"Bimbi a scuola non in guerra" Parola di Nobel

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"Bimbi a scuola non in guerra" Parola di Nobel

Messaggiodi edscuola » 19 novembre 2008, 8:56

da Repubblica

"Bimbi a scuola non in guerra" Parola di Nobel

Nel mondo sono 37 milioni i bimbi a cui viene negato qualsiasi tipo di istruzione. Di questi, il dieci per cento vive in Afghanistan e nella Repubblica Democratica del Congo. Ora "Save the Children" chiede ai governi di intervenire: con una lettera aperta e 31 firme eccellenti

CRISTINA NADOTTI

Nei trattati di pace le parole "scuola" e "istruzione" compaiono spesso. Poi, quando si tratta di costruire davvero la convivenza pacifica, quando bisogna dare ai bambini insegnanti e strutture, i governi dimenticano facilmente i proclami e gli impegni presi. Per ricordare ai leader del mondo che istruzione di qualità e scuola servono a ridurre l´impatto delle guerre sui minori e sono fondamentali per ricostruire la pace in Paesi colpiti o reduci da conflitti armati, «Save The Children» ha messo insieme per la prima volta 31 tra persone e organizzazioni insignite del Nobel per la pace. Personalità come Desmond Tutu, il Dalai lama, Jimmy Carter, Shirin Ebadi, Aung San Suu Kyi, Wangari Maathai, Rigoberta Menchú, Elie Wiesel, Frederik Willem de Klerk, Mohamed ElBaradei, Adolfo Pérez Esquivel, John Hume, José Ramos-Horta e associazioni come le agenzie dell´Onu, la Croce Rossa e Amnesty International hanno sottoscritto una lettera aperta, che sarà inviata anche al presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi, chiedendo che i governi di impegnino a garantire il diritto all´istruzione a sempre più bambini.
A causa della guerra si calcola siano oggi 37 milioni i bambini e le bambine esclusi dall´istruzione. «I conflitti armati e le guerre sono causati dagli adulti», si legge nella Lettera firmata dai 31 Premi Nobel per la pace, personalità che nel corso di questi anni hanno contribuito alla risoluzione di 15 conflitti, «ma ogni adulto è stato un tempo un bambino, cresciuto e sviluppatosi sulla base delle esperienze ed insegnamenti ricevuti nel corso della sua vita. Alla base di essi vi è sicuramente l´istruzione. Quello che i bambini imparano a scuola influenzerà la loro vita e la loro visione del mondo e degli altri».
«Insegnanti preparati e motivati e validi curricula scolastici», prosegue la Lettera aperta «offrono ai bambini importanti alternative alla confusione e insicurezza generate dalle guerre. Inoltre un´educazione di qualità dà accesso a informazioni utili e sviluppa un´autonomia di pensiero in grado di produrre cambiamenti pacifici».
La lettera dei premi Nobel viene pubblicata oggi, in occasione della celebrazione della Giornale Mondiale dell´Infanzia, ed è parte della campagna "Riscriviamo il futuro", avviata due anni fa da «Save the Children». L´organizzazione internazionale per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini si propose allora di garantire entro il 2010 istruzione di qualità a otto milioni di minori, che vivono in Paesi in situazione di guerra o post-conflitto. Grazie a "Riscriviamo il futuro", sono già sei milioni i minori che hanno potuto avere insegnanti qualificati, curricula aggiornati e strutture scolastiche adeguate.
I premi Nobel per la pace e «Save the Children» chiedono non solo di assicurare il diritto all´istruzione ai minori in tempi di guerra, ma di impegnarsi perché tale diritto sia parte integrante dei processi e accordi di pace. I benefici dell´istruzione sono dimostrati da analisi fatte sui conflitti civili scoppiati dal 1960 a oggi. Le nazioni che assicurano una qualche istruzione anche soltanto al 10% dei minori riducono il rischio di conflitti dal 14 al 10 per cento in percentuale. Ogni anno di accesso all´istruzione formale riduce il rischio che un ragazzo sia coinvolto in conflitti del 20 per cento. L´istruzione di qualità fornisce a bambini e bambine non soltanto abilità con cui procurarsi lavoro e stabilità economica, ma li porta a contatto con persone diverse che hanno opinioni diverse. Due dei paesi più instabili al mondo, la Repubblica Democratica del Congo e l´Afghanistan, sono un esempio lampante di cosa provochi la mancanza di scolarizzazione: il dieci per cento dei 37 milioni di bambini ai quali è oggi negata l´istruzione nel mondo vive proprio in questi due Paesi.
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