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La Scuola che non c’è e non ci sarà

LA SCUOLA CHE NON C’E’, E CHE NON CI SARA’

di Maurizio Tiriticco

Confesso di avere atteso con una certa ansia il Porta a Porta di stasera, Zingaretti vs Giannini, ma… una grossa delusione!

Scommetto che qualunque spettatore generico avrà cambiato canale dopo le prime battute!

Io ho resistito, ma… nulla di nuovo sul fronte della scuola… un ministro che sa solo sorridere e che non dice nulla, un DS di appoggio che al nulla aggiunge altro nulla, e i due oppositori che avrebbero dovuto fare a fettine i due Buonisti e che invece… si sono dispersi nel mare magnum delle cose più vaghe e scarsamente informative per il pubblico generico di Bruno Vespa.

E un Vespa che vede nel Sessantotto lo spartiacque tra la scuola Buona di ieri e quella Cattiva di oggi, preoccupato soltanto di saltellare qua e là da una slide a un’altra, da un argomento a un altro senza portare a termine nulla e fare il gioco del padrone, o meglio della padrona, a sua volta preoccupata soltanto di elargire sorrisi e concludere il nulla nel minor tempo possibile!

Siamo proprio messi male!

Io lo so il perché: perché la Buona scuola e il decreto che ne è seguito sono soltanto un Buon pasticcio.

Io non parlo e non scrivo a vanvera!

Le mie indicazioni le ho date: non so se sono Buone, ma sono molto sensate.

Basta cliccare su Tiriticcheide, in www.edscuola.it.

Non propongo aggiustamenti Buonisti che non servono a nulla, ma un riordino complessivo, che veramente ci porti in Europa e non ci costringa a guardare sempre l’immarcescibile ombelico gentiliano!

A questo punto, l’unica cosa da salvare di questo DL buonista sarebbe solo l’assunzione dei precari.

Lo facessero e la piantassero con “cose” che non sono capaci di fare.

Basterebbe un DL di un articolo solo.

Sanato il bubbone dolente, riapriamo il discorso su come avviare veramente e seriamente un riordino vero del nostro SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE che a tutt’oggi sistema non è affatto.

Ah! Dimenticavo!

E la piantassero per almeno qualche anno con le prove Invalsi, con i Rav e prodotti similari!

Non si infierisce sui malati!

Sport a scuola, il vademecum per certificazioni, tempi e modalità

da Il Sole 24 Ore

Sport a scuola, il vademecum per certificazioni, tempi e modalità

di Lorena Loiacono

Sport a scuola e attività non agonistiche, è la Regione Lombardia a stilare il vademecum per fare chiarezza e rispondere ai dubbi avanzati dalle scuole. Una guida pratica per gli istituti e per le famiglie, confuse dalla giungla di certificati ed esami diagnostici richiesti da palestre e centri sportivi. Tutte le indicazioni sono contenute nella nota H1.2015.0009787 del 26 marzo scorso. L’attività sportiva che si svolge a scuola, è bene ricordarlo, è di tipo non agonistico.
In gara per i giochi sportivi? Sempre con il certificato
L’obbligo del certificato medico per consentire allo studente di scuola media o superiore di svolgere attività sportiva non agonistica riguarda gli studenti che partecipano alle attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici, nell’ambito delle attività parascolastiche, e gli studenti che aderiscono ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. Per stilare il certificato sono necessari l’anamnesi, l’esame obiettivo, la misurazione della pressione arteriosa e l’elettrocardiogramma a riposo. L’Ecg deve essere debitamente refertato anche non contestualmente alla visita medica. Il certificato, così composto, viene richiesto direttamente dall’autorità scolastica.
Costo zero per le famiglie
Gli studenti, per avere il certificato medico necessario alle attività non agonistiche che si svolgono in ambito scolastico, possono rivolgersi al pediatra di libera scelta o al medico di medicina generale. Il certificato viene rilasciato gratuitamente senza costi per le famiglie, nell’ambito delle attività previste per i medici dai rispettivi accordi collettivi nazionali.
Ecg gratuito, con esenzione totale
L’elettrocardiogramma viene effettuato sugli studenti gratuitamente e per questo il medico di base o il pediatra appone sulla ricetta rossa il codice per l’esenzione totale “I01” specificando come motivazione della richiesta «Per certificazione non agonistica richiesta dalla scuola». L’Ecg va effettuato una sola volta e non ripetuto ogni anno con il rinnovo del certificato: sarà sufficiente che il medico ne prenda visione e riporti sul certificato la data in cui è stato effettuato l’Ecg.
In pista senza certificato
Non è necessario il certificato medico per svolgere le lezioni curriculari di educazione fisica, previste dal programma scolastico. Non serve neanche per i ragazzi già in possesso del certificato medico valido per attività sportive agonistiche. La Regione Lombardia, in merito, si era già espressa con la nota Prot. N. H1.2014.0005182: per partecipare alle attività fisico-sportive parascolastiche e ai giochi studenteschi è sufficiente presentare una copia del certificato per l’attività agonistica.

