Maestre vestite a lutto contro la Gelmini

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Maestre vestite a lutto contro la Gelmini

Messaggiodi edscuola » 15 settembre 2008, 13:32

da Corriere della Sera

I genitori: «Raccolta firma per una petizione»

Maestre vestite a lutto contro la Gelmini
Il ministro: «Vergognoso usare i bambini»

Proteste in numerose scuole italiane al rientro dalla vacanze contro il ritorno al maestro unico

FIRENZE - Lutto al braccio contro la riforma annunciata dal ministro Gelmini: il primo giorno di scuola, in molti istituti italiani, è iniziato nel segno della protesta. Come a Firenze, dove le insegnanti della scuola pubblica materna Andrea del Sarto, la scuola dell'infanzia Giotto e la scuola primaria Capponi hanno accolto i bambini completamente vestite a lutto. Le maestre hanno atteso gli studenti davanti ai plessi scolastici, fuori dal portone, con uno striscione: «No ai tagli, no al maestro unico».

NELLA CAPITALE - Proteste anche a Roma, dove iniziative simili sono state organizzate in settanta scuole. «Temo per il futuro dei miei bambini: questo governo vuole un modello di scuola oramai superato» afferma Laura Borgogni, una delle mamme degli alunni della scuola elementare Iqbal Masih. I genitori della scuola del Casilino sono convinti «che bisogna dare un segnale forte»: molti al braccio hanno una fascia nera, altri indossano magliette con slogan contro il ministro: «Stiamo raccogliendo delle firme per una petizione contro il decreto ministeriale - spiega Piero, papà di un bimbo che frequenta la terza elementare -. Il ritorno al maestro unico è una scelta scandalosa, inaccettabile».


LA REAZIONE - Immediata la reazione del ministro dell'Istruzione: «È vergognoso strumentalizzare i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche. Per tutti i bambini - afferma la Gelmini - il primo giorno di scuola è una festa, un momento di gioia e allegria, non certo un'occasione per terrorizzarli». «Sembra - afferma - non conoscere limite, invece, l'opera di disinformazione e allarmismo messa in piedi da chi difende lo status quo di una scuola che per come è strutturata oggi non può avere un futuro. La scuola - conclude il ministro - non può essere utilizzata come un luogo di battaglie politiche».
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