La “Rete” e i suoi nemici I

La “Rete” e i suoi nemici
Per un’analisi argomentata: la prima risposta

di Luigi Manfrecola

 

La prima nostra risposta l’affidiamo subito al senso comune, recapitandola per posta prioritaria.

La seconda la consegneremo domani, mediante riflessioni filosofiche.

La terza la recapiteremo per via ordinaria, incartandola con stracci psicologici e sociologici.

Sul quotidiano Repubblica, edito appena ieri, due e più pagine sono state dedicate alla questione della POST- VERITA’ o della “surrettizia” informazione veicolata dalla RETE e finalizzata a costruire quella tendenziosa realtà che i tedeschi denominerebbero ” pos-fattuale”.

Come se non bastasse, in qualche sito filosoficamente ambizioso, è apparsa una dotta disamina che ha chiamato in causa personaggi illustri: da Lyotard ad Heiddeger, fino a Popper ed oltre…

Per legittima difesa, sono apparse sul Blog di Grillo correlate tesi difensive, a denunzia del tentativo evidente di avviare una campagna denigratoria a tutto danno della RETE e delle “bufale” diffuse con tale mezzo in linea. Cosa che ha indotto il nominato Grillo a segnalare, più o meno legittimamente, una subdola volontà di CENSURA: idea non tanto peregrina!

E’ evidente che un’informazione libera e capillarmente diffusa diviene incontrollabile da parte delle oligarchie economiche che governano e controllano i mass-media , costruendo, plagiando e indirizzando il pensiero di massa. E’ altresì vero che, all’interno di questa realtà magmatica, si può infiltrare chiunque e diffondere false e tendenziose notizie per le ragioni più varie. Sta di fatto che una propaganda sistematica e faziosa si disvela come tale assai presto e da sola, proprio per quella deriva oltranzista che la contraddistingue . Se c’è una caratteristica che distingue la RETE è quella di favorire le aggregazioni di appartenenza, costruendo degli “sfiatatoi” per ogni tipo di malcontento che possa essere condiviso da più soggetti. Il che, in assoluto, non può definirsi un male e se, un male fosse, sarebbe un male necessario .Certamente viene a porsi il problema di un possibile sacrificio della VERITA’! Ma di quale VERITA’?

Non certo di quella finta verità costruita nelle Redazioni asservite al Potere, pericolose assai più di ieri in questo mondo globalizzato nel quale mille specchi sapientemente sincronizzati, sanno replicare all’infinito la stessa immagine ,virtualmente costruendo” Verità” (ed il carattere minuscolo non è casuale) addomesticate agli interessi di pochi. Potremmo, a questo punto, spingerci a discutere l’assunto filosofico che sta a base delle tesi culturalmente contrabbandate come vincenti, segnalando fraudolentemente che ogni verità è soggettiva, secondo la DERIVA ERMENEUTICA. Oppure potremmo invocare la tesi del Lyotard che denunziava il tramonto delle antiche certezze, inventandosi un nefasto Post-modernismo che è divenuto utile strumento nelle mani di politici mistificatori. Potremmo perfino spingerci a contestare il principio stesso di VERIFICABILITÀ popperiana, da intendere come misura di certezza, per contrapporvi l’antico criterio della EVIDENZA CARTESIANA come unica connaturata garanzia e misura di orientamento umano…Perché, per quanti sforzi faccia il Dominus Politico e gli Spin-Doctors (mi si perdoni l’oscuro neologismo, ma questi pseudo – intellettuali vanno combattuti con le loro stesse armi…) che lo sostengono, è PROPRIO l’evidenza della miseria e dell’ingiustizia sociale, della corruzione, degli egoismi di classe, di un Potere reso fine a se stesso, ciò che ferisce la pelle dei cittadini e le rende sensibili ad una VERITA’ FATTUALE che li schiaffeggia e ne morde le carni. Potremmo… ma non lo facciamo qui, per adesso. Argomenteremo domani le nostre tesi sul piano filosofico, anche perché oggi abbiamo promesso di volare basso per sfiorare da vicino la verità dei fatti, molto banalmente, per dire e ribadire che è inutile arzigogolare sulla ” post-verità ” per confondere le acque. La VERITA’ vera esiste, è sotto gli occhi di tutti, è nello stomaco di chi non può nutrirsi e non riesce a nutrire i propri figli per effetto d’una “politica” indecorosa, posta arrogantemente al servizio degli avidi e oltraggiosi interessi di pochi.