Quando una classe si può dire ‘pollaio’?

da Tuttoscuola

Quando una classe si può dire ‘pollaio’? 

Non esiste una definizione ufficiale delle cosiddette classi ‘pollaio’. Quando si può dire che la numerosità di una classe supera il limite di gestione e di sicurezza?

Se la dimensione delle classi ‘pollaio’ viene considerata secondo la normativa scolastica (v. DPR 81/2009), si ha la seguente situazione.

Per la scuola dell’infanzia normalmente il limite massimo è fissato in 26 bambini per sezione, ma eccezionalmente può arrivare anche a 29. Da 30 in poi le sezione si possono considerare ‘pollaio’.

Per la scuola primaria, come nell’infanzia, il limite è fissato a 26 alunni, elevabili a 27 al massimo. Da 28 in su si può parlare di classe ‘pollaio’.

Per la secondaria di I grado il limite normale è 27, elevabile a 28. Da 29 in su è classe ‘pollaio’.

Nelle classi prime delle superiori il numero massimo è di 30 alunni. Dopo è ‘pollaio’.

Se si considera, invece, il limite di sfollamento fissato dal decreto del ministero degli Interni del 26 agosto 1992 che ha dettato Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica, il numero massimo di persone che normalmente possono stare in un’aula è fissato in 26: 25 alunni più l’insegnante.

Il punto 5.0 (Affollamento) del decreto stabilisce, infatti, che Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività.

Per la sicurezza, dunque, il numero massimo di alunni non può superare le 25 unità, limite di deflusso dall’aula con una sola porta. Se il numero di alunni supera quel limite, è il dirigente scolastico ad assumerne la responsabilità.

Cosa succederebbe se i dirigenti scolastici si rifiutassero di autorizzare presenze per aula oltre 25 alunni? Prevarrebbe la norma di sicurezza o quella di organizzazione del servizio?

Sul tema dell’esclusione dei 6.300 iscritti nelle graduatorie di merito del concorso 2012, fino ai primi di marzo 2015 ricompresi nel piano assunzionale straordinario di 100.701 docenti previsto dal disegno di legge presentato dal Governo sulla scuola, ma poi estromessi dal ddl, ci siamo già espressi nell’articolo Graduatorie di merito, una ‘deroga’ per non assumere gli iscritti.

In particolare, destava perplessità espungere dalle assunzioni straordinarie, all’interno di un provvedimento che ha come principi condivisibili il riconoscimento del merito e il ripristino del concorso come canale unico per le immissioni in ruolo, gli unici docenti (un numero tutto sommato molto ridotto, rispetto al totale delle assunzioni previste) che hanno superato un concorso a cattedra negli ultimi 15 anni e che per questo sono iscritti in graduatorie, appunto, di merito.

Il meccanismo utilizzato per questa esclusione è quello chirurgico della deroga alla normativa vigente, e proprio sulla legittimità dell’utilizzo di questo strumento Tuttoscuola ha chiesto un parere all’avvocato Salvatore Russo, esperto di diritto scolastico di Roma.

L’avvocato Russo è molto netto sul tema: “Non è pensabile che una norma possa derogare in via eccezionale dalla normativa speciale che regola le immissioni in ruolo o dichiarare decadute graduatorie di merito senza la pubblicazione delle graduatorie del concorso successivo e senza rispettare la validità triennale delle stesse e allo stesso modo è illegittimo prevedere di non rispettare la proporzione del 50% dei posti per le immissioni in ruolo”.

“L’art. 400 del D.Lgs. 297/94, al comma 17 – ricorda l’esperto di diritto scolastico – prevede proprio che le graduatorie relative ai concorsi per titoli ed esami restino valide fino all’entrata in vigore della graduatoria relativa al concorso successivo corrispondente”.

