Progetto di legge 953, un de profundis per la democrazia

Progetto di legge 953, un de profundis per la democrazia

“L’insegnamento non è un’arte persa, ma il rispetto per essa è una tradizione persa!”. Questa asserzione di Jaques Barzun sintetizza la situazione in cui, oggi, purtroppo, versa la scuola italiana. Se essa non si riforma in modo attento e innovativo, l’etimologia della parola “insegnamento” probabilmente perderà il suo significato originale, ma quel che è peggio, la scuola italiana rischia di perdere per sempre il suo tratto distintivo di culla della democrazia.

Sin dall’approvazione della legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre del 2001, che ha modificato il Titolo V della parte seconda della Costituzione, ho sostenuto la necessità di dare alle scuole un’autonomia statutaria nel quadro di un generale ripensamento dell’autonomia ad esse assegnata dalla legge 59/97. Appariva evidente che con l’autonomia funzionale le scuole avessero assunto i caratteri di organizzazioni monocratiche, incentrate sul ruolo e sulle funzioni del dirigente scolastico, che li allontanava sempre più dalla loro natura di comunità professionale; da quella possibilità di scambio di esperienze “tra pari”, che sono proprie delle comunità di apprendimento, ove il sapere dell’uno viene messo a disposizione dell’altro, in un processo circolare di costruzione della conoscenza che si riverbera anche nella prassi quotidiana dell’agire educativo; da quei modelli di organizzazione reticolare delle responsabilità ove ciascuno percepisce il proprio ruolo senza servirsi del potere insito nella funzione che ricopre.

Oggi, è proprio la curvatura su una prospettiva burocratica ed autoritaria, assunta dall’autonomia scolastica, anche a seguito delle ultime riforme che hanno interessato la pubblica amministrazione[i], a rappresentare uno degli aspetti di maggiore criticità delle nostre scuole, che rende assai più difficoltoso avviare e sostenere processi di miglioramento, ma anche perseguire i fini della missione che a loro assegna la nostra Costituzione.

Eppure questo modello di derivazione aziendalista è ormai superato anche nell’esperienza di numerose imprese economiche di successo, che vanno dalla Toyota, alla Volvo, alla General Eletric, all’Apple di Steve Jobs, a Google e, prima ancora, dalla W.L. Gore che ha brevettato la nota fibra speciale Gore-Tex, solo per citarne alcune. Molte di queste aziende, pur appartenendo “all’industria in senso proprio e tradizionale”, come ha efficacemente illustrato Federico Rampini[ii], da qualche decennio hanno incominciato “a sperimentare la rivoluzione anti-autoritaria” di modelli “senza capi”. Un fenomeno ormai così diffuso da essere studiato nelle più prestigiose università e analizzato da autorevoli studiosi di management[iii]. “Che non si tratti di esperienze eccentriche motivate nella fede di una dottrina antica, -scrive Rampini-  lo dimostra il rispetto che questo fenomeno riceve dal giornale più letto tra i manager americani, il Wall Street Journal. «Welcome to the Bossless Company», recita il titolo di una recente inchiesta dedicata a questo fenomeno. Bossless: senza capo”. Si tratta di modelli organizzativi con una struttura reticolare o circolare, basati sulla collaborazione e sulla flessibilità dei ruoli. “Il lavoro è organizzato per squadre che si formano su singoli progetti. Invece della tradizionale “catena di comando” -che storicamente s’ispira agli eserciti, poi riadattata dal taylorismo- ci sono “ruoli di leader” che vengono riconosciuti di volta in volta «a chi si guadagna la stima dei colleghi e viene riconosciuto come aggregatore»”.

Il progetto di legge 953 di riforma degli organi collegiali della scuola dell’on. Aprea, approvato lo scorso 10 ottobre dalla Commissione Cultura della Camera, in sede legislativa, va in tutt’altra direzione. Anzi, accresce la frattura tra il capo di istituto, il cui ruolo appare ancor più simile a quello di un chief executive officer che non a quello di un leader educativo, e il corpo docente.

