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Gilda, per i commissari superlavoro e 1,9 euro all’ora

da tuttoscuola.com 

Gilda, per i commissari superlavoro e 1,9 euro all’ora
Chiesto un riconoscimento economico adeguato e l’esonero dalle lezioni e dagli impegni scolastici

Carichi di lavoro estenuanti e compensi da fame per i commissari del prossimo concorso”. La denuncia arriva dalla Gilda degli Insegnanti che definisce “ai limiti dello sfruttamento” il trattamento economico riservato ai docenti cui spetta il delicato compito di esaminare i candidati.

Gilda fa i conti calcolando che se occorrono almeno 20-30 minuti per la correzione di un compito, un commissario che debba giudicare 100 candidati sarà presumibilmente impegnato per una media di 50 ore per la correzione e 75 ore per gli orali. Alle 125 ore si devono poi aggiungere almeno 10 ore per le riunioni di commissione e la sorveglianza alle prove. In tutto, 135 ore di lavoro qualificato. “A conclusione del concorso, con soli 100 candidati (una cifra molto prudente rispetto alle previsioni dei concorrenti per commissione), un commissario prenderà 259 euro lordi, pari a 1,9 euro per ogni ora”.

Il lavoro che svolgeranno questi insegnanti – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – è di estrema importanza perché consiste nel selezionare i futuri docenti che si occuperanno dell’istruzione degli studenti. Ciononostante, i commissari riceveranno un compenso decisamente non all’altezza della grande responsabilità affidata. Inoltre – sottolinea Di Meglio – questi docenti non potranno godere di alcun esonero dal servizio e quindi saranno costretti a tour de force assurdi tra attività didattica e commissioni concorsuali. Un super lavoro che li vedrà impegnati anche nei mesi di luglio e agosto, con una conseguente lesione del diritto alle ferie”.

Chiediamo pertanto – conclude il sindacalista – che vi sia un intervento politico urgente, per evitare che le commissioni siano svuotate delle professionalità richieste, e che siano adeguatamente riconosciuti in termini economici e normativi, per esempio con esonero dalle lezioni e dagli impegni scolastici, i complessi impegni e le responsabilità a carico dei commissari di concorso”.

Temi e problemi che saranno trattati anche durante il seminario online di Tuttoscuola dell’8 marzo, previsto dalle ore 18 alle 19. Per l’iscrizione gratuita cliccare qui.

Le studentesse vogliono contare! Il mese delle Stem

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“Le studentesse vogliono contare! Il mese delle Stem”
Il Miur promuove iniziative e approfondimenti nelle aule
per celebrare la Giornata Internazionale della Donna

Un mese di iniziative e approfondimenti nelle scuole per combattere gli stereotipi di genere e le discriminazioni: “Le Studentesse vogliono contare! Il mese delle Stem”. L’iniziativa, organizzata insieme al Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata lanciata con una circolare che il Miur ha inviato a tutte le scuole, e prende il via l’8 marzo in occasione della Giornata Internazionale della Donna. L’intento è quello di promuovere riflessioni e momenti di sensibilizzazione sui temi legati alla parità di genere.
“Il mese delle Stem” (acronimo di Science, Technology, Engineering and Math) vuole sensibilizzare gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado allo studio delle discipline scientifiche e tecnologiche, superando il divario di genere. Solo il 38% delle studentesse indirizza il proprio percorso formativo e professionale verso le discipline cosiddette Stem. Le ragioni sono da ricercare anche negli stereotipi di ordine culturale che vogliono le donne meno predisposte a queste materie.
L’iniziativa ha ottenuto il sostegno della sede italiana della Commissione Europea.

“La scuola che vogliamo è la scuola delle pari opportunità per tutti. Vogliamo una scuola che sia comunità inclusiva e che riconosca le differenze di ciascuno – dichiara il Ministro Stefania Giannini – Per questo è necessario rimuovere qualsiasi stereotipo. La Buona Scuola dà spazio all’educazione al rispetto e fissa punti chiari contro le discriminazioni e le violenze. Ben venga allora una iniziativa come questa – aggiunge il Ministro – con la quale da un lato vogliamo incentivare lo studio e la passione per le Stem tra tutte le studentesse e gli studenti, sviluppando competenze sempre maggiori in un ambito che è in continuo sviluppo. E dall’altro lato vogliamo ridurre il divario tra maschi e femmine in questi ambiti, valorizzando il talento di ciascuno sia all’interno del percorso di studi che nelle scelte professionali”.