Mi si potrebbe rispondere che la povertà è endemica quanto la storia stessa dell’Uomo, che questi discorsi sfiorano l’Utopia… Ebbene, risponderei che le ingiustizie passate non legittimano quelle presenti e future e che, almeno in passato, si chiamavano le cose col loro nome. E si chiamava Censura ciò che era tale, e si chiamava “equità” quella richiesta d’attenzione che qualcuno ha voluto definire “invidia sociale”. Per queste ed altre ragioni che, come abbiamo preannunziato, analizzeremo domani, il tentativo di imporre vincoli alla libertà d’espressine in RETE è destinato al fallimento, con buona pace dei giornalisti ben pensanti e ei loro padroncini.

Scuola ottima

SCUOLA OTTIMA di Umberto Tenuta

CANTO 757 I giovani meritano di più della BUONA SCUOLA.

I giovani hanno diritto ad una scuola ottima.

Ed i diritti dei giovani sono sacri!

 

Sacri e inviolabili.

Sacri e imperativi.

Sacri e urgenti.

Tu, Valeria, proprio tu che sei vigorosa e forte, darai ai giovani una scuola ottima.

Il buonismo non è più di moda.

I giovani hanno diritto all’ottimo.

Al massimo.

All’eccelso.

I giovani hanno diritto al successo formativo.

Tutti i giovani hanno diritto alla piena, massima, originale formazione della loro personalità.

Piena, massimale, originale personalità che solo una scuola ottima può realizzare.

Nella patria terra, nella metropoli, nel più sperduto paesello i giovani debbono trovare la scuola ottima, la scuola che assicura la piena formazione della loro personalità.

Una personalità che sia originale, integrale, massimale.

Innanzitutto, ogni giovane ha diritto alla sua originalità, al suo essere singolare, unico, irripetibile sulla faccia della terra.

E poi, ogni giovane ha diritto ad una personalità ricca dei molteplici aspetti in cui l’umanità si è espressa, navigatore ed artigiano, pittore e poeta, musicista e scienziato…

Infine, ogni giovane ha diritto ad una formazione eccelsa.

Semplicemente, ogni giovane ha diritto al successo formativo che l’articolo 1 del DPR 275/1999 prevede: << L’autonomia delle istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

Valeria, tu che vali, certamente farai valere questa norma.

Imperitura gloria ne avrai.

 

PER APPROFONDIRE:

http://www.edscuola.it/archivio/didattica/riforma_e_successo_formativo.html

 

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“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Il grande gigante gentile di Steven Spielberg

“Il grande gigante gentile”, un film di Steven Spielberg

di Mario Coviello

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG, che è vegetariano, rapisce Sophie, una bambina orfana che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Quando Sophie chiede come mai l’abbia rapita lui risponde, con la sua lingua stentata: «Perché ho sentito tuo cuore solitario. Io sento tutti segreti bisbigli del mondo».  Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.

