Famiglia Cristiana attacca: La mozione della Lega è razzista

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Famiglia Cristiana attacca: La mozione della Lega è razzista

Messaggiodi edscuola » 21 ottobre 2008, 15:05

da LASTAMPA.it

Scuola, Famiglia Cristiana attacca: "La mozione della Lega è razzista"


Affondo del settimanale dei Paolini:
«Le classi-ponte sono classi-ghetto»

ROMA
«La Lega cavalca l’onda e va all’arrembaggio dell’immigrato. La "fantasia padana" non ha più limiti, né pudore. Prima le impronte ai rom, poi il permesso a punti e i 200 euro per il rinnovo, poi l’impedimento dei ricongiungimenti familiari, e ora una mozione, avanzata a sera tardi in Parlamento, per le classi differenziali, col pretesto di insegnare l’italiano agli stranieri». Duro attacco di Famiglia Cristiana contro la Lega sulla linea che vuole - o ha già fatto - adottare al Governo sugli immigrati.

Il settimanale cattolico parla esplicitamente di «apartheid», di «classi ghetto» e di «mozione razziale». «Il problema dell’inserimento degli stranieri a scuola - scrive Famiglia Cristiana - è reale, ma le risposte sono ’criptorazzistè, non di integrazione. Chi pensa a uno ’sviluppo separatò in Italia, sappia che quel concetto in altra lingua si chiama "apartheid", andata in scena in Sudafrica per molti anni: autobus, cinema e scuole separati». Il settimanale inoltre cita anche la dura presa di posizione del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini che ha parlato di proposta vergognosa: «Di questo passo, andrà a finire che ai bambini delle classi separate cuciranno sul vestito la lettera "i" come immigrato». Oppure, il Secolo d’Italia, quotidiano di An, nel tentativo di frenare la Lega, ha scritto: «Scordatevi l’apartheid».

Per Famiglia Cristiana, la questione dell’italiano «è solo una scusa. Tutti sanno che le cosiddette "classi di inserimento" non sono efficaci. I risultati migliori si ottengono con classi ordinarie e con ore settimanali di insegnamento della lingua. In Italia questo, in parte, avviene. Lo prevedono le "Linee guida" (2006) dell’allora ministro Moratti per l’accoglienza degli alunni immigrati, approvate anche dalla Lega. C’è un progetto che prevede un finanziamento di 5 milioni di euro per insegnare tre diversi livelli di lingua italiana». «Il Governo potrebbe rispolverarlo - scrive il settimanale - e far cadere (per amor di patria) la prima "mozione razziale" approvata dal Parlamento italiano. Oppure, guardare a esperienze come a Firenze dove un pulmino passa a prendere i bambini stranieri a scuola, li porta ai corsi d’italiano e poi li riporta in classe».

La dura critica del settimanale cattolico non si ferma qui: «La mozione, poi, va letta fino in fondo- si legge -. Prevede che i bambini immigrati, oltre alla lingua italiana, debbano apprendere il ’rispetto di tradizioni territoriali e regionalì, della diversità morale e della cultura religiosa del Paese accoglientè, il "sostegno alla vita democratica" e la "comprensione dei diritti e dei doveri"». «Qualcuno sa dire come spiegarlo a un bambino di 5-6 anni, che deve ancora apprendere l’italiano? - tuona Famiglia Cristiana - Se l’integrazione è un bene (tutti la vogliono), dev’essere interattiva. E allora, perchè non insegniamo agli alunni italiani il rispetto delle "tradizioni territoriali e regionali" degli immigrati? Ha detto bene il cardinale Scola: "I buoni educatori devono saper favorire l’integrazione tra le culture, che è una ricchezza per tutti"».

Per famiglia Cristiana: «Il rischio, altrimenti, è una società spaccata in due, di cui una con meno diritti dell’altra. Alle difficoltà reali si risponde con proposte adeguate, come s’è fatto col maestro di sostegno. In Italia non abbiamo più classi speciali per portatori di handicap, ci sono scuole dove sordi e muti stanno insieme a chi parla e sente. La mozione approvata dal Parlamento fa scivolare pericolosamente la scuola verso la segregazione e la discriminazione. Si dice "classi ponte", ma si legge "classi ghetto". Negli anni Sessanta, quando bambini napoletani, calabresi o siciliani andavano a scuola a Novara, nessuno s’è sognato di metterli in una ’classe differenzialè perchè imparassero italiano, usi e tradizioni del Nord, nè di far loro dei test d’ingresso. Perchè ora ci pensa il novarese Cota?».
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