Dai Comprensivi buone idee per il Riordino dei Cicli

DAI COMPRENSIVI BUONE IDEE PER UN RIORDINO COMPLESSIVO DEI CICLI

Intervista a Luigi Berlinguer, a cura di Giancarlo Cerini (*)

Cerini: Anche se sotto la spinta di impellenti emergenze finanziarie, l’organizzazione delle scuole nel territorio si va modificando, mediante più elevati standard di dimensionamento, che modificano l’impianto originario costruito con i decreti applicativi dell’autonomia, oltre 10 anni fa.  Le novità (scuole più grandi, istituti comprensivi, ecc.) saranno in grado di far ripartire l’autonomia scolastica che oggi sembra “ingessata”.

Berlinguer: Il cambiamento della geografia scolastica è innegabile, ma sembra dettato essenzialmente da ragioni di risparmio, anche se questo potrebbe essere insignificante, perché in fondo si eliminerebbero pochi posti di dirigente o di personale amministrativo. Non c’è da aspettarsi molto per la qualità dell’autonomia se la si affida soltanto a questo fattore, anche se una razionalizzazione della presenza delle scuole nel territorio può essere utile.

Cerini: Cambia però il profilo del dirigente scolastico!

Berlinguer: Il dirigente scolastico dovrà sempre più svolgere efficaci compiti di leadership, ma questo non dipende dalla modifica della dimensione degli istituti scolastici. E’ però il momento giusto per ritornare alle ragioni vere dell’autonomia e per ripensare alla figura del dirigente.

Cerini: La scelta di generalizzare gli istituti comprensivi nel primo ciclo (ora sono circa il 60%) appare di grande rilevanza. Essa si presenta come una vera e propria riforma di ordinamento, perché “costringe” le scuole dell’infanzia, elementari e medie di un territorio ad allearsi, per realizzare un progetto educativo coerente e condiviso a favore degli allievi dai 3 ai 14 anni. Spesso però il “comprensivo” diventa un semplice “contenitore vuoto”, dove non scattano pratiche e comportamenti virtuosi per costruire una vera scuola di base. Qualcuno rimpiange la riforma Berlinguer: “… quella sì che fondava la scuola di base italiana..”. Il comprensivo però è andato avanti, anche senza grandi aiuti dal centro e sembra una soluzione più praticabile per arrivare al medesimo obiettivo.. E’ così?

Berlinguer: La diffusione degli istituti comprensivi è un fatto di grande importanza. Cominciò ai tempi di quella che voi chiamate “riforma Berlinguer”, ed è poi proseguita, ma non è stata aiutata dalla amministrazione. Il risultato è che i maestri e professori dell’elementare e della media vivono come i “separati in casa”. L’amalgama del collegio dei docenti non si realizza a sufficienza perché non basta solo un contenitore organizzativo. L’istituto unico è una premessa strutturale necessaria, un fattore di fertilizzazione dei rapporti, ma non basta. Servirebbe una vera “riforma dei cicli scolastici”, per realizzare un passaggio fluido per i nostri alunni dalla fase dell’infanzia a quella della prima adolescenza, e quindi da un apprendimento per grande aree (scuola elementare) ad uno studio per discipline distinte e specifiche (scuola media). Questo passaggio veniva regolato dalla riforma dei cicli del 2000 in modo “morbido”,  per meglio accompagnare lo sviluppo psicofisico degli alunni che non sempre è sincronico e non avviene per tutti alla stessa età, nello stesso modo. Tenere i due cicli distinti si è rivelato nocivo;  la soluzione sta nel creare un’effettiva continuità.

Cerini: Un punto di forza dei comprensivi sta anche nel loro legame con il territorio. Sono scuole di “prossimità”, interpretano bisogni ed esigenze della comunità. Esprimono l’idea di un patto di fiducia tra genitori, comunità, enti locali, scuola. Ma come evitare che l’aderenza ai diversi contesti trasformi le scuole in entità autarchiche? Con il lavoro in rete? Con progetti educativi forti?