Steven Spielberg doveva prima o poi incontrare Roald Dahl e farlo con questo libro. Spieberg con questo film scalda ancora una volta occhi e cuore. Sarà l’incontro con Roald Dahl, saranno gli effetti speciali, saranno le storie adatte a un pubblico di ragazzi, un marchio della “fabbrica” che il regista americano porta avanti da anni, sarà perchè sentivamo da tempo la necessità di una favola di orfani in un mondo dalle magiche atmosfere gotiche e oniriche. Il Grande Gigante Gentile ci riporta alla nostra infanzia in una vicenda di straordinaria amicizia tra una bambina Sophia (Ruby Barnhill) e un gigante (Mark Rylance). E non è un caso che questa sia una tra le più belle fiabe Disney resa fluida da una pellicola che domina con sapienza la bellezza della fantasia con la cura di una fotografia estremamente nitida ed efficace che ben connota col giusto peso (e altezza..) la figura del gigante, alto sette metri con enormi orecchie, una pesante tromba e un acuto senso dell’olfatto, gentile e amichevole. Il Grande Gigante Gentile dimostra come sia possibile opporsi alla dittatura violenta e volgare della massa, senza snobismi e altezzosità. I giganti mangiatori di bambini simbolo del male che oscura l’infanzia e il bello della vita, del sogno, sono tratteggiati con punte di ingenuità come si deve a un prodotto per ragazzini e fa veramente bene al cuore immaginare come la forza di una bambina, altro evidente simbolo della purezza e della fiducia, sia l’unica capace addirittura di convincere la regina d’Inghiltera alla “lotta” contro i Giganti rompendo il velo di ipocrisia e conformismi. . Il cinema di Spielberg si è sempre fatto innervare, fin dai giorni di Duel  da due elementi il dolore e la sofferenza,declinandoli con modalità differenti nel corso degli anni. Facendo anche proprio e con forza il tema della diversità che per Dahl è fondamentale. Sophie è diversa in quanto orfana, è diversa in quanto divergente rispetto alle disposizioni delle istituzioni (come Matilda) ed è una sognatrice ad occhi più aperti che chiusi. Ma anche il GGG è un diverso nel suo mondo in cui è di fatto un nano, in un mondo di giganti. Tra loro vince una solidarietà inizialmente non prevedibile che li porta a formare una squadra pronta ad affrontare dei rischi tenendo però davanti a sé come un faro il sentimento della Gentilezza che, dopo Cenerentola, sembra essere diventato un po’ il leit motiv della Disney.
La violenza e l’ignoranza restano appannaggio di quelli che sono solo capaci di annusare prede e non di vedere esseri viventi ma anche per loro l’esito finale non sarà la morte.

Spielberg è un regista classico che è stato capace di cambiare sempre genere, stare al passo con le nuove tecnologie e, allo stesso tempo, mantenere un approccio elegante, semplice ma non semplicistico e spesso evocativo. A fine visione, rimane il sapore dolce di questa favola al cinema, un elogio calmo e variopinto della Gentilezza quella qualità tipicamente umana che distingue la Civiltà di un gigante e di una bambina dall’inciviltà di chi distrugge tutto quello che ha intorno.

Se vi ricordate di essere stati giovani o se volete accompagnare al cinema qualcuno che lo è ancora, è il film da andare a vedere questa settimana.

Ricordi di tempi peggiori

Ricordi di tempi peggiori in attesa di tempi migliori

di Maurizio Tiriticco

Stamane, approfittando del bel tempo e delle strade sgombre dopo la notte magica, ho deciso – io mezzo azzoppato – di fare un po’ di passi per le strade del quartiere. Sono rimasto di sasso! Marciapiedi sconnessi e strade piene di buche! Sporcizia dappertutto, pure cacche di cani… insomma una città che non riconoscevo e che non mi aspettavo. Strisce bianche a zebra per attreversare le strade, nulla o poco meno. Strisce azzurre e gialle, tutte sbiaditissime. Cassonetti fatiscenti, “monnezza” sparsa qua e là! Vabbè!!! Noi romani semo zozzi e poi ci sono pure gli extracomunitari e i turisti… buttala come ti pare, ma… ho ricordato le belle strade di Parigi – che gelo a Natale – o di Berlino… tutto pulito… per non dire del verde delle aiuole (la parola con tutte le vocali!) o meglio del non verde romano. Le aiuole di Porta Maggiore? Assoluta schifezza! Insomma, che fa ‘sta sindaca Raggi? Certo! Roma è una città complessa, non è un Comune, è una Città metropolitana! Anche con il fascismo il Comune venne trasformato in… Governatorato!!! La capitale del Regno e del Fascismo… le maiuscole sono d’obbligo… allora i Sette Colli fatali di Roma erano stupendi!

