Studenti in piazza e prof anti-gita

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Studenti in piazza e prof anti-gita

Messaggiodi edscuola » 17 novembre 2010, 9:23

da Roma - Repubblica.it

LA PROTESTA
Studenti in piazza e prof anti-gita
"Presi in giro dal ministro Gelmini"

Giornata di mobilitazione del mondo della scuola e dell'università. Da piazza della Repubblica fino a piazza Navona, il corteo degli universitari della Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata. Dilagano le occupazioni nelle superiori. Dopo l'ex Gaio Lucio di San Lorenzo e il Manara di Monteverde, gli studenti del Virgilio, del Visconti e del Mamiani hanno occupato i rispettivi istituti
di VIOLA GIANNOLI e SARA GRATTOGGI

Si allarga a macchia d'olio, nelle scuole del centro, il fronte delle occupazioni. Dopo, l'ex-Gaio Lucilio di San Lorenzo e il Manara di Monteverde, ieri gli studenti del Visconti, del Virgilio e del Mamiani hanno occupato i rispettivi istituti, per protestare contro i tagli all'istruzione e la riforma Gelmini. E questa mattina il corteo organizzato dagli studenti medi e universitari. I ragazzi dei tre atenei romani partiranno alle 9 da piazzale Aldo Moro, per poi confluire a piazza della Repubblica da dove si muoverà, invece, il corteo dei liceali diretto a piazza Navona. Ma ad incrociare le braccia per protestare contro i tagli alla scuola pubblica sono anche i professori "arrabbiati" di molti istituti romani: dal Machiavelli al Giordano Bruno fino all'Anco Marzio di Ostia. Che non solo hanno indetto una sorta di "sciopero" nei confronti degli scambi culturali, ma si sono anche riuniti sotto una sigla che poi è diventata un sito ("Controriformadocentiarrabiati"). Stop a viaggi di istruzione, gite fuori porta, visite guidate e scambi linguistici: un "no" netto, insomma, a tutte le attività extra offerte dalle scuole.


LA PROTESTA DEGLI STUDENTI

L'agitazione al Visconti è cominciata di prima mattina, quando la polizia è intervenuta per far togliere gli striscioni non autorizzati che i ragazzi avevano appeso sulla facciata del liceo di piazza del Collegio Romano. Nelle ore successive, gli studenti hanno deciso di occupare l'istituto, nonostante il preside avesse tentato di dissuaderli. Hanno allora raccolto le firme di ben 506 alunni, che si sono presi la responsabilità dell'azione. "La nostra è un'occupazione seria, per questo abbiamo dato i nostri nomi - spiega Valerio Curcio, rappresentante del Visconti alla Consulta degli studenti - Non ci saranno danni all'istituto perché il nostro intento è quello di difendere la scuola pubblica e di combattere affinché non venga smantellata attraverso i tagli all'istruzione, non certo quello di distruggerla". Nelle intenzioni dei ragazzi, l'occupazione durerà solo due notti: "Per noi quest'azione è molto importante, ma non vogliamo bloccare la didattica e perdere troppe ore di lezione, né scontrarci con il preside e i professori".

Si preannuncia più lunga, invece, l'occupazione del Virgilio di via Giulia. Dopo la riunione dei collettivi di classe, scattata subito dopo il suono della prima campanella, l'assemblea generale degli studenti ha deciso di occupare l'istituto. Nel pomeriggio, lo striscione che annunciava il blitz dei ragazzi ha fatto la sua comparsa accanto al portone d'ingresso. "Speriamo di riuscire a continuare l'occupazione fino al 27 novembre, quando la Cgil scenderà in piazza a Roma per una grande manifestazione nazionale" spiegano gli studenti.