“Quindi – conclude Russo – non solo non si possono far decadere le graduatorie di merito del concorso bandito a seguito del D.D.G. n. 82/2012, ma parimenti non possono essere dichiarate decadute eventuali graduatorie di merito dei precedenti concorsi per cui non è stato ancora bandito concorso corrispondente. Anche questa operazione potrebbe generare un massiccio contenzioso anche perché, appunto, già si è proceduto allo scorrimento delle graduatorie di merito immettendo in ruolo gli idonei”.

#riformabuonascuola, non solo assunzioni: ad ogni scuola 15mila euro in più l’anno

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola, non solo assunzioni: ad ogni scuola 15mila euro in più l’anno

Lo ha detto il ministro Giannini a “Porta a Porta”: con il ddl è previsto un incremento strutturale di 126 milioni l’anno del Fondo per il funzionamento delle scuole, dal 2016 fino al 2021. Serviranno per comprare quel materiale didattico, dal toner per le stampanti alla carta igienica, di cui tante volte si sono fatte carico le famiglie. Ai docenti: da settembre faranno un lavoro motivante, meglio retribuito, con una premialità. Ma dal 9 aprile partono proteste e scioperi.

Nella riforma non ci sono soltanto assunzioni e insegnanti. Nell’articolo dedicato alla valorizzazione dell’offerta formativa (art.2, comma 16) è previsto un incremento strutturale di 126 milioni l’anno del Fondo per il funzionamento delle scuole, dal 2016 fino al 2021: a dirlo è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nel corso della puntata di “Porta a porta” dell’8 aprile.

Il responsabile del Miur ha specificato che si tratta di soldi che serviranno anche a comprare anche quel materiale didattico, dal toner per le stampanti alla carta igienica, di cui tante volte si sono fatte carico le famiglie visti i magri bilanci delle scuole negli ultimi anni. Certo, dividendo i 126 milioni di euro per le circa 8.500 autonome, anche se non tutte percepiranno la stessa quota, risulta che ad ogni istituto andranno in media meno di 15mila euro in più l’anno: poco più di mille euro al mese, che non sono poche ma, francamente, nemmeno possono costituire quel grande serbatoio di fondi di cui necessitano gli istituti per risollevarsi e sanare progetti e acquistare i materiali necessari.

Il ministro è convinto che la riforma, anche se i tempi per l’approvazione sono strettissimi, andrà in porto già da settembre. Sulle audizioni in corso a Montecitorio, si andrà avanti sino a venerdì, ha ammesso che “sono tante, ma stanno andando bene. Realisticamente tra metà e fine maggio il provvedimento potrà arrivare in porto”, ha detto Giannini aggiungendo che questi tempi sono compatibili con l’avvio delle procedure necessarie per le immissioni in ruolo: il titolare del Miur ha ricordato che “il piano assunzionale vale 2 miliardi e 200 milioni a regime mentre 800 milioni sono destinati alla copertura strutturale di tutte le altre operazioni (premialità degli insegnanti e cioè card per i prof e riconoscimento del merito ‘valgono’ insieme 580 milioni)”.

Inoltre, ha tenuto a dire che da settembre “ritorniamo alla Costituzione. Si entra a scuola – ha spiegato – perché è un lavoro motivante, meglio retribuito, con una premialità aggiunta e perché, finalmente, si fa una selezione tramite concorso”, riferendosi alla volontà del Governo, espressa nel ddl, di chiudere con le graduatorie di supplenti per fare spazio, dal 2016, ai soli ‘concorsoni’.

Le parole di soddisfazione del ministro, comunque, non frenano le proteste: proprio dal 9 aprile, per una decina di giorni, il personale scolastico attuerà lo sciopero delle attività non obbligatorie indetto da Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals. Nella seconda decade del mese sono previsti assemblee e sit-in in tutta Italia promossi dall’Ugl. Il 24 aprile, infine, è previsto lo sciopero per l’intera giornata, con manifestazione a Roma, indetto da Usb, Unicobas e Anief.

La “Buona Scuola” farà crescere il PIL del 2,4%

da La Tecnica della Scuola

La “Buona Scuola” farà crescere il PIL del 2,4%

Ma solo nel “lungo periodo”. La previsione è contenuta nel Documento di Economia e Finanza che prevede però che la spesa per l’istruzione in rapporto al PIL è destinata a diminuire. Era del 3,9% nel 2010, sarà del 3,5% nel 2020.

