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SOS Scuola!

SOS Scuola!
La scuola è morta! Non lasciamola seppellire! Forse può risorgere

di Umberto Tenuta 

La scuola è morta!

L’aveva già detto nel secolo scorso Reimer.

La scuola morta, e nella sua morte può trascinare i nostri figli.

Anche per questo, accorriamo tutti, uomini di scuola e genitori, nonne e nonni, zie e zii, parenti tutti.

Soccorriamola presto: forse può risorgere!

Certamente avremo anche le preghiere di Francesco, amico di tutti i giovani, voce della salvezza.

Con la sua preghiera farà il miracolo.

Sì, forse il più grande miracolo dopo la Resurrezione di Cristo, che è la resurrezione da ogni morte.

 

Ordunque, accorriamo tutti!

Non lasciamo piangere i nostri giovani.

Non facciamo mancare loro l’acqua della vita, il cibo della loro crescita, l’ossigeno dei loro polmoni!

I giovani hanno bisogno del latte materno.

Ma il latte materno non basta per la loro crescita.

I giovani hanno bisogno di alimentarsi alla fonte di Sofia.

Ne sono bisognosi, assetati, affamati, sin dai primi momenti della loro nascita.

Appena nati, i giovani aprono la bocca, per riempire di ossigeno i loro polmoni, per riempire di latte materno il loro stomaco vuoto.

Sulla faccia da terra non c’è madre sciagurata che non porga loro i suoi capezzoli.

 

Orsù, mamme e papà, soccorriamo la scuola, soffiamo sulla sua bocca per rianimarla, per darle nuova vita.

Ce la faremo, o padri, o padri!

Ce la faremo, tutti assieme, madri e padri, maestre e maestri, innamorati folli dei nostri giovani, che non possono essere lasciati morire di fame, di sete, di sete di latte, fame e sete di sapere saper fare saper essere.

Maestre e maestri, le mamme e i papà sono i vostri più sinceri e più forti alleati nella difesa dei vostri diritti.

Madri e padri, le maestre ed i maestri sono i vostri più sinceri e più forti alleati nella difesa del successo formativo dei vostri figli, che è loro diritto inalienabile, loro diritto soggettivo, il cui mancato e adeguato soddisfacimento è reato perseguibile penalmente.

Madri e padri, maestre e maestri, sulla nostra comune bandiera scriviamo:

il successo formativo dei giovani è un diritto assoluto!

Ab-soluto, assoluto, che non può essere disatteso, per nessun motivo, anche se dobbiamo metterci tutti in giro, col berretto in mano, per fare una colletta a favore della Resurrezione dello scuola.

 

Maestre e maestri, madri e padri, gente tutta, svegliatevi!

Svegliatevi dal sonno e gridate tutti

La scuola è la vita dei nostri giovani!

La vita non può esser negata ai nostri giovani!

 

La scuola deve risorgere: la scuola è la più grande e più importante istituzione sociale, economica, politica della nazione.

Senza di essa tutto muore.

Ma nessun giovane può essere lasciato morire sul ciglio della strada.

Occorre che tutti, oh madri e padri, oh maestre e maestri, oh ministre e ministri, soffiamo il nostro alito di vita sulla bocca della morente scuola, perché i suoi polmoni si riempiano dell’ossigeno della vita!

Canteremo assieme, madri e padri, maestre e maestri, studentesse e studenti, l’inno della tua gloria, oh scuola di vita, oh scuola di sapienza, oh scuola della gioia di vivere, di essere giovani.

Il dono più grande che noi tutti possiamo fare ai giovani, a noi stessi, alla società è la resurrezione della scuola italiana.

 

Facciamo rinascere la scuola dei nostri giovani: facciamola risorgere, facciamola diventare la scuola della gioia di crescere, di vivere, di diventare uomini più grandi di noi.

 

Viva la scuola!

 

Diagnosi urgente della salute della scuola

Diagnosi urgente della salute della scuola
Valutiamo la scuola per salvarla

di Umberto Tenuta

Che la scuola italiana non stia bene sembra una conclusione alla quale tutti arriviamo, quale che sia la prospettiva dalla quale si fa l’analisi.

E siccome la salute della scuola è la salute della Nazione, la Nazione e chi la rappresenta non può rimanere con le mani in mano.

Occorre un intervento urgente, perchè questa è la più dolorosa calamità nazionale.

Ma gli interventi si fanno solo sulla base di un’analisi.

Tutte le analisi e tutte le riforme finora fatte non hanno portato ad alcun miglioramento delle condizioni di salute della scuola italiana che, anzi, sono peggiorate tanto che più non si può attendere.

Ed allora, Onorevole ministra Carrozza, lo scrivente le propone quella che egli ritiene l’analisi risolutiva di tutti i guai della scuola e dei suoi operatori.

Sappiamo bene che qualsiasi azienda vive vita prospera solo se i suoi clienti sono soddisfatti.

In ogni campo, soprattutto in quello produttivo, la soddisfazione dei clienti è la sola bussola che ne orienta i comportamenti.

E, allora, Onorevole Ministra, quale responsabile della soddisfazione dei clienti, conditio sine qua non del funzionamento dell’azienda scuola, non può non procedere con urgenza ad una analisi della soddisfazione dei clienti della scuola, cioè degli studenti.

A tal fine lo scrivente si permette di proporre uno schema di indagine che i Suoi Magnifici Esperti avranno certamente modo di perfezionare, salvandone la sostanza, però.

L’indagine dovrà essere effettuata su un campione rappresentativo e dovrebbe avere carattere riservato, perché solo in questo modo essa risulterà veritiera, utile, giovevole alla scuola ed ai suoi operatori.

Perciò faccia pervenire a un campione rappresentativo delle famiglie di tutti gli studenti di tutte le scuole italiane una busta affrancata per la risposta con un foglio di una sola pagina scritta a carattere grandi:

 

Noi genitori di un giovane che frequenta la scuola: 

1)    dell’infanzia

2)    primaria

3)    secondaria di primo grado

4)    secondaria di secondo grado 

Le comunichiamo che nostro figlio: 

a) ama più di ogni altra cosa andare a scuola 

b) ama, tra le altre cose che fa, anche a andare a scuola 

c) va ogni mattina a scuola senza problemi

d) va a scuola seppure recalcitrante

e)  va a scuola perché è costretto da noi 

f) va scuola con sofferenza 

g) odia a morte andare a scuola

h) cerca sempre di procurarsi una malattia per non andare a scuola 

 

Onorevole Ministra, da questa indagine avrà il quadro esatto del come la scuola italiana funziona e di quello che Ella, quale responsabile del successo formativo che deve essere garantito ad ogni figlio di donna, deve fare per non venir meno ai Suoi doveri istituzionali.

 

La ringrazio sentitamente, anche a nome di tutte le Madri che ogni mattina debbono asciugare le lacrime dei loro figli che vanno a scuola con il mal di pancia e che mi auguro risultino una insignificante percentuale dei milioni di giovani studenti italiani.

 

Con ogni ossequio

 

F.to

IL GENITORE DI UNO STUDENTE

CHE AD OGNI PIè SOSPINTO

DICHIARA DI ODIARE LA SCUOLA

BES di tutti gli studenti

BES di tutti gli studenti, tutti diversi, tutti inclusi, tutti integrati!

di Umberto Tenuta 

 

Leggo su Internet un serrato dibattito dal titolo

BES, così cresce la disuguaglianza (Marina Boscaino).

La prima osservazione che mi viene spontanea è: quanto poco sugli Internet si dibattono i problemi della scuola, a fronte di un continuo twittare e instagrammare……!

A che sono serviti tutti i fondi europei ed italiani spesi per informatizzare le nostre scuole, se non tutti i nostri Maestri (oso chiamare tali tutti gli insegnanti, tutti i docenti, tutti i professori!), se non leggono nemmeno su Internet?

Ma vengo al nocciolo della quistione, nella speranza che i miei non ancora raggiunti venticinque manzoniani lettori mi vogliano ancora leggere.

Comincio col riportare alcuni brani significativi del documento di cui sopra:

1)Nei documenti del ministero l’alunno non è mai visto come soggetto protagonista e attore/autore del proprio percorso. Da un riconoscimento delle differenze che si basa sul principio di eguaglianza, si passa ad una logica differenzialistica, che stigmatizza in modo sofisticato e accentua le diseguaglianze.

2)La didattica viva viene trasformata in pura procedura tecnica e si fa dell’insegnante un consumatore di ricette standardizzate, da applicare in tutte le situazioni, prodotte dal business editoriale.

Si perde di vista che l’insegnamento/ apprendimento è anzitutto relazione, un processo complesso che fa dello spazio classe un laboratorio interattivo permanente.

Si perde anche di vista che la stessa pedagogia e didattica speciale è per tutti: quello che viene inventato e sperimentato nell’esperienza con alunni disabili può funzionare con alunni senza disabilità.

3)… Si va sempre più nettamente verso una scuola a due velocità: quella per l’élite che ha i soldi nei ‘quartieri alti’ e quella per i figli del nuovo proletariato nelle periferie della società.

4)… Con la direttiva sui BES vi è anche il rischio molto concreto di dare un avallo pseudo-scientifico ad un processo preoccupante in atto in molte scuole: le aule di sostegno che diventano sempre di più classi ghetto, le sezioni di serie A e di serie B negli istituti scolastici, le scuole ‘bene’ e quelle degradate, perché collocate in territori sociali e quartieri periferici.

La logica burocratica-tecnocratica, che cala dall’alto delle proposte pasticciate e anche spesso inapplicabili, tende poi a considerare gli insegnanti come degli incompetenti, destinatari d’interventi ‘esperti’ e non degli attori delle trasformazioni. Sappiamo tutti che esistono tante criticità che vanno affrontate, che vi sono anche molti insegnanti poco preparati sul piano pedagogico e altri che dovrebbero cambiare mestiere. Ma esiste una grande massa d’insegnanti che lotta ogni giorno, che fa bene il proprio lavoro, che s’impegna spesso in modo disinteressato e con il senso della propria responsabilità nei confronti delle future generazioni.

5)… Penso che sarebbe quindi utile fornire una formazione plurale e completa agli insegnanti: è la base per fare delle scelte consapevoli e non farsi ‘colonizzare’ dall’ultima moda, spacciata come unica verità ’scientifica’. Penso anche che le società di pedagogia dovrebbero fare un lavoro di recupero del patrimonio pedagogico ricco e vario del passato, metterlo a disposizione del mondo della scuola: sono i fondamentali della funzione docente, sono alla base dell’identità culturale della professionalità dell’insegnante. Riappropriarsi della centralità della pedagogia e della didattica viva e mostrare che è altrettanto scientifica della psicologia clinica mi sembra un modo anche per ridare dignità agli insegnanti e far sì che non vivano un enorme complesso d’inferiorità nel rapporto con altre figure professionali.

6)… Per esempio, una grande ricerca-azione partecipata che coinvolga direttamente la scuola e gli insegnanti, ma anche gli alunni e i genitori, sui temi della gestione dei gruppi classe, degli apprendimenti, della valutazione non solo delle performance, ma anche dei processi d’insegnamento/apprendimento, sulle pratiche didattiche e i progetti pedagogici nelle scuole.

7)… L’autrice dell’articolo ad un certo punto scrive:
“forse dimenticando che nei consigli di classe da sempre chi sa svolgere correttamente il proprio lavoro ha tenuto in conto le condizioni personali particolari degli studenti”ma forse l’autrice stessa dimentica che “chi sa svolgere correttamente il proprio lavoro” è una minoranza all’interno delle nostre scuole.

8)…Non condivido e intravedo una difesa ’strumentale’ per non dire francamente ’sindacale’! Il punto, invece, è proprio la Pedagogia, la Didattica Speciale, quella che i nostri Docenti non conoscono affatto, soprattutto quelli delle Scuole Secondarie Superiori: i BES sono l’occasione proprio per ri-formare i docenti, insegnandoli, con corsi di aggiornamento Attivi, che vadano proprio nella direzione di aggiornare la Didattica per Tutti, nel rispetto delle Diversità di Ciascuno. Dissento fortemente anche sulla riflessione che il Cambiamento possa avvenire ‘Bottom-Up’,

9)… OBBLIGARE TUTTI I COLLEGI AD USARE IL POF CON PRIORITA’ ASSOLUTA PER QUESTO. Questa è la vera lotta agli sprechi. In questo marasma di controversie io ancora vedo soldi che si spendono per progetti e progettini, sentiamo dire, ampliamento dell’offerta formativa, anche i ragazzi bravi hanno bisogno di opportunità, ma i ragazzi bravi a scuola, seguiti da famiglie che non hanno problematiche particolari, se la caveranno comunque, se siamo in tempi di difficoltà economiche, bisogna considerare le priorità. LE PRIORITA SONO I PIU’ DEBOLI, ALTRIMENTI NON SOLO NON CI POSSIAMO CONSIDERARE SOCIETA’ DEMOCRATICA,NON CI POSSIAMO CONSIDERARE NEANCHE ESSERI UMANI COMPLETI E VERI.

 

Quanto sopra mi sembra comportare l’opinione da me espressa in tanti libri pubblicati presso le maggiori Case Editrici, in tanti corsi di aggiornamento, in tanti articoli scritti sulle maggiori riviste didattiche cartacee, in tanti articoli scritti sulle seguenti riviste digitali da me curate[1]:

http:www.edscuola.it/dida.html

www.rivistadidattica.com

E, pertanto, vorrei sintetizzare il mio pensiero che mi sembra di ritrovare confortato dalle espressioni sopra riportate.

Gli studenti, in quanto esseri umani, sono tutti diversi, non ve ne sono nemmeno due eguali nei milioni di giovani che frequentano le nostre scuole.

 

Gli uomini, in quanto individua substantia rationalis naturae  sono tutti l’uno diverso dall’altro, da Guinnes dei primati: ognuno può tranquillamente dire: come me non c’è nessuno! 

Oh! Grandezza dell’uomo, degli uomini, dei sette miliardi di esseri umani che popolano la Terra!

Ogni essere umano è infinito valore, un diamante dai miliardi di carati.

Ah! Voi uomini, ma soprattutto voi donne, ogni mattina  guardatevi allo specchio e dite: ” bella come me non c’è nessuna”! 

Anche gli studenti dovrebbero essere invitati a guardarsi allo specchio per dirsi: come me non c’è nessuno!

Milioni di studenti, tutti diversi, tutti con BES!

 

E, allora?

Allora allora allora: la risposta è stata data chissà quante volte a chissà quanti uomini di scuola distratti!

La risposta è una scuola della personalizzazione educativa per tutti gli studenti, tutti diversi, tutti con BES, tutti da integrare in una società della convivenza democratica.

Ma come la realizziamo una siffatta scuola?

Mica abbiamo il dono dello spirito santo che da tutti si fa ascoltare nelle loro lingue, tutte diverse!

Evidentemente è così!

Quindi, nelle nostre aule, niente più noiosi discorsi, niente più preconfezionate conferenze, niente più inutili lezioni collettive! 

