Roma, ritorno sui banchi con tremila docenti in meno

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Roma, ritorno sui banchi con tremila docenti in meno

Messaggiodi edscuola » 3 agosto 2009, 18:58

da Il Messaggero

Roma, ritorno sui banchi di scuola con tremila docenti in meno

I sindacati: «Cancellati anche 900 posti da bidello
Sorveglianza a rischio, scriveremo al prefetto»
di Veronica Cursi

ROMA (3 luglio) - Tremila docenti in meno tra scuole elementari, medie e superiori. Più di 1.300 posti cancellati tra gli organici del personale Ata. Supplenti a casa e titolari in cerca di una nuova sistemazione. Il taglio degli organici previsto dalla Finanziaria si abbatte come una scure sulle scuole del Lazio. E a settembre, gli alunni che torneranno tra i banchi, dovranno fare i conti con migliaia di posti volatilizzati tra docenti e bidelli, tagli al tempo pieno. E soprattutto scuole meno vigilate.

Secondo i conti effettuati dai sindacati di categoria, infatti, la legge 133 avrà ricadute pesanti in particolar modo sugli organici del personale tecnico amministrativo. «Nel Lazio - spiega Domenico Rossi, segretario generale FLC-CGil Roma e Lazio - perderanno il posto 1.300 tra bidelli, segretari e tecnici. Personale che fino ad oggi aveva garantito la sicurezza degli edifici, vigilato sulle entrate e le uscite degli alunni, facilitato le pratiche burocratiche».
Una perdita che per presidi e docenti «mette a repentaglio il funzionamento degli edifici scolastici». «Tanto che a settembre, quando sarà definito il quadro degli organici - continua Rossi - abbiamo intenzione di scrivere al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro per denunciare i problemi di sicurezza di alcuni istituti, specie quelli periferici che hanno più plessi».

I tagli dei docenti. La contrazione di personale docente per il prossimo anno sarà pesante nelle scuole di ogni ordine e grado: nel Lazio e soprattutto a Roma (dove si concentra il 70% degli istituti della regione) saranno 511 gli insegnanti in meno nella scuola primaria, 1.144 nella secondaria di primo grado, 1.121 negli istituti superiori, per un totale di 2.776 posti cancellati.

Nella scuola primaria il taglio sarà determinato dall’abolizione dei cosiddetti Moduli (di tre insegnanti su due classi) e dalla cancellazione delle compresenze (le ore che fino a quest’anno le insegnanti utilizzavano per le supplenze brevi o per i progetti di recupero e potenziamento degli alunni).
Alla media, invece, la riforma Gelmini prevede un minor numero di ore di Italiano e Tecnologia e le cattedre tutte rigorosamente a 18 ore: il che potrebbe mettere a rischio anche visite culturali, laboratori e materie extracurriculari. «Eliminando le compresenze ed equiparando il monte ore degli insegnanti con quello degli alunni, infatti - spiega Ada Maurizio, preside della media Esopo, nel quartiere Trieste - per molti istituti potrebbe scomparire la possibilità di prevedere ore straordinarie per attività integrative».

A rimetterci di più saranno i precari, 300 solo nella primaria i supplenti annuali che resteranno a casa, e le scuole di periferia. Basta farsi un giro negli istituti per rendersene conto. All’istituto comprensivo via Scartazzini di Acilia, ad esempio, (cinque plessi e più di 850 alunni), i tagli produrranno una strage: «Avremo otto persone in meno - spiega il preside Franco Febbraro - due docenti della primaria, uno di sostegno, e alle medie ben quattro cattedre in meno (in particolare Lettere ed Educazione tecnica). Una riduzione anche sul personale Ata».

I tagli del personale Ata. Pesante anche la ricaduta su collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi: 1.294 le persone che perderanno il posto, di cui quasi 900 bidelli. «Se per buona parte di loro si aprirà la prospettiva del pensionamento - spiegano ancora dalla Cgil - 700 rimarranno senza lavoro perché precari con contratti in scadenza».

Risultato? Alcuni istituti, specie quelli che si trovano in periferia e hanno più plessi, avranno difficoltà ad assicurare la vigilanza per i loro alunni. «All’istituto comprensivo Parco di Veio, ad esempio, perderemo un collaboratore scolastico - spiega la preside Marzia Vitaliano - il che significa dover rivedere tutta l’organizzazione dei due plessi e sarà complicato garantire l’apertura e la chiusura, nonché la vigilanza all’interno dei due istituti».
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