Sull’abolizione dei docenti per il sostegno

Un documento della Società Italiana di Pedagogia Speciale sull’abolizione dei docenti per il sostegno

di Salvatore Nocera

La Fondazione Agnelli e l’Associazione Treelle hanno negli scorsi mesi pubblicato una ricerca sull’inclusione scolastica in Italia al termine della quale si propone che la maggior parte degli attuali 90.000 insegnanti per il sostegno vadano a fare i docenti curricolari ed una piccola parte di docenti molto selezionati vadano a comporre dei gruppi itineranti di consulenza, incardinati presso dei Centri risorse per l’integrazione scolastica (CRI), dotati di propria autonomia  amministrativa, contabile e didattica, abbandonando così l’insegnamento attivo per prestare consulenze alle singole scuole con riguardo anche alla specificità delle singole tipologie di minorazione.

La Società italiana di pedagogia speciale ha adesso pubblicato un documento, in cinque punti, di forte critica a questa ipotesi cui sembra opportuno accennare.

Nel primo punto, il documento, mentre prende atto delle numerose critiche mosse dalle due Fondazioni all’attuale situazione dell’inclusione scolastica in Italia, sottolinea però il fatto incontestabile che abbiamo pure numerosi casi di buona inclusione con delle punte di eccellenza.

Gli altri 4 punti riguardano direttamente l’ipotesi formulata sopra.

2.1- Il documento ritiene che costituire dei gruppi di consulenti totalmente sganciati dall’insegnamento,  crea una profonda ed insanabile frattura fra questi ed i docenti che non vedrebbero in essi più dei colleghi ma dei controllori esterni. Esso ritiene inoltre che le attuali carenze di preparazione di docenti curricolari potrebbero essere superate dai nuovi programmi della formazione iniziale di docenti curricolari di scuola dell’infanzia e primaria , previsti dal d.m. n. 249/2010 che introducono una buona formazione iniziale di questi docenti anche in tema di inclusione, mentre essa è insufficiente per i futuri docenti curricolari di scuola secondaria. Quanto a questi ultimi si potrebbe supplire, per adesso, con delle ore di straordinario a docenti più preparati e quanto alle specificità , si potrebbe attivare una banca-dati comprendente i nominativi di docenti curricolari particolarmente aggiornati su aspetti , come la didattica per alunni ciechi, sordi, autistici etc, garantendo anche una maggiore continuità nella stessa classe.

2.2- Le Fondazioni propongono di abbandonare le attuali certificazioni sanitarie, per sostituirle con le diagnosi bio-psico-sociali realizzate mediante gli ICF, classificazione internazionale del funzionamento dell’organismo umano, dell’Organizzazione mondiale della sanità, in cui si dà molto meno peso alle valutazioni di tipo sanitario a favore di quelle di carattere psicologico e sociale.

Il documento teme una eccessiva deriva psicologica e ribadisce l’utilità di una valutazione dei bisogni educativi speciali derivanti dalle specifiche minorazioni; chiede però che le attuali diagnosi funzionali, attualmente di esclusivo monopolio di operatori sanitari delle AASSLL, vengano redatte congiuntamente anche dagli operatori scolastici con la collaborazione delle famiglie; ciò perché i docenti si sentono rassicurati da consigli anche di sanitari, ma l’impostazione degli interventi didattici deve derivare da una valutazione complessiva dei bisogni educativi effettuata prevalentemente dai docenti di classe, collaborati dagli attuali docenti per il sostegno.

2.3 – Il documento analizza poi i rischi  di conflitti che potrebbero verificarsi tra  gli attuali  centri istituzionali decisionali come gli Uffici scolastici provinciali e regionali, i Gruppi di lavoro interistituzionali provinciali per l’integrazione scolastica ed i nuovi Centri risorse per l’integrazione , data l’ampia autonomia di cui sarebbero dotati e l’indipendenza dagli enti   locali che attualmente debbono coordinare il progetto di vita delle persone con disabilità ai sensi  della L.n. 162/98 e dell’art 14 della L.n. 328/00; inoltre dal momento che i Centri avrebbero pure il compito di premiare con maggiori risorse economiche le scuole migliori, quelle più carenti , che avrebbero più bisogno di interventi, sarebbero invece  ulteriormente deprivate.