Gli studenti non stanno più seduti nei banchi delle cattedrali medievali, con l’insegnante che fa lezione seduto dietro la cattedra, ma siedono in gruppi di tre/cinque intorno a tavoli come quelli della pizza serale, quando si ritrovano assieme, non più separati, non più rivali.

Il docente ha preparato, non le schede fotocopiate e generosamente illustrate, ma tutti i materiali concreti, virtuali, iconici e simbolici che essi utilizzano per scoprire, riscoprire, inventare/reinventare, costruire/ricostruire i concetti e, attraverso queste attività, acquisire competenze (capacità) e atteggiamenti (curiosità, interessi, aperture mentali, motivazioni…).

Gli studenti ricevono brevi proposte operative come guida per impegnarsi a ricercare, reinventare, riscoprire i contenuti dell’odierno umano sapere, saper fare, saper essere. 

Il docente, scaricato delle onerose lezioni conferenze e verifiche a non finire, si impegna a programmare, a motivare, ad aiutare, a guidare gli studenti nelle loro attività di problem solving … ma mai si sostituisce ai suoi studenti.

Al riguardo, scrive il Delessert che il docente avrà <<soprattutto il corag­gio di non dire e questo è il punto più difficile tutto ciò che sa sulle questioni trattate>>[2].

Alla fine, gli studenti riassumono i risultati cui sono pervenuti e li consegnano al docente che li sintetizza nel libro in progress della prova dei suoi studenti.

 

Difficile, questo lavoro? 

Eh, sì, direbbe Papa Francesco!

Certamente per il maestro.

Ma piacevole, gioioso, festante e produttivo di saperi (sapere, saper fare, saper essere) per gli studenti, tutti singolari, tutti diversi, tutti con BES. 

 

Per ora andiamoci a rileggere tutta la letteratura pedagogica su questa impostazione.

Un solo suggerimento disinteressato, perché si tratta:

a)               Sia di volumi per i quali da diversi anni non ricevo diritti di autore[3];

b)              Sia di articoli gratuitamente reperibili su riviste digitali da me curate[4].

 

Prometto che ritornerò su questo discorso, soffermandomi in particolare sui singoli momenti di questa attività che coinvolge, sia i docenti, sia gli studenti in un impegno gratificante e produttivo per entrambi, quello della realizzazione di una scuola su misura di tutti gli studenti, tutti diversi, tutti con BES, tutti affidati agli stessi docenti, anche essi tutti diversi, tutti con capacità e competenze specifiche, tutti disponibili a mettere le loro competenze a disposizione di tutti gli studenti di tutta la suola, scuola senza classi, scuola laboratoriale in ogni suo momento; scuola della gioia di essere maestri, di essere studenti, studenti tutti col cuore pieno di gioia, della gioia di imparare, della gioia di studiare, della gioia di lavorare assieme ai propri compagni, assieme ai propri maestri, tutti beneamati, tutti specialisti in uno o più campi della umana cultura.



[1] Libri e articoli sono riportati in elenchi pubblicati su questa rubrica.

[2] DELESSERT A., Alcuni problemi che interessano la formazione degli insegnanti di matematica, in: SITIA C.(a cura di), La didattica della matematica oggi, PITAGORA, BOLOGNA, 1979, p. 367.

[3] Vedi ELENCO DEI LIBRI DI UMBERTO TENUTA, in questa Rubrica di EDUCAZIONE&SCUOLA

[4] Vedi ELENCHI DEGLI ARTICOLI DI UMBERTO TENUTA in questa rubrica di EDUCAZIONE&SCUOLA

Uomini prima che italiani francesi tedeschi

Uomini prima che italiani francesi tedeschi

di Umberto Tenuta 

 

Fatta l’Italia, occorre fare gli italiani! 

Dopo l’Unità d’Italia, questo era lo slogan: Fatta l’Italia, occorre fare gli Italiani! 

E lo stesso si potrebbe dire di ogni paese, Francia e Germania, Spagna e Sudafrica…!

Fare l’Italia significava fare i cittadini italiani, come ieri i cittadini di Sparta.

Fare gli italiani voleva dire fare che i siciliani e i calabresi, i liguri e i lombardi, gli abruzzesi ed i pugliesi… parlassero la stessa lingua per comunicare tra di loro, avessero le stesse idee per capirsi, avessero gli stessi sentimenti per poter convivere assieme.

<<Una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue, di cor>>( Alessandro Manzoni).

La scuola italiana è nata nel 1859 con questo compito!

E non sembra averlo dimenticato, rivendicando però che, prima di essere cittadini, i figli di donna sono uomini, persone umane, ciascuno individua substantia rationalis naturae.

Persone umane, titolari di diritti soggettivi, inalienabili, non misconoscibili, da tenere sempre presenti, da proteggere, da soddisfare sempre!

Diritto ad essere uomini, unici, singolari, irripetibili.

Ogni figlio di donna: Individua substantia, rationalis naturae…

Individua substantia, singolari, unici, irripetibili. Rationalis naturae, di natura razionale, per educazione, non per natura.

Scrive Kant che <<La bestia è già resa perfetta dall’istinto… L’uomo invece… non possiede un istinto e deve quindi formulare da sé il piano del proprio modo di agire… La specie umana deve esprimere con le sue forze e da se stessa le doti proprie dell’umanità. Una generazione educa l’altra… L’uomo può diventare tale solo con l’educazione>>[1].

E, di conseguenza, il D.P.R. 275/1999 precisa: <<L’autonomia delle istituzioni scolastiche… si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo…>>.

L’educazione è il diritto inalienabile di ogni figlio di donna a divenire uomo unico e irripetibile, prima che cittadino.

E allora, nella scuola via le classi militaresche 1990, 1991, 1992, 1993…

I figli di donna sono tutti uguali, in quanto di natura umana, ma sono tutti diversi in quanto persone singole.

E allora, via le lezioni collettive, tipo conferenze!

Via ogni forma di discriminazione in base al colore della pelle, del dialetto, della lingua parlata, dei ritmi e degli stili di apprendimento.

Bene!

Una scuola della personalizzazione educativa!

Persone sacre tutte, una, mille, un milione!

Non scolaresche, ma raggruppamenti mobili di studenti in base ai livelli di sviluppo e di apprendimento, in base ai ritmi ed agli stili cognitivi.

La scuola della personalizzazione educativa! 

L’architettura della scuola non è più quella delle camerate militaresche, né quella delle celle carcerarie.

Non scuola carceraria, né scuola militare!

Ma scuola di persone umane, di figli di donna, di madri.

Una famosa canzone di Pino Daniele dice: <<Ogni scarrafone è bello a mamma soja>>.

Belli, sì, tutti i nostri giovani nelle scuole giardino, nelle scuole laboratorio di cultura……

È la cultura che fa uomo il figlio di donna, di cuccioli d’uomo!

Non può essere lasciato nella foresta, come il figlio di una sconosciuta donna, un neonato di nome Victor, nel film di Truffaut Il selvaggio dell’Aveyron, ma deve essere inserito nel contesto socio-culturale, deve appropriarsi della cultura che l’uomo ha creato e da cui l’uomo è stato forgiato.

Miracolo di questo vivente, unico sul pianeta terra, unico individuo creatore e figlio di cultura, almeno fino a quanto oggi si sappia.

Non solo carne e ossa, ma anche mente, cuore e braccia.

Homo abilis, sapiens, sapiens sapiens! 

Ragione cartesiana e cuore pascaliano!

Orsù, care maestre, cari maestri, a voi l’onore di educare i nuovi nati di donna, di farli divenire vostri contemporanei.

 

Alla dignità di persona, individua substantia, rationalis naturae!

Ognuno un valore incomparabile, un valore che non ha misura, un valore infinito.

Infinito, tra tanti e tanti infiniti, infinito come i numeri, come i numeri pari, come i numeri dispari: tre infiniti in un solo infinito!

Rispettiamo questi infiniti.

Rispettiamoli ogni giorno, in ogni nostra azione, in ogni loro esprimersi.

Facciamoli fiorire, come fiori unici, giammai uguali l’uno all’altro!

Abbiamo tante tante volte abbiamo scritto: individualizzazione dell’insegnamento (TENUTA U., Individualizzazione dell’insegnamento, La Scuola Editrice, Brescia).

No! No! No!

Personalizzazione educativa, invece.

Ogni nostro studente deve essere aiutato da noi a fiorire nella sua unica, singolare, irripetibile personalità.

Bando alle lezioni, alle conferenze, ai libri di testo, ai compiti, tutti uguali, per tutti uguali.

Unusquisque suum!

Ad ognuno il suo.

Ad ognuno il materno dono di amore: la sua scuola materna, sì, materna!

Scuola su misura (Claparède) di ognuno dei milioni di studenti che la scuola prepara a vivere la loro vita.

Una nuova organizzazione della scuola, in tutti i suoi aspetti.

Una scuola per i nostri figli, come la vorremmo, come la vogliamo.

Una scuola dell’alfabetizzazione culturale, ma soprattutto una scuola personalizzante, una scuola della piena formazione umana.

Cambiamo la scuola, facciamola diventare officina di formazione umana, luogo della gioia di divenire uomini, unici, irripetibili, grandi come più non si può.

Come scriveva Ellen Key, ogni nostro studente è il figlio del Re,è il principe al quale riserviamo tutta la nostra attenzione, tutte le nostre cure, tutto il nostro impegno di maestre e di maestri chiamati a questa nobilissima missione.

La società tutta ce ne sarà grata!

Facciamoci carico, tutti, maestre maestri, dirigenti donne e dirigenti uomini, Ministra e Ministri, di questo doveroso e nobile compito, senza venir meno ai nostri doveri, professionali ed umani, di rispettare i giovani, di rispettare gli adolescenti, di rispettare i fanciulli.

Maxima debetur puero reverentia[2].

Sono essi la nostra progenie, sono essi il nostro futuro, sono essi la nuova società, una società migliore, una società umana, una società di uomini liberi, liberi dalla schiavitù, liberi di vivere con dignità umana, liberi amarsi l’un l’altro:

Ama il prossimo tuo come te stesso! 

In ogni villaggio, in ogni paese, in ogni città, in ogni nazione, nel mondo intero, villaggio globale!

Saranno tutti, italiani e francesi, tedeschi e sudafricani… saranno tutti persone umane dell’universa società del prossimo domani!

 



[1] KANT E., Pedagogia, O.D.C.U., Rimini, 1953, pp.25-27

[2] Giovenale, Satire, XIV, 47

 

Lessico pedagogico 1

Lessico pedagogico 1
Nomina sunt numina rerum-i nomi sono i simboli delle cose

di Umberto Tenuta

 

I nomi sono i simboli delle cose: dicono che cosa sono.

E, pertanto, forse è opportuno prendere in considerazione alcuni dei nomi più comunemente utilizzati nella scuola:

 

INSEGNANTE

Colui che insegna, dal latino in-signo,tradurre in segni (parole, suoni, gesti… lettere, cifre, grafici) o, ancora peggio, incidere nella mente, come fa l’incisore sul bronzo.

Ma noi ora sappiamo che l’insegnante non può imprimere le conoscenze nella mente degli studenti, come pure si prevedeva nei Programmi didattici del 1867: <<Il maestro si astenga dal dare dimostrazioni che in quella tenera età non sarebbero intese. Si limiti ad imprimer bene nelle menti degli scolari le definizioni e le regole>>[1].

Quindi, nella scuola non usiamo più questa parola!

 

DOCENTE

Dal latino doceo, insegno, ha lo stesso significato di insegnante.

Quindi, aboliamo anche questo termine.

 

PROFESSORE

Colui che esercita la professione di insegnare.

Aboliamo anche questo termine!

 

MAESTRO

Dal latino magis, colui che è di più del discente (qualcuno dice magis-ter: tre volte di più).

Chi è il maestro se non colui che è più cresciuto, diventato adulto, alto: colui che ha acquisito competenze più alte dell’alunno.

In quanto più alto, può aiutare ad alimentarsi (alunno) e quindi a crescere, come il tutore della pianta, anzi di più, perché ha già percorso la strada e sa come ci si alimenta per crescere, come si impara, come si apprende.

Maestro −adulto, più alto−, si pone come meta che sfida l’alunno a crescere, che lo motiva, che lo guida, che lo orienta nel suo alimentarsi,

Tu sei lo mio maestro e lo mio autore, dice Dante a Virgilio.

Maestro, il titolo più bello per gli insegnanti, per i docenti e per i professori!

Maestro, titolo di gloria finanche per i Professori universitari!

 

SCOLARO, ALUNNO, STUDENTE

Scolaro, colui che va a scuola. Ma non dice quello che fa. Termine inadeguato!

 

Alunno, colui che si alimenta (dal latino alere, alimentarsi per alto, adulto).

In ambito agricolo, si chiamano alunni le pianticelle dei vivai e i piccoli degli animali!

Termine non specifico!

 

Studente (Dal latino studium, amore, passione).

Scrive F. Ferrarotti che <<La scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo significato originario di studium, ossia amore, passione, avventura[2]

Ecco, studente sembra essere il titolo più qualificante per i giovani che debbono alimentarsi per crescere, divenire alti, adulti, umanizzati.

Scrive Kant: <<La bestia è già resa perfetta dall’istinto… L’uomo invece… non possiede un istinto e deve quindi formulare da sé il piano del proprio modo di agire… La specie umana deve esprimere con le sue forze e da se stessa le doti proprie dell’umanità. Una generazione educa l’altra… L’uomo può diventare tale solo con l’educazione>>[3]

 

LEZIONE, SPIEGAZIONE, VALUTAZIONE

Dal latino lectio, lettura.

I primi maestri utilizzavano i testi da leggere ai giovani, perché questi li memorizzassero.

A volte (ma quante volte!), i docenti leggono o parlano e gli studenti ascoltano: se ascoltano e non si distraggono, se ascoltano e non ricordano!

CONFUCIO: Se ascolto, dimentico!

 

SPIEGAZIONE

Spiegare, dal latino explico, tolgo dal plico, dispiegare, spiegare la pergamena, il foglio scritto.

Comunque, un tentativo di rendere esplicito quanto è oggetto della lezione.

Ma, forse, è meglio che la spiegazione se la facciano gli studenti!

 

PROGRAMMI, PROGRAMMAZIONE, PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI

PROGRAMMI

Dal greco: pro, prima, grafo, scrivere: scrivere prima quello che si deve fare.

Elenco o descrizione delle conoscenze (saperi), delle capcità (saper fare) e degli atteggiamenti (saper essere) che si ritiene gli studenti dovrebbero perseguire e conseguire in un determinato anno, ciclo, corso di studio.

I Programmi valgono per tutti gli studenti: le stesse conoscenze, le stesse capacità, gli stessi atteggiamenti per tutti gli studenti.

Chi non li raggiunge nell’anno, nel ciclo, nel corso viene lasciato indietro (respinto).

Pensate un po’: per tutti gli studenti le stesse conoscenze, le stesse capacità, gli stessi atteggiamenti.

Come per i robot!

 

PROGRAMMAZIONE

Beh, facciamo un passo in avanti!

