Prove Invalsi 2020 quinta superiore: come prepararsi, esempi e simulazioni

da Tuttoscuola

Il prossimo 2 marzo 2020 gli studenti di quinta superiore saranno i primi a cimentarsi con le Prove Invalsi 2020 di Italiano, Matematica e Inglese. La somministrazione avverrà in modalità CBT – Computer Based Testing e parteciparvi è requisito fondamentale per l’ammissione all’esame di Stato e per ricevere la certificazione delle competenze. Ma cosa devono fare di preciso i ragazzi per arrivare preparati al meglio a questo appuntamento? Si devono esercitare o studiare di più per l’occasione oppure è sufficiente utilizzare gli esempi e le simulazioni fornite dall’Istituto? Lo spiega l’Istituto stesso in una guida pubblicata su Invalsi Open e che riportiamo.

Prove Invalsi 2020 quinta superiore: come prepararsi?

Per aiutare i ragazzi a comprendere come funzionano le Prove Invalsi 2020 e per farli familiarizzare con la modalità di somministrazione computerizzata l’Istituto mette a disposizione della scuola una serie di documenti divisi per materia, nei quali è possibile trovare numerosi esempi di domande, con spiegazioni su cosa misurano i quesiti e sul livello di competenza al quale corrispondono.  Oltre a questi documenti destinati agli insegnanti, sul sito invalsi.it sono disponibili diverse simulazioni accessibili con la piattaforma TAO, per dare la possibilità anche agli studenti di cimentarsi in prima persona con una prova in CBT e fare esperienza con una modalità di somministrazione diversa da quella tradizionale carta-matita.

Prova Invalsi 2020 di quinta superiore di Italiano

La Prova Invalsi 2020 di Italiano misura le competenze di lettura con domande relative a diverse tipologie di testo e verifica l’acquisizione di conoscenze e competenze grammaticali. Si divide quindi in due sezioni: comprensione della lettura e riflessione sulla lingua. Per la prima sezione può essere richiesto allo studente di leggere dai 5 ai 7 testi di tipo e di lunghezza diversa, mentre per la seconda è prevista la lettura di un testo breve. Il numero di domande di ciascuna unità può variare da 7 a 10 e la durata massima per svolgere la Prova è di 2 ore.

Prova Invalsi 2020 di Italiano di quinta superiore: esempi di domande e la simulazione prova Invalsi 2020 con la piattaforma TAO

Per capire la struttura e lo scopo delle domande della Prova Invalsi 2020 di Italiano in questo documento vengono presentati quattro testi di diverso tipo, corredati da alcuni esempi di quesito. Per ciascun esempio vengono sottolineati tre aspetti:

  • il formato di risposta della domanda
  • il macroaspetto (per la comprensione della lettura) o l’ambito (per la riflessione sulla lingua) misurato attraverso la domanda
  • la descrizione del compito

Gli stessi esempi di domande proposti in versione cartacea sono disponibili anche in versione computerizzata sulla piattaforma TAO, accompagnati da una griglia di correzione con all’interno le risposte corrette alle domande presenti nell’esempio di Prova Invalsi 2020.

Prova Invalsi 2020 di Matematica di quinta superiore

La prova Invalsi 2020 di Matematica di quinta superiore misura le conoscenze e le competenze acquisite durante tutto il percorso scolastico, con particolare attenzione alle capacità argomentative. La Matematica valutata con le prove Invalsi 2020, infatti, non si limita a verificare l’acquisizione di saperi tecnici e scientifici ma cerca anche di capire se i ragazzi sono in grado di spiegare una determinata scelta matematica e se le conoscenze e le competenze degli anni precedenti si sono mantenute fino alla fine del secondo ciclo di istruzione. Oltre a questi aspetti, la prova Invalsi 2020 di matematica cerca di far emergere attraverso domande differenziate per indirizzi scolastici gli aspetti che caratterizzano e differenziano il percorso formativo di un Liceo scientifico da quello di un Istituto tecnico o professionale. Per questi motivi, le domande della Prova di Matematica sono divise in due parti, una parte comune a tutti e una più specifica per gli indirizzi di scuola.

Rispetto alla sezione comune di domande nel documento troviamo:

  • domande di manutenzione
  • domande di ricontestualizzazione

Per la parte specifica le domande sono divise per indirizzi scolastici:

  • Licei scientifici (opzione Scienze applicate e Liceo sportivo)
  • Licei non scientifici e Istituti professionali
  • Istituti tecnici (Economici e Tecnologici)

Prova Invalsi 2020 di Matematica di quinta superiore: esempi di domande

Per la Matematica sono disponibili diversi documenti all’interno dei quali sono riportati alcuni esempi di domande. In questo documento gli esempi di domande della sezione comune sono divisi nei quattro ambiti; per ciascun ambito sono riportati tre esempi. Le domande specifiche, invece, sono divise per Liceo scientifico e per Liceo scientifico e per gli Istituti tecnici.

