da Repubblica
Occupazioni, rivolta dei prof
I docenti del De Cosmi: "Sbornia di protagonismo"
Autogestione sospesa al Majorana, presidiato da ieri il Salvemini
Lettera degli insegnanti "I ragazzi ci dicano cosa li spinge alla ribellione"
SALVO INTRAVAIA
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Palermo
All´indomani delle prime agitazioni studentesche condannate duramente dall´Asas, i professori scendono in campo contro le occupazioni. Gli insegnanti del liceo socio-psicopedagogico De Cosmi, occupato da una settimana, hanno affidato le loro perplessità a una lettera aperta, rivolta anche agli studenti che presidiano l´istituto. E dopo il De Cosmi, ieri è stata occupata anche la succursale del Salvemini: nella tarda mattinata di ieri la succursale dell´istituto professionale di via Michelangelo è stata occupata dagli studenti, mentre all´istituto tecnico industriale Majorana l´autogestione è stata «momentaneamente sospesa» e all´istituto alberghiero Cascino si va avanti con una «assemblea permanente». Ieri mattina all´interno dell´istituto di via Ruggeri è intervenuta la Digos, che ha comunicato agli ragazzi di avere ricevuto la denuncia da parte del preside.
Ma è al De Cosmi che la protesta ha assunto i toni più duri. Ecco i motivi: edilizia scolastica carente e irrigidimento delle norme sulla maturità e sui debiti scolastici che gli studenti non accettano proprio. Di fronte al muro contro muro, supportato dai giovani di Azione studentesca, i docenti del De Cosmi «si domandano che fine abbiano fatto i percorsi educativi svolti con gli alunni, finalizzati alla maturazione di coscienze critiche e responsabilmente impegnate nella ricerca di mutamenti migliorativi nei confronti della società». E ancora: «Ci domandiamo – si legge nel documento sottoscritto dai prof – in che direzione vada la ricerca di ciò che suole essere definita "Cittadinanza attiva", nonché il significato della democrazia tra rispetto delle regole e libertà di pensiero».
I docenti dell´ex istituto magistrale dopo ore e ore di lezione spese a spiegare i valori del dialogo e della non violenza non riescono a spiegarsi «cosa abbia potuto spingere gli studenti ad attuare tale forma di protesta: i problemi legati all´edilizia scolastica? Le circolari del ministro Fioroni? O cos´altro? Ma, allora, cosa ne è stato della loro dichiarata condanna della violenza durante i dibattiti d´aula, nel corso delle ore di lezioni?», si chiedono. I professori che hanno elaborato la lettera aperta non sembrano volere abbracciare la linea dura proposta dall´Associazione delle scuole autonome della Sicilia (Asas) che nei giorni scorsi ha descritto le scuole «ambienti diseducativi dove la legge non viene applicata e i docenti si rifiutano di convocare i Consigli di classe per adottare i provvedimenti disciplinari». Con una magistratura «permissiva» e la sfera politica che «strumentalizza la protesta studentesca».
Intanto, ieri mattina l´assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Giuseppe Prestigiacomo, ha ricevuto una delegazione di studenti del De Cosmi impegnandosi «affinché i tanti problemi riguardanti l´edilizia scolastica possano avere una soluzione». «Attendiamo fiduciosi – dichiara Carola Sferruggia – un intervento rapido. Tuttavia non disoccuperemo perché la lotta contro la riforma Fioroni continua». L´auspicio è che la protesta rientri entro i binari della legalità. «Vogliamo sperare – continuano i professori – che, superato questo momento di "sbornia" di protagonismo i nostri alunni sappiano ritrovare quella civile responsabilità del diniego della violenza per richiamarsi tutti quanti al dialogo condotto con onestà intellettuale e morale, ad eventuali proposte di soluzioni relativamente ai problemi individuati».
I docenti sono anche disposti a supportare le richieste dei ragazzi. «Ci comunichino i loro disagi, le loro idee di miglioramento, le loro proposte di cambiamento; ci troveranno, in tal caso, a loro fianco nel nostro essere guida del loro percorso formativo, dentro la scuola e non fuori di essa». Con la speranza che «i genitori sappiano condurre i loro figli alla consapevole e serena riappropriazione dell´istruzione come strumento di realizzazione della libertà di tutti e di ciascun alunno».