DEBITI SCOLASTICI E CORSA AI RIMEDI
La UIL-Scuola di Milano sin dall’emanazione del D.M. n. 80 e poi dell’O.M. n. 92, ha denunciato la cattiva politica scolastica di un Ministro che corre ai ripari con Decreti e Ordinanze, forse necessari, considerati i dati di bocciature e abbandoni scolastici che si rilevano in alcuni ordini e indirizzi di scuole secondarie di 2° grado, ritenendo che è lo stesso Ministro e quelli che l’hanno preceduto che dovrebbero essere bocciati, dal momento che, tagli di organici decisi con le Finanziarie per fare cassa, innalzamento del numero di alunni per classe, impoverimento delle risorse aggiuntive alle scuole, precariato sempre più consistente, ultimamente proposte di tagli orari, non fanno altro che determinare situazioni di insuccessi per gli studenti più deboli, e i docenti in queste situazioni fanno quello che possono.
Ben altra doveva e deve essere la politica del Governo per la scuola, iniziando dagli impegni economici necessari, innalzando il rapporto di spesa per il comparto che oggi è del 4,6% del PIL rispetto al 5,1% della media dei Paesi UE.
Vanno messi in discussione tutti gli artifizi “economicistici” che vedono la scuola come un settore di spesa improduttiva e non come vero e necessario investimento per il futuro del Paese.
La quota di 50 Euro per ogni ora aggiuntiva di insegnamento svolta dai docenti della scuola secondaria superiore per l’attuazione dei corsi di recupero per gli alunni con debiti formativi prevista dal nuovo CCNL, positiva in termini di valorizzazione, non è certo la panacea risolutiva del problema. A parte la perplessità rispetto al totale delle risorse che risulterebbero insufficienti.
Nel frattempo bisogna avere la consapevolezza che gli allievi più deboli hanno il diritto di essere messi in condizione di recuperare il gap istruttivo e formativo per raggiungere standard utili a quel successo formativo al quale soggettivamente tutti debbono aspirare.
L’opportunità di intervento c’è, seppur tardiva e sicuramente da correggere in alcune parti, in attesa che il Governo prenda in seria considerazione il problema in modo globale con seri interventi riformatori e con la messa in campo di risorse adeguate.
Intanto l’O.M. 92/07 sul recupero dei debiti formativi fissa un termine perentorio, 31 dicembre, che di fatto è limitato al 20-21 dicembre: entro tale data in tutte le scuole secondarie superiori deve essere convocato il Collegio dei docenti con all’ordine del giorno la modifica del piano dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2007-2008, per includervi gli interventi di recupero previsti dal D.M. 80 e O.M. 92 e comunicare il nuovo piano alle famiglie.
Questo non significa programmare tutti i percorsi di recupero, dal momento che ciò sarebbe impossibile in così poco tempo e soprattutto prima di sapere, dopo il primo scrutinio intermedio (quadrimestrale o trimestrale) ultimato, quanti sono i ragazzi che abbisognano degli interventi, a meno che non si tratti di scuole che già per conto loro hanno previsto, rispetto agli scrutini intermedi, percorsi di recupero, a partire da altre considerazioni (programmazione di inizio d’anno, prime valutazioni, valutazioni bimestrali ecc.). E’ bene in ogni caso ricordare che gli interventi già programmati, di questo tipo, che l’ordinanza 92 definisce “di sostegno”, sono a tutti gli effetti riconosciuti come interventi di recupero dall’ordinanza stessa.
Cosa bisogna programmare? Intanto la collocazione del recupero (attività pomeridiane, periodi di interruzione, flessibilità del 20% ecc.), la sua organizzazione (per gruppi interclasse, per gruppi disciplinari, monodisciplinari, monoclasse, frontali, laboratoriali ecc.), la verifica (prove orali, scritte, aggiuntive, integrate ecc.).
Almeno fino al momento in cui non saranno chiare le risorse attribuite ad ogni scuola da cui dipende anche l’estensione e la frequenza degli interventi, si tratta di decisioni di massima al fine di inserire nel POF l’argomento e di comunicarlo alle famiglie.
Tutto il resto può essere definito successivamente, quando sarà più chiara l’entità dell’intervento e delle risorse a disposizione della scuola.
Rimane il fatto che come al solito tutto viene deciso per rimediare ai guasti che la politica sulla scuola produce.
Milano,19.12.2007