Per ciascun esempio vengono spiegati otto aspetti:

  • la risposta corretta
  • il formato della domanda
  • l’ambito (Dati e previsioni, Spazio e figure, Numeri, Relazioni e funzioni)
  • il traguardo previsto nel Quadro di riferimento di Matematica
  • la dimensione del Quadro di riferimento di Matematica
  • la corrispondenza con le Indicazioni nazionali e le Linee guida
  • lo scopo della domanda
  • un commento con ulteriori informazioni sulla domanda

Per la prova Invalsi 2020 di Matematica esiste inoltre un ulteriore documento, con altri esempi di domande divisi per ambiti e per i cinque livelli di competenza, pensato per dare la possibilità agli insegnanti di capire il legame tra una domanda INVALSI e il Traguardo del Quadro di Riferimento, la dimensione e il tipo di domanda (manutenzione o ricontestualizzazione).

Prova Invalsi 2020 di Matematica di quinta superiore: la simulazione con la piattaforma TAO

Con la formulazione di domande specifiche per gli indirizzi scolastici, l’INVALSI mette a disposizione di insegnanti e studenti tre esempi di Prova, ciascuno costituito da sedici domande, disponibili sulla piattaforma TAO e divisi per indirizzo scolastico. Ciascun esempio è accompagnato da una griglia di correzione e da un documento informativo per i docenti.

La prova Invalsi 2020 di Inglese di quinta superiore

La prova Invalsi 2020 di Inglese prevede la valutazione di due abilità di comprensione della lingua: il reading e il listening; le abilità di writing e speaking invece non vengono rilevate. Come richiesto dal QCER, il livello di competenza che i ragazzi devono raggiungere al termine del secondo ciclo di istruzione di tutti gli indirizzi è il B2. Per permettere di descrivere un livello di competenza nell’ascolto e nella lettura anche per quegli alunni che al termine del secondo ciclo di istruzione non raggiungono una competenza di livello B2, la Prova INVALSI di Inglese è una prova bilivello B1/B2. Per questo motivo, le due Prove di Inglese comprendono domande relative ai due livelli del QCER.

La prova Invalsi 2020 di Inglese di quinta superiore: esempi di domande e la simulazione con la piattaforma TAO

Per le due abilità valutate attraverso le Prove nazionali, sono stati rilasciati alcuni esempi di domande sia per il livello B1 sia per quello B2.

In questo documento vengono riportati per ciascuna abilità, tre esempi di domande, ciascuno diviso per livello di competenza da raggiungere (B1 o B2). Per il listening inoltre sono disponibili i file audio in formato mp3.

Ogni esempio è accompagnato da una scheda che riporta i seguenti elementi:

  • il titolo del testo (per il reading) o del file audio (per il listening)
  • il numero di parole (per il reading) e la durata del file audio (per il listening)
  • il tipo di comportamento da adottare
  • lo scopo della domanda
  • il livello del QCER
  • il formato della risposta
  • il numero di items (risposte al testo o al brano)

Gli stessi esempi di domande presenti nel documento sopra citato sono anche disponibili in versione computerizzata sulla piattaforma TAO; ciascun esempio è accompagnato da una griglia di correzione con all’interno le risposte corrette alle domande presenti nell’esempio di Prova.

Scuole fredde, per 1 studente 3 le lezioni si svolgono in un clima ‘polare’

da Tuttoscuola

In questi giorni il sole splende in gran parte d’Italia. Ma fa anche tanto freddo. Se ne sono accorti soprattutto gli studenti, visto che tantissimi di loro – dalle scuole dell’Infanzia a quelle secondarie – dopo le vacanze di Natale sono tornati a sedere in classi gelide. E dalla Lombardia alla Sicilia, sembra proprio che i riscaldamenti non vogliano funzionare a dovere. Skuola.net lo ha potuto verificare grazie alla ‘voce’ di oltre 10mila ragazzi, che hanno voluto affidare al portale per studenti il loro malcontento, visto che circa 1 su 3 ha raccontato di un rientro a scuola “da brividi”. Con il Sud, meno abituato a confrontarsi con le basse temperature, che soffre ancora di più: qui è il 40% degli intervistati a lamentare disagi.

La causa di tanto gelo? In quasi 9 casi su 10 è proprio quella già accennata: i caloriferi non vanno come dovrebbero. In un quadro (purtroppo) così omogeneo solo le ragioni del malfunzionamento possono distinguere i vari episodi. La fattispecie più diffusa è l’efficienza a macchia di leopardo: il 31% degli studenti alle prese con le aule fredde dice che i termosifoni riscaldano solo in alcune aree del proprio istituto. Subito dietro c’è l’accensione a singhiozzo, per risparmiare sui costi di gestione: nel 28% dei casi i caloriferi vengono azionati solo poche ore al giorno. Più di 1 ragazzo su 10 – il 12% – riporta che l’impianto è addirittura rotto. Ma i termosifoni non sono gli unici imputati. Ad alimentare il gelo delle scuole intervengono anche altri elementi strutturali: è così per il 13% degli intervistati, che parlano soprattutto di porte e finestre che non chiudono bene, disperdendo il calore di impianti già affaticati di loro.