La stessa previsione dell’autonomia statutaria, non presente nel testo originario del progetto di legge, altro non sarà che lo strumento che consentirà ai dirigenti scolastici di cucirsi addosso, di fatto, una scuola su misura. Ben diversa da quell’autonomia statutaria riconosciuta ai Comuni nel 1990 con la legge 142, ove un sistema di pesi e di contrappesi tra i diversi organi, e all’interno degli stessi, ha impedito debordamenti e aberrazioni che, invece, potremmo trovarci nella scuola se questo progetto dovesse divenire legge. Ancora, ben diversa, dall’autonomia statutaria delineata nel progetto di legge 4121, presentato dai deputati Laratta e Marini, il 25 febbraio 2011. In questo, infatti, l’autonomia statutaria è collocata all’interno di una nuova architettura democratica dell’organizzazione scolastica che garantisce ad ogni componente partecipazione e corresponsabilità nelle scelte e nei risultati, con un ridisegno dei poteri gestionali, distinti da quelli di indirizzo, affidati ad un organo collegiale dotato di ampie competenze e con un preside eletto e a tempo che, oltre a possedere un alto profilo culturale e professionale, goda anche di quella autorevolezza necessaria che solo la comunità nella quale opera può riconoscergli. In questo contesto, l’autonomia statutaria non può che rappresentare il momento più alto in cui la singola istituzione scolastica definisce il suo modello organizzativo, funzionale ai processi che gestisce, in raccordo alle specificità del territorio e alle norme che regolano il nostro sistema di istruzione.

Va da sé che assicurare partecipazione e condivisione nelle scelte, implica un modello di leadership distribuita, caratterizzata, anche per i docenti, da competenze professionali elevate e da qualità personali che consentano di svolgere nell’organizzazione scolastica ruoli chiave in modo autorevole.

Da qui appare chiara la necessità, stralciata dal progetto di legge approvato dalla Commissione, ma ben definita nel progetto di legge di Laratta e Marini, di ridisegnare il profilo professionale dei docenti, non più lasciato al solo scorrere dell’anzianità del servizio ma, per chi lo vorrà, aperto ad una prospettiva di sviluppo professionale, non molto diversa da quella dei docenti universitari. E, come per questi, la possibilità per coloro che sono in possesso di uno specifico profilo culturale e professionale, di essere eletti preside di un’istituzione scolastica. Ciò, non tanto per gratificare una categoria professionale, ormai considerata semplicemente “risorsa”, ma come condizione per operare un effettivo re-indirizzamento dell’asse dell’organizzazione scolastica, dal versante burocratico e amministrativo a quello di un’efficace gestione del processo di insegnamento-apprendimento, attraverso la valorizzazione del ruolo dei docenti nella gestione di tale processo e nel governo delle istituzioni scolastiche. Una ri-centratura sul core della scuola, sul processo di insegnamento-apprendimento, che trova legittimazione nella Carta Costituzionale. Questa, infatti, riconosce agli enti territoriali un’autonomia che fonda le sue radici nella natura elettiva degli organi di governo, quale proiezione della sovranità delle comunità che amministrano; mentre, quella che riconosce alle università, agli istituti di alta formazione artistica e musicale e alle scuole non può che essere fondata sulle garanzie che la stessa Costituzione (art.33) riconosce all’insegnamento.

Pertanto, una riforma del governo delle istituzioni scolastiche, che disconosce questo quadro d’insieme, non può che avere gli effetti deleteri delle tante riforme rovesciate sulla scuola da altri contesti. Mentre gli statuti altro non saranno che delle carte ottriate che anziché contrastare i fattori di criticità della nostra scuola potranno solo accentuarne gli effetti perniciosi.

Dunque, meglio fermarsi, ascoltare, riflettere e poi proporre che buttare sulla scuola l’ennesima, pessima riforma!

