ANDIS Viterbo: LA NOTA FLC-CGIL SULLE PROVE INVALSI

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ANDIS Viterbo: LA NOTA FLC-CGIL SULLE PROVE INVALSI

Messaggiodi edscuola » 20 novembre 2011, 9:14

Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici
Sezione Provinciale di Viterbo

LA NOTA FLC-CGIL SULLE PROVE INVALSI

Dopo una doverosa premessa di carattere difensivo (sono un iscritto FLC, quindi non sono animato da risentimento politico), ritengo di dover dire che la nota FLC-CGIL sul “non obbligo” delle prove INVALSI pare a me sbagliata, sia sul piano tecnico-giuridico che su quello politico.

IL PIANO TECNICO-GIURIDICO
La nota FLC-CGIL , rifacendosi ad un passaggio della nota MIUR 6830 del 18/10/2011(vedi sotto), sostiene: “.....la somministrazione delle prove INVALSI può avvenire solo se queste sono inserite nell'ambito del piano annuale delle attività. Di conseguenza:
1. le prove INVALSI non sono obbligatorie !
…........”
La parte della nota MIUR 6830 citata dalla FLC-CGIL
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=7360
però afferma:
“........gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell’art 28, comma 4, del vigente C.C.N.L.. …..“

Data per ultra-evidente la volontà del MIUR di realizzare a costo zero (per il MIUR, non per le scuole e gli operatori scolastici) la somministrazione delle prove INVALSI, mi pare altrettanto evidente come il passaggio sopra richiamato della nota MIUR non stabilisca la facoltatività della somministrazione delle prove ma il suo “obbligo” di inserimento nel piano annuale (vedi il termine “dovranno”).
Se l'interpretazione della FLC fosse corretta, ossia se dirigenti e collegi risultano vincolati al rispetto delle sole attività che ritengono di inserire nel piano, allora risulterebbero “non obbligatorie” anche le sedute di collegio dei docenti, consigli di classe etc.

IL PIANO POLITICO
Sul piano politico trovo piuttosto discutibile una linea (o tattica) di tipo “cavillosistico”, basata sulla interpretazione leguleia delle norme: possibile che di tutto il disastro-scuola che abbiamo in Italia il punto da tutelare sia quello del “non obbligo” delle prove INVALSI, da rinvenire in un minuscolo comma normativo? Peraltro collocato in un contesto possibilista: “...rimane completamente aperto il problema della valutazione degli esiti...” (vedo più netta la posizione demagogica dei sindacati neo-corporativi i quali semplicemente dicono “noi non vogliamo farci valutare; punto”).
Riconosciuto che, con tutti i limiti (ma anche meriti) dell'INVALSI, la valutazione degli apprendimenti concorre ad una opzione di qualità, ritengo che la linea politica vincente non dovrebbe mai mettere in contrapposizione qualità e rivendicazione, ma piuttosto:
1) valorizzare la scuola pubblica attraverso la valorizzazione del suo patrimonio professionale;
2) combattere il malgoverno (non soltanto) della scuola.
(sotto questa griglia di valori mi permetto di rivendicare la qualità “politica” dell'ANDIS).

Viterbo 19/11/2011

Il presidente provinciale
Giuseppe Guastini
edscuola
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