Un diploma tecnico salva il futuro

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Un diploma tecnico salva il futuro

Messaggiodi edscuola » 12 gennaio 2012, 20:16

da Corriere della Sera

Un diploma tecnico salva il futuro

Aib: «Le imprese cercano competenze professionali specifiche»

Scuole riaperte da pochi giorni ma è già tempo di scelte importanti per studenti e famiglie, che entro il 20 febbraio dovranno decidere in quale istituto iscriversi il prossimo anno. Una decisione che riguarda tutti, ma se per elementari e medie la scelta è dettata nella maggioranza dei casi dalla vicinanza a casa e dai servizi come mensa o tempo pieno, per le scuole superiori l'iscrizione a una scuola, in una certa misura, determina anche il futuro lavorativo dello studente. E, in tempo di crisi economica, è inevitabile che oltre alle attitudini e alle vocazioni individuali, un certo peso lo abbiano pure le opportunità pratiche legate all'indirizzo scelto.

I tempi sono grami: secondo l'Istat quasi un giovane su tre tra i 15 e i 24 anni è disoccupato e più di uno su cinque rientra tra gli «scoraggiati», cioè non studiano e non lavorano. Eppure anche in un anno di crisi come il 2011 Unioncamere, attraverso il sistema informatico Excelsior, ha stimato che in provincia di Brescia le imprese hanno cercato migliaia di persone con professionalità specifiche. Tra le richieste più gettonate, qualifiche professionali o diplomi a indirizzo meccanico (620 posti e 970), commerciale amministrativo (190 + 1.400), socio sanitario (340), cosmetica ed estetica (120), turistico alberghiero (70). Il messaggio è chiaro: oltre ai licei, molto di moda negli ultimi anni, esistono gli istituti tecnici e le scuole professionali. Un invito a prendere in considerazione tale scelta arriva direttamente dal ministero della Pubblica Istruzione, che recentemente ha pubblicato una brochure ad hoc, ma anche a livello locale gli imput non mancano. L'Aib, associazione industriali bresciani, in autunno ha incontrato oltre 5 mila tra studenti di terza media e famiglie, per cercare di spiegare che gli istituti tecnici e i centri di formazione professionale possono essere un'ottima alternativa. «Un invito alla riflessione - spiega il vice delegato di Education di Aib Franco Gussalli Beretta -. I giovani non trovano lavoro ma le imprese cercano le professionalità». Beretta non si sbilancia, nessuna indicazione, ricorda solo che «è ovvio che a Brescia il cuore è il metalmeccanico. L'importante è la formazione. E c'è bisogno di tutti: servono ingegneri e dottori in Economia ma è sbagliato pensare che solo con l'università ci si possa affermare nel mondo del lavoro».

Qualche segnale c'è. Gli istituti tecnici stanno recuperando sui licei e godono di maggiore appeal. Aristide Peli, assessore provinciale alla Pubblica istruzione, conferma: «A parte i geometri, c'è un ritorno dei tecnici e dei professionali. D'altronde è fondamentale capire la struttura economica del territorio in cui si vive». Un esempio? La scuola alberghiera, importantissima per lavorare nel turismo sui laghi: «Una scuola tutt'altro che semplice - osserva Peli - dal momento che comprende due lingue».
Per le imprese si fa spazio anche l'idea dell'apprendistato professionalizzante. «Parte del tempo sul lavoro e parte in aula - afferma Beretta - - a completamento delle conoscenze. Per le aziende è un sacrificio, ma i risultati ci sono».


Thomas Bendinelli
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