Anno nuovo, stipendio amaro

da ItaliaOggi

Anno nuovo, stipendio amaro

Tagliati 150 euro al mese a chi è scattato nel 2012

Alessandra Ricciardi

~~Anno nuovo amaro per i docenti della scuola. Almeno quelli che hanno avuto un aumento di stipendio in base ai requisiti degli scatti di anzianità maturati nel 2012 e andati in pagamento nel 2013: avranno una decurtazione in busta paga di 150 euro al mese fino al recupero dell’incremento non dovuto.

Il ministero dell’economia non ha perso tempo (c’è una trattativa in corso tra dicastero dell’istruzione e sindacati per il recupero dell’annualità e una direttiva è attesa all’Aran) e, alla luce di quanto prevede il dpr del 4 settembre scorso, ha dato disposizioni agli uffici territoriali perché da gennaio, con il primo stipendio utile del nuovo anno, si proceda a recuperare le somme non spettanti. La nota è del 27 dicembre scorso e la reazione dei sindacati non si è fatta attendere. «Non è ammissibile che si intervenga a recuperare quote di salario già erogate, e ancor di più che lo si faccia mentre è in fase di avvio la trattativa proprio per il recupero di validità del 2012 ai fini delle progressioni di anzianità. Chiediamo al Governo di sospendere ogni procedura di recupero», tuona la Cisl scuola. «Siamo pronti a dare battaglia», rincarano Flc-Cgil e Uil scuola, «quei soldi non si toccano».

La nota del dicastero di via Nazionale ha per oggetto l’applicazione del dpr n. 122 del 4 settembre 2013, che ha prorogato il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per tutti i pubblici dipendenti. Il blocco nella scuola si traduce nella sterilizzazione anche degli anni di servizio, che fino allo scorso anno i sindacati sono riusciti a salvare utilizzando quota parte dei risparmi di spesa della riforma Gelmini, in aggiunta a fondi del finanziamento degli stessi istituti scolastici.

Il messaggio che si ritroveranno in cedolino i docenti interessati al recupero sarà del seguente tenore: «Si comunica che, in applicazione del dpr 122/2013, art. 1, comma 1, che proroga fino al 31 dicembre 2013 l’art. 9, comma 23, D.L. 78/2010, relativo al blocco degli automatismi stipendiali per il personale del Comparto Scuola, è stato accertato un credito erariale di ………. imponibile fiscale (al netto delle ritenute previdenziali) con recupero a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014 con rate mensili di 150,00 lorde fino a concorrenza del debito. Si precisa che il recupero applicato sullo stipendio lordo determina contestualmente l’applicazione di un importo IRPEF più basso». Ma chi sono i destinatari della misura? «Il personale già oggetto di applicazione, su rata aprile 2013, del Ccnl e per il quale non risultassero, successivamente a tale rata, interventi di ricostruzione di carriera da parte di codesti Uffici responsabili del trattamento economico. Si precisa, inoltre, che l’intervento ha interessato anche il personale immesso in ruolo nell’anno 2013, purché l’immissione in ruolo da parte di codesti Uffici non sia stata effettuata in data successiva al 25 ottobre 2013, data di pubblicazione sulla G.U. del D.P.R. in oggetto. Per il personale che prima dell’applicazione risultava con maturazione della progressione economica nel corso dell’anno 2013 sono stati accertati crediti erariali che verranno recuperati con rate di importo fisso lordo di 150 euro». Insomma coloro che perdono lo scatto sono quelli che non sono rientrati nell’accordo sottoscritto tra Aran e sindacati per il recupero dell’anno 2011 e che hanno avuto il pagamento dell’aumento fino all’entrata in vigore del dpr. Questione di mesi. E di conti.

1° gennaio: giornata della pace

da Tecnica della Scuola

1° gennaio: giornata della pace
di Giovanni Sicali
Per Papa Francesco, attento al sociale, la cultura dell’attenzione alle fasce più deboli è la premessa alla pace mondiale. Il vero fondamento e la via per la pace si chiama fraternità e va riscoperta: in famiglia, nell’economia e nel rapporto tra i popoli.  E’ quanto sottolinea Papa Francesco nel suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, firmato l’8 dicembre 2013. Tema del documento è “Fraternità, fondamento e via per la pace”
Architrave del documento pontificio è la fraternità, dimensione essenziale dell’uomo, senza la quale, diventa impossibile la costruzione di una società giusta e di una pace solida e duratura. Il Papa sottolinea, dunque, che tale vocazione alla fraternità è oggi spesso contrastata dalla globalizzazione dell’indifferenza che ci fa lentamente abituare alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi. Francesco cita la Populorum Progessio di Paolo VI e la Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II per ribadire che non soltanto le persone, ma anche le nazioni debbono incontrarsi in uno spirito di fraternità e aggiunge che la pace è un bene indivisibile. O è bene di tutti o non lo è di nessuno. La fraternità, è la via maestra anche per sconfiggere la povertà. Al tempo stesso, è il suo auspicio, servono anche politiche efficaci che promuovono il principio della fraternità assicurando alle persone di accedere ai capitali e alle risorse. Così come si ravvisa la necessità di politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito. Il Papa si sofferma sull’attuale crisi economico-finanziaria e sottolinea che il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. Anzi, la crisi odierna può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza. L’uomo, ribadisce, è capace di qualcosa in più rispetto alla massimizzazione del proprio interesse individuale. Papa Francesco denuncia dunque con forza la corruzione e il crimine organizzato. Una comunità politica, è il suo monito, deve agire in modo trasparente e responsabile per generare la pace sociale. I cittadini, ammonisce, devono sentirsi rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà”. Invece, constata, spesso tra cittadino e istituzioni, si incuneano interessi di parte che deformano una tale relazione, propiziando la creazione di un clima perenne di conflitto. Papa Francesco non manca di denunciare l’egoismo che si sviluppa socialmente sia nelle molte forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse, sia nella formazione delle organizzazioni criminali, dai piccoli gruppi a quelli organizzati su scala globale. Queste organizzazioni, offendono gravemente Dio, nuocciono ai fratelli e danneggiano il creato, tanto più quando hanno connotazioni religiose. L’ultimo paragrafo del Messaggio è dedicato alla custodia della natura. Anche qui, afferma, serve la fraternità perché “siamo spesso guidati dall’avidità, dalla superbia del dominare e non consideriamo la natura come un dono gratuito da mettere a servizio dei fratelli. Il Papa rinnova dunque l’appello contro lo scandalo della fame nel mondo. E’ un dovere cogente, scrive il Papa, che si utilizzino le risorse della terra in modo che tutti siano liberi dalla fame. Scrive Papa Francesco: “La fraternità spegne la guerra. Nell’anno trascorso, molti nostri fratelli e sorelle hanno continuato a vivere l’esperienza dilaniante della guerra, che costituisce una grave e profonda ferita inferta alla fraternità. Molti sono i conflitti che si consumano nell’indifferenza generale. (…) La Chiesa alza la sua voce per far giungere ai responsabili il grido di dolore di quest’umanità sofferente e per far cessare, insieme alle ostilità, ogni sopruso e violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Per questo motivo desidero rivolgere un forte appello a quanti con le armi seminano violenza e morte: riscoprite in colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e fermate la vostra mano! Rinunciate alla via delle armi e andate incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi! (…) Non possiamo però non constatare che gli accordi internazionali e le leggi nazionali, pur essendo necessari ed altamente auspicabili, non sono sufficienti da soli a porre l’umanità al riparo dal rischio dei conflitti armati. È necessaria una conversione dei cuori che permetta a ciascuno di riconoscere nell’altro un fratello di cui prendersi cura, con il quale lavorare insieme per costruire una vita in pienezza per tutti. È questo lo spirito che anima molte delle iniziative della società civile, incluse le organizzazioni religiose, in favore della pace”.

CUB: scippo degli scatti di anzianità e sciopero generale entro gennaio

da Tecnica della Scuola

CUB: scippo degli scatti di anzianità e sciopero generale entro gennaio
di P.A.
“Il Mef prosegue nella pratica dello scippo delle retribuzioni dei lavoratori della scuola. 
La CUB Scuola Università Ricerca decide di rispondere a questa manovra indecente con la mobilitazione della categoria”
S’alza il primo cartello ufficiale della protesta da parte di un piccolo sindacato, il Cub scuola università e ricerca, che tramite un comunicato annuncia uno sciopero entro gennaio del 2014. Ecco il dono di natale del Mef, dice Cub, “se non fossimo di fronte a comportamenti di una gravità inaudita ci sarebbe da ridere, la stessa amministrazione riconosce il diritto a degli aumenti e poi ne pretende la restituzione con una pratica ai limiti della schizofrenia. 

Si applica ora ai colleghi di ruolo un procedimento analogo a quello applicato l’anno scorso ai colleghi precari che si sono visti negare il pagamento delle ferie estive con un colpo di mano del governo che ha violato serenamente ogni impegno ed ogni norma”. “La CUB SUR, convinta che la misura è colma, di conseguenza ha avviato le 
procedure per arrivare ad uno sciopero generale dei lavoratori della scuola entro il mese di gennaio. Ai comportamenti inaccettabili del governo risponderemo con l’azione e la mobilitazione”.

Di Meglio (Gilda): vogliono ‘proletizzare’ i docenti, ma ci opporremo con tutte le armi