Nel lungo periodo la riforma del sistema scolastico  prevista dal ddl sulla Buona Scuola dovrebbe portare ad un aumento del 2,4% del PIL: è quanto si legge nel DEF (Documento di Economia e Finanza) che entro pochisssimi giorni dovrà essere trasmesso dal Governo al Parlamento.
L’aumento del PIL legato alla riforma della scuola dovrebbe essere dello 0,3% a partire dal 2020, dello 0,6% a partire dal 2025 e del 2,4% nel lungo periodo.
Secondo le stime dei tecnici del Ministero dell’Economia le riforme in atto dovrebbero produrre a lungo termine un aumento del PIL del 7,6%: un terzo di tale aumento sarebbe quindi dovuto alla “Buona Scuola”.
Il DEF conferma comunque che a partire dal 2016 la spesa per  l’istruzione  aumenterà di 3miliardi di euro anche se una delle tabelle che accompagnano il documento chiarisce che la spesa stessa rappresenterà nel 2020 una quota pari al 3,5% del PIL (nel 2015 è del 3,7% e nel 2010 era del 3,9%).
Ma i tecnici spiegano così il dato: “La previsione della spesa per istruzione in rapporto al PIL presenta una sostanziale stabilità fino al 2016 poiché le misure di contenimento della spesa per il personale previste dalla normativa vigente trovano compensazione nelle risorse stanziate dalla Legge di Stabilità per gli interventi di riforma del settore”.
“Negli anni successivi – spiegano ancora dal MEF – la spesa per istruzione in rapporto al PIL mostra un andamento gradualmente decrescente che si protrae per circa un quindicennio. A partire dal 2020 tale riduzione è essenzialmente trainata dal calo degli studenti indotto dalle dinamiche demografiche”.
Difficile esprimere un giudizio su queste previsioni e quindi non ci resta che aspettare almeno qualche anno per renderci conto un po’ meglio della situazione.

Nomadi, alle superiori solo 1 su 100

da La Tecnica della Scuola

Nomadi, alle superiori solo 1 su 100

Lo sostiene l’Associazione 21 luglio, che ha presentato il I Rapporto nazionale sulla condizione di rom e sinti nella Giornata internazionale a loro dedicata: il tasso d’abbandono è del 50% nel passaggio da primaria a media e dopo del 95%. Dati sui cui pesano stereotipi e pregiudizi negativi radicati nell’immaginario collettivo.

Il rapporto dei nomadi con la scuola continua ad essere davvero difficile: ancora oggi, un bambino rom su 5, tra quelli che vivono nei ‘campi nomadi’ in Italia, non inizierà mai il percorso scolastico. A sostenerlo è l’Associazione 21 luglio, che ha presentato a Roma il primo Rapporto nazionale sulla condizione di rom e sinti in Italia nel giorno della Giornata internazionale a loro dedicata.

Dallo studio trova conferma il fatto che “la vita presente e futura di un minore rom è fortemente condizionata dal contesto abitativo”. Tanto che per chi cresce in un insediamento formale o informale, la possibilità di frequentare la scuola secondaria di secondo grado non supererà l’1%, mentre l’accesso all’università sarà prossimo allo 0%.

Per questi bambini, rispetto a un coetaneo non rom, osserva il Rapporto, saranno “60 volte in più le probabilità di essere segnalati dal Servizio Sociale e di entrare nel sistema italiano di protezione dei minori. Inoltre la loro aspettativa di vita risulterà mediamente più bassa di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione e da adolescenti avranno 7 possibilità su 10 di sentirsi discriminati a causa della propria etnia”. “Nel 2013-2014 – riporta il Rapporto – erano 11.657 i minori rom e sinti in emergenza abitativa presenti nel sistema scolastico italiano”.

Confrontando questi dati con quelli dell’anno precedente si conferma l’elevata dispersione scolastica, con un tasso di abbandono di oltre il 50% nel passaggio dalla scuola primaria alle medie e di circa il 95% da quella secondaria di primo grado a quella di secondo.

“Diverse sono le ragioni di questi fenomeni, dagli stereotipi e pregiudizi negativi profondamente radicati nell’immaginario collettivo alla condizione di precarietà abitativa”. Del resto, anche i fatti di cronaca confermano questa ipotesi.

