Concorsi scuola docenti 2019, slittano. Si punta a quelli regionali

da Orizzontescuola

Concorsi scuola docenti 2019, slittano. Si punta a quelli regionali

di redazione

Slitteranno i concorsi scuola per i docenti preventivati dal Governo Renzi per i docenti con tre anni di servizio e laureati con 24 CFU.

Stop ai concorsi

A dirlo è stato lo stesso Ministro Bussetti che ha parlato di rivisitazione delle regole. Ricordiamo che si tratta di concorsi che erano stati previsti dalla legge 107 e i cui lavori erano stati avviati dal Ministro Fedeli con una apposita commissione che aveva già elaborato i regolamenti.

Regole dei concorsi daranno cambiate

Le motivazioni di base dello slittamento consistono nella volontà da parte del Governo giallo-verde di rivedere alcune regole.

Innanzitutto, il Ministero attuerà una ricognizione dei posti disponibili nel triennio al fine di avere un quadro realistico sulla distribuzione regione per regione.

Concorsi regionali con domicilio professionale

Lo scopo finale, almeno secondo quelle che sono le mire della Lega, è di avviare concorsi nazionale gestiti dagli Uffici Scolastici Regionali ai quali sarà consentito partecipare solo se possiedi il domicilio professionale nella regione specifica.  In pratica il bando sarà nazionale e il docente siciliano potrà partecipare ad es. in Lombardia, purché abbia scelto di individuare in quella regione il proprio domicilio professionale.

Vincolo triennale

Tre le misure che il Governo adotterà per evitare la mobilità dei docenti del Sud emigrati a Nord per lavorare, si pensa alla reintroduzione di un paletto temporale che vincoli il docente alla classe. Un vincolo che potrebbe consistere in 3 anni di continuità prima di poter chiedere mobilità.

Passaggio da ambito a scuola: malfunzionamento del modello su Istanze on Line

da Orizzontescuola

Passaggio da ambito a scuola: malfunzionamento del modello su Istanze on Line

di redazione

Continuano ad arrivare alla nostra redazione segnalazioni riguardanti il modulo di Istanze on line per richiedere il passaggio da ambito a scuola.

Le segnalazioni  ci avvertono che il modulo su Istanze on Line non è attivo da diversi giorni.

Confidiamo in un pronto intervento degli operatori per ripristinare il servizio, dato che la richiesta per infanzia, primaria e secondaria di I grado scade il 5 luglio p.v.

Chiamata diretta abolita, nota Miur con date ufficiali e procedura da seguire su Istanze online dal 28 giugno

Assunzioni 2018: 20 mila posti liberi per medie, 15 mila per infanzia e primaria

da Orizzontescuola

Assunzioni 2018: 20 mila posti liberi per medie, 15 mila per infanzia e primaria

di redazione

Dopo l’elaborazione dei trasferimenti e dei passaggi di cattedra/ruolo è possibile avere un’idea del numero dei posti liberi per le immissioni in ruolo a.s. 2018/19

Avvio operazioni immissioni in ruolo primi di agosto

Entro fine luglio il Ministero conta di inviare i contingenti nonché il decreto con le istruzioni operative agli Uffici Scolastici. Il mese di agosto sarà quindi dedicato alle immissioni in ruolo, in modo da garantire la presa di servizio nella sede assegnata dal 1° settembre 2018. Anche per i docenti neoimmessi in ruolo, come già per i colleghi di ruolo che hanno ottenuto il trasferimento, l’assegnazione da ambito a scuola avverrà sulla base dei punteggi. Le novità

I posti liberi dopo i trasferimenti

Pubblicati i trasferimenti, la FLC CGIL elabora una scheda con i posti liberi, su posto comune e sostegno, utili per le immissioni in ruolo.

Naturalmente non è detto che tutti andranno al ruolo, il MEF non ha ancora autorizzato il contingente. Le immissioni in ruolo avverranno al 50% da GaE e 50% graduatoria di merito del concorso 2016, ed eventualmente alla graduatoria di merito del concorso 2018.

Eventuali posti ancora liberi potranno essere utilizzati per le supplenze.