da Tecnica della Scuola

Di Meglio (Gilda): vogliono ‘proletizzare’ i docenti, ma ci opporremo con tutte le armi
di A.G.
Lo dice il coordinatore nazionale, nel corso di un intervista di fine anno pubblicata su You Tube: all’inizio della carriera i prof guadagnano sulle 1.200 euro. Anche chi lavora in un bar prende di più. Per questo ci siamo attestati in difesa degli scatti di anzianità, che sono parte dello stipendio. L’ipotesi di affidare la loro valutazione ad alunni e genitori non è praticabile. Sul precariato: colpa dell’inerzia dei Governi.
I docenti italiani sono sempre più poveri. Il sindacato intende battersi contro il rischio della ‘proletarizzazione’ della categoria. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, nel corso di un intervista di fine anno pubblicata su You Tube. “Particolarmente grave è l’attacco agli scatti stipendiali degli insegnanti – dice Di Meglio – soprattutto se si pensa che all’inizio della carriera guadagnano sulle 1.200 euro: una retribuzione molto bassa, impoverita ulteriormente dall’inflazione. Anche chi lavora in un bar guadagna di più”. E, francamente, “è difficile sorridere ai propri alunni in queste condizioni, come invece si dovrebbe fare”.
Di Meglio ricorda che “è per questo motivo che ci siamo attestati in difesa degli scatti di anzianità. Che, ricordo, sono una parte della loro retribuzione. Non un qualcosa in più”, da concedere solo in determinate condizioni.
Il sindacalista della Gilda, inoltre, conferma che al pari degli altri sindacati, “che sono d’accordo con noi”, non abbiamo alcuna intenzione “di sederci al tavolo per un solo rinnovo contrattuale. Lotteremo quindi con tutte le armi possibili per tutelare la categoria”, per evitare “forme di schiavizzazione dei dipendenti pubblici”.
A proposito della carriera, il leader della Gilda ricorda che  i dati Ocse hanno dimostrato che “in Europa i docenti italiani” sono posizionati a livello più basso. Il ministro dovrebbe, a tal proposito, premiare anche gli insegnanti quando si rileva il miglioramento delle competenze degli alunni: “si tratta di una precisazione che ritengo doverosa”.
A proposito del “carattere premiale”, cui fa riferimento il Ministero, il sindacalista si pone in modo possibilista. Ma ad alcune condizioni. “Gli insegnanti, come rilevato da un nostra indagine (realizzata dalla Swg e presentata lo scorso settembre a Roma n.d.r.), sono disposti ad essere valutati”. Ma solo partendo dalla base: solo se vi siano valutatori competenti, indipendenti ed esterni alla scuola”. L’idea di far valutare i docenti dagli alunni o dalle famiglie non viene nemmeno presa in considerazione. “La prendo come una battuta”, sottolinea il coordinatore del sindacato autonomo. Ed in ogni caso “siamo disponibili ad essere valutati dagli alunni solo se il sistema sia esteso a tutti: i giudici dagli imputati, gli arbitri dai calciatori. E così via”.
Sulle assunzioni dei precari e la posizione dell’Unione Europea, Di Meglio sottolinea che “oggi quasi un insegnante su cinque entra da precario”. E ancora: “sono anni che predichiamo sulla gravissima” posizione assunta in merito “dai Governi che si sono succeduti”. Nella fattispecie, sull’abuso del precariato. E siamo stati tra i primi a denunciarlo alla Corte Europea”. E speriamo che da parte dei Governi, che negli anni “hanno bloccato il sistema”, vi sia un’inversione di tendenza creando i presupposti anche sul versante normativo a proposito del reclutamento. Bisogna prendere le misure necessarie per porre fine al sistema del precariato”, conclude Di Meglio.

Studenti, nel 2012 hanno lasciato in 758mila

da Tecnica della Scuola

Studenti, nel 2012 hanno lasciato in 758mila
di A.G.
Il preoccupante dato riguarda la fascia di età 18-24 anni e corrisponde al 17,6%. C’è da preoccuparsi: nell’Europa a 15 il tasso di abbandono, nello stesso range anagrafico, non arriva al 14%. Rispetto all’Italia fanno peggio solo Spagna (24,8%) e Portogallo (20,8%). Ma non finisce qui: si riduce dal 79,9% a 76,2%, pure la percentuale di diplomati 19enni. Sempre lo scorso anno sono stati il 37,8% gli under 24 che hanno conseguito al massimo la licenza media. E al sud 1 su 2 è inattivo.
Ancora brutti segnali sul fronte della formazione giovanile. Stavolta giungono dal ‘Rapporto sulla coesione sociale 2013 di Istat, Inps e ministero del Lavoro’, da cui si rileva che nel 2012 hanno abbandonato gli studi 758 mila giovani tra i 18 e i 24 anni. Si tratta del 17,6% della popolazione di quella fascia di età. Ma la percentuale sale fino al 41,3% se si considerano solo gli stranieri. Si tratta di dati davvero preoccupanti. Ancora più se messi a confronto con l’Europa a 15: in questo caso il tasso di abbandono, nello stesso range anagrafico, non arriva al 14%. E rispetto all’Italia fanno peggio solo Spagna (24,8%) e Portogallo (20,8%)..
Ma le brutte notizie non finiscono qui. Si riduce, infatti, dal 79,9% a 76,2%, pure la percentuale di diplomati tra le persone di 19 anni. E nel 2012 sono stati il 37,8% i giovani 18-24enni che hanno conseguito al massimo la licenza media e non hanno, nel contempo, seguito alcun corso di formazione (25,8% nel Mezzogiorno). Fra questi, quasi uno su quattro sta cercando attivamente un lavoro mentre il 38,5% risulta inattivo. Un dato che nel Mezzogiorno “schizza” al 49,1%.
Tra i dati positivi del rapporto annuale ve ne è uno non trascurabile: tra l’anno scolastico 2006-2007 al 2011-2012 il tasso complessivo di partecipazione al sistema di istruzione e formazione è passato dal 93,9% al 99,3%. In tempi di magra come quelli che stiamo vivendo, forse non è un dato così irrilevante. Ma nello stesso tempo non basta di certo per sorridere.

Pagamenti dei supplenti sotto l’albero

da tuttoscuola.com

Pagamenti dei supplenti sotto l’albero

Con avviso prot. n° 9922 del 24.12.2013, il Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur ha reso noto che sono in pagamento i compensi per le supplenze nelle scuole statali.

Si comunica che in data odierna – precisa la nota ministeriale – si è provveduto a caricare su ciascun POS di ciascuna scuola gli importi per i pagamenti su “cedolino unico” delle supplenze brevi e saltuarie dei contratti rilevati alla data del 15.12.2013 per le prestazioni rese a tutto il 31.12.2013.

Con apposita comunicazione si forniranno i dettagli finanziari a ciascuna scuola, che pertanto può procedere agli adempimenti su NoiPA necessari ai relativi pagamenti”.

Domande di pensione entro il 7 febbraio

da tuttoscuola.com

Domande di pensione entro il 7 febbraio

Il Miur ha fissato al 7 febbraio p.v. il termine ultimo per la presentazione delle domande di cessazione dal servizio con conseguente collocamento in pensione dal 1° settembre 2014.

Come di consueto, entro lo stesso termine vanno presentate le eventuali richieste di revoca delle domande di pensione già presentate.

Domande di cessazione dal servizio e revoche delle domande presentate vanno prodotte tramite la procedura web POLIS “istanze on line”.

Le domande di permanenza in servizio da parte di coloro che hanno raggiunto i limiti di età o di anzianità dovranno essere presentate entro il 30 aprile 2014. Per tali situazioni l’accoglimento delle domande è rimesso alla valutazione discrezionale dell’Amministrazione scolastica.

Partono i corsi per 6.400 posti per il sostegno scolastico. Ma è già business

Partono i corsi per 6.400 posti per il sostegno scolastico. Ma è già business

Gianluca Di Matola

da ilmediano.it

Gli atenei arrivano a chiedere fino a 200 euro per un test di accesso. Enna spicca come l’Università più esigente.

Sono finalmente partiti, dopo una non breve attesa, i corsi di specializzazione per diventare insegnanti di sostegno. Con l’arrivo del nuovo anno, quindi, si chiuderanno le selezioni e nella stagione invernale inizieranno una trentina di corsi, sparsi lungo tutto il territorio nazionale. I corsi, infine, si concluderanno entro e non oltre la metà del 2015.

Eppure, così come denunciato dall’associazione sindacale Anief, per entrare a far parte del suddetto percorso, i futuri docenti dovranno versare nelle casse delle Università somme alquanto sostanziose: all’Università di Enna, la ‘Kore’, ad ogni candidato vengono chiesti versamenti che arrivano fino a 3.700 euro. Pure Palermo, però, non si è dimostrata tanto diversa, indicando delle cifre oggettivamente poco popolari: 150 euro per i quiz selettivi e 3.500 per partecipare a lezioni e tirocini.

Sull’argomento, l’Anief si è così espressa: “ancora una volta i docenti della scuola, soprattutto se precari, diventano strumento per fare business, a vantaggio dell’amministrazione organizzatrice. In questo caso degli atenei che, in uno dei periodi più negativi sul fronte dei finanziamenti statali, con l’avallo degli Usr di competenza, trovano il modo di fare entrare nei propri bilanci risorse economiche vive”. Introiti che, a detta dell’Anief: “non possono essere giustificati, come indicato nei bandi accademici, dalla presenza della tassa regionale per il diritto allo studio, dal libretto, dall’assicurazione, dalla marca da bollo e dal contributo per svolgere i tirocini”.

Per di più, stando sempre a quanto affermato da Anief: “Considerando che i posti complessivi che verranno messi a bando per specializzarsi sul sostegno, in base al decreto ministeriale 706/13, sono 6.398 (1.285 riguardano la scuola dell´infanzia, 1.826 la primaria, 1.753 la secondaria di primo grado e 1.534 quella di secondo grado), alle università incaricate dal Miur di organizzare i corsi verrà corrisposta dagli aspiranti docenti di sostegno una cifra complessiva vicina ai 20 milioni di euro (considerando 3.000 euro di spesa a corsista). A questi vanno aggiunti almeno altri 3 milioni derivanti dal “contributo” richiesto ai 20mila candidati (a tenersi “bassi”, stimando il triplo dei candidati rispetto ai posti messi a concorso) che tenteranno di accedere ai corsi attraverso i test: ad ogni aspirante alla frequenza del corso di sostegno viene infatti chiesta una quota di partecipazione che va tra i 75 (Trento) e i 200 euro (‘Luspio’ Roma, Macerata, ‘Carlo Bo’ Urbino e ‘Kore’ Enna). Che non verrà restituita in alcun caso”.

Ed è in questo modo che, davanti ad una prospettiva di lavoro, le università, sfruttando la speranza della gente, hanno pensato bene di alzare il tiro delle richieste, certe che di fronte alla possibilità di essere assunti dallo Stato nessuno si sarebbe opposto.

Incontro con David Conati

Incontro con David Conati

di Mario Coviello

conati1Lo scrittore David Conati, autore del romanzo “ Amici virtua@li “, Raffaello editore, sarà nelle scuole della rete per la promozione della lettura  della provincia di Potenza nei giorni 12,13 e 14 gennaio 2014. A Pescopagano, Rionero,Muro Lucano, Bella, San Fele e Potenza incontrerà gli oltre 300 alunni della scuola media che hanno letto il suo libro.

David Conati autore, compositore e scrivente in genere  katalizzautore e incantAutore (www.davidconati.comprogetti@davidconati.com ), ha lavorato con Tito Schipa Jr, Gino & Michele, Oscar Prudente e Mogol. Collabora come traduttore con le agenzie teatrali D’Arborio e Petruzzi di Roma. Ha scritto più di una settantina di testi teatrali, molti per ragazzi, alcuni dei quali premiati ad importanti festival nazionali, oltre ad aver pubblicato saggi, manuali educativi, canzoni, filastrocche, romanzi, guide didattiche e testi di parascolastica per diversi editori.

Amici virtu@li   racconta  la storia di  Marco, che ha appena traslocato con la sua famiglia, e, grazie ad un video pubblicato in rete da uno sconosciuto, diventa subito popolare. Per i suoi nuovi compagni di scuola egli non è più «invisibile». Ma a volte è meglio essere popolari o essere invisibili? . O è meglio essere come Xorro -nickname utilizzato in Facebook – che, grazie alla sua identità segreta, si sente un supereroe? E i supereroi, fino a che punto  sono disposti a mettere a rischio la loro identità segreta per aiutare un vero amico in difficoltà?

Per conoscerlo meglio gli abbiamo rivolto alcune domande. Ecco le sue risposte.

– Chi è David Conati?

Discreto Autore Versatile Inventore Drammaturgico

Consapevolmente Orienta Nuovi Accostamenti Testuali Insoliti  *(acrostico)

conati2– Vivi molte vite: attore, sceneggiatore,scrittore, formatore, chitarrista…Perché?

