Maturità 2019, Bussetti: le novità non sono nostre, ma del Governo Renzi. Grazie a noi simulazioni nazionali

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Sul nuovo Esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado l’attuale Governo non vuole sentirsi accusato: a ribadirlo è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, a margine di un’iniziativa contro il fumo di sigaretta organizzata all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, a cui hanno partecipato anche alcune scuole della città meneghina. Il cambio dell’esame di maturità, che cambierà appunto nel giugno 2019, ha detto il responsabile del Miur, “è avvenuto a gennaio del 2017, quindi noi non eravamo ancora al Governo: abbiamo” solo “raccolto i cambiamenti e li abbiamo adattati”.

Le novità in arrivo

Il riferimento, quindi, è all’abolizione della terza prova, il cosiddetto “quizzone”; al cambiamento della seconda prova, diventata mista; all’introduzione delle tre buste, predisposte dalla commissione, contenenti gli argomenti (attinenti al percorso didattico indicato nel documento del 15 maggio) da affrontare all’orale. In particolare, quei contenuti serviranno anche come “spunto” da cui partirà il colloquio dello studente con i commissari d’esame.

Inoltre, sulla votazione finale, sempre in centesimi, peserà non poco il percorso formativo degli ultimi tre anni, peraltro in modo progressivo: i crediti fruibili saranno ben 40 (12 al terzo superiore, 13 al quarto e 15 al quinto), le due prove scritte potranno assegnare sino a 20 punti ciascuna, come anche l’orale.

Tutte novità, ha ricordato Marco Bussetti, introdotte dall’Esecutivo a guida del Partito Democratico, con Matteo Renzi presidente del Consiglio, a partire dall’approvazione della Legge 107 del 2015.

Le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione

Agli studenti che fra poco più di due settimane sosterranno l’esame di maturità “dico di affrontare” la prova “con molta tranquillità e con la giusta tensione, perchè è un esame per loro importante. Noi stiamo verificando gli ultimi dettagli ma siamo pronti“, ha comunque assicurato il ministro dell’Istruzione.

Poi ha tenuto a prendersi i meriti per aver proposto tre simulazioni per la prima volta nazionali, con contenuti molti vicini a quelli che “usciranno” a giugno: “Abbiamo fatto qualcosa che non è mai stato fatto in Italia, cioè le simulazioni d’esame, abbiamo messo nelle condizioni gli studenti di verificare come sarà questo impatto anche emotivo sull’esame. Il nostro lavoro è stato fatto e non all’ultimo momento”, ha concluso Bussetti.

Le ultimissime

Nel frattempo, il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere che tramite la piattaforma Sidi sono stati comunicati i nomi dei commissari esterni, disponibili giù nelle segreterie scolastiche degli istituti coinvolti. La pubblicazione, sul sito dedicato del Miur, avverrà lunedì 3 giugno.

Inoltre, il Miur ha già predisposto tutto il materiale per avviare la maturità 2019, già attiva è la piattaforma Commissioneweb, pronto, ma non ancora in linea, il motore di ricerca per trovare tutte le commissioni dell’esame di Stato 2018/2019.

La ricerca si potrà fare per Istituto, per nome del Presidente e per nome del Commissario esterno.

Concorso infanzia e primaria, probabile la prova preselettiva. Cosa c’è da sapere

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

C’è attesa per il bando del concorso scuola 2019 per infanzia e primaria, che dovrebbe essere pubblicato a breve. Il concorso dovrebbe mettere a bando 17mila posti, come riportato in precedenza. Nello specifico si tratta di 16.959 posti di personale docente della scuola dell’infanzia e primaria, di cui 10.624 per l’anno scolastico 2020/2021 e 6.335 per l’anno scolastico 2021/2022.

Concorso scuola 2019 infanzia e primaria: ci sarà la preselettiva?

Al concorso è previsto dal decreto ministeriale la possibilità di avere una prova preselettiva: “Lo svolgimento di un test di preselezione qualora il numero dei candidati sia superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso”, recita il decreto.

Considerando l’alto numero di partecipanti attesi al concorso, appare molto probabile lo svolgimento della preselettiva, anche se ovviamente si devono conoscere i numeri reali dei partecipanti alla procedura.

Concorso scuola 2019 infanzia e primaria: la prova preselettiva

Nel caso di prova preselettiva, ricordiamo che questa sarà computer-based, unica per tutto il territorio nazionale, volta all’accertamento delle capacità logiche, di comprensione del testo nonché di conoscenza della normativa scolastica.

