Scuola, notte bianca anti Gelmini

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Scuola, notte bianca anti Gelmini

Messaggiodi edscuola » 16 ottobre 2008, 7:30

da Repubblica

Scuola, notte bianca anti Gelmini
MARINA CAVALLIERI

ROMA - Mamme combattive, padri con computer per aggiornare i blog, maestre preoccupate. E poi bambini, tanti, un po´ per giocare, un po´ per capire. È stata la giornata più insolita, la notte più lunga della scuola italiana.
Dal tramonto all´alba, tanto è durata una protesta spontanea e fantasiosa, una resistenza pacifica, esplosa in centinaia di aule di periferia, nelle strade di quartieri borghesi, negli istituti illuminati a tarda sera. In tutte quelle anonime cittadelle del sapere, piene di disegni, graffiti e buona volontà, che sono le scuole pubbliche, dalle elementari all´università, che in una Notte bianca, di luna piena, hanno ritrovato un sentimento comune e un inaspettato imprevisto scatto d´orgoglio. «Perché la scuola pubblica non sia ridotta ad un fantasma», questo lo slogan che ha unificato le proteste sbocciate come dal nulla che si sono diffuse a Bologna, Roma, Milano, Napoli, Pisa, Parma, Viareggio, Torino, Brescia e in tante altre città.
Nel "Gelmini night & day" hanno marciato insieme compatti genitori e insegnanti, è la nuova alleanza che si è formata contro i tagli e il maestro unico, a favore del tempo pieno, un movimento fluido, spontaneo, che preferisce i blog al ciclostile, odia le etichette politiche «non vogliamo strumentalizzazioni», favorisce le contaminazioni, infatti hanno aderito anche studenti delle medie e universitari che a loro volta hanno dato vita a mobilitazioni nei licei e negli atenei. Perché questa non è una battaglia generazionale ma trasversale contro «l´attacco al sapere pubblico», come si legge nel comunicato dei genitori di Pisa.
«Non è una protesta politicizzata, è un movimento spontaneo, istintivo, nato su un gigantesco passaparola», spiega Simona, madre di due bambini che frequentano la scuola elementare Crispi, di Roma, che ha aderito alla notte bianca. «Il maestro unico, i tagli al tempo pieno sono un passo indietro e incidono sulla qualità della scuola e della vita delle persone, perché né le madri né i bambini sono più quelli di una volta». Una protesta che si nutre di assemblee e di capannelli ma è su internet che si amplifica e corre veloce, nei siti improvvisati, nei blog dove si dibatte fino a notte fonda.
«È nato un movimento trasversale che sta crescendo anche se le possibilità di incidere sul decreto sono ormai poche ma ci saranno tutti i regolamenti, la gestione del dimensionamento, gli organici dove possiamo ancora fare qualcosa magari con una legge di iniziativa popolare», dice una maestra che sfila nella fiaccolata che si è tenuta nel quartiere Prati. A Bologna tra cene sociali, pic nic, assemblee permanenti dove sono stati invitati anche genitori e professori, la mobilitazione è stata contagiosa, tanti i licei occupati e le scuole elementari aperte perché da loro è partita la Notte bianca.
Fiaccolata anche a Napoli a piazza del Plebiscito mentre a Milano i primi a scendere in piazza, ieri pomeriggio, sono stati i bambini della «Casa del Sole», storico istituto dentro al parco Trotter, culla di ogni contestazione che si ricordi. Una ventina le scuole elementari coinvolte. Assemblee anche negli atenei di Roma, Milano, Pisa, Bologna dove Lettere è stata occupata. Nelle aule universitarie la protesta assume sfumature meno festose, forse più cupe. «Non saremo noi a pagare i tagli», era scritto in uno striscione alla Sapienza. Il 14 novembre ci sarà uno sciopero generale ma intanto si discute di quello dei Cobas di domani per capire chi va e chi no.
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