Grande adesione alle Olimpiadi di italiano 2015

da La Tecnica della Scuola

Grande adesione alle Olimpiadi di italiano 2015

Quasi 25.000 i ragazzi coinvolti nelle gare intermedie, 84 studenti in corsa per il podio. Venerdì la finale a Firenze e sabato la premiazione dei dieci vincitori: tre nella sezione junior Italia, tre nella sezione senior Italia, uno per ciascuna delle due sezioni di gara riservate alle scuole italiane all’estero e poi i primi classificati tra i senior degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali

Grande successo per le Olimpiadi di italiano organizzate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: boom di adesioni alle gare intermedie, alle quali hanno partecipato 24.920 ragazzi fra scuole italiane e scuole italiane all’estero.

Ed ora siamo al rush finale, con 84 studenti (41 femmine e 43 maschi) che si sfideranno nella prova in programma a Firenze il prossimo venerdì 10 aprile.

Sul podio saliranno coloro che dimostreranno la migliore capacità di scrittura, di sintesi, di comprensione del testo, una conoscenza approfondita della struttura della nostra lingua.

Le Olimpiadi, arrivate alla loro quinta edizione, sono dedicate quest’anno alla figura di Dante (a 750 anni dalla nascita) e sono inserite nella cornice delle Giornate della Lingua – organizzate dal Miur – che si apriranno domani, giovedì 9, all’Accademia della Crusca, con letture e interventi dedicati al Sommo Poeta, e si concluderanno sabato 11 aprile con la premiazione dei vincitori delle Olimpiadi.

I finalisti hanno dai 14 ai 19 anni, provengono da tutte le regioni italiane (le più rappresentate, con 6 finalisti ciascuna, il Veneto e le Marche) e appartengono a tutti gli indirizzi di scuola secondaria di II grado (con una leggera prevalenza del Liceo classico sul Liceo scientifico, rispettivamente 36 e 31 istituti). Tra di loro anche quattro studenti selezionati nelle scuole italiane all’estero (618 i candidati iniziali e 38 le scuole): due provengono da Madrid, uno da Atene, uno da Francoforte. Presenti anche due studenti che studiano l’italiano come “lingua 2” (lingua non madre) selezionati tra 35 scuole (di lingua tedesca e ladina) e 1.035 concorrenti, della Provincia autonoma di Bolzano.

La gara finale si svolgerà venerdì, dalle 9.30, nel contesto di Palazzo Vecchio. Sabato 11 aprile, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, la proclamazionedei dieci vincitori: tre nella sezione junior Italia, tre nella sezione senior Italia, uno per ciascuna delle due sezioni di gara riservate alle scuole italiane all’estero e poi i primi classificati tra i senior degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali. In questa quinta edizione si è scelto infatti di premiare anche i risultati migliori degli Istituti Tecnici e Professionali per motivare gli studenti di ogni indirizzo alla partecipazione.

Valuterà le prove una giuria di esperti nominata al Miur e composta da: Gian Luigi Beccaria (nelle funzioni di presidente), Giulio Ferroni, Luca Serianni, Sergio Scalise.Al loro fianco anche Maria Chiara Boldrini, vincitrice del Premio Campiello Giovani 2014.

Il premio per i primi classificati della categoria senior per i Tecnici e per i Professionali, consisterà in uno stage a Torino, città della cultura e dell’industria, offerto dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Per tutti gli altri vincitori in premio, oltre alle medaglie, libri e dizionari, offerti dalle case editrici Mondadori Education, Guanda, Il Mulino, Laterza, Le Monnier, Zanichelli, e dal Premio Campiello di Confindustria Veneto.  E poi, ancora, soggiorni studio in città europee – per gli italiani – offerti da alcune scuole italiane all’estero. E, infine, due opere artistiche di Ugo Nespolo (per i primi classificati nelle due principali sezioni di gara).

Le Giornate della lingua italiana

Oltre alla finale delle Olimpiadi, a Firenze si terranno di nuovo anche le tre Giornate della lingua italiana, ideate dal Miur per offrire alle scuole, ai finalisti e ai loro docenti, approfondimenti culturali, dibattiti, spettacoli teatrali e musicali sugli anniversari della letteratura italiana.

