Tutti sui banchi: allarme bullismo e droga

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Tutti sui banchi: allarme bullismo e droga

Messaggiodi edscuola » 13 settembre 2010, 8:48

da Corriere Roma

sondaggio su tremila alunni e 400 insegnanti

Tutti sui banchi: allarme bullismo e droga
«Vittime di soprusi il 44% degli studenti»

Nelle scuole romane quasi un allievo su due infastidito
da compagni prepotenti o deriso. In classe piccoli pusherROMA - Suona la campanella per quasi mezzo milione di ragazzi romani. Dopo l’anticipo del Tasso, del Newton e di molte primarie, tra oggi e domani il rientro sui banchi sarà al completo. Intanto un dossier avverte: bulli, vandali e piccoli pusher pronti a tornare in azione. Unico antidoto: il dialogo.
Fa discutere anche il tema dell'immigrazione tra i banchi. Sul caso della Pisacane di Tor Pignattara, dove una prima elementare è composta al 100 % da bimbi stranieri, l’assessore alla Scuola Laura Marsilio assicura che «il Comune sta facendo da anni un importante lavoro sull’integrazione anticipando la circolare del ministro Gelmini sul tetto del 30% attraverso accordi tra reti di scuole, per distribuire le iscrizioni di bimbi italiani e stranieri sul territorio».

SOPRUSI SEMPRE PIU' FREQUENTI - L'allerta è alta sul fenomeno bullismo. C'è chi va in classe col tirapugni nascosto nello zainetto. Casi isolati, ci mancherebbe, ma in buona compagnia. Perché poi ci sono anche quelli con i coltelli. Con la vernice spray per imbrattare i muri. Con l’hashish nell’astuccio. Con i «bomboni» da stadio da far esplodere nei bagni. Quelli che di notte danno l’assalto alla scuola con secchi pieni di vermi, in modo da saltare un’interrogazione o il compito di italiano. Che attaccano briga durante la ricreazione. Che saltano dalle finestre. Che rubano telefonini. Quelli con tante idee per la testa, insomma, meno una fondamentale: quella di studiare. Bulli, vandali, piccoli pusher per il nuovo anno scolastico. E quasi un allievo su due potrebbe essere vittima di soprusi.

ANTICRIMINE IN CLASSE - Di questi tempi, giusto 12 mesi fa, un’indagine della Divisione anticrimine della Questura in 6 scuole romane certificava che i ragazzi tra i 12 e i 15 anni vittime di soprusi (a partire dall’ascesa del cyberbullismo: la derisione di un compagno sul web) erano il 29% del totale. Tanti? Così sembrava. Macché: adesso, in base allo studio dell’Istituto di Ortofonologia compiuto prima dell’estate e in via di pubblicazione, quella percentuale è arrivata al 44%. Quasi un allievo su due, nella sua carriera scolastica, subisce atti di violenza da parte di coetanei.
Il dossier fresco di stampa è stato realizzato grazie a un campione di 3.000 alunni e 400 insegnanti di scuole medie e superiori e sarà presentato nel corso di «Diregiovani Direfuturo», il «Festival delle giovani idee» previsto dal 7 al 10 ottobre al Palazzo dei congressi.

VADEMECUM PER I PRESIDI - Si tratta di una base conoscitiva molto utile, dunque, un «vademecum» per i presidi e i docenti che lunedì 13 settembre tornano al lavoro, ma anche per i tanti studenti impegnati nei consigli d’istituto o in classe per accrescere la coesione tra le varie componenti del pianeta-scuola. A partire dal quel 44% di vittime, stupiscono anche altri risultati della ricerca.
Il comportamento deviante più diffuso è la violenza contro i compagni (31% dei casi). Seguono gli atti vandalici (27,5%), il furto (12,9%) e - quota tutt’altro che residuale - lo spaccio (7,6%) e l’acquisto (4,6%) di sostanze stupefacenti.

TRA CORTILI E BAGNI - Ma dove avvengono le illegalità, le angherie, i piccoli grandi oltraggi al più bravo della classe o al ragazzo disabile, all’alunno poco «fashion» (senza i jeans griffati o il telefonino di ultima generazione) o magari all’extracomunitario con problemi di inserimento? Qui le risposte si divaricano. Mentre il 26% degli alunni ammette di aver assistito «spesso» a gesti di prevaricazione nelle aule, nei cortili o in bagno, solo il 14% degli insegnanti ambienta nel perimetro del plesso scolastico gli episodi di violenza, e al contrario colloca la gran parte di essi all’esterno o durante il tragitto da/verso casa.
C’è come un gap, una lontananza fisica e quasi tattile tra gli uni o gli altri. A meno che - improbabile - i ragazzi siano così bravi a dare il peggio di sé quando i prof si allontanano, oppure - possibile - questi ultimi talvolta preferiscano fingere di non vedere, rimuovere, allontanare da sé il problema.

PAURE NON COMUNICATE - Di certo, annotano i ricercatori, «i giovani delle scuole medie e superiori non riescono ad esprimere ai professori le paure, i sentimenti, le aspirazioni e i problemi relazionali con i compagni». Al punto che solo il 21% si dichiara pronto a parlare con i docenti di problemi di droga o a chiedere informazioni sulla sessualità.
Contromisure? L’Istituto di Ortofonologia, negli stessi questionari che sono serviti anche a redigere un profilo del «prof ideale», ha lanciato l’idea di «uno spazio d’ascolto» da introdurre nelle medie e nei licei «per affrontare questioni come bullismo, insuccesso, rapporto con i genitori, decisioni sul futuro e per esprimere aspirazioni e sogni». Proposta gradita: il 68% ha risposto sì.

SPORTELLI DI ASCOLTO E WEB - «Gli sportelli di ascolto, laddove già esistono, sono dedicati al supporto psicologico non solo dei ragazzi - spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto - ma anche di genitori e insegnanti. Spesso, infatti, i docenti sentono l’esigenza di un aiuto per affrontare le difficoltà di comportamento dei giovani e gestire meglio la relazione con i genitori».
Più dialogo contro le tante forme di bullismo: eccolo, il pilastro del progetto. E siccome la violenza viaggia e si moltiplica online, è proprio sul web che l’Istituto di Ortofonologia prova a lanciare un antidoto, con il portale per docenti (direscuola.it) e quello per gli studenti (diregiovani.it), che già conta circa 300 mila contatti al mese.

Fabrizio Peronaci
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