Infanzia

Primaria

Secondaria I grado

Diplomati magistrale: prime difficoltà per il Governo

da La Tecnica della Scuola

Diplomati magistrale: prime difficoltà per il Governo

Vaccini, rimane l’obbligo per gli alunni ma con modifiche e proroga per i documenti

da La Tecnica della Scuola

Vaccini, rimane l’obbligo per gli alunni ma con modifiche e proroga per i documenti

Ospedale non riconobbe sindrome di Down

da La Repubblica 02 luglio 2018

Pordenone, la mamma aveva vent’anni e non è stata informata degli screening

“Vita peggiore di quella attesa”: ospedale non riconobbe sindrome di Down, risarcimento da mezzo milione di euro

PORDENONE. Mezzo milione di euro da risarcire alla mamma, poco più che ventenne all’epoca, per non essersi accorti che il nascituro era affetto da sindrome di Down. E’ la sentenza del Tribunale civile di Pordenone, che va oltre il danno biologico e riconosce che a causa di quell’errore medico i genitori hanno condotto una vita diversa e peggiore da quella che avrebbero potuto. L’Aulss 4 del Veneto Orientale e l’allora primario di ostetricia e ginecologia di Portogruaro (Venezia) dovranno pagare per responsabilità medica conseguente all’omessa diagnosi di una malformazione genetica, in questo caso sindrome di down, del bambino di una giovane donna, poco più che ventenne, residente nel portogruarese.

I fatti risalgono alla fine degli anni 2000. La battaglia giudiziaria dei genitori del piccolo, che si sono affidati agli avvocati Gianluca Liut e Ilaria Giraldo, è iniziata nel 2012 per ottenere l’accertamento della responsabilità professionale del medico e della struttura sanitaria. “Il medico non aveva sottoposto la donna allo screening e a nessun esame di diagnosi prenatale – fa sapere lo studio legale della donna -. La gestante infatti avrebbe dovuto essere informata della possibilità di sottoporsi a uno degli esami di indagine prenatale invasiva, come amniocentesi e villocentesi, con i relativi rischi ma anche con i vantaggi di una diagnosi certa”.

Il Tribunale ha accolto la domanda di risarcimento del danno per omessa informazione ed errore medico in ordine alla diagnosi di malformazione del feto e ha liquidato ai genitori il danno patrimoniale da nascita indesiderata del figlio causata dall’errore medico, costituito dal costo economico maggiore di quanto necessario al mantenimento di un figlio non affetto dalla sindrome.

“La fattispecie – scrive il giudice Francesco Tonon – costituisce un caso paradigmatico di lesione di un diritto della persona, di rilievo costituzionale, che indipendentemente da un danno morale o biologico impone comunque al danneggiato di condurre giorno per giorno, nelle occasioni più minute come in quelle più importanti, una vita diversa e peggiore di quella che avrebbe altrimenti condotto”.

Sindacati: codice sanzioni disciplinari docenti entro luglio

da Orizzontescuola

Sindacati: codice sanzioni disciplinari docenti entro luglio

di redazione

Flc Cgil, Uil Rua e Cisl Fsur hanno scritto al presidente dell’Aran e al Ministro dell’Istruzione, chiedendo una convocazione per procedere all’istituzione degli organismi previsti dal CCNL 2016/18, stipulato il 19 aprile u.s.

I sindacati, nella richiesta di convocazione, evidenziano che sono stati superati i limiti temporale previsti dal CCNL per la costituzione dei suddetti organismi ed anche l’avvio di alcune sequenze negoziali.

La richiesta

Oggetto: Istituzione degli organismi e avvio delle sequenze negoziali, come previsti dal CCNL Comparto Istruzione e ricerca 2016-2018 stipulato il 19 aprile 2018. Richiesta convocazione.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali, nel constatare che sono stati superati i termini temporali previsti dal CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca 2016-2018 per quanto concerne alcuni organismi da istituire e sessioni negoziali da avviare, chiedono a codesta Agenzia, al fine di dar seguito a quanto è contenuto nelle clausole contrattuali, di procedere con sollecitudine alla convocazione delle parti.

In attesa di sollecito riscontro si inviano, cordiali saluti.

Codice disciplinare docenti

Tra le sessioni negoziali da avviare quella che deve condurre alla redazione di nuovo codice disciplinare per i docenti, ove definire la  tipologia delle infrazioni disciplinari e le relative sanzioni, nonché l’individuazione di una procedura di conciliazione non obbligatoria.

La sessione negoziale deve concludersi entro il mese di luglio 2018.

