiedere l’assunzione in altre regioni anche per i candidati inseriti nelle GM 2016 e 2018 dei concorsi di scuola primaria e dell’infanzia; la proroga di un anno anche per primaria e infanzia della validità delle GM del concorso 2016; estensione agli specializzandi della possibilità di accedere alle procedure straordinarie per il sostegno; il riallineamento della periodicità di aggiornamento delle graduatorie di supplenza delle diverse fasce, anticipando a tal fine quello delle GAE; la deroga dal possesso della laurea per accedere al concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA per almeno un triennio; la proroga per un anno delle misure previste dal decreto dignità per i diplomati magistrali; la possibilità di scorrere la graduatoria degli idonei dell’ultimo concorso al fine della copertura delle disponibilità di posti di dirigente, attenuando nel contempo il vincolo di permanenza nella regione di assunzione.

Decreto scuola e legge di Bilancio: nuovo incontro fra i sindacati e MIUR

Per domani, mercoledì 13 novembre, è inoltre in programma un incontro fra i sindacati e il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, con il duplice obiettivo di ottenere modifiche importanti non solo al decreto scuola ma anche alla legge di bilancio.

Decreto scuola: verso un nuovo sciopero?

FLC CGIL sembra possibilista: “Se la manovra sui nostri settori non verrà profondamente modificata dal Governo e dal Parlamento, in un quadro confederale, non è esclusa nessuna iniziativa di mobilitazione, compreso lo sciopero, per ottenere un piano di investimenti sul comparto ‘Istruzione e Ricerca’ ai fini del rinnovo del CCNL, della stabilizzazione degli organici e del superamento del precariato in tutti i settori”.

La scuola paritaria cerca il rilancio

da Tuttoscuola

Lo scorso 8 novembre si è svolta a Milano, presso il liceo classico ‘Carducci’ di Milano, l’attesa tavola rotonda promossa dalla UIL scuola della Lombardia sul tema “Scuole pubbliche statali, scuole pubbliche paritarie, scuole del mercato. Tesi a confronto”.

Per la Uil, come ha subito sottolineato Pino Turi, segretario di un sindacato con forte tradizione laica e salveminiana, “la scuola è una funzione dello Stato e non può essere delegata al privato se non per consentire una sua convivenza alle condizioni della Costituzione che 70 anni fa già disponeva misure per garantire l’istruzione di tutti, al riparo dalle diatribe laici-cattolici”.

Tra gli ospiti, insieme a Valeria Fedeli, Valentina Aprea, Camilla Sgambato, Francesco Schianchi e Paolo Ramazzotti, c’era anche suor Anna Monia Alfieri, la più combattiva e tenace sostenitrice della completa parità tra tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie, recatasi in partibus infidelium per sostenere anche in quella sede la sua proposta di utilizzare a tal fine lo strumento del “costo standard di sostenibilità”.

Se ha ottenuto qualche apertura, o almeno attenzione, dagli altri interlocutori (soprattutto da Aprea ma anche da Sgambato, attuale responsabile scuola del PD, favorevole a riattivare la commissione di studio sul costo standard costituita dall’ex ministro Fedeli) la Alfieri è stata bistrattata da Pino Turi, che ha sostenuto che “la tesi di suor Anna Monia Alfieri non è particolarmente innovativa, né originale e tantomeno moderna perché cambia solo il nome e la rende più scientifica: costo standard di sostenibilità. Ma Calamandrei le definì sussidio alla famiglia, più di recente Berlusconi e Valentina Aprea l’hanno chiamato buono scuola. Si tratta di finanziamento pubblico alle scuole private, mentre la Costituzione dice chiaramente ‘senza oneri per lo Stato’”. In materia scolastica lo Stato italiano “non è uno Stato regolatore, quindi, ma uno Stato gestore diretto”.

Turi ha tuttavia dato atto alla Alfieri di aver sostenuto la sua tesi con chiarezza e anche con un certo coraggio, essendo nota la posizione della Uil scuola, organizzatrice del convegno, di totale contrarietà all’introduzione del costo standard.