Ma le lezioni, quasi per tutti, devono andare avanti; così ci si organizza. In che modo? Con le più tradizionali delle soluzioni: il 62% degli studenti, per evitare il congelamento, rimane con cappotto, guanti e cappelli per tutta la giornata; nei casi più estremi ci si aiuta con plaid, coperte e stufette elettriche. Qualcuno però non ci sta e rimane a casa (11%). Rarissimo che la scuola venga chiusa a causa del freddo (4%), che si spostino i ragazzi negli ambienti più caldi (4%) o che si proceda all’orario ridotto (2%).

In oltre la metà dei casi (57%) si sono levati cori di protesta, quasi sempre (34%) da parte dei soli studenti; ma non mancano gli episodi in cui si sono uniti a loro anche i professori (19%) o sono stati direttamente questi ultimi a farsi portavoce del malcontento (4%). Le forme più diffuse di protesta? La reazione, per la maggioranza, è decisamente soft: il 26% ha scritto una lettera alle istituzioni scolastiche, il 23% ha scioperato silenziosamente. In più di 1 caso su 4, però, si è passati alle vie di fatto: con assemblee straordinarie (8%), autogestioni (7%), manifestazioni (5%), occupazioni (4%) e sit-in (3%). 

Blocco quinquennale della mobilità, le prime proteste

da Tuttoscuola

È forse la prima volta che una disposizione di legge blocca per un tempo non breve la mobilità dei docenti immessi in ruolo, al fine di tutelare effettivamente la continuità didattica. Il diritto degli alunni non viene subordinato all’interesse degli insegnanti. La norma-catenaccio è contenuta nella recente legge sulla scuola.    

Si tratta di una decisione coraggiosa che non mancherà di suscitare reazioni soprattutto nel mondo dei precari e, in particolare, nei territori meridionali dove risiede la maggior parte dei docenti interessati a ricoprire i posti che per la maggior parte risulteranno vacanti al Nord.

Già si registrano i primi appelli contro la disposizione del blocco – addirittura rivolti al Capo dello Stato – da parte di docenti interessati al ruolo.

La legge 159/2019 di conversione del decreto legge 126 sulla scuola (il cosiddetto salva precari) ha introdotto infatti una disposizione tassativa sul blocco di mobilità per i docenti che saranno assunti in ruolo a cominciare dal prossimo 2020-21.

L’art. 1, comma 17-octies prevede infatti che “A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2020/2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso soltanto dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità”.

Il successivo comma 17-novies fa salve le nomine in ruolo avvenute prima del 2020-21 e prevede che quel vincolo quinquennale non possa essere derogato (disapplicato).

“17-novies. Le disposizioni di cui ai commi 3 e 3-bis dell’articolo 399 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dal comma 17-octies del presente articolo, non sono derogabili dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Sono fatti salvi i diversi regimi previsti per il personale immesso in ruolo con decorrenza precedente a quella indicata al comma 3 del medesimo articolo 399 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994, come sostituito dal citato comma 17-octies del presente articolo”.

Quali risorse per il rinnovo dei contratti di lavoro?

Quali risorse per il rinnovo dei contratti di lavoro?

Uno dei punti di maggiore criticità della legge di bilancio 2020 (legge 160/19 e nostro commento) è indubbiamente l’insufficienza delle risorse per i rinnovi contrattuali del settore pubblico per il triennio 2019-2021. Riguardo poi al comparto “Istruzione e Ricerca” le risorse stanziate per il rinnovo contrattuale sono ancora lontane dagli impegni assunti da questo e dal precedente governo rispetto ad incrementi salariali significativi (a tre cifre), finalizzati, da un lato, a perequare le retribuzioni del comparto alla media di quelle del comparto pubblico, e, dall’altro, a ridurre il divario stipendiale esistente rispetto alla media dei paesi europei.

Al termine della sessione di bilancio e dopo l’approvazione della legge 160/19, l’analisi del capitolo di spesa dedicato al “Fondo da ripartire per l’attuazione dei contratti del personale delle amministrazioni statali, ivi compreso il personale militare e quello dei corpi di polizia” fa emergere dati davvero sorprendentil’incremento delle risorse per il 2021 è significativamente minore rispetto a quanto più volte affermato dal governo, le risorse del 2020 diminuiscono, mentre per il 2019 vi sarà probabilmente un risparmio (il condizionale in questo caso è d’obbligo in attesa del Rendiconto generale dello Stato).

Ricordiamo, inoltre, che la legge di bilancio stanzia 310 milioni di euro per l’anno 2022 relativo al triennio contrattuale 2022-2024.

Chiediamo che il governo a partire dal Ministero dell’Economia fornisca chiarimenti sulla riduzione delle risorse per i rinnovi contrattuali. Sarebbe davvero incredibile che, dietro il paravento di artifici tecnici o interpretativi delle norme, si siano realizzati risparmi alle spalle dei lavoratori pubblici.

Nota 15 gennaio 2020, AOODGOSV 577

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI

OGGETTO: Manifestazione “Fare Turismo” – X edizione – Roma, 11 – 12 – 13 marzo 2020, Invito per gli Istituti tecnici, gli Istituti professionali e gli Istituti Tecnici Superiori.