“Rimuovere gli stereotipi, a partire da quelli inconsapevoli, come quello – spiega il Sottosegretario Davide Faraone – della scarsa predisposizione delle donne verso la tecnologia, la scienza, l’ingegneria, la matematica, e far riflettere con consapevolezza docenti, studenti e studentesse insieme: è a questo che serve l’iniziativa del ‘Mese delle Stem’ che abbiamo fortemente voluto. Esempi come quello di Samantha Cristoforetti o di Fabiola Giannotti ci aiutano a proporre modelli e ruoli diversi alle nostre ragazze, ma è la scuola, col suo potente lavoro quotidiano, la realtà principale in cui questi cambi di verso possono germogliare e diventare veramente efficaci. Le nuove tecnologie porteranno con sé la nascita di milioni di posti di lavoro: vogliamo assecondare e coltivare attitudini e talenti in modo pari, rimuovendo ostacoli di carattere culturale che limitano le aspirazioni e le scelte professionali dei ragazzi e delle ragazze”.

A partire dall’8 marzo, e fino all’8 aprile, le scuole – nell’ambito della loro autonomia didattica e organizzativa – potranno promuovere momenti di riflessione (anche al di fuori dell’orario di lezione), o aderire alle iniziative sul tema, con l’obiettivo di accrescere negli studenti e nelle studentesse la consapevolezza del pari contributo per lo sviluppo sociale e culturale del Paese.

A sostegno degli istituti, per “Il mese delle Stem”, è a disposizione una pagina dedicata all’interno del portale www.noisiamopari.it. Nei giorni scorsi infatti circa 80 Enti, Fondazioni, Associazioni e Imprese, hanno voluto aderire all’iniziativa offrendo alle scuole idee e proposte on line con pagine di sensibilizzazione, percorsi di formazione e didattica specifica, giochi logico-matematici, promuovendo concorsi, video di testimonial e testimonianze, organizzando convegni e momenti di dibattito e confronto sui temi delle Stem.
Il progetto rientra nella strategia di attuazione della Buona Scuola (comma 16) e nell’azione 20 prevista nel Piano Nazionale Scuola Digitale. Agli animatori digitali di ciascuna scuola viene chiesto infatti di supportare attivamente questa iniziativa sensibilizzando i colleghi e coordinando tutte le attività on line.

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, che sarà celebrata al Quirinale, il Ministro Giannini premierà, insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le scuole vincitrici del concorso nazionale “1946 – 2016: Verso la piena cittadinanza attiva. 70 anni del voto delle donne”.

Fondi Strutturali Europei – Avviso rivolto ai CPIA

Oggetto: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. – Avviso rivolto ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) per la realizzazione delle reti LAN/WLAN e degli ambienti digitali. Avviso prot. AOODGEFID/398 del 05/02/2016 – FESR – CPIA. Sollecito per il completamento delle attività per la candidatura

Nota prot. 4852 del 08 marzo 2016

Rivoluzione Ipab, patrimonio da 200 milioni del S.Alessio gestito da una Sgr

da Superabile

Rivoluzione Ipab, patrimonio da 200 milioni del S.Alessio gestito da una Sgr

Per la prima volta in Italia, dopo quasi 150 anni dalla nascita della storica Ipab romana, cambia la gestione del patrimonio i cui profitti servono per sostenere i servizi. Oltre 600 immobili verranno affidati ad una società di gestione del risparmio per 25 anni. “Rimettere al centro le attività a favore dei ciechi”

ROMA – Il centro S. Alessio – Margherita di Savoria per ciechi di Roma cambia le regole nel mondo delle Ipab: il patrimonio immobiliare stimato attorno i 220 milioni di euro di cui dispone per finanziare servizi e attività in favore dei ciechi e degli ipovedenti sarà affidato ad una società di gestione del risparmio (Sgr): circa 640 immobili, tra cui molti di pregio e situati nel centro della capitale, saranno così gestiti da “professionisti” del risparmio per permettere al centro di dedicarsi a tempo pieno alla propria missione di pubblica assistenza. A spiegare l’ennesima “rivoluzione” avviata nella gestione dell’Ipab è il presidente Amedeo Piva a pochi giorni dalla chiusura della prima fase del bando a cui hanno risposto in nove tra le società di gestione del risparmio più importanti d’Italia. “Il Sant’Alessio si appresta a valorizzare tutto il proprio patrimonio utilizzando gli strumenti moderni della gestione di un patrimonio così complicato – racconta Piva -. Al giorno d’oggi non è pensabile che un istituto come il nostro possa gestirlo in proprio”.
Con quasi 150 anni di storia alle spalle, oggi il Sant’Alessio accoglie una trentina di pluridisabili gravi nella residenza protetta e altrettanti nell’accoglienza diurna. Sono circa 300, invece, i ragazzi seguiti nelle scuole e nell’assistenza domiciliare, mentre altri 180 usufruiscono di percorsi di riabilitazione in convenzione con la Asl. Dall’altro lato, sono 65 i dipendenti della struttura, mentre sul territorio sono attivi circa 300 collaboratori. Una realtà che, però, fatica a gestire un patrimonio immobiliare accumulatosi dai tempi di Pio IX fino agli anni 30. Patrimonio che, in passato, è finito anche per inciampare in uno degli scandali sugli affitti a Roma per cui lo stesso Piva, appena insediato, aveva promesso un “cambio di rotta”. E la svolta sembra essere arrivata, con la costituzione di un fondo immobiliare che verrà affidato ad una Sgr. “A sostegno di questa nostra decisione è intervenuta persino la Corte dei conti – specifica Piva – che auspicava che questo avvenisse. Siamo andati avanti con un lavoro di un anno e mezzo procedendo per gradi: la prima fase della gara si è conclusa dieci giorni fa. Nei prossimi giorni si costituirà la commissione esaminatrice, poi il patrimonio verrà affidato per 25 anni”. Una novità assoluta per le Ipab, chiarisce Piva, che rassicura sulla destinazione di parte del patrimonio storicamente riservata come abitazioni per ciechi e ipovedenti.