E’ l’articolo 29 del Contratto a disciplinare quanto detto sopra:

Le parti convengono sulla opportunità di rinviare ad una specifica sessione negoziale a livello nazionale la definizione, per il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche, della tipologia delle infrazioni disciplinari e delle relative sanzioni, nonché l’individuazione di una procedura di conciliazione non obbligatoria, fermo restando che il soggetto responsabile del procedimento disciplinare deve in ogni caso assicurare che l’esercizio del potere disciplinare sia effettivamente rivolto alla repressione di condotte antidoverose dell’insegnante e non a sindacare, neppure indirettamente, la libertà di insegnamento. La sessione si conclude entro il mese di luglio 2018.

Assegnazioni precedono supplenze, posti migliori ai docenti di ruolo

da Orizzontescuola

Assegnazioni precedono supplenze, posti migliori ai docenti di ruolo

di redazione

Il Coordinamento Nazionale Docenti Gae esprime il proprio disappunto per l’intesa raggiunta tra Miur e sindacati per le assegnazioni provvisorie dell’a.s. 2018/19.

Continuità didattica a rischio

Secondo i docenti dell’Associazione la continuità didattica sui posti di sostegno per l’a.s. 2018/19 è a rischio poiché la sequenza delle operazioni prevede che prima siano disposte le assegnazioni provvisorie (entro il 31 agosto ) e quindi alcuni posti potranno essere assegnati a docenti sì di ruolo ma privi della specializzazione su sostegno, e solo successivamente si provvederà alle supplenze.

Riconferma docenti specializzati sui posti dello scorso anno

La richiesta – come già quella del MISOS – è la riconferma d’ufficio di tutti i precari specializzati nelle stesse scuole in cui hanno prestato servizio nell’a.s. 2017/18.

“Il sostegno – conclude il comunicato dei docenti precari – non è e non deve essere usato come ancora di salvezza o coperta con cui coprire interessi di varia natura, il tutto a danno di migliaia di famiglie di professionisti specializzati, ma precari.  Gli alunni con disabilità sono stati traditi per “miseri e vili trenta denari”. La nefasta scelta del governo, detto del cambiamento, avrà come unica conseguenza che tanti precari in Gae, il prossimo anno non lavoreranno, oppure potranndo svolgere solo supplenze saltuarie.”

Quali sono i diritti dei precari dopo il 30 giugno? Tutte le info

da La Tecnica della Scuola

Quali sono i diritti dei precari dopo il 30 giugno? Tutte le info

Salvini: “Cancelliamo la Legge Fornero, riforma disumana”

da La Tecnica della Scuola

Salvini: “Cancelliamo la Legge Fornero, riforma disumana”

Henri Matisse. Sulla scena dell’arte

L’esposizione Henri Matisse. Sulla scena dell’arte presenta e sviluppa una tematica centrale all’interno della vasta vita artistica di Henri Matisse: il rapporto con il teatro e la produzione di opere legate alla drammaturgia. Una mostra inedita che porta al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, dal 7 luglio al 14 ottobre 2018 oltre 90 opere realizzate in un arco temporale di 35 anni, dal 1919 fino alla morte dell’artista, avvenuta nel 1954. Si tratta principalmente della cosiddetta période Nicoise: Matisse, infatti, nel 1917 scelse Nizza come luogo principale della sua creazione artistica.

Il percorso espositivo, curato da Markus Müller, direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, è suddiviso in quattro grandi sezioni: Costumi di scena; Matisse e le sue modelle; Le odalische; Jazz.  Una selezione di opere illustra il rapporto tra l’artista e le sue modelle, “attrici” della sua arte, mentre l’esposizione di tappeti, abiti, oggetti di arte orafa, collezionati dall’artista e concessi in prestito dalla famiglia Matisse, dà conto dell’interesse di Matisse per il decorativismo di influenza orientaleggiante. Negli anni Quaranta, infine, Matisse sviluppa la tecnica dei “papiers découpés”, di cui le opere della serie “Jazz” sono la testimonianza più importante.

I capolavori – tra tele, disegni, sculture e opere grafiche – provengono dal Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster che possiede nella sua collezione permanente anche la più ampia raccolta di opere di Matisse in Germania. Oltre al museo di Münster, figurano tra i prestatori il Musée Matisse di Nizza, i Ballets di Monte-Carlo e gli stessi eredi di Matisse, che hanno concesso in prestito oggetti della collezione privata dell’artista, come fonti di ispirazione e testimonianza dei suoi viaggi.