Quest’anno il Miur ha scelto di rievocare, la figura di Dante Alighieri.Si comincia giovedì, nella prima Giornata, all’Accademia della Crusca, con Monica Guerritore, che porterà in scena lo spettacolo Dall’inferno all’infinito; dopo di lei, Marco Santagata terrà una lezione su Come raccontare Dante oggi, che anticiperà la tavola rotonda del giorno dopo. Nel pomeriggio della seconda Giornata, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, due lezioni magistrali: la prima di Luciano Canfora suDante e l’Impero romano, e la seconda di Gian Luigi Beccaria che spiegheràPerché leggere Dante oggi. All’inizio, e nell’intermezzo, un’esibizione coreografica delle ballerine del Liceo coreutico “Piero della Francesca” di Arezzo. Seguirà una tavola rotonda sul tema Raccontare Dante oggi a scuola, con Fabio Ferri, Giulio Ferroni, Giuseppe Patota, Barbara Quagliarini e gli studenti finalisti.Infine, nella terza Giornata, prima della proclamazione dei vincitori, una puntata speciale de “La Lingua batte” – la trasmissione di Rai Radio3 dedicata alla lingua italiana, che da anni segue le Olimpiadi – dal titolo: La lingua batte dove… Dante duole. Condurrà Giuseppe Antonelli, con la collaborazione di Cristina Faloci. Parteciperanno Diodato, Claudio Giunta, Simone Lenzi, Massimo Marconi, David Riondino e Luca Serianni.

La conferenza stampa di presentazione delle prove e dei risultati si terrà sabato alle 13, nella Sala Incontri di Palazzo Vecchio.

L’intero pomeriggio del 10 e la mattina dell’11 potranno essere seguiti in diretta streaming sul sito delle Olimpiadi: www.olimpiadi-italiano.it

Scuole medie ad indirizzo musicale: vale il POF

da La Tecnica della Scuola

Scuole medie ad indirizzo musicale: vale il POF

Una nota del Miur sulla costituzione dei corsi ribadisce le disposizioni sul corso unitario, ma ammette che i precedenti chiarimenti erano intervenuti dopo la circolare sulle iscrizioni e pertanto, se il POF 2015/2016, già presentato alle famiglie, prevede la distribuzione degli alunni del corso musicale tra più classi, questa è possibile.

Con precedente nota del 18 febbraio scorso il Miur aveva risposto ad un quesito posto dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, chiarendo che le classi di scuola secondaria di I grado ad indirizzo musicale devono essere costituite esclusivamente dagli alunni che hanno superato la prova attitudinale e che, pertanto, la prassi di distribuire tali alunni tra più classi ordinarie non è conforme alla normativa.

Ovviamente tale nota era intervenuta successivamente alla chiusura delle iscrizioni e per tale ragione – scrive ora il Miur con la nota prot . n. 2834 del 2 aprile 2015 – non può interferire con la programmazione dell’offerta formativa già presentata alle famiglie per l’a.s. 2015- 2016 e con l’organizzazione indicata nel Piano dell’Offerta Formativa che preveda la distribuzione degli alunni dell’indirizzo musicale fra più corsi dello stesso plesso o più sezioni di plessi diversi.

Inoltre, nelle more dell’emanazione delle istruzioni per le iscrizioni relative all’a.s. 2016-2017, il Miur ha informato che a breve verrà realizzato un monitoraggio nazionale sul funzionamento e sull’organizzazione didattica dei corsi ad indirizzo musicale delle scuole secondarie di I grado, finalizzato all’acquisizione e alla successiva analisi di dati significativi e comparabili, nonché alla realizzazione di una gestione il più possibile unitaria, pur nel rispetto delle competenze delle singole autonomie scolastiche.

Nota 9 aprile 2015, AOODGOVS n. 3076

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Oggetto: Concorso nazionale “NewDesignduemilaquindici” – Selezione Licei Artistici Presentazione modello/prototipo.

A seguito di un’attenta valutazione dei progetti presentati dalle Istituzioni scolastiche iscritte al Concorso “NewDesign2015” (Prot. MIURAOODGOVS n. 6094 del 15 ottobre 2014), il Comitato Tecnico–Scientifico ha individuato gli Istituti scolastici che dovranno presentare modello/prototipo corredato da tavole illustrative dei vari passaggi del progetto esecutivo entro il 25 giugno 2015, da inviare al seguente indirizzo:

Concorso “NewDesignduemilaquindici”.
Convitto Nazionale “M. Foscarini”
Cannaregio 4941
30121 Venezia

Si allega l’elenco degli Istituti scolastici selezionati e si ricorda che è possibile visualizzare lo stesso sul sito dedicato www.new-design.it, al link “progetti selezionati” con le note esplicative per la realizzazione del modello/prototipo.