A spingere il Sant’Alessio verso la scelta di un fondo di questo tipo, però non è solo la “complessità” della gestione di un patrimonio di queste dimensioni. L’obiettivo, spiega il direttore generale, Antonio Organtini, è “rimettere al centro delle attività del Sant’Alessio quelle a favore dei ciechi”. Il patrimonio, aggiunge Organtini, “non è il core business di questa istituzione. Sarà dato a chi potrà gestirlo in maniera professionale e così i servizi ai ciechi e agli ipovedenti, che sono la nostra unica attività, potranno avere una fonte finanziaria sufficiente e costante. Significa capovolgere e rimettere in asse la barca Sant’Alessio”. Si tratta quindi di un investimento, spiega il direttore, per garantire alle attività le risorse necessarie. “Non è dare ad altri la gestione degli affitti – puntualizza Organtini -. Per quello l’ente avrebbe potuto continuare a farlo. Questo patrimonio necessita di investimenti perché essendo un patrimonio storico ha necessità di ristrutturazioni, riconversioni, disinvestimenti per attività immobiliari più redditizie”. E i benefici, oltre a quelli diretti provenienti da un migliore utilizzo del patrimonio, saranno anche indiretti dovuti ad una minore tassazione che questa modalità di gestione comporta.

Un “modello” che, oltre a far fruttare al meglio gli immobili in possesso dell’Ipab, sembra essere anche una garanzia contro gli abusi. “L’Sgr dovrà raggiungere obiettivi economici – spiega Piva -. La finalità del patrimonio, salvo quella quota destinata ai ciechi, è creare reddito perché il Sant’Alessio possa erogare servizi ai ciechi”. Una strada nuova, quella imboccata dal Sant’Alessio guardata con attenzione anche da altre realtà sul territorio nazionale. “C’è grande attenzione da parte delle Ipab di Milano – aggiunge Piva -, anche se non si chiamano più così. Sono molto attenti a questo percorso e si tengono aggiornate su come stiamo procedendo”.

La tabella di marcia per l’affidamento è già definita, spiega Organtini. “Da quando ci sarà il contratto con la società avremo due anni di tempo per conferire il patrimonio – aggiunge -. Due anni di tempo in cui la Sgr sarà promotrice e parte attiva in questa bonifica di eventuali irregolarità che un patrimonio così vasto sicuramente presenterà. Il contratto con la Sgr lo avremo dal primo di luglio”. Un tempo record rispetto ad una realtà che ha più di un secolo sulle spalle e mostra tutti i propri acciacchi. “Oggi il Sant’Alessio – spiega Piva – chiude in pareggio con una grande sofferenza che deriva dall’esposizione bancaria, per delle passività pregresse che facciamo fatica a superare. L’obiettivo è quello di non avere più questa esposizione”. Il piano, però, permette anche di immaginare progetti più a lungo temine e nel futuro potrebbe sostenere strutture più adeguate per rispondere alle esigenze della pluridisabilità e fornire strumenti per l’integrazione dei ragazzi ciechi e ipovedenti.(ga)

8 marzo, la gardenia Aism per la lotta alla sclerosi multipla

da Redattore sociale

8 marzo, la gardenia Aism per la lotta alla sclerosi multipla

Per la Festa della Donna, in 5.000 piazze italiane, da oggi e fino all’8 marzo, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, torna la Gardenia di AISM, la tradizionale manifestazione di solidarietà promossa dall’Associazione italiana sclerosi multipla

Roma – Per la Festa della Donna, in 5.000 piazze italiane, da domani e fino all’8 marzo, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, torna la Gardenia di AISM, la tradizionale manifestazione di solidarieta’ promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla sua Fondazione (FISM) con il patrocinio di Pubblicita’ Progresso. La campagna di raccolta fondi vedra’ anche quest’anno 10.000 volontari impegnati ad offrire una pianta di Gardenia a fronte di un contributo minimo di 15 euro.