 

Francesco Greco
Presidente Associazione Nazionale Docenti

 



[i] Si vedano, tra gli altri, la legge 4 marzo 2009, n. 15 e il decreto legislativo del 27 ottobre 2009, n. 150

[ii] F. Rampini, Senza Capo. Agli ordini del manager collettivo, La Repubblica, Roma, 2 settembre, 2012

[iii] M.Gladwell “The Tipping Point: How Little Things Make a Big Difference”, Hachette Book Group,  U.S.A., 2000

Il MIUR si ritrovò in una selva oscura…

Il MIUR si ritrovò in una selva oscura…

di Enrico Maranzana

L’informatica ha invaso la scuola: i nuovi strumenti del comunicare integrano e modernizzano le consuete procedure didattiche e amministrative; essi tuttavia sono apprezzati esclusivamente perché facilitano e accelerano il flusso dei dati, perché migliorano l’efficacia della comunicazione[1], perché rendono facile l’interazione dell’utilizzatore con “il sistema”, perché infine comportano significativi risparmi.

Il limitare a questi soli aspetti il cambiamento indotto dall’introduzione delle nuove tecnologie dell’informazione fa dimenticare i possibili contributi alla professionalità del docente, in linea con il mondo contemporaneo[2].

La cultura informatica e le trasformazioni da essa indotte si sono scontrate con l’indisponibilità a riconoscere la profondità, non solo utilitaristica, del cambiamento. I formatori-educatori[3] dovrebbero valutare l’impatto delle nuove tecnologie dell’informazione sul rapporto uomo/ambiente da un altro punto di vista, dovrebbero ricordare che il fuoco, la ruota, la corrente elettrica hanno trasformato la società, ne hanno modificato la dimensione e la struttura, hanno dilatato le facoltà dell’uomo e accresciuto la quantità delle sue relazioni[4].

Le nuove tecnologie sono ancora più incisive, penetrano nel profondo: oltre ad essere un’estensione dei sensi,  modificano la percezione e la rappresentazione della realtà e la coscienza di sé stessi. Agiscono sul versante dell’apprendimento modificando stabilmente i comportamenti. Partecipare da protagonista, congetturare, decidere, comandare, modellare, progettare .. sono atteggiamenti ricorrenti, sollecitati dai mondi dell’informatica:

Il legislatore ha affrontato i problemi derivanti sia dal cambiamento dello scenario, sia dalle mutate caratteristiche dell’utenza; ha definito l’apprendimento in termini comportamentali: l’ha sostanziato di capacità e di competenze[5], traguardi da perseguire utilizzando strumentalmente conoscenze e abilità.

Questa definizione assegna agli istituti scolastici una nuova missione. Il mondo della scuola, però, l’ha rifiutata, a partire dal ministero[6]. I verbi “apprendere” e “imparare” sono stati assunti come sinonimi, sterilizzando ogni possibilità di innescare processi d’ammodernamento del sistema scolastico. Un’interpretazione che nasce da un’idea fissa: il servizio scolastico è fondato sull’insegnamento ed è finalizzato alla trasmissione della conoscenza.

Conviene ripetere quanto scrive Maurizio Tiriticco[7]: “Non è morto l’umanesimo! Non è morta la ricerca scientifica! E’ morto un modello di scuola! E’ morto un modello di insegnamento! La cultura non si trasmette, ma si sollecita, si accende, si provoca, si fa costruire, si costruisce insieme! Si è mai chiesta la prof di Lodoli che cosa sia la didattica laboratoriale?”

La cultura, l’apprendimento sono traguardi che accomunano tutti gli insegnamenti: si costruiscono insieme!  Da questa esigenza consegue la necessità di una visione sistemica della realtà scolastica, visione che la VII commissione cultura della camera non possiede[8]: il DDL 953 sull’autogoverno delle istituzioni scolastiche abroga l’articolato del TU 297/94  che struttura a sistema la scuola, appiattendo il servizio al solo insegnamento7.