In realtà sono tanti diversi aspetti dell’uso del linguaggio, la parola in Azione, la parola raccontata, scritta, cantata e… spiegata. Cerco nelle varie forme di espressione di far capire la “forza” delle parole.

-In quale veste Ti senti maggiormente realizzato?

Ciascuna da sola è parte di un tutto. Parodiando Shakespeare Egli scriverebbe che: una mano non è un piede e un piede non è la testa, così il cuore e i polmoni, ciascuna parte ha una sua funzione e ognuna di loro non è il corpo che le racchiude tutte.

– Quali tuoi spettacoli teatrali ti hanno dato maggiori soddisfazioni ?

Come Carlo Goldoni ho iniziato come “autore di Compagnia” scrivendo per diversi registi, ovvero aiutandoli a mettere su “carta” delle loro idee, per questo ho coniato il termine “katalizzautore” (ovvero enzima scrivente). Nella veste di autore i testi che mi hanno dato maggiori soddisfazioni come numero di rappresentazioni e apprezzamento del pubblico sono le farse contemporanee, ovvero quei testi che raccontano in modo ironico situazioni reali e paradossali del nostro vivere quotidiano (Vicini di casa, Indovina chi sviene a cena, Tu la conosci Giulia? Sono alcuni dei titoli più rappresentati); Nella veste di autore/interprete sta riscuotendo molto successo una riduzione per ragazzi dell’Odissea che sto portando in tour insieme a un fumettista, per cui in scena vengono utilizzati diversi linguaggi, parola, canzone e disegno, una contaminazione molto efficace.

conati3– Dopo una serie di libri nei quali hai proposto alle scuole animazioni teatrali hai pubblicato il tuo primo romanzo nel 2012 con la casa editrice  Raffaello, ” Amici virtu@li“che ha avuto un grande successo nelle nostre scuole. Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro…?

Scrivere per il teatro è un altro modo di scrivere e raccontare storie, che sempre e comunque storie sono. Prima di arrivare ad Amici virtu@li ho scritto anche riduzioni di classici come O.D.I.S.S.E.A. ad esempio… Scritture e riscritture che mi hanno portato a tenere laboratori di narrazione in molte scuole d’Italia.

Laboratori nel corso dei quali inevitabilmente la prima domanda che porgo ai ragazzi è: ma a voi piace leggere? (è un passaggio inevitabile per chi vuole scrivere, è un po’ come pretendere di partecipare alla maratona di New York senza aver mai corso nemmeno un metro o pretendere di suonare uno strumento senza aver mai fatto un po’ di pratica). Visto che ai ragazzi non piace leggere ho chiesto loro il motivo: la maggior parte delle risposte che mi hanno dato i “non lettori” riguardava il fatto che i libri che vengono proposti loro raccontano storie “vecchie”, che non li coinvolgono e sono scritte in modo “antico”. Allora ho chiesto al mio campione di ragazzi che mi fornissero spunti per scrivere una storia che li avrebbe potuti interessare. L’argomento che attualmente “intriga” e coinvolge di più gli adolescenti è proprio l’uso delle moderne tecnologie di comunicazione… E visto che per lavoro ne faccio un grande uso non dico che sono un esperto ma sono in grado di scriverne… Quindi “Amici virtu@li” è un libro pensato per i ragazzi ai quali non piace leggere…

conati4– ” Amici virtu@li “ parla di amicizia vera e virtuale. Che cosa è per Te l’amicizia?

Amicizia è un sentimento che lega in modo molto forte e intimo le persone. Persone che si conoscono nel profondo e delle quali si riesce ad apprezzare i pregi e anche i difetti. Quindi per essere tale richiede una frequentazione piuttosto intensa e importante. In rete la parola viene usata con enorme facilità, forse abusata…

– In ” Amici virtu@li “ affronti il tema dell’uso dei social network e sottolinei la necessità di vivere una vita vera e non quella virtuale attraverso i media. Quale è il tuo rapporto con i media?  Come li usi ?

Trattandosi di media li uso come mezzo di comunicazione… Tipo ufficio stampa… (e spesso ne abuso…)

– Quali consigli senti di dare ai genitori e docenti sull’uso dei social network?

Importante non partire prevenuti con l’atteggiamento di chi fa la caccia alle streghe, ma imparare ad usarli in modo consapevole.  Imparare per non farsi condizionare, scoprirne le potenzialità e usarle consapevolmente

– E ai ragazzi ?

Idem. Okkio che non avete tra le mani un giocattolo ma un mezzo di comunicazione potentissimo che mette in piazza tutto quello che ci scrivete. È come essere editori di un giornale on-line su se stessi. In rete la privacy non esiste!

” Amici virtuali “ racconta una classe, i rapporti di amicizia..Quali sono i tuoi ricordi di scuola. Come eri come scolaro…?

Piuttosto vivace e irrequieto.

Studioso..

Sì (ma nella giusta  misura. Gli eccessi non vanno mai bene…)

Quali materie ti piacevano..?

Storia, geografia, italiano e Epica soprattutto.

Hai avuto la fortuna di incontrare docenti appassionati che Ti hanno aiutato a scegliere la tua strada..?

Sì, anche se l’ho scoperto anni dopo. Soprattutto alle elementari. Alle scuole medie ho avuto un’insegnante di lettere molto severa che allora non apprezzavo ma che è stata una guida precisa e capace.

– Con i tuoi laboratori di scrittura creativa e di animazione teatrale trascorri molto tempo nelle scuole. Come sono, secondo Te i ragazzi di oggi?

Confusi. Molto confusi dai troppi stimoli che non riescono a gestire… E poco abituati ad esporsi in pubblico, farsi capire e farsi sentire. La tecnologia non li aiuta se alla base manca la capacità di farlo…

Come sono gli adolescenti italiani?

Meravigliosi (anche se leggono poco, ascoltano poca musica e non vanno quasi mai a teatro).

C’è differenza tra maschi e femmine?

Ovviamente. Per interessi e grado di maturazione.

Di cosa vivono, in cosa credono..?

Cercano di sopravvivere in un mare di stimoli e informazioni nel quale naufragano e cercano di navigare a vista, e non tutti ci riescono. Molti seguono con interesse diverse attività (forse troppe) e trascorrono la loro età in modo così frenetico che praticamente non la  vivono… non tutti sia chiaro, ma molti sì.

In che modo riesci a coinvolgerli, ad interessarli, appassionarli..?

Cerco di utilizzare tutti i linguaggi possibili per carpire la loro attenzione, giocando molto sull’ironia e ritmo e soprattutto ascoltandoli… perché spesso, come cantava Carboni: “i professori non chiedevano mai se eravamo felici”… E se li si interroga sul loro “vissuto” si mettono in gioco e partecipano quasi sempre totalmente.

E i più piccoli, se hai lavorato con loro, come sono…?

Fantastici, curiosi e ancora capaci di mettersi in gioco e sperimentare.

Scrivere a cosa serve..?

Fissare le idee, rivivere le situazioni, mantenere viva la memoria, tramandare, capire. Soprattutto capire. (vale sempre la regola che una storia che non si scrive è una storia che non è mai stata vissuta, perché se ne perde traccia). Raccontare per far sapere…

conati5Cosa significa scrivere per Te..?

Oltre ai concetti esposti in precedenza, giocare con i linguaggi e con le parole.

– I docenti che hai incontrato come sono..?

Ne ho incontrati di eccezionali, strenui difensori della lotta alla desertificazione mentale che sta impoverendo tutta la Nazione. Coraggiosi anche, nonostante tutto…

Di cosa ha bisogno, secondo Te la scuola pubblica italiana per fare meglio il suo lavoro?

Di meno inquadramento nei “programmi” e più spazio alla lettura e alla sperimentazione. Di più spazio e progetti per salvaguardare e scoprire le memorie locali (che sono la ricchezza della Penisola)… Però girando per lo Stivale vedo che molto si sta facendo grazie all’iniziativa spontanea e gratuita di molti docenti, come nel Vostro caso… E questo salva la Scuola.

Enrico Maria Salerno, Eutanasia di un amore

Essenziale commento al film fatato :”Eutanasia di un amore” – di Gianfranco Purpi –

…Il film in questione  …può far comprendere,riflettendoci sopra e transferialmente,…la passione verace e la dialettica esistenziale più analitica…di quando ci si ama nel modo più totale e assoluto…eppure si hanno due diverse concezioni della vita,del mondo,dell’Umano,della Libertà,della Socialità e della Psicologia fenomenologica e trascendentale della Conoscenza ,…e di ogni variabile dell’Antropologia storicistica ed esperenziale;…e si finisce inevitabilmente per far “scoppiare” due anime vere amanti fino alla morte …in quanto simbiosi implosiva,…uccidendo o quasi lo stesso amore ed ogni suo “frutto”,…a prescindere da chi accetta o meno di condividere felicitante la Generatività e il Fondamento della vita di Coppia …e della Prole che ne sortisce o ne potrebbe sortire…
…E il Principio della Filosofia di questo Cinema d’autore …è comunque universalmente valoriale e sintetizzabile metaforicamente …entro queste asserzioni tratte dai dialoghi massimamente pregnanti dei protagonisti in questione:
…”””…(…)…L’amore è sempre conoscenza di se,dell’alter e di tutto il resto!
…La gelosia è un sentimento possessivo…e che fa meno compassione perchè rende ridicoli…o forse solo innamorati!…
…Non credevo che fa soffrire tanto…
…L’uomo dovrebbe essere consapevolezza della materia e invece ne resta imprigionato…
…E’  possesso …l’amore della madre … ed è per questo che un figlio viene alla luce soffrendo…come tutti gli esseri viventi…
….Egoismo è l’affetto della famiglia , …e il giovane deve ribellarsi soffrendo;… è gioia il rapporto d’amore,… ma ogni uomo ha la sensazione di ridurlo ad un’esclusiva …e naturalmente soffre se gli manca…
…Vivere è invece spezzare la prigionia del possesso affettivo,…crescere nella consapevolezza;… creare felicità;…tutte le altre forme di esistenza sono subumane;…l’amore , al contrario , … è come la poesia …o è amore o non esiste! “””…
… Il film è stato girato quasi tutto a Firenze,con protagonisti un Toni Musante ed una Ornella Muti strepitosi e forse nella loro interpretazione più coinvolgente,nel 1978,…per la fatata e da tesoreggiare geniale Regia di Enrico Maria Salerno !