“Sole che sorgi libero e giocondo, sui colli nostri i tuoi cavalli doma!” Salite oggi a Colle Oppio! Non solo è zozzo, ma è anche pericoloso! Non l’ho visto, ma lo so! E poi la Via dell’Impero, oggi più modestamente… via dei fori imperiali! E poi la Via Imperiale, oggi più modestamente… via Cristoforo Colombo! La Via Ostiense (il fascismo la raddoppiò: fu la prima autostrada italiana) portava ad Ostia, ma la Via Imperiale portava al Lido di Roma!!! C’era poco da scherzare!!! Io non ero un bambino, ma un balilla, prima escursionista, poi moschettiere, poi tamburino, poi trombettiere, poi mazziere!!! E guai a farla cadere per terra la mazza dopo averla lanciata in aria per farle fare mille piroette! Il Duce inaugurò la Via Imperiale sia al suo inizio, che al suo termine, al Lido di Roma! Dire Ostia era riduttivo! Quanta emozione per me, balilla certo del suo Duce e del giuramento rinnovato ogni 28 ottobre, inizio dell’anno dell’Era fascista, coniugato con l’anno dell’Era cristiana!

“Nel nome di Dio e dell’Italia, giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze, e se è necessario col mio sangue, la causa della Rivoluzione Fascista”. Noi alunni sui compiti indicavamo sempre nella data l’anno dell’Era cristiana e quello dell’Era fascista! E il Duce, con tanto di maiuscola, mi passò davanti e le mie braccia, sempre irrigidite quando facevo il presentatarm (con il moschetto modello 91 adattato per i balilla), tremarono come due foglie… e il moschetto anche! Poi il Duce si fermò… la sua posizione classica, sull’attenti… mani sui fianchi… pancia in dentro… mento in alto! Ve lo immaginate il nostro Gentiloni in posizione mussoliniana??? La tensione era a mille… ma poi fu attenuata dalla voce stentorea del comandante: “AAA…tttentiii!!! Camicie nere! Balilla! Salutate nel Duce il fondatore dell’Impero! Eia eia eia”! E noi un unico grido: “Alalà!” E poi tutti in coro, prima Giovinezza, poi l’Inno al Re!!! “Salve o Re, Imperator! Nuova legge il Duce die’ al mondo e a Roma il nuovo Imper! Fecondato dal lavor! Legionario orgoglio avrai del tuo Imper! Popolo fedel, col sangue lo creò! Credere, obbedir, combattere saprà! Vittoriose leverà fulgide le insegne della patria al sol!” Ma poi le cose andarono molto diversamente… e il povero balilla un altro po’ moriva di fame… come cadevano a pezzo le illusioni… Ma il domani fu anche per lui e per tutti noi… un altro giorno!!!

Anno nuovo Scuola nuova

ANNO NUOVO SCUOLA NUOVA di Umberto Tenuta

CANTO 756 INIZIA UN ANNO NUOVO.

Come cittadini, prima che uomini di scuola, ci auguriamo che sia l’anno della SCUOLA BUONA, della scuola che garantisce il successo formativo a tutti i suoi alunni.

Anno nuova, vita nuova!

Anno nuovo, scuola nuova.

Scuola nuova!

Una scuola cha garantisca il successo formativo a tutti i suoi alunni.

Come prevede La legge!

Come è diritto di ogni figlio di donna!

(<<ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>>

– FAURE E, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249 ).

Come è bene che sia per la società tutta.

Come è possibile che sia per ogni figlio di donna.

(“Per capacità potenziali dei singoli noi intendiamo quelle potenzialità di grandezza imprevedibile, che possono scaturire dall’interno della personalità: potenzialità che possono venire sviluppate o ridotte col processo educativo… le capacità potenziali non sono considerate come delle qualità congenite nell’individuo, che divengono attuali attraverso un processo di maturazione su cui non influisce in alcun modo l’ambiente.

Anzi, queste capacità si sviluppano e si “manifestano nello scambio dinamico di influssi fra l’individuo e il suo ambiente”.