Costumi di scena. Dalla composizione immobile al “tableau vivant”
Nel 1919 Matisse riceve la commissione di concepire i costumi e le scenografie per il balletto “Il canto dell’usignolo”. Per la prima volta nella sua vita d’artista Matisse deve – per così dire – realizzare apparati scenografici, ovvero creare una sorta di ‘pittura in movimento’. Il suo più grande antagonista, Pablo Picasso, nel 1917, aveva già dipinto con gran successo le scene per “Parade”. Anche forse per spirito di emulazione, Matisse accetta questo incarico in cui darà prova di aver assimilato anche l’influsso dell’arte orientale, dal momento che l’azione teatrale si svolge alla corte dell’Imperatore della Cina. Nel 1939 Matisse rinnova questa esperienza, preparando le scenografie del balletto “Rouge et Noir.”
Al di là dell’aspetto ornamentale ed esotico, l’interesse di Matisse per il teatro diventa centrale nella sua estetica: si pone di fronte alla creazione pittorica come un regista o un drammaturgo, come accade durante la preparazione della decorazione della Chappelle du Rosaire a Vence, che realizza come se fosse ‘un decoro di scena’. I disegni preparatori della Chappelle di Vence saranno esposti insieme ai costumi per i balletti.

L’artista come drammaturgo. Matisse e le sue modelle
Matisse ha bisogno della presenza fisica di un modello. L’artista francese lavora sempre come un drammaturgo o come un regista. Matisse inizia una collezione di abiti per le sue modelle, si interessa alla “alta moda” (Haute couture) e fa la selezione del vestito secondo il modello o la composizione. Esiste une specie di interazione tra l’artista e le sue modelle, Matisse parla delle sue modelle come “attrici” della sua arte.
Nel 1939 Matisse affermava: “l miei modelli, esseri umani, non sono mai solo un elemento secondario in un ambiente. Sono il tema principale del mio lavoro. Dipendo interamente dal mio modello”.
L’artista ha rapporti professionali lunghi con i suoi modelli e lavora per anni sempre con gli stessi. Una selezione di opere illustra il rapporto tra l’artista e i suoi modelli, con particolare attenzione alla sua assistente Lydia Delectorskaya, che ricoprirà un ruolo centrale per Matisse dagli anni Trenta sino alla sua morte, nel novembre 1954.

Le odalische. Viaggi immaginari
L’interesse di Matisse per il decorativismo di stampo arabeggiante e orientalista è un fatto noto. Il tema delle odalische rappresenta per l’artista la sintesi ideale tra la rappresentazione della donna e il proliferare dell’ornamento vegetale o geometrico.
Nel biennio 1912-1913 aveva effettuato numerosi viaggi soprattutto in Algeria e in Marocco, fedele al concetto romantico dell’artista viaggiatore, sulle orme di Ingres e Delacroix. Da questi viaggi nascono le sue collezioni di tappeti, abiti, oggetti di arte orafa di cui sarà esposta una selezione.

Jazz. L’artista e il suo pubblico
All’inizio degli anni Quaranta Matisse sviluppa una tecnica particolare denominate papiers décupés, carte ritagliate, sintesi perfetta, secondo Matisse, tra colore e precisione della linea. Il suo capolavoro di questo periodo è indubbiamente “Jazz”, una serie di 40 opere realizzate con questa tecnica. Come un musicista jazz, ha creato una sorta di “tema con variazioni”. I temi di queste opere sono il circo e i suoi attori, la mitologia e le memorie dei suoi viaggi. Lo stile di queste opere in colori dissonanti ha ispirato per esempio Andy Warhol e la “pop art” americana.
L’iconografia popolare del circo cela l’aspetto ‘tragico’ del rapporto dell’artista con il suo pubblico.