2.4 – Ma dove il documento va giù duro è sul tema della valutazione che i Centri dovrebbero effettuare sulle singole scuole; ciò ridurrebbe di molto l’autonomia delle istituzioni scolastiche, che è invece  ( ricordo)esaltata da un recente disegno di legge, approvato al Senato.

Già molte scuole effettuano spontaneamente tale valutazione; sarebbe opportuno, dice il documento, impostare una sperimentazione nazionale su una sperimentazione delle proposte delle due Fondazioni, cui la Società di pedagogia speciale si dichiara disponibile, che però richiederebbe alcuni anni; pertanto, conclude il documento, le proposte delle due Fondazioni non possono essere immediatamente attuate.

Io , personalmente, che ho già scritto su queste proposte, condivido le osservazioni critiche del documento della Società  italiana di pedagogia speciale; però non posso condividere l’idea di sperimentazione immediata  delle proposte.

Infatti se oggi , sia pur in poche classi, si togliessero i docenti per il sostegno e si affidasse ai soli docenti curricolari il delicato compito dell’inclusione, andremmo certamente incontro ad un fallimento; infatti , come potrebbero gli attuali docenti curricolari non preparati né con una formazione iniziale sulla didattica dell’inclusione, né con una formazione obbligatoria in servizio, fronteggiare le delicate situazioni di alunni con gravi difficoltà apprenditive? Inoltre come potrebbero gli stessi docenti, sia pur con la consulenza itinerante dei centri risorse , seguire i singoli casi in classi numerosissime, in cui talora si trova più di un alunno con disabilità ed altri con difficoltà di apprendimento diverse?

Se si vuole effettuare una sperimentazione, occorre prima formare minimamente i docenti curricolari e contestualmente rispettare l’art 5 comma 2 del dpr n. 81/09 che fissa a 20 il numero massimo di alunni nelle classi frequentate da alunni con disabilità.

Ritengo che se venissero seriamente realizzate  almeno queste due condizioni, si avrebbe una vera presa in carico del progetto di inclusione da parte dei docenti curricolari e si potrebbe anche ridurre il numero delle ore di sostegno assegnate a ciascun alunno , superando l’attuale delega ai soli docenti per il sostegno e migliorando la qualità dell’inclusione scolastica che dovrebbe essere  autovalutata dalle singole scuole , dalle famiglie e pure da soggetti terzi.

Pertanto grazie alle due Fondazioni che hanno avuto il merito di rilanciare il dibattito sull’inclusione scolastica e sulla sua qualità, ormai languente in Italia da troppo tempo; grazie alla Società italiana di pedagogia speciale per l’analisi critica delle proposte; ma attenzione alla sperimentazione che comunque richiede una  lunga preparazione che, forse l’attuale crisi finanziaria potrebbe cavalcare a tutto danno del diritto allo studio  degli alunni con disabilità.

Nota 2 aprile 2012, Prot. AOODGPFB 2233

Ministero dell ‘Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione
Direzione Generale per la Politica Finanziaria ed il Bilancio

 

Alle Istituzioni scolastiche statali
LORO SEDI

e, per conoscenza:
Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Alle Ragionerie Territoriali dello Stato
LORO SEDI
Ai Revisori dei conti presso le Istituzioni scolastiche statali
LORO SEDI

OGGETTO: Beni appartenenti alle Istituzioni scolastiche statali. Chiarimenti ed indicazioni operative in ordine a taluni aspetti della gestione

Nota 2 aprile 2012, Prot. n. 2085

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

 

Ai Direttori Generali

Uffici scolastici regionali

LORO SEDI

 

Ai dirigenti scolastici

delle istituzioni scolastiche statali e paritarie del 1° ciclo

(per il tramite degli UU. SS. RR.)

 

e, p.c. Al Capo di Gabinetto

 

Al Capo della Segreteria Tecnica

del Sottosegretario Rossi Doria

 

Al Capo Dipartimento per l’istruzione

All’Ufficio Stampa

 

Oggetto: Esiti del monitoraggio sulle Indicazioni (art. 1, c.4 DPR 89/2009).