Programma-zione, azione programmatoria, programma in progress

Perché un’azione programmatoria continua e non una programmazione predefinita?

Ovvio!

Perché tutto scorre, si muove, cambia, diviene diverso…

E della diversità occorre tener conto nella scuola del diritto alla piena formazione della personalità dei singoli studenti, uno diverso dall’altro, come diversi sono i sette miliardi di esseri umani che popolano la terra!

La scuola non serve a selezionare i piani alti della stratificazione piramidale della società e perciò non può avere carattere selettivo: i saperi (sapere, saper fare, sapere essere) non possono essere uguali per tutti gli studenti!

Chi li consegue avanza, chi non li consegue viene respinto, non sale la scala sociale.

In una società del diritto all’educazione per tutti i cittadini, i Programmi debbono essere modulati secondo le caratteristiche personali dei singoli studenti, cioè dei loro livelli di sviluppo e di apprendimento, dei loro ritmi e stili di apprendimento.

Pertanto, la Programmazione si traduce in un PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA (POF) che ogni scuola elabora sulla base delle esigenze formative che sono proprie dei singoli studenti nel loro particolare contesto socioculturale: nel POF si sintetizzano i PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI (PEP) dei singoli alunni.

 

INDIVIDUALIZZAZIONE, PERSONALIZZAZIONE

Stante la diversità dei singoli alunni, per ognuno di essi si elabora PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO (PEP).

Nel passato, si parlava di PIANI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI, in riferimento alla individualità dei singoli studenti.

Considerato che ogni essere umano non è un individuo come qualsiasi altro essere vivente, ma una persona portatrice dei valori che sono propri dell’uomo, oggi si preferisce parlare di PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA  e quindi di PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI (PEP).

 

VALUTAZIONE, Valutazione selettiva, valutazione formativa

In una società stratificata in classi sociali qual era quella antecedente alla Costituzione Repubblicana del 1948, la scuola aveva carattere selettivo, in quanto mirata a conservare lo status sociale di appartenenza di ogni individuo, lasciando poco sazio alla mobilità sociale, condizionata ai livelli di formazione ritenuti necessari per le singole classi sociali.

Chi acquisiva le necessarie competenze ascendeva nella piramide sociale.

Tracce di questa concezione si ritrovano perfino nella Costituzione repubblicana del 1948, laddove si parla di capaci e meritevoli.

Come ha ben denunciato Don Milani in Lettera ad una professoressa, di norma i figli del dottore erano ritenuti portatori di cromosomi più potenti ed i respinti si ritrovavano soprattutto negli studenti provenienti dalle classi sociali più basse.

La situazione non è cambiata di molto nella scuola odierna, nella quale continua la selezione, seppure in forma più modesta, come si rileva dall’appartenenza sociale della gran parte degli alunni respinti nella scuola secondaria, soprattutto di secondo grado.

Come precisa l’art. 3 della Costituzione italiana del 1948, << È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>.

Sulla base del diritto di ogni cittadino al pieno sviluppo della sua personalità, nella norma positiva di cui all’art. 1 del D.P.R. 275/1999, si afferma che << L’autonomia delle istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

 

Ad ogni figlio di donna va garantito il <<successo formativo>>.

Tale principio si ritrova confermato <<ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è de-stinato ad accogliere questo successo>> nel rapporto FAURE[4].

Ne consegue che la scuola ha il dovere di garantire ad ogni studente la piena, integrale, originale formazione della sua personalità.

Respingere gli studenti significa violare il diritto al successo formativo,

Ciò significa che la scuola deve utilizzare tutti gli strumenti che le scienze dell’educazione oggi mettono a disposizione dei maestri per garantire il successo formativo di tutti gli studenti.

E, pertanto, la valutazione non serve più per promuovere o respingere, ma per progettare interventi formativi personalizzati che garantiscano a tutti gli studenti di raggiungere il successo formativo.

La valutazione non ha più carattere selettivo, ma assume carattere formativo[5].

 

 

 

 



[1] LOMBARDI F.M., I Programmi per la scuola elementare dal 1850 al 1985>, La Scuola, Brescia, 1987, pp. 49-50.

[2] FERRAROTTI F., Leggere, leggersi, Donzelli, Roma, 1998.

[3] KANT E., Pedagogia, O.D.C.U., Rimini, 1953, pp.25-27.

[4] FAURE E, a cura di, Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249.

[5] (ZAVALLONI R., Valutare per educare, La Scuola, Brescia, 1961).

Maestre e Maestri speciali

Maestre e Maestri speciali
Maestre speciali, maestri speciali, per studenti tutti speciali, tutti uguali, tutti con BES.

di Umberto Tenuta

Dal 1975 è lotta continua nelle nostre scuole, lotta tra maestre normali e maestre speciali, tra studenti normali e studenti speciali, tra genitori speciali e genitori non speciali!

Oh, quante incomprensioni, quanti contrasti, in venticinque anni, io e la mia beneamata Lily abbiamo dovuto dirimere, tra maestre speciali e maestre normali, tra genitori speciali e genitori normali!

Perché?

Ma, ovvio, cosa contavano le leggi?

Le maestre speciali non erano state nominate per gli alunni speciali? E, allora, che di essi si occupassero loro, mica le maestre normali?

Ma le leggi non parlavano di inserimento, pardon, integrazione nelle classi normali, e non più classi speciali? E allora degli alunni speciali si occupassero anche le maestre normali!

Quale rebus!

Oh! Quanti dibattiti di illustri Pedagogisti che ancora gli alunni speciali all’università non li vedevano!

Ma, se , allora, quindi… come si fa a non capire?

E, voi genitori cosa volete?

Quante e quali quistioni! ……la quale e ‘l quale, a voler dir lo vero

Ma, inventività degli Italiani, popolo di navigatori e di poeti, la soluzione è stata ben subito trovata: lo stanzino, pardon, l’aula laboratoriale!

Ovviamente, solo per gli alunni con BES!

L’alunno entra nell’aula per l’appello, ma subito ne esce e va nell’altra aula, quella laboratoriale, la quale, con le carenze edilizie odierne, spesso si riduce allo stanzino, non più aula!

L’alunno entra ed esce dall’aula, a suo piacimento, oddio, non proprio a suo piacimento, perché se dipendesse da lui, resterebbe nell’aula, ma a piacimento della maestra normale, la quale è molto preoccupata che in aula sarebbe discriminato, mentre, uscendo, è valorizzato.

Figurati! Un’aula, piccola sì, ma tutta per lui!

 

Capite che in una situazione del genere, qualche conflitto può pure nascere.

Quanto tempo dentro l’aula e quanto tempo nel laboratorio?

Quanti e quali interventi della maestra normale e quanti e quali interventi della maestra speciale?

E come si permette la maestra speciale di imbrattare con la sua firma la pagella del figlio del dottore?

E la pagella dell’alunno con BES la deve firmare anche la maestra normale?  Mica lei ha seguito un bel corso biennale di specializzazione? Lei, la maestra normale, i soldi non li ha!

Oddio, laddove non ci sono monarchie assolute, contrasti ce ne sono sempre, mica siamo nell’agorà di Atene?

E, ancora, quante questioni sui fascicoli personali: per tutti gli studenti o solo per gli alunni con BES?

E il medico dell’ASL che fa, non è ancora intervenuto, verrà, solo per l’alunno con BES?

 

Certo, quarant’anni dovrebbero bastare per chiudere questa vicenda, che un merito certo lo ha, quello di aver consentito che a tutti figli di donna fosse riconosciuto il diritto costituzionale alla piena formazione della loro personalità.

Ma, attenzione, le leggi son ma chi pon mano ad elle?

Chi ne assicura il pieno adempimento? E come lo si assicura?

Quanti alunni per ogni classe con e senza BES? Quante maestre speciali e quante maestre non speciali, pardon, normali?

 

Oddio, finiamola una buona volta questa incresciosa situazione!

Finiamola in modo equo per tutte le parti in causa.

Non siamo forse giunti alla consapevolezza che tutti gli esseri umani sono unici, singolari, irripetibili nei sette miliardi di esseri umani che oggi popolano la terra?

Che bello! Siamo tutti unici, singolari, irripetibili, speciali, tutti con BES. Un mondo di donne e di uomini unici, irripetibili, singolari, speciali!

E quindi, anche i nostri figli, tutti figli di donna, unici e irripetibili, tutti speciali.

Conclusione, questa, alla quale ai nostri giorni è pervenuto il più accreditato discorso socio-psico-pedagogico: come le Cose dei bambini di Maria Montessori, una scuola speciale per tutti i giovani, tutti speciali, tutti con BES!

E allora che ci fanno le maestre normali e le maestre speciali? Ancora, ancora, ancora privilegi?

In una società democratica quale la nostra, per diritto costituzionale, tutti i cittadini e, quindi, tutte le Maestre sono uguali, irripetibili, uniche, singolari, speciali!

Una scuola del successo formativo, una scuola speciale per tutti gli studenti, tutti speciali!

Per tutti: dirigenti speciali, docenti speciali, aule speciali, tecnologie speciali, interventi speciali..!

Ma alla FIAT non è così, anche se in essa si opera su macchine, e non si opera su persone, come nella scuola?

Nella FIAT non sono forse specialisti coloro  che si occupano della scocca, della sua verniciatura, della sua rifinitura, della sua pulitura? E non sono specialisti coloro che si occupano dei pistoni, delle valvole, dei carburatori, dei tubi di scappamento…?

Suvvia, ma vagliamo proprio paragonare gli esseri umani alle macchine?

Alle macchine assicuriamo trattamenti speciali. E agli esseri umani?

Ma che forse, o Maestra, non porti il tuo figlioletto dall’oculista quando ti dice che da lontano non ci vede bene, dal dentista quando il dentino di latte tarda a cadere, dall’ortopedico quando gli fa male il ginocchio?

Suvvia, anche a scuola, da domani, anzi da oggi, facciamo la stessa cosa.

Il dirigente scolastico, un po’ generico, come Marchionne, all’inizio dell’anno scolastico riunisce tutti gli operatori scolastici, pardon, tutte le donne e tutti gli uomini di scuola, a prescindere dai ruoli ascritti, e, sulla base delle loro provate competenze, li assegna: ogni operatore scolastico al posto giusto, nel momento giusto, con l’alunno giusto, come nel TEAM TEACHING!

 

E, gli studenti?

Anche gli studenti escono dalla notte hegeliana, nella quale tutte le vacche sono nere, ed a ciascuno viene riconosciuta la sua personalità unica, singolare, speciale, irripetibile nei sette miliardi di esseri umani che popolano la Terra.

Non più classi, non più scolaresche, non più la scansione annuale, non più le valutazioni trimestrali, annuali, finali!

Una scuola per tutti speciale, anche per i maestri, ciascuno valorizzato nelle sue competenze, nei suoi amori specifici, per la poesia, per la musica, per il canto, per il cielo stellato, il mare, per gli oceani…; per i Faraoni, Alessandro Magno, Cesare, Napoleone, Garibaldi; per Talete, Socrate, Platone, Kant; per Euclide, Pitagora, Leibniz, De Fermat…

Avremo una scuola tutta speciale, tutta eccellente, tutta gioiosa!

Gioia di apprendere, gioia di aiutare gli studenti, gioia di valorizzare tutte le maestre, gioia di cantare, gioia di suonare il flauto dolce, il violino…

CA’ ZOIOSA!

Casa, quindi, del successo formativo per tutti gli studenti, tutti speciali, tutte con BES!

 

I costi?

Non so se aumenteranno, nel momento in cui saranno valorizzate tutte le competenze che sono presenti nelle nostre scuole ma che quasi sempre restano sconosciute.

 

Care maestre, cari maestri, tutti speciali, scendiamo sulla nostra terra patria e rimbocchiamoci le maniche per trasformare tutte le nostre scuole nelle case della gioia di imparare secondo i propri BES!

Saremo felici tutti, Onorevole Ministra Carrozza, gli ispettori, i dirigenti scolastici, le care maestre, i cari maestri, le care mamme, i cari papà..

Ma saranno felici soprattutto tutte le studentesse e tutti gli studenti!

 

È questa, Onorevole Ministra Carrozza, la sua unica ragion di stare seduta sulla stessa poltrona di Giovanni Gentile!

Bambini speciali

Bambini speciali
Scuola per bambini speciali, oggi e non domani

di Umberto Tenuta

ogni scarrafone è bello
a mamma soj
a

O Maestre, non avete sentito mai una mamma dire che speciale come suo figlio non c’è nessuno?

È forse c’è una sola mamma che scambierebbe il suo figlio speciale con un altro?

Più bello, più intelligente, più caro di suo figlio non c’è nessuno!

E ora, o Maestre, non siete anche voi maestre speciali che sempre ho invitato a guardarsi ogni mattina allo specchio per prendere atto che bella come voi non c’è nessuna?

Tutti i figli di donna che da millenni hanno popolato la faccia della terra sono speciali.

Uguali sono solo i robot, costruiti in serie su stampi uguali e con materiali uguali, con hardware uguali, con software uguali.

Ma i figli di donna, da Eva a te, mamma speciale che mi stai leggendo, sono tutti speciali.

Guardateli nelle vostre aule, o Maestre, senza gli odiosi grembiuli che pure non riescono a farli tutti uguali. Guardate i loro capelli, più o meno biondi, giammai tutti eguali!

Guardate i loro occhi verdi, più o meno verdi, mai tutti uguali!

Guardate i loro nasi a pinocchietto, più o meno lunghi, mai uguali!

Guardateli……… mai tutti uguali!

E, allora, perché dovremmo misconoscere la diversità dei bambini che, tutti diversi, hanno tutti i loro BES?

Ma non abbiamo parlato di Personalizzazione educativa, di Piani educativi personalizzati, di Piani dell’offerta formativa come sintesi del Piani educativi personalizzati?

Ognuno dei venticinque bambini delle singole classi dei singoli istituti scolastici ha i suoi BES.

E se n’è accorto, pensate, finanche il MIUR che ha legiferato, appunto, l’adozione di Piani dell’offerta formativa (POF) per ciascuna delle migliaia di scuole italiane e di Piani educativi personalizzati (PEP) per ciascuno dei milioni di studenti italiani.

Tra parentesi, perchè allo specchio dovrebbero poter dire solo le singole maestre: bella come me non c’è nessuna?

Finiamola una buona volta di parlare di scolaresche, che sono solo delle astrazioni.

Non è forse un’astrazione ogni nome comune: sedia, tavolo, libro, fiume, monte……?

L’avete mai visto il fiume?

L’avete mai visto il mare?

L’avete mai visto il lago?

Oddio, ma non avete detto, voi Maestre care, che i nomi concreti sono solo quelli delle cose che si vedono e si toccano?

E chi, o Maestre, può toccare il fiume?

E chi, o Maestre, può toccare il lago?

E chi, o Maestre, può toccare il mare?

Oddio, posso anche affogare nel Tevere ma non certamente nel fiume!

Oddio, posso anche nuotare nel Garda ma non certamente nel lago!

Oddio, posso anche navigare nell’Adriatico, ma non nel mare.