Saranno inoltre ammessi coloro che, all’esito della prova preselettiva, abbiano conseguito il medesimo punteggio dell’ultimo degli ammessi, oltre ai soggetti dicui all’art. 20, comma 2-bis, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Il mancato collocamento in posizione utile alla prova preselettiva comporta l’esclusione dal prosieguo della procedura concorsuale.

Il punteggio della prova preselettiva non concorre alla formazione del voto finale nella graduatoria di merito.

Prova preselettiva concorso infanzia e primaria: quesiti di logica e comprensione del testo

Come accennato, la prova preselettiva comprenderà quesiti di logica e comprensione del testo. Quindi sul test preselettivo, saranno richieste le competenze linguistiche in Italiano e le altre caratteristiche specifiche di ciascuna tipologia, ad esempio:

– ragionamento verbale e critico-verbale,
– proporzioni incomplete,
– campi ed equivalenze semantiche,
– successioni numeriche o figurali,
– insiemi, sillogismi,
– ragionamenti numerico-deduttivi,
– inferenze logiche a partire da premesse date, analogie figurali, ecc.

Prova preselettiva concorso infanzia e primaria: legislazione e normativa scolastica

Il decreto, all’allegato A1, prevede che i candidati posseggano conoscenze di legislazione e normativa scolastica. Nello specifico:

a) Costituzione della Repubblica italiana;
b) Legge n. 107/2015;
c) autonomia scolastica, con riferimento, in particolare, al decreto del Presidente della Repubblica n. 275/1999, Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
d) ordinamenti didattici del primo ciclo di istruzione e del segmento da zero a sei anni: decreto del Presidente della Repubblica n. 89/2009, Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione; decreto ministeriale n. 254/2012, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione; decreto legislativo n. 62/2017, Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato; decreto legislativo n. 65/2017, Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni; decreto ministeriale n. 742/2017, Certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione;
e) governance delle istituzioni scolastiche (Testo Unico, Titolo I capo I);
f) stato giuridico del docente, contratto di lavoro, disciplina del periodo di formazione e di prova (CCNL vigente; decreto ministeriale n. 850/2015 relativo all’anno di formazione e di prova per docenti neo-assunti);
g) compiti e finalità di Invalsi e Indire;
h) il sistema nazionale di valutazione (decreto del Presidente della Repubblica n. 80/2013);
i) normativa generale per l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali (disabili, con disturbi specifici di apprendimento e con BES non certificati): Legge n. 104/1992 (articoli di interesse); Legge n. 170/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico; decreto legislativo n. 66/2017, Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità;
l) Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (nota MIUR prot. n. 4233 del 19 febbraio 2014);
m) Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (nota MIUR prot. n. 7443 del 18 dicembre 2014);
n) Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo (nota MIUR prot. n. 2519 del 15 aprile 2015);

8. conoscenza dei seguenti documenti europei in materia educativa:
a) Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente;
b) Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 22 maggio 2018.

IL DECRETO

TABELLA DEI TITOLI VALUTABILI

REQUISITI DEI COMPONENTI DELLE COMMISSIONI

FORMAZIONE DELLE COMMISSIONI

Concorso DS: presunte irregolarità nella correzione degli scritti, candidati presentano ricorso

da Tuttoscuola

Punteggi delle prove scritte troppo differenti a seconda della commissione che le ha corrette, oltre 270 aspiranti dirigenti scolastici presentano il ricorso. Non sembra trovare pare il concorso DS giunto ormai agli sgoccioli (sono in corso le prove orali).

Secondo quanto riporta al corriere.it una candidata al concorso DS ricorsista, “Essendo i compiti corretti random, i risultati delle commissioni dovrebbero essere simili e discostarsi di poco dalla mediana invece, in particolare la commissione 30 ha dato voti molto bassi rispetto alle altre». Inoltre, dal verbale di una commissione emergerebbe che 5 dei 300 compiti siano stati ricorretti una volta che si sono conosciuti i nomi dei candidati (che in una prima fase sono rappresentati da codici) e i voti siano stati alzati e addirittura raddoppiati. E queste sono solo alcune delle incongruenze che i professori ritengono di aver riscontrato sottoponendo i verbali delle commissioni ad un calcolo statistico approfondito e che hanno rilevato nella loro denuncia alla magistratura.