 

L’articolo 1, comma 4 del Regolamento di riordino del primo ciclo d’istruzione (DPR 89/2009) ha previsto che “Nel corso del triennio scolastico 2009/2010-2011/2012, l’eventuale revisione delle Indicazioni nazionali … è effettuata, sulla base degli esiti di apposito monitoraggio sulle attività poste in essere dalle istituzioni scolastiche”.

Come è noto, in attuazione di tale dispositivo normativo, la Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici di questo Ministero ha affidato all’ANSAS il previsto monitoraggio, concordando la stesura di specifico questionario destinato a tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo ciclo d’istruzione (circolare n. 101 del 4 novembre 2011).

La compilazione del questionario è stata rimessa all’autonoma determinazione delle istituzioni scolastiche che vi hanno corrisposto in numero considerevole: 5.986 istituzioni statali e 4.250 paritarie, che a loro volta hanno interessato complessivamente gli insegnanti di 213.600 tra sezioni e classi dei tre ordini di scuola interessati.

 

Finalità del monitoraggio e degli esiti che ne sono derivati era quella di contribuire a rilevare lo stato di attuazione delle Indicazioni nazionali e per il Curricolo, al fine di concorrere all’obiettivo finale della loro eventuale revisione, unitamente ad altri elementi di conoscenza provenienti da fonti diverse (documentazioni di buone pratiche, testimonianze privilegiate, ascolto delle scuole, rilevazioni degli Uffici scolastici territoriali e regionali, ecc.).

Va precisato che lo scopo finale del monitoraggio non era quello di rilevare l’orientamento delle scuole in merito alla scelta o all’attuazione delle Indicazioni nazionali o delle Indicazioni per il Curricolo. La rilevazione non aveva infatti una finalità referendaria rispetto all’una o all’altra opzione.

Per una adeguata conoscenza dello stato di attuazione delle Indicazioni è stato ritenuto opportuno, piuttosto, conoscere il contesto di riferimento all’interno del quale le scuole hanno sperimentato Indicazioni e riforme del sistema. Si è cercato di conoscere, in particolare, il modo con cui la scuola ha percepito e attuato il cambiamento complessivo intervenuto nel recente periodo, utilizzando gli strumenti offerti dall’autonomia scolastica e interpretando le modifiche legislative delle recenti riforme, mediante opportuni adattamenti al proprio contesto di riferimento.

Il questionario ha, pertanto, privilegiato l’individuazione di indicatori e descrittori relativi agli elementi fondativi della riforma.

 

Vengono presentati nell’immediato gli esiti relativi alla parte generale A, con rinvio, a breve, della presentazione delle risultanze dei singoli settori scolastici specifici (infanzia, primaria e secondaria di I grado). Per una corretta lettura dei dati è necessario, comunque, tenere a mente la natura fortemente articolata e complessa del sistema pubblico di istruzione che si è confermata in tutta la sua realtà.

Il monitoraggio ha fotografato una situazione variamente articolata e differenziata con riferimento al territorio, alla dimensione organizzativa, alle modalità di applicazione dell’autonomia scolastica, alla natura dei soggetti gestori, all’impiego di risorse umane e strumentali.

 

A fronte di tale situazione articolata e complessa, le analisi e le considerazioni riportate nella parte generale A e in quelle dei singoli settori intendono fornire chiavi di lettura, criteri di comprensione e di valutazione, riferiti ad alcuni aspetti specifici di una parte del sistema di istruzione, infanzia e primo ciclo, oggetto dell’indagine e correlati alla sperimentazione delle Indicazioni.

 

Il risultato complessivo raggiunto e le potenzialità di valutazione sottese vanno attribuite senza dubbio alla elevata partecipazione delle scuole. Si intende, pertanto, restituire con immediatezza alle istituzioni scolastiche medesime l’esito del monitoraggio per ogni utile riflessione e per contribuire all’elaborazione di strategie territoriali e di rete.

In conclusione si esprime un vivo ringraziamento a tutti i dirigenti scolastici e a tutti gli insegnanti che hanno partecipato e reso possibile la rilevazione.

 

IL DIRETTORE GENERALE

F.to Carmela Palumbo