BIOGRAFIA
Henri Matisse è considerato uno dei grandi maestri dell’arte del Novecento, eclettico e sperimentatore, amico e rivale di Pablo Picasso.
Nato a Cateau-Cambrésis nel 1869, abbandona ben presto gli studi di legge e una carriera di futuro avvocato per dedicarsi alla pittura. Frequenta a Parigi l’atelier di Gustave Moreau, ma guardando alle opere di Paul Cézanne, soprattutto nel trattamento del colore, che diventerà il fine stesso della creazione dell’immagine.
Nel 1905, al Salon d’Automne di Parigi, solleva uno scandalo presentando, insieme a Marquet, de Vlaminck, Derain e Van Dongen, alcune tele dai colori puri e violenti, stesi uniformemente sulla tela.
Il critico Louis Vauxcelles conia per questi artisti il termine fauves, presto adottato dal gruppo in segno di sfida.
Del 1910 è la prima mostra importante alla galleria Bernheim-Jeune a Parigi, seguita dalle personali a Londra e a New York.
A partire dal 1919 decide di trascorrere gran parte dell’anno in Costa Azzurra, che considera un ‘paradiso’. La sua attività espositiva è in continua crescita e le sue opere incontrano un grande interesse da parte dell’intera comunità artistica.
Nel 1920 lavora alle scene e ai costumi per Le chant du rossignol, l’opera di Stravinsky rappresentata da Diaghilev con i Ballets Russes, e la coreografia di Massine.
Il decennio 1920-1930 segna un ritorno a composizioni di tipo più tradizionale e all’interesse per il tema delle Odalische.
Dopo numerosi viaggi in Italia, Spagna, Germania, Gran Bretagna e Russia, nel 1931, e dopo un soggiorno di tre mesi a Tahiti, Matisse si reca negli Stati Uniti, dove ha l’incarico di una grandiosa decorazione sul tema della danza per la Fondazione Barnes a Merion.
Del 1938 è l’esposizione ‘Picasso-Matisse’ al Museum of Modern Art di Boston.
Stabilitosi a Vence nel 1939, si dedica con particolare interesse alla grafica: illustra, tra l’altro, Pasiphaé di H. de Montherlant (1944) e Les Fleurs du Mal di Ch. Baudelaire (1947) e produce illustrazioni in bianco e nero per diversi libri, tra cui l’Ulisse di James Joyce.
Del 1945 è la grande retrospettiva al Salon d’Automne di Parigi, seguita da una doppia personale al Victoria and Albert Museum di Londra, insieme a Picasso. L’anno successivo viene realizzato un film sul suo lavoro.
Del 1947 l’editore parigino Tériade pubblica Jazz: in quest’opera appaiono i primi risultati della tecnica dei papiers découpés, alle quale si dedica con passione negli ultimi anni della sua vita. nel 1948 viene nominato Commendatore della Legione Onore; di questo periodo sono anche i primi contatti con il frate domenicano Rayssiguier in vista della decorazione della Cappella del Rosario a Vence, che sarà terminata e inaugurata nel 1951.
Del 1950 è il Primo Premio della Pittura alla XXV Biennale di Venezia.
Nel 1952 apre nella sua città natale, Cateau-Cambrésis, il Musée Matisse.
Muore il 3 novembre 1954 a Nizza.

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Diplomati magistrali

Scuola, in dl dignità primo intervento sui diplomati magistrali

Il 2 luglio 2018, via libera in Consiglio dei Ministri, nel decreto legge dignità, al primo intervento sui diplomati magistrali.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dovrà procedere con l’esecuzione delle sentenze di merito, che presumibilmente arriveranno fra luglio e agosto. Con il decreto approvato ieri, viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo.

Tale intervento sarà utile per consentire l’ordinato avvio del nuovo anno scolastico.

In sede di conversione del decreto in Parlamento, sarà poi completato il quadro normativo disciplinando procedure di reclutamento, nel rispetto della legislazione vigente.


Il 3 maggio si svolge una prima riunione tecnica di approfondimento con le Organizzazioni sindacali.


Diplomati magistrali, Fedeli: “Sospendere sciopero, lavorare per soluzione in Parlamento”

(Domenica, 29 aprile 2018) “Chiedo alle e ai docenti diplomati magistrali che stanno manifestando in questi giorni di sospendere lo sciopero della fame, perché si fanno un danno personale e anche fisico e io questo non lo voglio. Abbiamo detto loro e alla sigla sindacale che li sostiene, e che è venuta al confronto organizzato in questi giorni dal Ministero dell’Istruzione, di rivolgersi ai capigruppo dei partiti presenti in Parlamento e ai rappresentanti che sono nella commissione speciale di Camera e Senato. Commissione che sta affrontando i temi urgenti e non rinviabili”, così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli si appella ai diplomati magistrali.

Il Ministero, assicura, “darà tutto il supporto tecnico per determinare scelte che vanno, a mio avviso, fatte rapidamente. E che vanno effettuate, però, in sede parlamentare. Con soluzioni di lungo periodo, strutturali, nell’ottica di quella qualità dell’insegnamento e di quel diritto alla continuità didattica che dobbiamo garantire alle nostre studentesse e ai nostri studenti. Servono soluzioni durature che guardino alla qualità del sistema e che possano contemperare le aspettative di chi è coinvolto nei ricorsi, senza dimenticare i diritti di coloro che si sono laureati in scienze della formazione primaria, che sono controinteressati dalle sentenze e che sono purtroppo rimasti fuori dal dibattito che si sta sviluppando attorno a questa vicenda”.