Berlinguer: La forza dei comprensivi sta soprattutto nella creazione di un ciclo unico. Sta anche, se si vuole, nel creare un legame con il territorio. Benissimo. E’ vero, son scuole di prossimità e quindi hanno più delle altre la capacità di interpretare i bisogni della gente, della comunità. E’ un principio che condivido, anche perché la scuola è una comunità aperta: diventa apprendimento anche il contatto con la realtà circostante. Fra i soggetti che favoriscono l’apprendimento sono da annoverare non solo i docenti, ma anche i genitori, elemento assolutamente essenziale. Non si devono poi trascurare i soggetti che rappresentano la comunità territoriale, perché è la comunità che deve dotare la scuola di strutture educative di qualità. Va comunque evitata la caratterizzazione autarchica dell’autonomia. Autonomia non è autarchia. E’ infatti essenziale il lavoro in rete, particolarmente in questo campo del primo ciclo. Anche l’amministrazione deve incoraggiare, incentivare, sostenere il lavoro in rete.

Cerini: Ma sarà sufficiente un intervento sull’organizzazione e gli ordinamenti scolastici?

Berlinguer: Certo che no. Bisogna cambiare soprattutto l’idea di scuola, modificare radicalmente l’impianto didattico educativo che ci proviene dalla tradizione e che oggi è totalmente superato in molti paesi, ma anche in centinaia, forse migliaia di esperienze che si sono sviluppate in tutta Italia e all’estero. Esse ci presentano l’immagine di una scuola costruita sull’apprendimento, fondata sul lavoro e lo studio e sul protagonismo  intellettuale dei ragazzi. Così anche l’istituto comprensivo può produrre al massimo delle sue potenzialità.

Cerini: Il comprensivo, se si nutre solo dell’idea di continuità educativa, potrebbe paradossalmente impoverire il percorso della scuola di base. Forse è bene parlare di discontinuità “utile” (con una regia forte della scuola), per elevare il profilo di uscita dei ragazzi a 14 anni (è in questa fascia di età che si manifestano le maggiori criticità). Dunque, bisognerebbe spostare il baricentro del curricolo verticale verso l’alto, con ipotesi originali: ad esempio, con bienni in progressione come in provincia di Trento, a Scuola-città Pestalozzi di Firenze, oppure spostando la quinta elementare –con i suoi docenti – alle scuole medie, per darle respiro e favorire l’incontro tra gli elementi positivi dei due segmenti.

Berlinguer: In questa domanda ci sono più questioni. Bisogna sostenere la continuità educativa nel senso di una verticalizzazione dell’apprendimento. Però è chiaro che ci devono essere anche elementi di discontinuità sia dal punto di vista psicofisico che dal punto di vista disciplinare/culturale. Fra i due sotto-cicli, elementari e medie, è giusto parlare anche di discontinuità “utile” per evitare le criticità che si manifestano in questo periodo e che sono nocive per tutta la durata del percorso scolastico. Allora le idee del “biennio in progressione” sono ottime (Trento, Firenze Pestalozzi).

Cerini: Si può pensare anche a revisioni radicali dell’intero ciclo scolastico? Come nella riforma del 2000?

Berlinguer: Con la riforma dei cicli si potrebbe arrivare ad un ciclo di base più compatto, riducendone anche la durata. Essendoci stata la generalizzazione della scuola dell’infanzia (una vera “prima scuola”), se sommiamo i tre anni di questa e i cinque della elementare, il ciclo si presenta proprio troppo lungo. Nel 2000 ipotizzammo di ridurre la durata complessiva del sistema scolastico (dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria superiore), e in particolare la durata del primo ciclo. Non si tratta però di amputare un anno alla scuola elementare o di spostare altrove la classe quinta, ma di creare un momento di snodo e di intreccio in cui quinta elementare e prima media non siano così nettamente distinte come ora. Occorre aprire una fase di vera collaborazione fra i due spezzoni.

Cerini: Il riordino immaginato nel 2000 (legge 30) prevedeva una uscita dei ragazzi dal sistema scolastico e formativo a 18 anni, per offrire opportunità comparabili con quelle dei partner europei e favorire una maggiore indipendenza ed autonomia nelle loro scelte. Quell’idea è ancora attuale?

Berlinguer: È proprio del riordino dei cicli che bisogna ri-parlare. La legge 30 del 2000 non era solo immaginato, era una vera legge, in Gazzetta Ufficiale, con in corso i provvedimenti di attuazione. Tutto cancellato dalla furia distruttiva di allora. Si prevedeva l’uscita a 18 anni perché si sopprimeva un anno del primo ciclo senza però che la misura fosse una bizzarria finanziaria. Era una scelta pedagogica, educativa, e i maestri in esubero venivano ricollocati ovviamente per un ampliamento dell’offerta formativa. Oggi il dibattito non sembra ancora ritornare sul tema, la sensibilità è ancora molto bassa.