E, ancora, la vostra beneamata dirigente vi ha chiesto mai di far andare nel suo ufficio l’alunno, e non invece Angelo Scarabeo?

Suvvia, nel mondo in cui viviamo non c’è l’uomo che cercava Diogene!

Ci sono tanti, tanti, tanti bravi bambini, uno diverso dall’altro, tutti diversi, tutti speciali!

E ci sono tante, tante, tante brave maestre, una diversa dall’altra, tutte speciali.

Oddio, ma se sono tutti diversi i nostri venticinque studenti, come facciamo a parlare loro nella stessa lingua?

Mica abbiamo il dono dello Spirito Santo che parlava alle folle e ognuno lo udiva nella propria lingua, come oggi avviene con gli smartphone?

E i nostri studenti mica sono degli smartphone?

Sono milioni i giovani che ogni mattina entrano nelle singole aule delle singole scuole dei singoli comuni delle singole province (almeno fino ad ora!) delle singole regioni delle singole nazioni dei singoli continenti della singola Terra, nel nostro singolo Universo…!

Tutti diversi, tutti speciali, tutti con BES, i nostri studenti!

E allora?

Allora, una soluzione c’è!

Ce l’ha indicata, tra gli altri, il Dottrens, e poi, poi tanti altri grandi maestri e pedagogisti che hanno parlato di personalizzazione educativa, e non di individualizzazione, perché individuo sarai tu, non certamente io!

Personalizzazione educativa che vuol dire Piani educativi personalizzati per tutti i singoli studenti di ogni singola classe di ogni singola scuola…

Una scuola, questa −la più efficiente e la più efficace− della personalizzazione educativa, per studenti tutti con BES.

A proposito di BES, vorrei aggiungere le lamentele delle tante mamme con bambini superdotati di cui spesso nelle nostre scuole non si riconoscono i BES. Qualcuna di queste madri è dovuta emigrare in altri paesi, con il suo figlioletto che ha BES e che a dieci anni doveva andare all’Università, atteso che in Italia non esistono Università che accolgono bambini di dieci anni.

E, allora? Allora? Allora?

Allora, smettiamo di offendere quelli che ci ostiniamo a chiamare bambini superdotati, dotati, senza BES, non riconoscendo a tutti i giovani che frequentano le nostre scuole i loro BES!

E, senza aspettare che la nostra beneamata Ministra Carrozza faccia la sua grande riforma della scuola, rimbocchiamoci le maniche e riconosciamo i BES di cui è portatore ogni figlio di donna.

Come in tante scuole di avanguardia, nelle nostre scuole non ci saranno più classi, scolaresche anonime, ma gruppi di studenti che voi, Maestre, aiuterete a fare da soli, come invocava la bambina alla sua grande maestra Maria Montessori:

“Maestra, aiutami a fare da sola!” 

Nella scuola che noi ci impegniamo a realizzare, sin da domani, sin da oggi, se possibile, a tutti i giovani saranno riconosciuti i loro BES e tutti potranno apprendere, ricercare, scoprire, formarsi secondo i loro BES.

 

Avevo proposto alla Onorevole Ministra Carrozza di chiamare la scuola della sua riforma “scuola della gioia di imparare”.

Aggiungo “secondo i propri BES“:

“scuola della gioia di imparare secondo i propri bes”

 

Mi auguro −e penso che sia l’augurio delle mamme di tutti i giovani− che non si parli più di BES, chiamando ciascuno dei milioni di giovani che frequentano le nostre scuole col loro nome e cognome di padre o di madre.

 

Amiche Maestre e amici Maestri, quanto ve ne saranno grate tutte le mamme e tutti i papà, tutte le nonne e tutti i nonni, di tutti i giovani studenti, tutti con BES!

Maestra ti voglio bene

Maestra ti voglio bene

di Umberto Tenuta

 

Maestra, voglio dirti una cosa, una cosa importante per me.

Voglio dirti: Maestra, ti voglio bene!

Maestra, ti voglio bene, ti voglio un sacco di bene!

Ti voglio un sacco di bene, perché la mattina arrivi sempre con la gioia sul volto tuo bello, con la gioia che ti esce dagli occhi tuoi verdi.

Ti voglio bene, ti voglio un sacco di bene, perché la mattina ci saluti ad uno ad uno, chiamandoci per nome come fai coi figli tuoi.

Ti voglio bene, perché la mattina non sali subito sulla pedana e non ti siedi severa dietro la cattedra, ma resti con noi, in mezzo a noi, e ci domandi ad uno ad uno che cosa vogliamo fare, quale avventura vogliamo correre con la nostra sfrenata fantasia.

Ti voglio bene, perché raccogli tutte le nostre domande, e non privilegi nessuno, ma tutti ci fai sentire importanti, importanti per te.

Maestra, ti voglio bene, perché non dai mai risposte alle nostre domande, ma ci inviti a ripercorrere il lungo cammino degli uomini che si sono poste le stesse domande e si sono impegnati a trovarle, scoprirle, approfondirle sempre più.

Ti voglio bene, perché non ci mortifichi con le tue risposte ma sai aspettare che le risposte le troviamo noi.

Ti voglio bene, perché ci metti subito a disposizione tutti gli strumenti utili a trovare le risposte, strumenti che trovi nel ripostiglio di casa tua, nel ripostiglio della nostra scuola, nelle nostre tasche, invitandoci a portare a scuola tutto quello che la sera precedente la mamma vorrebbe gettare nella spazzatura e che invece viene a riempire il grande laboratorio della scuola.

Maestra, noi tutti ti vogliamo bene, perché non ci costringi a stare ore ed ore in profondo silenzio nei banchi, ma ci fai sedere a gruppi intorno a tavoli che somigliano a quelli intorno ai quali i nostri papà la sera si ritrovano al bar con gli amici.

Ti voglio bene, perché non privilegi nessuno di noi e ci lasci sempre scegliere chi deve coordinare il gruppo, a condizione che ci alterniamo in questo compito.

Ti voglio bene, perché ci dai solo alcuni orientamenti di massima sul lavoro di ricerca che dobbiamo fare noi, tutti assieme, coi contributi di ciascuno di noi.

Ti voglio bene, perché alla fine della ricerca i coordinatori dei gruppi si ritrovano per confrontare e sintetizzare i risultati delle nostre ricerche.

Ti voglio bene, perché alla fine, solo alla fine, tu prendi in mano i risultati delle nostre scoperte e li sintetizzi così bene che ciascuno di noi pensa che tu dici quello che noi abbiamo detto.

Ti voglio bere, perché tu non solo consenti ma anche ci solleciti a registrare e videoregistrare tutto quello che vogliamo con i nostri tablet e  smartphone che ormai ciascuno di noi si porta nelle cartelle al posto dei voluminosi libri di storia, geografia, scienze, italiano…

Ti voglio bene ancora, perché non ci fai annoiare con le scialbe pagine dei nostri libri di lettura ma ci fai leggere, quando ne abbiamo voglia e senza alcuna costrizione, le fiabe più belle, da Andersen a Perrault, a Collodi, a Rodari…

Susanna ti vuole bene, perché non ci obblighi a imparare a memoria le poesie ma ci leggi e ci fai leggere le poesie più belle, lasciando poi a noi la libertà di impararle a memoria, come facciamo con le canzoni ascoltate alla televisione.

Norberto ti vuole bene perchè non ci fai eseguire pagine e pagine di operazioni che per noi non hanno alcun significato, ma ci fai comprendere che cosa significano i simboli + − : x anche ricorrendo a quella storia fantasiosa degli Insiemi che sono il nostro gioco di entrare ed uscire dai cerchi di corda colorata che tu chiami Diagrammi di VENN.

E Roberta ti vuole bene perché non ci fai imparare la Geografia sul sussidiario ma sulle pareti dei palazzi che si trovano vicino alla scuola: là troviamo Rettangoli e Quadrati, Rombi e Trapezi, e ancora ancora Triangoli e Cerchi

La mia compagna Adele ti vuole bene perché ci fai giocare a creare le simmetrie coi fogli di carta, con le tempere e con gli acquerelli sui fogli colorati, e con quello strumento che i nostri babbi ci hanno costruito e che tu chiami GEOPIANO.

Maestra noi, tutti tuoi studenti, piccoli filosofi, e non più  scolari, ti vogliamo bene.

Anche Sandra ti vuole bene, perché ci fai raccontare e illustrare la storia della nostra breve vita, a cominciare da quando la mamma ci portava in giro nel suo pancione.

Filippo ti vuole bene, perché ci fai andare in giro per il nostro paese a scoprire case vecchie vecchie vecchie, che più vecchie non si può, e i nostri genitori ci hanno raccontato che lì abitavano i loro nonni, i nonni dei loro nonni…

Alberta invece ti vuole bene perché ci fai correre per monti e per valli, per fiumi e per mari, per cieli lontani e per mari abissali.

Giuseppe ti vuole bene perchè ci fai dipingere come i veri pittori, con tempere, carboncini, gessetti, pastelli, con le dita sui tablet…Tu sai, Maestra, quanti bei capolavori ogni settimana noi fissiamo sulle grandi tavole appese alle pareti per fare bella la nostra aula che per noi è una casa.

Assunta, poi, ti vuole bene perché non ci fai studiare la grammatica sul libro ma andando alla ricerca, magari sui tablet, delle parole che restano sempre uguali e che tu chiami parole invariabili, e delle parole che invece cambiano le lettere finali A in E, O in I… e ci fai cercare poi anche le parole che si sposano (tu dici coniugano!) con la O, la I, la A, e con IAMO, ATE, ANO.

Alberta ti vuole bene perché ci fai correre per monti e per valli, per fiumi e laghi, per terre lontane e vicine; perché ci fai costruire un monte di sabbia e di argilla sul quale versiamo bottiglie di acqua che scompaiono per poi riapparire come sorgenti di acqua pura.

Maestra, non dico poi quanto ti vuole bene Angela per la musica che accompagna sempre e in un sottofondo leggero le nostre attività e perchè ci fai apprendere a suonare il flauto dolce che noi preferiamo ad ogni altro strumento, dopo i coperchi, i barattoli, i fischietti…

E tutti, poi, o nostra maestra, ti vogliamo bene perché tu ci somigli tanto, sempre a giocare con noi, bambina piccola, la più grande bambina che noi abbiamo mai conosciuto e che somiglia tanto alla mamma nostra.

 

Maestra, solo un giorno, noi non ti vogliamo bene!

Il sabato.

Quando la campanella della scuola suona a mortuorio e noi dobbiamo andare via, sapendo che la domenica non possiamo venire scuola.

 

NB

Maestre  e  nomi sono personaggi di pura fantasia, ma il mio augurio è che in essi si ritrovino tutti gli studenti delle nostre amate scuole e tutti i maestri che ogni giorno vivono la festosa gioia di conoscere e di apprendere di tutti i giovani che nelle aule delle nostre scuole vivono la meravigliosa avventura della loro nascita alla condizione umana, la più grande avventura delle donne e degli uomini di tutti i tempi, grandi e piccini che essi siano.

 

Maestra aprimi il tuo sacco. Maestra, voglio giocare

Maestra aprimi il tuo sacco. Maestra, voglio giocare

di Umberto Tenuta

Maestra, voglio giocare a correre, a correre, a correre non so dove.

Voglio  affacciarmi al muro di cinta per guardare che c’è dietro, un mistero che mi affascina, un mistero che mi trascina; un mistero che non mi dà pace.

 

Maestra,voglio sapere chi sei, voglio sapere donde vieni, dove vai, con chi stai, perché mi guardi.

Voglio sapere che cosa hai fatto ieri, avant’ieri, e l’altro ieri ancora,

E poi, Maestra, voglio sapere che cosa farai domani, voglio sapere che cosa ci racconterai domani, voglio sapere che cosa ci leggerai domani.

 

Maestra, ti prego, non essere distratta, distratta dalle mille voci che nella nostra aula risuonano.

Maestra, ascoltami, ascolta me, perché io ho da chiederti tante cose, cose importanti per la mia vita, importanti come le cose e come le persone della tua vita.

Maestra, voglio sapere perché il  tuo bicchiere è sempre pieno sulla tua cattedra.

 

Maestra, guardami, guardami negli occhi, guardami e sorridimi.

Maestra, parlami con la tua voce dolce, dolce dolce come quella della mamma mia.

Maestra, fammi venire alla tua scrivania per ascoltarmi meglio, per sentire meglio la mia voce sottile.

Maestra, accarezza le mie guance e posa la tua mano delicata sui miei occhi curiosi.

 

Maestra, fammi correre ancora nei prati fioriti della mia infanzia, della mia fanciullezza, della mia adolescenza.

Maestra, voglio correre correre correre, andare lontano lontano lontano, là dove il cielo tocca la terra, là dove il sole tramonta la sera, là dove il sole sorge al mattino.

 

Maestra, voglio farti tante domande, voglio chiederti tanti perché, tanti dove, tanti quando.

Maestra, sto guardandomi attorno da quando sono nato, da quando ho aperto gli occhi la prima volta e dietro il vetro del mio nido c’era il nonno che mi aspettava.

Ed io gli ho regalato il mio primo sorriso.

 

Maestra, tu lo sai quante carezze mi ha fatto la mamma mia, quand’ero nel suo grembo caldo.

Maestra, tu lo sai quante volte, quante volte la mamma mia dolce mi ha fatto ascoltare le musiche di Johann Sebastian Bach che le infermiere mi hanno fatto riascoltare appena nato, nel nido.

Maestra, tu lo sai quante e quante volte mi muovevo nel grembo materno per esplorare le sue calde pareti.

Maestra, tu lo hai quanta fretta io avevo di esplorare con le mie mani il volto della mamma mia.

Maestra, tu lo sai quanto mi piacevano i miei primi vocalizzi, le mie prime sillabe, la mia prima parola: mamma!

 

Maestra, tu sa tante cose, tante cose di te, tante cose del mondo, del mondo di ieri e del mondo di oggi.

Maestra, io ho cominciato ad esplorare il mondo della mamma mia, il mondo del babbo mio, il mondo dei miei fratelli di sangue e di gioco.

 

Ora, Maestra, io ti voglio rivolgere tante domande, voglio porti tanti tanti tanti perché.

Maestra, voglio chiederti chi sei; voglio chiederti come ti chiami; voglio chiederti come si chiamano i figlioletti tuoi; e voglio chiederti come si chiama la mamma tua.

 

Maestra, io voglio chiederti un sacco di cose, un sacco grande come quello della Befana.

Maestra, io so che il tuo sacco è pieno, ma io so che il tuo sacco lo riempi ogni giorno di più, per la gioia dei tuoi figli e per la gioia dei bambini della scuola tua.

 

Maestra, ti posso fare una domanda?

Maestra, cosa c’è dentro il tuo sacco? 

Maestra, grazie del bacio che mi dai mentre ti disponi ad aprire il tuo sacco!

Pianto di compiti non fatti e pianto di compiti da fare

Pianto di compiti non fatti e pianto di compiti da fare, referendum no

di Umberto Tenuta

 

Pianti di compiti non fatti e pianti di compiti da fare, aboliti da oggi e non da domani! 