Gianfranco Purpi

http://www.cineblog01.net/eutanasia-di-un-amore-1978/

Libri ed Articoli

LIBRI di Umberto Tenuta

  1. 1.    UMBERTO TENUTA, Il Piano dell’offerta formativa ¾ Moduli e unità didattiche – La programmazione nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2001, con CD-ROM;
  2. 2.    UMBERTO TENUTA, La flessibilità nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2002;
  3. 3.    UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità nell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998;
  4. 4.    UMBERTO TENUTA, I numeri in colore, LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illu­strato a colori, 1994;
  5. 5.    UMBERTO TENUTA, L’ambito matematico-scientifico, in: FIORIN I. (a cura di), L’innovazione nella scuola elementare, La Scuola, Brescia, 1994;
  6. 6.    UMBERTO TENUTA, Itinerari di Logica Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA, 1992, ill., pp. 344;
  7. 7.    UMBERTO TENUTA, Itinerari aritmetici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp. 256;
  8. 8.    UMBERTO TENUTA, Itinerari geometrici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp. 244;
  9. 9.    UMBERTO TENUTA, Educazione matematica, in: AA.VV., 85-Nuovi Programmi, Fratelli Conte, Napoli, 1985 e 1986;

10.UMBERTO TENUTA, Tecnologie  nei processi di apprendimento per alunni in situazione di handicap, in BALDI M., I QUADERNI INTERMEDIA NUMERO 1, Cava dei Tirreni, 2001;

11.UMBERTO TENUTA., Le finalità formative da perseguire attraverso le tecnologie multimediali, in STIO R., L’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica, PROVVEDITORATO STUDI, SALERNO, 2001;

12.UMBERTO TENUTA L’attività educativa e didattica nella scuola elementare – Come organizzare l’ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989.

2−ARTICOLI di umberto tenuta
pubblicati nella rubrica PSICOSOCIOPEDAGOGIA&METODOLOGIADIDATTICA
della rivista        EDUCAZION&SCUOLA
http:/www.edscuola.it/dida.html

  1. Le finalità formative della personalità
  2. Riforma Scuola e Successo formativo
  3. Aggiornamento: Essere o non essere docente
  4. Superdotati, Ipodotati e Normali: quale Scuola?
  5. Personalizzazione formativa per tutti gli alunni
  6. Compiti a casa
  7. Una Scuola per gli Studenti
  8. PON e aggiornamento dei docenti
  9. Leggere, quale gioia!
  10. Raccomandazioni Pedagogico-Didattiche
  11. Metacognizione metodologico-didattica
  12. Primo Impegno del Docente
  13. Programmare
  14. Imparare ed Insegnare
  15. Immagini e Concetti
  16. La Metafora della Macchina Fotografica
  17. Antologia
  18. Docente Vagabondo
  19. Vagabondo ma non Errabondo
  20. Itinerari Didattici: La Misura
  21. Lezione Frontale o Ricerca?
  22. Storia
  23. Addizione – Parte Prima
  24. Addizione – Parte Seconda
  25. Addizione – Parte Terza
  26. Sottrazione – Parte Prima
  27. Rettangolo
  28. Unità Didattiche in Rete
  29. Moduli e Unità Didattiche in Rete
  30. Alunno che apprende
  31. Amore della Lettura
  32. Andare a zonzo
  33. Appassionare la Classe
  34. Apprendimento del Leggere e dello Scrivere
  35. Atteggiamenti Capacità Conoscenze
  36. Aule Multimediali
  37. Autonomia Essenziale
  38. Bisogno di Autorealizzazione
  39. Colori a Tempera
  40. Conoscenze Capacità Atteggiamenti
  41. Costruzione di Triangoli
  42. Decalogo Didattico
  43. Decalogo Esami
  44. Decalogo Scuola Autonomia
  45. Didattica e Autonomia
  46. Didattica: Cuore dell’Autonomia
  47. Diritti degli Alunni
  48. Docente Pedagogo
  49. Educare o Istruire
  50. Feste di Fine Anno
  51. Formazione
  52. Fotografie a colori dei nostri alunni
  53.  Genitori e Scuola
  54. Gioia di Imparare
  55. Gioia di imparare / Gioia di insegnare
  56. Gioia e Gusto di Imparare
  57. Imparare a Programmare
  58. Imparare è Inventare
  59. Itinerari di Apprendimento
  60. Learning by Doing
  61. Matematica: come superare il gap
  62. Materiale Didattico
  63. Obbligo e Gioia di Imparare
  64. Obbligo Scolastico e di Apprendimento
  65. Obiettivi Formativi da Raggiungere
  66. Obiettivi Formativi e Competenze
  67. Obiettivi Specifici di Apprendimento
  68. Obiettivi: come districarsi?
  69. PC & Didattica
  70. PC in Aula
  71. PC per…
  72. Per non Bocciare
  73. Poesia a Scuola
  74. POF: Obiettivi e Competenze
  75. Principi Metodologico-Didattici
  76. Problemi Matematici
  77. Promuovere o Bocciare?
  78. Rana di Negroponte
  79. Recupero Sostegno Approfondimento
  80. Sentieri, Rotte e Stelle Polari
  81. Sistema Educativo di Informazione e Educazione
  82. Sostegno e Recupero
  83. Tangram
  84. Tecnologie Multimediali
  85. Tecnologie Multimediali e Didattica
  86. Tecnologie Multimediali per Apprendere
  87. Utilizzazione Didattica dell’Abaco
  88. Valutazione Selettiva o Formativa
  89. Insegnare o promuovere l’apprendimento?
  90. Scuola Nuova
  91. Matelandia Paganese
  92. Bussola
  93. Divisione Canadese
  94. Eurocentesimi
  95. Gioia Tavola Pitagorica
  96. Incolonnamento
  97. Probabilità
  98. Ricerca ed Internet
  99. Ricerca Modello
  100. Scrittura Posizionale dei Numeri
  101. Unità Didattiche su Internet
  102. Calcolatore lineare
  103. Blocchi logici
  104. Come si costruisce
  105. Abaco
  106. Bilancia Matematica Virtuale
  107. Logo
  108. Logo Multimediale
  109. Regioni d’Italia
  110. Abilità relazionali e comunicative
  111. Accoglienza Disabili
  112. Approccio all’Euro
  113. Continuità educativa
  114. Educazione alla Salute
  115. Educazione alla Salute Progettazione
  116. Individualizzazione dell’Insegnamento
  117. Integrazione Alunni H
  118. Nuove Tecnologie e Offerta Formativa
  119. Nuovo Curricolo Scuola di Base
  120. Orientamenti ’91: Spazio Ordine Misura
  121. Orientamento
  122. Psicopedagogia empiristica
  123. Programmazione Didattica Modulare
  124. Ruolo Docente nella Scuola dell’Autonomia
  125. Scuola Autonomia e Successo Formativo
  126. Tecnologie Multimediali: Finalità Formative
  127. Accoglienza del Bambino Disabile nella Scuola
  128. Ancora Programmi?
  129. Aggiornamento
  130. Autonomia: dai discorsi alla realizzazione
  131. Bisogni Formativi dei Docenti
  132. Blocco della Riforma dei Cicli
  133. Bush e la Riforma
  134. Cantiere Autonomia
  135. Campo di Battaglia
  136. Cinque anni non e’ un problema
  137. Decalogo per un ministro dell’Istruzione
  138. Dopo il Piano dell’offerta formativa
  139. Ed ora che cosa cambia?
  140. Educazione Sessuale
  141. Essenziale
  142. Fare Scuola Bene
  143. Fine Anno – Inizio Anno
  144. Flessibilità Flessibile
  145. Funzioni Obiettivo
  146. Funzioni Obiettivo: Docenti e Dirigenti
  147. Handicap e svantaggio socioculturale
  148. Individualizzazione dell’Insegnamento
  149. Individuazione e Assegnazione delle Funzioni Obiettivo
  150. Inflazione della didattica
  151. Ingorgo di Riforme
  152. Integrazione delle attività integrative
  153. Integrazione Portatori Handicap: Documento ‘Falcucci’ (1975)
  154. Moduli Didattici e Unità Didattiche
  155. Monitoraggio dei Monitoraggi
  156. Non basta un Cd-Rom
  157. Obiettivi Formativi
  158. Onda anomala e Ritmi di Apprendimento
  159. Parità, Qualità, Centralità degli Studenti
  160. Piano dell’offerta formativa
  161. POF in CD-ROM
  162. Precarietà didattica
  163. Rapporto Bertagna 1
  164. Rapporto Bertagna 2
  165. Rapporto Bertagna 3
  166. Rete per l’Aggiornamento
  167. Riforma della Riforma
  168. Riforma dentro le aule
  169. Riforma più Urgente
  170. Riforma Moratti 1
  171. Schema per l’Elaborazione del POF
  172. Scuola per star bene
  173. Scuola su Misura di Tutti
  174. Sperimentare l’Autonomia
  175. Starnet: una rete di star
  176. Atleta del Cuore
  177. Elementi di Didattica della Matematica
  178. Iniziative di Aggiornamento
  179. Principi Educazione Matematica
  180. Siate Felici!
  181. Siete Infelici
  182. Studiare fa Male
  183. Tormento Matematico
  184. Tre cose serie
  185. Prima cosa seria
  186. Ultimo Giorno di Scuola
  187. Vera Riforma
  188. Alcune Proposte di Modifica
  189. Chi non affronta la procedura?
  190. Come migliorare la procedura?
  191. Maggiorazione Retributiva
  192. Non basta incentivare
  193. Procedura Incremento Stipendiale
  194. Te Deum di ringraziamento

3) ARTICOLI DI UMBERTO TENUTA
PUBBLICATI SULLA RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA
www.rivistadidattica.com