Vengono definite capacità “potenziali” perché sono un modo di essere dell’individuo, sono una capacità individuale di reagire positivamente e in modo praticamente imprevedibile: “senza alcun preconcetto quanto ai …limiti” delle capacità potenziali….

L’essenza della concezione ebraica e greca dell’uomo (poneva l’accento) sulla personalità umana dotata di capacità potenziali illimitate, …( considerando) positivo il fatto che gli sviluppi della personalità umana sono imprevedibili…” (DOLL R. C., L’istruzione individualizzata, La Nuova Italia, Firenze, 1969, pp. XI, 19, 21) .

I figli di donna non nascono principi o galeotti.

Lo diventano.

Lo diventano attraverso l’educazione che a loro viene offerta o non viene offerta.

Nemmeno la Medicina è importante quanto l’Educazione.

La Medicina garantisce la vita animale.

L’Educazione garantisce la vita umana.

Il figlio di donna diventa uomo solo attraverso l’educazione!

Scrive Kant che <<La bestia è già resa perfetta dall’istinto… L’uomo invece… non possiede un istinto e deve quindi formulare da sé il piano del proprio modo di agire… La specie umana deve esprimere con le sue forze e da se stessa le doti proprie dell’umanità. Una generazione educa l’altra… L’uomo può diventare tale solo con l’educazione>> (http://www.edscuola.it/archivio/didattica/formazione_umana.pdf).

Le donne non partoriscono uomini.

Ma candidati alla condizione umana.

Uomini si diventa solo attraverso l’educazione.

Se si vuole che i figli di donna non restino allo stato animale ma diventino uomini, occorre educarli.

È l’educazione che fa divenire uomini.

È compito della scuola garantire il successo formativo di ogni figlio di donna.

Non esistono scuole buone e scuole cattive.

Scuole sono solo le istituzioni che garantiscono il successo formativo di ogni giovane che le frequenta.

Le istituzioni che non garantiscono il successo formativo a tutti i giovani che le frequentano non sono scuole.

E, come tali, vanno chiuse.

Vanno chiuse, per impedire la mortalità scolastica.

Vanno chiuse, per impedire che in esse i figli di donna non diventino uomini.

Vanno chiuse, per impedire la morte dei figli di donna.

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La vana ricerca del consenso

La vana ricerca del consenso

di Stefano Stefanel

In una evidente e a tratti imbarazzata continuità governativa spicca il cambio totale dei vertici del Miur accompagnato immediatamente dal pressing dei sindacati che si è sommato al costante rumore di fondo delle varie sigle e siglette da sempre ostili a qualsiasi riforma non restaurativa della scuola, che, pur non avendo raccolto le firme necessarie per il referendum sulla 107, sono convintE di aver vinto quello del 4 dicembre, quasi che i voti dei grillini, dei fascisti, dei leghisti e delle varie destre coalizzate contro Renzi fossero il solito accidente della storia.

Serpeggia l’idea che smontando la legge 107/2015 pezzo per pezzo si recupererà il consenso perduto nel mondo scolastico, quasi che l’abbandono di ogni riformismo sia di per se una riforma. Una cosa i sindacati e i referendari di estrema sinistra possono rimpiangere: non aver collegato la raccolta di firma contro la 107 al referendum costituzionale e a quello sul Jobs Act spingendo tutta la compagnia di coloro che hanno strenuamente difeso una Costituzione che disprezzano (fascisti, leghisti, 5 Stelle) verso la firma anche per il referendum abrogativo della 107, mettendo in piedi un’ulteriore ordalia referendaria (Jobs Act e 107: un mix infallibile).

