«La canna? Me la faccio su YouTube»

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«La canna? Me la faccio su YouTube»

Messaggiodi edscuola » 15 marzo 2008, 0:30

da Corriere della Sera

Tutto pur di mettersi in mostra: e lo sballo diventa anche un videoclip

«La canna? Me la faccio su YouTube»

I giovani d'oggi e la droga, tutto condiviso sul web: dalle istruzioni per l'uso al record di sniffata

MILANO – La droga non è più un argomento proibito. Il tabù è stato abbattuto da tempo e tra le nuove generazioni il fenomeno sembra essere stato addirittura svuotato di tutti i suoi significati negativi. Al punto che con la droga oggi ci si può pure fare belli. E nell'epoca della multimedialità i teenager considerano la rete l'elemento naturale in cui muoversi, la nuova vetrina in cui mettersi in mostra e dire: «io esisto». Ma non ci sono solo giovani. C'è di tutto. E sembrano davvero lontanissimi i tempi dei tossicomani alla Cristiana F. di «Noi i ragazzi dello Zoo di Berlino», con il laccio al braccio e l'icona di David Bowie. O i romanzi di Pier Vittorio Tondelli che alla fine degli anni Ottanta aveva affrontato il tema della droga nella provincia emiliana rifiutando la morale borghese.

IL NUOVO LINGUAGGIO – L'avvento di Internet, la possibilità di chattare e di entrare in contatto con gli altri con tutte le piattaforme disponibili, la creazione di profili per incontrare nuovi amici virtuali o reali, ha favorito l'esibizionismo telematico e i video amatoriali sono il biglietto da visita per esporsi senza pudore e creare una community che commenti le proprie «performance». Senza freni inibitori, nella rete si può trovare qualunque cosa: basta rifarsi al gergo universale del mondo giovanile e la chiave di accesso è praticamente immediata.

DROGA ONLINE – La rete è un contenitore infinito e borderline. I principali autori dei video sono giovani e spesso studenti che amano produrre filmati con la droga come protagonista. Per farsi conoscere. Per stabilire dei primati. Per identificarsi in un linguaggio collettivo senza dover provare alcun timore. Spopolano i video in cui si mostra la propria coltivazione domestica di marijuana, se ne trovano a decine con i motori di ricerca, basta digitare parole chiave come cannabis, marijuana, gangia ecc… Oppure, sono molto gettonate le istruzioni in tutte le lingue, per imparare a comporre una tipica «canna a bandiera», un modo particolare di «rollare» una cartina finalizzato a limitare il più possibile la quantità di carta a vantaggio del contenuto. Quasi tutti utilizzano un linguaggio - e una tecnica di montaggio del video - che si identifica con il videoclip musicale . E che come questo ricorre anche al colpo di scena, come ad esempio lo spinello che si fa da solo, il «self rolling joint». Usando la parola «bong» si trovano invece un'infinità di video in cui i giovani si riprendono in gruppo per fumare, appunto, dal bong (una pipa ad acqua che assomiglia ad una ampolla e produce un maggiore effetto di "sballo"). Era inevitabile che si creasse anche uno specifico linguaggio, con tanto di vocabolario per i principianti ribattezzato «Cannabolario».
E' CULT SNIFFARE IN RETE – Molto diffusi anche i video in cui si riprende l'atto dello sniffare. Sono sospesi tra lo scherzo e la «bravata» e le «piste» che si vedono nei filmati non sono quasi mai di vera cocaina. Ma è l'idea che chi più sniffa più è «cool» a spingere molti nelle loro performance davanti alla videocamera o al videofonino. Per esempio, troviamo il record man Coppy che sta cercando di stabilire un primato da guinness in classe; oppure Coffeaddcted, 17 anni, che segnala il video e lo intitola: «Seve sniffa» mentre utilizza una banconota da 100 euro per sniffare. La spiegazione del video è indubbiamente da riflessione: «Ecco come impiegare il tempo durante un'ora di atroce spiegazione di filosofia per rendere tutto più interessante». La carrellata potrebbe prosegue all'infinito, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Tra i tanti troviamo anche: «Pippo (alias fillicus) "pippa" prima del mio esame». Scriveva Dacia Maraini in una poesia: «Il pudore sociale che tu credi naturale, sta rinchiuso come il tuorlo». Magari, la frittata è fatta.

Ambra Craighero
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