Esami di Stato: come funziona la maturità negli altri Paesi europei?

da Tuttoscuola

Questo, per l’Europa, è stato un anno particolare. Tra la Brexit che rischia di mettere in discussione lo spirito comunitario, e il dilagare dell’emergenza terrorismo si è parlato spesso e volentieri delle vicende interne alle nazioni del ‘vecchio continente’. Ma il 2019 è stato soprattutto l’anno delle elezioni europee. Inevitabili i paragoni fra sistemi di voto e forme di governo. Così, rimanendo in tema di confronti, perché non farne uno anche sugli esami di Stato? Come si conclude il ciclo delle scuole secondarie nei Paesi europei? Quello italiano lo conosciamo bene (anche se nel 2019 cambieranno le regole del gioco pure qui). E gli altri? Non sempre, spiega Skuola.net, la risposta è così semplice.

Esame di Stato: come funziona di Inghilterra?

In Inghilterra il futuro si decide in anticipo. Gli studenti d’oltremanica sono in qualche modo ”obbligati” ad avere le idee chiare prima di sostenere gli esami di scuola superiore. Perché questo, inevitabilmente, influirà sulla loro carriera universitaria e lavorativa. In Inghilterra, infatti, quello che noi conosciamo come esame di maturità non è altro che un diploma di abilitazione , chiamato ”A-Level”, che possono conseguire solo i ragazzi con i voti più alti. L’esame di Stato non è organizzato dalle scuole ma da istituti o enti specializzati e si concentra solamente su 3 materie, scelte dal maturando tra quelle più indicate per iscriversi alla facoltà universitaria preferita (che dovrà rimanere quella, senza possibilità di ripensamenti dell’ultimo minuto). L’esame è suddiviso in due parti: l’AS, che si tiene il penultimo anno di scuola dell’obbligo sul 50% dei rispettivi programmi, e l’A2, che si svolge al termine del percorso di studi superiori.

Esame di Stato: e in Francia?

In Francia solo i più bravi vanno avanti. Quello con gli esami di Stato per gli studenti francesi è un appuntamento molto importante e duro da sostenere. Per i ragazzi transalpini, infatti, il conseguimento del diploma di scuola superiore, chiamato BAC, abbreviazione di Baccalauréat, permette d’iscriversi all’università ma non basta per accedere alle Grande Ecoles, le prestigiose scuole di alta formazione per le professioni più specialistiche. Per queste, infatti, serve un anno di studi supplementare e il superamento di un esame di ammissione. Ma questo particolare non fa del BAC un esame facile, casomai è il contrario: gli studenti vengono infatti valutati una prima volta durante il penultimo anno di scuola e, alla fine del percorso di studi, sarà una commissione esterna, in genere molto esigente visto che la percentuale di bocciature supera sempre il 20%, a dare il via libera per l’iscrizione all’università.

Esame di Stato: il diploma per la carriera

In Germania il diploma indirizza la carriera. L’istruzione di livello superiore si divide tra quella ”generale” (simile alla nostra) e quella ”a vocazione professionale”, che avvicina al mondo del lavoro. Per ottenere l’Abitur, l’equivalente del nostro diploma di maturità, necessario solo per il primo percorso, non serve un esame formale come da noi: il titolo di studi superiori tedesco viene infatti rilasciato da commissioni interne sulla base del percorso dello studente negli ultimi due anni di scuola. Con un esito positivo praticamente per tutti. Attenzione, però, perché il voto farà una grande differenza: se è molto buono, lo studente potrà decidere di iscriversi a qualsiasi università. Se invece il risultato è scarso ci si dovrà accontentare dell’ateneo scelto dall’Ufficio Centrale per il Collocamento degli studenti negli Istituti Universitari, l’ente creato apposta per organizzare la formazione professionale dei giovani tedeschi.

L’esame di Stato in Olanda

E in Olanda l’esame di Stato è in realtà un test di ammissione. Qui il sistema d’istruzione superiore si divide in 3 livelli: il primo step, chiamato Mavo, si consegue a 16 anni e permette di accedere ad un numero ristretto di opportunità lavorative; il gradino successivo, chiamato Havo, termina a 17 anni dando una formazione superiore nei mestieri scelti; l’ultimo passo, il Vwo, è il cosiddetto livello pre-universitario, si consegue a 18 anni ed è l’unico che consente l’iscrizione all’università. Solo al termine del Vwo i ragazzi dovranno sostenere un esame finale, che servirà a formare le graduatorie per l’accesso alle facoltà a numero chiuso.