Non credo che questi pianti non arrivino anche a Lei, Onorevole ministra a Carrozza.

Pianti, e non gioia, non gioia, gioia di vivere la propria giovinezza, gioia di mordere i frutti terrestri, gioia di crescere, gioia di divenire adulti!

 

I due grandi personaggi sono stati prontamente ricoverati ed operati, restituiti alla vita nei migliori Ospedali di Francia e d’Italia.

Ma i nostri giovani studenti in quali scuole li abbiamo costretti a ritornare anche nel nuovo anno?

Non ci siamo scambiati, noi adulti, gli auguri di Buon Anno Nuovo!

E ai nostri giovani studenti quale nuovo anno offriamo?

E quale ancora il prossimo anno?

Non le sembra, Onorevole Ministra, che ai nostri giovani studenti non viene riconosciuta affatto l’urgenza di una scuola che non mortifica nessuno, che non respinge nessuno, che a tutti i giovani studenti offre, anche nelle sue mura, la gioia di vivere, la gioia di alimentarsi, la gioia di crescere, la gioia di divenire adulti?

 

Onorevole Ministra, i nostri giovani studenti non possono attendere gli inutili referendum che i Suo Magnifici Esperti Le hanno suggerito, per sfuggire ancora ancora ancora alle loro responsabilità di esperti dei problemi della formazione dei giovani.

I giovani non possono attendere!

Nessuno li può costringere ad aspettare.

Perciò, la Riforma della scuola va fatta subito, con urgenza; va fatta immediatamente.

 

Quale riforma?

Basta raccogliere, come dicevamo altrove, le Indicazioni già presenti in tutti i programmi di tutte le riforme dal 1950 ai nostri giorni.

 

Il nome della sua Riforma?

LA SCUOLA DELLA GIOIA DI IMPARARE

 

Si chiede, chiede ai Suoi Magnifici Esperti −chiederà anche a me, se vuole− come può essere realizzata una siffatta scuola?

Chieda, chieda soprattutto ai Suoi giovani studenti, come si fa nella Sua università, quale scuola, quali docenti essi amano, seguono con amore, appassionatamente.

 

Studenti, dal latino studium, amore del sapere, filosofia.

Filosofi già nel grembo materno, filosofi appena nati, filosofi già nei primi tre anni della loro vita.

A quattro anni hanno già sviluppato metà della loro intelligenza!

E poi?

Poi una scuola della gioia di imparare nella loro seconda infanzia, nella loro fanciullezza, nella loro adolescenza, nella loro giovinezza.

 

Edifici, arredi, strumenti per l’apprendere…

Sì, sono importantissimi.

Ma sono i grandi Maestri i più importanti protagonisti del successo formativo di tutti i figli di donna che popolano le Sue scuole, Onorevole Ministra!

 

E, allora?

Allora, Onorevole Ministra, pensi ai Suoi maestri, Ella, Maestra dei maestri!

Assicuri ai Suoi maestri le migliori condizioni perché essi possano dedicare i loro tempi scolastici e i loro tempi extrascolastici alla loro formazione continua ed alla formazione dei giovani che ogni mattina li attendono a scuola, con gioia e non con preoccupazione.

Assicuri ai Suoi uomini di scuola le migliori condizioni perchè essi possano dedicarsi ai loro giovani studenti, con la stessa passione con la quale si dedicano quotidianamente alla crescita del loro figli!

 

Ricordo ancora, da tempi lontani, un detto che si ritrovava sulle bocche dei maestri di un tempo: io amo i miei studenti come i miei figli! 

A parte la retorica, Onorevole Ministra, faccia in modo che questo siano messi in condizione di poter dire tutti i maestri, tutti i dirigenti scolastici di tutte le sue scuole, di tutte le scuole d’Italia.

 

Occorreranno iniziative di formazione −e non solo di aggiornamento− degli operatori scolastici.

Recuperi per tali iniziative tutti gli sperperi che si fanno oggi, e sono tanti, anche nelle scuole, e non solo per le gite scolastiche che molto spesso sostituiscono le visite di istruzione nei dintorni delle scuole italiane, tutte circondate da fiumi e da terre, da case e chiese geometriche, dalle vestigia degli antichi Padri…

Occorrerà anche che tutti i docenti siano specialisti, e allora faccia che ogni docente curi le attività a lui più gradite, a prescindere dai titoli di studio che poco contano.

Occorrerà che siano abolite le militaresche classi, e le abolisca, Onorevole Ministra, promuovendo la formazione di gruppi mobili di studenti a seconda delle loro caratteristiche personali e delle attività da volgere!

Occorre cambiare anche i sistemi di valutazione?

Prima di utilizzare gli ossessivi, costosi, inutili questionari, faccia utilizzare le schede personali degli alunni, perché ogni docente conosca bene i suoi studenti come le madri i loro figli.

Conoscere per educare!

Valutazione formativa e non valutazione selettiva che è un anacronismo nell’epoca del diritto all’educazione!

 

Chiedo scusa se ho esemplificato, perché non era necessario.

Ella ed i Suoi Magnifici Esperti sanno bene che cosa occorre fare!

Ciò che occorre fare, lo si faccia oggi, e non domani!

Si risparmi la fatica del Referendum!

Regali invece alle Scuole italiane la più grande riforma della storia patria.

Gliene saranno grati tutti i giovani studenti, tutti i loro preoccupati genitori, nell’ormai consolidato rapporto di assistenti ai compiti dei loro figli.

Gliene saranno grati tutti gli italiani, nella consapevolezza che domani avranno una società migliore, una società del benessere morale e materiale più elevato, nella certezza che avranno, che avremo tutti, una società più felice di quella attuale

 

Ancora grazie, Onorevole Ministra Carrozza, per l’anno felice che Ella, seppure con qualche giorno di ritardo, vorrà regalare alle Italiane ed agli Italiani tutti!

 

Referendum sulla scuola: il perder tempo a chi più sa più spiace

Referendum sulla scuola: il perder tempo a chi più sa più spiace

di Umberto Tenuta

 

Di Referendum sulla scuola ne sono stati già fatti troppi, sin dagli anni ‘50.

E anche di Riforme.

E perciò osiamo dire che ogni nuovo Referendum aggiunge solo poco a quello che già sappiamo ma non realizza il cambiamento della scuola italiana.

Se la scuola si vuole veramente riformare, basta fare un’antologia delle proposte già fatte e peraltro già codificate nei programmi emanati dal 1950 ai nostri giorni, a cominciare da quelli del 1955 per la scuola primaria.

Il cambiamento della scuola italiana non lo si realizza con nuovi referendum, i quali avrebbero il solo risultato di perdere altro tempo prezioso, tempo che la scuola italiana non può più permettersi di perdere.

 

Riandiamo all’incipit dei Programmi del 1955.

<<I presenti programmi comprendono l’indicazione del fine assegnato alla istruzione primaria; la descrizione della via da seguire per raggiungere il fine stesso; un complesso di suggerimenti, desunti dalla migliore esperienza didattica e scolastica.

Sotto il primo riguardo (indicazione del fine dell’istruzione primaria) i programmi hanno carattere normativo e prescrivono il grado di preparazione che l’alunno deve raggiungere: ciò per assicurare alla totalità dei cittadini quella formazione basilare della intelligenza e del carattere, che è condizione per un’effettiva e consapevole partecipazione alla vita della società e dello Stato. Questa formazione, anteriore a qualunque finalità professionale, fa si che la scuola primaria sia elementare non solo in quanto fornisce gli elementi della cultura, ma soprattutto in quanto educa le capacità fondamentali dell’uomo

Le indicazioni attinenti al secondo aspetto dei programmi (la via o metodo da seguire per il raggiungimento degli scopi dell’istruzione primaria) non hanno il medesimo carattere normativo delle precedenti; poiché lo Stato, se ha il diritto e il dovere di richiedere l’istruzione obbligatoria, non ha una propria metodologia educativa. Va tuttavia osservato che le indicazioni di questo secondo gruppo sorgono come sintesi concorde e spontanea dalla meditazione sui problemi attuali dell’educazione e dell’insegnamento. Esse si riconducono anzitutto alla nostra tradizione educativa umanistica e cristiana: cioè al riconoscimento della dignità della persona umana; al rispetto dei valori che la fondano: spiritualità e libertà; all’istanza di una formazione integrale.

Da qui derivano: la necessita di muovere dal mondo concreto del fanciullo, tutto intuizione, fantasia, sentimento; la sollecitudine di fare scaturire dall’alunno stesso l’interesse all’apprendere; la cura di svolgere gradualmente le attitudini all’osservazione, alla riflessione, all’espressione; la costante preoccupazione di aiutare in tutti i modi il processo formativo dell’alunno senza interventi che ne soffochino o ne forzino la spontanea fioritura e maturazione; la consapevolezza, finalmente, che scopo essenziale della scuola non è tanto quello di impartire un complesso determinato di nozioni, quanto di comunicare al fanciullo la gioia e il gusto di imparare e di fare da se, perché ne conservi l’abito oltre i confini della scuola, per tutta la vita>>.

 

Non si ponevano già in quei Programmi gli obiettivi di una scuola nuova?

Innanzitutto la gioia e il gusto…

Basterebbe questo per realizzare la più grande riforma della scuola italiana.

E poi imparare…e fare da sé, perché ne conservi l’abito oltre i confini della scuola, per tutta la vita.

Che altro oggi deve e può  fare la scuola?

Forse oggi è possibile imparare a scuola quello che servirà domani?

 

E, allora, basta che la scuola coltivi la gioia e il gusto di imparare e promuova i la capacità di imparare e fare da sé.

 

Oggi siamo già ritornati al villaggio globale.

Tutto ciò che occorre sapere saper fare saper essere si trova a nostra disposizione, utilizzando le tecnologie che già oggi sono nelle mani dei nostri bambini sin dalla loro nascita.

 

E, allora, onorevole ministra Carrozza, non perdiamo ancora tempo, chè il perdere tempo a chi più sa più spiace!

 

Metta all’opera i suoi illustri Esperti per trarre, dai Programmi emanati dal 1955 ai nostri giorni e dalla sconfinata letteratura pedagogica del XX e XXI secolo, le indicazioni di massima −di più non si può!− per realizzare oggi, e non dopodomani, quando, purtroppo, forse Ella non sarà più la nostra beneamata Ministra, la più grande riforma che mai sia stata realizzata e che è necessario realizzare oggi:

una scuola della gioia e del gusto di imparare perché…

−una scuola della formazione basilare della intelligenza e del carattere

 

Onorevole ministra Carrozza, La prega un giovane vecchio maestro.

La prega perché i giovani crescono e non possono aspettare l’analisi dei risultati dei Suoi referendum che, peraltro, non sappiamo quanto possano e sappiano essere veritieri.

Docenti di sostegno lingue musica e canto: docenti specialisti tutti!

Docenti di sostegno lingue musica e canto: docenti specialisti tutti!

di Umberto Tenuta

 

Docenti di sostegno, di lingue, musica e canto, docenti specialisti tutti!

Docenti specialisti…, sì, mi va bene, mi va bene, mi va bene!

Ma per tutti gli alunni, e non solo per quelli…, quali di grazia?

…Quelli con i bisogni educativi speciali?……

Ma io non avevo bisogni educativi speciali? E tu non avevi bisogni educativi speciali? E loro non avevano bisogni educativi speciali? Che forse dei sette miliardi di esseri umani che vivono sulla faccia della terra solo due sono uguali?

Come me non c’è nessuno! Come te non c’è nessuno! Come tua sorella non c’è nessuno! Come… non c’è nessuno! Ognuno di noi irripetibile, unico, da Guinness dei Primati.

Ma forse non siamo tutti principesse allo specchio?

Dì… dì…dì, mio bello specchio: chi è la più bella del rame?

 

Quando lo capiranno al MIUR? Ma chi ci sta al MIUR?

Suvvia, facciamola veramente, una buona volta, questa Riforma della scuola che farà felici tutti, maestri e studenti!

Alunni diversi, tutti con Bes! Maestri diversi, per tutti e di tutti.

 

Oddio, ma dove li troverò tanti maestri specialisti, dirà la nostra beneamata Ministra!

Ma, da’! Veda che tutti i docenti sono diversi! Ce ne sono solo due uguali?

Chi ama Leopardi e chi Muzio Scevola, chi il Panama e chi Beethoven…

 

All’inizio dell’anno i Dirigenti scolastici dicono ai loro docenti tutti: mi scriva ciascuno quello che nei suoi sogni voleva insegnare!

Poi, dicono ai loro esperti di formazione delle scolaresche di non farle più in base alle classi di età, come per il servizio militare, ma per i tanti amori di cui gli esseri umani sono tutti innamorati: amore della poesia, amore della storia, amore di Gea, amore di Bach, amore del Canova…

 

Cose dette, cose sperimentate, cose teorizzate, cose dimenticate!

 

Ora, ora o mai più, Onorevole Ministra!

Ora a Lei la Riforma delle riforme, la Controriforma: ogni studente, come nella vita, avrà tanti maestri, ciascuno il migliore di quelli sul mercato!

 

E sarà un canto di gioia la mattinata della mia Professoressa, una mattinata sprecata a leggere poesie, ma alla fine della mattinata i suoi studenti le confesseranno: sì, Maestra, ma noi abbiamo pianto, sì abbiamo pianto di gioia nel leggere le sue belle poesie!

E che dire del mio Professore universitario che animava i monti e le valli, i fiumi senza fine e le vette inabissate nei cieli?

E che dire di quella giovane Inglesina che tutti i suoi studenti capivano nella sua lingua madre e le chiedevano: non andare via, non andar via, resta con noi!

 

Orsù, una scuola nuova, senza banchi allineati; una scuola con gli studenti intorno ai tavoli per i banchetti di amore della Istoria patria, dei canti dell’Infinito, delle musiche della Nona, della Lingua dei padri, di ogni gioia che il disio miri!

 

Onorevole Ministra, Ella sola può fare buon uso delle risorse grandi che sono nelle nostre scuole, risorse inespresse, risorse da coltivare come miniere di diamanti da regalare a tutti i nostri giovani studenti, studenti e studentesse, tutti e tutte innamorati della gioia di imparare, di bere alle fonti del sapere, di crescere, di diventare grandi: Excelsius!

 

Onorevole Ministra, Le grido anch’io, come gli studenti della mia amica Professoressa: abbiamo pianto di gioia tutte le ore di tutti i giorni della settimana, ma soprattutto il sabato, perchè la domenica non potevamo venire a scuola!

 

CERVELLO NUTRIZIONE E BENESSERE

CERVELLO NUTRIZIONE E BENESSERE

 

Paolo Manzelli Programma NUTRA-SCIENZA 2014 ;pmanzelli.lre@gmail.com

 

 

 Premessa : Alimentazione e salute mentale

 

L’alimentazione è uno dei determinanti del benessere psico-fisico  in quanto la informazione epigenetica derivante dal cibo conduce a modificare la espressione del DNA nell’ azione metabolica , agendo nell’influenzare lo stato di salute;

Ciò che mangiamo ha forti influenze sugli stati mentali .Fin dall’antichità il consumo di cibo e bevande è stato collegato all’ umore e quindi a stati di soddisfazione o di malessere.