Prosegue Fedeli: “Va scelto il metodo del confronto, della condivisione, per mettere in campo soluzioni che si possano poi realmente attuare, evitando nuovi futuri contraccolpi e contenziosi. Questa vicenda, ripeto, va risolta in Parlamento, perché è il Parlamento che può modificare norme precedenti. Se il Parlamento non interviene, la soluzione non c’è. Voglio poi ricordare – prosegue la Ministra – che il Ministero, in questi mesi, ha agito con serietà, con rispetto e con celerità. Subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato, abbiamo chiesto un parere all’Avvocatura che consentisse successive interpretazioni uniformi nelle sentenze di merito dei giudici. Lo scorso 20 aprile, dopo aver ricevuto il parere dell’Avvocatura, sono stati ricevuti i sindacati di categoria e, nei giorni a seguire, le associazioni degli interessati e dei controinteressati. Abbiamo cominciato ad analizzare possibili proposte eque e giuste nei confronti di tutti gli interessati. Il 3 maggio ci sarà un ulteriore approfondimento tecnico. Il Miur è a disposizione delle forze politiche per il necessario lavoro istruttorio. Ricordo che parliamo, infatti, di una questione aperta dal 2000, una storia molto complessa che però va risolta. E al Ministero vogliamo risolverla e per questo ce ne siamo occupati e ce ne occuperemo. Supportando il Parlamento”.

Chiude Fedeli: “Chiedo perciò uno stop dello sciopero della fame e un lavoro di tutte e tutti per dare una svolta a questa vicenda che metta al centro le ragazze e i ragazzi e la scuola che vogliamo per loro. Noi siamo già al lavoro”.


Si è svolto il 20 aprile al MIUR un incontro con le Organizzazioni sindacali rappresentative riguardo alla questione dei diplomati magistrali, a seguito del sopraggiunto parere dell’Avvocatura dello Stato chiesto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in merito alla sentenza n. 11 del 2017 pubblicata il 20 dicembre scorso dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria. Per la parte politica era presente il Sottosegretario Vito De Filippo.

La richiesta di parere all’Avvocatura si era resa necessaria vista l’eterogeneità delle situazioni che si sono venute a determinare a seguito della sentenza di dicembre e la complessità giuridica di molte di queste. Anche sulla base del sopraggiunto parere dell’Avvocatura, il MIUR ha ribadito che restano fermi i diritti acquisiti di coloro che sono risultati destinatari di una sentenza già passata in giudicato. In tutti gli altri casi la decisione di dicembre non ha comunque effetti immediati. Occorrerà infatti attendere le sentenze di merito che, con ogni probabilità, si uniformeranno alla decisione del Consiglio di Stato.

In vista delle prossime sentenze e della necessità di garantire un ordinato avvio del prossimo anno scolastico, le Organizzazioni sindacali hanno espresso l’esigenza di un urgente intervento in sede parlamentare. Un’iniziativa legislativa tesa a salvaguardare, innanzitutto, il diritto delle studentesse e degli studenti alla continuità didattica e a un insegnamento di qualità e che possa contemperare le attese dei diplomati magistrali coinvolti dalle sentenze con quelle dei laureati in Scienze della formazione primaria.

Il MIUR si è dichiarato favorevole a una soluzione di tipo legislativo in sede parlamentare, nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, a partire da quelli delle studentesse e degli studenti, e si è messo a disposizione per il supporto tecnico-amministrativo necessario. In questo senso è già stata programmata una prima riunione tecnica di approfondimento con le Organizzazioni sindacali che si terrà il prossimo 3 maggio.

Nel frattempo, già da lunedì, proseguirà il confronto con i gruppi e le organizzazioni che nei mesi passati erano stati ricevuti dal MIUR a seguito della sentenza di dicembre.


Le OO.SS. sono riconvocate al MIUR per martedì 16 gennaio 2018, alle ore 10.

Il 4 gennaio 2018 si è svolto al Miur un incontro con le Organizzazioni sindacali in merito alla questione dei diplomati magistrali, a seguito alla sentenza n. 11 del 2017 pubblicata il 20 dicembre scorso dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria.


