Dal 24 al 29 gennaio settimana di proteste per salvare ...

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Dal 24 al 29 gennaio settimana di proteste per salvare ...

Messaggiodi edscuola » 20 gennaio 2011, 10:30

da Tecnica della Scuola

Dal 24 al 29 gennaio settimana di proteste per salvare l’istruzione e non solo
di A.G.

Aderiscono 50 sigle sindacali ed associative: in programma una serie di iniziative a cui parteciperanno anche il mondo dello spettacolo e dell’informazione. Al centro delle proteste vi sono sempre i forti tagli ai vari comparti decisi dal Governo. Che produrranno centinaia di migliaia di lavoratori che rischiano di perdere il lavoro.
I comparti dell'istruzione e della ricerca si alleano con quelli dello spettacolo e dell’informazione per fermare quella che definiscono "la devastazione che si sta compiendo ai danni del comparto culturale italiano": l’iniziativa si deve ad oltre 50 sigle, associazioni e sindacati, che il 19 gennaio si sono riunite per organizzare le proteste, che culmineranno in una settimana di mobilitazione, a Roma dal 24 al 29 gennaio, e formare il Comitato per la libertà, il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo. Il programma prevede una serie di iniziative per convincere il Parlamento a reintegrare "attraverso il decreto Milleproroghe, in discussione al Senato, il Fondo unico dello spettacolo almeno ai livelli del 2008, il Fondo per l'editoria come previsto dalla Legge di Stabilità, il tax credit e il tax shelter con durata triennale e contestualmente la loro estensione a tutto lo spettacolo dal vivo".
Secondo gli organizzatori, oltre agli scriteriati tagli di bilancio operati dal governo che mettono fra l'altro a rischio 95 testate giornalistiche in cooperativa, il Governo sta attuando un vero e proprio attacco ad alcuni luoghi-simbolo della vita culturale italiana: come lo storico cinema Metropolitan occupato due giorni fa a Roma da oltre 200 lavoratori per protestare contro la sua trasformazione in una grande boutique. E pure il futuro degli storici studi di Cinecittà non più sicuro: potrebbero presto diventare un centro commerciale.
"A rischio – spiegano gli autori della settimana di proteste - oltre al diritto dei cittadini ad accedere alla cultura e alla conoscenza garantito dalla Costituzione, ci sono centinaia di migliaia di lavoratori, spesso nemmeno riconosciuti, che vedono negata la propria professionalità e il diritto alla sopravvivenza. E' uno smantellamento che prosegue quello già operato durante questa legislatura nei confronti dell'università, della ricerca e della scuola pubblica. Dobbiamo rimettere al centro delle politiche governative un comparto che produce annualmente valore per circa 40 miliardi di euro e che incide per il 2,6% sul Pil".
Secondo il Comitato intersettoriale le contestazioni non si esauriranno “finché non si otterranno risultati concreti e impegni precisi da parte del Governo per un radicale cambio di rotta nelle politiche per la cultura”.
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