L'Ue aumenta i fondi, ma la Scuola Europea resta d'élite

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L'Ue aumenta i fondi, ma la Scuola Europea resta d'élite

Messaggiodi edscuola » 30 gennaio 2008, 7:31

da LASTAMPA.it

L'Ue aumenta i fondi, ma la Scuola Europea resta d'élite
A CURA DI GIULIANO ADAGLIO

Nel bilancio per il 2008 l'Unione Europea ha aumentato dell'11,2% i fondi per le Scuole Europee (distribuite in diverse città, ma concentrate soprattutto a Bruxelles), che sono cofinanziate anche dai governi nazionali. L'accesso a questi istituti, però, resta riservato ai figli dei funzionari Ue, oltre che a quelli della Nato, e dei diplomatici in genere. Il finanziamento passa dai 129,6 milioni di euro del 2007 ai ben 144,2 del 2008, quasi quattro volte oltre l'inflazione media dell'Unione, fissata al 3,1%.

Finanziare l'istruzione è una della grandi politiche dell'Unione, ma questo particolare finanziamento ha scatenato qualche polemica, in particolare da parte degli italiani, nella sala stampa della Commissione europea. Dagli italiani la questione è particolarmente sentita perchè il nostro paese ha scelto di non aprire una scuola in Belgio, ed in particolare a Bruxelles, dove vivono quasi 70.000 italiani, almeno la metà dei quali di prima generazione.

La polemica nasce dal fatto che le Scuole Europee sono formalmente scuole pubbliche, in quanto finanziate dai governi e dalla commissione, ma l'accesso - gratuito - è un benefit «che fa parte del pacchetto delle condizioni di assunzione che spettano ai funzionari delle Istituzioni», come ha spiegato il portavoce della Commissione Johannes Laitemberger. Poi ci sono altre "categorie" di allievi, tra i quali i figli delle persone "normali". Fino a qualche anno fa anche questi potevano accedere alle Scuole Europee, ma l'allargamento della Ue ha imposto delle limitazioni e quindi solo pochi possono entrare, di fatto scelti in base al censo.

Curiosa è poi la presenza di alunni figli di dipendenti della Nato, organizzazione che ha sede a Bruxelles ma che nulla ha a che fare con l'Unione Europea. Di fatto i governi, come quello italiano, pagano per mandare alla scuola il figlio di un sergente canadese o statunitense, quando il figlio di un lavoratore italiano a Bruxelles non ha lo stesso diritto. Alla scuola vengono poi ammessi i figli di dirigenti di alcune multinazionali, che pagano forti tasse di iscrizione alle Scuole. Un po' come fanno i governi, ma evidentemente una multinazionale americana fa di più per i figli dei suoi dipendenti di quanto fanno alcuni governi per i loro cittadini.
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