Cerini: C’è una ripresa di interesse, ma non si vorrebbe che tutto fosse dettato dalle “solite” ragioni del fare cassa. Inoltre, in Europa, spesso le scuole superiori sono più brevi, flessibili, modulari e si entra prima all’Università, nella formazione tecnica superiore, nel mondo del lavoro. E’ auspicabile una simile soluzione? L’attuale scansione dei cicli interni delle superiori (2+2+1) non potrebbe già far pensare ad un ultimo anno fortemente personalizzato in cui i ragazzi, opportunamente “aiutati” da docenti tutor, potrebbero compiere ed anticipare le loro scelte formative e professionali?

Berlinguer: Forse oggi si può, (si deve) tornare all’ipotesi di un riordino complessivo dei cicli, non più rinviabile, sia per anticipare a 18 anni l’uscita dei ragazzi, sia per accompagnare in forma graduale il passaggio dalle elementari alle medie. In tal caso, non mi sembrerebbe particolarmente positivo ridurre di un anno la scuola secondaria, mentre non ha più senso conservare la durata di 8 anni al primo ciclo, ora che si è quasi generalizzata la scuola per l’infanzia.

Cerini: Ma qual è il nodo decisivo per cambiare una scuola che non piace più ai ragazzi?

Berlinguer: L’equilibrio dell’intero sistema educativo va spostato dall’ordinamento formale alla pratica didattica, per rafforzare il protagonismo studentesco e migliorare le condizioni dell’apprendimento. Si tratta di un cambiamento di ottica e di modello educativo. L’istituto comprensivo è solo un elemento strutturale, architettonico, ma utile per avvicinarsi a questa nuova idea di scuola.

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(*) L’intervista apparirà sul numero 6 – novembre/dicembre 2011 – di “Rivista dell’istruzione”, Maggioli, interamente dedicato alla vicenda degli istituti comprensivi. Si ringrazia la direzione della Rivista per l’autorizzazione alla pubblicazione su edscuola.it.

Direttiva 16 gennaio 2012, n. 5

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Direttiva 16 gennaio 2012, n. 5
(in SO n. 60 alla GU 30 marzo 2012, n. 76)

Linee Guida per il secondo biennio e quinto anno per i percorsi degli Istituti Professionali a norma dell’articolo 8, comma 6, del d.P.R. 15 marzo 2010, n. 87.

IL MINISTRO

VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, recante norme in materia
di autonomia delle istituzioni scolastiche;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.122, relativo al
coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, recante norme per il
riordino degli istituti professionali reso in attuazione dell’articolo 64, comma 4, del
decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2008, n.133;
VISTO in particolare, l’articolo 8, comma 6, del citato decreto del Presidente della Repubblica
n.87/2010, il quale prevede che il passaggio al nuovo ordinamento sia definito da linee
guida a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche,
anche per quanto concerne l’articolazione in competenze, abilità e conoscenze dei risultati
di apprendimento di cui agli allegati B e C del predetto decreto;
VISTA la Direttiva n. 65 del 28 luglio 2010 con la quale sono state emanate le Linee Guida per il
primo biennio dei percorsi degli Istituti Professionali;
CONSIDERATO che nell’anno scolastico 2012/2013 prenderà avvio il secondo biennio dei
percorsi degli Istituti Professionali secondo il nuovo modello ordinamentale;
RITENUTO necessario, a completamento dell’applicazione dell’art. 8, comma 6, del decreto del
Presidente della Repubblica n. 87/2010, definire le Linee Guida dei percorsi degli Istituti
Professiona1i anche per il secondo biennio e per il quinto anno;
CONSIDERATO che i contenuti delle Linee Guida di cui alla presente Direttiva tengono conto
delle attività istruttorie del Gruppo Tecnico di Lavoro di cui al Decreto dipartimentale n.
12 del 17 febbraio 2009 e delle proposte a riscontro dell’interlocuzione, in presenza e a
distanza tramite attivazione di una piattaforma online sul sito dell’Ansas/Indire, con i
dirigenti scolastici e il docenti degli istituti tecnici nonché del confronto con le parti sociali,
le associazioni professionali e disciplinari, i collegi ed ordini professionali i cui risultati
sono stati presentati nell’incontro nazionale tenutosi presso la Sala della Comunicazione il
30 novembre 2011;

emana la seguente direttiva:

Art. 1
Oggetto
l. Sono definite, in relazione al secondo biennio e al quinto anno dei percorsi degli Istituti
Professionali, le Linee Guida di cui all’unito documento tecnico, parte integrante della
presente direttiva, rese in applicazione dell’articolo 8, comma 6, del decreto del Presidente
della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87.
2. Le Linee Guida del secondo biennio e del quinto, anno sono poste in linea di continuità con
le Linee Guida del primo biennio emanate con la Direttiva n. 65/2010, di cui costituiscono il
completamento, e intendono fornire un supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche
per sostenere il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti professionali, a partire dalle
terze classi funzionanti dall’anno scolastico 2012/2013, con particolare riferimento agli
aspetti innovativi introdotti dal riordino e ai risultati di apprendimento di cui agli allegati
B) e C) del Regolamento n. 87/2010 sopra richiamato.

Art. 2
Monitoraggio
1. L’attuazione delle Linee Guida del secondo biennio e del quinto, anno sono oggetto di
periodico monitoraggio, anche ai fini della loro innovazione permanente.
2. Per le predette attività di monitoraggio ci si avvarrà della collaborazione dell’Agenzia
Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (A.N.S.A.S) e dell’Istituto Nazionale
per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione (l.N.VAL.SI).
La presente Direttiva è sottoposta ai controlli di legge e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica Italiana.

IL MINISTRO
Francesco Profumo

Registrato alla Corte dei Conti
il 20 febbraio 2012
reg. 2 – foglio 318

Direttiva 16 gennaio 2012, n. 4

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Direttiva 16 gennaio 2012, n. 4
(in SO n. 60 alla GU 30 marzo 2012, n. 76)

Linee Guida per il secondo biennio e quinto anno per i percorsi degli Istituti Tecnici a norma dell’articolo 8, comma 3, del d.P.R. 15 marzo 2010, n. 88.

IL MINISTRO

VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, recante nonne in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
VISTO il decreto del Presidente della: Repubblica 22 giugno 2009, n.122, relativo al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 20l0, n.88, recante norme per il riordino degli istituti tecnici reso in attuazione dell’ articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133;
VISTO in particolare, l’articolo 8, comma 3, del citato decreto del Presidente della Repubblica n.88/2010, il quale prevede che il passaggio al nuovo ordinamento sia definito da linee guida a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche, anche per quanto concerne l’articolazione in competenze, abilità e conoscenze dei risultati di apprendimento di cui agli allegati B e C del predetto decreto;
VISTA la Direttiva n. 57 del 15 luglio 2010 con la quale sono state emanate le Linee Guida per il primo biennio dei percorsi degli Istituti Tecnici;
CONS1DERATO che nell’anno scolastico 2012/2013 prenderà avvio il secondo biennio dei percorsi degli Istituti Tecnici secondo il nuovo modello ordinamentale;
RITENUTO necessario, a completamento dell’applicazione dell’art. 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 88/2010, definire le Linee Guida dei percorsi degli Istituti Tecnici anche per il secondo biennio e per il quinto anno;
CONSIDERATO che i contenuti delle Linee Guida di cui alla presente Direttiva tengono conto delle attività istruttorie del Gruppo Tecnico di Lavoro di cui al Decreto dipartimentale n. 12 del 17 febbraio 2009 e delle proposte a riscontro dell’interlocuzione, in presenza e a distanza tramite attivazione di una piattaforma online sul sito dell’Ansas/Indire, con i dirigenti scolastici e i docenti degli istituti tecnici nonché del confronto con le partii sociali,
le associazioni professionali e disciplinari, i collegi ed ordini professionali i cui risultati sono stati presentati nell’incontro nazionale tenutosi presso la Sala della Comunicazione il 30 novembre 2011;

emana la seguente direttiva:

Art. 1
Oggetto
1. Sono definite, in relazione al secondo biennio e al quinto anno dei percorsi degli Istituti Tecnici, le Linee Guida di cui all’unito documento tecnico, parte integrante della presente direttiva, rese in applicazione dell’articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88.
2. Le Linee Guida del secondo biennio e del quinto anno sono poste in linea di continuità con le Linee Guida del primo biennio emanate con la Direttiva n. 57/2010, di cui costituiscono il completamento, e intendono fornire un supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche per sostenere il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici, a partire dalle terze classi funzionanti dall’anno scolastico 2012/2013, con particolare riferimento agli aspetti innovativi introdotti dal riordino e ai risultati di apprendimento di cui agli allegati B) e C) del Regolamento n. 88/2010 sopra richiamato.

