L'italoamericano Mario Capecchi tra i Nobel per la medicina

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L'italoamericano Mario Capecchi tra i Nobel per la medicina

Messaggiodi edscuola » 8 ottobre 2007, 19:21

da Repubblica.it

Premiati anche gli anglosassoni Martin Evans e Oliver Smithies
Il riconoscimento assegnato per il loro lavoro sulle cellule embrionali

L'italoamericano Mario Capecchi tra i Nobel per la medicina
Originario di Verona, il biofisico è negli Stati Uniti da quando era bambino
Insieme ai colleghi è uno dei padri della promettente tecnica del 'gene targeting'

Mario Capecchi

STOCCOLMA - C'è anche uno studioso di origini italiane tra i vincitori del Premio Nobel 2007 per la medicina. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato infatti all'americano Oliver Smithies, al britannico Martin Evans e all'italiano Mario Capecchi, originario di Verona ma residente negli Stati Uniti da oltre mezzo secolo. Il premio di dieci milioni di corone svedesi è stato assegnato per il lavoro del team di tre scienziati sulla possibilità di introdurre modifiche genetiche nelle cavie di laboratorio attraverso le cellule embrionali.

Origini veronesi. Nato a Verona nel 1937, Capecchi ha sempre studiato e lavorato negli Stati Uniti, dove si è laureato in biofisica nell'università di Harvard e dove ha avuto come relatore della sua tesi di dottorato uno degli scopritori del Dna, James Watson. Il riconoscimento ottenuto oggi non ha sorpreso di certo la comunità scientifica internazionale, che da tempo lo riteneva un candidato naturale all'assegnazione del Nobel. Emigrato con la famiglia da Verona negli Stati Uniti quando aveva appena 7 anni, ha ottenuto i più importanti riconoscimenti scientifici.

L'infanzia con l'ombra del lager. L'infanzia di Capecchi è stata segnata da eventi drammatici. Orfano di padre, vide la madre arrestata e deportata dai nazisti, per "motivi politici", nel lager di Dachau. Era il 1941, e il futuro Nobel aveva solo quattro anni. A cinque, inizia a vagare per l'Italia meridionale, dopo esser stato cacciato dalla casa che lo ospitava. Quasi quattro anni di autentico vagabondaggio, ed è una circostanza che ha dell'incredibile il ricongiungimento con la madre, subito dopo la guerra, in un ospedale di Reggio Emilia. I due finalmente, nel 1946, partono verso gli Stati Uniti, dove vengono ospitati dagli zii. In America Capecchi si laurea in Chimica e Fisica all'Antioch College, nel 1961, primo passo di una carriera eccezionale che lo ha portato fino al massimo riconoscimento.

"E' un grande onore condividere questo premio con Oliver Smithies e Martin Evans - ha commentato Capecchi - Siamo stati tutti molto fortunati nell'avere una lunga amicizia scientifica, potendo contribuire profondamente al lavoro di ciascun altro. Questo premio è un tributo ai nostri sforzi collettivi".

Pioniere del "gene targeting". Il 12 maggio scorso l'Università di Bologna aveva insignito lo studioso di origine italiane della Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche. Capecchi è diventato famoso in particolare per il suo lavoro pionieristico sullo sviluppo del 'gene targeting' nelle cellule staminali di embrioni murini (ES cells). Questa tecnologia è utilizzata oggi dai ricercatori di tutto il mondo per 'costruire' topi con mutazioni inserite in un qualsiasi gene.

La potenza di questa tecnologia è tale che il ricercatore può scegliere sia quale gene mutare che come farlo. In pratica il ricercatore può scegliere come e quali sequenze di Dna del genoma di topo vuole cambiare e ciò permette di valutare in dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o nelle fasi successive. Poiché tutti i fenomeni biologici sono mediati da geni, il 'gene targeting' sta avendo una ricaduta importante su praticamente tutti gli aspetti della biologia dei mammiferi, inclusi gli studi sul cancro, sull'embriogenesi, sull'immunologia, sulla neurobiologia e in pratica su tutte le malattie umane.

Le applicazioni in medicina clinica. Questa tecnologia ha inoltre molte applicazioni per la medicina clinica. Infatti attraverso di essa si può costruire qualsiasi modello di malattia genetica umana in animali da laboratorio, studiarne l'evoluzione e verificare l'efficacia di potenziali terapie contro la stessa. In un prossimo futuro, poiché si può scegliere quale gene modificare e come, nuovi approcci alla terapia genica basati sul 'gene targeting' potranno essere usati per correggere un gene endogeno difettoso nel tessuto umano appropriato.

Congraturazioni da Napolitano. Un messaggio di congraturazione è giunto al premio Nobel anche dal presidente della repubblica: "Il campo di studio da lei affrontato - ha scritto Giorgio Napolitano - investe un problema essenziale per la medicina del futuro. E' del più alto valore e interesse generale l'aprire la strada a nuovi approcci alla terapia delle malattie genetiche. Le auguro ulteriori successi".

(8 ottobre 2007)
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