Ci sono cose nella legge 107 che i sindacati non possono accettare: ambiti, bonus, chiamata diretta. E per questo hanno alzato subito il tiro per andare al cuore del breve ministero dell’on Fedeli facendo leva sulla sua passata militanza sindacale e per cercare di portare a casa tutto quello che avrebbero voluto portare a casa col referendum che non ha raggiunto il quorum di firme richiesto. La strategia sindacale di lungo respiro è però molto chiara e non prevede alcuna apertura verso il PD: meglio un Governo di destra o di coalizione in modo che il sindacato possa riprendere la sua piena rappresentanza nelle piazze e come soggetto delegato ad ogni trattativa. Per i sindacati non è molto logico ostacolare un Governo di centro sinistra e dunque da un lato hanno forzato contro il Governo Renzi (che di fatto li voleva proprio eliminare), dall’altro sono stati spesso in imbarazzo a scatenare proteste eclatanti verso un Governo con chiare connotazioni progressiste. L’ideale per i sindacati è un bel Govermo di Destra e un bel Partito di sinistra (sinistra PD ex SEL, Landini, Boldrini, ecc.), forte ma non governativo, da appoggiare in difesa comunque di un sistema che non c’è più, ma che comunque produce effetti positivi per i gli iscritti.

L’interesse del PD e del Governo in questa fase, invece, non dovrebbe essere quello di accordarsi con sindacati che comunque l’idea “maggioritaria” del PD (sia quella di Veltroni, sia quella di Franceschini, sia quella di Renzi) non la sposeranno mai. A me sembra molto evidente che scoperchiare oggi la 107 significa riaprire dibattiti che nelle scuole non ci sono più e non aumentare il consenso neppure di un voto. Stime pubbliche hanno detto che il 53% dei docenti ha votato Sì al referendum: possono essere stime in eccesso o in difetto, non è importante. Quello che è importante è che il clima di contrasto sperato dai sindacati e dalle forze “scolastiche” di sinistra nelle scuole non c’è e la 107 non sta producendo alcun cataclisma per il semplice motivo che anche un cieco vede che nella scuola ci sono più soldi, più insegnanti, più opportunità, più crescita.

Solo un apprendista stregone può oggi pensare che eliminando la 107 per via contrattuale si recuperi del consenso che forse realmente non c’è mai stato: i Sindacati nella scuola in questo momento non sono molto più popolari del Governo e le idee sui dirigenti e sul sistema di governo delle scuole introdotto dalla 107 (RAV, PDM, PTOF) incuriosisce molto e indigna per niente.

Io credo che il meccanismo vincente sarebbe quello di rallentare dove possibile lasciando intatto quello che è già stato avviato. La sentenza della Corte costituzionale sul bonus premiante è significativa, ma è anche significativo che sul bonus premiante non sia successo nulla e che i dirigenti scolastici nel complesso, benché si fosse al primo anno di applicazione della norma, abbiano fatto comunque il loro dovere, con anche errori e con l’introduzione di meccanismi spesso cervellotici, ma in una logica di analisi reale del merito e di attenzione alle dinamiche delle scuole e degli insegnanti. Perché i sindacati non fanno un sondaggio/referendum nelle scuole per verificare se i docenti preferiscono che il bonus premiante sia contrattato o se preferiscono che venga attribuito dal dirigente scolastico seguendo i criteri del comitato? Sarei curioso di vedere cosa ne verrebbe fuori.

Il Miur sta lavorando alacremente ad applicare la 107: ogni giorno arrivano nuove proposte progettuali e nuovi finanziamenti. L’alternanza scuola lavoro funziona bene e mostra una scuola viva e progettuale, si lavora a Piano Triennali dell’Offerta Formativa realistici e l’organico dell’autonomia permette cose che fino all’anno scorso non si potevano fare. Se politicamente l’attuazione delle deleghe è ritenuta rischiosa per potenziali nuove polemiche e nuova perdita di consenso le si facciano decadere, ma nel silenzio, senza proclami e senza false scuse.

