Maturità, uno su tre ha copiato tutto

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Maturità, uno su tre ha copiato tutto

Messaggiodi edscuola » 23 giugno 2011, 20:59

da LASTAMPA.it

Maturità, uno su tre ha copiato tutto

Rete scatenata: online alle 8.25 la versione di latino. Segnalazioni ai siti dall'interno delle scuole

roma
Anche quest'anno i maturandi sono riusciti ad avere «un aiutino» durante la seconda provascritta. Addirittura il 32%, uno su tre, dichiara di «avercopiato tutto» (il 2% in più dell'anno scorso), il 10% ha«copiato abbastanza» (l'8% in meno) e il 13% ha copiato «unpo'» (stesso dato del 2010), con uno sfortunato 16% che «ci haprovato senza riuscirci» (il 4% in più). è quanto emerge daun'indagine condotta da Studenti.it in collaborazione con SWGtra più di 600 ragazzi alle prese con l'esame di maturità.Appena il 27% del totale ha dichiarato di non aver avutobisogno di copiare perchè sapeva tutto. è questa la veranovità della seconda prova scritta gli studenti del liceoClassico che trovano Seneca: «Lettera a Lucilio». Ma qual è ilgiudizio degli esperti sulle tracce?

Problemi abbordabili e interessanti per la seconda prova dimatematica nei licei scientifici. Lo dice Marco Dall'Aglio,professore associato di matematica all'università Luiss GuidoCarli, che giudica il test proposto «adeguato e utile perverificare il livello di preparazione raggiunto daglistudenti». Qualche difficoltà in più per i candidati delPiano nazionale informatico che si sono trovati davanti«quesiti più pepati», mentre rispetto agli anni scorsiDall'Aglio rileva un minor ruolo della geometria. Spazio anchea una novità: lo studio di funzione applicato alla realtàeconomica. Questo, come i test degli Invalsi, al di là dellepolemiche, secondo Dall'Aglio, «è il segno che esiste unosforzo affatto banale per portare gli studenti a ragionare undi più sottoponendoli a una fatica doppia, quella di fareproprio uno strumento e poi applicarlo».

Un brano di non difficile comprensione sul pianosintattico, potrebbe presentare qualche difficoltà di resalessicale per l'ambiguità dei termini che in fanno coinciderein progressione l'individuo che voglia essere felice (beatus)con l'uomo onesto, il sommo bene (bonum immensum etinsuperabile, felicitas) con la virtù paga di se stessa. Losostiene la latinista Noemi Ghetti. La traduzione di un passodi Seneca dalle Lettere è stata la traccia proposta aimaturandi 2011 del liceo classico. «Un'esortazione alla virtù,unico bene, offerta al discepolo Lucilio dal filosofo stoicoche, esiliato in Corsica per lunghi anni da Caligola, fu poi daAgrippina messo accanto al giovane Nerone - continua la Ghetti-Come tutore ne promosse l'affermazione, diventando a sua voltapotente e ricchissimo. Ma alla fine fu allontanato dalla vitapubblica dall'intemperante imperatore, al quale donò tutti isuoi beni per dedicarsi alla pratica di vita che aveva fino adallora solo professato. Accusato di collusione con la congiurapisoniana (65 d.C.), ricevette l'ordine di suicidarsi. Sisvenò, affrontando una morte divenuta esemplare al pari diquella di Socrate».
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