Diplomati magistrali, ulteriori chiarimenti: nessun effetto immediato, chiesto parere ad Avvocatura

A fronte delle numerose richieste di chiarimento che stanno giungendo al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sulla questione dei diplomati magistrali, si precisa che, come spiegato anche nel verbale dell’incontro che si è svolto con le Organizzazioni sindacali, la decisione assunta in Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 11/2017 non ha effetti immediati su tutte le situazioni giuridiche soggettive dei diplomati magistrali o dei controinteressati. La decisione ha bensì la funzione di assicurare che i giudici amministrativi interpretino in maniera uniforme la normativa, in occasione delle future sentenze e tenuto conto che in passato vi erano stati diversi orientamenti giurisprudenziali.

In attesa dei nuovi giudizi di merito, che si uniformeranno necessariamente alla decisione dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, il Ministero, per poter ottemperare correttamente alla sentenza, ha innanzitutto analizzato tutte le situazioni giuridiche e di fatto esistenti e consolidate. Con particolare riferimento alla concreta gestione delle graduatorie e dei rapporti di lavoro che nel frattempo si sono instaurati con le e i docenti già inseriti (seppure con riserva) nelle GAE (Graduatorie ad esaurimento). Inoltre, per poter agire al meglio, nel rispetto di quanto stabilito dal Consiglio di Stato, il MIUR, come specificato ieri ai Sindacati e come riportato nel verbale dell’incontro, ha chiesto immediatamente, già il 22 dicembre scorso (la sentenza è stata pubblicata il 20) un parere all’Avvocatura Generale dello Stato sulle corrette modalità di esecuzione della sentenza, considerate le diverse fattispecie in campo e con l’obiettivo di garantire l’uniformità di attuazione sul territorio nazionale e, nel frattempo, anche la continuità didattica a tutela di studentesse e studenti.

Il MIUR precisa, inoltre, che la sentenza n. 11 del 2017 del Consiglio di Stato riguarda i diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo entro il 2001/2002, che non risultavano inseriti nelle Graduatorie permanenti all’atto della loro trasformazione in Graduatorie ad esaurimento nel 2007 e che recentemente hanno proposto ricorsi per ottenere comunque l’inserimento nelle citate GAE. Il Consiglio di Stato ha deciso, con la sentenza pubblicata il 20 dicembre, che tale richiesta tardiva di inserimento nelle GAE non ha fondamento giuridico. La sentenza non ha invece alcun impatto, né immediato né futuro, sui diplomati magistrali, già di ruolo o ancora oggi iscritti nelle GAE, che risultavano già iscritti nelle Graduatorie permanenti nel momento in cui la legge n. 296 del 2006 le ha trasformate in Graduatorie ad esaurimento. Questi ultimi, infatti, per essere inclusi nelle GAE, avevano dovuto conseguire o l’idoneità in un concorso pubblico per titoli ed esami o frequentare e superare un corso straordinario organizzato dal MIUR finalizzato al conseguimento dell’idoneità per la scuola elementare o dell’abilitazione per la scuola materna, corso destinato esclusivamente a coloro che erano in possesso del diploma magistrale o di scuola magistrale e di determinati requisiti di servizio.


VERBALE INCONTRO 4 GENNAIO 2018

Il giorno 4 gennaio 2018, presso il MIUR, il Sottosegretario Vito De Filippo, il Capo di Gabinetto, il Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione e il Direttore generale per il personale scolastico hanno incontrato i segretari generali delle Organizzazioni Sindacali rappresentative per il comparto Istruzione e Ricerca, presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in merito alla sentenza n. 11 del 2017 resa dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria.

La sentenza riguarda l’utilità del titolo di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 ai fini dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, successivamente alla loro costituzione a partire dalle ex graduatorie permanenti.

La legge n. 341 del 1990 (articolo 3, comma 2) ha previsto per la prima volta che il diploma di laurea costituisse titolo necessario per l’accesso ai concorsi nella scuola dell’infanzia e primaria, e quindi anche per l’inserimento nelle graduatorie prima permanenti, poi ad esaurimento, che danno accesso al ruolo. Precedentemente, il titolo previsto per la partecipazione ai concorsi era invece quello di diploma magistrale.

I predetti corsi di laurea furono però attivati solo a partire dall’anno accademico 1999/2000. Perciò, con il decreto interministeriale 10 marzo 1997 fu previsto un regime transitorio, che conservò ai diplomi magistrali conseguiti entro l’a.s. 2001/2002 il valore di titolo idoneo a consentire la partecipazione alle sessioni riservate di abilitazione all’insegnamento finalizzate alla inclusione nelle graduatorie permanenti o ai concorsi per titoli ed esami a posti di insegnamento.