Io credo che la legge 107 come tutte le leggi importanti abbia bisogno di tempo e non lo abbia avuto. Sempre quando si innesca una crescita vertiginosa molte cose non funzionano, ma poi nel medio periodo si fanno i conti in modo più chiaro. Io spero che il Miur si calmi e non muova nulla, tanto il consenso degli esagitati ostili a tutto, che non sono riusciti a raccogliere le firme e che si vantano di aver vinto un referendum che invece è stato stravinto da Destra e 5 Stelle, non tornerà mai più. E’ poi necessario non scambiare l’oggettiva forza sociale dei sindacati con un vero consenso spostabile sul PD e sul Governo, cosa che i sindacati non hanno alcun vantaggio, interesse o intenzione di fare. Anche perché Renzi i sindacati li voleva proprio eliminare e gli epigoni al Governo guidati da Gentiloni sono sempre gli stessi che quell’operazione hanno appoggiato. La 107 non è perfetta, ma così fa male solo ai sindacati. Eliminarla pezzo per pezzo può far male a molti e non portare neppure un voto in più.

La sterzata della Fedeli!

La sterzata della Fedeli!

di Maurizio Tiriticco

“Una sterzata radicale”: così Gian Antonio Stella sul Corriere di oggi 31 dicembre definisce la politica della ministra Fedeli. E non posso non essere d’accordo, io che levai molte critiche quando alla Fedeli venne affidato un incarico che, a mio giudizio, era ed è uno dei più rischiosi e dei più difficili da affrontare: il governo del Sistema educativo nazionale di istruzione. E scrissi due articoli molto critici: “Ancora un ministro a cui occorrerà insegnare tutto” e “Un ministro dell’Istruzione molto sui generis”. Articoli che forse sono stati troppo tempestivi, forse giustificati dal fatto della “laurea non laurea”, o dalla “teoria del gender” o dalla “nessuna esperienza di scuola” della neoministra. Mi chiedevo: era forse sufficiente la lunga esperienza sindacale a darmi/darci qualche sicurezza? Un interrogativo, quindi, per certi versi anche giustificato.

In seguito, il fatto che io sia stato, giorno dopo giorno, smentito, mi ha dato un grande piacere. Già mi stupirono positivamente gli esiti degli incontri della Ministra con i sindacati, nei quali ha sempre assunto un atteggiamento di grande ascolto e di molte domande: cosa inconsueta, in genere, per un ministro, il cui atteggiamento in genere è sempre quello del “sottuttoio”! E poi, ciò che più conta sono i provvedimenti che in pochi giorni la Fedeli ha preso e che stanno rovesciando come un calzino uno ad uno quei funesti commi dell’articolo uno della legge 107, una delle leggi più punitive della scuola e dei suoi insegnanti. In effetti, la 107 è una legge che apriva ad una vera e propria privatizzazione del sistema scolastico pubblico, creando situazioni in cui si sarebbero create “per legge” scuole di serie A e scuole serie B (e l’ho scritto più volte): il dirigente che chiama chi vuole lui; l’insegnante che deve “farsi bello” verso l'”autorità”, più che far valere i titoli acquisiti… ma non al dirigente, al sociale! Solo per citare i pericoli più evidenti legittimati, per altro, proprio dalla 107!

Non replico le iniziative assunte dalla Fedeli in pochi giorni, volte a risanare le situazioni assurde che la 107 legittima o legittimerebbe. Comunque, svuotare o sforbiciare le indicazioni più pericolose della 107 è stata ed è una bella cosa! Avremo più in là, ben oltre il mese di gennaio, i nove decreti delegati, con i quali si potranno ammorbidire le disposizioni più pericolose della 107. La Fedeli ha assunto una iniziativa politica di lungo respiro e con finalità ben precise. E di questo i sindacati hanno preso atto: forse perché, in effetti, al tavolo hanno trovato di fronte una di loro! E ciò ci incoraggia per quanto avverrà nella scuola nell’anno 2017! Comunque, tanti saluti alla Professoressa ordinaria di Glottologia e Linguistica e Rettora dell’Università per stranieri di Perugia. Due culture a confronto: una che viene dal mondo del lavoro e dalle lotte sindacali: l’altra che viene dal mondo della ricerca finalizzata alla carriera, con tutto il rispetto che si deve alla ricerca… quella vera! E sto pensando al nostro compianto Umberto Veronesi! Grande ricercatore e attore!