Dal 28 febbraio e fino al 13 marzo con numero solidale al 45504 e’ possibile donare 2 euro da cellulari personali TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Tiscali. Sara’ di 2 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone e TWT e di 2 o 5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45504 da rete fissa TIM, Infostrada, Fastweb e Tiscali.

Testimonial dell’iniziativa “La Gardenia di AISM” sono Antonella Ferrari attrice, persona con SM e da sempre madrina dell’Associazione, la giornalista Gaia Tortora, e Cristel Carrisi, giovane conduttrice televisiva e cantautrice, figlia dei cantanti Al Bano e Romina Power. “La Gardenia di AISM” ha permesso negli anni di raccogliere significativi fondi destinati al finanziamento dei progetti di ricerca e al potenziamento di servizi per le persone colpite da SM, in particolare per le donne a cui questa manifestazione e’ dedicata. I fondi raccolti con Gardenia di AISM 2016 saranno impiegati in progetti di ricerca mirati in particolare alla SM Pediatrica.

Non solo. La Gardenia di AISM si traduce, anche, in progetti dedicati alle donne e ai giovani, alle coppie e alle famiglie, convegni informativi, collane editoriali, studiate e organizzate per rispondere a quesiti e problemi che si presentano nella vita quotidiana, sociale, sanitaria e lavorativa di chi si trova a convivere con la sclerosi multipla.

La sclerosi multipla e’ una malattia cronica, imprevedibile e spesso progressivamente invalidante; una delle piu’ gravi del sistema nervoso centrale. Colpisce maggiormente le donne, in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini. Il 50% delle persone con SM sono giovani, cui spesso la malattia viene diagnosticata tra i 20 e i 40 anni, nel periodo della vita piu’ ricco di progetti. Si stima che i bambini colpiti da sclerosi multipla in Italia siano circa il 5% dei casi totali di SM. La malattia si manifesta per lo piu’ con disturbi del movimento, della vista e dell’equilibrio, seguendo un decorso diverso da persona a persona. Ogni 4 ore una nuova diagnosi: 2 mila nuovi casi ogni anno. Oggi, grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica, esistono terapie e trattamenti in grado di rallentare il decorso della sclerosi multipla e di migliorare la qualita’ di vita delle persone con SM. Tuttavia la causa e la cura risolutiva non sono ancora state trovate.

Valutazione docenti

Valutazione docenti: il Miur sovverte l’ordinamento, nell’indifferenza generale

di Enrico Maranzana

 

Il Miur orienta le scuole nell’elaborazione dei criteri per valutare le prestazioni dei docenti [in rete – Sistema nazionale di valutazione > docenti > FAQ] rispondendo ai quesiti posti.

Domanda: 16 – Il collegio dei docenti e il consiglio d’Istituto hanno titolo a definire i criteri valutativi per il riconoscimento del merito?

Risposta. La legge 107/2015 non lascia dubbi interpretativi in proposito: è il comitato che individua autonomamente i criteri per la valorizzazione dei docenti, sulla base di indicatori esplicitati dalla legge stessa.

Nell’adozione dei criteri valutativi il Comitato è quindi pienamente autonomo e opera senza vincoli di sorta.

Ne discende: il PTOF è carta straccia così come la norma sull’autonomia scolastica che, a fondamento ha la progettazione educativa, la progettazione formativa e la progettazione dell’istruzione.

Un professionista avrebbe formulato la propria risposta elaborando i criteri indicati dalla legge che, per la loro genericità, sono da contestualizzare:

  1. della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti

Cosa s’intende per qualità?

Che rapporto intercorre tra l’insegnamento e progettazione?

Il miglioramento dell’istituzione implica la conoscenza dell’orientamento del sistema scolastico: quali sono le competenze generali da promuovere?

Il successo formativo deriva dal conseguimento dei traguardi che, per la loro natura, sono comuni a tutti gli insegnamenti. Quali sono i documenti guida per l’attività docente?

  1. dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;

Le competenza generali e le competenze specifiche sono interdipendenti?

Come misurare la validità delle innovazioni?

L’aggettivo buone è più idoneo dell’aggettivo efficaci?

  1. delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

A quale struttura decisionale si riferiscono le responsabilità di coordinamento assunte?

