Scuola, 200 mila studenti in piazza

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Scuola, 200 mila studenti in piazza

Messaggiodi edscuola » 18 novembre 2009, 9:37

da Aprileonline

Scuola, 200 mila studenti in piazza

Cortei in oltre 50 città italiane, quasi 200 mila studenti mobilitati (secondo le stime dell'Unione degli studenti): non sono mancati neanche momenti di tensione nelle manifestazioni studentesche promosse in occasione della "Giornata internazionale del diritto allo studio". "Il futuro è nostro riprendiamocelo" e "La Conoscenza non si vende, si apprende", questi gli slogan che comparivano sugli striscioni in testa ai cortei.
"Scuole, università, accademie sono oggi unite per chiedere maggiori fondi sul diritto allo studio - ha spiegato Stefano Vitale dell'Uds -, vogliamo permettere a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente dalle condizioni economiche, chiediamo edifici sicuri e non fatiscenti, chiediamo una didattica innovativa, chiediamo maggiore democrazia e partecipazione nei luoghi di studio, al di fuori da ingerenze dei privati". "La protesta di oggi - sottolinea l'associazione studentesca - è il segno che gli studenti italiani non si sono addormentati, non si sono scordati i pesanti tagli del governo ma, anzi, sono una forza attiva nel paese che chiede e continuerà a chiedere con forza di essere ascoltata".
Una protesta che non riguarda solo gli studenti italiani: 20 infatti i Paesi europei coinvolti, mentre a Bruxelles un'assemblea internazionale ha radunato studenti da tutta Europa e delegazioni da altri continenti.

I momenti di maggiore tensione si sono verificati a Milano: nel corso del corteo partito stamattina da via Cairoli 4 studenti sono stati fermati e portati in Questura: due di loro - vicini al centro sociale "Cantiere" - sono stati arrestati per resistenza e oltraggio al pubblico ufficiale mentre gli altri due sono stati denunciati a piede libero, sempre per gli stessi reati. Nelle fasi iniziali della manifestazione si sono verificati una serie di scontri, in cui diversi cassonetti dell'immondizia sono stati ribaltati. A Torino, invece, gli studenti hanno lanciato uova contro la sede regionale del Miur per protestare contro la riforma del ministro Gelmini. Un gruppo di studenti ha poi occupato il rettorato dell'università in via Po, esponendo diversi striscioni contro la riforma.
Insieme agli universitari e agli studenti medi, hanno preso parte alle manifestazioni anche ricercatori precari e bibliotecari dell'ateneo. A Roma, gli studenti hanno manifestato contro la "repubblica della banane", impugnando delle banane mentre sfilavano per sottolineare meglio il concetto: merenda 'goliardica' a piazzale Aldo Moro, davanti all'ingresso principale de La Sapienza, poi, sotto il colonnato, uno spettacolo inscenato dalle ragazze dell'Accademia Nazionale di Danza, cui ha fatto seguito un'assemblea pubblica all'interno della città universitaria. Manifestazioni anche a Firenze, Napoli e Palermo (dove sono stati occupati contemporaneamente la sede dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione e l'istituto magistrale Regina Margherita).
A Bari, una delegazione di studenti è stata ricevuta dal presidente del Consiglio regionale Pietro Pepe e dal presidente della sesta commissione consiliare, Carlo De Santis: gli studenti hanno chiesto notizie sulla legge regionale sul diritto allo studio che entrerà in vigore nel 2010.

Ma la ministra Gelmini non ama le proteste e non nasconde il fastidio: "I manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali, non rappresentano certo i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola non un luogo di indottrinamento ideologico ma un'istituzione che li prepari a un vero lavoro", è il suo commento.
Immediata la replica delle opposizioni: "Il ministro Gelmini è ormai incapace di guardare alla realtà: scuole e università sono all'emergenza a causa delle scelte scellerate di questo governo", risponde Pina Picierno (Pd). "Mancano i fondi, il personale, la didattica è impoverita e per famiglie e studenti è sempre più difficile fare fronte ai costi dell'istruzione in tempo di crisi. Abbiamo assistito in questi mesi alla protesta dei precari della scuola, oggi assistiamo alla protesta degli studenti in tutta Italia. L'unica che non vede la difficoltà del settore che più di tutti deve rappresentare il futuro del Paese è il ministro dell'Istruzione".

"Il Governo e il ministro Gelmini sono riusciti nel difficile compito di dequalificare completamente l'istruzione", spiega il vicepresidente dei senatori dell'Italia dei Valori e capogruppo del partito in commissione istruzione, Fabio Giambrone. "Il nuovo anno scolastico è iniziato nel peggiore dei modi perché i tagli e le scelte gestionali dell'Esecutivo si sono fatti sentire profondamente". "Per fermare il degrado che studenti, famiglie, insegnati e personale Ata stanno vivendo sulla loro pelle occorre invertire la rotta e investire molto di più sulla scuola pubblica. Come IdV oggi siamo accanto agli studenti di tutta Italia e l'11 dicembre aderiamo alla manifestazione nazionale dei precari indetta dalla Cgil perché la scuola è e deve restare un diritto di tutti".

A sostegno delle lotte studentesche scendono in campo anche Rifondazione comunista e Sinistra Ecologia e Libertà.
Il Prc "partecipa a tutte le iniziative di protesta e mobilitazione che si stanno organizzando in ogni città italiana per rivendicare il proprio no al Governo Berlusconi e alla contro-riforma della Gelmini", si legge in una nota a firma del segretario Paolo Ferrero. "Invitiamo tutti gli studenti, i lavoratori della scuola, il corpo docente e non docente che oggi e' sceso in piazza contro la Gelmini a partecipare al No Berlusconi Day del prossimo 5 dicembre e a dare vita a un vero e proprio blocco di opposizione sociale, in Italia, contro le sciagurate politiche delle destre al potere".
Per SeL interviene Paolo Cento che reputa un "segnale positivo" la grande giornata di mobilitazione degli studenti medi e universitari contro la riforma Gelmini che "sancisce la ripresa del movimento universitario contro la privatizzazione dell'istruzione".
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