Scuola, l’avanzata della tecnologia

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Scuola, l’avanzata della tecnologia

Messaggiodi edscuola » 12 ottobre 2009, 9:23

da Corriere della Sera

Internet Il 95% degli istituti è connesso a banda larga. Secondo il ministero l’Italia è in linea con la media Ue

L’obiettivo: Un pc a ogni ragazzo. INTESE con Microsoft, Telecom Italia, Intel e Ibm

Scuola, l’avanzata della tecnologia

Un pc ogni 11 studenti, lavagne multimediali in classe Trenta milioni di investimenti in materiali e didattica

La «scuola 2.0»? Sta arrivando. Almeno nei programmi mini­steriali che, nel giro di qual­che anno a partire da quello in cor­so, si preparano a rifornire le classi italiane di (quasi) ogni ordine e gra­do della dotazione — dai mini perso­nal computer alle maxi lavagne digi­tali — necessaria a traghettarle ver­so la scuola del futuro.

E quella del presente? È pronta a rispondere al suono della campanel­la hi-tech? Entrando in classe oggi che cosa trovano i nativi digitali, la generazione di studenti che ha impa­rato a usare gli sms prima della pen­na biro?

Un termometro aggiornato del grado di «tecnologizzazione» della scuola italiana a tutt’oggi non esiste. Doveva esserlo l’Osservatorio per­manente sulle dotazioni Itc (che sta per information and communica­tion technology ) delle scuole, ma non è mai stato attivato: i link alle banche dati, tuttora attivi sul sito del ministero dell’Istru­zione (il Miur), rispon­dono a vuoto. L’impat­to non è promettente.

I pochi dati a disposi­zione, però, ricavati da monitoraggi poi inter­rotti, fotografano una realtà che sembra po­ter reggere i confronti: il ministero parla di un personal computer ogni 11 studenti, in linea con la me­dia europea, e uno studio di Confin­dustria (su dati Benchmark 2006) mette l’Italia al settimo posto nella classifica dell’Ue sulla diffusione del­la tecnologia nelle scuole. «A parte i picchi come la Gran Bretagna, che vanta 140 mila 'Lim' (le lavagne in­terattive multimediali collegate col web, ndr ) già installate contro le no­stre attuali 30 mila — commenta Giovanni Biondi, capo Dipartimen­to per la Programmazione del Miur — la situazione italiana è sostanzial­mente in pari con l’Europa».

A dominare la scena da noi è In­ternet: nel 2008 il 98% degli istituti italiani aveva una connessione, il 95% disponeva di banda larga. Esse­re in Rete è un inizio, ma non basta: per essere «2.0» servono attrezzatu­re adeguate e un corpo docente ca­pace di sfruttarle al meglio. «In que­sti anni — continua Biondi — si sta facendo molto per la formazione dei professori: dal 2001 quella onli­ne è obbligatoria per tutti i neoas­sunti ». Un passo necessario per im­parare il linguaggio dei «nativi»: «Per questi studenti abituati ad ap­prendere tramite immagini e suoni — conclude Biondi — trovarsi di fronte alla vecchia lavagna di arde­sia è come fare un viaggio nel passa­to ». Con la Lim, invece, scaricano contenuti dalla Rete e interagiscono con il professore e tra di loro trami­te tavolette elettroniche e penne ma­gnetiche. Una rivoluzione.

Ecco perché nei programmi mini­steriali la superlavagna digitale gio­ca un ruolo fondamentale: entro quest’anno scolastico ne verranno installate 20 mila mila nelle scuole medie, altre 8 mila il prossimo an­no alle secondarie superiori. Tutti numeri del progetto Lim (50 mila docenti e 350 mila studenti coinvol­ti nella prima fase, altri 25 mila pro­fessori nella seconda) lanciato a fi­ne settembre dal Miur insieme a Cl@ssi 2.0 che, invece, interesserà in via sperimentale 156 classi di scuola secondaria di primo grado (ma le richieste arrivate sono più di duemila) che riceveranno ciascuna 30 mila euro per la messa a punto di metodi didattici «ad alto tasso di innovazione». In totale, 30 milioni di investimenti per realizzare la scuola del futuro. L’obiettivo? Una digitalizzazione a 360 gradi: «Fino a qualche anno fa — spiega Giuseppe Marucci, ispettore tecnico alla Dire­zione Generale Sistemi Informativi del Miur — puntavamo a potenzia­re le attrezzature di laboratorio, og­gi invece la politica è un’altra: fare della tecnologia non un fatto occa­sionale ma uno strumento abituale, in qualsiasi scuola e per qualsiasi di­sciplina ».

Sul fronte tecnologico, però, il cammino è ancora lungo e le statisti­che non sempre sintomatiche. «Par­lare di confronti e medie europee è molto difficile — sottolinea Giulia­na Sissa, responsabile dell’Osserva­torio Tecnologico del Miur, creato nel 2000 per intercettare le nuove tendenze della scuola digitale e atti­vo fino alla fine dello scorso anno scolastico —: quella italiana è una re­altà a macchia di leopardo dove esperienze di eccellenza convivono accanto a situazioni in cui ci sarebbe ancora molto da fare, specialmente nella scuola primaria». Le due priori­tà, continua l’esperta, oggi sono le infrastrutture e la banda larga, indi­spensabile per gestire i contenuti multimediali: «Ma questo a monte — avverte Sissa, che è anche autrice del libro 'Il computer sostenibile', edito da Franco Angeli —; una volta acquisiti, gli strumenti tecnologici vanno usati in un contesto che li sap­pia valorizzare: servono figure pro­fessionali specifiche che gestiscano le reti d’istituto e i professori devo­no acquistare consapevolezza e fami­liarità con le nuove tecnologie».

A fine settembre il ministro Bru­netta, presentando insieme alla Gel­mini i piani del governo per la scuo­la digitale, ha dichiarato di voler do­tare «tutti gli studenti di un pc en­tro la fine della legislatura». Un so­gno? Il ministero dell’Innovazione per realizzarlo, insieme al Miur, sta coinvolgendo anche i privati (quat­tro i protocolli d’intesa firmati con Microsoft, Telecom Italia, Intel e Ibm). Ma il primo nodo, spiegano al Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica della Pre­sidenza del Consiglio dei ministri, è «mobilitare le risorse» per un pro­cesso che dovrebbe riguardare, se esteso all’intera galassia della scuo­la italiana, oltre 7 milioni di studen­ti per 375 mila classi.

Un immenso bacino di utenza a cui, oltre che le tecnologie, servono coordinate per orientarsi nella scuola di domani: il Dipartimento per la digitalizzazione della pubbli­ca amministrazione ha aperto la piattaforma Innova Scuola ( www.innovascuola.gov.it ) e da qualche settimana è online il porta­le Edu-Tech ( www.edu-tech.it ) de­dicato a docenti ed educatori e col­legato anche a una rivista, Edu-Te­ch Magazine , che arriverà gratuita­mente in oltre tremila scuole italia­ne. Per non lasciare soli professori e studenti, neanche davanti a una lavagna digitale.

Giulia Ziino
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