Protocollo con la Fondazione Golinelli

Scuola e innovazione, il Ministro Giannini firma Protocollo con la Fondazione Golinelli

Potenziare le attività di formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici sul fronte dell’innovazione didattica e organizzativa. Questo l’obiettivo al centro del Protocollo che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha siglato oggi al Miur con la Fondazione Golinelli.
Il Protocollo, di durata triennale, promuove in particolare la formazione dei docenti in ambito scientifico e matematico, umanistico e linguistico, tecnico e tecnologico, favorendo le connessioni interdisciplinari nella programmazione didattica. Promuove inoltre la formazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti sulle modalità innovative di organizzazione della didattica orientate a sviluppare negli studenti competenze digitali e capacità logiche e critiche.
“Con la Buona Scuola – ricorda il Ministro Giannini – investiamo in modo strutturale sulla formazione dei docenti, con 40 milioni all’anno dedicati a questo capitolo, e innoviamo le competenze dei nostri ragazzi. Vogliamo che la scuola sia sempre di più aperta al territorio e che prepari gli studenti al futuro. Il Protocollo che sigliamo oggi si inserisce perfettamente in questa prospettiva”.
“Oggi prendiamo un impegno molto importante per la formazione dei docenti con l’obiettivo di educare ad educare – sottolinea Marino Golinelli, Presidente della Fondazione Golinelli -. La Fondazione supporterà la scuola mettendo a disposizione i propri esperti, corsi, le aule, i laboratori e le attrezzature dell’Opificio Golinelli”.

Toyota Project BLAID

Toyota Project BLAID wearable set to help blind and visually impaired people

Toyota is working to develop a wearable device for blind and visually impaired people that will help them do more with greater freedom, independence and confidence. Called Project BLAID, it reflects the company’s commitment to enrich lives by advancing the freedom of mobility for all.

The device will help fill the gaps left by canes, dogs and basic GPS devices by providing users with more information about their surroundings. Worn around their shoulders, it will help users better navigate indoor spaces, such as office buildings and shopping malls, by helping them identify everyday features, including bathrooms, escalators, stairs and doors.

The device will be equipped with cameras that detect the user’s surroundings and communicate information to him or her through speakers and vibration motors. Users, in turn, will be able to interact with the device through voice recognition and buttons. Toyota plans to eventually integrate mapping, object identification and facial recognition technologies. 

See it in action in this video.

“Project BLAID is one example of how Toyota is leading the way to the future of mobility, when getting around will be about more than just cars,” said Simon Nagata, Executive Vice President and Chief Administrative Officer, Toyota Motor North America. “We want to extend the freedom of mobility for all, no matter their circumstance, location or ability.”

“Toyota is more than just the great cars and trucks we build; we believe we have a role to play in addressing mobility challenges, including helping people with limited mobility do more,” said Doug Moore, Manager, Partner Robotics, Toyota. “We believe this project has the potential to enrich the lives of people who are blind and visually impaired.”

As part of Project BLAID, Toyota is launching an employee engagement campaign that invites team members company-wide to submit videos of common indoor landmarks. These videos will subsequently be used by Project BLAID developers to “teach” the device to better recognise these landmarks.

Visit TheToyotaEffect.com for more videos on Toyota’s work in helping improve everyday situations through use of the Toyota Production System.

La Toscana ottempera alle Ordinanze del Consiglio di Stato

La Toscana ottempera alle Ordinanze del Consiglio di Stato ottenute dall’Anief: a breve nuove immissioni in ruolo per i nostri iscritti in possesso di diploma magistrale abilitante.

 

Prossime le immissioni in ruolo dei ricorrenti con Ordinanza del Consiglio di Stato ottenuta dall’Anief in tutte le province della Toscana sui posti dichiarati “residui” della Fase C. La Toscana, una delle regioni più “ostiche” a dare corretta esecuzione alle Ordinanze del Consiglio di Stato degli scorsi mesi, adesso cede le armi e l’Ufficio Scolastico Reginale dà precise istruzioni a tutti i dirigenti degli Ambiti Territoriali di competenza, per una corretta esecuzione degli ordini dei Giudici. Marcello Pacifico: anche nel caso in cui non risultino posti residui da fase C, procederemo alle azioni legali per rivendicare l’immissione in ruolo in base al punteggio posseduto e nel pieno rispetto del merito.

 

 

L’USR Toscana, infatti, con nota n. 2298/2016 chiarisce a tutti gli Ambiti Territoriali della regione che “per effetto dei Decreti Monocratici del Presidente del Consiglio di Stato nn. 498, 499, 500, 501 emessi in data 15/02/2016 (ugualmente trasmessi in allegato), l’Amministrazione è ora chiamata ad individuare come destinatari di contratto a tempo indeterminato anche i ricorrenti già inseriti con riserva a seguito delle Ordinanze Cautelari nn. 5497/3951, 5495/3952, 5490/3901, 5493/3900 del 2015” ed evidenzia la necessità di procedere “speditamente” alla nomina “dei ricorrenti sopra specificati”.