IL DIRETTORE GENERALE
f.to Carmela PALUMBO

Elenco Istituti scolastici

Reinserimento in GaE

Reinserimento in GaE: nuova vittoria ANIEF presso il Tribunale di Massa

 

Il Tribunale di Massa accoglie le tesi ANIEF e dichiara il diritto dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento ad essere reinseriti, a domanda, nelle Graduatorie a Esaurimento di interesse. Gli avvocati Piera Bianchi e Adriana Carrabino danno una sonora lezione al MIUR sul rispetto della gerarchia delle fonti e ottengono piena ragione in tribunale con l’immediato reinserimento nelle GaE di una docente cancellata nel 2009/2011 cui il MIUR aveva negato il reinserimento a partire dall’aggiornamento successivo 2011.

 

Il Giudice del Lavoro di Massa non ha dubbi sulla fondatezza del ricorso promosso da un’iscritta ANIEF, cancellata dalle GaE 2009/2011 e esclusa illegittimamente da quelle valide per il triennio successivo 2011/2014, e ribadisce l’illegittimità dei decreti ministeriali di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento nella parte in cui negano il diritto dei docenti cancellati ad essere reinseriti. Tale previsione ministeriale, infatti, appare senza ombra di dubbio “disciplina emessa in violazione delle previsioni normative di settore consacrate in vigenti disposizioni di legge e quindi in un atto superiore nella gerarchia istituzionale delle fonti generali di formazione rispetto a quelli invocati dal Ministero, non potendo certamente un decreto ministeriale modificare in senso peggiorativo una previsione, non dichiarata in alcun modo illegittima, proveniente da una legge, cioè da una fonte normativa superiore”.

 

Ministero dell’Istruzione condannato, dunque, all’inserimento nelle graduatorie d’interesse della nostra iscritta che ora, grazie al prezioso apporto dei legali ANIEF, potrà regolarmente partecipare alle operazioni di immissione in ruolo previste per il prossimo anno scolastico. La soccombenza anche in questo giudizio contro le ragioni del nostro sindacato sono costate al MIUR anche 2500 euro di spese di lite oltre accessori.

Débâcle del MIUR contro il “pettine”

Débâcle del MIUR contro il “pettine” ANIEF: 15000 euro di condanna a carico del Ministero per non aver rispettato il principio del merito nelle Graduatorie a Esaurimento

 

Disfatta completa per il MIUR in tribunale: le “code della vergogna” istituite nel 2009/2011 e immediatamente condannate dall’ANIEF hanno, senza ombra di dubbio, leso principi di rango costituzionale. Lo ha ribadito il Tribunale di Parma che, dando piena ragione agli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Irene Lo Bue, ristabilisce la legalità nelle Graduatorie 2009/2011 e condanna il MIUR al pagamento di 15000 euro di risarcimento per retribuzioni non corrisposte e a riconoscere il punteggio spettante e non maturato in favore di una nostra iscritta.

 

L’Avvocato Irene Lo Bue, legale di fiducia dell’ANIEF sul territorio, ha dato nuova prova delle sue eccellenti e indiscusse doti professionali ottenendo in pochi mesi una storica vittoria per i ricorrenti “pettine” cui il Tribunale del Lavoro ha riconosciuto il pieno diritto anche alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato con conseguente risarcimento del danno e attribuzione del mancato punteggio. La sentenza è di certo la prima di una lunga serie in cui viene riconosciuto che l’operato del Ministero dell’Istruzione non solo era in contrasto con la normativa primaria che regola le Graduatorie a Esaurimento, ma assolutamente lesivo di diritti e precetti di rango costituzionale quali, tra gli altri, quello di uguaglianza, art. 3; di buon andamento della Pubblica Amministrazione, art. 97; di accesso agli uffici pubblici in condizioni di uguaglianza, art. 51, comma 1.

 

Il Giudice del Lavoro di Parma, infatti, dichiara che “Non vi è alcun dubbio sull’illegittimità della normativa che prevedeva l’inserimento in coda dei docenti e quindi di fatto il divieto di trasferirsi da una provincia ad un’altra: la Corte Costituzionale ha infatti sentenziato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 comma 4 ter del DL 134/09, aggiunto dalla legge di conversione n. 167/09; ed invero, secondo il Giudice delle Leggi, il criterio dell’inserimento in coda (dopo l’ultima posizione di III fascia nelle graduatorie medesime), ha introdotto “[…] con effetto temporale rigidamente circoscritto ad un biennio (2009/2011), una disciplina eccentrica, rispetto alla regola dell’inserimento “a pettine” dei docenti nelle graduatorie, vigente non solo nel periodo anteriore, ma persino in quello posteriore all’esaurimento del biennio in questione”.