Il 27 novembre è la "meta" dichiarata anche dagli allievi del Mamiani di viale delle Milizie, che dopo una lunga assemblea hanno deliberato a maggioranza l'occupazione dell'istituto. Parte dei ragazzi era contraria e avrebbe preferito mobilitarsi con altre modalità. "Ho tentato fino all'ultimo di dissuaderli, di convincerli a elaborare altre iniziative più costruttive" spiega il preside, Carlo Mari. Alla fine, però, la "linea dura" ha prevalso tra gli studenti, perché ritenuta "più incisiva". Anche una delegazione del liceo di Prati, questa mattina, parteciperà al corteo di protesta.

Si sentono «presi in giro» dal finanziamento di 25 milioni agli atenei privati contenuto nel maxiemendamento alla legge di stabilità (ex Finanziaria) approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Si sentono «ignorati» dalle politiche che il ministero dell'Istruzione sta portando avanti nonostante le loro proteste. E, soprattutto, temono per il proprio futuro. Gli studenti dei licei occupati della Capitale snocciolano punto per punto dati e motivazioni della loro mobilitazione. «Ci opponiamo ai tagli all´istruzione pubblica da 8 miliardi di euro in tre anni previsti dalla legge 133/08, al ddl Aprea che secondo noi porterà alla privatizzazione delle scuole e delle università statali, all´abolizione del compenso per i professori che accompagnano gli studenti in gita e allo stanziamento di fondi per gli atenei privati, mentre quelli pubblici sono in fortissima crisi» scandisce ancora Curcio del Visconti. Mentre al Virgilio, si pone molto l'accento sul problema dell´edilizia scolastica e sul tema della partecipazione studentesca.

Il fronte dell' occupazione, si vocifera tra i ragazzi, potrebbe estendersi nei prossimi giorni anche ad altri istituti. Inutile chiedere quali: le bocche restano cucite. Si parla molto, invece, delle attività da organizzare durante la mobilitazione: «Ci piacerebbe invitare i nostri professori, insieme a alcuni ospiti esterni, a tenere dei corsi e delle lezioni in piazza» racconta uno studente del Virgilio. Chi non occuperà, invece, sono gli studenti del Tasso, reduci dalla brutta esperienza dello scorso anno. «Degli esterni riuscirono a infiltrarsi nell´istituto e fecero dei grossi danni, che noi abbiamo ripagato - ricorda Piergiorgio Bruno, rappresentante del Tasso alla Consulta - Non vogliamo rischiare che accada la stessa cosa, ma nemmeno rinunciare a una mobilitazione, quindi chiederemo un´autogestione». Sulla strada dell´autogestione anche il liceo artistico Caravillani di piazza del Risorgimento, che da lunedì inaugurerà la sua didattica alternativa.


LA RIVOLTA DEI PROFESSORI

Ad inaugurare la rivolta delle cattedre, con taglio di tutte le attività extra offerte dalle scuole, è stato l'Istituto Machiavelli. "Cari genitori e cari alunni - hanno scritto i prof in una lettera aperta - visto il taglio di 8 miliardi di euro alle scuole, il sovraffollamento delle classi e i licenziamenti di massa, il collegio dei docenti ha bocciato a larga maggioranza i progetti del Piano di offerta formativa. Il secondo passo sarà quello di bloccare uscite didattiche, scambi culturali e sostituzione dei colleghi assenti". Ma i prof sembrano decisi a tenere duro. E gli studenti sono dalla loro parte, come spiega Eva Pinna: "E' una protesta che ci penalizza molto, ma la appoggiamo perché per la prima volta nella nostra scuola anche il corpo docente si è ribellato alla riforma".

Stessa scelta al liceo Giordano Bruno, in zona Bufalotta, che oltre ad aver bloccato l'adozione dei libri di testo, ha detto no a visite guidate, spettacoli e viaggi di istruzione. "Per i docenti - spiegano in un documento - non è più prevista alcuna indennità di missione per i viaggi d'istruzione né in Italia né all'estero". E così accadrà ai licei Labriola ed Enriquez. Come all'Itis Volta di Tivoli.
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