 

L’Anief Toscana, nella persona del suo presidente Prof.ssa Chiara Gedressi, ha già inoltrato a nome e per conto dei nostri iscritti interessati dalle specifiche Ordinanze, richiesta di informativa dettagliata con trasmissione da parte degli AT del numero delle immissioni in ruolo residue da fase C per ogni provincia, in modo da monitorare che le operazioni vengano svolte nel pieno rispetto del diritto dei singoli ricorrenti e di quanto riportato nei provvedimenti giudiziali. L’Anief ricorda ai propri iscritti che continuerà a vigilare e monitorare tutte le procedure di interesse dei ricorrenti e che presto tutti i docenti che rivendicano la corretta immissione in ruolo vedranno soddisfatte le proprie aspettative. In caso contrario, sono già attive le procedure per promuovere iniziative legali mirate per la tutela completa dei diritti degli interessati, “Perché non è detto che se non risultano posti residui da Fase C – commenta Marcello Pacifico Presidente Anief – i destinatari di favorevole provvedimento giudiziale debbano rinunciare al proprio diritto all’immissione in ruolo in base al punteggio posseduto. Il diritto all’immissione per merito è tutelato dalla Costituzione e “merito” nelle Graduatorie significa punteggio; questo il MIUR non deve dimenticarlo”.

CONCORSO, PER COMMISSARI LAVORO DOPPIO E COMPENSI IRRISORI

CONCORSO, PER COMMISSARI LAVORO DOPPIO E COMPENSI IRRISORI

“Carichi di lavoro estenuanti e compensi da fame per i commissari del prossimo concorso”. La denuncia arriva dalla Gilda degli Insegnanti che definisce “ai limiti dello sfruttamento” il trattamento economico riservato ai docenti cui spetta il delicato compito di esaminare i candidati.

Poiché il bando del nuovo concorso stabilisce una tempistica precisa per lo svolgimento degli scritti (150 minuti) e degli orali (45 minuti a candidato), calcolando almeno 20-30 minuti per la correzione di un compito, un commissario che debba giudicare almeno 100 candidati sarà presumibilmente impegnato per una media di 50 ore per la correzione e 75 ore per gli orali. Alle 125 ore, si devono poi aggiungere almeno 10 ore per le riunioni di commissione e la sorveglianza alle prove. In tutto, 135 ore di lavoro qualificato. A conclusione del concorso, con soli 100 candidati (una cifra molto prudente rispetto alle previsioni dei concorrenti per commissione), un commissario prenderà 259 euro lordi, pari a 1,9 euro per ogni ora.

“Il lavoro che svolgeranno questi insegnanti – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – è di estrema importanza perché consiste nel selezionare i futuri docenti che si occuperanno dell’istruzione degli studenti. Ciononostante, i commissari riceveranno un compenso decisamente non all’altezza della grande responsabilità affidata. Inoltre – sottolinea Di Meglio – questi docenti non potranno godere di alcun esonero dal servizio e quindi saranno costretti a tour de force assurdi tra attività didattica e commissioni concorsuali. Un super lavoro che li vedrà impegnati anche nei mesi di luglio e agosto, con una conseguente lesione del diritto alle ferie”.

“Chiediamo pertanto – conclude il coordinatore della Gilda – che vi sia un intervento politico urgente, per evitare che le commissioni siano svuotate delle professionalità richieste, e che siano adeguatamente riconosciuti in termini economici e normativi, per esempio con esonero dalle lezioni e dagli impegni scolastici, i complessi impegni e le responsabilità a carico dei commissari di concorso”.

Adulti “accesi” e appassionati per una scuola che educhi davvero

Adulti “accesi” e appassionati per una scuola che educhi davvero

“La vita si accende solo con la vita”; è questo il titolo del XVII° convegno nazionale CdO Opere Educative – Foe che si è svolto dal 4 al 6 marzo a Pacengo di Lazise (VR), alla presenza di oltre 350 gestori, amministratori e dirigenti di scuole paritarie.

Gestori, amministratori e dirigenti, “accesi” essi stessi, aperti e curiosi, che hanno cura della propria umanità per poter trasmettere ai giovani, in modo interessante e convincente, domande e ipotesi di lavoro, e che per questo sono disponibili ad imparare sempre e a lavorare insieme.

Particolarmente significative, in tal senso, sono state nell’incontro di apertura del venerdì sera le testimonianze di un genitore, un docente e un gestore, dalle quali è emerso con evidenza come il bene del figlio e dell’alunno possa essere il terreno di incontro tra adulti, quando questi sono certi della possibilità di sperimentare e comunicare un bene in tutto ciò che accade.