Piu’ recentemente il cibo e’ stato riduttivamente percepito come un mezzo che fornisce energia e materiali molecolari di costruzione per il rinnovamento del corpo, e pertanto poco si e detto sull’ apporto del “ cibo come informazione” che agendo nei circuiti neuronali attiva il controllo cerebrale su quanto ingeriamo, cosi che la mente nel suo complesso viene ad essere  l’ elemento  fondamentale per il controllo metabolico ed il mantenimento dello stato di salute. Pertanto oggigiorno per correlare opportunamente alimentazione e salute e benessere  psicofisico e’ necessario riflettere su  come la salute mentale passi attraverso i nostri comportamenti alimentari e come viceversa uno stato di benessere emotivo e psicologico faciliti l’ attivita’ di controllo cerebrale sui processi metabolici che permettono al cervello di partecipare costruttivamente al mantenimento dello stato di salute e di invecchiamento attivo dalla nascita fino a tarda eta.

 

Il Cervello come organo del controllo della nutrizione.

 

In primo luogo e importante considerare come i processi mentali catalizzino le sensazioni di fame e sete , e il senso di soddisfazione e quindi di limite della necessita di ingestione di alimenti ; tali sensazioni sono conseguenti alla produzione nell’ ipotalamo di due ormoni : la leptina e la grelina. Questi due ormoni regolano infatti l’appetito (attivandolo a Grelina) e il senso di sazietà (attivato dalla Leptina)ed nell’ insieme agiscano in modo da anticipare le necessita metaboli stimolando l’ ipotalamo nell’ emettere segnali di fame e di sete. Ritmi alterati di vita ( es insonnia) determinano un aumento della grelina e in corrispondenza una diminuzione della leptina , perche tendono ad aumentare il consumo di cibo per recuperare energie psicofisiche Pertanto il controllo cerebrale della produzione di tali ormoni antagonisti e’ decisivo e cio significa che le attivita mentali hanno una influenza notevole fin dall’ inizio sulle attivita metaboliche .Lo stress favorisce comportamenti alimentari scorretti, mentre il benessere ed anche il buonumore che nasce ad es. dal cenare assieme agli amici, provocando uno stato di buona predisposizione al cibo, sono prodromi necessari a favorire una buona alimentazione che certamente dipende da molteplici altri fattori che in vero il cervello, come organo di controllo alimentare, e’ capace di analizzare e coordinare. Purtroppo delle potenzialita’ del controllo cerebrale sulla alimentazione, sia la medicina tradizionale cosi come la neurologia, se ne accorgono normalmente solo nei casi estremi di anoressia e bulimia; cio’ proprio in quanto il business in campo medico e’ la cura anziche’ la prevenzione della salute. .

 

FOOD to THINK

 

Egocreanet (Onlus di R&S) nel proprio programma “NUTRA-SCIENZA  “FOOD to THINK” 20014”, si propone di mettere in evidenza come lo stato emotivo e l’umore siano regolati dall’equilibrio di un certo numero di neurotrasmettitori che agiscono da catalizzatori di informazione nelle reti neuronali . Il nostro cervello produce infatti dei neurotrasmettitori, chiamati endocannabinoidi, che agiscono colpendo gli stessi bersagli cellulari attivati dalla marijuana (in latino, Cannabis).In particolare i cannabinoidi endogeni agiscono da molecole segnale che utilizzano gli stessi recettori della cannabis,e che quindi hanno un forte impatto  sulla neuro-genesi e quindi sulla regolazione della neurotrasmissione e dei flussi ormonali ed infine sulla risposta immunitaria. 

Pertanto tale complessa regolazione di informazione prodotta dal cervello va ad interagire con la alimentazione ed il suo metabolismo , per tramite la circolazione di neurotrasmettitori ,anche di quelli prodotti dal cervello enterico, quali la serotonina e le beta-endorfine, che sono fortemente influenzati dall’assunzione di zuccheri, producendo così un aumento del pool di serotonina disponibile. Il cervello inoltre controlla  il sistema ormonale ed infatti modula, attraverso una rete di ricettori del gusto situati non solo nelle lingua ma anche nell’ intestino nel cuore e nei polmoni. Cosi ad es viene modulato il  sistema di regolazione dei due i due ormoni antagonisti ( Insulina e Glucagone) prodotti dal pancreas, i quali consentono di mantenere entro un appropriato intervallo la glicemia, ovvero la concentrazione di glucosio disciolto nel sangue.

 

Inoltre il Cervello controlla la produzione di tutti gli enzimi che permettono la digestione del cibo , dalla ptialina nella saliva,che inizia la trasformazione in zucchero carboidrati del pane pasta e del riso .ecc.. ; e quindi induce la produzione del succo gastrico contenente enzimi dello stomaco, tra quali la pepsina che assieme all’acido cloridrico inizia la digestione delle proteine ed anche la rennina che fa coagulare il latte e lo rende più digeribile ecc. Il cervello inoltre controlla come far passare il cibo attraverso il piloro (in greco “custode della porta“) che è la valvola posta tra lo stomaco e il duodeno, in modo che piccole porzioni del bolo possano essere neutralizzate sistematicamente dalla bile Infatti gli enzimi dello stomaco hanno bisogno di un ambiente acido,mentre gli enzimi del primo tratto dell’ intestino tenue necessitano di un ambiente alcalino . La neutralizzazione avviene per un controllo stechiometrico attuato dal cervello su il flusso della bile immesso dalla cistifellea ( una vescichetta correlata al fegato che sgocciola un liquido amaro giallo-oro essenziale alla digestione dei grassi). La bile e’ prodotta dal fegato ed e’ immessa puntualmente nel duodeno in quantità variante in correlazione al flusso determinato dalla apertura del piloro . Infine il cervello controlla tramite il nervo vago le attivita di motilita’ intestinale cosi che ‘intestino tenue copie la sua fase di digestione del cibo con l’aiuto degli enzimi prodotti dai batteri in un ambiente simile alla schiuma del sapone che permette alla bile di disintegrare sistematicamente i grassi. Dopo di cio’ i residui liquidi passano nell’intestino crasso (detto anche colon- lungo circa un metro e settanta) dove agisce la simbiosi con i batteri intestinali che e’ anche essa controllata indirettamente dal cervello tramite il complesso sistema di informazioni, in modo da favore la biocenosi tra uomo e batteri, in modo da permettere la assimilazione dei nutrienti ricavati dalla alimentazione. Alla fine dell’ intestino crasso si ha la espulsione dei residui e dei batteri non piu attivi. In tal modo quasi tutti gli alimenti ingeriti vengono trasformati nelle sostanze essenziali alla vita. glucosio, amminoacidi, acidi grassi , glicerina, vitamine ed altri metaboliti. In parte essi sono assorbiti direttamente dai villi intestinali e immessi nel sistema dei vasi sanguigni e linfatici filtrando attraverso la parete intestinale, altri sono raccolti e condotti , sotto un preciso controllo del “sistema neuronale enterico,” dalla vena porta al fegato per poi essere utilizzati nel metabolismo generale, che e’ sostanzialmente modulato mediante il ritmo del flusso sanguigno, armonizzato in funzione della necessaria costanza del metabolismo neuronale che di fatto e quello che ci permette di vivere per un certo numero di anni favorendo un nostro invecchiamento attivo ben controllato dalle nostre attivita’ cerebrali.

 

Conclusione .

 

Il programma NUTRA SCIENZA  “FOOD to THINK” – 2014 , pone in rilievo la necessita di sviluppare la tematica “CIBO per PENSARE” capace di ottimizzare il metabolismo alimentare per migliorare la qualita della vita psico-fisica ed il benessere visto in termini di prevenzione  della salute da giovani fino a tarda eta’, evitando condizioni di malnutrizione mediante la valorizzazione del componenti nutraceutici sia dei cibi naturali che fortificati o nutraceutici, in diete particolarmente funzionali allo sviluppo evolutivo delle funzionalita di controllo celebrale sulla alimentazione. I

In particolare  la sezione progettuale “Nutra-Africa” verra realizzata in una ottica di cooperazione Europea ed internazionale di Horizon 2020 con i paesi emergenti dell’ Africa.

 

 

BIBLIO ON LINE

 

http://www.coripe.unito.it/files/9_6_gentile.pdf

http://www.giornaledicardiologia.it/allegati/00669_2008_04/fulltext/S1-4_2008_10%2074-82.pdf

http://dabpensiero.wordpress.com/2013/11/03/cervello-nutrizione-e-benessere-la-nuova-visione-paolo-manzelli/

http://pforster.ch/ShiatsuLuigina/070923/Luigina070923Bioggio.html

http://dabpensiero.wordpress.com/2013/01/08/gut-brain-axis/

https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=17323

http://www.edscuola.it/archivio/lre/alimentazione_e_metabolismo.pdf

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http://www.edscuola.it/archivio/lre/nutrigenomica.pdf

http://www.egocrea.net/MALNUTRITION_IN_AFRICA.pdf

https://www.facebook.com/groups/483765628411000/?fref=ts

https://www.facebook.com/groups/195771803846822/?fref=ts

Libri ed Articoli

LIBRI di Umberto Tenuta

  1. 1.    UMBERTO TENUTA, Il Piano dell’offerta formativa ¾ Moduli e unità didattiche – La programmazione nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2001, con CD-ROM;
  2. 2.    UMBERTO TENUTA, La flessibilità nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2002;
  3. 3.    UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità nell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998;
  4. 4.    UMBERTO TENUTA, I numeri in colore, LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illu­strato a colori, 1994;
  5. 5.    UMBERTO TENUTA, L’ambito matematico-scientifico, in: FIORIN I. (a cura di), L’innovazione nella scuola elementare, La Scuola, Brescia, 1994;
  6. 6.    UMBERTO TENUTA, Itinerari di Logica Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA, 1992, ill., pp. 344;
  7. 7.    UMBERTO TENUTA, Itinerari aritmetici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp. 256;
  8. 8.    UMBERTO TENUTA, Itinerari geometrici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp. 244;
  9. 9.    UMBERTO TENUTA, Educazione matematica, in: AA.VV., 85-Nuovi Programmi, Fratelli Conte, Napoli, 1985 e 1986;

10.UMBERTO TENUTA, Tecnologie  nei processi di apprendimento per alunni in situazione di handicap, in BALDI M., I QUADERNI INTERMEDIA NUMERO 1, Cava dei Tirreni, 2001;

11.UMBERTO TENUTA., Le finalità formative da perseguire attraverso le tecnologie multimediali, in STIO R., L’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica, PROVVEDITORATO STUDI, SALERNO, 2001;

12.UMBERTO TENUTA L’attività educativa e didattica nella scuola elementare – Come organizzare l’ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989.

2−ARTICOLI di umberto tenuta
pubblicati nella rubrica PSICOSOCIOPEDAGOGIA&METODOLOGIADIDATTICA
della rivista        EDUCAZION&SCUOLA
http:/www.edscuola.it/dida.html

  1. Le finalità formative della personalità
  2. Riforma Scuola e Successo formativo
  3. Aggiornamento: Essere o non essere docente
  4. Superdotati, Ipodotati e Normali: quale Scuola?
  5. Personalizzazione formativa per tutti gli alunni
  6. Compiti a casa
  7. Una Scuola per gli Studenti
  8. PON e aggiornamento dei docenti
  9. Leggere, quale gioia!
  10. Raccomandazioni Pedagogico-Didattiche
  11. Metacognizione metodologico-didattica
  12. Primo Impegno del Docente
  13. Programmare
  14. Imparare ed Insegnare
  15. Immagini e Concetti
  16. La Metafora della Macchina Fotografica
  17. Antologia
  18. Docente Vagabondo
  19. Vagabondo ma non Errabondo
  20. Itinerari Didattici: La Misura
  21. Lezione Frontale o Ricerca?
  22. Storia
  23. Addizione – Parte Prima
  24. Addizione – Parte Seconda
  25. Addizione – Parte Terza
  26. Sottrazione – Parte Prima
  27. Rettangolo
  28. Unità Didattiche in Rete
  29. Moduli e Unità Didattiche in Rete
  30. Alunno che apprende
  31. Amore della Lettura
  32. Andare a zonzo
  33. Appassionare la Classe
  34. Apprendimento del Leggere e dello Scrivere
  35. Atteggiamenti Capacità Conoscenze
  36. Aule Multimediali
  37. Autonomia Essenziale
  38. Bisogno di Autorealizzazione
  39. Colori a Tempera
  40. Conoscenze Capacità Atteggiamenti
  41. Costruzione di Triangoli
  42. Decalogo Didattico
  43. Decalogo Esami
  44. Decalogo Scuola Autonomia
  45. Didattica e Autonomia
  46. Didattica: Cuore dell’Autonomia
  47. Diritti degli Alunni
  48. Docente Pedagogo
  49. Educare o Istruire
  50. Feste di Fine Anno
  51. Formazione
  52. Fotografie a colori dei nostri alunni
  53.  Genitori e Scuola
  54. Gioia di Imparare
  55. Gioia di imparare / Gioia di insegnare
  56. Gioia e Gusto di Imparare
  57. Imparare a Programmare
  58. Imparare è Inventare
  59. Itinerari di Apprendimento
  60. Learning by Doing
  61. Matematica: come superare il gap
  62. Materiale Didattico
  63. Obbligo e Gioia di Imparare
  64. Obbligo Scolastico e di Apprendimento
  65. Obiettivi Formativi da Raggiungere
  66. Obiettivi Formativi e Competenze
  67. Obiettivi Specifici di Apprendimento
  68. Obiettivi: come districarsi?
  69. PC & Didattica
  70. PC in Aula
  71. PC per…
  72. Per non Bocciare
  73. Poesia a Scuola
  74. POF: Obiettivi e Competenze
  75. Principi Metodologico-Didattici
  76. Problemi Matematici
  77. Promuovere o Bocciare?
  78. Rana di Negroponte
  79. Recupero Sostegno Approfondimento
  80. Sentieri, Rotte e Stelle Polari
  81. Sistema Educativo di Informazione e Educazione
  82. Sostegno e Recupero
  83. Tangram
  84. Tecnologie Multimediali
  85. Tecnologie Multimediali e Didattica
  86. Tecnologie Multimediali per Apprendere
  87. Utilizzazione Didattica dell’Abaco
  88. Valutazione Selettiva o Formativa
  89. Insegnare o promuovere l’apprendimento?
  90. Scuola Nuova
  91. Matelandia Paganese
  92. Bussola
  93. Divisione Canadese
  94. Eurocentesimi
  95. Gioia Tavola Pitagorica
  96. Incolonnamento
  97. Probabilità
  98. Ricerca ed Internet
  99. Ricerca Modello
  100. Scrittura Posizionale dei Numeri
  101. Unità Didattiche su Internet
  102. Calcolatore lineare
  103. Blocchi logici
  104. Come si costruisce
  105. Abaco
  106. Bilancia Matematica Virtuale
  107. Logo
  108. Logo Multimediale
  109. Regioni d’Italia
  110. Abilità relazionali e comunicative
  111. Accoglienza Disabili
  112. Approccio all’Euro
  113. Continuità educativa
  114. Educazione alla Salute
  115. Educazione alla Salute Progettazione
  116. Individualizzazione dell’Insegnamento
  117. Integrazione Alunni H
  118. Nuove Tecnologie e Offerta Formativa
  119. Nuovo Curricolo Scuola di Base
  120. Orientamenti ’91: Spazio Ordine Misura
  121. Orientamento
  122. Psicopedagogia empiristica
  123. Programmazione Didattica Modulare
  124. Ruolo Docente nella Scuola dell’Autonomia
  125. Scuola Autonomia e Successo Formativo
  126. Tecnologie Multimediali: Finalità Formative
  127. Accoglienza del Bambino Disabile nella Scuola
  128. Ancora Programmi?
  129. Aggiornamento
  130. Autonomia: dai discorsi alla realizzazione
  131. Bisogni Formativi dei Docenti
  132. Blocco della Riforma dei Cicli
  133. Bush e la Riforma
  134. Cantiere Autonomia
  135. Campo di Battaglia
  136. Cinque anni non e’ un problema
  137. Decalogo per un ministro dell’Istruzione
  138. Dopo il Piano dell’offerta formativa
  139. Ed ora che cosa cambia?
  140. Educazione Sessuale
  141. Essenziale
  142. Fare Scuola Bene
  143. Fine Anno – Inizio Anno
  144. Flessibilità Flessibile
  145. Funzioni Obiettivo
  146. Funzioni Obiettivo: Docenti e Dirigenti
  147. Handicap e svantaggio socioculturale
  148. Individualizzazione dell’Insegnamento
  149. Individuazione e Assegnazione delle Funzioni Obiettivo
  150. Inflazione della didattica
  151. Ingorgo di Riforme
  152. Integrazione delle attività integrative
  153. Integrazione Portatori Handicap: Documento ‘Falcucci’ (1975)
  154. Moduli Didattici e Unità Didattiche
  155. Monitoraggio dei Monitoraggi
  156. Non basta un Cd-Rom
  157. Obiettivi Formativi
  158. Onda anomala e Ritmi di Apprendimento
  159. Parità, Qualità, Centralità degli Studenti
  160. Piano dell’offerta formativa
  161. POF in CD-ROM
  162. Precarietà didattica
  163. Rapporto Bertagna 1
  164. Rapporto Bertagna 2
  165. Rapporto Bertagna 3
  166. Rete per l’Aggiornamento
  167. Riforma della Riforma
  168. Riforma dentro le aule
  169. Riforma più Urgente
  170. Riforma Moratti 1
  171. Schema per l’Elaborazione del POF
  172. Scuola per star bene
  173. Scuola su Misura di Tutti
  174. Sperimentare l’Autonomia
  175. Starnet: una rete di star
  176. Atleta del Cuore
  177. Elementi di Didattica della Matematica
  178. Iniziative di Aggiornamento
  179. Principi Educazione Matematica
  180. Siate Felici!
  181. Siete Infelici
  182. Studiare fa Male
  183. Tormento Matematico
  184. Tre cose serie
  185. Prima cosa seria
  186. Ultimo Giorno di Scuola
  187. Vera Riforma
  188. Alcune Proposte di Modifica
  189. Chi non affronta la procedura?
  190. Come migliorare la procedura?
  191. Maggiorazione Retributiva
  192. Non basta incentivare
  193. Procedura Incremento Stipendiale
  194. Te Deum di ringraziamento