La commissione parlamentare vuole eliminare l’attuale struttura decisionale senza aver ricercato e rimosso le cause del suo fallimento, un’intenzione irrazionale e biasimevole. Un esame attento avrebbe identificato elusioni e omissioni da parte dei  dirigenti scolastici, che non hanno mai convocato gli organismi della scuola con l’obbiettivo di vincolare le loro attività alla ricerca della soluzione delle problematiche oggetto del mandato loro conferito. Solo così quegli organi sono motivati[9],[10]: il torpore, la disaffezione,  il senso d’inutilità che oggi caratterizzano l’attività degli organismi di governo sarebbero sconosciuti.

La gravità dell’inadempienza della VII commissione risalta appieno se si trasla la situazione sui circuiti di Formula Uno: come si possono valutare le prestazioni di un prototipo se non si è provveduto a riempirne i serbatoi?

Il richiamo alla didattica laboratoriale introduce un altro punto dolente: i regolamenti di riordino del 2010 sono stati messi nel dimenticatoio. Si è tolta incisività ai punti fondamentali, imprescindibili, cui la progettazione didattica deve sottostare, costituiti di pratiche dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari e di metodologie finalizzate a valorizzare il metodo scientifico e il pensiero operativo; l’analisi e la risoluzione di problemi; il lavoro cooperativo per progetti. Enunciati sterilizzati dalle indicazioni nazionali rilasciate  dal ministero[11] (che avrebbero dovuto raffinare le direttive emanate da un organismo gerarchicamente sovraordinato) come appare in tutta evidenza dall’osservazione della attività di classe.

L’inascoltato monito di Albert Einstein: “La conoscenza è cosa morta; la scuola, invece, serve a vivere” afferma l’importanza dell’analisi disciplinare. Questa consente d’individuare e di definire le tensioni che sono all’origine dei procedimenti di ricerca i quali, una volta conclusi, danno i loro frutti: le conoscenze .. trampolino di lancio per la cattura di nuovi problemi.

Può essere opportuno notare che anche le discipline umanistiche sono da inquadrare in questo contesto: esse nascono e progrediscono per soddisfare specifiche esigenze.

Si tratta di uno scenario che il Miur sembra non conoscere: i documenti che ha  rilasciato negli ultimi decenni muovono tutti nel solco della tradizione6. Si pensi al reclutamento del personale docente la cui organizzazione e gestione è stata affidata alle università. Scelta operata senza considerare che la tipologia dell’insegnamento accademico, su cui si fondano le esperienze degli universitari, non ha nulla a che vedere con la mission della scuola: la promozione e il consolidamento di capacità e di competenze5.

Anche in questo caso la legge ha indicato la via d’uscita: fondare il servizio sulla progettazione[i] educativa, sulla progettazione formativa, sulla progettazione dell’insegnamento[ii]. Le scuole devono diventare laboratori e i docenti essere  ricercatori2.

Appare in tutta evidenza l’importanza del Piano dell’Offerta Formativa[iii]. Esso rappresenta la piattaforma del feed-back, della trasparenza amministrativa, del buon governo, della partecipazione perché enuncia gli obbiettivi che il Sistema scolastico deve proporsi di conseguire ai diversi livelli di responsabilità8,.

Un’ulteriore carenza vizia l’azione del ministero. Non è stata esercitata la vigilanza dovuta e non sono stati effettuati controlli per accertare la coerenza tra le disposizioni vigenti e i POF.  Se la ricognizione fosse stata fatta si sarebbe constatato che la ricerca di scuole che operano nell’alveo istituzionale equivale a cercare aghi nei pagliai!



[1] Le applicazioni didattiche delle LIM muovono in questa direzione: la comunicazione in classe rimane unidirezionale e sostanzialmente intransitiva.

[2] CFR in rete “La professionalità dei docenti: un campo inesplorato”

[3] Formatore-educatore è una classe che si contrappone a quella di formatore-addestratore. Il criterio per il relativo l’incasellamento è il senso attribuito alla conoscenza: per la prima è “strumento e occasione” mentre per l’altra è la finalità.