Il sabato mattina, la relazione di S.E. Mons. Pero Sudar vescovo ausiliare di Sarajevo ha documentato come anche in un contesto drammatico, quale è una situazione di guerra, la scuola possa essere possibilità di incontro, di presa di coscienza di identità e di apertura; quella di  Isabel Almeida e Brito, rettore del Colègio S.Tomàs di Lisbona, come la certezza delle ragioni per cui vale la pena educare e l’amicizia che sostiene la sua persona diventano metodo per affrontare anche le questioni amministrative, la formazione dei docenti e l’impostazione della didattica.

Grande partecipazione attiva hanno avuto anche i numerosi workshop sui temi oggi più caldi per la scuola –come ad esempio quello sull’alternanza scuola-lavoro, cui ha apportato un prezioso contributo con la sua presenza il sottosegretario MIUR Gabriele Toccafondi- a dimostrazione di una indomita volontà di crescita qualitativa del settore e delle persone che vi operano.
L’intervento di Giorgio Vittadini, nel pomeriggio del sabato, ha confermato quanto questo aspetto sia importante per il nostro Paese: “….Non è l’edilizia che rilancia il Paese, ma è l’educazione, e tutti gli studi confermano che non è la quantità della spesa in istruzione a fare la differenza ma la sua qualità, quella che l’università  di Chicago ha definito “caracter”. Il punto fondamentale dell’educazione, cioè, è la personalità, poiché  porta incremento di responsabilità, creatività, felicità, passione al lavoro.”

La domenica mattina, per chiudere in bellezza, la due giorni ha ospitato la testimonianza di Franco Nembrini e dei suoi collaboratori alla scuola la Traccia di Calcinate: ” Sono stato così bravo che mi sono reso inutile”. Grazie alla loro vivace testimonianza è stato più evidente per tutti come nelle scuole paritarie il passaggio generazionale, la scommessa sui giovani, la stima e la fiducia nei loro confronti, possa permettere la continuità del carisma originario e consentire il rifiorire dell’opera e di chi l’ha generata, guardandola non come un possesso che fa inaridire ma come un dono che rifiorisce sempre nel servizio al bene.

Un quarto degli istituti non ha tecnologie per gli alunni disabili

da Il Sole 24 Ore

Un quarto degli istituti non ha tecnologie per gli alunni disabili

di Al. Tr.

In Italia sono oltre 235mila gli alunni disabili (il 2,7% del totale), ma negli istituti scolastici sono ancora troppe le barriere che impediscono l’inclusione. La denuncia arriva da Exposanità , la manifestazione italiana dedicata ai temi della sanità, dell’assistenza e dell’inclusione che si svolgerà dal 18 al 21 maggio a Bologna. E che, incrociando dati Miur e Istat riferiti all’anno scolastico 2014-2015, scopre anche che nel nostro Paese il rapporto tra numero di alunni con disabilità e posti per il sostegno, dopo aver raggiunto quota 2,09 nell’anno scolastico 2009-2010, è ritornato a 1,85 nel 2014-2015.

I numeri
I dati dicono che il 10% degli alunni disabili frequenta la scuola dell’infanzia, il 37% la scuola primaria, il 28% la scuola secondaria di primo grado e il 25% la scuola secondaria di secondo grado. L’incidenza più elevata di alunni con disabilità si segnala in Abruzzo (3,3% sul totale degli alunni della regione), Lazio (3,2%) e Liguria (3%), mentre Basilicata (2%), Calabria (2,1%) e Friuli-Venezia Giulia (2,1%) sono le regioni con il tasso più basso.

Troppe barriere
Assenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali , mancanza di percorsi interni ed esterni accessibili, scarsa presenza di tecnologie informatiche per l’apprendimento. Sono queste le maggiori barriere esistenti nelle strutture scolastiche italiane, un grande limite – spiega Exposanità – se si considera che il 65,3% degli alunni con disabilità ha un deficit di tipo intellettivo, il 3,5% motorio, il 2,7% uditivo e l’1,6% visivo.
Per quanto riguarda le barriere tecnologiche, circa un quarto delle scuole non ha postazioni informatiche destinate alle persone con disabilità,mentre sul fronte degli strumenti didattici compensativi se il 35% non ne fa uso, è ben il 25% degli alunni ad avvalersi di software per l’apprendimento. Più in generale, a disposizione degli studenti affetti da disabilità ci sono pc, tablet, registratori, lettori cd/dvd, fotocamere che permettono la personalizzazione della didattica (per il 47% degli alunni con sostegno).
Parlando delle barriere architettoniche, secondo i dati Miur e Istat dicono che oltre l’80% delle scuole ha scale a norma (82,4% di scuole primarie e 89,5% di secondarie di primo grado) e servizi igienici a norma (80,6% di scuole primarie e 84,3% di secondarie di primo grado), mentre mappe a rilievo e segnali visivi, acustici e tattili sono presenti in solo 3 scuole su 10, sia a livello primario (29,3%) sia secondario di primo grado (30,1%).