3) ARTICOLI DI UMBERTO TENUTA
PUBBLICATI SULLA RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA
www.rivistadidattica.com

  1. ADDIZIONE:INCOLONNAMENTO di Umberto Tenuta
  2. BILANCIA MATEMATICA, OPERAZIONI ARITMETICHE, FRAZIONI E TAVOLA PITAGORICA di Umberto Tenuta
  3. BILANCIA MATEMATICA VIRTUALE di Umberto Tenuta
  4. CONCETTUALIZZARE: COSTRUIRE CONCETTI di Umberto Tenuta
  5. CONCETTUALIZZAZIONE – DALL’INSEGNAMENTO ALL’APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  6. COOPERAZIONE COOPERAZIONE ANCORA COOPERAZIONE di Umberto Tenuta
  7. COOPERAZIONE – EDUCAZIONE SOCIALE, MORALE ED AFFETTIVA di Umberto Tenuta
  8. COOPERAZIONE TRA SCUOLA E GENITORI di Umberto Tenuta
  9. COOPERAZIONE TRA SCUOLA E FAMIGLIA NEGLI ORIENTAMENTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DEL 1991 di Umberto Tenuta
  10. 10.CORREZIONE di Umberto Tenuta
  11. 11.CORREZIONE, ANCORA CORREZIONE COME AUTOCORREZIONE di Umberto Tenuta
  12. 12.CORREZIONE COME AUTOCORREZIONE di Umberto Tenuta
  13. 13.CORSI PER I GENITORI di Umberto Tenuta
  14. 14.CORSI PER I GENITORI: SCHEMA DI PROGETTO di Umberto Tenuta
  15. 15.CURIOSITA’: IL PAESE DI CURIOSITA’ di Umberto Tenuta
  16. 16.DALLARI M., Arte per bambini, Artebambini, bazzano (BO),2008. Recensione di Umberto Tenuta
  17. 17.DECALOGO FIORONI di Umberto Tenuta
  18. 18.DENTRO LE AULE di Umberto Tenuta
  19. 19.DENTRO LE AULE CHE COSA SI FA? di Umberto Tenuta
  20. 20.DEONTOLOGIA PROFESSIONALE DEGLI OPERATORI SCOLASTICI di Umberto Tenuta
  21. 21.DIDATTICA DI LABORATORIO O APPRENDIMENTO LABORATORIALE? di Umberto Tenuta
  22. 22.DIDATTICA INFORMATICA POVERA di Umberto Tenuta
  23. 23.DIDATTICA MULTIMEDIALE – PERIMETRI di Umberto Tenuta
  24. 24.DIDATTICA SPECIALE O PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA? di Umberto Tenuta
  25. 25.DIDATTICISMO O CREATIVITA’ DIDATTICA di Umberto Tenuta
  26. 26.DIRIGENTI SCOLASTICI ED EFFICIENZA INFORMATICA di Umberto Tenuta
  27. 27.DIRIGENTE SCOLASTICO E RESPONSABILITA’ FORMATIVA di Umberto Tenuta
  28. 28.DIRIGENTI, A VOI IL NOSTRO APPELLO di Umberto Tenuta
  29. 29.DIRITTI DEI GENITORI, SANCITI NEL D.P.R. 275/1999 Predisposto da Umberto Tenuta
  30. 30.DISLESSIA… E SCUOLA NON PERSONALIZZATA!!! di Umberto Tenuta
  31. 31.DIVERSITA’ DA CONOSCERE di Umberto Tenuta
  32. 32.DIVERSITÀ DEGLI ALUNNI COME FONDAMENTO, NON SOLO DELL’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI, MA DELLA PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA PER TUTTI GLI ALUNNI di Umberto Tenuta
  33. 33.DIVERSITA’ DA FAVORE: DALLA SCUOLA DELLA OMOLOGAZIONE ALLA SCUOLA DELLA VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITA’di Umberto Tenuta
  34. 34.DOCENTE – ANALISI DELL’ ATTIVITA’ DOCENTE di Umberto Tenuta
  35. 35.DOCENTE PREVALENTE di Umberto Tenuta
  36. 36.DOCENTI CONFUSI E FUSI di Umberto Tenuta
  37. 37.DOCENTI ED ALUNNI di Umberto Tenuta
  38. 38.DOCENTE E DOCENTI – TEMPO PIENO E TEMPO LUNGO: UNA SCUOLA EFFICACE ED EFFICIENTE di Umberto Tenuta
  39. 39.EDUCARE: EX-DUCERE? di Umberto Tenuta
  40. 40.EDUCAZIONE – IL COMPITO FORMATIVO DELLA FAMIGLIA, DELLASCUOLA E DELLA SOCIETÀ di Umberto Tenuta
  41. 41.E-LEARNING OPPURE E-TEACHING? UN GROSSO EQUIVOCO! di Umberto Tenuta
  42. 42.INTRO – DUE LIBRICINI CREATIVI, SCRITTI DA ALUNNI CREATIVI DI UNA PROFESSORESSA CREATIVA di Umberto Tenuta
  43. 43.ENTI LOCALI E SCUOLA: IL SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO E LA FORMAZIONE DELLE NUOVE GENERAZIONI
  44. 44.di Umberto Tenuta
  45. 45.ENTI LOCALI E SCUOLA: UNA COLLABORAZIONE NECESSARIA di Umberto Tenuta
  46. 46.EQUAZIONI CON LA BILANCIA di Umberto Tenuta
  47. 47.EQUAZIONI CON LA BILANCIA MATEMATICA di Umberto Tenuta
  48. 48.FILOSOFIA CON I BAMBINI PROPOSTA DA PINA MONTESARCHIO di Umberto Tenuta
  49. 49.FRATTAMAGGIORE (05) – CONVEGNO FILOSOFIA COI BAMBINI – RELAZIONE di Umberto Tenuta
  50. 50.FRAZIONI di Umberto Tenuta
  51. 51.GENITORI: SCUOLE PER I GENITORI di Umberto Tenuta
  52. 52.GEOGRAFIA: AMBIENTI di Umberto Tenuta
  53. 53.GEOGRAFIA: OBIETTIVI E METODOLOGIE di Umberto Tenuta
  54. 54.GEOGRAFIA: OBIETTIVI E METODOLOGIE di Umberto Tenuta
  55. 55.GIOIA DI IMPARARE di Umberto Tenuta
  56. 56.GITE E VISITE DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  57. 57.GITE O VISITE DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  58. 58.GITE SCOLASTICHE E VISITE DI ISTRUZIONE di Umberto Tenuta
  59. 59.GLI INDICATORI DI VALUTAZIONE DI UN IPERMEDIA DIDATTICO di Gioconda Bottiglieri
  60. 60.GLI IPERTESTI NELLA DIDATTICA di Umberto Tenuta
  61. 61.GRILLO MARIA ROSA, IL MAESTRO – umanità e saggezza, ARMADO EDITORE, ROMA, 2003
  62. 62.Recensione di Umberto Tenuta
  63. 63.HANDICAP di Umberto Tenuta
  64. 64.IETTO A., Angelo Patri, da emigrante a schoolmaster. Plectica, Salerno, 2006 Recensione di Umberto Tenuta
  65. 65.IETTO A., Una storia come tante, Plectica, Salerno, 2007 Recensione di Umberto Tenuta
  66. 66.IMPARARE AD IMPARARE NON BASTA di Umberto Tenuta
  67. 67.INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA di Umberto Tenuta
  68. 68.CARATTERISTICHE DELL’AZIONE   EDUCATIVA E DIDATTICA di Umberto Tenuta
  69. 69.IPERMEDIA CON WINWORD di Umberto Tenuta
  70. 70.ISPETTORI TECNICI, ALIAS POLIZIOTTI SCOLASTICI – LETTERA APERTA di Umberto Tenuta
  71. 71.ISRAEL G., Chi sono i nemici della scienza?, Riflessioni su un disastro educativo e culturale e documenti di mala scienza, LINDAU, Torino, 2008 Recensione di Umberto Tenuta
  72. 72.ISTRUZIONE E FORMAZIONE DEI GIOVANI NELLA SCUOLA DEI NOSTRI GIORNI di Umberto Tenuta
  73. 73.ITINERARI DIDATTICI: STRUTTURA di Umberto Tenuta
  74. 74.ITINERARI DIDATTICI – SCHEMA DI ARTICOLAZIONE di Umberto Tenuta
  75. 75.ITINERARI DIDATTICI PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA di Umberto Tenuta
  76. 76.LA BILANCIA MATEMATICA di Umberto Tenuta
  77. 77.LABORATORI di Umberto Tenuta
  78. 78.LABORATORI E DIDATTICA di Umberto Tenuta
  79. 79.LEZIONI NOIOSE BASTA: VIVA LA GIOIA DI APPRENDERE! di Umberto Tenuta
  80. 80.LEGGERE di Umberto Tenuta
  81. 81.LEGGERE OBIETTIVI E METODOLOGIE di Umberto Tenuta
  82. 82.LIM – LAVAGNE INTERATTIVE LUMINOSE: TRE PASSI INDIETRO di Umberto Tenuta (10 novembre 2008)
  83. 83.LIM: IN CONTRASTO CON LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO, GARANZIA DI SUCCESSO FORMATIVO PER TUTTI GLI ALUNNI, LE LIM FAVORISCONO IL PERSISTERE DELLE VIETE LEZIONIESPOSITIVE di Umberto Tenuta
  84. 84.LINGUA SCRITTA di Umberto Tenuta
  85. 85.LOGO DOS di Umberto Tenuta
  86. 86.MAESTRA FANTI di Umberto Tenuta
  87. 87.Mancino L, Trasmutazioni, Edizioni dell’Ippogrifo, Sarno (SA), 2001 Presentazione di Umberto Tenuta
  88. 88.MAIORIELLO VITINA, Tramonto, Buio, Luce, EDIZIONI PROGETTO CULTURA Roma, 2003 (info@progettocultura.it) Recensione di Umberto Tenuta
  89. 89.MAPPE di Piero Morpurgo
  90. 90.METODI NELLE UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  91. 91.METODOLOGIE EDUCATIVE E DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  92. 92.MICROMONDI: CRITERI ED IMPIEGHI DIDATTICI di Umberto Tenuta
  93. 93.MONDO: ESIGENZA DEL BAMBINO DI CONOSCERE ADEGUATAMENTE E DI COMPRENDERE NELLA SUA COMPLESSITA’ LA REALTA’ CHE LO CIRCONDA di Umberto Tenuta
  94. 94.MUSICA: L’EDUCAZIONE MUSICALE NELLA SCUOLA MATERNA di Umberto Tenuta
  95. 95.NUMERI E SCRITTURA POSIZIONALE di Umberto Tenuta
  96. 96.NUMERI: LA SCRITTURA POZIONALE DEI NUMERI di Umberto Tenuta
  97. 97.OBIETTIVI FORMATIVI DELLE DIVERSE DIMENSIONI DELLA PERSONALITÀ di Umberto Tenuta
  98. 98.OBIETTIVI FORMATIVI E SCUOLA DELL’INFANZIA di Umberto Tenuta
  99. 99.OLOGRAMMA E PROSPETTIVA UNITARIA DELL’ATTIVITA’  EDUCATIVA E DIDATTICA  di Umberto Tenuta
  100. OPERAZIONI ARITMETICHE di Umberto Tenuta
  101. ORIENTARSI NELLE CONTRADDIZIONI DELLE RIFORME E CONTRORIFORME DELLA SCUOLA DEI NOSTRI GIORNI di Umberto Tenuta
  102. ORIENTAMENTI DIDATTICI DELLA RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA di Umberto Tenuta
  103. ORIENTAMENTO GEOGRAFICO: INDICAZIONI PER LA COSTRUZIONE DI UN MODULO DIDATTICO di Umberto Tenuta
  104. OTTONE E. Diritto all’educazione e processi educativi scolastici – Un percorso di ricerca-azione in una scuola secondaria di secondo grado, LAS, Roma 2006 Recensione di Umberto Tenuta
  105. PAESAGGIO GEOGRAFICO di Umberto Tenuta
  106. PARLARE di Umberto Tenuta
  107. PC DIDATTICA AGGIORNAMENTO di Umberto Tenuta
  108. PC – I PC NELLE SCUOLE di Umberto Tenuta
  109. PC E DIDATTICA di Umberto Tenuta
  110. PEDAGOGISTA: NUOVI SPAZI OPERATIVI di Umberto Tenuta
  111. PEDAGOGISTI di Umberto Tenuta
  112. PEDAGOGISTI DOCENTI E GENITORI di Umberto Tenuta
  113. PEDAGOGISTI NEL SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO di Umberto Tenuta
  114. PERSONALIZZARE L’AZIONE E L’ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA PER GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO di Umberto Tenuta
  115. PERSONALIZZARE O OMOLOGARE di Umberto Tenuta
  116. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI di Umberto Tenuta
  117. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI COME RACCOLTA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  118. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI: NON CI SONO di Umberto Tenuta
  119. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI: MODELLO A di Umberto Tenuta
  120. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI: MODELLO B di Umberto Tenuta
  121. PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI E PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA di Umberto Tenuta
  122. PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI E UNITÀ DI APPRENDIMENTO: UN EQUIVOCO? di Umberto Tenuta
  123. PITTURA – EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE di Umberto Tenuta
  124. PLURALITA’ DEI DOCENTI di Umberto Tenuta
  125. PLURALITA’ DEI DOCENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA di Umberto Tenuta
  126. PLURALITÀ E “OPPORTUNA ROTAZIONE” DEI DOCENTI: DOCENTE PREVALENTE di Umberto Tenuta
  127. POLIEDRO DELLA PERSONA UMANA di Umberto Tenuta
  128. POLIZIOTTO SCOLASTICO di Umberto Tenuta
  129. POLIZIOTTO SCOLASTICO: ERRATA CORRIGE. IL CARABINIERE, IL COLONNELLO, IL CAPITANO… SCOLASTICO!di Umberto Tenuta
  130. PON, POR, CORSI DI AGGIORNAMENTO: BANDI. DESTINAZIONE E PUBBLICAZIONE di Umberto Tenuta
  131. PON POR CORSI DI AGGIORNAMENTO: BANDI di Umberto Tenuta
  132. PORTFOLIO DELLE COMPETENZE di Umberto Tenuta
  133. PORTFOLIO, Fascicolo personale E Piani educativi personalizzati di Umberto Tenuta
  134. PORTFOLIO E DOCUMENTI DI VALUTAZIONE di Umberto Tenuta
  135. PORTFOLIO E SCHEDA DI VALUTAZIONE UNIFICATI: LA “FILOSOFIA” FORMATIVA  DELLA VALUTAZIONE di Umberto Tenuta
  136. PORTFOLIO: INVIO MODELLI ELABORATI DALLE SCUOLE di Umberto Tenuta
  137. PORTFOLIO: LA SUA “FILOSOFIA” FORMATIVA di Umberto Tenuta
  138. PORTFOLIO: MODELLO B di Umberto Tenuta
  139. PORTFOLIO: UN’IPOTESI DI PORTFOLIO di Umberto Tenuta
  140. POTENZIALITA’ O POSSIBILITA’ FORMATIVE? di Umberto Tenuta
  141. PRINCIPI METODOLOGICO-DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA E DELLE ALTRE DISCIPLINE schema di Umberto Tenuta
  142. PROBLEMI E MATEMATICA di Umberto Tenuta
  143. PROGETTAZIONE OGGI: UN TENTATIVO DI FARE IL PUNTO SULLA SITUAZIONE di Umberto Tenuta
  144. PROGETTI E CORSI DI FILOSOFIA COI BAMBINI IN UNA SCUOLA DI SPIRITO FILOSOFICO DOTATA di Umberto Tenuta
  145. PROGETTI EDUCATIVI E BUON SENSO di Umberto Tenuta
  146. PROGETTI E DISCIPLINE di Umberto Tenuta
  147. PROGRAMMARE CHE REBUS! di Umberto Tenuta
  148. PROGRAMMAZIONE ED ORGANIZZAZIONE educativa e didattica di Umberto Tenuta
  149. PROGRAMMAZIONE E SUA ARTICOLAZIONE di Umberto Tenuta
  150. PROGRAMMAZIONE O POSTPROGRAMMAZIONE di Umberto Tenuta
  151. PROGRAMMAZIONE: VACANZE E PROGETTI PER NUOVO ANNO SCOLASTICO di Umberto Tenuta
  152. QUADERNI ANCORA? di Umberto Tenuta
  153. QUALITA’ DEL SERVIZIO SCOLASTICO: ESIGENZA PRIMARIA di Umberto Tenuta
  154. QUARTA RAPPRESENTAZIONE: RAPPRESENTAZIONE VIRTUALE di Umberto Tenuta
  155. RECUPERO, LEZIONI OPPURE UNITA’ DI APPRENDIMENTO PERSONALIZZATE di Umberto Tenuta
  156. RETI PER L’AGGIORNAMENTO (FORMANET) di Umberto Tenuta
  157. RIFLESSIONE LINGUISTICA: LA FRASE di Umberto Tenuta
  158. RIFORMA DELLA SCUOLA: DIVERSIVI di Umberto Tenuta
  159. RIFORMA MORATTI: COME ATTUARLA? di Umberto Tenuta
  160. RIFORMA MORATTI: I SI ED I NO di Umberto Tenuta
  161. RIFORME: QUALI? di Umberto Tenuta
  162. RISCOPERTA: RICERCA/RISCOPERTA/REINVENZIONE/RICOSTRUZIONE (PROBLEM SOLVING) di Umberto Tenuta
  163. RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA di Umberto Tenuta
  164. RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA: I SUOI TRE OBIETTIVI di Umberto Tenuta
  165. RIVISTA DIDATTICA DIGITALE: NASCE UNA NUOVA RIVISTA di Umberto Tenuta
  166. SCIENZE E FORMAZIONE DELLA PERSONALITA’ di Umberto Tenuta
  167. SCRITTURA CREATIVA INTRODUZIONE di Virginia Mariani
  168. SCRUTINI ED ESAMI di Umberto Tenuta
  169. SCUOLA: ANALISI DELLA SITUAZIONE di Umberto Tenuta
  170. SCUOLA COME FONDAMENTALE ISTITUZIONE FORMATIVA : LA PIÙ IMPORTANTE, IN QUANTO CAPACE DI ACCRESCERE IL CAPITALE UMANO di Umberto Tenuta
  171. SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA di Umberto Tenuta
  172. SCUOLA DI IERI (DI CENTO ANNI FA) E SCUOLA DI OGGI (DI IERI) di Umberto Tenuta
  173. SCUOLA E LABORATORI OPPURE SCUOLA LABORATORIO? di Umberto Tenuta
  174. SCUOLE APERTE, IN CAMPANIA di Umberto Tenuta
  175. SCUOLE IN CRISI di Umberto Tenuta
  176. SCUOLE PER I GENITORI di Umberto Tenuta
  177. ARMANDO EDITORE, Roma, 2009. Recensione a cura di Umberto Tenuta
  178. SEPARATEZZE O INTEGRAZIONI? di Umberto Tenuta
  179. SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO E ISTITUZIONI SCOLASTICHE di Umberto Tenuta
  180. SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO di Umberto Tenuta
  181. SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO E COMUNITA’ MONTANE di Umberto Tenuta
  182. SITUAZIONE SCOLASTICA IN CAMPANIA (ITALIA) di Umberto Tenuta
  183. SPERIMENTAZIONE RIFORMA MORATTI 2003-2004 – SINTESI di Umberto Tenuta
  184. STARNET: UNA RETE DI STELLE NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA di Umberto Tenuta
  185. STARNET: UNA SCUOLA DI STAR di Umberto Tenuta
  186. STATISTICA – ISTRUZIONI PER PER LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  187. STEFANIA BIGI, ALICE NEL PAESE DELLE LETTERE, Campanila, Pisa, 2007 Recensione di Umberto Tenuta
  188. STRANERI – CLASSI PER ALUNNI STRANIERI di Umberto Tenuta
  189. STUDIARE PER AMORE di Umberto Tenuta
  190. SUCCESSO FORMATIVO E SCUOLA DELL’AUTONOMIA: LA SCUOLA DELL’AUTONOMIA COME SCUOLA DEL SUCCESSO FORMATIVO di Umberto Tenuta
  191. SUCCESSO FORMATIVO E UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  192. SVILUPPO O FORMAZIONE? di Umberto Tenuta
  193. TANGRAM: LE SUE UTILIZZAZIONE DIDATTICHE di Umberto Tenuta
  194. TAVOLA PITAGORICA di Umberto Tenuta
  195. TECNOLOGIE EDUCATIVE AUTOCORRETTIVE di Umberto Tenuta
  196. TEMPO PIENO O TEMPO LUNGO? di Umberto Tenuta
  197. TEMPO PIENO A MAIORI ED A TRAMONTI di Umberto Tenuta
  198. TI SALVERO’: CHI PUO’ AFFERMARLO DELLA SCUOLA? di Umberto Tenuta
  199. TUTOR O CORDINATORE? LA RIFORMA MORATTI: LUCI E OMBRE di Umberto Tenuta
  200. TUTOR PREVALENTE O COORDINATORE? di Umberto Tenuta
  201. UN NOTEBOOK PER OGNI DOCENTE di Umberto Tenuta
  202. UNA SCUOLA DI SPIRITO FILOSOFICO DOTATA di Umberto Tenuta
  203. UNA SCUOLA SENZA di Umberto Tenuta
  204. UNITA’ DIDATTICHE E UNITA’ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  205. UNITA’ DI APPRENDIMENTO E CREATIVITA’ DIDATTICA di Umberto Tenuta
  206. UNITÀ DI APPRENDIMENTO E LORO ARTICOLAZIONE di Umberto Tenuta
  207. UNITA’ DI APPRENDIMENTO: COME REALIZZARLE? di Umberto Tenuta
  208. UNITA’ DI APPRENDIMENTO: MODELLO B di Umberto Tenuta
  209. UNITÀ DI APPRENDIMENTO: PROGETTARE UNITÀ DI APPRENDIMENTO di Umberto Tenuta
  210. UNITA’ DI APPRENDIMENTO: SCHEMA di Umberto Tenuta
  211. UOMINI SI NASCE O SI DIVENTA? di Umberto Tenuta
  212. VALORE POSIZIONALE DELLE CIFRE di Umberto Tenuta
  213. VALUTAZIONE FORMATIVA di Umberto Tenuta
  214. VALUTAZIONE: SCHEDA PERSONALE E PORTFOLIO di Umberto Tenuta