  1. ADDIZIONE:INCOLONNAMENTO di Umberto Tenuta
  2. BILANCIA MATEMATICA, OPERAZIONI ARITMETICHE, FRAZIONI E TAVOLA PITAGORICA di Umberto Tenuta
  3. BILANCIA MATEMATICA VIRTUALE di Umberto Tenuta
  4. CONCETTUALIZZARE: COSTRUIRE CONCETTI di Umberto Tenuta
  5. CONCETTUALIZZAZIONE – DALL’INSEGNAMENTO ALL’APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  6. COOPERAZIONE COOPERAZIONE ANCORA COOPERAZIONE di Umberto Tenuta
  7. COOPERAZIONE – EDUCAZIONE SOCIALE, MORALE ED AFFETTIVA di Umberto Tenuta
  8. COOPERAZIONE TRA SCUOLA E GENITORI di Umberto Tenuta
  9. COOPERAZIONE TRA SCUOLA E FAMIGLIA NEGLI ORIENTAMENTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DEL 1991 di Umberto Tenuta
  10. 10.CORREZIONE di Umberto Tenuta
  11. 11.CORREZIONE, ANCORA CORREZIONE COME AUTOCORREZIONE di Umberto Tenuta
  12. 12.CORREZIONE COME AUTOCORREZIONE di Umberto Tenuta
  13. 13.CORSI PER I GENITORI di Umberto Tenuta
  14. 14.CORSI PER I GENITORI: SCHEMA DI PROGETTO di Umberto Tenuta
  15. 15.CURIOSITA’: IL PAESE DI CURIOSITA’ di Umberto Tenuta
  16. 16.DALLARI M., Arte per bambini, Artebambini, bazzano (BO),2008. Recensione di Umberto Tenuta
  17. 17.DECALOGO FIORONI di Umberto Tenuta
  18. 18.DENTRO LE AULE di Umberto Tenuta
  19. 19.DENTRO LE AULE CHE COSA SI FA? di Umberto Tenuta
  20. 20.DEONTOLOGIA PROFESSIONALE DEGLI OPERATORI SCOLASTICI di Umberto Tenuta
  21. 21.DIDATTICA DI LABORATORIO O APPRENDIMENTO LABORATORIALE? di Umberto Tenuta
  22. 22.DIDATTICA INFORMATICA POVERA di Umberto Tenuta
  23. 23.DIDATTICA MULTIMEDIALE – PERIMETRI di Umberto Tenuta
  24. 24.DIDATTICA SPECIALE O PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA? di Umberto Tenuta
  25. 25.DIDATTICISMO O CREATIVITA’ DIDATTICA di Umberto Tenuta
  26. 26.DIRIGENTI SCOLASTICI ED EFFICIENZA INFORMATICA di Umberto Tenuta
  27. 27.DIRIGENTE SCOLASTICO E RESPONSABILITA’ FORMATIVA di Umberto Tenuta
  28. 28.DIRIGENTI, A VOI IL NOSTRO APPELLO di Umberto Tenuta
  29. 29.DIRITTI DEI GENITORI, SANCITI NEL D.P.R. 275/1999 Predisposto da Umberto Tenuta
  30. 30.DISLESSIA… E SCUOLA NON PERSONALIZZATA!!! di Umberto Tenuta
  31. 31.DIVERSITA’ DA CONOSCERE di Umberto Tenuta
  32. 32.DIVERSITÀ DEGLI ALUNNI COME FONDAMENTO, NON SOLO DELL’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI, MA DELLA PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA PER TUTTI GLI ALUNNI di Umberto Tenuta
  33. 33.DIVERSITA’ DA FAVORE: DALLA SCUOLA DELLA OMOLOGAZIONE ALLA SCUOLA DELLA VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITA’di Umberto Tenuta
  34. 34.DOCENTE – ANALISI DELL’ ATTIVITA’ DOCENTE di Umberto Tenuta
  35. 35.DOCENTE PREVALENTE di Umberto Tenuta
  36. 36.DOCENTI CONFUSI E FUSI di Umberto Tenuta
  37. 37.DOCENTI ED ALUNNI di Umberto Tenuta
  38. 38.DOCENTE E DOCENTI – TEMPO PIENO E TEMPO LUNGO: UNA SCUOLA EFFICACE ED EFFICIENTE di Umberto Tenuta
  39. 39.EDUCARE: EX-DUCERE? di Umberto Tenuta
  40. 40.EDUCAZIONE – IL COMPITO FORMATIVO DELLA FAMIGLIA, DELLASCUOLA E DELLA SOCIETÀ di Umberto Tenuta
  41. 41.E-LEARNING OPPURE E-TEACHING? UN GROSSO EQUIVOCO! di Umberto Tenuta
  42. 42.INTRO – DUE LIBRICINI CREATIVI, SCRITTI DA ALUNNI CREATIVI DI UNA PROFESSORESSA CREATIVA di Umberto Tenuta
  43. 43.ENTI LOCALI E SCUOLA: IL SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO E LA FORMAZIONE DELLE NUOVE GENERAZIONI
  44. 44.di Umberto Tenuta
  45. 45.ENTI LOCALI E SCUOLA: UNA COLLABORAZIONE NECESSARIA di Umberto Tenuta
  46. 46.EQUAZIONI CON LA BILANCIA di Umberto Tenuta
  47. 47.EQUAZIONI CON LA BILANCIA MATEMATICA di Umberto Tenuta
  48. 48.FILOSOFIA CON I BAMBINI PROPOSTA DA PINA MONTESARCHIO di Umberto Tenuta
  49. 49.FRATTAMAGGIORE (05) – CONVEGNO FILOSOFIA COI BAMBINI – RELAZIONE di Umberto Tenuta
  50. 50.FRAZIONI di Umberto Tenuta
  51. 51.GENITORI: SCUOLE PER I GENITORI di Umberto Tenuta
  52. 52.GEOGRAFIA: AMBIENTI di Umberto Tenuta
  53. 53.GEOGRAFIA: OBIETTIVI E METODOLOGIE di Umberto Tenuta
  54. 54.GEOGRAFIA: OBIETTIVI E METODOLOGIE di Umberto Tenuta
  55. 55.GIOIA DI IMPARARE di Umberto Tenuta
  56. 56.GITE E VISITE DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  57. 57.GITE O VISITE DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  58. 58.GITE SCOLASTICHE E VISITE DI ISTRUZIONE di Umberto Tenuta
  59. 59.GLI INDICATORI DI VALUTAZIONE DI UN IPERMEDIA DIDATTICO di Gioconda Bottiglieri
  60. 60.GLI IPERTESTI NELLA DIDATTICA di Umberto Tenuta
  61. 61.GRILLO MARIA ROSA, IL MAESTRO – umanità e saggezza, ARMADO EDITORE, ROMA, 2003
  62. 62.Recensione di Umberto Tenuta
  63. 63.HANDICAP di Umberto Tenuta
  64. 64.IETTO A., Angelo Patri, da emigrante a schoolmaster. Plectica, Salerno, 2006 Recensione di Umberto Tenuta
  65. 65.IETTO A., Una storia come tante, Plectica, Salerno, 2007 Recensione di Umberto Tenuta
  66. 66.IMPARARE AD IMPARARE NON BASTA di Umberto Tenuta
  67. 67.INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA di Umberto Tenuta
  68. 68.CARATTERISTICHE DELL’AZIONE   EDUCATIVA E DIDATTICA di Umberto Tenuta
  69. 69.IPERMEDIA CON WINWORD di Umberto Tenuta
  70. 70.ISPETTORI TECNICI, ALIAS POLIZIOTTI SCOLASTICI – LETTERA APERTA di Umberto Tenuta
  71. 71.ISRAEL G., Chi sono i nemici della scienza?, Riflessioni su un disastro educativo e culturale e documenti di mala scienza, LINDAU, Torino, 2008 Recensione di Umberto Tenuta
  72. 72.ISTRUZIONE E FORMAZIONE DEI GIOVANI NELLA SCUOLA DEI NOSTRI GIORNI di Umberto Tenuta
  73. 73.ITINERARI DIDATTICI: STRUTTURA di Umberto Tenuta
  74. 74.ITINERARI DIDATTICI – SCHEMA DI ARTICOLAZIONE di Umberto Tenuta
  75. 75.ITINERARI DIDATTICI PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA di Umberto Tenuta
  76. 76.LA BILANCIA MATEMATICA di Umberto Tenuta
  77. 77.LABORATORI di Umberto Tenuta
  78. 78.LABORATORI E DIDATTICA di Umberto Tenuta
  79. 79.LEZIONI NOIOSE BASTA: VIVA LA GIOIA DI APPRENDERE! di Umberto Tenuta
  80. 80.LEGGERE di Umberto Tenuta
  81. 81.LEGGERE OBIETTIVI E METODOLOGIE di Umberto Tenuta
  82. 82.LIM – LAVAGNE INTERATTIVE LUMINOSE: TRE PASSI INDIETRO di Umberto Tenuta (10 novembre 2008)
  83. 83.LIM: IN CONTRASTO CON LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO, GARANZIA DI SUCCESSO FORMATIVO PER TUTTI GLI ALUNNI, LE LIM FAVORISCONO IL PERSISTERE DELLE VIETE LEZIONIESPOSITIVE di Umberto Tenuta
  84. 84.LINGUA SCRITTA di Umberto Tenuta
  85. 85.LOGO DOS di Umberto Tenuta
  86. 86.MAESTRA FANTI di Umberto Tenuta
  87. 87.Mancino L, Trasmutazioni, Edizioni dell’Ippogrifo, Sarno (SA), 2001 Presentazione di Umberto Tenuta
  88. 88.MAIORIELLO VITINA, Tramonto, Buio, Luce, EDIZIONI PROGETTO CULTURA Roma, 2003 (info@progettocultura.it) Recensione di Umberto Tenuta
  89. 89.MAPPE di Piero Morpurgo
  90. 90.METODI NELLE UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  91. 91.METODOLOGIE EDUCATIVE E DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  92. 92.MICROMONDI: CRITERI ED IMPIEGHI DIDATTICI di Umberto Tenuta
  93. 93.MONDO: ESIGENZA DEL BAMBINO DI CONOSCERE ADEGUATAMENTE E DI COMPRENDERE NELLA SUA COMPLESSITA’ LA REALTA’ CHE LO CIRCONDA di Umberto Tenuta
  94. 94.MUSICA: L’EDUCAZIONE MUSICALE NELLA SCUOLA MATERNA di Umberto Tenuta
  95. 95.NUMERI E SCRITTURA POSIZIONALE di Umberto Tenuta
  96. 96.NUMERI: LA SCRITTURA POZIONALE DEI NUMERI di Umberto Tenuta
  97. 97.OBIETTIVI FORMATIVI DELLE DIVERSE DIMENSIONI DELLA PERSONALITÀ di Umberto Tenuta
  98. 98.OBIETTIVI FORMATIVI E SCUOLA DELL’INFANZIA di Umberto Tenuta
  99. 99.OLOGRAMMA E PROSPETTIVA UNITARIA DELL’ATTIVITA’  EDUCATIVA E DIDATTICA  di Umberto Tenuta
  100. OPERAZIONI ARITMETICHE di Umberto Tenuta
  101. ORIENTARSI NELLE CONTRADDIZIONI DELLE RIFORME E CONTRORIFORME DELLA SCUOLA DEI NOSTRI GIORNI di Umberto Tenuta
  102. ORIENTAMENTI DIDATTICI DELLA RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA di Umberto Tenuta
  103. ORIENTAMENTO GEOGRAFICO: INDICAZIONI PER LA COSTRUZIONE DI UN MODULO DIDATTICO di Umberto Tenuta
  104. OTTONE E. Diritto all’educazione e processi educativi scolastici – Un percorso di ricerca-azione in una scuola secondaria di secondo grado, LAS, Roma 2006 Recensione di Umberto Tenuta
  105. PAESAGGIO GEOGRAFICO di Umberto Tenuta
  106. PARLARE di Umberto Tenuta
  107. PC DIDATTICA AGGIORNAMENTO di Umberto Tenuta
  108. PC – I PC NELLE SCUOLE di Umberto Tenuta
  109. PC E DIDATTICA di Umberto Tenuta
  110. PEDAGOGISTA: NUOVI SPAZI OPERATIVI di Umberto Tenuta
  111. PEDAGOGISTI di Umberto Tenuta
  112. PEDAGOGISTI DOCENTI E GENITORI di Umberto Tenuta
  113. PEDAGOGISTI NEL SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO di Umberto Tenuta
  114. PERSONALIZZARE L’AZIONE E L’ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA PER GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO di Umberto Tenuta
  115. PERSONALIZZARE O OMOLOGARE di Umberto Tenuta
  116. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI di Umberto Tenuta
  117. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI COME RACCOLTA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  118. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI: NON CI SONO di Umberto Tenuta
  119. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI: MODELLO A di Umberto Tenuta
  120. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI: MODELLO B di Umberto Tenuta
  121. PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI E PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA di Umberto Tenuta
  122. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI E UNITÀ DI APPRENDIMENTO: UN EQUIVOCO? di Umberto Tenuta
  123. PITTURA – EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE di Umberto Tenuta
  124. PLURALITA’ DEI DOCENTI di Umberto Tenuta
  125. PLURALITA’ DEI DOCENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA di Umberto Tenuta
  126. PLURALITÀ E “OPPORTUNA ROTAZIONE” DEI DOCENTI: DOCENTE PREVALENTE di Umberto Tenuta
  127. POLIEDRO DELLA PERSONA UMANA di Umberto Tenuta
  128. POLIZIOTTO SCOLASTICO di Umberto Tenuta
  129. POLIZIOTTO SCOLASTICO: ERRATA CORRIGE. IL CARABINIERE, IL COLONNELLO, IL CAPITANO… SCOLASTICO!di Umberto Tenuta
  130. PON, POR, CORSI DI AGGIORNAMENTO: BANDI. DESTINAZIONE E PUBBLICAZIONE di Umberto Tenuta
  131. PON POR CORSI DI AGGIORNAMENTO: BANDI di Umberto Tenuta
  132. PORTFOLIO DELLE COMPETENZE di Umberto Tenuta
  133. PORTFOLIO, Fascicolo personale E Piani educativi personalizzati di Umberto Tenuta
  134. PORTFOLIO E DOCUMENTI DI VALUTAZIONE di Umberto Tenuta
  135. PORTFOLIO E SCHEDA DI VALUTAZIONE UNIFICATI: LA “FILOSOFIA” FORMATIVA  DELLA VALUTAZIONE di Umberto Tenuta
  136. PORTFOLIO: INVIO MODELLI ELABORATI DALLE SCUOLE di Umberto Tenuta
  137. PORTFOLIO: LA SUA “FILOSOFIA” FORMATIVA di Umberto Tenuta
  138. PORTFOLIO: MODELLO B di Umberto Tenuta
  139. PORTFOLIO: UN’IPOTESI DI PORTFOLIO di Umberto Tenuta
  140. POTENZIALITA’ O POSSIBILITA’ FORMATIVE? di Umberto Tenuta
  141. PRINCIPI METODOLOGICO-DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA E DELLE ALTRE DISCIPLINE schema di Umberto Tenuta
  142. PROBLEMI E MATEMATICA di Umberto Tenuta
  143. PROGETTAZIONE OGGI: UN TENTATIVO DI FARE IL PUNTO SULLA SITUAZIONE di Umberto Tenuta
  144. PROGETTI E CORSI DI FILOSOFIA COI BAMBINI IN UNA SCUOLA DI SPIRITO FILOSOFICO DOTATA di Umberto Tenuta
  145. PROGETTI EDUCATIVI E BUON SENSO di Umberto Tenuta
  146. PROGETTI E DISCIPLINE di Umberto Tenuta
  147. PROGRAMMARE CHE REBUS! di Umberto Tenuta
  148. PROGRAMMAZIONE ED ORGANIZZAZIONE educativa e didattica di Umberto Tenuta
  149. PROGRAMMAZIONE E SUA ARTICOLAZIONE di Umberto Tenuta
  150. PROGRAMMAZIONE O POSTPROGRAMMAZIONE di Umberto Tenuta
  151. PROGRAMMAZIONE: VACANZE E PROGETTI PER NUOVO ANNO SCOLASTICO di Umberto Tenuta
  152. QUADERNI ANCORA? di Umberto Tenuta
  153. QUALITA’ DEL SERVIZIO SCOLASTICO: ESIGENZA PRIMARIA di Umberto Tenuta
  154. QUARTA RAPPRESENTAZIONE: RAPPRESENTAZIONE VIRTUALE di Umberto Tenuta
  155. RECUPERO, LEZIONI OPPURE UNITA’ DI APPRENDIMENTO PERSONALIZZATE di Umberto Tenuta
  156. RETI PER L’AGGIORNAMENTO (FORMANET) di Umberto Tenuta
  157. RIFLESSIONE LINGUISTICA: LA FRASE di Umberto Tenuta
  158. RIFORMA DELLA SCUOLA: DIVERSIVI di Umberto Tenuta
  159. RIFORMA MORATTI: COME ATTUARLA? di Umberto Tenuta
  160. RIFORMA MORATTI: I SI ED I NO di Umberto Tenuta
  161. RIFORME: QUALI? di Umberto Tenuta
  162. RISCOPERTA: RICERCA/RISCOPERTA/REINVENZIONE/RICOSTRUZIONE (PROBLEM SOLVING) di Umberto Tenuta
  163. RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA di Umberto Tenuta
  164. RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA: I SUOI TRE OBIETTIVI di Umberto Tenuta
  165. RIVISTA DIDATTICA DIGITALE: NASCE UNA NUOVA RIVISTA di Umberto Tenuta
  166. SCIENZE E FORMAZIONE DELLA PERSONALITA’ di Umberto Tenuta
  167. SCRITTURA CREATIVA INTRODUZIONE di Virginia Mariani
  168. SCRUTINI ED ESAMI di Umberto Tenuta
  169. SCUOLA: ANALISI DELLA SITUAZIONE di Umberto Tenuta
  170. SCUOLA COME FONDAMENTALE ISTITUZIONE FORMATIVA : LA PIÙ IMPORTANTE, IN QUANTO CAPACE DI ACCRESCERE IL CAPITALE UMANO di Umberto Tenuta
  171. SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA di Umberto Tenuta
  172. SCUOLA DI IERI (DI CENTO ANNI FA) E SCUOLA DI OGGI (DI IERI) di Umberto Tenuta
  173. SCUOLA E LABORATORI OPPURE SCUOLA LABORATORIO? di Umberto Tenuta
  174. SCUOLE APERTE, IN CAMPANIA di Umberto Tenuta
  175. SCUOLE IN CRISI di Umberto Tenuta
  176. SCUOLE PER I GENITORI di Umberto Tenuta
  177. ARMANDO EDITORE, Roma, 2009. Recensione a cura di Umberto Tenuta
  178. SEPARATEZZE O INTEGRAZIONI? di Umberto Tenuta
  179. SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO E ISTITUZIONI SCOLASTICHE di Umberto Tenuta
  180. SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO di Umberto Tenuta
  181. SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO E COMUNITA’ MONTANE di Umberto Tenuta
  182. SITUAZIONE SCOLASTICA IN CAMPANIA (ITALIA) di Umberto Tenuta
  183. SPERIMENTAZIONE RIFORMA MORATTI 2003-2004 – SINTESI di Umberto Tenuta
  184. STARNET: UNA RETE DI STELLE NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA di Umberto Tenuta
  185. STARNET: UNA SCUOLA DI STAR di Umberto Tenuta
  186. STATISTICA – ISTRUZIONI PER PER LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  187. STEFANIA BIGI, ALICE NEL PAESE DELLE LETTERE, Campanila, Pisa, 2007 Recensione di Umberto Tenuta
  188. STRANERI – CLASSI PER ALUNNI STRANIERI di Umberto Tenuta
  189. STUDIARE PER AMORE di Umberto Tenuta
  190. SUCCESSO FORMATIVO E SCUOLA DELL’AUTONOMIA: LA SCUOLA DELL’AUTONOMIA COME SCUOLA DEL SUCCESSO FORMATIVO di Umberto Tenuta
  191. SUCCESSO FORMATIVO E UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  192. SVILUPPO O FORMAZIONE? di Umberto Tenuta
  193. TANGRAM: LE SUE UTILIZZAZIONE DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  194. TAVOLA PITAGORICA di Umberto Tenuta
  195. TECNOLOGIE EDUCATIVE AUTOCORRETTIVE di Umberto Tenuta
  196. TEMPO PIENO O TEMPO LUNGO? di Umberto Tenuta
  197. TEMPO PIENO A MAIORI ED A TRAMONTI di Umberto Tenuta
  198. TI SALVERO’: CHI PUO’ AFFERMARLO DELLA SCUOLA? di Umberto Tenuta
  199. TUTOR O CORDINATORE? LA RIFORMA MORATTI: LUCI E OMBRE di Umberto Tenuta
  200. TUTOR PREVALENTE O COORDINATORE? di Umberto Tenuta
  201. UN NOTEBOOK PER OGNI DOCENTE di Umberto Tenuta
  202. UNA SCUOLA DI SPIRITO FILOSOFICO DOTATA di Umberto Tenuta
  203. UNA SCUOLA SENZA di Umberto Tenuta
  204. UNITA’ DIDATTICHE E UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  205. UNITA’ DI APPRENDIMENTO E CREATIVITA’ DIDATTICA di Umberto Tenuta
  206. UNITÀ DI APPRENDIMENTO E LORO ARTICOLAZIONE di Umberto Tenuta
  207. UNITA’ DI APPRENDIMENTO: COME REALIZZARLE? di Umberto Tenuta
  208. UNITA’ DI APPRENDIMENTO: MODELLO B di Umberto Tenuta
  209. UNITÀ DI APPRENDIMENTO: PROGETTARE UNITÀ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  210. UNITA’ DI APPRENDIMENTO: SCHEMA di Umberto Tenuta
  211. UOMINI SI NASCE O SI DIVENTA? di Umberto Tenuta
  212. VALORE POSIZIONALE DELLE CIFRE di Umberto Tenuta
  213. VALUTAZIONE FORMATIVA di Umberto Tenuta
  214. VALUTAZIONE: SCHEDA PERSONALE E PORTFOLIO di Umberto Tenuta

