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SCUOLA/ Riforma delle superiori: ecco come la sinistra ha tradito se stessa
Max Bruschi
venerdì 22 gennaio 2010
Pubblichiamo la reazione “a caldo” di Max Bruschi, Consigliere del Ministro dell’istruzione, Università e Ricerca e membro del Nucleo di valutazione del Ministero nonché presidente della cabina di regia della Commissione per la Riforma dei Licei, dopo l’approvazione dei regolamenti degli istituti superiori. Approvazione, lo ricordiamo, passata a maggioranza il 20 gennaio 2010 in Parlamento a fronte di un voto contrario unanime da parte dell’opposizione, PD, IdV e UdC.
Sono fiero di aver lavorato, in questi mesi, in maniera trasversale, coinvolgendo nei lavori della cabina di regia e in un ampio giro di consultazioni “gente di scuola” che condividesse alcuni punti cardine del provvedimento e una idea di fondo su come superare l’emergenza educativa, a prescindere dall’appartenenza alla maggioranza di centrodestra o all’opposizione di centrosinistra.
I frutti di questo lavoro, grazie alla disponibilità e all’esperienza di Valentina Aprea, hanno trovato cittadinanza nel parere espresso dalla VII commissione della Camera dei deputati e la troveranno, grazie a Franco Asciutti e Guido Possa, nel parere del Senato, consentendoci, assieme al parere del CNPI, di apportare al regolamento dei licei le necessarie modifiche.
È un metodo cui abbiamo tutti l’intenzione di attenerci anche per i passaggi successivi.
È un peccato che, in Parlamento, questo lavoro comune non abbia trovato riscontro nell’atteggiamento dell’opposizione, che ha preferito ribaltare nelle ultime ore un giudizio che, stando alle indiscrezioni e ai contatti informali, sembrava tutt’altro che negativo.
Si è deciso di non tener conto né della continuità con l’opera del ministero Fioroni, né del lavoro di coordinamento delle varie ipotesi che ho avuto modo di illustrare durante la mia audizione alla Camera e che aveva suscitato commenti piuttosto positivi.
Nulla di tutto ciò traspare dal parere di minoranza, che si limita a raccogliere tutte le micro e le macro rivendicazioni, riproponendo un modello di scuola dilatato e ipertrofico, i cui limiti educativi e le cui responsabilità nello scadimento del sistema di istruzione sono stati denunciati dallo stesso precedente dicastero nel Quaderno bianco sulla scuola.
Difficile ritrovare nella “lista della spesa”, nel computo di chi vince e chi perde delle classi di concorso, nella proposta non di modifiche di quadro orario, ma di ampliamenti indiscriminati per dare soddisfazione a questa o quella lobby, negli allarmismi dilatori in base ai quali “non si è mai discusso abbastanza” e “la scuola non è mai pronta”, la maturità e la sensibilità, la responsabilità delle scelte che ha caratterizzato, in questi mesi di lavoro, il metodo seguito da tutte le persone che ho avuto l’onore di avere come interlocutori e collaboratori.
È stato più forte il richiamo della foresta, la decisione di fare della scuola la nuova “fabbrica”, il nuovo terreno privilegiato di scontro politico e non di incontro culturale, rispetto alla possibilità di trovare, insieme, la via di uscita all’emergenza educativa.
Fortunatamente c’è stato e ci sarà sempre chi a quel richiamo non risponde e decide di continuare a combattere una battaglia di civiltà.