La studentessa modello 'Non capite la generazione degli sms'

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La studentessa modello 'Non capite la generazione degli sms'

Messaggiodi edscuola » 24 luglio 2009, 12:31

da LASTAMPA.it

IL SAPERE INUTILE. SISTEMA SOTTO ACCUSA
La studentessa modello "Non capite la generazione degli sms"

"Al liceo si sbaglia l'ortografia"
MARIA TERESA MARTINENGO

Per conquistare il suo 100 e lode al liceo scientifico «Volta», Valentina Carosso ha passato sui libri tre ore al giorno. Dalla terza alla quinta è andata così. E siccome studia composizione al Conservatorio, due-tre ore le ha anche dedicate alla musica. In settembre si iscriverà a Scienze della formazione primaria e, a giudicare dal suo percorso, continuerà a non essere in linea con le affermazioni del professor Ricolfi sugli studenti. Che in gran parte condivide.

Ricolfi sottolinea la difficoltà dei giovani ad esprimersi correttamente per iscritto. Cosa ne dici?
«Ho compagni che fanno ancora errori di ortografia. Mi sembra grave che alla fine della quinta liceo non si sappia scrivere bene in italiano».

Non andrebbe meglio nell’«arte della parola»...
«Molti usano frasi corte perché non riescono a collegare i concetti. Nella vita di tutti i giorni è diverso, manelle interrogazioni, quando non conoscono bene la materia con il suo linguaggio specifico e devono arrampicarsi sui vetri, è tragico. Usano termini vaghi e i professori si innervosiscono, li interrompono per farli ragionare. Poi, c’è chi ripete il libro parola per parola...».

Ricolfi dice che si è persa la capacità di concentrarsi e gli errori logici sono all’ordine del giorno.
«Vero anche questo, ma non per tutti: almeno 4-5 in una classe di 20 sono bravi. Gli altri non capiscono che per studiare bisogna lasciar perdere telefonino, iPod, messanger e tv. Se ogni cinque minuti ti distrai non concludi niente».

Incapaci di autovalutazione?
«Molti non sono in grado di migliorare o non vogliono».

Allenati a superare test, ma non a padroneggiare una disciplina?
«Nei licei, i test a risposta multipla sono poco usati». È vero che si dimentica in pochi anni ciò che si è imparato in ambito scientificomatematico? «Ho difficoltà a ricordare storia, latino. Forse se avessi fatto il classico sarebbe stato il contrario. Credo sia sempre capitato, non è una novità».

Gli studenti di oggi considerano Internet «la memoria»?
«Ciò che noi studiamo è tutto nel Web e nel Web siamo abituati a verificare ogni dubbio. È la memoria cui si può ricorrere comunque, poi sta ad ogni persona usarla bene. E’ probabile che oggi ricordare sia meno importante. Io però ho avuto una maestra che ci faceva studiare le poesie ed è stato un utile allenamento».

Scarsa concentrazione, ma capacità di fare più cose insieme?
«Nello studio serve concentrazione. È improbabile mandare sms ed essere attenti alla lezione».

Ottima capacità di far funzionare ogni oggetto tecnologico, ma senza capire com’è fatto?
«Può valere per le ragazze, ma tra i maschi la passione per l’elettronica c’è davvero».

Grandi navigatori nella Rete, ma esposti a credere alle bufale?
«Sì, ho visto portare ricerche con dati veramente assurdi».

Riconosci la tua generazione nella descrizione di Ricolfi? Una generazione a cui, a forza di facilitazioni, è stata spacciata per istruzione un’«allegra infarinatura»?
«Nella scuola di oggi chi vuole imparare può farlo, ma chi non è interessato può comunque finire con facilità. Il ritorno degli esami di riparazione ha spaventato, poi la gente si è accorta che sono abbastanza semplici e si è tranquillizzata».

Ci sono stati insegnanti particolarmente importanti per te?
«Il prof di matematica di quest’anno, senza il quale non avrei superato lo scritto così come l’ho superato. E poi la maestra delle elementari, quella delle poesie a memoria».
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