Il nodo sostegno
Se il sostegno gioca un ruolo chiave nell’integrazione, nel nostro Paese c’è ancora molto lavoro da fare. I numeri citati da Exposanità dicono che il rapporto alunni disabili – docenti di sostegno è generalmente basso, soprattuto al Sud: in Molise viene affidato un incarico per il sostegno ogni 1,38 alunni con disabilità, in Calabria uno ogni 1,49. Viceversa, il rapporto aumenta al Nord, dove spiccano Veneto (2,10) e Liguria (2,09).

Il pasticcio dei licei musicali “Professori messi alla porta”

da la Repubblica

Il pasticcio dei licei musicali “Professori messi alla porta”

Il nuovo concorso esclude chi è già di ruolo: molti rischiano la cattedra Petizioni online e appelli al ministero. “In fumo sei anni di esperienza”

Salvo Intravaia

HANNO TENUTO a battesimo i licei musicali e per sei anni hanno permesso il loro funzionamento ma adesso rischiano di dovere lasciare studenti e colleghi. I prof delle materie d’indirizzo del liceo musicale sono sul piede di guerra. Da quando sono stati pubblicati i bandi del concorso a cattedre, protestano in piazza e sul web. Un’onda che parte da Torino e arriva a Palermo, passando da Arezzo e Parma. Una petizione su Change.org è arrivata a oltre 3mila firme mentre si moltiplicano le iniziative per esprimere il malcontento della classe docente.

I 126 licei musicali nati con la riforma Gelmini partono nel 2010. Per avviare l’esperienza del tutto nuova mancano i docenti delle materie d’indirizzo: Laboratorio di musica d’insieme, Storia della musica, Teoria e composizione e Esecuzione e interpretazione (che sarebbe poi lo strumento musicale al superiore). Così si fa ricorso a un certo numero di insegnanti di musica e strumento musicale delle scuole medie, ma anche ai vecchi docenti di musica dell’ex istituto magistrale, ormai in esubero perché nel liceo delle scienze umane non è previsto più l’insegnamento della materia. Infine, per completare la pianta organica vengono reclutati dei supplenti, alcuni abilitati e altri senza titolo di abilitazione. Ma a settembre, stando alle proteste degli interessati, i circa 1.500 pionieri del liceo musicale potrebbero essere costretti a salutare le scuole e gli alunni con cui hanno lavorato perché il concorso è riservato ai soli docenti abilitati ma ancora precari. «Gli insegnanti che hanno contribuito a fondare queste nuove scuole che non esistevano creando sul campo una didattica nuova, saranno sostituiti da colleghi vincitori di concorso, senz’altro bravi e preparati, ma senza esperienza specifica consolidata nei licei musicali e coreutici», spiega Alberto Spinelli, che ha lanciato la sottoscrizione online. Tutti i docenti utilizzati dalla scuola media e gli ex docenti di musica in sovrannumero — il 50 per cento circa del totale — non potranno partecipare al concorso perché sono già di ruolo e per loro il concorso è off limits. I precari abilitati dovranno sottoporsi alla lotteria del concorso. E quelli senza abilitazione resteranno fuori dai giochi perché la selezione prevede il possesso dell’abilitazione. Un mezzo disastro. «Rischiamo di perdere i migliori docenti, quelli che hanno fondato il liceo musicale — ammette Pia Blandano, preside del liceo musicale più grande d’Italia, il Regina Margherita di Palermo — e che hanno maturato una esperienza sul campo unica». Per Lena Gissi, a capo della Cisl scuola, «sull’intero settore dei licei musicali e coreutici c’è molta confusione anche perché nessuno ha pensato di stabilizzare i precari che hanno contribuito alla nascita dei questi licei».
Ma dal ministero dell’Istruzione stemperano gli animi. «Con il nuovo regolamento sulle classi di concorso — precisano da viale Trastevere — il precariato di chi insegna nei licei musicali sarà ridotto e non aumentato. Fino ad ora non esistevano cattedre vere e proprie per i musicali. Ora, per la prima volta, si creano posti veri e propri che potranno essere occupati con le operazioni di mobilità, attraverso le graduatorie ad esaurimento e con il concorso. In questo modo, si darà maggiore stabilità al personale e agli studenti». A settembre, un quarto dei posti disponibili verrà riservato ai prof di ruolo che hanno lavorato in questi anni al liceo musicale e vorranno trasferirsi definitivamente. Mentre un altro 25 per cento sarà riservato ai precari delle liste provinciali non ancora immessi in ruolo. La restante parte andrà al concorso che riserva ai licei musicali 1.104 cattedre.