È ora di passare alla fase due: quella del lavoro

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È ora di passare alla fase due: quella del lavoro

Messaggiodi edscuola » 31 gennaio 2012, 20:49

da LASTAMPA.it

È ora di passare alla fase due: quella del lavoro

Per il futuro formazione continua per tutte le età e per gli
imprenditori

WALTER PASSERINI

A25 anni, la Generazione Erasmus si ritrova nel 30,1% di disoccupati. Del resto la molla che l’aveva spinta era quella di fare un’esperienza di vita, più che di studio o lavoro. Quanto all’apprendimento delle lingue, meglio non indagare. La Generazione E sino a oggi ha dato una mano all’Europa e all’abbattimento delle frontiere, ma ora, diventata adulta, le si chiede più impegno e finalizzazione.

La prossima stagione è quella della formazione e del lavoro. Non a caso nel piano di finanziamenti europei del 2014-2020 è prevista una forte dotazione (19 miliardi di euro) e un obiettivo di cinque milioni di persone.

Cambiano però le regole e la platea: «Erasmus per tutti» sarà il nuovo slogan e ingloberà gli altri programmi, come Comenius e Leonardo. A questo stanno lavorando la Commissione, che ha lanciato la proposta, il Consiglio e il Parlamento europeo, che estenderanno la formula dai giovani studenti agli adulti, al lavoro e in formazione, senza trascurare gli imprenditori. Il giovanilismo e la sindrome di Peter Pan lasceranno il posto all’Europa del lavoro e della formazione.

Così la Generazione E diventerà Generazione 3L («Life long learning»), quella della formazione lungo tutto l’arco della vita. I giovani coinquilini nell’«appartamento spagnolo» di Xavier lasceranno il posto a over 45 in cerca di riqualificazione. Le fidanzate come Martine saranno sempre lontane, ma l’amore, anche con mogli e prole, sarà sempre in agguato.

Il nuovo Erasmus sarà un grimaldello per il mercato del lavoro e si incrocerà con Eures, la banca dati delle opportunità di lavoro, di stage e tirocinii. «Erasmus for all» farà crescere il numero e l’età media dei partecipanti. Ai più di due milioni di studenti delle superiori e ai quasi 800 mila giovani in formazione si aggiungeranno 300 mila laureati europei. Senza contare gli adulti in fase di formazione.

Aumenteranno stage e tirocinii, in Italia e all’estero. Così, insieme alla certificazione linguistica, nel curriculum si potranno scrivere periodi trascorsi in piccole o grandi imprese a imparare a lavorare, maanche internship e tirocinii svolti in studi professionali. Sono già oggi oltre duemila i laureati italiani che svolgono uno stage all’estero, non solo ingegneri, ma medici, architetti e avvocati.

Molti hanno iniziato l’itinerario dei cervelli in fuga, molti rientreranno a portare un’esperienza professionale vinta in trasferta che può valere il doppio. Agli Erasmus degli umanisti, degli aspiranti «professional» e dei tecnici si affiancheranno gli Erasmus per gli imprenditori. Qui entrano in scena gli start-upper, gli inventori, gli aspiranti Archimede, gli intraprendenti costruttori di idee e di progetti.

E se alcuni ricorderanno con nostalgia le spaghettate e le chitarrate sulle Ramblas di Barcellona, altri, una volta tornati, potranno far valere conoscenze ed esperienze conquistate con il prestito d’onore, una moneta sonante e un passaporto per il mondo del lavoro.
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