[4] CFR Marshall McLuhan  Gli strumenti del comunicare

[5] Art. 2 legge 53/2003 comma a)

[6] Le indicazioni nazionali esprimono i traguardi dell’apprendimento in termini di conoscenze e abilità: i mezzi sono stati sostituiti ai fini.

[7] In rete “No, caro Lodoli!”

[8] CFR in rete “Scuola: l’ignoranza nella stanza dei bottoni”

[9] CFR in rete “Coraggio! Organizziamo le scuole”

[10] Il DDL, nonostante le molte correzioni apportate alla stesura originaria, continua a premiare il comportamento deviante dei dirigenti scolastici

[11]  CFR in rete “Il ministro Profumo ha dimenticato di essere un tecnico”



[i]   CFR in rete “Insegnare matematica dopo il riordino”

[ii]  DPR 275/99 – Autonomia delle istituzioni scolastiche art. 1 comma 2)

[iii]  CFR in rete “La promozione delle competenze”

 

Nota 12 novembre 2012, AOODGOS Prot. 7304

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

 

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento

All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

 

Oggetto: Premio Nazionale “Didattica della Scienza” – Edizione 2012 – I vincitori

 

Si è conclusa la selezione dei progetti che hanno partecipato al Premio Nazionale “Didattica della Scienza” per l’anno 2012. Con Decreto Dipartimentale n. 51 del 6 ottobre 2008, riconfermato per gli anni successivi, è stata costituita una Commissione per la valutazione dei progetti pervenuti, presieduta dal Prof. Luigi Berlinguer – Presidente Comitato per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica – e composta da rappresentanti del MIUR, del mondo universitario, dell’editoria e del mondo della scuola. Dopo attenta analisi degli indicatori riportati nel bando, la Commissione ha riconosciuto come “esperienze significative” i seguenti progetti:

1° PREMIO SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO: “Il sole in una stanza”- Istituto Comprensivo “Lugo1” di RAVENNA – Prof.ssa Giovanna FOSCHINI

1° PREMIO ISTRUZIONE TECNICA: “Bussola parlante”- Istituto Istruzione Secondaria Superiore “L. Da Vinci” di FIRENZE – Prof. Stefano LUCHI

1° PREMIO ISTRUZIONE LICEALE: “Sotto un’altra ottica: dal telescopio di Galileo alle nuove frontiere dell’ottica attiva e adattiva”- Liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano – CECCANO (FR) – Prof.ssa Maria Rosaria DI SALVATORE.

Sono state riconosciute prodotti particolarmente interessanti le seguenti attività :

SEZIONE SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO

  • ISTITUTO COMPRENSIVO “G. PIOLA” di Giussano (MB): “Pane, birra e fantasia” – Prof.ssa Claudia COLACITTI;
  • ISTITUTO COMPRENSIVO “CIARI” di Padova: “ Mostra: Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo”- Prof.ssa Patrizia ANCONETANI.

    SEZIONE ITIS:

    • ITG “BELZONI-BOAGA” di Padova –- “Riqualificazione selettiva”- Prof. Maurizio CASARIN
    • IISS “SARROCCHI” di Siena – “Incontro tra scienza e tecnologia” – Prof.ssa Elisabetta FABBRI
    • ITIS “T. BUZZI” di Prato – “Progettazione e realizzazione di un arazzo tecnologico ” – Prof. Paolo CIPRIANI

    SEZIONE LICEI

    • LS “MAZZONE” di Roccella Jonica (RC) e PLANETARIO PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA – “Scienza e Profezia” – Prof. Vincenzo CRISTINA
    • LS “ENRICO BOGGIO LERA” di Catania – “Alla scoperta dei polimeri” – Proff. L. Coniglione – G. Maugeri – R. Torrisi – Dott.ssa A. Corsaro.

La premiazione avverrà nell’ambito del Convegno “Orientainsegnanti” organizzato dal MIUR e da Confindustria Firenze, a Firenze il 15 Novembre 2012. Il programma dell’evento è allegato alla presente.

