Scuola: bilancio di ferragosto

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Scuola: bilancio di ferragosto

Messaggiodi edscuola » 16 agosto 2010, 10:10

da tuttoscuola.com

Scuola: bilancio di ferragosto

Anche nel giorno di ferragosto non si ferma il dibattito politico, nelle forme di esasperata polemica che esso ha assunto nelle ultime settimane, e scarsa attenzione viene dedicata alla problematica educativa. Fa parziale eccezione l'intervista rilasciata dal ministro Renato Brunetta al Corriere della Sera di oggi.

In diretta polemica con Luca di Montezemolo e con chi critica l'attuale governo per non aver fatto le riforme promesse, Brunetta fa l'elenco dei risultati finora ottenuti dall'esecutivo in carica, inserendo anche scuola e università nella parte positiva del bilancio: "La riforma della pubblica amministrazione. La riforma del federalismo, con la cedolare secca sugli affitti, che ha reso più tranquilli i comuni. La riforma del bilancio che evita gli assalti alla diligenza. La riforma delle public utilities, con i regolamenti che consentono di privatizzare e liberalizzare. Abbiamo avviato le riforme della giustizia, della scuola, dell'università, del welfare pensionistico. E poi la semplificazione amministrativa e legislativa".

Le riforme sono in atto, sostiene il ministro, "possono piacere o no, ma sono in atto. Sedicenti governi di transizione, di salute pubblica, di salvezza nazionale o qualsiasi altra formula ipocrita e politichese, non sarebbero altro che il blocco delle riforme".

Brunetta si mostra fiducioso sulla continuità del governo, ma fa anche l'ipotesi la crisi politica in corso, "per ragioni puramente di potere", non venga superata. In tal caso si dovrebbe, a suo avviso, tornare alle urne.

Ma quali conseguenze avrebbe l'interruzione della legislatura sulle riforme in atto per scuola e università? Poche per la scuola, dove tutte le principali novità sono ormai gestite per via amministrativa, a valle di leggi, decreti legislativi e regolamenti ormai consolidati, e che un nuovo governo, anche diversamente orientato, farebbe fatica a modificare in breve tempo. Rilevanti sarebbero invece le conseguenze per l'università, perché la riforma, approvata solo al Senato, sarebbe azzerata e dovrebbe riprendere il suo cammino ex novo.
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