Suor Alfieri ha sottolineato che ogni alunno della scuola pubblica statale “costa al contribuente 10.000 euro all’anno, con scuole che cadono a pezzi, docenti sottopagati e alunni dispersi o culturalmente azzerati… Tutto ciò, nonostante la sussidiarietà al contrario degli alunni delle paritarie” che consentono ogni anno allo Stato minori uscite per più di 6 miliardi di euro (senza le paritarie lo Stato dovrebbe approntare il servizio per 850 mila alunni in più).

L’individuazione del costo standard di sostenibilità per allievo comporterebbe – secondo la Alfieri – “una buona e necessaria concorrenza fra le scuole sotto lo sguardo garante dello Stato” e “la naturale fine dei diplomifici”.

Certamente la proposta della Alfieri sarà tenuta in maggiore considerazione in occasione del Seminario di Studio “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa”, che si terrà a Roma giovedì 14 Novembre 2019, nella Sala Convegni USMI-CISM presso la sede di Via Zanardelli, 32 (ore 15,30-18) con l’intervento della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, e della direzione CISM e USMI. Ma lì giocherà in casa…

Conservatori e accademie di danza, boom di iscritti. In 8 anni quasi raddoppiate le matricole

da Tuttoscuola

Non conosce crisi l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), di cui fanno parte Conservatori e Istituti musicali statali, Accademie di danza, di Belle arti, di Arte drammatica e Istituti superiori per le industrie artistiche statali, considerati un’eccellenza italiana nel mondo. Da anni si sta verificando una crescita costante di iscritti, di diplomati, e quindi anche di insegnanti e di corsi. Dall’anno accademico 2010/2011 gli iscritti sono aumentati mediamente ogni anno del 7%. Nell’anno 2018/19 gli studenti sono stati 76.072. Nello stesso arco di otto anni, a conferma dell’interesse che nel mondo esercitano le scuole dell’AFAM, la presenza di studenti con cittadinanza non italiana è più che triplicata. Nell’ultimo anno l’aumento è stato del 3,4% su numeri già importanti che rappresentano il 16,5% delle iscrizioni complessive (oltre 12.500). È cresciuta anche la proposta formativa: dal 2010/11 i corsi di studio sono aumentati complessivamente del 30%.

È questa la fotografia che emerge dai dati dell’approfondimento statistico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dedicato al sistema AFAM per l’anno accademico 2018/19, appena pubblicato sul portale del MIUR.

Il settore AFAM conta oltre 5.000 corsi attivi, la maggior parte dei quali attiene al settore musicale e coreutico, circa l’87%, e il restante 13% al settore artistico e teatrale. Nel 2018 sono stati 16 mila i diplomati, un aumento del 60% rispetto ai numeri del 2011. La quota di diplomati con cittadinanza non italiana è il 18,9%. Nel 2018/19 operano a vario titolo nel sistema AFAM oltre 18.500 persone, di cui 15.402 docenti e 3.134 non docenti.

Il link alla pubblicazione statistica:
https://bit.ly/2Kcwbdo

Nota 13 novembre 2019, AOODGOSV 22999

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali
LORO SEDI
All’Intendente Scolastico della provincia di
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua località ladine
BOLZANO
AI Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia di
TRENTO
AI Sovrintendente agli studi della Valle D’Aosta
AOSTA
Ai Dirigenti Scolastici delle Scuole di ogni ordine e grado
LORO SEDI
E p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
Alla Prof.ssa Serena Bonito
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
DGSP Uff. V

Oggetto: Olimpiadi Nazionali di Robotica – V edizione 2019-2020


Nota 13 novebre 2019, AOODGOSV 22984

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
AI Capo dell’Ufficio V della DGSP del MAECI
ROMA
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
AI Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
AI Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado, statali e paritari
LORO SEDI
e.p.c. AI Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
AI Capo Ufficio Stampa
SEDE
All’Ufficio di Gabinetto
SEDE

OGGETTO: OLIMPIADI DI FILOSOFIA – XXVIII EDIZIONE A.S. 2019-2020 – FINALE NAZIONALE ROMA 13-14-15 MAGGIO 2020

Nota 13 novembre 2019, AOODGOSV 22983

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
AI Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
Ai Dirigenti Scolastici delle scuole secondarie di Il grado

OGGETTO: Mostra-concorso III biennale dei licei artistici italiani con sezione New design 2020