Il buio oltre il diploma

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Il buio oltre il diploma

Messaggiodi edscuola » 18 marzo 2009, 20:39

da LASTAMPA.it

UNA RICERCA SUL FUTURO DI CHI ESCE DALLE SUPERIORI

Il buio oltre il diploma

Sempre più lunghi i tempi per trovare lavoro: in media 18-24mesi. Ma quattro anni dopo la maturità l'80% degli ex studenti ringrazia i prof


SHEILA BOMBARDI

TORINO
Nell’attuale fase di radicale reimpostazione dell’istruzione secondaria di secondo grado e di quella terziaria non accademica, osservare la situazione dei giovani a quattro anni dal conseguimento del diploma assume una particolare rilevanza per le molte indicazioni che se ne debbono trarre per programmare localmente l’offerta, sia a livello di piano di offerta formativa delle singole autonomie che di territorio. L’indagine «Diploma+4», realizzata dall’assessorato all’Istruzione e alla formazione della Provincia di Torino con il coordinamento di Luca Savoja, delinea da un lato il quadro delle scelte e dei comportamenti dei diplomati del 2004 rispetto allo studio e al lavoro e, dall’altro, riporta le valutazioni che essi esprimono sul proprio percorso scolastico.

Tra i molti spunti emergono tre elementi sui quali riflettere. Sullo sfondo si ripropone il noto tema della predestinazione sociale nelle scelte dei giovani: le migliori condizioni della famiglia, pur non comportando maggiore talento e migliori capacità, determinano la possibilità di proseguimento (e dunque le probabilità di successo) negli studi universitari, che invece restano ancora oggi difficoltosi o preclusi a molti diplomati con voti alti. Il perdurare di tale situazione è allarmante perché, oltre a limitare le potenzialità della scuola e dell’università stessa, inibisce la diffusione e la generazione dei saperi e quindi compromette la competitività e lo sviluppo economico e sociale. Gli interventi per il diritto allo studio, i servizi di supporto predisposti dalle università per gli studenti, le azioni orientative e informative nonché l’impulso e il rinforzo di fiducia da parte dei docenti della scuola sono alcune delle armi fondamentali per sostenere il merito.

Una seconda questione ci è posta da circa un terzo del campione complessivo per il quale il valore d’uso del titolo di studio è basso; tale giudizio è il risultato di due componenti: una percezione di elevata utilità degli studi per la propria posizione culturale e sociale e una percezione di minore utilità delle conoscenze tecniche acquisite. I tempi di ricerca di occupazione sono elevati (per la maggior parte superiori ai 18/24 mesi) e i contratti di lavoro sono in misura molto ridotta a tempo indeterminato (meno del 30%) e spesso non coerenti con quanto studiato (e ciò non deve essere letto necessariamente come fattore critico). È importante e necessario che le istituzioni scolastiche osservino regolarmente i destini dei propri exallievi - anche in rete tra loro e con il supporto della Provincia di Torino - in modo da consentire una valutazione dell’efficacia dei percorsi in termini di occupabilità e di successo formativo e per apportare, di conseguenza, le opportune revisioni e miglioramenti nel POF.

Infine, le valutazioni sul percorso frequentato, espresse dai diplomati quattro anni dopo alla luce delle prime esperienze di studio e/o professionali, ci evidenziano e confermano la qualità sostanziale del nostro sistema scolastico. È chiaro e generale l’apprezzamento per il livello di preparazione dei docenti (è il miglior aspetto della scuola, insieme all’interesse per i contenuti, per oltre l'80% del campione); ciò deve indurre a riflettere lucidamente sul senso e sulle conseguenze del disinvestimento di attenzione e di risorse economiche a danno del valore dell’apprendimento, del ruolo dei docenti e delle istituzioni scolastiche.

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