Con l’occasione si formulano vive congratulazioni alle istituzioni scolastiche, ai docenti e agli allievi coinvolti

IL DIRETTORE GENERALE

F.to Carmela Palumbo

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Orientainsegnanti

15 novembre 2012

Palazzo Medici Riccardi – Sala Luca Giordano –

Ore 14,00 – 14,30
Accoglienza partecipanti – Welcome coffee

Ore 14,30 – Inizio lavori

Coordina
Claudio GENTILI – ViceDirettore Politiche industriali, Economia della conoscenza, Europa e Internazionalizzazione Confindustria

Saluti
Paola CASTELLACCI – VicePresidente Confindustria Firenze con delega all’education, formazione, ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico
Andrea BARDUCCI – Presidente della Provincia di Firenze
Angela PALAMONE – Direttore Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana

Imparare Lavorando, Lavorare Imparando

Interventi:

Gabriele POLI – Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Firenze

Ermanno RONDI – Coordinatore Progetto Club dei 15

Stella TARGETTI – VicePresidente Regione Toscana con delega alla Scuola, Università e Ricerca

Carlo BARONE – Ricercatore Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Trento

Scienza e Tecnologia per innovare l’insegnamento

Filmato “I mille mestieri della scienza”

Luigi BERLINGUER – Presidente Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e T ecnologica

Rodolfo ZICH – Presidente AICA
Alberto Felice DE TONI – Preside Facoltà di Ingegneria Università di Udine Nicola VITTORIO – Coordinatore Piano Lauree Scientifiche
Gloria BERNARDI – Dirigente Scolastico dell’Istituto Statale Baccio da Montelupo

Premio Nazionale “Didattica della Scienza”

Premiazione degli insegnanti che hanno realizzato con la propria classe un’unità didattica laboratoriale nell’ambito delle discipline scientifiche e tecnologiche

Dibattito

Conclusioni

Carmela PALUMBO – Direttore generale DG per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica – MIUR

Fine lavori ore 17,30

Avviso 12 novembre 2012

Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

 

Energia, ambiente, telerilevamento, beni culturali, tecnologie diagnostiche per il restauro, biotecnologie, telemedicina e, soprattutto, smart city: questi sono i temi del SIEE- Sino Italian Exchange Event 2012 che si terrà a Città della Scienza di Napoli il 19 e il 20 novembre.

Il 21 novembre, inoltre, la delegazione cinese parteciperà ad incontri istituzionali a Firenze, nell’ambito delle attività previste con Toscana Promozione.

Consolidato evento di scambi e ricerca partner fra i sistemi innovativi italiani e cinesi, quest’anno il SIEE – China-Italy Innovation Forum diventa uno degli eventi centrali della cooperazione italo-cinese, promosso direttamente dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, e dal Ministry of Science and Technology cinese (MOST) e fondato su un’ampia sinergia fra i principali attori dell’innovazione italiani e cinesi.

La manifestazione, che vede la presenza di una qualificata delegazione cinese di ca. 150 rappresentanti di aziende, istituzioni ed enti di ricerca, si articola in workshop e incontri business-to-business, e alcuni importanti eventi collaterali: il forum sulle smart city, promosso dall’ICE in collaborazione con ENEA, il workshop per l’attrazione di investimenti, promosso da Invitalia.

All’evento inaugurale parteciperanno – fra gli altri – il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, il Sindaco di Napoli, l’Ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, e il Vicesindaco di Pechino.
La partecipazione ai B2B e ai forum è libera, previa iscrizione sulla piattaforma di matching, messa a disposizione dal nodo ENEA della rete Enterprise Europe Network
www.cittadellascienza.it/siee, link “ricerca partner”. Per info siee@cittadellascienza.it, tel 0817352455.

SIEE – China-Italy Innovation Forum Napoli, Città della Scienza, 19-20 novembre 2012

CALL FOR PARTICIPATION

Scadenza: 13 novembre 2012

Il 19 e 20 novembre 2012 alla Città della Scienza di Napoli si terrà il SIEE – China Italy Innovation Forum, salone di scambio tra sistemi innovativi.