Art. 2
Monitoraggio
1. L’attuazione delle Linee Guida del secondo biennio e del quinto anno sono oggetto di periodico monitoraggio, anche ai fini della loro innovazione permanente.
2. Per le predette attività di monitoraggio ci si avvarrà della collaborazione dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (A.N.S.A.S) e dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione (I.N.VAL.SI).

La presente Direttiva è sottoposta ai controlli di legge e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

IL MINISTRO
Francesco Profumo

Registrato alla Corte dei Conti
il 20 febbraio 2012
reg. 2 foglio 319

16 gennaio Linee Guida secondo biennio e quinto anno IT e IP

Il Ministro firma le Direttive nn. 4 e 5 del 16 gennaio 2012 in materia di Linee Guida per il secondo biennio e il quinto anno per i percorsi degli istituti Tecnici e degli istituti Professionali. Le stesse saranno ora inviate alla Corte dei Conti per la reistrazione e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Con le Direttive nn. 57, del 15 luglio 2010, e 65, del 28 luglio 2010, erano state trasmesse le Linee guida per il biennio iniziale, rispettivamente, degli istituti Tecnici e degli istituti Professionali.

Nota 16 gennaio 2012, Prot. MIURAOODGOS n. 153

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

– Ufficio II –

 

Ai Direttori Generali

degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

 

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione

Autonoma della Valle d’Aosta

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia Autonoma di Bolzano

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia Autonoma di Trento

 

All’Intendente Scolastico per le scuole

delle località ladine di Bolzano

 

All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca

di Bolzano

 

Oggetto: IV edizione Concorso: La Matematica nel Medioevo

 

La Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche “Mathesis” e l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo bandiscono la quarta edizione del concorso “La matematica nel Medioevo”, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Il concorso, che si colloca nel quadro della valorizzazione e del potenziamento dello studio della matematica, ha anche il fine di fornire ulteriori impulsi agli ambiti di Ricerca-Azione interdisciplinari per migliorare i livelli di conoscenza e di competenza degli studenti italiani. Il tema prescelto per questa quarta edizione è: “La matematica come incontro di culture: mondo arabo e mondo cristiano”.

Le Istituzioni scolastiche potranno aderire presentando un solo elaborato, prodotto da un solo gruppo classe.

La domanda di partecipazione dovrà essere inviata all’Istituto Storico Italiano per il Medioevo all’indirizzo e-mail: scuola.storica@isime.it entro il 25 gennaio 2012.

 

IL DIRIGENTE

Antonio Lo Bello

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IV edizione Concorso: La Matematica nel Medioevo

La Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche Mathesis e l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo bandiscono la quarta edizione del concorso “La matematica nel Medioevo”, destinato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Il Concorso, che si colloca nel quadro, largamente avvertito ed auspicato, della valorizzazione e del potenziamento dello studio della matematica, ha anche il fine di fornire ulteriori impulsi agli ambiti di ricerca/azione interdisciplinari per migliorare i livelli di conoscenza e di competenza degli studenti italiani. Il tema prescelto per questa quarta edizione è: “La matematica come incontro di culture: mondo arabo e mondo cristiano”.
Le istituzioni scolastiche potranno aderire presentando un solo elaborato, prodotto da un solo gruppo classe.
La domanda di partecipazione dovrà essere inviata all’Istituto Storico Italiano per il Medioevo all’indirizzo elettronico: scuola.storica@isime.it entro il 17 febbraio 2012.
Gli elaborati dovranno pervenire all’indirizzo di posta elettronica scuola.storica@isime.it , esclusivamente in formato elettronico, in un file word (doc) o pdf, entro il 30 aprile 2012 . Nel file dovranno essere chiaramente specificati la scuola e la classe che invia l’elaborato, l’indirizzo di posta elettronica dell’istituto e il nome dell’insegnante referente da contattare per qualsiasi problema, corredato dall’indirizzo di posta elettronica diretto. Nell’oggetto dell’e-mail di invio dovrà essere specificamente indicato: «Concorso “La matematica nel Medio Evo”», seguito dal nome della scuola.