 

Non solo “spending review”…

Non solo “spending review”…

di Giancarlo Cerini

 

Spending review: un gioco per “bocconiani”?

Quando si sente pronunciare il termine di “spending review”, proveniente dal lessico del new public management un sottile brivido si insinua tra migliaia di pubblici dipendenti, che vedono il loro posto di lavoro messo in pericolo da austere e ruvide politiche di tagli alla spesa pubblica. In sé una spending review (cioè una revisione attenta di costi, risultati, qualità dei servizi, sprechi) appare una scelta corretta e vincente nel rapporto tra cittadini e pubbliche amministrazioni. Il fatto è che oggi l’opinione pubblica sembra travolgere con un unico giudizio tranchant istituzioni politiche, amministrazione dello Stato (alias la “burocrazia”) e dunque anche i pubblici dipendenti. E’ difficile essere sereni in questi casi. Il pregiudizio verso i pubblici servizi (e dunque anche verso la scuola) andrebbe contrastato con evidenze di “buona amministrazione”, di corretto rapporto tra i costi e i benefici. Avendo l’onestà di riconoscere che la qualità della nostra scuola rispecchia situazioni storicamente determinate (territori, contesti sociali, virtù civiche, dinamismi produttivi e culturali) e che non sempre le politiche sono state in grado di rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’equità. Va anche riconosciuto che in termini di ricchezza nazionale (e di spesa pubblica) destinata all’educazione e alla cultura il nostro Paese non brilla nelle graduatorie internazionali (ma occorre anche prendere atto che il costo per alunno è qui spesso più elevato che altrove). Tutti fenomeni studiati in un brillante rapporto pre-spending review dovuto nel 2006 al ministro Padoa Schioppa: il “Quaderno bianco sull’istruzione” che però riuscì ad ispirare solo in parte le scelte del secondo governo Prodi (2006-2008).[1]

 

Cara scuola: quanto mi costi, quanto mi rendi?

