Le neuroscienze entrano in classe spiegate dai giovani ...

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Le neuroscienze entrano in classe spiegate dai giovani ...

Messaggiodi edscuola » 4 gennaio 2011, 17:42

da LASTAMPA.it

Le neuroscienze entrano in classe spiegate dai giovani ricercatori
Tra gli obiettivi stimolare in vista della scelta universitaria
M.T.M

torino
Le neuroscienze entrano in classe per stimolare nei ragazzi delle superiori l’interesse verso l’ultimo confine della ricerca, ma anche verso tutto l’universo scientifico degli studi. È partito in ottobre, e si concluderà per quest’anno entro febbraio, «Giovani per i giovani», un progetto «minimal» ma di grande efficacia, a giudicare dalla curiosità che suscita: a promuoverlo è il Centro di Scienza Cognitiva dell’Università e del Politecnico di Torino diretto dal professor Bruno Bara e, attraverso l’associazione «Mente e Cervello», coinvolge una decina di giovani ricercatori.

«Sono quanto abbiamo di meglio in Italia - precisa il professor Cesare Bertone -: spiegano ai ragazzi il cervello umano, le emozioni, la cognizione, il movimento, insomma tutti gli aspetti di un ambito che rappresenta la più avanzata frontiera della ricerca. Finora hanno incontrato duemila studenti dei licei e di vari istituti delle provincie di Torino e Cuneo. L’iniziativa è piaciuta molto e si è potuto rispondere solo a una parte delle richieste».

Il progetto, semplice ma incisivo proprio per il metodo - le conoscenze vengono trasmesse da esperti di età appena superiore a quella degli studenti (sono coinvolte le classi quarte e quinte) -, è stato reso possibile dal sostegno economico della Fondazione Crt, delle Province di Torino e di Cuneo. «Con poche migliaia di euro - spiega il professor Bertone - si è potuto dar vita un programma che permette agli studenti di andare molto oltre i programmi tradizionali di Scienze della scuola.

Ad essere ottimisti, infatti, i manuali della scuola sono aggiornati a una decina di anni fa, mentre in questo campo, come avviene per l’informatica, una ricerca che ha tre anni è già vecchia e se ne ha dieci è archeologia. Lo stesso metodo di trasmissione delle conoscenze potrebbe essere applicato anche a fisica o biologia. “Giovani per i giovani” si fa con poco, ma ottiene molto perché comunicare attraverso i giovani ricercatori porta grandi risultati. L’attenzione e l’entusiasmo che stimolano è davvero impressionante».
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