Nota 16 gennaio 2012, MIURAOODGSSSI Prot. n. 168/RU/U

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali

Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi

Uff VII

 

Ai Dirigenti/Coordinatori Scolastici

Ai Referenti Regionali e Provinciali delle Rilevazioni sulle scuole

e p.c.

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento

Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta

Loro Sedi

 

Oggetto: Rilevazioni sulle scuole statali e non statali – a.s. 2011/2012 – proroga delle funzioni.

 

Tenuto conto delle difficoltà tecniche verificatesi la scorsa settimana per l’avvio del progetto “Scuola in chiaro”, si ritiene necessario prorogare il termine per l’inserimento dei dati richiesti al 28 gennaio 2012.

Si ricorda che le Rilevazioni sulle scuole, aperte con Nota MIURAOODGSSSI prot. n. 6321 RU/U del 5 Dicembre 2011, sono previste dal PSN 2011-2013 e pertanto rientrano tra le rilevazioni con obbligo di risposta.

 

Nel raccomandare di voler provvedere con la massima cura all’inserimento dei dati entro il termine indicato, si coglie l’occasione per ringraziare quanti hanno già ultimato l’inserimento.

 

Il Direttore Generale

Emanuele Fidora

 

Nota 16 gennaio 2012, Prot. MIURAOODGOS n. 152

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Ufficio II

 

Ai Direttori Generali

degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia Autonoma di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia Autonoma di Trento

All’Intendente Scolastico per le scuole

delle località ladine di Bolzano All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

 

Oggetto: Concorso Nazionale di scrittura creativa: “Raccontare il Medioevo”.

 

L’Istituto Storico Italiano per il Medioevo indice un concorso nazionale di scrittura creativa sul tema «Raccontare il Medioevo», riservato agli alunni della scuola secondaria di primo grado. Gli elaborati potranno essere realizzati partendo dalle esperienze didattiche pregresse e tenendo in considerazione le competenze progressivamente acquisite e i più comuni moduli espressivi adottati nella scuola secondaria di primo grado: testo descrittivo e testo creativo (o di fantasia).

Le Istituzioni scolastiche che intendano partecipare al concorso dovranno darne comunicazione all’Istituto Storico Italiano per il Medioevo (P.zza dell’Orologio 4 – 00186 Roma, e-mail: scuola.storica@isime.it) entro il 15 gennaio 2012.

I testi dovranno pervenire all’indirizzo di posta elettronica scuola.storica@isime.it, esclusivamente in formato elettronico, entro il 22 marzo 2012.

 

IL DIRIGENTE

Antonio Lo Bello

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Raccontare il Medioevo
Concorso Nazionale di scrittura creativa

L’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo indice un concorso nazionale di scrittura creativa sul tema «Raccontare il Medioevo», riservato agli alunni della scuola secondaria di primo grado. Scrivere il Medioevo dovrebbe costituire per i ragazzi in età compresa fra gli 11 e i 13 anni un modo per dare libertà alle proprie idee e alle proprie parole, ma anche un canale di accesso ad una fetta importante e fondante del nostro passato, delle nostre identità locali e della più ampia, e talvolta sfuggente, identità nazionale.
Narrare e riflettere, narrare e imparare, narrare e divertirsi, narrare e fare storia dovrebbero essere gli elementi comuni di un cammino di conoscenza che permetta di misurarsi con la storia della propria città e della propria nazione e, allo stesso tempo, di muoversi con fantasia all’interno di un universo tanto diverso e tanto vicino al nostro. Il Medioevo è, del resto, nell’immaginario collettivo e nella vulgata mediatica il luogo per eccellenza delle «radici» e dell’esotico, delle streghe e dei folletti, delle cattedrali gotiche e delle grandi costruzioni giuridiche, dell’invenzione degli occhiali e delle pene sulla pubblica piazza. Il «Medioevo immaginato» potrà essere ripensato e meglio conosciuto, sgrossato e ripulito dai molti luoghi comuni che lo accompagnano: il Medioevo cristiano e quello della cosiddetta «economia chiusa», quello del «feudo» e quello del mito comunale sono tutti aspetti di un Medioevo policromo, che fra verità storica e falsa incrostazione storiografica potrà costituire un terreno ideale per muoversi in libertà e scrivere storia e storie…
Gli elaborati potranno essere realizzati partendo dalle esperienze didattiche che i ragazzi avranno già svolto nel loro percorso formativo, tenendo di conto delle competenze progressivamente acquisite e dei più comuni moduli espressivi adottati nella Scuola Media di I° grado: testo descrittivo e testo creativo (o di fantasia).
I racconti dovranno essere elaborati scegliendo una delle tre sezioni tematiche proposte e potranno sfruttare alcuni dei modelli della bibliografia allegata in calce:
1. Racconto il Medioevo della mia città o del mio territorio
2. Racconto il Medioevo nel castello
3. Racconto il Medioevo che gioca