Poi arrivò la gelata del taglio lineare alla spesa per la scuola, contenuta nella legge 133/2008 (art. 64), sotto il cui segno sono stati introdotti numerose modifiche all’ordinamento scolastico italiano, attraverso un mix di scelte organizzative (il maestro unico, la riduzione degli orari, la fine della compresenza, i curricoli essenzializzati, ecc.), con una riduzione della spesa dell’ordine del 7/8% del budget annuale. E’ vero, all’orizzonte già si intravvedevano i bagliori della crisi finanziaria internazionale, ma il colpo fu “pesante” ed ancora oggi la scuola si interroga sul senso di quelle decisioni. E non è disponibile ad affrontare nuovi sacrifici, perché esige un pronto ristoro di quel torto subito. Chi “vive” la scuola percepisce un aggravamento delle proprie condizioni di lavoro (basti pensare al blocco delle retribuzioni, all’appesantimento dell’organizzazione didattica), ma chi la osserva dall’esterno si permette ben altri giudizi. Di recente autorevoli rappresentanti dell’OCSE commentando il lieve miglioramento dei risultati dei ragazzi italiani intervenuto tra le rilevazioni PISA del 2009 e quelle del 2012, hanno algidamente affermato che si tratta di un incremento netto di produttività del sistema scolastico (miglior risultati con minori spese…)[2].  E già questo paradosso (come il fatto che la regione con i migliori risultati – il Trentino – sia anche quella con i costi maggiori…), ci ricorda che al bene scuola non è possibile applicare gli inflessibili parametri delle leggi di mercato. Quanto costa alla società tenere aperta (o “chiudere”) una scuola in un quartiere difficile di una periferia degradata? L’approccio alla qualità dell’istruzione dovrà tener conto anche del suo valore “sociale” (il valore aggiunto), senza sottovalutare la rilevanza dei risultati degli allievi. Di qui il dibattito acceso che coinvolge le prospettive del sistema di valutazione nazionale[3].

 

La sfiducia verso ciò che è pubblico

Recenti indagini[4] hanno sottolineato come sia aumentata la sfiducia dell’opinione pubblica nei confronti dei servizi pubblici e quindi anche verso la scuola. E’ pur vero che nelle top ten delle istituzioni alla ricerca di “fiducia pubblica” la scuola si colloca ad un onorevole terzo posto (il 51,8% dichiara di avere molta o moltissima fiducia), subito dopo la Chiesa (54,2%) e prima del Presidente della Repubblica (49,0%).

Forse si capisce che la scuola è ancora un luogo di incontro tra persone, storie, ceti sociali, identità ed una delle poche occasione per sviluppare curiosità, talenti, competenze nei giovani, anche se forse le finalità dell’istruzione, nella società della conoscenza e dei social network si sono venute appannando. Potremmo convenire che l’istruzione è un fattore indispensabile di “umanizzazione”[5]. E’ quindi assai improbabile che ad essa si possano applicare criteri puramente mercantili. Per questo solleva non poche perplessità la proposta sviluppata da alcuni economisti (Andrea Ichino e altri)[6] di aprire una stagione di liberalizzazioni nel sistema scolastico, affidando la gestione delle scuole a gruppi, associazioni, enti, che riceverebbero voucher in proporzione alla capacità di attrarre “utenti” verso le “loro” istituzioni educative. Un modello talmente “liberista”, da mettere a repentaglio la tenuta del sistema educativo.

Questo non toglie che l’analisi dei costi, la rilevazione degli sprechi, il commisurare costi-benefici non debba ispirare una seria politica pubblica verso l’istruzione. Una onesta spending review può essere l’occasione per radiografare lo stato di salute della nostra scuola, interrogarsi sulle sue virtù ma anche sui suoi vizi, studiare i fattori di miglioramento, a patto di uscire dalla logica di generiche riduzioni di spesa. Anche le voci su cui procedere al check-up dovrebbero andare oltre i classici oggetti del desiderio per ogni Ministro del Tesoro (la numerosità delle classi, la capillarità del dimensionamento, gli orari di funzionamento, il sostegno, ecc.). Guardandosi intorno con un po’ di attenzione, non mancano le possibilità di fare economie di spesa migliorando (possibilmente) la qualità dei servizi educativi erogati.

 

1. La duplicazione degli apparati

Un primo esempio si riferisce alla duplicazione degli apparati amministrativi. A livello regionale e locale è presente una doppia filiera amministrativa (quella statale e quella degli enti locali, che convergono sullo stesso obiettivo: assicurare la buona gestione della scuola). Ci riferiamo da un lato agli Uffici Scolastici Regionali e agli ex-Provveditorati agli Studi (come articolazioni del Ministero dell’Istruzione) e dall’altro agli Assessorati regionali e provinciali all’istruzione (per non  dire di quelli comunali, con i relativi uffici). E’ tempo di ripensare ad una riunificazione delle strutture, sulla scia di quanto già propugnava la Sentenza della Corte Costituzionale 13/2003, semplificando la giungla delle strutture di governance. Certamente occorre uno  snodo strategico regionale (di tipo politico amministrativo, come nei Laender tedeschi o, da noi, in Trentino) che unifichi le competenze in materia di istruzione: un vero Dipartimento regionale per l’istruzione. Mentre a livello provinciale, una volta assodato il superamento delle Province (che dovrà portare con sé anche una diversa articolazione dell’amministrazione statale) non è difficile pensare a strutture di tipo amministrativo-gestionale per “aree vaste”, da costituire senza aggravio di spese e di apparati, funzionanti a partire dal know-how disponibile attorno ai comuni capi-comprensorio.

 

2. La durata del percorso di studi

Un secondo esempio è dato dalla durata del percorso scolastico. Non si tratta semplicemente di ridurre o contrarre il percorso (sforbiciando qua e là, con anticipi, accorpamenti, riduzioni, solo per “fare cassa”), ma di ripensare l’intero itinerario formativo mettendosi dalla parte dei ragazzi. Cosa serve ai nostri 18enni, i cui livelli di preparazione sembrano non competitivi con quelli di altri paesi e che si candidano a diventare NEET (cioè ragazzi che né studiano, né lavorano, né si formano)? Noi siamo favorevoli ad una diversa modulazione della scuola secondaria superiore, in particolare ad un percorso di 4 anni + 1 quinto anno di snodo verso l’università, il lavoro, la formazione superiore, gli stage, l’Europa, il servizio civile ecc., che consenta di aiutare i nostri 18enni a trovare una “spinta” per il loro futuro, senza dover attendere – inermi maggiorenni –  nelle rassicuranti classi quinte delle scuole superiori. Le molte risorse che si potrebbero “liberare” consentono di “inventare” un nuovo modo di essere della scuola (spazi flessibili, flipped classroom, nuove professionalità, campus integrati, ecc.) di cui è alla ricerca una scuola che sappia farsi accettare dalle nuove generazioni[7]. E gli insegnanti più “creativi” potrebbero sperimentare inediti impieghi didattici (al confine tra scuola, università, mondo del lavoro).

 

3. Il profilo “reale” della docenza

Un terzo esempio riguarda il profilo della docenza. E’ sotto gli occhi di tutti l’arretratezza del profilo giuridico dell’insegnamento, fortemente sbilanciato sull’orario frontale di lezione (diverso tra i vari livelli scolastici); mentre ciò che dovrebbe caratterizzare una rinnovata funzione docente (il tutoraggio, l’accompagnamento negli stage, l’attenzione personalizzata, la gestione dell’e-learning nelle nuove modalità social di education, la preparazione-formazione personale, gli impegni di progettazione e verifica) è lasciato in un limbo che rasenta il volontariato ed espone alla disistima sociale. Sono maturi i tempi per un rapporto diverso “tempo della prestazione-qualità dei trattamenti giuridici e economici[8], ripensando a tutto tondo i tempi giornalieri, settimanali, annuali della prestazione. Ovviamente con i connessi vantaggi retributvii. Il rinnovo del Contratto 2015 è già dietro l’angolo.

 

4. L’integrazione scolastica

Il quarto esempio richiede un po’ di cautela, trattandosi del tema delicatissimo dell’inclusione (come oggi si tende a dire). Se riconosciamo irreversibile la scelta italiana per l’integrazione scolastica dei disabili, dovremmo però favorire migliori forme di impiego e di coordinamento delle figure di sostegno. Anzi, dovremmo operare affinché i 110.000 insegnanti di sostegno (si spera finalmente stabili) diano il meglio di sé[9]. Non sarebbe scandaloso che il 4-5% di questa “forza” fosse rappresentata da figure di coordinamento, di raccordo, di studio di modelli efficaci di integrazione, da attivare “dentro” e “a fianco” della scuola, ad esempio con distacchi di personale insegnante ad hoc nei centri risorse territoriali per l’handicap. I migliori docenti di sostegno, invece di fuggire nei ruoli “normali” dopo cinque anni di permanenza in quelli “speciali”, potrebbero diventare i tutor dei colleghi che si apprestano a svolgere funzioni di sostegno. Ma non solo. Sono maturi i tempi per avviare un discorso al plurale sui “sostegni” e non sulla sola figura di sostegno, verso cui si “scarica” impropriamente tutta la tensione dell’integrazione. Servono altre figure (ad esempio “educatori professionali” con competenze per l’assistenza, la cura, l’accompagnamento, ecc.) e altri specialisti (riabilitatori, consulenti psicopedagogici, esperti in tecnologie e didattiche differenziate). Insomma, invece di 110.000 figure qualche volta “generiche” servirebbe una differenziazione di profili professionali, non tanto per spendere meno (guai!), ma per spendere meglio.

 

5- A caccia di nuove risorse

La ricerca di maggiori risorse è un problema per tutte le strutture pubbliche ed i settori dell’intervento pubblico. Ma è una questione difficile da affrontare, che impatta con le nostre diffidenze, pigrizie, resistenze verso un sistema trasparente ed equo della fiscalità generale. Una scuola autorevole, credibile, impegnata, può certamente aspirare ad una maggiore generosità della spesa pubblica (investimento, tra l’altro!) nei confronti dell’educazione. I confronti internazioni, infatti, ci penalizzano ed è tempo di una svolta virtuosa, per maggiori risorse e per una migliore qualità della scuola. Ma non esistono ricette miracolose. Intanto, si dovrebbe recuperare un gap tipico del nostro sistema: la scarsità di risorse private (non solo di quelle pubbliche) che vengono destinate alla scuola, dalle famiglie, dalle imprese, dai donatori. Si può cominciare con il fund-raising attraverso belle imprese di scuole che sappiano attrarre risorse verso l’impresa educativa. Ed agendo verso i genitori: crediamo che di fronte a proposte credibili di arricchimento dell’offerta formativa (uno strumento musicale per ogni ragazzo, un tablet, uno stage in impresa, un viaggio all’esterno, una certificazione linguistica) non mancherebbe il loro contributo, in sinergia con quelli degli enti locali e dello Stato[10].

