Bufera su norma Brunetta per malattia

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Bufera su norma Brunetta per malattia

Messaggiodi edscuola » 13 settembre 2011, 21:09

da ANSA.it

Bufera su norma Brunetta per malattia
L'assenza da lavoro per malattia, secondo il magistrato, sarebbe 'un lusso'

LIVORNO - Ammalarsi per un dipendente pubblico? In base all'articolo 71 della cosiddetta legge Brunetta, la 133 del 2008, di fatto "diventa un 'lusso' che il lavoratore non potrà più permettersi e ciò appare in contrasto" con la Costituzione che prevede "sia garantita una retribuzione proporzionata ed in ogni caso sufficiente a garantire un'esistenza libera e dignitosa". E' uno dei passaggi principali dell'ordinanza del giudice del lavoro di Livorno, Jacqueline Monica Magi, che ha sollevato questione di legittimità costituzionale, con riferimento agli articoli 3, 32, 36 e 38 della Costituzione, della norma che prevede per i dipendenti della PA, per i primi 10 giorni di malattia, una decurtazione di fatto della busta paga, con il taglio del trattamento accessorio dello stipendio. Il giudice ha così accolto un'eccezione sollevata da 50 lavoratori della scuola della provincia di Livorno (docenti e personale Ata), rappresentati dall'avvocato Claudio Altini e patrocinati dall'Unicobas della Toscana, che hanno fatto ricorso: alcuni avevano avuto una riduzione della busta paga dopo periodi di malattia.

L'ordinanza è del 5 agosto scorso ed é stata resa nota oggi dal sindacato: per il segretario toscano Claudio Galatolo "é la prima pronuncia in Italia", per la segretaria provinciale Patrizia Nesti la causa "per la sua portata si configura come una class action di fatto perché la ricaduta è ampia e riguarda l'intero pubblico impiego". In particolare il magistrato, con riferimento al principio di uguaglianza (articolo 3 della Carta) parla di "un'illegittima disparità di trattamento nel rapporto di lavoro" tra dipendenti pubblici e privati. Con riferimento al 'diritto alla salute' (articolo 32), invece, "crea di fatto un abbassamento della tutela della salute del lavoratore che, spinto dalle necessità economiche, viene di fatto indotto a lavorare aggravando il proprio stato di malattia, creando così un vulnus a se stesso e al Paese". Riguardo all'articolo 36, con la decurtazione del guadagno, "dati gli stipendi che percepiscono ad oggi i lavoratori del comparto pubblico, diventa tale da non garantire al lavoratore una vita dignitosa".

"Privare durante la malattia un lavoratore di parte dello stipendio e della retribuzione globale di fatto - scrive infine il giudice riferendosi all'articolo 38 - integra esattamente quel far venire meno i mezzi di mantenimento e assistenza al cittadino in quel momento inabile al lavoro". Sulla vicenda interviene il dipartimento della Funzione pubblica, che, "senza senza voler entrare nel merito della questione", precisa che "l'articolo 71 non prevede alcuna riduzione dello stipendio in caso di malattia fino a 10 giorni ma solo la decurtazione del trattamento accessorio, cioé di quello legato alla effettiva prestazione o alla produttività dei dipendenti pubblici" e che "tale disposizione è prevista, per una durata diversa, anche all'interno di alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro".
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