Scadenza e caratteri dei testi:
Le istituzioni scolastiche che intendono partecipare al concorso dovranno darne comunicazione all’Istituto Storico Italiano per il Medioevo (P.zza dell’Orologio 4 – 00186 Roma, mail scuola.storica@isime.it) entro il 17 febbraio 2012 indicando il titolo del lavoro e il gruppo classe interessato (un solo gruppo per ciascuna scuola).
I testi dovranno pervenire all’indirizzo di posta elettronica scuola.storica@isime.it, esclusivamente in formato elettronico, in un file word (doc) o pdf, entro il 30 marzo 2012 e dovranno essere della lunghezza massima di 15.000 caratteri (spazi inclusi). Nel file dovranno essere chiaramente specificati la scuola e la classe che invia l’elaborato, l’indirizzo di posta elettronica dell’istituto e il nome dell’insegnante referente da contattare per qualsiasi problema, corredato dall’indirizzo di posta elettronica diretto.
Nell’oggetto dell’e-mail di invio dovrà essere specificamente indicato: «Concorso Raccontare il Medioevo», seguito dal nome della scuola.

Premi e giuria:
I testi saranno valutati da una commissione di medievisti di livello nazionale e internazionale e di scrittori o di esperti di narrativa per ragazzi, nominata dal Presidente dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo.
I dieci migliori racconti selezionati dalla giuria saranno pubblicati l’Istituto storico italiano per il medioevo.
I primi cinque classificati riceveranno un premio in 5 libri per ciascuno (15) e 5 per le scuole di appartenenza.
La premiazione avverrà presso la sede dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo.

Bibliografia di riferimento:
Un classico, in versione integrale o ridotta per ragazzi:
1) R. L. Stevenson, La freccia nera (edizioni integrali: Einaudi: 11 euro; Mondadori: 10 euro; edizioni ridotte: Salani: 10 euro; Geonext/De Agostini: 10,90 euro) romanzi storici di autori/autrici italiani/e contemporanei/e:
2) B. Pitzorno, La bambina col falcone, Salani; 13 euro
3) T. Buongiorno, Il ragazzo che fu Carlo Magno, Salani, 12,50 euro
4) T. Buongiorno, La stella di tramontana, Salani, 12 euro
5) T. Buongiorno – C. Frugoni, Storia di Francesco il santo che sapeva ridere, Laterza, 9,50 euro
6) M. Milani, Efrem soldato di ventura, Mursia Ragazzi, 10,90 euro
7) M. Fumagalli Beonio Brocchieri, Genoveffa e il drago, Laterza, 9,30 euro
8) R. Piumini, A. Paolini, M. Zani, L’ invenzione di Kuta. La scrittura e la storia del libro manoscritto, Carthusia, 14,90 euro
9) T. di Carpegna Falconieri, G. Fiorato, Ritorno a casa. Il sogno dell’abbazia di Farfa, Carthusia, 11,90 euro
10) I. Calvino, Il cavaliere inesistente, Mondadori, 9,00 euro di autori stranieri:
11) K. Crossley- Holland, Artù. La pietra delle visioni, Salani, 14,50 euro
12) K. Crossley- Holland, Beowulf. L’eroe, il mostro e il drago, Nuove Edizioni Romane, 13 euro
13) R. Harris, Leonardo e la macchina infernale, Mondadori, 16 euro

Roma, gennaio 2012