 

Però, dall’alto, servirebbe un bel gesto….

Non possiamo passare ancora troppi anni a lamentarci della insensibilità dei nostri governanti verso le sorti della nostra scuola pubblica. Occorre fare qualche mossa del cavallo dal “basso”, nella convinzione che anche questo potrebbe essere un modo nuovo di fare politica (scolastica e non solo). Abbiamo indicato poc’anzi alcune ipotesi. Ma è evidente che se dall’alto venisse un segnale forte in controtendenza, forse anche la scuola capirebbe che è tempo di rimettersi in marcia.

A cosa ci riferiamo? Pensiamo soprattutto alla risorsa insegnante, alla necessità di recuperare nuove energie e professionalità nella scuola, a reclutare una nuova “generazione” di docenti con specifiche competenze. Non è possibile, e non è più possibile nella situazione di oggi, proporre un generico reclutamento di insegnanti, magari per assorbire le graduatorie permanenti, invece richieste mirate di professionalità non solo sono auspicabili, ma sono indispensabili. Ci sono nuove funzioni e nuove esigenze che non trovano risposta negli assetti attuali.

Ad esempio, servirebbero almeno 1.000 docenti per far fronte alle emergenze della alfabetizzazione linguistica e culturale nelle aree più esposte; almeno 1.000 operatori tecnologici per infrastrutturare sul piano digitale le scuole del primo ciclo (in particolare le medie); almeno 1.000 docenti di musica per arricchire e specializzare l’insegnamento di questa disciplina nella scuola primaria; analogamente 1.000 specialisti di lingua inglese per promuovere il curricolo verticale e fare un verifica seria dell’insegnamento di L2 nei primi livelli; poi 1.000 docenti per coltivare l’alternanza verso il mondo del lavoro e gli stage; ancora 1.000 docenti per favorire i processi di internazionalizzazione della nostra scuola (stage, scambi, certificazioni); ed infine 1.000 docenti “bravi” e capaci di sostenere i colleghi di fronte alle difficoltà di apprendimento, disturbi specifici, bisogni educativi speciali.

Fanno giusto 7.000 docenti, con alti livelli di specializzazione, che dovrebbero essere assunti o “promossi” nei prossimi anni a fronte dei 70.000 posti che si sono “chiusi” negli ultimi 10 anni. Il 10% di recupero di risorse professionali rispetto a quanto è venuto meno dal 2008 al 2013[11]. Volendo si potrebbe fare certamente di più e lo si dovrà fare. Ma già questo è un lodo ragionevole, un investimento minimo, un primo passo che darebbe il senso della svolta (come è avvenuto, del resto, anche in altri Stati europei), verso una maggiore professionalizzazione della nostra scuola, foriero di una prospettiva di rilancio non solo simbolico del “bene” istruzione nel nostro Paese.

 



[1]    G.Cerini, Quaderno bianco o libro nero sull’istruzione italiana? In www.edscuola.eu (2008): http://www.edscuola.it/archivio/riformeonline/quaderno_bianco.pdf

[2]  Una sintesi delle principali risultanze della indagine PISA 2012 per la scuola italiana è riportata in molti siti. Confronta: http://www.cidi.it/cms/doc/open/item/filename/736/ocse-pisa-conclusioni.pdf

[3]    Il 30 dicembre 2013 è stato pubblicato in rete un documento dal titolo “Una cordata della scuola, per il nostro Invalsi”, sottoscritto da 74 persone di scuole a aperto ad ulteriori adesioni.  http://www.cislscuola.it/index.php?id=2872&tx_ttnews%5Btt_news%5D=24720&cHash=67bfbffc75a97c7bac4d1b0d08c91279 . Sul tema vedi anche il fascicolo monografico “Strumenti e cultura della valutazione”, a cura di G.Cerini e M.Spinosi, “Voci della scuola”, n. 2/2013, con interventi di Sestito, Ricci, Martini, Poliandri, Infante, Castoldi, Previtali, Ambel, Comoglio, Baldascino, Cristanini, Spinosi, Cerini.

[4]    I.Diamanti, Una società senza Stato, la Repubblica, 30 dicembre 2013.

[5]    M.C.Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, Il Mulino, Bologna, 2013.

[6]  Forum idee per la crescita, Liberiamo la scuola (I Corsivi), Corriere della Sera, 2013. cfr. http://www.amazon.it/Liberiamo-scuola-Corsivi-Forum-crescita-ebook/dp/B00DB3LPW0

[7]    Il numero 3/2013 di “Rivista dell’istruzione” è dedicato alla presentazione di ipotesi di riordino della durata complessiva degli studi, con interventi di Vittorio Campione, Franco De Anna, Giorgio Chiosso, Paolo Ferratini, Caterina Manco. Sullo stesso tema interviene, per riassumere le diverse ipotesi G. Cerini, Uscire da scuola a 18 anni: un dibattito borderline, in “Rivista dell’istruzione”, n. 4, luglio-agosto 2013, Maggioli. Ora in rete: cfr. https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=34311

[8]    G. Cerini, Il mantra delle 18 ore: oltre la didattica frontale, sul web: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=12558

[9]    Resta poi aperto il problema sollevato nella ricerca della Fondazione Giovanni Agnelli, Gli alunni con disabilità nella scuola italiana. Bilancio e proposte, FGA, Treellle, Erickson, Trento, 2011, di organizzare in forme diverse l’azione di sostegno, trasformando un sostegno spesso generico in figure ad hoc (sostegno didattico, educatori, esperti di riabilitazione, figure di coordinamento, specialisti in trattamenti differenziati, ecc.) anche con diversità di orari e trattamento giuridico.

[10]  V. Melandri, Fundraising, in G.Cerini-M.Spinosi, Voci della scuola, X, Tecnodid, Napoli, 2011.

[11]  Già la legge 35/2012 all’art. 50 propugnava l’istituzione di un organico funzionale di istituto e di rete (proposta assai simile a quella qui avanzata, che presenta qualche vincolo in più per evitare generici ampliamenti di organico), ma poi questa ipotesi veniva nei fatti contraddetta dal tetto di spesa fissato dalla legge 133/2008 (la “madre di tutti i tagli). Si tratterebbe di andare oltre quel tetto, con proposte credibili.

Proteggere l’Invalsi

Proteggere l’Invalsi

di Stefano Stefanel

         Qualcuno potrebbe anche chiedersi che cosa abbia spinto alcune persone di scuola ad impegnarsi durante le feste natalizie a redigere un documento di circa “dodici mila battute”, che potrebbe correre il rischio di essere destinato solo ai cestini. “Dodici mila battute” sono quelle chieste dal Miur per candidarsi alla Presidenza dell’Invalsi. “Dodici mila battute” sono quelle scritte dai 74 primi firmatari del documento “Una ‘cordata’ della scuola per il ‘nostro’ INVALSI. La valutazione che vorremmo… Un promemoria (non richiesto) per il nuovo presidente” (http://firmiamo.it/una–cordata–della-scuola–per-il–nostro–invalsi#petition) Il documento in “dodici mila battute” non candida nessuno a niente, ma invita tutti a riflettere.

Perché di una riflessione c’è bisogno, viste anche le voci che su questa procedura per la scelta del nuovo Presidente dell’Invalsi si sono levate in questi ultimi tempi. I cinque uomini di scuola scelti dal Ministro per definire il Presidente dell’Invalsi o la rosa dei candidati entro cui scegliere il Presidente, hanno rilasciato a più riprese dichiarazioni non proprio lusinghiere sul lavoro fin qui svolto dall’Invalsi (si veda anche il mio La strettoia su www.edscuola.it). E dunque c’è il timore che il lavoro fatto in questi anni venga spazzato via da qualche nuova “ripartenza”, che promettendo di mantenere tutto invece smantella tutto.

Nel documento natalizio dei “74” si sono prese in considerazione anche le critiche, i limiti, le debolezze del lavoro di analisi fatto dall’Invalsi in questi anni. Ma si è anche analizzato con attenzione il punto a cui questo lavoro è arrivato, evidenziando alcuni traguardi impensabili fino a poco tempo fa per la scuola italiana: aumento della cultura della valutazione, nascita di un Sistema Nazionale di Valutazione, restituzione alle scuole di dati certi e tabulati, entrata nel linguaggio comune di concetti come valutazione censuaria e di nomi come Invalsi, attesa collaborativa in gran parte delle regione per i test di maggio, affollamento dei convegni e dei seminari sui dati Invalsi, ecc.). Ci sono passaggi da rivedere (come il test nell’esame conclusivo del primo ciclo che assurdamente fa media con gli altri voti, ma dentro un esame che è tutto da buttare con cinque prove scritte e un orale e nessun bocciato, giusto per perdere tutti insieme un sacco di tempo), che nessuno vuole nascondere e una certa autoreferenzialità dell’Invalsi che deve essere modificata. Ma tutto questo dentro un processo molto interessante, utile, nuovo.

Gli estensori del documento non polemizzano, ma non sono ciechi o sordi e non fanno finta di non aver ascoltato quello che alcuni sindacati, alcune associazioni, troppi docenti vanno dicendo in giro. Nei siti in cui normalmente scrivo appaiono spesso attacchi pesantissimi all’Invalsi (e a me se lo difendo): questo fa parte della dialettica su un argomento importante, ma anche di una diffusa cultura che vede come elemento positivo la semplice e assoluta difesa della non valutazione della scuola.

La “cordata” della scuola è per l’Invalsi, non contro qualcuno. Soprattutto la “cordata” è per continuare il percorso fin qui intrapreso e non per interromperlo in attesa della valutazione perfetta, alibi per evitare qualsiasi tipo di valutazione. La speranza è che la parte della scuola italiana che vuole un azzeramento del percorso intrapreso dell’Invalsi non condizioni il futuro presidente dell’Invalsi. Il documento è scritto per rendere pubblico che nel mondo della scuola c’è chi vuole lavorare ad una cultura della valutazione perché la ritiene fondamentale per la vita delle scuole, per i processi di apprendimento, per il miglioramento di un sistema in grave crisi.

Come si dice nel documento alcuni dei firmatari (tolgo subito il dubbio: non chi scrive) potrebbero aspirare per titoli e cultura alla Presidenza dell’Invalsi. Ma in questa fase preferiscono usare i “dodici mila caratteri” per far riflettere chi deve decidere. La richiesta che viene dal documento è quella del confronto non della candidatura, ma di un confronto teso a conservare un bene prezioso, pieno di difetti e ancora in fase di costruzione, ma senza il quale la scuola andrebbe ancora più indietro.

Si arrabbieranno forse coloro che sperano nell’azzeramento e che hanno plaudito la scelta di uomini di scuola fortemente critici verso l’Invalsi per definire chi sarà il nuovo presidente, nella speranza che il nuovo Presidente inizi un nuovo percorso meno invasivo. Ma con la sola forza delle proprie idee qualcuno a Natale ha deciso di dedicare un po’ del suo tempo a ragionare sulla scuola e per la scuola.

Che meriti di essere almeno ascoltato?