Il 21 novembre, inoltre, la delegazione cinese parteciperà ad incontri istituzionali a Firenze e visite a distretti innovativi toscani, nell’ambito delle attività previste con Toscana Promozione.

Il SIEE – China Italy Innovation Forum si articola in workshop e incontri B2B programmati in anticipo sulla base di un’attività di matching svolta in Italia e in Cina, sia attraverso la costituzione di tavoli di lavoro nazionali, che tramite la piattaforma B2match messa a disposizione dall’Enterprise Europe Network (www.cittadellascienza.it/siee, link “ricerca partner”).

L’evento, promosso dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR e dal Ministry Of Science and Technology cinese (MOST) e sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Regione Campania, Comune di Napoli e Provincia di Napoli, è fortemente focalizzato sulla promozione dei poli e distretti innovativi e sulle tecnologie e le applicazioni IT in settori prioritari per le smart cities – mobilità, edilizia, energia, servizi per il territorio, qualità della vita, beni culturali – nonché sul settore biomedicale.

Il SIEE – China Italy Innovation Forum si fonda su ampie e consolidate partnership, sia in Italia che in Cina; in Italia si è costituito un Comitato promotore e organizzatore, coordinato dalla Fondazione Idis-Città della Scienza, che vede presenti la rete European Enterprise Network, l’ICE – Agenzia nazionale per l’internazionalizzazione delle imprese italiane l’ENEA, il CNR, Invitalia, GSE – Gestore servizi energetici, Campania Innovazione, Toscana Promozione; si avvale inoltre della collaborazione dell’Agenzia per l’Innovazione, dell’Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani (APSTI), dell’Istituto Nazionale di Architettura e della rete BIC-Italia Net.

Da parte cinese, la rappresentanza all’evento è composta da enti ed istituzioni di livello nazionale, provinciale e municipale; da imprese, Science & Industry Park, Università e Centri di ricerca.

Il SIEE – China-Italy Innovation Forum è stato programmato nell’ambito degli accordi di cooperazione internazionale fra il MIIUR e il MOST, e vede come partner cinesi la rete dei centri di trasferimento tecnologico italo-cinesi, il BAST – Beijing Association for Science and Technology (ente della Municipalità di Pechino) e il Zhongguancun Science Park, il maggiore parco scientifico e tecnologico cinese.

All’evento prenderà anche parte una delegazione istituzionale e di aziende della Provincia dello Henan.

Partecipazione

La partecipazione al brokerage event, ai seminari e convegni è a titolo gratuito per gli operatori italiani, che potranno iscriversi e prenotare gli incontri attraverso la piattaforma web della manifestazione (www.cittadellascienza.it/siee, link “ricerca partner”).

Possono partecipare: imprese, università, enti di ricerca, associazioni e altri soggetti giuridici con sede in Italia.

I partecipanti avranno diritto a titolo gratuito a:

  • l’iscrizione nel data base per gli incontri B2B; sulla base delle richieste dei partecipanti

    cinesi verrà poi programmato il calendario degli incontri B2B;

  • l’interpretariato agli incontri B2B programmati;
  • l’inserimento della scheda aziendale nel catalogo on line del SIEE.

    Per la partecipazione al SIEE occorre caricare il profilo aziendale, in lingua inglese e secondo il format richiesto, sulla piattaforma B2B all’indirizzo www.cittadellascienza.it/siee, link “ricerca partner”, entro il 13 novembre 2012.

    Partner

    Le aziende ed enti che intendano invece aderire come partner dell’evento, usufruendo di uno spazio espositivo e altri servizi, possono contattare la Fondazione IDIS – Città della Scienza ai seguenti recapiti; ulteriori informazioni al proposito sono disponibili all’indirizzo: http://www.cittadellascienza.it/siee/

    Per ulteriori informazioni:

    siee@cittadellascienza.it

    tel. 081 7352455