 

I provvedimenti di stipula dei contratti di lavoro a tempo determinato in favore di docenti in possesso di punteggi più bassi rispetto a quello della ricorrente collocata in coda dal MIUR, e per cui l’ANIEF già nel 2009 aveva ottenuto dal TAR il riconoscimento in via cautelare al diritto alla corretta collocazione “a pettine” nelle graduatorie d’interesse, sono risultati, dunque, assolutamente illegittimi anche “in quanto viziati da sviamento di potere per elusione della misura cautelare accordata dalla Sezione III Bis del Tar Lazio, con decisione cautelare n. 3332/09, in relazione al bene della vita tutelato in capo alla prof.ssa Omissis, consistente nell’utilizzazione delle graduatorie, così come rettificate ai sensi della superiore ordinanza, ai fini della corretta individuazione dei docenti destinatari di proposte di assunzione con contratto a tempo determinato”.

 

L’ANIEF con questa ulteriore vincente azione legale promossa a tutela dei diritti dei lavoratori della scuola ha, dunque, nuovamente dimostrato che nel 2009/2011 è stato posto in essere un odioso provvedimento risultato lesivo di diritti costituzionali e correttamente il MIUR è stato condannato a riconoscere alla ricorrente il punteggio spettante e mai attribuito nelle Graduatorie a Esaurimento oltre al pagamento, quale risarcimento del danno, di una somma pari a € 14.338,67, maggiorata di interessi legali e rivalutazione monetaria e alla soccombenza nelle spese di lite quantificate in un totale di 4.015 Euro oltre accessori.

Disabilità medio-lieve: a Napoli le famiglie danno vita alla prima Fondazione

da Redattore sociale

Disabilità medio-lieve: a Napoli le famiglie danno vita alla prima Fondazione

Iniziativa del giornalista Marcello Milone e della moglie, genitori di Marco, un ragazzino di 13 anni con un ritardo psicomotorio. L’obiettivo: dare informazioni e orientamento e metterà in rete esperienze e opportunità

Napoli – Dare un aiuto concreto alle persone con disabilità medio-lieve e alle loro famiglie. È questo l’obiettivo della Fondazione Govoni, che si sta costituendo a Napoli per iniziativa del giornalista Marcello Milone e della moglie, genitori di Marco, un ragazzino di 13 anni al quale, all’età di 4 anni, è stato diagnosticato un ritardo psicomotorio di grado medio-lieve.  La Fondazione vuole fornire informazioni e orientamento alle famiglie che non sanno come affrontare questa problematica ed essere anche un luogo dove incontrarsi, scambiarsi  esperienze, cercare conforto, mettere al servizio di una comunità le proprie competenze e idee: cose necessarie quasi quanto l’assistenza per poter trasformare la condizione della disabilità da sofferenza ad arricchimento personale, da disagio a benessere interiore, da disperazione a speranza per garantire quel diritto basato sulla piena partecipazione in tutti gli ambiti della vita, senza discriminazioni, rispettando la dignità e valorizzando la diversità umana, attraverso interventi appropriati e il superamento di ostacoli e pregiudizi. “Il tutto è affidato all’Inps che ha strutture mediocri o inesistenti e personale medico  ed assistenziale il più delle volte inadeguato (per usare un eufemismo).  E così ci si rivolge al privato. Ovviamente a pagamento –  scrivono i 30 attivisti della costituenda “Fondazione Govoni” nel loro manifesto – è una realtà difficile con la quale fare i conti tutti i giorni e contro la quale conviene attrezzarsi per crearsi delle alternative perché a voler  essere ottimisti c’è sempre un’alternativa. Che  costa fatica, tanta fatica. Perché deve essere il diretto interessato  a costruirla. Perché se non la costruisce lui  non la costruirà nessuno .  E questa è una  certezza”.

Promuovere un ruolo attivo nella ricerca di soluzioni che valicano la cerchia dei propri cari o della dipendenza da istituzioni come il sistema sanitario nazionale, la scuola, il sistema sociale e quello del lavoro rappresenta, allora, il primo atto da compiere per famiglie e portatori di disabilità. “Quello che vorremmo realizzare è creare qualcosa che in Campania, ad oggi, non esiste: unire le persone con disabilità medio-lievi e le loro famiglie per poter lavorare assieme ad una serie di obiettivi semplici, ma necessari”, spiega il presidente Marcello Milone, a capo del comitato promotore della Fondazione. (Napoli città sociale)