 

Scuola nuova: anno della gioia di imparare!

Scuola nuova: anno della gioia di imparare!

di Umberto Tenuta

 

Anche per la scuola è arrivato il Natale, arriverà solo fra qualche giorno l’Anno Nuovo e poi ancora la Befana!

 

Quanti personaggi della rinascita, della nuova promessa, dei doni!

 

Il Natale, la nascita, il rinnovarsi della vita che mai non cessa, fino alla fine dei secoli!

Chi può meglio dei giovani nati alla vita sentire questa gioia, questa nascita continua, perenne, che è di tutti i figli di donna sparsi e vicini nel pianeta Terra e che forse domani ritroveremo in altri pianeti dell’infinito universo?

 

Ma ora scendiamo di nuovo sulla Terra, sulla terra patria, sulla nostra antica Gea, terra madre, perché anche i giovani hanno qualcosa da chiedere.

Scendiamo sulla Terra patria ed entriamo nelle nostre scuole, lasciate sole, incustodite, senza luce, coi presepi spenti!

Anch’esse, le nostre scuole vivono, sentono la speranza di accogliere nelle loro aule la gioia festante dei giovani, animati dalla speranza di un anno nuovo, dalla speranza di un anno che comincia portandosi dentro i suoi doni che si aggiungono a quelli di Babbo Natale.

 

Doni di nuovo, di vita nuova, di gioia di vivere, apprendere, crescere, divenire grandi. 

 

I giovani hanno vissuto il Natale come rinascita di una vita nuova, di un anno nuovo, che si farà ricco anche dei doni della nuova Befana:  doni di una scuola nuova, di una scuola sognata dai grandi Maestri, di una scuola della gioia di apprendere, della scuola dell’avventura dell’uomo che si fa sempre più uomo, che non si ripete mai nei suoi figli, sempre più grandi, nani sulle spalle dei padri.

 

Questa è la speranza più grande che i giovani non smettono mai di coltivare nei loro cuori, la speranza di un anno nuovo, come annunciava il leopardiano venditore di almanacchi.

 

Anno nuovo per la scuola, anno nuovo per i giovani, anno nuovo per il nostro futuro, per il futuro delle donne e degli uomini italiani!

 

Tutti lo fanno questo augurio, tutti se lo scambiano!

Noi ci impegniamo a realizzarlo, noi che abbiamo finora e per lungo tempo predicato nel deserto, vox clamans in deserto!

 

Noi speriamo, noi ci auguriamo, noi faremo una scuola nuova, una scholè, una Ca’ Zoiosa!

 

Onorevole Ministra Carrozza, noi vogliamo che finisca la sua insonnia, noi vogliamo che i suoi sogni, i nostri sogni, i sogni dei nostri giovani si realizzino!

Noi ci impegniamo, tutti, madri, padri, nonne e nonni, zie e zii, sì tutti, noi ci impegniamo a realizzare i nostri sogni, i sogni di tutti i milioni di giovani ai quali la Befana porterà in dono, non cenere e carbone, come negli anni scorsi, ma un sacco di gioia, di gioia di vivere, di gioia di andare alla scoperta dei mondi incantati della fantasia creatrice degli uomini di tutti i secoli, dei mondi incantati del sapere, del saper fare, del sapere essere!

 

Sì, Onorevole Ministra Carrozza, non possiamo più deludere, non possiamo più spegnere, non possiamo più mortificare la loro gioia di imparare, di apprendere, di esplorare le terre ed i cieli del nostro universo, nell’attesa che altri universi si aprano agli sguardi curiosi dei nostri giovani.

 

Questo l’impegno, questa la speranza, questo l’augurio di un piccolo Maestro alla sua Grande Ministra: nelle sue scuole restituisca a tutti i giovani la gioia di imparare, di crescere, di diventare grandi.

 

Se questo dono Ella, Onorevole Ministra Carrozza, farà ai nostri giovani, il prossimo anno non ci saranno più venditori di almanacchi, ma in tutti i cuori dei nostri giovani fiorirà la gioia della vita!