Negli anni si è instaurato un corposo contenzioso dinanzi soprattutto ai giudici amministrativi, col quale numerosi diplomati magistrali (con titolo conseguito entro il 2001/2002) non iscritti nelle ex graduatorie permanenti, hanno vantato l’ulteriore utilità del loro titolo di studio anche al fine dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.

A seguito della sentenza in adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 11 del 2017, tali richieste sono state dichiarate infondate giuridicamente. Al riguardo, si sottolinea che la decisione assunta in adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha la funzione di assicurare che i giudici amministrativi interpretino in maniera uniforme la normativa, in occasione delle future sentenze, tenuto conto che in passato vi erano stati diversi orientamenti giurisprudenziali.

Il Sottosegretario De Filippo, richiamata brevemente la predetta complessa situazione giuridica risalente a numerosi anni addietro, informa le Organizzazioni Sindacali che la presenza di diritti e interessi contrapposti, tra i diplomati magistrali e gli altri abilitati all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria, impone la massima attenzione nella doverosa esecuzione della sentenza e delle successive sentenze di merito da parte dell’autorità amministrativa. In attesa dei nuovi giudizi di merito, il Ministero, al fine di poter ottemperare correttamente alla predetta decisione, ha analizzato tutte le diverse situazioni giuridiche e di fatto esistenti e/o consolidate, con particolare riferimento alla concreta gestione delle graduatorie e dei rapporti di lavoro nelle more instauratisi con i soggetti già inseriti (seppure con riserva) nelle GAE.

Proprio per questo, l’Amministrazione il 22 dicembre 2017 ha tempestivamente coinvolto l’Avvocatura Generale dello Stato, chiedendo un parere sui tempi e sulla corretta modalità di esecuzione della suddetta decisione considerate le diverse fattispecie ed al fine di garantire l’uniformità di attuazione sul territorio nazionale.

Il Direttore generale per il personale scolastico ha, quindi, fornito i dati principali in merito al numero di soggetti coinvolti. I diplomati magistrali iscritti nelle GAE a seguito dei contenziosi di cui trattasi sono più di 43.000, mentre sono più di 6.000 quelli che sono stati assunti in ruolo, pur se con riserva non essendo destinatari di sentenze passate in giudicato. Questi ultimi sono concentrati per lo più nelle regioni del Nord.

Le OO.SS., prendendo atto della posizione dell’Amministrazione, hanno rappresentato l’esigenza di una soluzione complessiva della questione.

Al termine del confronto le Parti hanno convenuto di riconvocare il tavolo politico non appena intervenuto il parere dell’Avvocatura dello Stato, tenuto conto della esigenza condivisa di una ordinata conclusione dell’anno scolastico in corso e convenendo tra l’altro sulla necessità di una riflessione generale sul meccanismo di reclutamento da utilizzare per la scuola dell’infanzia e primaria, anche alla luce delle soluzioni già adottate dal Governo per la scuola secondaria.

Nelle more di tale riconvocazione, le Parti si impegnano a monitorare congiuntamente e costantemente, in un apposito tavolo tecnico, l’evolversi della situazione.

DL Dignità in Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 2 luglio 2018, ha approvato un decreto-legge recante Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.


DECRETO DIGNITÀ

Misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (decreto-legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.

Il provvedimento mira, in particolare:

  • a limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato. Si riduce in tal modo il lavoro precario, riservando la contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di lavoro. A questo scopo, si prevede che, fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate. In presenza di una di queste condizioni già a partire dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a 24 mesi. Al fine di indirizzare i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme contrattuali stabili, inoltre, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale – attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione;

  • a salvaguardare i livelli occupazionali e contrastare la delocalizzazione delle aziende che abbiano ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche in Italia;

  • a contrastare il grave fenomeno della ludopatia, vietando la pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro;

  • a introdurre misure in materia di semplificazione fiscale, attraverso la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro” in chiave di contrasto all’economia sommersa, il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto “spesometro”), nonché l’abolizione dello split payment  per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto. Le nuove norme prevedono, innanzitutto, che il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva attualmente vigente (redditometro) non ha più effetto per i controlli ancora da effettuare sull’anno di imposta 2016 e successivi. Inoltre, si prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze possa emanare un nuovo decreto in merito dopo aver sentito l’ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori. Con specifico riferimento alle comunicazioni dei dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018, infine, si interviene prevedendo che gli stessi possono essere trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre.