Istituto “L. EINAUDI” di Ferrara

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Istituto “L. EINAUDI” di Ferrara

Messaggiodi edscuola » 11 novembre 2012, 6:24

MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI DOCENTI DELL’ISTITUTO “L.EINAUDI” -FERRARA
L’assemblea dei docenti dell’Istituto “L. EINAUDI” di Ferrara, riunita il 7 novembre 2012, esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti delle scelte politiche del ministro dell’Istruzione Profumo e più in generale del Governo, che risultano in linea con quelle dei precedenti governi, perché fortemente punitive nei confronti della scuola pubblica, caratterizzate da tagli di risorse e personale, nonché da una martellante svalutazione delle professionalità della scuola e della libertà di insegnamento.
L’assemblea esprime pertanto la propria contrarietà agli ulteriori tagli di risorse destinate alla scuola pubblica e alle intromissioni in materia contrattuale contenute nella spending review e nella bozza del disegno di legge sulla stabilità.
Questi nuovi tagli lineari, come in passato gli 8 miliardi in meno di Tremonti-Gelmini, vengono giustificati all’opinione pubblica con ragioni di bilancio; eppure nella legge di stabilità si confermano le spese militari, non vi sono patrimoniali eque, né misure drastiche contro evasione fiscale e corruzione.
Il ddl costituisce una grave lesione della dignità e dei diritti di tutti i lavoratori, non soltanto per gli insegnanti; si interviene infatti anche su una materia che dovrebbe essere regolata da contratti liberamente sottoscritti fra le parti e, senza nessuna consultazione né trattativa con le organizzazioni sindacali, si impongono dall’alto prestazioni di lavoro che non sono previste nel CCNL attualmente in vigore.
L’articolo 3 comma 42-43-44 del nuovo decreto legge prevede:
1. nuovi tagli agli organici, mentre il concorso limitato a 11.000 posti e riservato ai già abilitati servirà solo ad espellere definitivamente dalla scuola i lavoratori precari o a togliere ai giovani la speranza di trovare lavoro;
2. il blocco sugli stipendi fino al 2015, stipendi che dal 2006 hanno perso il 25% del potere d'acquisto e che verrebbero ulteriormente ridotti dall’abolizione dell'indennità di vacanza contrattuale prevista nel ddl stabilità;
3. la monetizzazione parziale delle ferie dei lavoratori precari che potranno monetizzare soltanto un numero di giorni di ferie pari al massimo ad 11, inferiore ai 26,7 prima dell’entrata in vigore del DL 95/2012 (spending review);
4. il passaggio forzato di docenti in particolari condizioni (inidonei) nei profili ATA (personale Ausiliario, Tecnico, Amministrativo), che avrà come conseguenza il licenziamento di alcune migliaia di precari ATA che già prestano servizio nella scuola;
5. l’innalzamento dell’orario di cattedra a parità di retribuzione motivata dall’esigenza di adeguare i carichi di lavoro agli “standard europei”. Eppure la media europea di ore in classe alle superiori è di 16,3 ore contro le 18 italiane; ciò che invece allontana e di parecchio gli insegnanti italiani dai colleghi europei è la retribuzione, poiché qui guadagnano meno della metà rispetto alla media UE.
Sottolineiamo che l’attività docente non è di natura impiegatizia. Essa non si esaurisce nelle 18 ore di cattedra, ma comprende la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, i rapporti con le famiglie, le attività di carattere collegiale, che comportano spesso la permanenza a scuola dal mattino al tardo pomeriggio (peraltro senza corresponsione di agevolazioni per i pasti, come invece avviene nel pubblico impiego). Comprende inoltre la programmazione didattica, gli scrutini, gli esami e tutti gli atti connessi, l’ampliamento dell’offerta formativa in orario extra rispetto a quello dedicato alle lezioni e, non ultimo, l’aggiornamento professionale, che dovrebbe essere il perno caratterizzante la figura dell’insegnante che vuole e deve essere al passo con i tempi, ma che poggia completamente su atti volontari e non prevede alcuna forma di retribuzione né di rimborso delle spese sostenute per la partecipazione a seminari, corsi e convegni né per l’acquisto di libri. Il paradosso è pertanto che l’insegnante deve pagare di tasca propria il mantenimento di una buona professionalità, che lo Stato non si preoccupa più da tempo di garantire.


Inoltre, dopo la rottura del tavolo tra Miur e Organizzazioni Sindacali lo scorso 11 ottobre sul pagamento degli scatti di anzianità per l’anno scolastico 2011/12, l‘ assemblea docenti chiede con forza al Ministero di stanziare subito tutte le risorse utili alla copertura totale degli scatti, senza ulteriori decurtazioni dal bilancio della scuola pubblica (Fondo di Istituto, di cui alla data di oggi non è stata ancora comunicata l’entità), anche e soprattutto alla luce degli ultimi stanziamenti ad hoc per il comparto della scuola privata.

Fra le novità contenute nella "Legge di stabilità" ci sarebbe poi il dimezzamento della retribuzione per i giorni utilizzati dai dipendenti pubblici per l’assistenza a famigliari con disabilità; la retribuzione rimarrebbe piena esclusivamente se il permesso è dovuto a patologie del dipendente stesso o all’assistenza a figli e coniugi e per nessun altro; decurtazione invece per chi assiste i genitori. Tale provvedimento, pur non riguardando direttamente la qualità della scuola pubblica e la professionalità docente, costituisce l’ennesimo depauperamento dei diritti dei lavoratori della scuola e di tutto il pubblico impiego e va perciò risolutamente respinto.



Noi Docenti respingiamo anche il Ddl 953 (ex disegno di legge Aprea), il progetto di riforma degli organi collegiali che prevede la sostituzione del Consiglio di Istituto con un Consiglio dell’Autonomia. Il Ddl 953 restringe gli spazi di democrazia con una pericolosa accelerazione sul ruolo dei soggetti privati che avranno la possibilità di entrare a far parte degli organi collegiali e in ragione del loro finanziamento esterno influenzare pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa.
Questa legge prevede la creazione di un «consiglio dell’Autonomia» al posto dell’attuale Consiglio d’Istituto. Non ne farà più parte il personale non docente della scuola, al posto del quale troveremo invece “membri esterni, scelti fra le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, in numero non superiore a 2 “. Così ogni scuola sarà esposta ai poteri forti presenti nel territorio.
Ogni Consiglio dell’Autonomia elaborerà uno «Statuto autonomo», diverso per ciascuna delle scuole italiane, che regolamenterà l’amministrazione dell’Istituto, la strutturazione degli organi interni, nonché le delicate relazioni tra le diverse componenti che ne fanno parte: materie finora regolate da una normativa unitaria per tutto il territorio nazionale.
Inoltre lo Statuto definirà in ogni scuola le regole secondo cui studenti e genitori avranno il diritto di partecipare.
Lo Statuto autonomo di ogni singola scuola scavalcherà le competenze didattiche dei Docenti e la loro libertà di insegnamento, perché stabilirà «la composizione e le modalità della necessaria partecipazione degli alunni e dei genitori alla definizione e raggiungimento degli obiettivi educativi di ogni singola classe (art. 6 c. 4)».

Verrà istituito un «nucleo di autovalutazione» con il compito di giudicare la “qualità” della scuola (art. 8)». Ne faranno parte uno o più membri esterni, che giudicheranno in collaborazione con l’Invalsi e sulla base dei suoi quiz.
L’articolo 10 prevede l’opportunità di «ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico delle loro attività», rimarcando che queste «possono essere soggetti sia pubblici che privati, fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni no profit (art. 10 c. 2)».

Tali soggetti avrebbero il proprio posto nel Consiglio dell’Autonomia, implicitamente condizionandone le scelte, secondo criteri altri rispetto a quelli della libertà di ricerca, di pensiero, di insegnamento, di apprendimento, sancita dalla Costituzione repubblicana.

Al fine di esercitare una pressione decisiva sulle forze parlamentari chiamate nelle prossime settimane ad approvare, ad emendare o a respingere le misure sopra elencate,

invitiamo

i sindacati a intervenire unitariamente per sostenere con ogni mezzo la nostra protesta;

chiediamo

ai colleghi ATA, ai nostri studenti, alle loro famiglie e a tutti i cittadini di difendere con noi la Scuola pubblica di Stato.

L’assemblea dei docenti delibera inoltre di mettere in pratica, fino ad avvenuto ritiro di tutti gli articoli della legge di stabilità sopra contestati, quanto segue:
− la sospensione di tutte le attività aggiuntive non esplicitamente previste dal CCNL come obbligatorie (coordinamento di classe, redazione di verbali, preparazione a casa di materiali per i Consigli di classe, coordinamento disciplinare, funzioni strumentali, commissioni)
− la sospensione dei viaggi d’istruzione e delle uscite didattiche
− la sospensione dell’attività progettuale
− la sospensione di qualsiasi attività didattica aggiuntiva (sportelli didattici, corsi di recupero)
− la sospensione della correzione dei test Invalsi
− tre giornate di “didattica essenziale” ( 21-22-23 novembre 2012)
− la sospensione dell’adozione dei libri di testo
− la costituzione di una commissione finalizzata allo studio di iniziative di cittadinanza attiva
− l’invio di una lettera al Consiglio di Istituto, alle altre componenti della scuola e alla stampa.

Restano in carica per l’ordinaria amministrazione il collaboratore vicario e il secondo collaboratore.
Sono limitate all’essenziale:
- le attività aggiuntive afferenti al disagio (disabilità, DSA, alfabetizzazione);
- le attività di orientamento in entrata.


Ferrara, 7 novembre 2012

Approvato all’unanimità.
edscuola
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